martedì 28 febbraio 2023

POESIA = VALERIA SEROFILLI


--INEDITI--
**"Siamo inchiostro"
Siamo inchiostro
nella cartuccia
del destino.
****
"Viaggio inverso"
Quando dovremo partire
andrà pensato/ a quello da lasciare
non a quello da portare
al lasciato/ all'operato
al già compiuto
E questo per essere leggeri
liberi di ricominciare
come quando siamo nati.
****
"Il cappello a fiori"
(Appointment in Samarra)
Quando arriverà la Signora
avrà i capelli biondi/ e un cappello a fiori
non la solita veletta nera
Celesti e non di fuoco gli occhi
Mi chiederà il permesso d'entrare
o forse non me lo chiederà
e mi accarezzerà con lunghe dita affusolate
come le mie da ragazza
in guanti di trina bianca
magari francese
con anelli di pietre dure multicolori
Sfiorandomi le ciglia/m'inviterà a seguirla
perché sa che sugli occhi/ non voglio alcuna conchiglia
E forse l'esorcizzazione /è tutta in questa lacrima.
****
"Lode alla formica"
Chi sono io /per schiacciare una formica?
La mattonella bianca/ non sia la tua tomba, né il mio piede/ il martello carnefice
Dimmi semmai/ della tua stirpe
dell'eredità dei tuoi padri/ dei volitivi formicai, che se sei stanca/ ti fermi e ti addormenti/ per tornare più volitiva di prima/ Sisifo alla montagna
Mia madre diceva: mi fan pena le formiche nei bagni
Ed eccoti lí/ drogata di cristalli liquidi e sapone/un po' scarmigliata, arruffata disgregata nel tuo moto in circolo
ma motivata più che mai
Giri a vuoto/ ma per ogni tuo sbandamento/ altri infinite operose creano cerchi perfetti/ tabernacoli di costruttivitività, microcosmi d'ingegnosità
Tu: un punto scuro ma d'inizio scrittura
ed una dietro l'altra/ create trama e versificazione
Con tuo inchiostrare d'andirivieni
stravolgi e articoli il senso del bianco
e riscrivi la vita/ col più dotto passaparola che conosca
Ed ecco, son tentata di darti il meritato boccone/ che per te è montagna
e che corri subito a dividere col gruppo
o a farne scorta
Il mio passo non intralci dunque
la tua operosa corsa di sostanza!
Non sarà dunque il mio passo/ ostacolo alla tua operosa corsa di sostanza!
5 novembre 2022
- È l'unica cosa certa - e lo dici/ con una limpidezza che sconcerta.
****
"Mare"
Qui/ dove la salsedine si confonde con la lacrima
il corpo non ha peso
e nella sabbia affonda il suo tedio
Qui/dove il respiro è lo sciabordio dell'onda
e più facile è l'avanzare.
*
VALERIA SEROFILLI
*
Copyright Valeria Serofilli
01/07/2022
Tutti i diritti riservati
Legge sul diritto d'autore (L. 633/1941)

SEGNALAZIONE VOLUMI = LUCIANNA ARGENTINO


**Lucianna Argentino: “La vita in dissolvenza” – Samuele editore 2023 – pag. 94 - € 13,00
Rinchiusa gelosamente nello spazio del privato, sembrerebbe che null’altro possa esternarsi nel custodire memorie se non il ripetersi di evanescenze che autorizzano al disvelamento di accadimenti vissuti nel passato con la partecipazione emotiva di chi rielabora il senso di una o più storie. E qui la poetessa ricama con delicatezza e con pronta incisione un monologo in quattro atti. Un monologo che è l’autrice stessa a spiegarlo in un video girato in occasione della pubblicazione, quattro monologhi dedicati alle donne, per onorare, in un certo modo, l’epigrafe di Helene Cixous scelta per aprire i versi: «Una donna non muore se da un’altra parte, un’altra donna riprende il suo respiro», un concetto valido per ogni essere umano al di là del genere. I testi, di origine decennale, prima di approdare sulla carta hanno girato teatri facendosi essenzialmente suono, di fatto i versi erano accompagnati da musiche scritte appositamente dal chitarrista classico Stefano Oliva.
Scrive Sonia Caporossi nella prefazione: «Si tratta, in effetti, di elaborazioni poetiche di quattro storie vere, rilette attraverso le lenti estetiche di una parola poetica delicata e gentile, che a sua volta tenta di indagare la natura naturante del dolore esistenziale come anamnesi morale del principio di autocoscienza». La parola di Argentino è musicale e profonda, precisa nel tratteggiare le vertigini e i risvolti psicologici dei personaggi scelti.
“Radunata io tutta attorno a te, attorno a te coagulata./ Io e te adiacenti, legati dalle scorribande del sangue,/ dalla gioia di farti uomo e di rifarmi tu bambina/ ché senza età è il mio esserti madre,/ materia docile al tuo volermi madre in biologia e in amore./ Amore del sì detto in tremore/ il sì che nella esse striscia, scorre basso col peso del dubbio/ nella i poi s’innalza, veste le ali e incede verso l’infinito incanto./ E sento sai che sempre c’è un angelo/ che senza domandare attende una risposta./ E sì rispondo ancora perché mi hai scelta,/ perché mi rifai madre un’altra volta.”
Scaturisce dal centro del sussurro l’ansia di chi si rivolge al frutto del proprio grembo cercando di aprire le illusioni che sembrano vorticare nell’attesa. Attesa che continuamente si rifà presente per invadere e permeare tutto lo spazio di una vita, escludendo ogni idea di fine, ma adagiandosi quotidianamente a qualcosa di concluso già in maniera luminosa.
Cercare e trovare nelle immersioni la parola giusta, che scava non solo nel visibile ma anche nel mistero, nel segreto, nella luce dell’esistenza. Ogni pagina è un disvelamento che chiama in causa profili ben precisi, come brevi flash o dettagliate sequenze, con il ritmo incalzante dei versi, che diventano melodici arpeggi. La lettura scivola densa anche tra brevi tratti che sembrano prosa, in una scrittura palpitante ben compensata dal tratteggio dei momenti di realtà quotidiana. La poetessa nell’indagare timori e reticenze, urgenze e vincoli carnali, realizza catene irreversibili che cercano in tutti i modi di allontanare l’idea della fine.
Immagini colorate, immersioni metaforiche, lampeggi di intensa esperienza, custodiscono l’energia della presenza, in quanto storia che salva e riscatta attraverso la parola.
*
ANTONIO SPAGNUOLO

venerdì 24 febbraio 2023

SEGNALAZIONE VOLUMI = DORIS BELLOMUSTO


**Doris Bellomusto: "Nuda" - Ed. Ladolfi 2022 - pag.56 - € 10,00
Appunti di ricerca
Prefazione
Le poesie rispondono appieno all’etimo dell’aggettivo che l’autrice sceglie per dare il nome a questa raccolta. Nuda è il femminile dell’aggettivo “nudo”. Ciò che andiamo leggendo è privo di ornamenti, ma è ricco di immagini e accostamenti inconsueti come Kurt Cobain e una scacchiera, si legge in un componimento.
L’io lirico risponde appieno al senso figurato della nudità dei versi di Doris perché sono versi schietti, semplici. Se ne avverte la purezza, suo malgrado. Si dice “cielo nudo” per indicare un cielo sereno, terso, privo di nubi. E se si fa vento e burrasca nei versi di Pagliarani, di certo, in quelli di Doris, qualche parte di cielo, verso dopo verso, più nitida la visione e l’amore vogliono apparire. La pelle di questi a capo è composta prevalentemente da mare e terra – di sale è fatto il mare e di solchi è fatta la terra. L’immaginario è senz’altro di tipo mediterraneo ma non ci risparmia di sorprendenti scorci urbani in cui l’autrice esiste come “ciuffi d'erba/disobbedienti al cemento urbano”.
Ecco quindi che – avvicinandoci al cuore della raccolta – la materia bastarda inizia piano piano a canalizzarsi tramite il dialogo che Doris ingaggia con la poesia. La parola in questa raccolta è una parola ad alto potenziale empatico per cui è facile familiarizzare con chi scrive proprio perché i versi hanno grande capacità di “ascolto”. Doris si assume il coraggio della prima persona, non si scherma nella finzione di una terza persona o di altri escamotage. Dice tutto così com’è. Ci parla del desiderio, delle rughe, della stanchezza di portare il codice fiscale.
Ecco questo è un aspetto che mi ha molto colpito perché nella sua sintesi mostra non solo una donna desiderante tutta presa dal suo bisogno di amore ma anche la responsabilità dell’autonomia economica e – per dirla spiccia – l’affanno delle tasse da pagare. Mi ha colpito – dicevo – per l’immediatezza dell’espressione, per la capacità di sintesi e per il senso di serietà. E mi ha colpito non solo per un fatto linguistico-espressivo ma perché con poche parole butta giù quel pregiudizio che vuole vedere una donna solo nella sua stanchezza emotiva e non anche nella sua stanchezza di cittadina sempre debitrice. In questa stanchezza Doris non si lascia tentare dall’indulgenza del riposo – mai menzionato in questi versi – si fa fumare i piedi. Ha la schiena dritta e su questa parte del corpo che non vede riesce a sentire tutto. Alla schiena dedica un intero componimento e la schiena diventa una quasi metafora dell’inconscio. Sembra di immaginarla la sera mentre il silenzio inizia ad abitare la casa e i suoi pensieri e desideri trovano la giusta dimensione per ascoltarsi ed ascoltare. È dietro la schiena che il suo essere “sapiens sapiens” smette di esistere e inizia il viaggio in direzione della parte più autentica. Sdraiarsi diventa quindi una preghiera perché dopo l’ascolto c’è la lista delle cose che mancano e mancano qui prive di malinconia ma con due bisogni essenziali: la necessità di essere visti e la distanza come condizione essenziale per desiderare e sviluppare capacità d’amare. Dice infatti in un’altra poesia che l’amore si “misura a distanza”. La distanza e il silenzio sono condizione essenziale per la poesia e il giusto ascolto. Ecco perché le parole di Doris mi sembrano così empatiche. Un buon ascolto necessita di silenzio e di una corretta distanza per mettere a fuoco. Una buona poesia necessita di corretta distanza per il disvelamento di qualcosa che – se troppo vicina – non riusciamo a vedere. Una buona poesia ha bisogno di ascolto altrimenti è solo un vomitare che a nulla serve. Doris procede senza tregua nel suo versificare e nella sua esistenza senza tornare indietro perché sarebbe come “vomitare il cuore”. Ecco questa espressione pure mi ha molto colpito per la sua efficacia e soprattutto perché al suo interno c’è un’operazione non semplice: dissotterrare i morti e lasciare andare quel che assente di vita non è più necessario per l’esistenza. Forse da qui nasce la preghiera della schiena, la volontà di esser vista non solo per essere riconosciuta ma perché in un dialogo autentico come quello che Doris ci dona in questi versi c’è bisogno di un reciproco vedersi per scoprire cose nuove e la costruzione di un “noi” intimo e protettivo. Un “noi” che non ha più sapore del sale e che non scolpisce rughe come oggetto appuntito. È un “noi” quello a cui tendono questi versi che pur non essendo mai reso esplicito è presente in tutti gli spazi vuoti di questi a capo. Leggete e ascoltate le parole nude perché in essi si nascondono possibilità che pian piano si sveleranno.
Io – di mio – ringrazio Doris per aver messo a nudo un femminile non consueto, cocciuto, dignitoso e assai profondo. E chissà se Doris e noi con lei scopriremo che non sempre la rima è necessaria alla felicità. E che anzi – proprio nell’asimmetria- ci sono angoli di felicità che ci attendono e non vedono l’ora di essere vissuti. Buona lettura!
*
Ilaria Grasso
*
Nota biografica:
Doris Bellomusto si è laureata in lettere classiche presso l’Università della Calabria, insegna materie letterarie presso il “Liceo G. Pascoli” di Barga, in provincia di Lucca, dove vive dal 2011. Non ha mai dimenticato né i suoi studi classici né le sue radici meridionali. Dalle sue inestinguibili nostalgie sono nate le raccolte di poesie “Come le rondini al cielo”, edizioni “Tracce”, pubblicata nel Marzo 2020; Fra l’Olimpo e il Sud, Poetica edizioni, Luglio 2021; Nuda, Ladolfi editore, Giugno 2022. Alcuni suoi scritti sono presenti in varie antologie poetiche.

POESIA = ILARIA GIOVINAZZO


**-1-**
Sono le braci che restano,
esangui.
Del matrimonio del cielo e della terra
non abbiamo ormai che
gli stanchi sbadigli
della noia e del rimpianto,
delle cose cadute,
e mai raccolte.
Braci di sguardi senza gioia,
filari di catene le abitudini
nascoste sotto il piatto,
impresse
nello stesso lato del letto
dove ormai l'anima non giace più.
………..
**-2-**
Rispetto sequenze di vita
che mi affossano
come pietre dure
scure
lame fredde di veleno
che mi chiedono di ingoiare
ancora.
Il mio corpo è in fiamme
e mi chiedo per quanto
onorerò la stirpe
dei Padri
accusando me stessa
per essere viva.
……….
**-3-**
Lucide nuvole chiare
vento di libeccio
nel sospirato Autunno.
A volte la vita è così meschina
che pare sporcarci le mani
mentre raccogliamo
pezzi di
Eternità.
*
ILARIA GIOVINAZZO

giovedì 23 febbraio 2023

SEGNALAZIONE VOLUMI = STEFANO TACCONE


**Stefano Taccone : “Sciogliete le rime” – Ed. Campanotto – 2023 – pag. 208 - € 18,00
Le pulsioni che scompaginano l’attrazione fatale, in un flusso incantevole e multicolore, in una strana trasversalità che diventa esplorazione immediata, si presentano con i tratti di una eleganza morbida e calcolata. Raccogliendo versi con i quali sicuramente la fantasia viene stimolata, e l’immaginazione invita a immergersi nel ritmo incalzante di variopinte figurazioni.
“vi chiedo un favore/ che non vi so fare/ sciogliete le rime/ stento ancora a dire/ che le cose di prima/ non ci saranno più// sciogliere per poi/ precipitare in un indistinto/ smetterla per vivere/ senza alcun formalismo/ chiudere per meglio/ avvertire luce dentro// ma poi resto ancora/ sospeso al cangiare/ del mondo che pare/ ancora prematuro/ per smettere di sparire.”
L’invito è ricamato in un’atmosfera alla quale vorresti partecipare, ma tentenni per le sue migliori occasioni e la fiducia barcolla in alternative cristalline o nel dubbio di scorie nucleari che possano far vibrare anche la scienza, trasportando il tuo inconscio in una verifica della poesia che in queste pagine riesce a regalare il piacere dell’emozione.
Sette sezioni: “Sensi alieni”, “Malarie e malacque”, “Ritratti di strappo”, “Eroici febbroni”, “Bestiumanari vari”, “Canti di accanimento”, “Il bello è giunto”, sono intervallate da variegati “intermezzi” in prosa, con i quali l’autore intrattiene colloqui diversificati e puntuali negli scorci, che vanno dalla confessione autobiografica alla estensione dei confronti, dalla ricostruzione delle immaginazioni oniriche alla giusta rivalsa dell’illusione, dal mottetto filosofico alla proiezione di suggestioni multiformi.
La poesia di Taccone in questa raccolta si offre con un suo stile particolare che accarezza la sperimentazione ma insiste nel leggibile, con una continua insorgenza di immersioni nella parola scritta e pronunciata per configurazioni specifiche, mera dinamica di scenari contrapposti al pensiero o immediatamente lambiti dalla tensione narrativa, così che il ritmo risulta vibrante nelle composizioni.
Quasi un balbettio: “Distanziamento salivale/ tamponi precoci/ test analogici/ anticorpi ansiosi/ battige di amuchina/ larvali le mani/ mezzi arruffati/ banchi indisposti/ corrida notturna/ congiunti erbicidi/ conviventi prudenti/ pargoli increscenti/ dente di immunità/ assemblee di dementi/ ospedali allo scasso/ stage in rsa/ screening di glassa/ cabotaggi in risalita/…” che accenna alla vertigine del dicibile, ed ecco che si alterna al ritmo musicale: “Mi candido perché amo/ così tanto la mia terra/ che scatenerei una guerra/ mi candido perché sento/ il dovere di restituire/ al paese in cui sono nato/ un po’ di quella che mi ha dato/ mi candido per il bene altrui/ perché credo nell’impegno/ perché fa male al cuore/ vedere tanto ingegno/ costantemente sprecato/…”
Una sorta di considerevole lampeggio si approssima nel senso semantico, ascoltando il segreto che il poeta cerca di palesare, per una scrittura che incide immagini oniriche, surreali, caotiche, giocose, favolose, orecchiabili, quotidiane, con il sussurro che deve essere interpretato ed aperto come frutto di melograno, colorato di una sua propria identità.
*
ANTONIO SPAGNUOLO

PREMIO DI POESIA = SANT'ANASTASIA


**PREMIO NAZIONALE DI POESIA “CITTA’ DI SANT’ANASTASIA” – XX EDIZIONE 2023
Il Comune di Sant'Anastasia (Napoli) indice e promuove la XX Edizione 2023 del Premio Nazionale di Poesia "Città di Sant'Anastasia", avvalendosi dell'Organizzazione e Direzione Artistica dell’Associazione “I Colori della poesia” e del Circolo Letterario Anastasiano di Giuseppe Vetromile, fondatore del Premio. Il concorso è aperto a tutti indistintamente dall'età e dal luogo di provenienza, purché i testi siano in lingua italiana.
L’evento gode del Patrocinio del Comune di Sant'Anastasia (evento istituzionalizzato).
REGOLAMENTO SEZIONE POESIA
È possibile partecipare inviando una o due poesie in lingua italiana a tema libero, di lunghezza non superiore ai 50 versi ciascuna. I componimenti presentati possono essere sia editi che inediti. Possono inoltre essere già stati premiati in altri concorsi, ad esclusione del presente.
Il termine ultimo per la partecipazione è fissato per il 30 settembre 2023.
Si richiede un contributo per spese organizzative di Euro 10 (dieci) da versarsi esclusivamente sul conto IT38T0760103400001048591356 intestato all’Associazione “I Colori della poesia”, con causale : “Premio di poesia Città di Sant’Anastasia XIX Edizione”.
Modalità di invio:
Esclusivamente tramite posta elettronica all'indirizzo: premiosantanastasia@libero.it oppure all'indirizzo: circolo-lett-anastasiano@hotmail.it.
Inviare le poesie anonime in allegato in formato word (non si accettano altri formati). Nel testo della mail indicare le generalità complete, la data di nascita (se studente e/o minorenne), il titolo delle poesie, la dichiarazione che i testi presentati sono frutto esclusivo della propria creatività. Allegare anche la scansione dell'avvenuto versamento del contributo spese. I minorenni potranno partecipare previa autorizzazione dei genitori.
- 1° premio: diploma con motivazione, gettone di presenza di euro 500;
- 2° premio: diploma con motivazione, gettone di presenza di euro 300;
- 3° premio: diploma con motivazione, gettone di presenza di euro 200.
A discrezione della Giuria potrà inoltre essere premiata:
- La migliore poesia ispirata al tema "ambiente e territorio vesuviano".
- La migliore poesia di un Autore residente in Campania.
- La migliore poesia di un Autore giovane (fino a 20 anni).
Per eventuali ulteriori informazioni, è disponibile la Segreteria: Giuseppe Vetromile (cell. 348.5131479 ore serali); e-mail: pevet@libero.it.

mercoledì 22 febbraio 2023

SEGNALAZIONE VOLUMI = CARLO DI LIETO


**Carlo Di Lieto: “Letteratura e immaginario//seduzione e incantesimo dell’altrove” – Ed. Genesi – 2022- pag. 916 - € 40,00-
“Oltre la razionalità l’inconscio è il cono d’ombra che si espande al di là della coscienza su quella traiettoria che la filosofia ritiene indefinibile come non pensiero.”-
Un vero e proprio trattato che parte con energia dalla ricerca freudiana ed amplia l’analisi attraverso la lettura di quegli autentici investimenti che la letteratura ha proposto negli anni nel tentativo di mantenere il contatto tra la sperimentazione psicologica e la sfida razionale contro la grigia quotidianità.
In assenza della parola che chiama al circuito dell’esistenza non vi è accesso né al sapere né alla pienezza del linguaggio, che costituisce il polo affascinatore dell’esperienza intellettuale. Così lo scandaglio di Carlo Di Lieto riesce ad affrontare la realtà che colpisce alcuni autori, nella singolarità emotiva di ciascuno, con l’intelligente rinvio alla percezione dell’indefinibile nella scrittura di ciascun intervento, ove la lingua diventa parola sussurrata e declamata per suggerire il flusso del dicibile attraverso le immagini che scorrono nella pagina, delineate d misteriosi echi semantici.
La circolarità tra conscio ed inconscio si muta in un panorama ricchissimo di presenze e di riferimenti, per i quali e con i quali la lettura diviene un eccitante rincorrere di esperienze culturali incise con il bisturi di un autorevole figura di intellettuale.
Si parte da “Sogni e desideri dell’altrove” con la radialità correlata alla vita di Virginia Wolf, variopinta nel suo diario, e proiettata nell’autoanalisi. Dal problematico sodalizio Alberto Moravia/Elsa Morante con la ricostruzione dello straordinario incontro attorno al quale ruotarono eventi e circostanze cromatiche. A Sade, Masoc, Bram Stoker per una estetica dell’orrore per alcuni cuori gonfi di rimpianto e di sospensioni, all’amore saffico di Sidonie-Gabrielle Colette per il suo adulterio di ingenua libertina, alla fantasia per sogni e desideri dell’altrove tra la fame e la miseria degli emigrati. Dalla oscillante bisessualità di Paul Verlaine alla seduzione della poesia di Pirandello, agli ultimi affanni di Giacomo Leopardi.
Nella estrosa e dotta postfazione di Ugo Piscopo leggiamo un passo che illumina: “Non si può non apprezzare il lavoro di ricerca di Carlo Di Lieto, che sta coerentemente e instancabilmente dedicando una vita agli scandagli della letteratura secondo l’ottica freudiana e che ha già scritto e pubblicato una vera consistente e pregevole raccolta di saggi su tale materia, tanto da formare quasi una rispettabile specifica biblioteca”.
Eventi del “segno”, che diventa saggio esaustivo per un’attenta revisione delle associazioni che allontanano dalle differenze e dalle incrinature. Tutto diventa messaggero della trasversalità polimorfa, che si intreccia nelle opere interrogate ed assorbite, tutto ritorna parlante sciogliendo i misteri del dicibile.
La scrittura di Carlo Di Lieto è morbida, accattivante, anche nella evidente difficoltà di esprimere concetti che potrebbero essere ostici al lettore impreparato. Ma tutto scorre con celerità e facilmente si accende la curiosità creata abilmente dalla specola dell’autore, che ci lega alle coordinate spazio temporali, ricucendo tempi e luoghi, improvvisi impatti con la realtà, toni cromatici che diventano materia di elevata cultura.
*
ANTONIO SPAGNUOLO

martedì 21 febbraio 2023

POESIA =JONATHAN RIZZO


**ACQUARELLA DEI CONSUETI AMANTI.**
Dormono le altre genti,
intorno a noi
scompaiono.
Sento il momento
pronto perché fugga.
Niente borsa, non ti serva nulla
dalla vecchia casa in ruina.
Lascia franare le macerie.
Alla stazione c'è un binario solo,
non ti puoi sbagliare.
Il biglietto l'hai in tasca
che sgocciola
nella direzione calda.
Bruciano i binari freddi.
Aspetto sotto la pioggia che danza e fuma.
Ascolta il nostro blues nel vento
composto dal Maestro
dalle sei corde corte.
/ - /
Dulce e triste la musica sotto la tempesta
dell'anima, ma non arriverà stasera.
/ - /
Verrà scritto rimarrò sotto la pioggia
corta che urla con riserbo
ad aspettare, a ricamare il verbo.
/ - /
Cercherò nelle tasche di fare presto,
non voglio che ti bagni
mentre il treno parte e la musica resta,
amore che mi molesta.
*
**BAGNO DI SANGUE A ROMA**
Come sono tristi
questi nostri giorni
dove l'amore degli uomini tace
in un fiume di rose distese,
e muore
d'infinite attese
nel dato spettacolo per Lei
e le nuvole
che del cielo fanno lentiggini
a pioggia
sulle suole ombre
consumate orme
a scarpe sfondate,
riflesso foglie
a pieghe
su fragili fronde.
L'ennesima pagina si volta.
*
**CIPOLLE**
Un altro capolavoro immortale
è stato scritto
da un sudicio ubriacone.
L'umanità addomentata
nella sua dilatata
eterna notte senza stelle,
come anime pregne
di incubi succubi,
ringrazia
ruttando ignoranza
con aliti di cipolle,
son alibi di farfalle.
Soliti solidi nitidi viveri.
Soffia sulla candela,
non consumare altra cera,
evapora una lacrima,
scivola pesantemente leggera
ed è passata anche la sera.
Sistema la sedia di paglia
oltre al ricordo
nessuno sieda su quella tenera foglia.
Mele cotte per il fauno,
dieta del pruno.
La barba lunga prude nell'oscurità.
*
JONATHAN RIZZO

domenica 19 febbraio 2023

POESIA = ANTONIO SPAGNUOLO


**“Agguato”
Se blocco tutto qui, senza più tempo,
assaporando la pelle che non si dimentica,
sospendo ancora l’impronta di un abbaglio.
Gomiti a spillo penetrati nella meraviglia
del vento, della nebbia, della brina,
rassegnati al mutare di bagliori
di quella luce pazza che fuggirebbe le tenebre.
Pur sapendo che ogni giorno le stelle
si spengono, goccia a goccia rintraccio
lo scorrere imprevisto di un agguato
intessuto dal cielo
nel segreto del profondo amore.
Incisa al tremito della tua purezza
a cavallo di un oceano che non ha dimensioni
tu assomigli a pietra di abbandono.
*
ANTONIO SPAGNUOLO

sabato 18 febbraio 2023

POESIA = SIMONE PRINCIPE


***I***
"In te"
In te,
commozione,
gaiezza del viso in riso,
tono delle parole che ometti.
In te,
emozioni hanno un golfo dove non potrebbero annegare,
dove la vela non incontra il vento,
la prua non fende l’onda,
blandisce il fruscio,
incontro di una traversata.
*
**II**
"Estela"
Se finissimo qui?
non permetteremmo al tempo
di deturpare l’amore,
che erode le ferite,
facendo sgorgare vita,
che si sente sulla pelle,
si assapora con le labbra
e non si dimentica coi ricordi.
Ti chiamo esistenza,
ora che esiste una ragione
non osservando l’immenso
per traghettare il sogno
nei solchi d’umida terra
sofferta,
nel cui iride l’incanto si manifesta.
*
***III***
"Pioggia"
Pioggia,
sciacqua il fervido respiro,
irrora le tue lacrime,
le mie lacrime,
di ingenti occhi affievoliti,
altrove l’odore dei campi
e scivolano gocce,
come sfere,
scorgo il tuo viso,
che questa pioggia non infrangerà.
*
SIMONE PRINCIPE

venerdì 17 febbraio 2023

NOTIZIA = APOLLO DIONISIACO


***Annuale Internazionale Apollo dionisiaco invita poeti e artisti alla Biblioteca Nazionale Centrale di Roma
Opere in poesia e opere d’arte visiva, in pittura, scultura, grafica e fotografia, edite o inedite e a tema libero, di autori e artisti di ogni età, libera formazione e nazionalità, sono attese entro il 9 giugno 2023 via e-mail all'indirizzo: accademia.poesiarte@gmail.com**********
Accademia Internazionale di Significazione Poesia e Arte Contemporanea, polo no profit di libera creazione, ricerca e significazione del linguaggio poetico e artistico, in convenzione formativa con l’Università degli Studi di Roma Tre, accreditata dalla Regione Lazio, iscritta all’albo di Roma Capitale e del Comune di Canale Monterano e promossa dall’Istituto Italiano di Cultura di New York, bandisce il Premio Accademico Internazionale di Poesia e Arte Contemporanea Apollo dionisiaco, X Edizione Roma 2023, senza scopo di lucro.
****L’evento artistico e letterario celebra l’espressione creativa, per la rinascita del senso di sé e di mondo. L’analisi critica in semiotica estetica delle opere dell’Annuale Internazionale Apollo dionisiaco valorizza l’arte poetica e figurativa come arto stesso della vita, che muove e ricompone ombra e luce, silenzio e parola, emozione e pensiero, nel rispetto del valore della libertà di essere.
**

giovedì 16 febbraio 2023

POESIA = SERGIO GALLO


**
I-
Come tardigrado a spasso su un filo di muschio
non chiedo per quanto resisterò
a carenze d’ossigeno, d’acqua o cibo
mutate condizioni di pressione, temperatura.
Esposizione a perniciose radiazioni
subdoli virus, batteri patogeni.
Metalli pesanti, veleni sottili.
Effetti collaterali imprevedibili
di farmaci e differenti sostanze attive.
Non bado alle ombrose screziature delle mie
retrattili protuberanze telescopiche.
Sicuro oggi di avere per nutrimento
protozoi, nematodi, rotiferi o qualche mio
tarchiato consimile d’acqua dolce
ma che sarò io domani il nudo pasto
sull’apparato succhiante d’un dio
bramoso d’anime, io, con le mie
singolari esperienze, capacità
dell’evoluzione d’altre future specie
sottile anello di congiunzione.
**
II
E invece nel buio brancolo
di labirintiche spelonche
da scheletro chitinoso avvolto
da cartilagini membranose;
ipogea creatura mi acquatto
tra i soffici limi d’un carsico fiume
tra falde freatiche e pozze sulfuree.
A sovrastarmi il minerale elevarsi
di luminescenti absidi, di navate
rocciose, ritmici stillicidi
d’altre cripte oscure; le stalattiti
pronte a esplodere
in florilegi di cristalli. L’anima
un bianco Niphargus2 privo di occhi.
*
SERGIO GALLO
dal volume "Eden"

martedì 14 febbraio 2023

POESIA = RAFFAELE PIAZZA


**Libera esce dalla nebbia**
Varco gemmante di esatta gioia
nell’uscire dalla nebbia Libera,
occhi azzurri e capelli corvini,
ventidue anni contati come semi.
E sta infinitamente Libera sul bordo
del diario e in mano una penna
per scrivere poesie che poi sia natale
o pasqua non fa nulla.
Libera s’inerpica per il sentiero
alto, le mani ad aggrapparsi ai
rami di un arancio e tende alla meta
di salvezza (il simbolo arancia nelle mani).
Lieta Libera tra le cose dei freddi
di aprile mattini tra sogno e veglia
nel letto ancora un’ora dopo il risveglio,
acqua nell’anfora.
Fiume blu cobalto a scorrere nella
camera della mente, a inalvearsi
nelle ore della vita nel canto libero
dei passeri tra gli alberi.
Sta Libera a tessersi le vele per nuove
partenze e tutto accade per gioco
in una genesi di liberazione dai rovi
ad allontanarsene con passo leggero.
*
Raffaele Piazza

lunedì 13 febbraio 2023

SEGNALAZIONE VOLUMI = CARMELA POLITI CENERE


**Carmela Politi Cenere: “Don Saverio cavalca la luna” – Ed. Graus – 2023 – pag. 132 - € 15,00 –
Cronistoria di una vocazione. Il giovane Saverio, figlio dell’affermato notaio del Vomero, lotta sin dalla sua tenera gioventù contro la volontà del padre che lo vorrebbe avviato alla carriera notarile, degno e valido sostenitore della professione, al pari di lui. Ma gli avvenimenti sono sempre presenti con il fascino fecondo della luce divina, che giorno dopo giorno ancor più scalpella nella mente del giovanotto, mostrando con dovizia le profumate intensità della promessa.
Con particolari veramente preziosi Politi Cenere ci accompagna per le strade di Napoli, città a suo dire “esempio per antonomasia delle differenze che intercorrono tra ricchi e poveri. E’ la città dei contrasti. Da una parte la luce, dall’altra il buio profondo dei vicoli. La povertà endemica della gente che vi abita, la farragine delle merci esposte…e lo stato sociale di eventuali acquirenti.”
L’autrice sa, culturalmente ricca, rievocare e descrivere alcune manifestazioni che ravvivano la città, dalla ricchezza policromatica delle botteghe di San Gregorio Armeno, alla cerimonia del giorno di Pasqua che ravviva il borgo Antignano con le processioni armoniose. Puntuale nei particolari il ripetere, nelle pagine, i numerosi colloqui che il giovane intraprende, e con dovizia di gradazioni cromaticamente proposti i profili dei vari personaggi che ci vengono incontro nel racconto.
Uno fra tutti spicca il parroco della basilica di San Gennaro ad Antignano, Gennaro Errico, che è dolcemente rimbalzato nei miei ricordi, per aver egli celebrato il mio matrimonio nell’agosto del 1959. Figura di spicco in questa narrazione, attento alle confessioni che il giovane Saverio esternava quotidianamente e saggio maestro di vita, pronto a seguire gli impulsi che sconvolgevano la mente dello studente.
Delicatamente e faticosamente si giunge alla nomina di parroco di una delle più antiche chiese del ventre di Napoli, finalmente abbracciato del rinnovato affetto del notaio.
Don Saverio continua il suo mandato con passione e eternamente immerso nell’amore verso gli altri. “L’amore è il metro di misura di Dio. E’ l’amore che spinge gli universo gli altri. E’ esso che solleva verso alte vette. E’ esso che dà senso, sollievo all’esistenza.”
Scrittura rapida, leggibilissima, ravvivata dalle pulsanti rappresentazioni che trascinano in una musica che spinge alla riflessione, al di là delle evasioni che possono segnare indelebilmente, ma avvolti nel volo del protagonista che splende per la sua vocazione.
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ANTONIO SPAGNUOLO

venerdì 10 febbraio 2023

POESIA = ANTONIO SPAGNUOLO


**“Incantesimo”
Protegge un incantesimo salmo nuovo
dietro al silenzio , distratto dal fuggire
di fianco al fiato, reclinato a scintille
per immobili segni custoditi da tempo.
Meglio ancora afferrare il suono
che fluttua fra gli occhi come vela.
Onda e vento balzerebbero contro
nella rete tremolante delle note,
a vaneggiare il messaggio che turba
ogni delirio.
Magia questa ad evocare il demone
sull’attimo che segue
e recide l’ombra sgualcita della tua immagine.
Il filare dell’assenza s’incolla alle dita
ricamando chiusure ed intarsi.
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ANTONIO SPAGNUOLO

domenica 5 febbraio 2023

SEGNALAZIONE VOLUMI = ANTONIO SPAGNUOLO


**Antonio Spagnuolo: "Riflessi e velature" - Ed. La Valle del Tempo" - 2023 - pag.76 - € 10,00
Prefazione-
La poesia di Antonio Spagnuolo, che veleggia verso il 92esimo compleanno, comunica in maniera diretta sentimenti, sì addensati, ma gestiti, compiutamente, in maniera raffinata e ferma, sull’onda della memoria e delle esperienze decennali acquisite.
Conosco dagli anni Settanta l’autore, vero gentiluomo, medico di professione, ma votato all’esprit poetico, che con questa nuova pubblicazione, divisa per settori, rinnova il suo pensiero. Ho moderato, negli anni, una serie di meeting con relatori saggi e di livello in cui la figura del nostro poeta è stata esaminata e le sue pagine sono state affrontate e anatomizzate.
Ogni giorno fluidifica sulla pagina appunti e reminiscenze, ricordi e impalpabili segreti e ciò gli permette di rinnovarsi da evergreen dell’espressione; qualità dei grandi poeti, di coloro che, nel tempo e col tempo, assicurano versi alti, di nobile certezza, vere àncore e ali di suggestioni, emozioni, vibrazioni.
Con animo sicuro estroflette un temperamento effusivo in una cognizione di parametri d’indubbie e paradigmatiche soluzioni.
Originalità di scrittura seminano tracciati brevi, che decretano un complesso panoramico, davvero di ampie vedute, in un’architettura aggettante, luminosamente morbida.
Mi relaziono sempre con piacere estremo alle sue raccolte poetiche, perché so che troverò margini di scenari inaspettati, rielaborati alla luce di una maturità espressiva, completa e illuminata.
Il mio interesse critico per le arti visive contemporanee, che molti ben conoscono, mi permette di indugiare e indagare con la parola i solchi delle idee immaginative degli artisti, dai pittori agli scultori, dai grafici agli artisti digitali e etc. ... e trovo confluenze comuni colle riflessioni insite nel processo analitico delle tracce poetiche di Antonio Spagnuolo; queste puntano e volano, riflettono e penetrano il “paradiso concettuale” redatto nella bellezza visiva di immagini di centinaia di operatori del settore.
Le luci mediterranee sono risolte in sintesi con parole danzanti per esprimere reti d’incontro serotine e raccontare leggende e storie.
I momenti odierni vengono soppesati e s’aprono in improvvisi squarci e doverosa pazienza e felice intuito regolano tempi di osservazione e di commento.
I rapporti, i sogni, i dubbi, i cicli, i ricordi, i vortici e le sorprese ondeggiano in visioni poliedriche e s’incuneano in telescopici brividi di gioventù.
I singhiozzi, i sacri destini, i paesaggi sono raccolti in sospensioni di trattenuti clamori e di tacite frenesie.
Le frammentazioni umorali, le orchestrazioni strumentali, le segmentazioni empatiche, le coniugazioni della giornata sono raccolte, come altri motivi, con quel sano e libero arbitrio, frutto di una pienezza di coscienza, che ha bisogno di riportare sul fil rouge memoriale complessità e assetti di reliquati.
La semplicità degli assunti, l’umiltà dello studioso, l’amore per la vita, il vivissimo ricordo riproposto di chi tangibilmente manca sono le primarie forze degli appunti del verso planetario di Antonio Spagnuolo; peculiarità queste che gli fanno calzare le parole incidendo con la semantica nell’obiettivo di esprimere termini significanti e congruenti per classificare episodi e precisare passi esistenziali.
Il poeta Antonio Spagnuolo, “brillante viaggiatore dell’anima“ e “abile ago di coscienza”, è preparato ed è, enormemente, consapevole.
Apprezza, fondamentalmente, le verità del mondo e le interpreta e le incanala nell’alveo di riproposizioni conoscitive, che, selettivamente, metabolizza.
Le sue elaborazioni si profilano in un orizzonte esclamativo e, in un’estensione allargata, esplicita sequenze di vicende, tutte da abbracciare.
Insomma, sollecita una teoria di comprensibili gemmazioni su declinazioni plurali in accelerate, chiare notazioni.
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Maurizio Vitiello Napoli, Gennaio 2023

venerdì 3 febbraio 2023

POESIA = ANTONIO SPAGNUOLO


**“Gioventù clandestina”
Sovente il tuo profumo torna irruento,
così, a filo di labbra, per tremare
come negli anni dell’amore clandestino.
Destreggiavi il cuscino per colpirmi,
mandorla sbucciata alle ginocchia,
i piedi nudi a levigare pelle
rotolando armonie fra mente e corpo.
Eravamo curva chiara e cedevole
al minuto battuto fragilissimo.
Mi chiedo se rimane anche per te ancora
delicato drappeggio ad occhi chiusi,
un coro capace declinare immagini
che nelle ore avviluppate al sogno
concessero il fuoco al primo vuoto.
*
ANTONIO SPAGNUOLO