sabato 29 maggio 2021

SEGNALAZIONE VOLUMI = FILIPPO RAVIZZA


**Filippo Ravizza – Nel tremore degli anni--puntoacapo Editrice – Pasturana (AL) – 2020 – pag. 61 - € 10,00
Nel tremore degli anni presenta una prefazione di Gianmarco Gaspari, una postfazione di Giuliana Nuvoli intitolata La spinosa verità del nulla e una nota di Ivan Fedeli.
Il testo non è scandito e per la sua unitarietà stilistica e contenutistica potrebbe essere considerato un poemetto.
Una vena gnomica, assertiva e riflessiva pare essere la cifra distintiva di questa scrittura del tutto antilirica e anti elegiaca, un ripiegarsi su sé stesso dell’io-poetante nel suo riflettere sulla caducità delle cose per arrivare a una concezione della vita che sfiora il nichilismo in un pessimismo cosmico e personale anche, paragonabile vagamente a quello leopardiano.
Prevale a livello formale la scrittura dei versi in tessuti linguistici in lunga e interrotta sequenza che ha qualcosa di barocco e di liberty.
E proprio rispetto a quanto suddetto la poesia diventa salvifica e liberatoria per Ravizza nell’intravedere uno spiraglio di luce nelle cose quando non mancano nemmeno attimi di inaspettata felicità e tensione verso l’essere quando il poeta afferma che è dolce la carezza delle cose e tutto in fondo abbraccia questi capelli bianchi, questi occhiali, queste teste occidentali ritrovandosi nella categoria della dolcezza e del riscatto (non è del tutto inutile vivere).
Il tema del nulla si ricollega necessariamente a quello del tempo, tempo che è tiranno ed è limitato per l’arco di qualsiasi vita e che come avverte il poeta viene scandito attraverso le generazioni che sono perdute perché alla resa dei conti nulla resta.
Nei versi prevale la chiarezza e il poeta, pur nel dolore per un’esistenza che dà scacco, non si geme mai addosso nel sublimare la perdita e la desolazione con un procedimento cosciente perché alla fine svaniranno i baci belli e le carezze date ai figli con amore sincero La poetica del Nostro pare trovare la sua antitesi in quella del poeta Antonio Riccardi, autore della raccolta Il profitto domestico, nella quale non a caso si sa rendere efficacemente un senso di fiducia nella vita proprio attraverso il tranquillo trasmigrare delle generazioni l’una nell’altra con profitto che è sotteso a gioia di vivere oltre ad essere qualcosa che riguarda anche gli aspetti materiali dell’esistenza.
Invece qui come dal titolo gli anni tremano e si sente un forte senso di precarietà che trova il suo simbolo nelle plumbee pareti del limite.
Se gli anni tremano, tremano anche le persone sotto specie umana e non c’è salvezza nell’attimo anche se da quel nulla pare sporgere fuori qualche tonalità dell’essere quando in qualche immagine scabra ed essenziale si coglie una diafana speranza attraverso una natura bella che pervade i dettati sempre efficacemente controllati e mai debordanti.
E si viene a creare per il lettore un senso di onirismo purgatoriale che pervade ed emoziona nell’entrare in una dimensione di dissolvenza e sospensione che ha qualcosa di fortemente visionario.
La scrittura quindi diviene un esercizio di conoscenza tout-court in una filosofia che tende all’essenza delle cose non lontana dall’esistenzialismo.
*
Raffaele Piazza

1 Commenti:

Alle 1 giugno 2021 alle ore 05:56 , Blogger Unknown ha detto...

"La riflessione di Raffaele Piazza sul mio lavoro è interessante e profonda, teoreticamente affilata. Amo individuare, nelle recensioni ai miei libri, di volta in volta, l'intuizione "unica", diciamo così, cioè quell' osservazione che ciascun recensore avanza per primo, coglie prima di tutti gli altri e che - almeno ai miei occhi- è destinata a caratterizzare quello specifico contributo. per sempre. In questo caso Raffaele Piazza è il primo ad osservare ( e scrivere) come "Nel tremore degli anni" (cito adesso le sue parole) "per la sua unitarietà stilistica e contenutistica" possa "essere considerato un poemetto". E' un'ipotesi molto interessante ed in effetti sostenuta da quella che mi pare una ininterrotta compattezza di struttura e una liquidità-fluidità di progressione del dettato. Ringrazio quindi Piazza, lo ringrazio anche per quell' intuizione relativa alla "dimensione di dissolvenza e sospensione" che sprigionerebbe dalla mia scrittura, a cui viene accreditata una caratterizzazione che "ha qualcosa di fortemente visionario".
Filippo Ravizza

 

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