SEGNALAZIONE VOLUMI = ANTONELLA CAGGIANO
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Antonella Caggiano: “Le vena delle viole” – Carta canta Ed. -2024 – pag. 92 - € 12,00
Policromatico viaggio nella quotidianità, mentre la vita intreccia parabole che hanno il filo ininterrotto dell’imprevisto, o quelle improvvise vertigini che coinvolgono nelle illusioni, nelle speranze, nelle lampeggianti rappresentazioni, nelle rincorse affannose del tempo che fugge.
L’io, che sussurra frasi scandite nei momenti in cui partecipa ai segreti del sub conscio, sembra esaltare le incertezze quali intense rappresentazioni del dicibile, sottese quasi sempre ad una elegiaca partecipazione lirico-sentimentale, ove vibra un frequente amor vitae.
Fortunatamente il linguaggio poetico di Antonella si scosta risolutamente dai vari tentativi di smembramento del verso, tra patafisica e sperimentalismi vari oggi imperanti in molti avanguardisti sprovveduti, e si presenta candidamente pulito, apprezzato come espressione del dicibile, alla scoperta di quel mondo che si vela tra la memoria e la ricerca del sogno. Il tempo e meglio la temporalità delle descrizioni, dei paesaggi, dei personaggi è in queste liriche contemporaneamente il tempo anteriore e quello interiore che va scoprendo di volta in volta la relazione del vissuto e del ricordo, tra idillio e sbandamento, tra urgenze di luce e cornici di dipinti, tra inciampi nel giorno e singhiozzo di assenza.
Diventa dominante la dimensione tra il passato ed un tempo senza attesa, tra il definitivo e la creazione momentanea, verso la figurazione dell’indeterminato con frequenti incisioni della memoria. Un tocco che plasma la materia avverte “tutta rossa la notte/ nel silenzio santo/ delle cose/ Tremulo blu, la bocca tua/ nella mia” così che un bacio si trasforma in eterea trepidazione, nel mentre la sosta indugia “Tutto grigio il mare stamattina/ solitario quel sorriso scaduto/ come quest’alba vecchia, vorrei avere/ l’audacia elegante di foglia di ottobre/ Lasciare poi che mi trascorra il vento/ cadere, nella calma della terra/ che mi faccia neve, che sia coperta/ pace dell’attesa, il sonno sazio.”
Più metafore completano la scrittura, che gioca tra le luci degli accadimenti personali e la tensione del pensiero poetante, capaci di ricamare un rilievo alle esperienze del remoto. Un abbraccio è il rapido passaggio di urgenze nelle pieghe che bruciano le assenze.
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ANTONIO SPAGNUOLO
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