giovedì 31 dicembre 2020

SEGNALAZIONE VOLUMI = CLAUDIA PICCINNO


***Claudia Piccinno: “Sfinge di pietra” – Ed. Il cuscino di stelle – 2020 – pagg.140 - € 13,00-
Il titolo si completa con “a stone Sphinx”, perché il volume si arricchisce della traduzione a fronte, in lingua inglese, che si offre stilata dalla stessa autrice. Ella infatti è docente ed ha al suo attivo diversi libri di poesie, anche di letterati giovani, tradotti in più lingue, promuovendo contatti e scambi culturali con Turchia, Germania, Arabia Saudita, Serbia, India e Grecia. Si dimostra in questo suo mandato internazionale quanto grande e pregevole può essere il risultato di quando si lavora con amore e dedizione ad un progetto dottrinario serio ed indagato a fondo.
In queste pagine, nelle quali la Sfinge ammicca per quella sua luminosità di scandaglio, emerge l’attualità misteriosa e perdurante della poesia, intesa nella pulsione che quotidianamente arrovella e supporta le capacità di uno spirito sempre in ebollizione o legato alla contemplazione dell’esserci, attraverso un processo di immedesimazione che trasforma la parola in melodia.
Un ondoso fluttuare di versi, che nella battuta sentimentale consentono all’energia vitale del simbolo le vibrazioni adatte all’armonia. Il “verbo” non stanca quando si sperde fra noi ed è come accendere un fuoco all’interno delle varie storie, nelle quali l’immaginazione rimane stupita dalla realtà che circonda.
La poetessa lo dichiara in prima pagina: “…se un microbo ti trascinasse via/ su altri lidi/ dove non sono ammessi interlocutori, / sfinge di pietra mi murerei. / Piovono parole nuove/ senza alcun senso, / a dare misura di questo vuoto/ che parla sospeso/ in attesa di un verso.” Così che ogni pensiero potrebbe diventare sasso, impossibilitato ad inseguire stagioni di gioia o insolite illusioni, mortificato dal sospetto che sarà impossibile ritornare al gioco di fanciulla, turbato dalla necessità di mantenere a tutti i costi un segreto, o deluso dal fluire della linfa di un lungo inverno, come al sussurro che incanta “e attendo inutilmente un cenno, / un sorriso, un fluido inchiostro/ che prometta un domani. / Siamo radunati dietro le quinte/ di una piazza vuota/ popolata di comparse inanimate/ che osservano senza stupore. / Guardami, scosta le tende.”
“Claudia - scrive Dante Maffia nella prefazione – è cosciente che “non germoglia nulla / senza parole”, che bisogna farsi “verbo” e volare “nel cielo” e che la vita di un poeta, in questo caso la sua, è nei libri che ha letto e nei versi che ha scritto. Ecco perché ha raggiunto la pienezza della libertà e può parlare a voce piena, senza dover nascondere emozioni e sentimenti.”
La quotidianità che la distingue non ha bisogno di acrobazie, perché lo svolgersi dei minuti diviene il momento esistenziale nel quale agire senza compromissioni “scansando gli spigoli taglienti”. L’idea guida di questa stesura è la certezza di riuscire a captare un linguaggio aperto, un taglio che ponga le figure, gli oggetti, le impressioni, le acrobazie, i sussurri là dove la percezione possa raggiungerli, in un processo di significazioni e di metafore costruite sul e nel luogo retorico del linguaggio, linguaggio mai chiuso nell’ermetico, ma sempre proposto nelle interrogazioni di catene maestre, che della consuetudine incrociano la semplicità.
I simboli che attanagliano la fantasia sono per Claudia Piccinno ripresi “…per scelta o per causalità/ non è dato sapere,/ se fosse calcolo o desiderio,/ punto di partenza o destinazione./ Non è dato sapere/ quando un automatismo muore/ e nemmeno se rinasce emozione.” L’immaginario allora travalica questo nostro mondo sempre più ostinato ed ostile e si immerge in una trottola policromatica che in una sorta di valore positivo cerca di rispondere anche ai piccoli interrogativi della idealità.
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ANTONIO SPAGNUOLO **

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