giovedì 5 luglio 2018

SEGNALAZIONE VOLUMI = DANIELA RAIMONDI

Daniela Raimondi – La stanza in cima alle scale--- Nino Aragno Editore – Torino – 2018 – pp. 79 - € 12,00

Daniela Raimondi è nata in provincia di Mantova. Ha trascorso più di trent’anni a Londra e ora vive in Sardegna. Ha pubblicato otto libri di poesia e una raccolta antologica in edizione bilingue Selected poems, Gradiva, New York. Ha ottenuto numerosi premi e riconoscimenti a concorsi letterari nazionali, tra i quali il Premio Montale per una silloge inedita, il Premio Sartoli Salis per Opera Prima e i premi Mario Luzi, Guido Gozzano e Caput Gauri per opere inedite. È stata selezionata per rappresentare l’Italia all’European Poetic Tournment a Maribot, Slovenia, dove ha ottenuto il Premio del Pubblico (2012). Il suo primo romanzo L’ultimo canto d’amore, ha ottenuto i premi “Firenze”, “IoSrittore”, “San Domenichino” e Thesaurus”.
Il titolo del libro di Daniela Raimondi che prendiamo in considerazione in questa sede evoca qualcosa di archetipico e arcano: la stanza in cima alle scale.
Non c’è dato di sapere se questa camera sia parte di una casa o se sia qualcosa di autonomo, un magazzino o altro.
Quanto suddetto crea fascino e con un volo della fantasia si potrebbe credere che questa sia la stanza dove la poetessa scrive le sue poesie anche se le poesie si possono scrivere ovunque e dopo la rivoluzione del verso libero tutti possono farlo per emergere dalla solitudine dell’individuo in questo postmoderno occidentale quando in un mondo tecnicizzato si è persa l’abitudine di guardarsi negli occhi.
Con questo libro la Raimondi si conferma autrice finissima e intelligente, capace di trattare tutti i temi della vita e conscia di essere sotto specie umana, per dirla con Mario Luzi.
Cifra essenziale della poetica dell’autrice espressa in questo testo è quello di una chiarezza generale che non esclude la complessità, elemento che si rivela tramite accensioni e spegnimenti subitanei veramente folgoranti e mirabili.
La forma è elegantissima e la poetessa riesce perfettamente a dominare la sua vena magmatica e scrosciante del suo poiein, riuscendo a incastonare nei tessuti complessivi con perizia ogni singola parola e ogni sintagma.
La raccolta è articolata architettonicamente ed è scandita nelle seguenti parti, precedute da tre poesie iniziali: Primi dei dell’infanzia, Riti di passaggio, Foto di famiglia e Piccole storie di paese.
Molto interessanti le due composizioni iniziali intitolate La malinconia dei girasoli e Segni nelle quali Daniela riflette sul senso della scrittura e della poesia stessa, nella ricerca di una spiegazione del fenomeno poesia che paradossalmente avviene proprio in versi.
E tramite i suddetti componimenti la poeta dimostra di credere fermamente che la poesia salva la vita. Così leggiamo in Segni: Se scriviamo è per questo:/ per non dimenticare il sogno, / ritrovare un tocco d’angeli sulla guancia/ e sconfiggere i demoni/ immobili come aghi sotto la pelle…/Scriviamo per l’attesa, / quando un’orbita di luna ha sbagliato percorso, / per la corona di spine che ci sanguina la fronte/ e ci fiorisce le mani nella luce di un verso/.
In questi versi intrisi di misticismo c’è speranza perché scrivendo si possono ritrovare gli angeli e sconfiggere i demoni e anche la corona di spine può fiorirci tra le mani nella luce di un verso.
Predominano i temi dell’infanzia e degli affetti familiari e tutto s’inserisce nell’espressione di una parola magica, leggera, raffinata ben cesellata e icastica.
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Raffaele Piazza

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