POESIA = GIANSALVO PIO FORTUNATO
** "IL VENTO DELLA PIOGGIA"
Sul lacrimare del mondo
nel mio silenzio sparuto
si leviga un occhio:
un gelso muove le frenesie
d'una malinconia in fasce;
giunge l'esalare del canto
che possiede l'acre giudizio
del mondo prestato alle foglie.
Il rombare in un intimo sventrato
diteggia sulla casa
che mi comanda il non piangere
ed il tempo si svuota,
col tuo cargo acidulo
di quel pò di rumore
che deriva dal divaricare il mio nome.
Lacrimare del tempo
negli istinti d'una flessa nube,
lacrimare nel tempo
del radere l'ulivo trapunto
del foraggio nelle mie ossa,
lacrimare sul tempo
delle munte stasi roventi
ove ustiono i miei piedi di carta.
"Dosa il canto del cuore
fino a mutarlo in un crocchio
nel quale si scinda la destrezza
dell'essere universali al mondo"
grida il mio cane
abbagliato dal vento della pioggia.
**
"GENEALOGIA DEL MARE"
Il vaneggiare d'assurdo
si tinge nel focolaio dei marinai:
imbastiture d'otri d'ossa
già trite dalla sete,
un mordente di sale
a fasciare quel livore
di lunghe attese apparse
nella diaspora slabbrata
dell'onda mancina.
È un rivolo che si cela
sul fremere il capo
nel parlare d'acqua ritratta;
lì si surroga la coincidenza
del malumore dell'astenìa
con la sovrabbondanza astuta
d'un pò di risurrezione
spalmata sui lagni,
ove gl'angeli corrono
a sfregare le loro lacrime.
Quei marinai
non posseggono vangelo,
si vestono del solo rombare
d'una tempesta in fiamme:
verrà la quiete
e nelle lische
troverà il fondo del bozzolo
che allattò per la prima volta
il mare.
**
"L’UNISONO D’UNA FERITA"
Nell'astenia delle mie labbra
si regge quel pò di frastuono
che nasce dal crogiolo
degli occhi già rotti:
quel feretro d'alghe immonde
ti sottrae al cuore della sera
ed è una notte barattata,
molle negli intarsi d'una parola
che è smorta prima
d'emettere il vocalizzo del tramonto.
Lì io mi corrodo,
su quel molleggiare di ceneri
che paiono il volto
della casa rapita dai formicolii
degli alberi risorti nella metafora:
restano solo i rami assiderati
a concimare l'alba,
levatasi sullo stallo del mondo.
Io immobilizzo l'infinito,
tu lo squarci con la tua lingua.
Verrà un giorno -
quel giorno prestato
all'infuocare dell'acero -
in cui il tuo seno
smagrirà fino a farsi poppata.
Di cielo e
di lunghi sprazzi d'algebra
coglierai la vita
nell'unisono d'una ferita.
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GIANSALVO PIO FORTUNATO
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Giansalvo Pio Fortunato nasce a Santa Maria Capua Vetere (Ce) il 20 marzo 2002 e vive a San Marcellino (Ce). È attualmente uno studente della Facoltà di Filosofia, presso l’Università “Federico II” (Napoli). Nel luglio del 2022, la pubblicazione della sua prima raccolta in versi, “Ulivi nascenti”, per la casa editrice Albatros il Filo. A questa raccolta fa seguito un impegno febbrile di conoscenza della propria identità poetante e filosofica, congiunto ad un'intensa collaborazione e scambio con realtà culturali e letterarie del suo territorio. È risultato primo classificato, per la SEZIONE GIOVANI, nel Premio Internazionale di Poesia “Scriptura”, con il testo inedito “Illio” e un suo inedito, “Allegria d’una memoria”, è stato inserito come una delle migliori poesia per gli Innamorati 2023 nell’Antologia del Premio “Città San Valentino”.
Recensioni dei suoi versi editi sono apparse su Road TV, sulla rubrica letteraria “Libri d’autore” per Contrasto TV, sul blog di critica letteraria “Transiti poetici”, oltre che attraverso un articolo di presentazione sull’uscita provinciale del “Mattino”.
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