giovedì 27 febbraio 2025

SEGNALAZIONE VOLUMI = CARLO DI LIETO


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Carlo Di Lieto: “Ragione e follia -La vita è altrove” – Ed. Genesi – 2025 – pag. 808 - € 40,00 –
Carlo Di Lieto è un vulcano in continua ebollizione. Corporatura media, polso risoluto, penna facile, parola erudita è l’uomo che ha saputo coagulare la cultura nel suo DNA.
Qui ci troviamo di fronte a un volumone di ben ottocento pagine nel quale ha tracciato un panorama policromatico con l’intento di cogliere i momenti più significativi dell’interazione Letteratura/Psicoanalisi attraverso i parametri teorici e le applicazioni dell’esegesi psicoanalitica. Il professore non è nuovo in questo suo tenace scavo fra le interpretazioni delle molteplici identità e le tensioni che corrono lungo numerose pagine di scrittura creativa.
Considerato giustamente come capostipite di una nuova metodologia critica egli è stato capace di far comprendere ad un pubblico numeroso i molteplici problemi culturali che si evidenziano nell’incontro della psicoanalisi con le formulazioni intellettuali di un concreto pragmatismo operativo.
Nei ricchissimi tre capitoli che distinguono questo studio: “L’inconscio e la visionarietà creativa”, “Demoni, fantasmi e alterità”, “Doppio, oltre e sovrannaturale”, l’autore scandaglia scrupolosamente decine di opere scritte nei secoli, da Saffo a Dante, da Lucrezio a Leopardi, da Pirandello a Michele Prisco, da Elsa morante a Corrado Calabrò, da Luigi Mazzella ad Antonio Spagnuolo, rovistando in tutti quegli anfratti nei quali il pensiero e l’ispirazione, il simbolo e la parola, la quotidianità e la sperimentazione, sono prima ben celati ma improvvisamente pronti ad offrire uno spiraglio di intellegibilità, che fa della scrittura la base ideologica capace di giustificare le frantumazioni del soggetto e la concretizzazione delle componenti cognitive.
Ogni scelta che evoca, in altri termini, gli sconfinamenti dell’introspezione è frutto di un percorso storicamente determinato: ciascuno di noi è figlio di uno specifico vissuto, di un certo popolo, di alcune tradizioni, di una civiltà, di una famiglia; ognuno di noi è determinato da questi fattori e ciò che io sono, la mia identità, piuttosto che la risultante di una scelta, è il frutto del riconoscimento e dell’accettazione di una situazione particolare e dell’unica possibilità che essa configura. Un concentrato allora di cultura assimilata ed estensione coinvolgente tra reale e immaginario.
Molta indagine si sofferma sulla struttura della riproduzione onirica, che anche nelle nebbie dell’incerto nasce dalla memoria, dal ricordo, a volte arricchito da variopinte rappresentazioni sovrapposte dall’illusione.
Insiste la pagina, particolarmente ricamata dal dettaglio, sulle interconnessioni che ritroviamo fra arte e vita palpabile, tra l’intera esperienza del singolo individuo e le manifestazioni delle incidenze morali, delle improvvise esplosioni della politica, delle amalgame religiose, e di tutto il frastuono che aleggia intorno.
L’inconscio è il cantuccio, il luogo segreto che incamera e custodisce il modo ardente di sentire e vedere, di gioire e soffrire, di sedimentare ed elaborare, indicando e dettando di volta in volta il percorso emozionale senza alcuna censura o restrizione.
Vengono al palcoscenico i personaggi delle varie opere, tra gli strali malefici che inseguirono Saffo, o le incertezze, tra il Volturno e i Campi Flegrei, che portarono Tito Lucrezio Caro al suicidio, tra le Cantiche della Divina Commedia, sussurro che si distacca dalla quiete del Limbo e sprofonda nell’orrore sinistro dell’Inferno, e le lettere di Leopardi intrecciate a mito o leggenda per il conte Ranieri, tra le ipotesi di un percorso cosmologico tracciato da Pirandello e il tragitto metaforico di Michele Prisco, tra il successo critico e la sintonia variegata di Elsa Morante e l’estetica sovrannaturale di Corrado Calabrò, tra i ricchi prodotti di saggistica, intrisi dall’ansia di cogliere tutti i risvolti dell’esistenza terrena, alle poesie dettate quasi sempre dall’inconscio di Antonio Spagnuolo.
Carlo Di Lieto ci propone, da par suo, strutture cognitive e critiche che siano dotate di coerenza, di un senso compiuto che sappia mettere in evidenza quel ben colorato filo della psicoestetica, substrato portante dell’arte e in particolare della scrittura.
La psicoanalisi analizza e crea, distinguendo con precisione cultura alta e cultura bassa e contrapponendosi alla tirannia che cerca di scardinare il pensiero poetante.
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ANTONIO SPAGNUOLO

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