SEGNALAZIONE VOLUMI = ROCCO SALERNO
** Rocco Salerno, La meraviglia dell'amicizia, Macabor, Francavilla Marittima (Cs), 2023 . pag.72 - € 13,00
prefazione di Antonio Spagnuolo - postafazione Carmine Chiodo
Rocco Salerno è autore di diverse sillogi poetiche, sempre significative (ricordiamo almeno, ma non solo, quella memorabile dedicata a Dario Bellezza) perché abitate di senso profondo in termini tanto umani che poetici. In questa sua più recente, apparsa come la precedente nella bella collana di Macabor Editore, compie un'operazione abbastanza insolita: è infatti una raccolta interamente dedicata al sentimento dell'amicizia, non in termini filosofici o astratti, ma specificamente indirizzata e ispirata dai componenti di un nucleo familiare a lui vicino. Insolita perché, se nella storia della poesia sono infinite le liriche rivolte ad amici, ben rari sono invece i libri interamente intessuti su tale sentimento, a fronte invece d'un numero sterminato, ad esempio, di canti amorosi. In questo caso i destinatari sono i membri di un nucleo familiare e si potrebbe pensarlo libro composto di componimenti d'occasione, ma così non è: è un testo tutt'altro che sfilacciato, come ben dimostrano i due contributi che lo accompagnano e incastonano, la prefazione di Antonio Spagnuolo e la postfazione di Carmine Chiodo, entrambi veramente in grado di armonizzarsi con l'insieme, cogliendone ragioni e sfumature in maniera eccellente.
Spagnuolo, parlando di "girandola"e "rondò ", enuclea con parole affettuose e festose la felicità espressiva di Salerno, ben sottolineandone la dimensione al tempo stesso leggera e profonda, festosa e meditativa.
L'emozione è personale, ma diviene spazio d'universo, adesione convinta, riverbero interiore nel quale tra ricordi e stupore, omaggio e devozione, "il cranio del Tempo/che vorrebbe maci- nare/ anche i sentimenti" finisce, nonostante l'immagine orrorifica, a non incutere più paura. Le parole del poeta sono dono di gratitudine pura, non increspata da nulla, e con musicalità agile e scandita, mai retorica,"accarezza con enfasi la semplicità" e "la concretezza dell'altro", come annota Spagnuolo.
È un omaggio alla tersita' della parola,tra luoghi interiori ed esteriori (Roma), dove ogni incontro con gli amici produce umano calore, spogliando l'anima d'ogni esitazione e timore. All'amica Rita (di cui è detto anche il cognome, a sottolineare la realtà e la concretezza del legame), in questo canto,si affiancano figli e nipoti, che divengono via via protagonisti in quanto incarnazione del futuro, "per aprirti all'infinitudine/dell'essenza celeste dell'indomani".
Il piccolo Giulio è "vento di primavera/sull'Universo",un vento coinvolgente ed entusiasmante, come lo è la piccola Diletta,"celeste infiorescenza". È un progredire nella grazia, tra "sensibilità e misura" come osserva Chiodo, dove il poeta è al tempo stesso osservatore-narratore e partecipe, con la sua parola che diviene di volta in volta "tremito di foglie, folgore, sole, battente pioggia", votandosi alla grazia della "vastità mattutina" nascosta in ogni giornata.
Il libro,così, oltre ad un devoto omaggio, diviene un auspicio d'avvenire nel quale i nipoti, ma in generale i bambini, divengono "pietra focaia"della vecchiaia di chi ha la fortuna, e la gioia, di comprenderne l'intimo messaggio. Tra incarnazione, umanissima, di un'idea di sublime armonia, la poesia si trasforma in espressione sublime di grazia, gemmazione di promesse, e il tempo non mostra più l'orribile cranio ma diviene"vela aperta sul mare della nostra freschezza".
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Stefano Valentini
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