SEGNALAZIONE VOLUIMI = MARIA CARLA BARONI
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Maria Carla Baroni: “Piazza dei sogni incarnati” – Ed. Manni 2019 – pag. 128 - € 15,00
Il percorso che si stempera nella personale esperienza che il poeta affila nella quotidianità è quasi sempre un tragitto che rielabora o approfondisce le pieghettature che il tempo riesce ad incidere nell’inconscio, tra il divenire multiforme ed il perdurare memoriale. Un alternarsi fluttuante di visioni fulminee capaci di seghettare la storia suddivisa in sequenze, una ripetizione ciclica delle differenze che il pensiero riesce ad elaborare tra immaginazioni e realtà palpabili.
“I due punti essenziali di questo libro – scrive Maurizio Cucchi in prefazione- sono nella parte meditativa e di pensiero e nel sentimento privato e pubblico che ha guidato la storia personale di Baroni. Una storia dove è centrale la vicenda politica di cui è stata ed è protagonista e che è sorretta da una tensione morale e ideale davvero importante. Esiste una linea interna forte di pensiero che guida l’intero percorso della poesia dell’autrice.”
I titoli delle numerose sezioni in cui e suddivisa la silloge danno un’idea delle sequenze che accompagnano il ritmo serrato dei versi: “Canti del divenire”, “Omaggio a Milano e alla pianura Lombarda”, “Per la mia famiglia”, “Canti d’amore”, “Canti di morte”, “Ai luoghi che amo”, “Alle donne del mondo”, “Canti politici e per il comunismo”, “Punto rosso con autoritratto”, “Segmenti sparsi”. Un teorema che si sviluppa passo dopo passo tra l’intima capacità di sussistere nelle incalcolabili evenienze e la brama di riuscire a completare i progetti tatticamente astuti.
“Il mio è un dissodare una terra/ ingrata, compenetrata/ con la mia vita. Un continuo/ lanciare semi senza sapere/ se germoglieranno e quando/ le messi d’oro del cambiamento. / Amare è vivere di sole/ che inonda di calore la terra/ dà guizzi di luce alle cose/ risalto di vita ai colori.” Dall’impegno politico alle immagini di annientamento: “Dal televisore lampeggia/ immensa una pioggia di bombe/ Gaza sventrata divelta/ sangue polvere pianto,/ dalla stampa trasuda/ un lungo assedio di fame/ per rovesciare un governo eletto/ sterminare un popolo solo.” Dall’inno liberatorio: “Un lungo corteo di rosse bandiere/ multifiammato tra vento e sole/ di striscioni e stendardi/ trascorso da ondate di canti/ contro la guerra e la povertà che umilia/ chi coltiva cibo e genera vita. / Unica anima dalle molte forme/ aleggia su tutte l’Internazionale/ delle donne futura umanità di pace.” Alla tenerezza di figlia: “Io esisto perché mi hai voluta/ a dispetto di un padre ingannato. / Nel ventre di una notte senza sonno/ penso a te perduta in un morbo senile. / Due volte mi donasti la vita: / quando uscii dal tuo liquido grembo/ alla luce e quando mi strappasti, / bimba incauta, dal mare in tempesta. / A te madre il mio canto d’amore.”
Il concetto di realtà stringe vigorosamente la scrittura di Maria Carla Baroni, la quale destreggia con acume ed ottimo bagaglio culturale nel ritmo musicale delle sillabe, che fanno del verso l’abile portavoce di quei termini necessari alla dinamica filosofica sociale.
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ANTONIO SPAGNUOLO
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