UNA TESTIMONIANZA = PER ANTONIO SPAGNUOLO
**La poesia di Antonio Spagnuolo: -Deflagrazioni e versi scintillanti -
di Giuseppe Iuliano
In tempi, in cui le humanae litterae stentano a sopravvivere, svilite da uno smaccato pragmatismo, Antonio Spagnuolo, poeta finissimo, noto al grande pubblico, viene omaggiato di una Lettera in versi. Una newsletter di poesia a carattere monografico. Anzi di più, una Bomba-Carta (n. 72, 2019) esplosiva e luminosa, capace di penetrare il buio e di aggraziarlo nel gioco pirico della fantasia, della parola e delle sue meraviglie. Tanti colpi, tante poesie caratterizzano la figura virtuosa di un “fuochista”, artificiere di versi e libri.
Una “diavoleria” elettronica, specchio dei nostri tempi, permette di veicolare la bellezza e la gratuità della sua scrittura a beneficio degli amici. Del resto in una profezia laica, prossima all’aforisma, Carlo Muscetta, uno dei patriarchi della grande esegesi del Novecento, così indirizzava il suo manifesto letterario ed esistenziale agli “amici poeti: “Si leggono versi per poter vivere. / Si scrivono versi per tentare di vivere./ Solo i poeti vivono/ per scrivere versi” (Versi e versioni, 1986).
L’editoriale di Liliana Porro Andriuoli, che ha confezionato la Lettera, indica le tappe dell’affollato circuito di Spagnuolo che attraversa tanta poesia lirica da Saffo a Catullo, a Properzio; da Petrarca a Shakespeare a Goethe a Emily Bronte. E con essi e nel tempo – ritiene Andriuoli – la poesia è diventata la “più efficace e compiuta forma per parlare dell’amore”, modello ed espressione dei sentimenti degli uomini.
Su questa linea spaziano vita e poetica di Antonio Spagnuolo, le cui due personalità - medico e scrittore - “sono maturate alla pari”. Un percorso, iniziato 69 anni fa con Ore del tempo perduto, e che si e arricchito negli anni di altri 40 titoli e più – ispirati, geniali, innovativi che transitano nella nostra storia letteraria e nei suoi manuali - e che ancora dura, si innerva e trova altra linfa. A tanto vanno aggiunte - altra valenza – le opere di narrativa e teatro. Una vetrina di copertine - la Lettera in versi - collage appagante la vista, e un’antologia selezionata ed empatica, modello di arte/vita, entrambe ammiccano il sorriso fino a sostanziarne il lemma, ovvero istinto, grazia, suggestione, introspezione, virtuosismi, collanti esistenziali di varia natura.
Ecco una chiave di lettura. Sorriso, una seduzione che invoglia l’eros ma anche un antidoto salvifico al mistero di thanatos. La vita vi aderisce o si stempera tra attese e complicità, sfondi e abissi, desideri ed incantamenti: “il tuo sguardo / dove cercammo il volto dei cipressi, / il suono delle foglie, /ove credemmo /nel perpetuo gorgoglio delle fonti, / nei prati incolti: / oggi con te, umido frutto il tuo sorriso” (Per Elena, 1974).
Bastano due soli versi a racchiudere il paradigma della gioventù e dell’innamoramento: “il tuo sorriso / semplice nascosto” (Poesia da “Poesie”, 1974) perché “tra i libri dei miei vent’anni / già c’era il tuo sorriso”. Che dire della felice combinazione e sintesi, auspici del “nuovo” - che vale “sguardo” e “respiro” - “che richiama sogni / sempre taciuti, / e chiede vita, intime sensazioni, / incredibili note, / e deliqui, /e multiformi gorghi, / e silenziosi fremiti”! Incursioni, amplificazioni, sovrapposizioni ma sempre leggerezze. C’e un climax di consistenze, altro mastice, altri riflessi, altre vertigini, altre scoperte: “Sara il tuo sorriso…. a rimandare i sogni”. Sono essi che rivelano mutevolezze intriganti ed esclusive fino al “Sorriso-menzogna… per me vagabondo”; fino all’“invito clandestino”. E, quando accende le gote, vale ardore, pegno d’amore e i suoi rimpianti “Hai sfiorato le dita nell’ultimo sorriso, / con labbra esangui, e con sussurro mi te / hai lasciato il mio sguardo nel dubbio / per non averti fermata nell’addio”. E, per altra necessita, sorriso raccolto e rigenerante nel “silenzio… quando il tempo disseta il vuoto”.
Un messaggio promozionale invita a regalarsi un sorriso per assicurarsi comprensione, complicità, indulgenza. Una risposta alla timidezza. Un tema e un’incursione cari ai grandi poeti.
Per Montale – ripensarlo – è acqua limpida “scorta per avventura tra le pietraie di un greto”; per Neruda è astinenza e letizia: “Toglimi il pane, se vuoi, toglimi l’aria, ma non togliermi il tuo sorriso”. Che, per Achmatova, va conservato come “un dono dell’amore”. In questa straordinaria avventura rammemoriamo parte di una long list che certifica la valenza del Nostro: Rea, Pomilio, Manacorda, Asor Rosa, Perilli, Maffia, Piscopo, Lunetta, Panella, G.B. Nazzaro, Pardini, Di Lieto. Una nomenklatura di esegeti di vaglia che è desiderio e viatico per chi aspira al Parnaso e alla gloria della lingua.
Insomma Antonio Spagnuolo è un homme de lettres, un maître à penser che, tra gli altri meriti, ha il dono di dirigere la rassegna Poetrydream http://antonio-spagnuolopoetry.blogspot. com. Voce sua e di tutti. Ecumenismo della parola in un pellegrinaggio laico. Piccola lieta novella di un apostolo che ci invita e ci ospita nel suo accorsato inclusivo cenacolo di poesia.
Da "Nuovo Meridionalismo", a. XXXVII, n. 236, nov, – dic. 2022, pp. 47 – 53
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