giovedì 24 novembre 2022

SEGNALAZIONE VOLUMI = DELMA CIGARINI


**Delma Cigarini – "Sensazioni" -- Metafore in movimento - Roma – 2022 - pag. 161 - € 16.00
La presente raccolta di Delma Cigarini presenta una prefazione di Giulia Calfapietro esauriente e ricca di acribia.
Intitolare un volume di poesie Sensazioni pare essere un elemento di carattere implicitamente ridondante perché è ovvio che la poesia stessa ipostaticamente trasmetta nel lettore sensazioni e il discorso della Cigarini, impostato sul piano del neolirico e dell’elegiaco, bene si adatta per veicolare questo tipo di messaggio che è universale nella storia della poesia di tutti i tempi e di tutti i luoghi.
Del resto sottotitolare l’opera con la definizione metafore in movimento è un elemento che pare essere sotteso alla consapevole coscienza letteraria di Delma perché l’epifania della poesia stessa è fatta di metafore e se si sottolinea che le metafore stesse sono appunto fluttuanti sulla pagina, sono il precipitato della poetica stessa e del poiein dell’autrice, si coglie nel segno perché la poesia della Cigarini, nel suo essere debordante e carica di senso, bene si adatta alle denominazioni suddette.
Il volume non presenta scansioni e per la sua unitarietà formale, stilistica e contenutistica potrebbe essere considerato un poemetto. Un inno alla vita attraverso l’amore e l’esaltazione della natura pare essere questa raccolta della raffinata poetessa. E questo a partire dalla poesia eponima che apre il libro e ci trasmette appunto la sensazione di un universo naturalistico caleidoscopico e magico. La buona esplosione della stagione aurorale e primaverile pare dipanarsi nei versi carichi di sospensione e visionarietà. La poetessa in un discorso che sembrerebbe spinoziano secondo la definizione deus sive natura dice con urgenza la primavera che ha la forza vitale dell’aurora in un salutare naufragare nelle cose della natura che ci riporta alla memoria L’infinito di Giacomo Leopardi. Il tutto s’inserisce in un discorso panteistico di fusione con la natura stessa, discorso che è anche neoclassicistico secondo la definizione di Goethe della natura stessa di abito vivente della divinità.
E tra i riferimenti possibili alla cifra essenziale della poetica di questa autrice non può non venire in mente il premio Nobel della poesia del 1913 Tagore che espresse mirabilmente il suo amore per la vita e per la natura nel suo Il canto per la vita.
Nell’amplesso cosmico dell’essere che abbraccia l’universo si ritrova la chiave d’accesso per entrare nelle ragioni di questo libro, e, del resto, l’autrice potrebbe anche essere definita poetessa della metafora vegetale, per le tante specie vegetali che nel fitto discorso vengono nominate e si fanno correlativo oggettivo delle tonalità affettive della gioia dell’esserci sotto specie umana.
E in quel fasto multicolore di erbe officinali in un campo odoroso svettano forsizie e fior di pesco e inflorescenze di alberi da frutto a corollare sulla nostra pelle SENSAZIONI.
È quindi tutto un interanimarsi dell’io-poetante con il creato, che sembra riportare alla memoria e alla mente il Cantico delle creature di San Francesco, che non è a caso il santo proterrote dei poeti.
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RAFFAELE PIAZZA

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