martedì 12 gennaio 2021

SEGNALAZIONE VOLUMI = GIUSEPPINA PALO


***Giuseppina Palo : “Viaggio in Veneto” – Ed.Pagine – 2020 – pagg. 138 - € 15,00
Con semplicità discreta la poetessa passa dalla poesia alla prosa, realizzando l’occasione di fusione tra ritmo ed accordi, che sollecitano l’atmosfera di favola e di vertigini per un continuo incalzare di metafore. Volume ricco di sorprese e di vicende alterne che avvolge in un’atmosfera sospesa fra realtà ed illusioni.
“Giuseppina Palo – scrive Plinio Perilli in prefazione – da anni eterna ragazza, fanciulla e poi donna devota, maternale di poesia, vede e salva la lirica ovunque: nei paesaggi che una vacanza attraversa come se li scoprisse, l’inventasse d’incanto; o nell’eco suadente e cadenzato di una musica che ha liberato a nome di tutti, di ogni giovinezza o beat generation, e la mente e il cuore.”
Poesie scelte da precedenti pubblicazioni come “Il dono selvaggio”, “Antologia: In my end is my beginning”, “Favole moderne”, “Dell’amore eterno”, “Antologia Navigare 22” si offrono con il proprio personale stile sino all’inedito “Viaggio in Veneto”. Un panorama ricco di attrazioni e di interludi che lasciano scivolare ricami dell’aria, del mare, del paesaggio, dei vecchi quartieri, dei melanconici personaggi, delle notti silenziose, dei riflessi multicolore di un tramonto, “in un viaggio frenetico e schiumogeno”. I luoghi riflettono un’emozione particolare, vuoi per il vissuto che fermenta nel ritmo, vuoi per l’amore che evapora con una particolare forza. Un’aura surreale e fantastica pervade molte poesie, quasi a favoleggiare il quotidiano per assorbirlo in una luminosità di sussurri, minuziosamente centellinati ed armoniosamente concepiti nel ritmo, anche quando l’ansia di un bacio si dissolve “tra zucchero e caffè in luoghi affollati”.
Le proiezioni sono mutevoli: “Vedi, a occidente sta tramontando il sole!/Io mi tingo, mi accendo/ dei color forti della natura/ per esploderti nelle braccia/ in un canto puro./ Dove ho abitato lunghi anni?/ I cespugli erbosi di brina/ stillano freschezza acerba. / Quando verrà la sera?/ Per sdraiare il mio corpo/ nel morbido abbandono tuo?” Un canto che si eleva dal verso, improvviso, pregnante, fra immagini di vita reale e sogni evanescenti, fra panorami urbani palpitanti e fantasie romantiche.
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ANTONIO SPAGNUOLO

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