martedì 23 dicembre 2025

SEGNALAZIONE VOLUMI = DANIELA PERICONE


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Daniela Pericone: “Corpo contro” – Passigli editore 2024 – pag. 112 - € 13,50
Eternamente in agguato la disgregazione spezza la ricostruzione invisibile della struttura corporea per rilevare nella sua interezza la sostanza che ha consapevolezza di accogliere l’equilibrio delle consuetudini e le vertigini del quotidiano.
In prefazione Gianfranco Lauretano inizia con lo scrivere: “La poesia di Daniela Pericone è contrassegnata da una profonda raffinatezza della voce, ottenuta attraverso una forma di temperanza che si situa tra l’espressione chiara ed espressiva di ciò di cui parla e il nascondimento, l’allusività dettata dalla discrezione della stessa voce. Non si arriva mai alla definizione precisa e lampante del fondamento che muove il testo, neppure quando il riferimento è chiaro come, ad esempio, il riecheggiare di Eliot o Montale, oppure la straordinaria, estesa èkphrasis caravaggesca.”
“Vengo dai regni trascurabili
attraverso i cunicoli i vagoni
le corsie – l’ansia confinata
dentro gli occhi, la fatica
che s’intana tra le dita.
L’ordine da ricomporre
vuole la sua forza e non basta
rincorrere i millenni
né conta il desiderio – l’alba
si rigira in mezzo ai chiodi
appesa al nero
che trabocca dalle labbra –
non una terra su cui contare
doppia e capovolta la citta
l’una impietrita sul mare, l’altra
arresa al suo splendore –
ovunque il mondo
contempla la sua fine.”
Acerba confessione di chi a lungo rovista tra le tasche per rintracciare il gioco che propone l’immagine o la struttura che genera il contrario, o l’illusione di riuscire a riprendere il riflesso di una sorta di onnipotenza che rimane sempre immobile in attesa.
Le cinque sezioni in cui si suddivide la raccolta: “Una gioia inutile”, “A grandi falcate”, “A guardia della notte”. “Una forza impareggiabile”, “Il turbamento”, pur distinguendosi nettamente per contenuti, figura e profili, hanno luminosamente in comune il tocco impareggiabile di una creatività del tutto personale, vuoi per la scrittura piana e ben ritmata, vuoi per quel motivo intimo di manipolazione del verso che lo tratteggia in suture molteplici ed improvvise.
“Soli dinanzi alla morte
che va in scena senza solennità
si confondono i volti con le ombre
non sanno se rivolgersi al cielo
o alle profondità della terra.”
La parola riesce a sostenere la costanza del linguaggio, una grandezza al variare dei parametri per la proiezione della presenza umana, dove la carne dei corpi e le sfumature dei pensieri si coagulano per slittamenti di un concreto percorso letterario.
La poetessa nuota decisamente fra le onde di un registro che cerca di annotare un caleidoscopio riflesso esistenziale e nelle differenze medita alle falde dell’immaginazione.
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ANTONIO SPAGNUOLO

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