giovedì 31 ottobre 2013

POESIA = ANTONIO SPAGNUOLO

"SILENZI"

Eri già lì colore, quando il mio mondo
vertiginosamente ricercava memorie:
hai reso eterno anche il mio silenzio,
la mia solitudine ancorata
all’azzardo della vana impazienza.
Il profumo delle semplici alghe
era bugia fra le mie labbra
o inattesa vertigine della candida nebbia.
Lamento ogni respiro a camuffare
l’angoscia.
Non è vero!
Ho sussurrato il tuo nome ma nessuno ha risposto.
Non è vero !
Sei nell’empireo e non mi vedi.
*
ANTONIO SPAGNUOLO

lunedì 21 ottobre 2013

SEGNALAZIONE VOLUMI = MARCELLA LEONARDI

MARCELLA LEONARDI –“ Boschi di parole” --Fermenti Editrice – Roma – 2012- – pp. 77 - € 12,00

Marcella Leonardi, di Atena, risiede a Pesaro. Boschi di parole è una sua raccolta non scandita, costituita da cinquantasei liriche numerate.
Il testo presenta la postfazione di Damiano Sacchetti e l'intervento di Maura Chiulli Effetto Shuffman.
Il componimento Seme, uno dei più riusciti, è formato da quattro strofe eleganti e levigate e da un distico; ha un carattere programmatico. Esprime il senso del dolore dell'autrice, elemento emergente in tutto il libro.
Nella prima composizione della serie, sono espresse sensazioni empatiche intense.
Qui l’autrice mostra il desiderio di reinfetarsi, descrivendo il momento sbiadito della sua venuta al mondo.
Nell’insieme è presente una certa chiarezza del dettato e l’io-poetante risulta autocentrato.
Le composizioni sono permeate da limpidezza espressiva e leggerezza, senza mai sfociare nella sciatteria.
La poetica della Leonardi ha come elemento centrale il tema dell’ansia dell’esistere e del relazionarsi ad una fisica corporeità.
Da notare che la parola è in limine con la sfera amorosa.
È iterativa la presenza di un “tu”, al quale Marcella si rivolge tacendo ogni riferimento sulla sua parte in gioco.
Il rapporto instaurato con l'interlocutore, è caratterizzato dal timore di non essere ricambiata.
Così esprime la sua capacità d’amare, con misteriosa dedizione, mai artificiosa o falsa.
Fondanti nell’ordine del discorso i temi dell’incomprensione e dell’incomunicabilità.
A volte accenna a tematiche scabrose ma senza autocompiacimenti o forzate messe in scena, come in Finzioni: “…/Cerco il colpo brutale/ che mi avvicini alla morte// nient’altro che curiosa/ di sentire oltre le ossa…/”-
I versi citati sono pervasi da morbosità e aggressività verso se stessa: con tono onirico e purgatoriale.
Si riduce a una consumazione spasmodica, sentendosi già quasi estinta, descrivendo atmosfere di un sapore tragico, quasi gotico.
In Buttatemi fuori manifesta, con icasticità, la concezione dell’autrice nei confronti dell'attività letteraria, negando le regole del gioco della poesia, ritenuto spesso perverso e non meritocratico.
Afferma di non credere in coppe, lauri, concorsi o salotti patinati, nei quali esprimere le proprie illusioni, privilegiando la trasgressività
Al riguardo afferma di voler vedere i propri versi scritti nei bagni delle scuole o sui sottobicchieri di birre nelle discoteche, realizzando la sua personalità creativa in modo underground e allucinante.
Del resto è paradigmatico l'esempio di Leopardi, ritenuto insuperabile, nonostante non abbia usufruito di successi appariscenti nella sua breve vita di solitudine e annientamento, pur rimanendo lucido e razionale.
In Boschi di parole il tono è affabulante nel rasentare la prosa poetica.
I testi hanno una forte unitarietà. Nel loro assemblarsi, potrebbero costituire un poemetto consequenziale.
RAFFAELE PIAZZA --- .

***
11/Mutazione

Ho visto il tuo profilo
mutare nel nervo della follia.
Ne facesti la tua compagna
affilata, talmente manifesta
da tracciarne i contorni -
aura malata di vita.
Crebbe come ombra spettrale
sulla tua allegria, occhio
torvo e cupo, rampicante
sui tuoi pensieri come fiore.
velenoso.
***

sabato 19 ottobre 2013

UN RICORDO = ANGELO LIPPO

- UN RICORDO : – ANGELO LIPPO ( 1939 – 2011 )
Nel suo profilo appariva quasi sempre una semplice luce riflessa che accarezzava le guance e illuminava lo sguardo . Era il riverbero di quella sua inossidabile cultura , degna di un uomo dedito anima e corpo alla ricognizione del gusto , alla indagine , al ritrovamento di elementi validi per una continua ricognizione delle lettere e della pittura. Non esauriva mai la sua caparbia volontà di andare sempre avanti , incontro ad avvenimenti che avrebbero potuto costituire un esempio di scrittura poetica , di cesellamento del colore, di critica saggistica approfondita e pregna. Ripercorrere tutto il suo tragitto di operatore culturale e di ottimo poeta necessita di tempi e spazi di notevole impegno , mentre piace soffermarci , a squarci e strappi , su qualche testo che egli propose. La dimensione crepuscolare e sapienziale propone un’ idea molto valida di quella penombra che invade e sospende il dondolio ritmico della poesia. La sua operazione poetica è in presa diretta con quel serbatoio di pulsioni che risolvono un’attenzione vigile e riflessa, alla soglia del subconscio, in immagini che riportono una ricchezza ed una varietà straordinarie. Una particolare caratterizzazione della sensibilità coniuga la materia alla luminosità, nella recitazione a piena voce. Angelo Lippo non ha tentennamenti, o, se ne avverte, è capace di sottendere il suo intervento per chiarire con arguzia e capacità personali tutto quanto la dottrina in generale richiede al poeta e all’artista. Ecco allora il gusto manieristico e un po’ barocco dell’accostamento dei contrari, anche se stridenti , il linguaggio colto ed alto che risuona nelle sue composizioni , associato ad una ricerca costruttrice e valida. Egli riuscirà ad imbrigliare il suo fervore espressionistico mitigando e dosando le connotazioni, riducendo gli eccessi e le iperbole, in un panorama a volte civile , a volte sociale, a volte spirituale, nella misura in cui lo stile si avvolge di una musica verbale , che sfiora la tensione razionale, per divenire “parola” che supera sempre “il fatto”.
ANTONIO SPAGNUOLO ---

giovedì 17 ottobre 2013

POESIA = ROBERTO VOLPE

LE TRE MARIE

Federica che serve ai tavoli, castana, fisico smilzo,
un paio di short alla vita, come la moda vuole, o meglio, pretende,
va e viene, come aquilotta in calore…Ad un punto, però, arriva
l’ altra mia fiamma bionda, che di nome appunto fa
Aurora; e, accortasi del sottoscritto, e forse gelosa della mia vicinanza
pericolosa, le fa: “Dopo torni con Andrea?” Come a dire:

“Guarda che non c’è trippa per gatti, Robbè: gira al largo.
Anzi, se proprio vuoi fare una cosa buona, torna a pensare a me,
capito? Scordatela!” Ma io non l’ ho scordata, no: come non ho

Scordato quella tipa che, come un fulmine, attraversava il marasma di gente
che affollava la darsena, capelli mori, con un bel davanti fasciato
nel vestito estivo celeste e che, forse forse, era proprio colei che,
mesi fa, mi faceva andare sotto la pioggia, sotto la fame e sotto la noia,

ad aspettare ore e ore, fuori alla sua scuola, sperando
che un’ improbabile orario la facesse rivivere davanti
a me di nuovo: Mena, Maria tra le due Marie.
*
ROBERTO VOLPE ---

RIVISTA = TESTUALE

TESTUALE - 52 / 2013 ---
(critica della poesia contemporanea
rivista di saggistica fondata nel 1983 da
Giuliano Gramigna Gilberto Finzi Gio Ferri)
*
è uscito il numero
52 / 2013
*
puoi visitarlo, leggerlo, scaricarlo, stamparlo
al sito : www.testualecritica.it
*
saggi di
Sergio Noia Noseda, Adam Vaccaro, Rosa Pierno
Enzo Minarelli, Paolo Badini, Giuseppe Ferrara, Gio Ferri,
Miguel Muñoz (errata corrige su n.51)--
analisi sui testi e le performances di
55° Biennale Arte Venezia, Antonio Porta, Giulia Niccolai, Roland Barthes,
Roberto Capuzzo, Brunella Antomarini, Ida Travi, Monica De Palma,
Roberto Dall’Olio, Matteo Bianchi, Stefano Iori, Piergiorgio Paterlini,
Paola Mastrocola, Marosia Castaldi, Antonio Spagnuolo, Giovanni Fontana
Francesco De Napoli, Roberto Pazzi, Italo Calvino
*
chi desidera ricevere una o più copie cartacee
potrà rivolgeri alla redazione
testualecritica@gmail.com
inviando l’importo di Euro 10,00 per ciascuna copia
*

mercoledì 16 ottobre 2013

SEGNALAZIONI VOLUMI = NAZARIO PARDINI

NAZARIO PARDINI : “I simboli del mito” (premio Città di Pomezia 2013)- Edizioni de Il Croco – stampato in proprio. Pagg. 32 – s.i.p. –
Le figure, che appaiono luminose in questi versi, sono elegantemente tratteggiate per un rincorrersi di colori e sussurri , intagliate nella musicalità del verso breve , che armoniosamente incide nella pagina. Nazario Pardini affonda nel mito con una vocazione unica e ben precisa , ricca di quel bagaglio culturale che lo distingue , e attraverso il ritmo rilegge la storia di alcune figure mitiche , richiamando suoni e prodigi del mistero. Le vibrazioni sorprendono fra le vellutate ondulazioni che intagliano riflessi e suggestioni : il ritorno di Ulisse , tra i nuovi lidi e le avventure prodigiose, i segreti di rocce possenti , i giganti nel riverbero dei raggi di luna , le immagini ombrate di Saffo , di Edipo , di Dioniso , un Olimpo superbo dal tocco immortale. Penetra in questi testi una luce che potrebbe essere salvifica, una energia che muove il sacro fuoco dell’innocenza , per una limpida e cristallina realtà - fantasia , raccontata con perizia di lessico e matura vigilanza di scrittura.
ANTONIO SPAGNUOLO --

sabato 12 ottobre 2013

POESIA = ANTONIO SPAGNUOLO

"AUTUNNO"
**
Sei tu il sapore di autunno , della stagione livida
che ti ghermì per sempre,
della tremenda immagine che imbruna con le tenebre.

Rifugio cieco nella notte
per avvolgere il mio grido in una nuvola
come canto inquieto.
Muta la speranza che nella imprudenza
ha chiuso ogni tremore, ogni sussurro,
per riproporre lingue infinite di vento.
Incrocio disattenti testimoni
per quel misto di eucalipto, quasi incandescente,
tra le mura di cemento ingiallito
e la salsedine che batte agli scogli
ove correvamo col tuo nastro al vento.
*
ANTONIO SPAGNUOLO

mercoledì 9 ottobre 2013

POESIA = ETTORE BONESSIO DI TERZET

"IL NAUFRAGIO DI LAMPEDUSA"

Iniziò tra gli stracci
talmente stracci
che il fuoco prese vigore
e nella barca la paura.
Vicine fiamme e fumo
cedettero i nervi
si buttano giù
bevendo il mare
pieno di braccia.

*
ETTORE BONESSIO DI TERZET

sabato 5 ottobre 2013

INTERVENTO = SU VALERIA SEROFILLI

IL QUADERNO DELL'USSERO Su Valeria Serofilli - PUNTO A CAPO EDITRICE - GIUGNO 2013--
**
La prima impressione che abbiamo ricavato esaminando questa raccolta è che l'Autrice abbia conservato lo spirito genuino degli Umanisti. Ci ha subito colpito infatti la presenza nel corpo della raccolta dei documenti fotografici delle redazioni successive di due sue poesie, Eclisse, la sua prima poesia, e Preghiera per la pace: grazie a questi documenti possiamo entrare nel laboratorio compositivo di Valeria e gettare uno sguardo sul suo lavorio interiore alla ricerca di tutte le possibilità della parola poetica. Più o meno questo facevano gli Umanisti, che, come sappiamo, andavano a caccia dei manoscritti degli autori antichi in tutta Europa sull'esempio del Petrarca, loro padre nobile, e li confrontavano fra loro a caccia di varianti per far rivivere nel modo più vero il loro messaggio. Solo alcuni, è vero, come il Poliziano, ebbero qualche intuizione del procedimento scientifico che prende il nome di "metodo del Lachmann", ma quello che li accomuna con Valeria è appunto l'incontentabilità di fronte alla singola parola che non pare efficace. Sarà appena il caso di rammentare che l'amore per i classici di Valeria non è una novità: ripensiamo per un attimo, infatti, a Fedro rivisitato. Inoltre proprio qui, in questa plaquette, la poesia dedicata all'Anadyomene di Apelle, che ci è sembrata una vera e squisita ekphrasis di sapore neosofistico.
L'altro aspetto legato al precedente, e che ci ha impressionato, è la presenza delle traduzioni in lingua straniera di alcuni testi chiave della produzione della Serofilli. E anche queste, secondo noi, sono il frutto di una passione che l'Autrice e i suoi "amici di cultura" condividono con gli Umanisti. Non è molto noto che essi non volevano soltanto trovare e far tornare al loro splendore gli antichi, ma anche renderli fruibili al più vasto pubblico possibile: ciò li portava a tradurre opere anche molto vaste dal greco in latino per ristabilire ponti interrotti da secoli nella cultura europea. E' in corso da qualche tempo un grande progetto di edizione nazionale delle traduzioni dal greco al latino realizzate dagli Umanisti, noto con il nome "Il ritorno dei classici". Il progetto incontra difficoltà crescenti, soprattutto di ordine finanziario, ma, se si consulta il sito dedicato ad esso, è possibile apprezzare la vastità dell'impegno di questi "padri culturali" dell'Europa, nonché il lavoro già svolto dai ricercatori (http://www.ilritornodeiclassici.it/). Gli amici di Valeria hanno appunto dato corpo a quest'altra vena ispiratrice, con le traduzioni di Eclisse la lirica di esordio, Il colore della vita, Il tempo dell'amore, che sono dei veri capisaldi della produzione serofilliana.
Possiamo concludere con una osservazione che finora ci sembra non sia stata fatta da nessuno a proposito di questo volumetto. Esso ci sembra pervasa da un indiscutibile e profondo amore per la vita oltre che per la poesia, che sfocia a tratti in una religiosità esplicita e risentita, come nel Fornaio e in Moderno Padre Nostro. Da tempo non c'è posto per il pessimismo esistenziale nella lirica della Serofilli: da tempo abbiamo rilevato l'esplicito rovesciamento della prospettiva montaliana nei nostri scritti precedenti nei suoi testi poetici. A proposito della presente raccolta, forse riusciremo a documentare il persistere di questa tendenza "solare" con un solo esempio di commento: l'esordio della lirica "Dai tempi", che dà il titolo alla plaquette interna, ci ha ricordato irresistibilmente Uomo del mio tempo di Quasimodo (Sei ancora quello della pietra e della fionda, / uomo del mio tempo), una lirica che ci testimonia, come tante altre, lo sbigottimento degli intellettuali di fronte all'inenarrabile brutalità della Seconda Guerra Mondiale. Il poeta di Modica esprimeva il suo radicale pessimismo sull'uomo e sulla sua inguaribile sete di violenza e distruzione in ogni fase, storica e preistorica, della sua esistenza. La chiave scelta dalla Serofilli è totalmente diversa, un vero e proprio controcanto: l'io lirico dell'Autrice diventa la donna amata dall'uomo in tutte le epoche della storia, dai tempi della clava a quelli della telematica. L'uomo, fin da quando aveva solo la pietra per accendere il fuoco, è il marito o l'amante, mai quello che escogita morte per i propri simili. Ecco quindi un messaggio, diremmo, di speranza e di amore, per usare parole un po' disusate e sospette di retorica, ma oggi più che mai necessarie.
**
ANDREA SALVINI --


SEGNALAZIONE VOLUMI = NICOLA SCIANNIMANICO

NICOLA SCIANNIMANICO: “Un soffio dell’anima” – Ed. Biblioteca dei leoni – 2013 – pagg. 48 - € 8,00 –
Il soffio lieve della malinconia bisbiglia con timore fra i versi, che diventano a tratti melodie , tra memorie e illusioni , tra scommesse e contrasti , per un poeta che alla fede cerca di ricucire ogni suo declinare. “Ogni sera al tramonto, l’animo mio s’acqueta / e il respiro si fa lento./ Calano le ombre e nel mio cuore / vivo è il sentimento di luce tenue che appare all’orizzonte./ Mutevole è il ricordo di un giorno passato / ed incerta la speranza del tempo che verrà. / Rivedo i miei pensieri che sembrano roteare / come carte scomposte. / Mi avvio all’uscio e ricompongo il giorno / con il declinare delle ore, che , dolcemente, / reca sollievo ai miei sussulti ed al mio girovagare.” La speranza cerca spazi nell’inarrestabile vortice quotidiano , e magicamente tenta di unire l’invisibile ai confini di quell’oblio che alberga in ciascuno di noi, mentre gli spazi hanno l’armonia del verso lungo, quasi a raccontare bagliori che modulano rimpianti e ritrovamenti. Gli incantamenti improvvisi riescono a sfiorare momenti di antichi sussurri, quasi che il poeta potesse ritrovare quegli sguardi che hanno emozionato le sue primavere.Gli orizzonti hanno angolazioni che rivelano momenti di francescana freschezza, nella intensa invocazione che l'ansia riaccende.
ANTONIO SPAGNUOLO ---

venerdì 4 ottobre 2013

POESIA = RAFFAELE PIAZZA

DI SELENE LA GIOIA ----

Attimi rosapesca ad inverarsi
nelle fibre di Selene
specchi dell’anima a confondersi
con le cose del mare.
Stella diurna attesa
dal viandante sul farsi
del mattino, volto di madonna
barocca ad intessersi dove
era già stata la vita nell’alba;
il gesto per altre navigazioni
su Internet e sul mare,
in barca a vela o in motoscafo
sul bordo del Mediterraneo
dove ha acceso una candela,
tra giochi erotici con l’amato
in una cabina, odore di legno
e salsedine viene propizio
agli occhi di lui il suo
orgasmo, azzurro a
intensificarsi nello sguardo,
tremore del seno e delle
spalle, barriera asettica oltre,
il bar da praticare, bevendo
latte e te verde per rigenerarsi
dopo la gioia dei corpi.
Nuda Selene al sole ragazza
bella a intensificare della pelle
la tinta in cosmica armonia
con il sembiante atteso
tra le cose del mondo.
***

ALESSIA E LA LETTURA ---

Scrive con vaga grafia, Alessia,
nell’aria disadorna senza fiato,
inchiostro rosapesca come l’estate
o l’inoltrata primavera.
Scatta il volo di un gabbiano
e trasale Alessia azzurrovestita
nell’aria vegetale della consecutiva
attesa. Sulla scrivania I fiori del male,
sua lezione per la vita e la
scrittura accade dalle mani affilate
come un attimo disadorno
come un bagliore Alessia
alla trentesima poesia
del suo libro per la vita,
pioggia a cadere esteriore
sulle cose senza tempo in segno
di vittoria. A destra il mare
a sinistra una nube bluastra
gioca a farsi ragazza o cavallo.
Epifanie del nulla, a poco a poco
tutto si ricompone, ecco lo squillo
del telefono, la voce di Giovanni.

E’ il 1984 attesa sgretolata ecco
il primo appuntamento
ci sono il parco, la panchina e le labbra
da baciare.
**


-- IL PARCO E SELENE --

Sera sospesa nei confini
della fabula nel Parco
Virgiliano a tessere le
trame di sogni non svelati,
Selene, sul bordo del
cielo solcato da nuvole
in forma di cavalli,
immagina nella linea
della mente azzurra,
e l’ombra a proiettarsi
ai margini della vita.
I pini attenti nel verde
a dare ossigeno nel
tendere a Giovanni
la mano affilata. Capelli
al vento di Selene
e passano i gabbiani
in volo pari alla forma
dei jet, captati dall’azzurro
degli occhi . Sintonia
con l’iridato paesaggio,
arcobaleno improvviso,
disadorna gioia ,
di ragazza nell’entrare
nella luce.
**

SELENE E LA FRAGOLA --

Selene, in limine
con la vita agglutinata
al paesaggio si chiede
cosa ci sia dietro
di fragola un sapore.
Freschezza nell’anima
di vetro sulla
panchina della sera
a collimare con l’azzurro
del cielo sulla città
e lì nel parco apparire
del sole la forza a irrorarle
la pelle e ad abbronzarla
nelle cose del tramonto
ai cancelli della sera
nell’emergere
dalle forme del sogno
ad occhi aperti.
Trova il filo e la linea
Selene rosso vestita,
mangia la fragola
nell’ebbrezza di un
sorriso a distendersi
sulle cose del mondo
oltre il tempo.

**

LIBERA ESCE DALLA NEBBIA

Varco gemmante di esatta gioia
nell’uscire dalla nebbia Libera,
occhi azzurri e capelli corvini,
ventidue anni contati come semi.

E sta infinitamente Libera sul bordo
del diario e in mano una penna
per scrivere poesie che poi sia natale
o pasqua non fa nulla.

Libera s’inerpica per il sentiero
alto, le mani ad aggrapparsi ai
rami di un arancio e tende alla meta
di salvezza (il simbolo arancia nelle mani).

Lieta Libera tra le cose dei freddi
di aprile mattini tra sogno e veglia
nel letto ancora un’ora dopo il risveglio,
acqua nell’anfora.

Fiume blu cobalto a scorrere nella
camera della mente, a inalvearsi
nelle ore della vita nel canto libero
dei passeri tra gli alberi.

Sta Libera a tessersi le vele per nuove
partenze e tutto accade per gioca
in una genesi di liberazione dai rovi
ad allontanarsene con passo leggero..
**

SELENE E IL MARE ---

Sul bordo del Mediterraneo
accende una candela Selene,
onde affilate nel diradarsi
del pianto della nebbia.
Sorride Selene in limine
con la vita negli occhi
dell’amato e subitanea
epifania di pioggia, a
bagnarle il grano dei capelli;
entra in scena Selene
nel recitare la vita pari
a vento per resistere
oltre la linea delle cose
di sempre, l’esame ieri
superato, l’amore fatto
con dolcezza ieri
tanto non mi lascia,
pensa. nell’accendersi
della conca del tramonto.
*

ALESSIA E IL GATTINO --

Sera di aria tersa pari a fuoco
rosso sui fienili di una campagna
fresca di novembre di Alessia
a riscaldare il freddo delle
mani. Sul sentiero lastricato
gelido sulla pelle entra in scena
la vita nel roseto ad emergerne
plastiche con movenze il gattino
Ned, al colmo della gioia nelle
fusa per Alessia in grigio pelo
veloce nella sera serrata in attimi
di prima cometa per la vita.
Fiume azzurro a fluire freddo
nella trasparenza dell’aria a tendere
il tempo in trame fugaci
di tramonti nel fossile tempo
di una storia bella, pari a conchiglia.
***

ALESSIA E LA NATURA --

Scenario di savana urbana
Alessia entra e vede nell’interanimarsi
con gli eucalipti, aria vegetale:
tutto accade in quel calarsi
in natura rarefatta, nello scorgere
il leopardo, in quel suo differenziarsi
in longevità da quello libero:
e un raggio azzurro la travolge,
e gli anni che verranno e le stagioni
passate, 20 anni contati come semi:
e i cerbiatti a scendere nel cuore.
Squilla nella forma della borsa
un filo di telefonino e risponde
Alessia per gioco di qualcuno
che la ama e sta infinitamente
un pensiero nel dire le parole,
l’elefante gioca con la terra.

E’ il 1984: modula un canto
il merlo indiano nel fulcro della gabbia
e ci sarà raccolto.
***

SELENE E LA COMETA---

Sera ad intessersi con
la precedente che non
torna: sereno albereto
nella camera della mente
dove ha fatto l’amore
con Antonio: le
fragole in disparte
della piantina sul
balcone a sorriderle:
allo specchio, Selene,
la luna del volto ad
accadere tra le cose
di sempre: sulle labbra
il rossetto rosa,
il rimmel e il mascara
per farsi più bella.
Diario di Selene,
il rosso della copertina
a trasmettersi alla
forza degli occhi:
trascrive il sogno
con scrittura mistica
e sensuale, pagina 8
aperta dagli angeli,
Selene blu vestita per
la vita lieta come
una donna, rinfresca
l’anima con il vento
di sorgente di ottobre:
ha aperto la
finestra visore.

***
SELENE E LA PIANTA ACQUATICA --

Selene in limine con la vita
nel guardare la pianta
nell’acquario, di affilato
verde le foglie in esatta
meraviglia, la sera precedente
che non torna. La frontiere
dell’alba, sapore di vento,
nello scendere nella via
serale, uscita dalle cose
del condominio. Abita la pianta
la camera della mente
di Selene ai lieti colli dell’
anima di vetro, e la stanza
dove ha fatto l’amore
esatta meraviglia, pareti
calcinate e il poster azzurro
di un esploratore artico.
Sorride Selene e in men che
non si dica arriva la gioia
in forma del fior azzurro
nell’acqua, che non
aveva visto.
***

SELENE NEL MARE

Onde di cobalto a infrangersi
nella resistenza della scogliera
e della linea degli occhi
di Selene, lieti approdi della
mente duale del fiore di ragazza
e dell’amato in mistica
scansione degli sguardi
che dicono: facciamo l’amore!!!
Con la mano affilata, pari
a luna, prende Selene una
pietra bianca portafortuna
levigata dalle cose delle
onde sottese alla marea che
sale piano. Un gioco a trasparire
dalle cose del greto ad
iridarsi, vede dell’alga
il verde Selene per salvarsi.
***

SELENE E LA MAREA --

Tiene la sera tra le
mani affilate, Selene,
sul lungomare di
Salerno è iniziato
un capitolo della
storia dei suoi baci
con Antonio.
Tiro con l’arco di
ragazzi pari a
sentinelle sulla
spiaggia dove sabato
scorso corse scalza
giocando alla
California.
Regola la luna
piena le maree,
raccolto di gioia,
Selene come una
donna vive l’amnio
del mare.
In limine alla vita
porta nell’anima
di vetro fragole e
stelle.
**

SELENE NELL'ALBERETO ---

Tempo di Selene nell’albereto,
la sera precedente che non torna.

Vengono di platino rondini da
ovest in esatta armonia con il cielo.

Trasale Selene nel’aria vegetale,
aghi di pino a terra da calpestare.

Il Parco dei cancelli è aperto per
la festa dell’ottobrata. Antonio

nerovestito la vede: Selene, nell’
azzurrità di un cielo di stelle

semispente sorride come una donna
storia dei loro baci ad intessersi

con la gioia leggera di ragazza
Selene. Non c’è nessuno e vicina è

la .sorgente. Si spoglia Selene sul
farsi vivo di un liquido di volatili

canto. Fa l’amore Selene.

***

SELENE E IL DIRADARSI DELLA NEBBIA--

Sera di platino, ragazza Selene
in limine con la vita, esce dalla
porta della nebbia, nel file segreto
l’archivio dei suoi baci ad Antonio.
Vengono le amiche con le anfore
di acqua più fresca e di vino,
s’inebria Selene al colmo della
grazia gratis data. Poi il firmamento
dopo che Dio ha tolto il velario.

Attimi rosapesca di Selene oltre
la brezza azzurra di ragazza in chiari
limiti oltre una pioggia di parole
e una spiaggia di sabbia bianca
dove corre come una donna ai
lieti dell’essere i colli.

Viene in mistico panneggiare la sera,
oltre i limiti del tempo orizzontali,
viene il tempo altro dell’amore nel letto
tra quattro pareti il piacere.
Piena Selene guarda il nuovo dal
balcone giorno e ci sarà raccolto
di parole.
***

SELENE E LA ROSA --


Selene entra in scena
nell’attimo di tegole
inazzurrate. Sorriso
negli occhi di ragazza
lune della continuazione
dopo l’orgasmo con
Antonio. Viene la sera,
nuda nel campo profano
oltre della costa
il sembiante e vicino
il Parco Virgiliano.
(sogno da trascrivere
nel diario)
(era nel jet e sposa
incinta per gioco e per
amore).
Tutto accade dopo le
fragole.
Tutto avviene nell’aria
di limbo ad esercitarsi
nell’amore a piene
mani.
Compatto tessuto di cielo
e scrive una poesia
sulla rosa.
***

SELENE E L'OLIVO --

Selene nel campo di grano
e di gioco a fare l’amore
con Antonio. Durante il
piacere nel guardare l’olivo,
campito vicino al cielo
dalle foglie danzanti nel
vento a poco a poco si
avvera il presagio felice,
del sogno a collimare
con il giardino dove erano
venuti un anno fa.
Tersa armonia degli occhi-
lune piene di Selene in
limine alla vita, presagita
nella stabile gioia. Si riveste
e sa di essere amata.
L’olivo la guarda dalle
luminosità delle foglie
ad iridarla e ci sarà
raccolto. Selene ride
come la vita e pari a una
donna. Apre il pacco
del dono.
****

SELENE NEL GIARDINO ---

Selene, anima di luna,
scende nelle cose del
giardino ai lieti colli
dell’essere (felicità
nell’amore). A poco
a poco tra le cose di
sempre nello scorgere
il nespolo, l’arancio,
il limone in forma
umana tra i greti ei
segreti del tempo
attende l’aria trasparente
(dove era già venuta)
l’incanto di sorgente.
La sera precedente
che non torna nell’
aria di limbo oltre
le parole dette a caso
da non ripetere e il
roseto nell’anima
di vetro di ragazza
oltre la fabula.
**

SERA DI SELENE ---

Sera di Selene dalla prima
stella illuminata nel delineare
gli oggetti sulla mensola
lunare, una pietra, una conchiglia,
una bambola.. Chiaroscuro
di limbo nelle ombre,
dalla stanza il muro frontale
del verde dell’edera ad accadere
come epifania di gioco
per gli occhi a captarlo
in piena sintonia con la
gioia di Selene, presagio d’
amore per la storia dei baci
Bussa alla porta l’amato
soglia in due da consumare.

***

A GIUSEPPE UNGARETTI --

Sei emerso dal porto
sepolto nella camera
della mente. Nel fondo
del mare una luce tra
alghe, un dono prezioso,
di poesia un tuo libro
illuminato d’immenso.
L’allegria di un naufragio
di gioia che porta all’oasi
di una spiaggia di palme:
si sparge il sapore delle
fragole fuori stagione.
Si evidenzia il golfo
mistico, l’arrivo
veloce nell’uscire
dal bosco dei giorni
e di parole. Ancora
si agglutina al cielo
una linea di tramonto
mare – cielo, orizzonte
incielato per foschia
ai lieti colli dell’esistere
per resistere al tempo.
Ungaretti, uomo di dolore,
mi hai donato il libro
più bello.
***

BELLEZZA DI SELENE ---

Selene in limine, lo specchio:
vede le lune degli occhi, la
ferita della bocca, la linea
del naso della grazia, i fianchi
colline, il senso del sedere,
il grano dei capelli, le valli dei
fianchi, il mare del sesso
falbo. L’anima in ogni fibra,
di ragazza - Selene,
nella cabina della doccia
entra, dell’acqua il flusso
caldo-freddo, ninfa in un
di gioia fisica lago nel
rigenerarsi per il prossimo
amplesso, anima nel corpo.
**

RAFFAELE PIAZZA

POESIA IN VERNACOLO = RAFFAELE PISANI

" CHE LUCE FA 'STA LUNA "
Che luce fa 'sta luna,
e che ricamo fanno 'e stelle 'n cielo.
Ch' addore 'e giesummine, che serata...
e che turmiento
me mette 'a solitudene int' 'o core.
Viene,
Te prego,
pigliame p' 'a mano,
Cumpagno mio.
**
Raffaele Pisani
( dal volume "Poesie" - prefazione di Nicola De Blasi - Ed. CUECM 2013 )

RIVISTA = SILARUS

SILARUS (rassegna bimestrale di cultura) N°289 - settembre-ottobre 2013 -
Sommario :
Leone D'Ambrosio : Intervista a Giorgio Albertazzi
Renato Scalfaro : Timoteo di Mileto e la rivolta musicale del V secolo
Filippo Inferrera : La memoria della verginità
Eszter Zalanffy : Machiavelli diabolico ?
Norma Romeo : Irlanda 2000
Raffaella Faggella : Eugenio Montale , dagli Ossi di seppia all'ultima stagione poetica
Alessandro Di Napoli : Pietre vive 1 e 2
Temistocle Sanopiero : Il tradimento
Lorenza Rocco : "Mi manca il mare" di Corrado Calabrò
Lorenza Rocco : Psicanalisi e critica letteraria in Carlo Di Lieto
Marina Pellegrino : L'arte , se è libera , rende l'uomo immortale
Celeste Santoro : Cesare Pavese ed il mito americano
Michele Iannelli : La grande muraglia nel porto di Salerno
Scaffale . firma di Carmelo Aliberti e Lorenza Rocco
Premio Nazionale Silarus - XLV edizione
Galleria
Recensioni : a firma di Antonio Spagnuolo ,Michela Placido ,Pasquale Rocco, Francesco D'Episcopo,Lorenza Rocco -
Riferimento : pietrorocco@rivistasilarus.it

giovedì 3 ottobre 2013

SEGNALAZIONE VOLUMI = FRANCESCA LO BUE

FRANCESCA LO BUE – “Il libro errante” - Edizioni Nuova Cultura – Roma – 2013 – pagg. 89 - € 10,00

Francesca Lo Bue nasce a Lercara Friddi (PA); ha pubblicato numerose raccolte di poesia in lingua spagnola e in italiano; vive e lavora a Roma. Il libro errante è un testo non scandito e, anche per questo, potrebbe essere considerato un poemetto; presenta una prefazione ricca di acribia, che non entra nelle ragioni del libro stesso, nella quale si parla, in generale, del senso della poesia.
La poeta, nell’opera, si esprime attraverso una poetica neolirica, connotata, spesso, da un tono elegiaco, da magia e sospensione. E’presente fortemente, nelle poesie dell’autrice, una natura che viene raffigurata attraverso la nominazione di numerose specie vegetali e animali; l’autrice si potrebbe definire, per certi aspetti, interprete, soprattutto, della metafora vegetale.
A livello formale le liriche, concentratissime e leggere, sono eleganti e icastiche, tutte ben risolte e ottima è la tenuta dei numerosi versi lunghi.
La maggior parte dei componimenti sono suddivisi in strofe e presentano compattezza luminosità e nitore. C’è un tu, al quale l’io-poetante si rivolge in modo accorato e sensuale, che potrebbe essere, presumibilmente, quello dell’amato, che viene detto attraverso particolari del suo aspetto fisico.
Un’altra caratteristica delle poesie presenti in Il libro errante è quella di un’accentuata visionarietà, che si realizza attraverso immagini vaghe, che hanno, talvolta, una forte carica di suggestione e di malia.
Intrigante è il tema della poesia, della letteratura, nella poesia stessa, che incontriamo in Il Sentiero del vento. poesia che ha, come incipit, il verso: /Il sentiero del libro, ali nere che portano strie di luce/ per fondare la calligrafia degli enigmi/…
Nei versi suddetti viene detto, in versi, il carattere salvifico della poesia, attraverso il supporto del libro stesso, che, dal nero delle ali, che restano indefinite, porta al varco di schegge di luce, che servono a costruire una calligrafia degli enigmi, da intendersi come il risultato dello scrivere: i componimenti poetici stessi divengono simbolo di redenzione.
Francesca Lo Bue ha una notevolissima capacità di rinnovarsi continuamente nella stesura, di pagina in pagina nel libro, caratteristica già presente nell’opera precedente Moiras.
La sua cifra essenziale è quella di creare, attraverso i sintagmi che si trasformano in versi, immagini sempre nuove e riuscite, come tramite un caleidoscopio.
E’ presente anche il tema del dolore, per esempio nella poesia Meteora, nella quale viene detta l’immagine di una vita spezzata dentro calici ebbri, del tutto non in sintonia con la fusione con la natura e con la gioia e attraverso altre figure nominate e quasi gridate.
A volte, con notevoli accensioni ed epifanie di luce, la poesia si apre alla speranza, a squarci improvvisi di bellezza e di gioia, tramite la parola stessa, nominata, come in Quello che rimane, nella quale vengono detti angeli di pietra, dai riti ed agapi remoti.
Il tema del libro si ritrova anche in Il libro smarrito, testo complesso e quasi oscuro, nel quale viene detto con urgenza forse lo stesso Libro errante del titolo della raccolta.
**
Raffaele Piazza
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La terza lingua

Ieri c’è perché ci sono le parole che lo svelano.
Rivivere un’ortografia che è sospesa,
risuscitare una mappa,
prendere un compasso e disegnare per terra.
Alla caccia di una geografia vivente,
notizia di una pace lontana e di un libro ricuperato...
e vedere in una landa silenziosa una colomba che prega.
Il libro in questa lingua è il libro Errante
tra le sue pagine le sillabe enigmatiche della scrittura di Dio.
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martedì 1 ottobre 2013

SEGNALAZIONE VOLUMI = STEFANO BOLOGNESI

STEFANO BOLOGNESI – “Fuochi rovesciati” (Testo inglese a fronte)
puntoacapo Editrice – Novi Ligure – 2012 – pagg. 79 - € 10,00

Stefano Bolognesi, nato nel 1967, vive a Merano; ha pubblicato diverse raccolte di poesia; è stato segnalato dalla giuria del Premio letterario internazionale Eugenio Montale 2001.
Fuochi rovesciati, la raccolta del nostro, che prendiamo in considerazione in questa sede, non è scandita e, anche per questo elemento, potrebbe essere considerata vagamente come un poemetto.
Cifra essenziale del testo è la visionarietà, che è costante in tutti i componimenti, vaga ed intensa.
Tra i temi fondamentali ci sono quello di una certa epicità del quotidiano e quello amoroso ed è presente spesso una forte crudezza nel dettato, icastico e connotato da una certa pesantezza, da non intendersi in senso negativo.
La poetica di Bolognesi è antilirica e antielegiaca ed è caratterizzata da una notevole bellezza sensuale.
Si scorge nel versificare del nostro una vena vagamente neobarocca (in senso positivo), che si riscontra in una notevole urgenza del dire, in ogni sintagma, nei testi che fluiscono densi e compatti.
Tutte le poesie sono fornite di titolo e la maggior parte di esse hanno un’estensione media o lunga; alcuni componimenti sono suddivisi in strofe, altri sono costituiti da un unico segmento.
E’ presente nelle composizioni una forte densità metaforica e sinestesica, un grande equilibrio formale e la dizione è armonica e suadente, quasi permeata da una certa magia e ammaliante.
Il poeta ha una grande padronanza dei suoi strumenti espressivi e tutte le poesie sono ben risolte, in modo elegante e che sottende un’avvertita coscienza letteraria.
Ci sembra molto opportuna la presenza del testo in inglese a fronte ad ogni singolo componimento, perché le accurate traduzioni di Renzo D’Agrillo ci fanno penetrare in profondità negli intenti e nelle sfumature nella poetica di Bolognesi.
La scrittura di questo poeta è veramente originale in un panorama come quello odierno della nostra poesia contemporanea; il tessuto linguistico è denso ed è espressione di uno scavo profondo nei meandri della psiche dell’autore.
E’ un tipo di poesia che, ad un primo livello, può dare un’impressione di immediatezza e semplicità, ma che, in un secondo momento, si rivela, per il lettore, articolata e complessa, frutto di un notevole lavorio sulla parola stessa, sempre puntuale, precisa, scattante e veloce.
A volte il versificatore produce testi caratterizzati da dolcezza, nei quali si riscontra la presenza di un tu, la figura dell’amata, presumibilmente, alla quale il poeta si rivolge in modo affettuoso ed erotico, con un caleidoscopio di immagini belle e affascinanti, frutto di una creatività che sa rinnovarsi senza ripetizioni.
L’aggettivazione presenta una notevole frequenza e il controllo di ogni singolo testo è sempre molto rigoroso.
Anche la natura, detta in modo rarefatto, attraverso la raffigurazione di piante e animali, è uno degli elementi presenti in Fuochi rovesciati, testo armonico, trasfigurazione salvifica della vita nei versi.
*

Raffaele Piazza
****
Altrimenti

Che altrimenti la tua voce
io non saprei dirla quando
al pudore si confessa e si fa
purpurea spiga, nigritella
dell’aroma di vaniglia,
orchidea dei pascoli
del globoso fiore,
flessuosa, striata,
amata dalle farfalle.

NOTIZIA = PREMIO LETTERARIO "IL PORTONE" 2013

PREMIO LETTERARIO "IL PORTONE" 2013 -
VINCITORI-
Sezione poesia singola:
1° Premio
UMBERTO VICARETTI
(Roma)
Fu lungo il giorno
2° Premio
FRANCO FIORINI
(Belvedere Ostiense Veroli FR)
Ancora non parlarmi dell'inverno
3° Premio
GIOVANNI CASO
(Siano SA)
Eppure siamo uguali
4° Premio
ELENA MALTA
(Pianella PE)
Patchwork
5° Premio
CARMELO CONSOLI
(Firenze)
Grezzano di notte

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SEZIONE SILLOGE

1° Premio
NINNJ DI STEFANO BUSÀ
(Segrate MI)
Ellittiche stelle
2° Premio
LIDA DE POLZER
(Varese)
A volte una farfalla
3° Premio
MIRIAM LUIGIA BINDA
(Lodi)
Gemma
4° Premio
UMBERTO VICARETTI
(Roma)
Inventario di settembre
5° Premio
NADIA CHIAVERINI
(Cascina PI)
I segreti dell'universo
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SEZIONE LIBRO DI POESIA

1° Premio
RODOLFO VETTORELLO
(Milano)
Contro il tempo il tempo contro
2° Premio
MARIA LUISA DANIELE TOFFANIN
(Selvazzano PD)
Appunti di mare
3° Premio
CARLA BARONI
(Ferrara)
Versi d'ottobre
4° Premio
FRANCO CASADEI
(Cesena FC)
Il bianco delle vele
5° Premio
CRISTANA VETTORI
(Pisa)
Preziose presenze
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SEZIONE RACCONTO

1° Premio
MARIA GRAZIA BAJONI (Monza MI) Orizzonte sommerso
ALDA MAGNANI (Porporano PR) Le vecchine dell'Oltretorrente
LICIA MARIOTTI (Pontedera PI) Il sole di maggio
DANILO NAPOLI (Salerno) La memoria uccide
LUISA PUTTINI HALL (Firenze) Ritorno a Pianosa