SEGNALAZIONE VOLUMI = NADIA CHIAVERINI
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Nadia Chiaverini: “Impronte, frammenti e altri segni” – Ed. puntoacapo – 2025 – pag. 92 - € 12,00
La metafora, molto sostenuta in queste pagine, riesce a trattenere le infinite sospensioni che il pensiero realizza nel quotidiano, fra il dubbio filosofico ed il costante progredire della realtà.
“Anche una carezza può far male/ a chi è nudo senza pelle/ un soffio è cartavetra che squama/ niente è abbastanza niente è sufficiente/ non è un sangue che si vede/ sorrisi stirati i malori nelle membra rigide/ atrofia d’organi i respiri lenti…”
Inesorabilmente affondiamo nell’incertezza, come un abbandono involontario che si realizza in silenzio “proprio come un calzino/ quando cade dal terrazzo/ senza rumore/ respiro lento”. Ed il gioco delle parole ha un’acutezza di connessioni tra accadimenti casuali, senza precisi riferimenti e profondità del sentire, trafugate a inquietudini dell’anima ed arcani proibiti.
Le modulazioni del tracciato si intrecciano nei vai capitoli della silloge: “Macelleria dell’amore”, “Confronti”, “Mai ho raccolto fiori per mia madre”, “Omaggi”, “Cadono le foglie”, “Il coraggio dei papaveri”, “Verità e menzogna”, tutti inanellati in una specie di racconto che accosta l’affetto di figlia provato da un rapporto falsato alle esperienze di un vissuto sempre inestricabile. Si alternano composizioni delicatamente dedicate a Raymond Carver, Antonia Pozzi, Eugenio Montale, a momenti di intimità riaccesa dalla memoria: “Altra traccia altra memoria, lo sguardo di mio padre/ ogni giorno più opaco e sempre più vuoto. / Chissà chi volerà prima..” quasi a suggellare bagliori nell’oscurità di un corrodersi del tempo.
La delicatezza del simbolo è per la poetessa immersione colorata nella natura che circonda: “Mi commuove il silenzio delle rose/ la danza sinuosa che ascolta/ il fiorire del seme/ attesa che si schiude/ rivelazione aurorale.”
“Quanto può una singola vita soggettiva entrare a pieno titolo in un testo poetico? – scrive Gabriella Musetti in prefazione -Domanda non semplice e già posta innumerevoli volte in letteratura, con differenti ipotesi e indicazioni a fornire una risposta adeguata. Sappiamo bene che mai l’io scrivente riveste in modo esatto gli abiti dell’autore reale, chiunque sia. In questa distanza, anche minima o sottilmente adombrata, abita la creazione.”
Il pensiero giostra con abilità tra sospensioni che sembrano aperture e sguardi che indagano, un ricamo tra illusioni caleidoscopiche e sussurri del sub conscio.
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ANTONIO SPAGNUOLO



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