SEGNALAZIONE VOLUMI = SERGIO GALLO
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Sergio Gallo: “Gleba/Adamah” – ed. Gatto Merlino 2025 – pag. 140 - € 14,00
Micro e macrocosmo si fondono in unica amalgama nello scorrere limpido dei versi, innanzi alle meraviglie, illusioni, esplosioni della realtà quotidiana, divenendo di volta in volta ribellione contro eventi che abbuiano i giorni di fede.
“Gleba” in ebraico significa suolo, zolla, humus, terra da coltivare, donde l’adagio “servo della gleba” che ben conosciamo nella storia che ci precede.
Le sezioni nelle quali si suddivide la silloge hanno tutte un fortissimo legame, una coscienza lampante di quanto necessaria sia la coesione e la capacità di distendere il velo della pace e dell’amore, in questo mondo contemporaneo nel quale tenacemente cerchiamo di custodire i sentieri invisibili e sospesi tra luce e tenebre.
“A noi, fugaci osservatori/ cui spetta l’incombenza/ della vita e della morte,/ a noi privi d’un cuore che ascolta/l’esigua urgenza della parola.”
Il simbolo che riesce a coniugare, sterminando ogni ostacolo!
E la parola prosegue: “Il presente: una minaccia continua. / Tengo la rotta fra dense nebbie;/ emorragie d’anime inafferrabili/ tra maglie di reti lacerate./Con pazienza sciolgo grumi di dolore.”
“Mi guardo attorno turbato, sperduto./Mi rendo conto di non fare eccezione.”
“Ogni sasso uno sgravarsi del cuore,/ un sussulto dell’anima, il ristoro/ del pensiero. Disdoro mancare la visuale/ dalla Cima del Tor. In avvicinamento/ lampi e turbini del Dio Thor.”
La globalità che gestisce l’uomo contemporaneo è sempre in cerca di una bacchetta magica che sappia apparare conflitti e misfatti, illusioni e profezie, flussi informatici e idee di civiltà, pazienza e saggezza, intelletto e adesioni dello spirito.
“Abbiamo letto nei libri di storia del più grande/annientamento nel minor lasso di tempo; ora, senza/ neanche rendercene conto, assistiamo complici al più/copioso sterminio nel più lungo intervallo di tempo.”
Sergio Gallo stempera le sue liriche con una scrittura sapientemente equilibrata, tra movimenti classicheggianti e tragitti attuali, in modo da offrire un tragitto policromatico nel quale si esalta l’utopia e si aspira ad una comunanza di intenti.
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ANTONIO SPAGNUOLO



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