venerdì 31 luglio 2015

SEGNALAZIONE VOLUMI = DI STASI

Donato Di Stasi – Le due scarpe sinistre dei poeti - Saggi (1996 – 2014)
Fermenti Editrice – Roma – 2015 – pagg. 181 - € 18.00

Donato Di Stasi, saggista, critico militante, vive e lavora a Roma. Ha al suo attivo un’intensa attività di promotore e organizzatore culturale.
Suoi interventi appaiono su riviste culturali italiane tra cui: “Fermenti”, “L’area di Broca”, “Risvolti”, “Immaginazione”, “Atelier”, “Testuale”, “Exibart”, “Rivista di Letteratura Italiana” ecc.
“Le due scarpe sinistre dei poeti” è stato pubblicato con il contributo della Fondazione Marino Piazzolla di Roma, diretta da Velio Carratoni.
Il libro è costituito da una raccolta di saggi su poeti e poetesse, che hanno prodotto opere di carattere sperimentale e di ricerca, in un periodo che va dalla seconda parte del Novecento, ai primi due decenni del secolo presente.
Nello scritto introduttivo, intitolato “Avvertenze”, Di Stasi constata che pare assurdo che ci sia una folla di lettori neanche toccata dalla suddetta impressionante ventata di sperimentalismo e di poesia di alto livello.
La miscellanea è indirizzata proprio a tale pubblico, per abbattere il mito della tradizione lirica, alla quale solo apparterrebbero le caratteristiche tipiche del discorso poetico, basate su una visibile leggibilità e un’agevole grammatica del testo.
Con la consueta acribia Donato si sofferma, nei suoi scritti, sulle avventure poetologiche di Zanzotto, Porta, Cacciatore, Villa, Piazzolla, Rosselli, Montale, Accrocca, Rimbaud, Bellezza, Sanguineti, Toti, Mucci, Jacobbi, Malfaiera, Riviello e Merini, che considera una mediocre poeta, legata ad una vicenda inquietante.
L’originalità dell’opera consiste nella forte eterogeneità delle poetiche degli autori trattati, connotati dal denominatore comune di una personale ricerca antilirica, che si realizza nelle personali scritture sperimentali.
Infatti questi poeti sono diversissimi tra loro per i loro esiti stilistici e formali e per le tematiche e gli argomenti affrontati.
Si passa da uno sperimentatore tout-court, appartenente al Gruppo 63, come Sanguineti, al Montale anziano di “Satura”, da un autore storico come Rimbaud, allo stesso Piazzolla, da Amelia Rosselli con la sua poesia al grado zero, a Bellezza definito “Il carnefice dell’io”.
Il libro si conclude con un’ Appendice, intitolata “Fenomenologia dell’agire poetico” (Manualetto per giovani scrittori).
In questa parte l’autore stigmatizza la situazione della poesia nella nostra contemporaneità in Europa.
Afferma che è stabile in questo ambiente l’aleggiare del fantasma di una poesia ingenua e sentimentale, spacciata per poesia in carne e ossa.
In un contesto non meritocratico, una moltitudine di poetastri credono di essere dei veri vati del discorso poetico e reclamano premi e onori.
Per quanto riguarda la suddetta situazione di stallo, tra le sue cause c’è anche la componente di una forte miopia e scarsa attendibilità di gran parte della critica, che incorona i suddetti versificatori.
Dal lato opposto bisogna credere nella stessa poesia in carne e ossa, che diviene un modo di comunicare fruttifero, ambiguo, multiplanare e complesso.
Bisogna confidare nell’esistenza di questo zoccolo duro della poesia anche se esso è rappresentato da una netta minoranza degli autori di versi.
Il nostro parla di una dorata autoreferenzialità, a proposito della poesia lirica italiana contemporanea, nei suoi vari generi, nel senso di una produzione poetica, che fa riferimento solo a se stessa, trascurando e perdendo ogni rapporto con la realtà.
Lo scrittore fa suo l’assunto di Paul Celan, secondo il quale, dopo la seconda guerra mondiale, l’olocausto e atrocità varie la poesia è morta.
Ci è resi conto che la stessa poesia non è eterna e che le appartiene il ciclo di ogni storia dell’uomo: fondazione, sviluppo, maturità, decadenza, fine.
Questo non significa che i poeti si siano estinti, ma che adesso si dibattono in un approccio alla scrittura, nel quale la pura volontà azzera la razionalità.
I poeti si diversificano dai poetivendoli: la differenza tra i due tipi consiste nel fatto che i primi sono caratterizzati da un’avvertita coscienza letteraria, da una conoscenza degli strumenti retorici, mentre i secondi sono dei versificatori, spesso anche narcisisti.
Ma non si deve dimenticare che, dopo la rivoluzione del verso libero, lo stesso Montale ha scritto che bastano un foglio e un lapis per creare poesie.
In ogni caso, chiunque creda veramente in se stesso di essere un poeta, perché scrive poesie, a prescindere dai risultati ottenuti, compie un lavoro positivo, perché agisce secondo il parallelismo etico - estetico.
Per dirla con Michel Foucault la poesia attuale, se non è verità, rimane espressione del tempo in cui si colloca, anche se Di Stasi ci fa notare che ci si limita a calligrafare il carattere spettacolare della società.
L’allusione nel titolo alle due scarpe sinistre dei poeti riguarda il fatto che, nel nostro postmoderno, chi scrive versi non si arrende davanti a niente e avanza imperterrito nella terra di nessuno.
Paradossalmente i poeti stessi sono in aumento e spuntano come funghi blog e siti su internet che riguardano la poesia.
Inoltre cresce il numero dei piccoli editori, alcuni dei quali pubblicano quasi tutti i versificatori, che ad essi si rivolgono, senza una vera selezione, solo in cambio di un contributo economico.
Attraverso tale fenomeno si è manifestata una vera inflazione della quantità dei libri di poesia stampati, in particolare di quelli di carattere lirico o neolirico, in generale di scarsa qualità..
Maria Luisa Spaziani, con una similitudine calzante, paragonava tale elemento all’inflazione economica nella Germania nazista, quando le donne andavano a fare la spesa, con le borse piene di una quantità enorme di cartamoneta.
Un libro che mancava nel nostro panorama, quello di Di Stasi, scritto sicuramente non per l’urgenza di superare un silenzio, ma per approfondire lo studio di un genere poetico, che merita un’attenta valutazione, considerata la sua forte sintonia con il nostro tempo e la nostra collettività.
*
Raffaele Piazza

giovedì 30 luglio 2015

SEGNALAZIONE VOLUMI = RAFFAELE PIAZZA

“Del sognato” di Raffaele Piazza letto da Angela Greco

*
Edito da La Vita Felice nel 2009, questo lavoro di Raffaele Piazza ha il pregio di farsi rileggere anche a distanza di tempo, preannunciando di fatto quelli che nel successivo “Alessia” - di cui abbiamo avuto modo di parlare QUI - saranno punti fermi e connotazioni precise di un lavoro poetico personale in affermazione.
Del sognato si annuncia con la sezione Mediterranea, dove in un percorso di versi e luoghi il poeta sembra cercare una collocazione fisica alla sua voce, spaziando in ricordi e accadimenti ormai consegnati al ricordo, al vissuto, al già stato che si configura come base, casa, appoggio per la scrittura successiva. Questa sezione si chiude con la metaforica Fondali, dove senza difficoltà possiamo, a mio avviso, leggere della Poesia stessa:

"Sparsa nel sogno di marea attende lei,
fondali di scrittura, liberazione
di unità a farsi parole: testi
di telefonate da brivido di pesca,
film della vita nell’insieme
esatto nel senso di una voce che dà oltre
le liberazioni delle lune dei confini,
da Occidente alla Patagonia
al mondo alla fine
nel mondo: nell’oggetto che ne resta
di pietra (farsi sillaba)."

Nella seconda sezione Del sognato - che si apre con Camere per Internet e si chiude con Tavoli di lavoro (della quale qui si riporta la versione originale fornita gentilmente dall’autore) - ecco che il tono cambia, la poesia assume contorno di figura umana precisa e si fa più vicina per situazioni al tempo in cui viene scritta, con i primi accenni di quanto si realizzerà più tardi in altri libri e con il nome preciso di Alessia. E la poesia inizia a martellare con numeri e date, iniziando quello che potrebbe essere inteso come un percorso di catarsi, di liberazione da un qualcosa che affolla e assilla il poeta: non ci è dato di conoscere questa ossessione che attraversa ben due libri di questo autore, però ci lasciamo coinvolgere dai suoni, dal vivere battente, insistente, da questo ritmo cardiaco vivo e vitale che non dispiace. (Angela Greco)

-camere per Internet-

L’approccio con le onde
per scoperte abitate da poeta
a lettore ambulacri di senso dove
ad ogni passo una fragola
stimola il delta delle voglie per caso
lei passa avvolta da indumenti intonati
alla scena nell'asettico
spessore

se poi in duale desiderio
scherziamo, steli verdi e freddi
di questo senso dell'inverno che dà purezza
scompare nelle spire dell'incanto
di un candore di corridoio

e nella gioia ne scrivi il nome
accomunato a velocità di guarigioni
nel giocare al millennio:

si chiama Alessia sta nel file segreto il
suo nome nelle tasche a fotografie
di quanti saranno i suoi figli
come le linee della sua mano portano ceste
di fortuna lineare lungo presagi
di camminate vegetali da cliccare
in meraviglia di tinte dal carminio al giallo
alla purezza del cobalto

non posso scriverla
per indicare il giorno e la parete della storia
che avverrà dove tu leggi
mura, indumenti per terra...
senza rompere specchi
a rappresentarla fiore di pelle
dietro a quanti sempreverdi è riuscita a contare
nel Giubileo di sillabe sfiorate
onde dove se vuoi puoi recuperare
una conchiglia
e mettertela in casa sulla mensola

*

-domenica-

Domenica di attimi di margherite
tra il prima e il dopo lo squillo del telefono


annuncia un’altra musa ceste
di fortuna nel delta della gioia

a percorrere il viale della essenza
si muovono

le polacche le ucraine
nell’Italia dell’euro

a poco a poco ricompongono dal nulla
a uscirne fuori

indumenti di gioia: giocano le amiche
le vite in prove di danza

vengono le teorie delle belle dell’Est
per fare molte cose: la natura le attende al varco

delle stazioni: siamo nel 1984: l’auto rasenta
il Virgiliano la carta dei quotidiani per coprire i vetri

poi Alessia fumerà una sigaretta.

*

-tavoli di lavoro-

"Poi, tra i tavoli di lavoro
all’estate: lo scheletro
di un prato o della vita o di
un’ innamoramento 1985:
attendi l’epifania di pagine
dal tempo il sentiero nella città
che porta al mare.

I tavoli di lavoro si ridestano nel lunedì
feriale con le belle, felici ucraine
a portarci sogni di caffè o succhi di frutta
o la forza dell’acqua
la birra per inebriarci.

Siamo nel 1985: Alessia salta l’angoscia col bianco
del cavallo: adesso lunedì a sudare nell’antro
di un ufficio: i tavoli
nel corrodere memorie.

Alessia manderà la mail, non temere,
sarà entro il 31 agosto,
sulla spiaggia della città si ringrazierà
il dio connivente."

**
Recensione tratta da “Il sasso nello stagno” di AnGre

*

mercoledì 29 luglio 2015

SEGNALAZIONE VOLUMI = ANTONIO SCATAMACCHIA

Antonio Scatamacchia : “Attraverso le regioni dello spirito” – Ed. Quaderni di Dialettica tra Culture- 2015 – pagg. 80 – s.i.p.
Un vero e proprio poema , un viaggio incandescente nella storia , con spunti vivaci che accostano , in una continuità genuina e sapientemente ricucita , vari strappi dei tempi , partendo con agilità dall’Homo sapiens , per attraversare i luccichii del Mare nostrum , i fasti imperiali , l’età del bronzo e del ferro , l’impero degli Inca , i miti della Mesopotamia , il Rinascimento , l’inquietudine contemporanea, i cieli delle profezie. Una poesia che si dipana lentamente nella sua luminosità , in una tensione continua per un percorso che attraversa le ombre delle profondità , che attanaglia nei risvolti filosofici del vissuto , che accompagna con una sottile preghiera la musica del verso. Scatamacchia corre tra i ritmi serrati della parola , ricerca nel suo canto condottieri , filosofi , senatori , imperatori , i quali hanno segnato capitoli di storia. Rivisita e riscopre mosaici , tele , dipinti , sculture: da Marc’Aurelio alla Santa Croce in Gerusalemme , dalla Mesopotamia a Michelangelo, in un cantico armonioso e delicato insieme.
“Ma ora qui assieme al nuovo risveglio / non più ci inganna il velo del sogno / mi vede e lo abbraccio nel conscio circolo della vita / che nel continuo supera l’inganno / mentre si svolge fiammante questo cielo / ci giunge il suono e il colore dell’eterno.”
Viaggiatore insaziabile il poeta intesse un parallelo mistico-storico con la sua poesia, che è esempio di scrittura nuova ed immediata, in una testimonianza preziosa nel suo profilo esistenziale.
ANTONIO SPAGNUOLO

lunedì 27 luglio 2015

SEGNALAZIONE VOLUMI = LORENZO SPURIO

Lorenzo Spurio : “La parola di seta” – Ed. PoetiKanten Edizioni (Sesto Fiorentino) – 2015 – pagg. 316 - € 15,00 –
Una attenta ed approfondita ricerca (o disamina) che diviene un tracciato sapiente e puntuale di una indagine sociologica , culturale , ideologica , il cui sondaggio investe le aspettative di un lettore attento , dell’uomo fuori dalla massa , l’importanza della comunicazione poetica in questo mondo contemporaneo , e la diffusione della cultura attraverso un rielaborato critico puntuale e verificabile, attraverso la poesia che sia degna di lettura.
“L’esigenza di pubblicare un volume di interviste, forma testuale per altro abbastanza difficile da collocare all’interno di un genere letterario venendo a rappresentare uno strumento che più propriamente è paraletterario , è nata recentemente – scrive Lorenzo Spurio nella introduzione – quando ho compreso che le risposte dei poeti , i loro discorsi, le loro definizioni di poesia e , con una sola parola , le loro esperienze letterarie potessero essere utili non solo a me ma a tutti coloro che amano la scrittura.”
In ordine alfabetico i poeti si alternano con vivissimi interventi : Corrado Calabrò, Marzia Carocci, Ninnj Di Stefano Busà, Fausta Genziana Le Piane, Dante Maffia , Francesco Manna , Fulvia Marconi , Julio Monteiro Martins, Nazario Pardini , Franco Pastore , Renato Pigliacampo , Ugo Piscopo , Anna Scarpetta , Luciano Somma , Antonio Spagnuolo , Rodolfo Vettorello , Lucio Zinna. In appendice quattro nuove voci: Iuri Lombardi , Emanuele Marcuccio , Annamaria Pecoraro , Michela Zanarella. La prefazione, a firma di Sandro Gros Pietro, riesce a puntualizzare questo riferimento ad un laboratorio artigianale di notevole qualità , e di utilissima impostazione , meritorio di realizzare proposte ed illusioni , esperienze e memorie , introspezioni ed illuminazioni.
Particolarmente riuscita l’elaborazione di un percorso che realizzi un panorama multicolore e variegato , nella proposta di personali immaginazioni e originalissime rivisitazioni.
ANTONIO SPAGNUOLO -

martedì 21 luglio 2015

POESIA = RAFFAELE PIAZZA

"Alessia e l’incantevole natura"

Chiostra di monti a stagliarsi
tra il bordo marecielo
agglutinati al pensiero
di Alessia nel folto della
casa a innaffiare delle piante
la vita (quella di fragole
dono di Giovanni)
da rinominare le altre
con la forza degli occhi.
Fantasia di Alessia nell’
iridarsi la mente di 18 grammi
(immagina di avere 12 anni
e l’ultima bambola).
E in men che non si dica
del telefonino lo squillo:
non ti lascio la voce del ragazzo.
Prende tra le mani l’esistere
Alessia nella forma
di una foglia per l’erbario.
*

"Alessia alla ricerca dell’essenza"

Pioggia di luglio a cadere
sulle ciglia di Alessia
del suo sguardo: attimi
disadorni del lunare incanto.
Esatta meraviglia nello
specchio di sorgente (tanto
Giovanni non mi lascia).
Salta lo steccato del maneggio
per vivere la sua presenza
e capire Alessia
meglio la sua essenza.
*

"Alessia e il sentiero verde"

Controllata estasi di Alessia
nel paesaggio cielomare,
linea di confine. Arrivano i
gabbiani del consecutivo
luglio e riparte selenico il ciclo.
delle cose belle.
Prende il sentiero verde
Alessia al centro del mondo
tra pioppi e eucalipti l’ossigeno.
Poi il pino del Parco Virgiliano,
raccolto infinito nel tessere
la tela di Penelope.
Tornerà dal viaggio Giovanni.
*
Raffaele Piazza

PREMIO POESIA = PREMIO FIRENZE

PREMIO FIRENZE - XXXIII EDIZIONE-
Premio per poesia edita , poesia inedita , saggistica , narrativa racconto inedito , testo teatrale, pittura , scultura , grafica , fotografia. Scadenza 17 ottobre 20215.Centro culturale Firenze - Europa "Mario Conti"- E' richiesta tassa di lettura di 40,00 euro. Richiedere bando completo a : gigliosegreterialettere@centrofirenzeuropa.it

lunedì 20 luglio 2015

RIVISTA = ERBA D'ARNO

ERBA D'ARNO - N° 140 - primavera 2015.
Sommario
- I luoghi e i tempi :
Anna Vincitorio : Alice's restaurant
Aldemaro Toni : Trio
- Ragione delle lettere
Enzo Guidi : Chisonoiochi
Luigi Testaferrata :da "Salutami Toscana"
Antonio Spagnuolo : In memoria di Elena
Antonia Guarnieri : La legge del padre
Corrado Marsan : Ut pictura poesis XII. la sapienza della neve
Quadricromie di Giuseppe Sciortino.
- Saggi e ricerche
Agostino Dani : Ceramiche tardo e postmedievali da Gello di San Miniato.
- Note e rassegne
Marzia Pieri : Il carteggio Parra , Montanelli , Ristori a cura di Caterina De Vivo
Francesco Marroni: Fuga dall'identità. Da Sud a Nord
Donata Bertoldi : Firenze capitale
Mauro Guerrini :Empoli , già castrum e mai civitas
Mauro Pratesi: Dux, la scultura in ferro acciaioso di Thayht
Pier Giuseppe Leo :Opportunità per il Valdarno inferiore
Luca Lenzini : Danielle e Maddalena
Mauro Pratesi : Giuseppe Sciortino
Alessandro Nesi : Sogno , metafora e soprannaturale nel "Picnic a Hanging Rock" di Joan Lindsay
Luigi Bernardi : Rutmann e Vertov:cinema e città degli inizi.
- Taccuino
Maria Teresa Tarsitano : Al n. 57 di Orchard street.
- Giornale
Riferimento :info@ederba.it

PREMIO = INSULA ROMANA

XXXVIII EDIZIONE DEL PREMIO INSULA ROMANA.
Ogni concorrente può inviare sino a tre componimenti (anonimi) ispirati al tema "Papa Francesco : in Dante Alighieri una strada per il nuovo umanesimo". In sei copie, plico raccomandato entro il 13 settembre 2015, a Associazione Pro Loco Bastia Umbra - Piazza Mazzini 74 / 75 - 06083 Bastia Umbra (PG).Non è richiesta tassa di lettura . Bando completo : segreteria@prolocobastia.it -

venerdì 17 luglio 2015

POESIA = ANTONIO SPAGNUOLO

– “Non c’è futuro”
Non c’è futuro nei cardini del silenzio
che si vela negli artifici di luce.
Come per alabastro plasma la mia stanchezza
le forme dell’ impazienza e dell’inganno,
per tacere quel che resta nel lungo mutare
della fuga.
Son le stesse parole che ritornano nelle melodie,
quelle parole che le onde , ancora tristi ,
come il sorriso che si spegne al fato,
hanno sulla spuma che abbandona
e si fa silenzio.
*
ANTONIO SPAGNUOLO

giovedì 16 luglio 2015

SEGNALAZIONE VOLUMI = GIULIANA LUCCHINI

Giuliana Lucchini Bononi – Vivere il “due”- LC Lucchini Editore – La Spezia – Roma – 2015 – pagg. 143


Giuliana Lucchini si può considerare una delle voci poetiche più interessanti del panorama italiano odierno.
E’autrice di numerosi libri di poesia, caratterizzati dal comune denominatore di una ricerca introspettiva, di un’analisi psicologica e “sentimentale” di quelli che sono i desideri e le pulsioni degli individui.
I suddetti sono argomenti che la poeta affronta in modo originale, nel tracciare una mappa virtuale e diversificata di quelle che possono essere le coordinate di ogni singola persona nella sua indagine per arrivare ad individuare la propria identità, che può coincidere anche con una forma di felicita e di armonia ritrovate.
Proprio in “Vivere il< due>” si svela l’indagine nell’intimo dei rapporti umani, in un tempo di violenza precluso alla felicità e alla speranza; e viaggio nelle interrelazioni dell’Io con l’Altro di sé e con il diverso da sé, nella tensione verso l’unità primaria, cui non può ricongiungersi, che non potrà mai possedere.
Diviso e solo, l’uomo è destinato al monologo: qualsiasi lingua è strumento inadeguato al dialogo.
In questo ambito entra in scena proprio la parola poetica detta con urgenza, con la sua valenza catartica.
Solo attraverso la pratica della poesia si può giungere a superare quel confine invisibile, quel varco salvifico del quale parlava Montale, se è vero che la poesia stessa salva la vita, producendo sia nell’atto del praticarla, sia nella sua fruizione, una fusione tra conscio e inconscio, fisico e psichico.
“Vivere il “due” è una raccolta non scandita ma composita a livello architettonico, costituita da diciannove lunghi componimenti.
Il libro è illustrato da 13 di trentadue formelle di bronzo, lavorate nella creta al negativo per una porta a due battenti sormontata da una lunetta.
Queste illustrazioni sono di Gaetano Pompa, pittore, incisore, grafico, ceramista, scultore, che è un artista di fama internazionale.
La raccolta è caratterizzata da una forte eterogeneità dei temi trattati nei componimenti.
Ci si può rendere conto di questo elemento scorrendo nell’indice alcuni titoli di componimenti che vanno da “Di Emotività” a “L’ultima ora di Yukio Mishima”, da “Monologo di Piazzale Loreto” a “Giallo colore acqua marina”, da “Duetto d’amore” a “Ogni uomo è un’isola”.
Lo stile della Lucchini è del tutto lirico e antielegiaco e le composizioni sono complesse e articolate nelle forme e nei contenuti, connotate da una grande intelligenza nella sua personale sperimentazione.

Raffaele Piazza


martedì 14 luglio 2015

RIVISTA = L'ORTICA

L'ORTICA - N° 13/114 - APRILE-SETTEMBRE 2014-
Sommario :
Claudia Bartolotti : Rosemary Tonks
Inna Hampate Ba : poesie (traduzione di Alice Lenzi)
Luciano Foglietta : Pagina bianca per Francesco Ciotti
Giovanni Maria Pedrano : Bluetooth
Lorenzo Spurio : Alessandra Prospero : P.S. Post sisma
Manuela Monti : poesie
Tosca Cerasoli : poesie
Davide Argnani : Segni e segnali dal nuovo millennio
Marisa Aneghini : Sui miei fiumi
Marco Scalabrino : Callimaco, 310 Ca a.c.
Davide Argnani : Oronzo Liuzzi
Concorsi-
Riferimento : homer_g@tin.it -

lunedì 13 luglio 2015

SEGNALAZIONE VOLUMI = NICOLA BARONTI

Nicola Baronti – “L’ostensione della Sindone” - (Poesie 2010 – 2015)
puntoacapo Editrice – Pasturana (Al) – 2015 – pagg. 71 - € 10,00


Nicola Baronti, l’autore del libro di poesia, che prendiamo in considerazione in questa sede, è nato nel 1963 a Vinci (FI).
Ha pubblicato varie raccolte poetiche e testi di altro genere.
“L’ostensione della Sindone” è un’opera molto composita a livello architettonico.
Infatti è scandita in quattro sezioni, differenziate tra loro e, nella prima di queste, è inserita la sequenza “La fila perenne”, scritta con caratteri molto piccoli, che presenta versi di lunghezza regolare, centrati sulla pagina.
I nomi delle parti, che costituiscono la raccolta, sono: “Il canto di Tommaso, Contrappello, Piazza Castello e Calvari toscani” (2013 – 2015).
Spesso il tono usato dall’autore è affabulante e quasi narrativo e, costantemente, si riscontrano chiarezza nitore leggerezza e luminosità nel dettato.
La cifra distintiva, espressa da Baronti, consiste in un afflato mistico che permea i versi, che si risolve nella rappresentazione di un Dio immanente, che trova il suo simbolo nella Sacra Sindone, che è la protagonista dell’opera.
Si rincontra, in tutta la stesura, il senso del mistero davanti al sacro, che viene calato nella quotidianità.
Tutti i versi sono connotati da grande bellezza, la forma è elegante e si riscontra una grande sicurezza nel poiein.
Attraverso la poesia la Sindone diviene “il libro” in cui leggere la venuta di Cristo nella Storia.
Molte descrizioni riguardano situazioni che avvengono nella normalità della vita.
Nel componimento iniziale, attraverso immagini raffinate e ben cesellate, vengono detti osservatori della stessa Sindone di varie appartenenze religiose, come le badanti ortodosse e i confuciani dell’attimo fuggente (oltre naturalmente ai cattolici).
Quanto suddetto è un elemento molto interessante perché crea una coerente coesione tra i vari tipi di esponenti delle religioni, forme tra loro diversissime, nella ricerca del sovrasensibile, ma tutte accomunate dalla stessa sete di qualcosa che vada oltre la mera materialità.
A questo proposito va ricordata la fondazione della Giornata mondiale delle religioni, istituita da Giovanni Paolo II, che si tiene ad Assisi, e che ha lo scopo di fare ritrovare fratellanza e pace attraverso il dialogo tra i praticanti delle varie religioni stesse.
L’io poetante si pone nei confronti della realtà in modo critico e attento, nel tentativo riuscito del captarne l’essenza e farne poesia.
“L’ostensione della Sindone”, anche per l’argomento trattato, quello della messa in mostra della Sindone stessa, è un’opera caratterizzata da magia e sospensione.
La poetica di Nicola risente di una spiritualità sincera, senza ipocrisie o mediazioni nei riguardi di una ricerca dell’assoluto e del trascendente.
Un approccio positivo alla vita, quello che si legge nei versi di Baronti, sotteso ad una forma di religiosità felice e disincantata.

Raffaele Piazza

venerdì 10 luglio 2015

SEGNALAZIONE VOLUMI = MICHELE PAOLETTI

Michele Paoletti – “Come fosse giovedì” - puntoacapo Editrice – Pasturana (Al) – 2015 – pagg. 47 - € 8,00

Michele Paoletti è nato nel 1982 a Piombino dove vive e lavora.
Si occupa di teatro per passione da sempre. “Come fosse giovedì” è la sua raccolta di esordio.
Il testo, che non è scandito in sezioni e che, anche per questo potrebbe essere letto come un poemetto, presenta una postfazione di Mauro Ferrari ricca di acribia.
All’attenzione di chi scrive balza subito agli occhi il titolo “Come fosse giovedì”.
Se, come affermava Marcel Proust, la superstizione è una forma di religiosità, rientra nell’ambito della scaramanzia il fatto che il giovedì sia per antonomasia il giorno della settimana fortunato.
Infatti non è un caso che, dall’immaginario popolare, che ha profonde radici antropologiche, emerga il detto: “giovedì si ride”.
Credo che, alla base di quanto suddetto, l’autore abbia denominato in questa maniera la sua opera, proprio per conferirle una valenza ispirata alla natura beneaugurante del giovedì stesso
Poetica, quella di Paoletti, che potrebbe considerarsi vagamente neolirica e che ha per cifra essenziale il carattere della visionarietà.
Da mettere in rilievo che l’io – poetante è molto autocentrato e che la vena della scrittura e affabulante.
Le liriche hanno il carattere di una grande compattezza e la loro musicalità è raggiunta tramite un ritmo incalzante e sincopato.
Il tono delle composizioni, che fa da filo rosso al libro, è riflessivo, filosofeggiante e gnomico.
Al centro del discorso poetico si colloca il tema della corporeità e la fisicità è sempre al centro dello sgorgare dei versi, quasi come se Michele seguisse la massima che afferma: “niente è nell’intelletto che prima non sia stato nei sensi”.
Un corpo quindi cogitante, quello che s’incontra spesso in questi componimenti, una fisicità vissuta intensamente che fa da filtro ai pensieri, nel loro tradursi in versi.
Emerge dal tessuto linguistico un forte senso di magia e sospensione, attraverso una forte densità metaforica e sinestesica.
Un tono orfico connota questa scrittura, fattore che crea il senso di un vago mistero.
Avviene spesso, nelle composizioni,, una ricerca semantica che si realizza spesso attraverso il penultimo verso che fa rima con quello delle chiuse, creando un effetto di ridondanza:-“ … non ha massa.// Come il pianto che mi sconquassa/”.
Le composizioni sono dense e ben strutturate e da esse trapela spesso una forte sensualità.
Tra le righe o, a volte, anche in modo evidente, serpeggia il tema del male e l’io – poetante esprime spesso la sensazione di doversi difendere da qualcosa o da qualcuno insito nell’alterità che lo circonda.

Raffaele Piazza

SEGNALAZIONE VOLUMI = CAMILLO SANGIOVANNI

Camillo Sangiovanni – “Senza essere stati” --puntoacapo Editrice – Pasturana (Al) – 2015 – pagg. 31 - € 7,00

Camillo Sangiovanni, l’autore del libro che prendiamo in considerazione in questa sede, nasce a Milano nel 1944.
Ha pubblicato le seguenti raccolte poetiche: “Come solletico tra le dita” (2006), “Rosso aperto” (2007) e “Ricamo infinito” (2009).
Del 2010 è l’antologia completa delle sue poesie, “Penombra iniziale”.
“Senza essere stati” include uno scritto introduttivo di Valeria Borsa intitolato “Emozioni” e una postfazione a cura di Mauro Ferrari.
Per la sua brevità il testo può essere considerato una plaquette.
Il libro non è scandito in sezioni e, per la sua unitarietà, può essere letto come un poemetto
Il titolo è molto evocativo e fa riflettere sul senso di un’arcana provenienza temporale e ontologica, che sfiora il nichilismo.
Si può anche pensare ad un riferimento all’attimo in senso heidegeriano, come feritoia atemporale tra passato e futuro.
Tutte le poesie iniziano con la lettera minuscola e questo le accresce di fascino e mistero.
Si assiste ad uno sgorgare agile dei versi e tutti i componimenti, risolti in un’unica strofa, fluiscono in lunga ed ininterrotta sequenza e sono connotati da un assoluto azzeramento della punteggiatura.
La forma è sempre controllata e i versi, costituiti in qualche caso da una sola parola, procedono per accumulo.
Le poesie sono stilisticamente concentratissime, tendenti alla verticalità e presentano un carattere vagamente anarchico.
Poetica antilirica e antielegiaca tout-court, quella che ci offre Sangiovanni e i componimenti sono caratterizzati da venature orfiche che, a volte, tendono addirittura all’alogico.
Cifra essenziale pare essere un intrigante gioco tra detto e non detto e tutto l’ordine del discorso è pieno di magia e sospensione, raggiunte attraverso le immagini e le figurazioni irrelate tra loro.
L’autore riesce a creare atmosfere rarefatte senza il minimo sforzo apparente e i versi raffinati e ben cesellati decollano con leggerezza ed icasticità, nello stesso tempo, sulla pagina.
Colpisce una certa musicalità nel dettato, raggiunta attraverso il ritmo, incalzante e sincopato.
Volendo stabilire un parallelismo tra poesia e pittura, le composizioni di Camillo sembrerebbero tendere ad un vago astrattismo, ad una sorta di definizione che tende all’informale e al geometrico.
Sangiovanni svolge il suo discorso poetico, praticando una sorta di personalissimo sperimentalismo che è originalissimo e, tra le righe, emerge spesso una componente che si potrebbe definire erotica più che amorosa.
Le parole, i sintagmi, che creano le raffigurazioni, si stagliano come schegge vaghe e luminose, costituendo un tessuto linguistico articolatissimo e carico di suggestione.
A volte Camillo esprime il senso di una ricerca che si realizza tramite una parola che ripensa se stessa, la stessa parola poetica, la stessa voce, che viene detta con ridondanza, nel raggiungere un avvertito esercizio di conoscenza.

Raffaele Piazza


mercoledì 1 luglio 2015

RIVISTA = IL SEGNALE

IL SEGNALE - N° 101 - giugno 2015
Sommario :
-Letteratura e realtà : Massimo Rizza : "La crepa tra realtà e immaginazione"
-Scritture parallele : Gianluca Bocchinfuso : "L'Islam tra religione e terrore"
-Differenze e alterità : Lelio Scanavini : "Bambini nella tormenta"
Antonello Sciacchitano : "L'anima collettiva della psicoanalisi"
Felice Accame : "Glossa su Marta e Maria"
-Soggettività e scritture : Gli atti mancati : Edoardo Sant'Elia, Simonetta Longo , Adriano Rizzo , Pancrazio Luisi, Massimo Rizza, Cristiano Mattia Ricci , Giulio Campiglio.
-Testi : Erven Ercan , Renato Basilio , Gabriela Fantato , Pasko Simone , Massimo Scrignoli.
-Narrazioni : Pancrazio Luisi : "Le mani"
Maria Pia Quintavalla : " Un corpus nuovo di leggi splendide".
-Letture critiche : Mario Buonofiglio : "Su il sangue amaro di Valerio Magrelli".
Ennio Abate : "Su Addio mio Novecento di Aldo Nove".
-Recensione opere prime : Marco Furia : "Tiziana Gabrielli" / Gianluca Bocchinfuso :"Fausto Urru".
-Schede critiche : a firma di Sara Ricci , Paolo Lezziero ,Massimiliano Magnano , Vincenzo Guarracino,Meeten Nasr,Marco Tabellione, Sandro Montalto ,Adriano Rizzo , Sebastiano Aglieco , Antonio Spagnuolo.
-Rassegna delle riviste.
Riferimento : segnale@fastwebnet.it