"Albero di Alfabeti"
Nota del Prof. Aurelio Rizzacasa
Gli elementi centrali delle composizioni poetiche di Francesca Lo Bue sono riferibili alla magia del linguaggio in tutte le sue espressioni. Così le emozioni, la parola, gli itinerari danno luogo a una serie di espedienti simbolici, capaci di evocare e di invocare, dei significati arcani quali cifre del mistero in tutta la sua profondità. La poesia, quindi, offre lo spunto a una meditazione senza limiti.
Il presente volume affida l’immaginazione poetica a un elemento nel contempo ludico e simbolico, costituito dall’alfabeto che, a partire dalla memoria simbolica, sedimentata nei testi biblici, giunge all’attualità delle due lingue che danno luogo alle poesie della nostra autrice, vale a dire l’italiano e lo spagnolo, nel loro parallelismo semantico che prende corpo nel fluire dell’immaginazione creativa.
In questo quadro di riferimento la complessità delle immagini che esprimono i contenuti delle poesie, compie il tentativo di comunicarci pensieri, ricordi, oggetto dei significati nascosti delle parole che raccontano il mondo della natura, il mondo della vita e il mondo dei sentimenti interiori.
L’autrice riesce in questa composizione ad associare le due modalità narrative dei due contesti poetici, prosa poetica nell’introduzione, e poesia nei significati allusivi spesso nascosti nelle parole utilizzate per codificare l’espressione altamente profonda delle questioni affrontate.
La sua poesia propone una composizione nella doppia lingua, italiana e spagnola - come di consueto. Ma la singolarità di tale proposta consiste nel fatto che non si tratta di una traduzione da una lingua all'altra, bensì di un sentiero semantico in cui le due modalità poetiche delle lingue utilizzate procedono in parallelo, in una complementarità di significati che arricchisce il messaggio d’insieme.
Del resto non possiamo dimenticare che biblicamente i racconti della Creazione realizzano attraverso la parola la presa di possesso del mondo degli esseri viventi da parte dell’uomo, allorché accetta il dono gratuito che Dio consegna lui nel mondo paradisiaco dell’eden.
In tale situazione la Lo Bue riconferma l’idea che il racconto poetico sia una reale manifestazione del pensiero in tutte le sue forme espressive.
Abbiamo così dei componimenti in cui la figura dell’albero, con l’alfabeto, diventa una metafora che, attraverso i registri dei suoni e colori e sentimenti, permette di dare forma simbolica a paesaggi del reale e a vissuti dell’anima. In tal modo la produzione della Lo Bue riesce a trovare delle manifestazioni nuove e originali della sua poetica, pur conservando un’unità di fondo del suo pensiero immaginativo.
Il suo è un modo, singolarmente efficace, per rivolgersi al mistero dell’inconoscibile e per reperirne le tracce nell’inquietudine dell’esistenza.
A
Aspirazione. Dissotterrare il ritmo del tuo
alfabeto.
Acque solenni desidera il mio cuore che mastica desolazione,
aria limpida e sedili di pietra per leggere nei solchi del tuo
abaco enigmatico. Nelle
azzurre forme delle nubi fuggenti la tua
anima modella il ritmo di una
assonanza remota nel vespertino grigiore luminescente.
*
Aspiración, es desenterrar el ritmo de tu
alfabeto.
Aguas solemnes quieren mi corazón que mastica desolación,
aire límpido y asiento de piedra para leer en los surcos de tu
abaco enigmático, en las
azules formas de las nubes errantes. Tu
alma modela el ritmo de una
asonancia remota, en las vespertinas astillas luminiscentes.
Z
¡ zas! caen las aguas terríficas del Laberinto. En el
zacatín empedrado tropiezo. Me envuelve la
zaborra de crasas blasfemias. A la
zaga de tus dictamenes azules.
Záfiro que destella, en el cielo que auxilia.
Zorzal che musita en las frondas otoñales.
Zalagardas astutas, se dilata un
zarco de aguas que avisa.
*
Zaffe e si scende nei gorghi del Labirinto,
zurlando e scherzando nell’inciampo,
zavorra di viscide blasfemie,
zelo per le tue leggi azzurre.
Zaffiro luminescente della luna avvisa.
Zebra che accenna percorsi molteplici nella distesa.
zig zag improvviso e pungente ti segnala nel frastuono degli
zeppi mercati beffardi.
*
Poesie di Francesca Lo Bue