domenica 31 dicembre 2017

POESIA = ALBERTO CAPPI

"PUNTI"
*
Ti ho consegnato il miele
la chiave del rifugio
che il lampo scrive
cieco nella notte
come sarà il mio canto
in riva alla bufera
questo che era
uccello
che ora il vento spoglia
ala ad ala
foglia a foglia ?
miei avi
il mio sigillo si è spezzato
e versa il fiele.
*
*
Proteggi la mia parola
come luce accesa
nella mano
proteggi la tua parola
in alleanza
al dono
proteggi il vano
segno
della resa
proteggi il dove
il come
il canto dell'attesa .
*
Alberto Cappi (1940 - 2009)

venerdì 29 dicembre 2017

POESIA = CIRO VITIELLO

"ALLA CERTOSA"
Sei nudo corpo -
voce di sillaba, titubante dubbio dondoli -
quando carezzi abbaglio, mio leccio,
mia rotula! In quel
pomeriggio di calce alla Certosa -
s'andava sulla petraia - io nodulo d'argilla,
per lineamenti di calma -
buco : infido contatto adulavi nel passaggio
a ripe di miserie, mia fedele , mio lampo,
e sono fuoco spento-
sulla toppa del mondo per mente
sconquassata e matta : oh profumo di carne,
mi sprofondi , nei recessi del buio , per orrori,
rumore doloroso capitombolo
sulla china
senza figure , senza visi ,
al vento poca luce.
*
CIRO VITIELLO (1936 - 2015 )

lunedì 25 dicembre 2017

SEGNALAZIONE VOLUMI = LUCIA TANGANELLI

Lucia Tanganelli – Poesie mancine--- puntoacapo Editrice – Pasturana (Al) – 2017 – pag. 59 - € 10,00

Lucia Tanganelli è nata a Roma, dove ha studiato storia dell’arte all’Università “La Sapienza”. Si è poi specializzata in storia dell’arte moderna all’Università di Firenze. Ha svolto lavoro di ricerca per il Censis, con il quale ha pubblicato studi relativi alla valorizzazione dei beni culturali in Italia. Ha lavorato a Roma a lungo come guida museale (a Palazzo Venezia, per le Scuderie del Quirinale e per il Senato, sede di Palazzo Giustiniani). Sta ora svolgendo un dottorato di ricerca in storia dell’arte all’Università di Dresda. Vive dal 2008 a Berlino.
Poesie mancine, il libro di poesia dell’autrice che prendiamo in considerazione in questa sede, presenta una nota critica di Vincenzo Guarracino ricca di acribia.
Cifra essenziale della poetica della Tanganelli pare essere la liricità, sia che il discorso si risolva nel solipsismo, come nella poesia iniziale, intitolata Un lampo, nella quale la poetessa, svegliata nella notte appunto da un lampo, pensa di patteggiare con la morte, sia che la poeta si rivolga ad un tu, presumibilmente la persona amata, figura della quale vengono detti molti riferimenti.
Il libro non è scandito e tutti i componimenti compatti e, nella massima parte dei casi brevi, sono provvisti di titolo.
La raccolta per la sua unitarietà stilistica e contenutistica potrebbe essere considerata un poemetto, nel quale Lucia esprime le sue emozioni e riesce a trasmetterle intensamente ai lettori.
I versi della Tanganelli, ad una prima lettura, un iniziale approccio, sembrano elementari ed essenziali, ma, approfondendone l’analisi, risultano, almeno in svariati casi, compositi e articolati, anche se non sono connotati da una forte densità metaforica e sinestesica e seguono una linea narrativa e affabulante, connotata da nitore e chiarezza.
Il sentimento dell’io – poetante nei confronti del tu è forte e vibrante e viene modulato in maniera lapidaria e icastica con espressioni come vicino a te voglio essere nuda senza orpelli o decorazioni, frase che possiede anche una dose di raffinato erotismo e proprio una vena sensuale pare spesso pervadere questi testi.
Una poesia neoromantica è quella che ci presenta l’autrice e di poesia in poesia sembra di entrare in universo psicologico tormentato che, proprio nelle parole pronunciate con urgenza, trova la sua liberazione e la sua redenzione.
La poetessa pare essere conscia di quanto suddetto a partire dal titolo che ha scelto per la raccolta, Parole mancine, che sembrerebbe alludere ad un riferimento al senso e anche alla trasgressione, elementi che sono tipici della vera poesia.
Lucia è conscia del potere salvifico e catartico della poesia stessa come esemplificato in maniera notevole in Precipizio: - “Sono sull’orlo/ del precipizio/ e mi trastullo/ con questo vizio:/ mi piace scrivere, disegnare. / Sconfiggo la morte/ con la voglia di creare…/” -.
Da segnalare l’uso piuttosto frequente delle assonanze se non di vere e proprie rime che danno ritmicità e musicalità ai testi.
Anche il tema della morte s’incontra in Parole mancine connesso a quello del buio che tutto pare inghiottire nelle sere e nelle notti, quando l’io – poetante rivela una forte paura per l’oscurità.
Così la poeta ci svela il suo universo senza reticenze, creando tout-court con i suoi versi un sentito esercizio di conoscenza.
*
Raffaele Piazza





venerdì 22 dicembre 2017

SEGNALAZIONE VOLUMI = VINCENZO BARBA

Vincenzo Barba : “Antiche dimore” (1969 – 2009) – Ed. Bibliopolis – Napoli 2017 – pagg. 64 - € 12,00 –
Piccolo gioiello di indiscutibile valore culturale il volume , elegantemente pubblicato da Biblipolis, per la cura di Elsa e Matteo D’Ambrosio , nipoti del poeta.
L’autore , studioso rigoroso e appassionato delle correnti radicali dell’Illuminismo francese e impegnato nella ricerca filosofica sia delle ideologie contemporanee che degli autori francesi del Settecento , docente di Storia delle filosofia presso l’ateneo di Salerno, ha lasciato tra le sue carte questa raccolta di poesie dattiloscritte , rilegate , complete di titolo , indice e nota biobibliografica.
“Ho chiesto l’altro giorno a un radarista,
che osserva attento il cielo sullo schermo,
se mai non si sia offerto alla sua vista
un dio pronto a salvare il mondo infermo.
Ridendo ha detto : - Che ti salta in mente?
La tua domanda è quella di un demente-.
Ma scruta sempre il cielo il cuore mio
pur disperando di vedervi un dio .”
Non c’è in queste pagine un addio oscurato dalle ombre della nostalgia , o la memoria dei tempi trascorsi tra gli sguardi che potrebbero apparire superflui , ma un caldo caleidoscopio dai significati luccicanti e melodiosi , incisi con vibrazioni psicologiche consapevoli , nel dettato pulito ed armonioso che il verso racconta senza retorica e senza paure. Si percepisce un contatto profondo , una immedesimazione che lacera ogni forma di esperienza oltrepassando i limiti del già detto e del non dicibile.
Le ragioni del cuore diventano un emblema musicale che ha rintocchi nello spazio riservato ai sentimenti , alle illusioni , alle memorie , alla preghiera, alle suggestioni della quiete , e perché non a qualche gioco impertinente tra le pieghe della carne.
“Le tue cosce si schiudevano
come nivee pareti tondeggianti
d’alta valle montana
nel rosa delicato del tramonto.
Al fondo,
un nero boschetto arruffato,
tra le rive opposte e disperanti
del ricordo e dell’attesa,
l’abisso luminoso dell’oblio.”
L’immediatezza del messaggio coglie l’attimo breve , la fugacità della gioiosa sorpresa , il tocco delle pulsazioni , e diviene frizzante atmosfera tra le profonde metafore dell’uomo , la precarietà esistenziale del vissuto , la nitida e variegata scorrevolezza della quotidianità.
*
ANTONIO SPAGNUOLO

giovedì 21 dicembre 2017

SEGNALAZIONE VOLUMI =SALVATORE ANZALONE

Salvatore Anzalone - "Geografia di sguardi" - Ed. Robin 2017 - pagg.120 - € 14,00 -
*
A fior di sospensioni un viaggio attraverso luoghi , città , paesaggi , illuminazioni ci introduce pagina dopo pagina in un coloratissimo tessuto di visioni , a tratti impreviste , a tratti precise e dettagliate , tali da offrire le capacità pittoriche di un quadro . L’ eco che sussurra il sogno sembra essere il filo sottile che il poeta cuce e ricuce nel sorprendersi tra il fulgore dello sguardo e il docile planare dei contrasti , quando il suo peregrinare si ferma e sottovoce sussurra meraviglie , come la pioggia che cade sul ciglio accaldato e sorprende per la sua morbida presenza. Il desiderio di partecipare apre ad uno stile composto ed originale nel campionario variegato delle mille angolazioni che si propongono alle miniature. Qui la poesia è trasposizione della partecipazione agli incanti e alle malinconie che intendono incidere nelle proposte degli scatti , delle grazie gestuali , delle invenzioni vagamente sottese alla parola , al pensiero , all’incanto .
L’emblema romantico che una poesia cerca di percepire nel comporsi è oggi un gesto ascensionale che sale a cristallizzarsi nelle angolature , nei tondi perfetti che la razionalità dovrebbe lenire, incarnando qualche genere musicale che dalla improvvisazione ordinata inclina all’ascolto , nel tempo delle pulsazioni, fatte di ritmo , sonorità , fraseggio , intonazione , o ancora affabulazione tra la forma e il progetto segnato dalla traccia , che dura finché vibra. Il confronto estetico ha il modello della autenticità , che costituirebbe il problema dell’arte come oggetto di ciò che è posto nello stile delle idee, per quel che di nuovo potrebbe interessare la scrittura. L’oggetto è puramente intellettuale, ipotetico, irrimediabilmente contaminato dal giudizio sul bello, e la poesia necessita di una sua propria autenticità che sia il risultato dell’espressione manifesta e significativa.
A volo d’uccello dai portici di muffa di Bologna, che accoglie umida di pioggia , alle acque scintillanti di Mergellina , per una Napoli tutta da godere. Dagli oleandri che dividono il cielo di Palermo al soffio della brezza , all’azzurro di Lipari , con la baia folgorante. Dai silenzi che trascinano pensieri di Salina alle arrotolate alghe di Lampedusa . Dalle nostalgiche rondini di Cracovia alle chiese coronate dal sole di Madrid. Dalle nostalgie di Amalfi alle vette , alle valli , alle praterie del Brennero. Dall’onda impetuosa dello stretto alle luci traverse di Lucca. Dal mormorio di Malaga alle voci di San Giovanni in Laterano. Versi che appartengono al sussurro , al segreto senso delle meraviglie che il viaggio offre alle avventure di un cantore.
Il quadro è tutto rappresentato da una delicata sensualità, che sembra rimandare , per il suo stile , alle scelte di una natura ancora da scoprire , ove la bellezza si fonde con la polvere e il vento , o l’impatto risuona di incredulità e sospensioni. Anche quando dilegua l’armonia creata dal panorama ecco che il contatto suscita affanno e perplessità per una realtà imprevista. ----“Borgo di Roma sacrale” – San Giovanni in Laterano/ cinque navate di bellezza/ e un fascino a perdifiato;/ dalla parte opposta della strada/ con le mani attaccate agli zigomi/ ad alta voce urlava/ il nome di sua madre/ un bimbo con la maglietta sporca,/ suo fratello più grande, capelli unti,/ chiedeva con occhi birichini/ carità.---
Alcuni frammenti oscillano fra le immagini , cercando il sorriso di una compagna che si intravede tra le riga , nella coerenza di trasparenze che conquistano spazi e vigore , anche nell’ascoltare “discorsi ingombranti e con uno slancio abbracci indefiniti, senza parlare”. La donna non viene incisa nei versi con i dettagli della presenza , ma essa appare e non appare , come un’ ombra determinata che dipinge “sconosciuti domani”. Custodisce la figura sussurri lievi rinchiudendo quell’istante che il cielo risolve.
Muovendosi asciutte e scabre le pagine di Anzalone conquistano gli accenti , e le scene dispongono di una partecipazione al movimento che diventa racconto ed abbraccio , tratteggio dalle linee limpide e apparizione per sorprese. “Un ronzio di api accerchia/ un roseto fiorito e piccole finestre/ si aprono sulla valle chiusa a imbuto,/ arriva l'odore di salvia e lavanda/ e gli archi tra le porte abbracciandosi/ trattengono la gioia di un padre/ che bacia suo figlio, tornato dal servizio militare.”
Qui non abbiamo problemi filosofici da sciogliere o indicazioni metafisiche da sottoporre a giudizio, ma rincorriamo una panoramica squisitamente elementare , realizzata nella semplicità del dettato , ove il discorso poetico ha la sua cromatica architettura in un equilibrio che consente ampio dispiegamento dei dettagli , tenuti insieme dal carattere tridimensionale della scrittura stessa.- La poesia di Anzalone , nella dimensione della ricerca e nei tentativi di elaborazione di una forma personale compensata dalla cultura, è fedele ad un linguaggio spoglio da ermetismi , saldamente ancorato alla migliore tradizione novecentesca , in quella tensione che trae origine dal passato per proiettarsi rapidamente nel futuro , sereno e lucido. E non è poca cosa in un’epoca segnata da fretta, superficialità , approssimazione, disincanto , assenza di ideali , il cercare di recuperare un’attitudine sperimentale capace di utilizzare e variare i codici espressivi, senza trascurare contenuti . ---
*
ANTONIO SPAGNUOLO



martedì 19 dicembre 2017

POESIA = RAFFAELE PIAZZA



"Alessia tra aranci e limoni"

Giardino della villa di Mirta
per Alessia nel cogliere un’arancia.
Gesto invernale per ragazza Alessia
di profondità incredibile, sorgivo
tassello del mosaico della vita
e di natura..
E sta infinitamente Alessia nel freddo
a spargere la fragola sul bordo
dell’entrata nella casa fino a del
riposo il letto nella calcinata camera.
E Mirta felice per Alessia
che non sarà lasciata le dà spago
per accensioni di risate con aneddoti.
Da decriptare il tempo fino
all’ora blu dell’attimo e delle
fotografie.
*

"Alessia e Mirta nell’albereto"

Albereto di abeti argentati
per Alessia e Mirta nel
proseguire la vita. Leggera
tinta degli aghi – foglie
per ad ogni passo di ragazze
redenzioni. Si stempera
dell’infinito il cobalto
ad accadere pioggia da
raccogliere in secchi di
fortuna per specchiarvi
i volti. Ride Alessia
come una donna e bella
si fa la strada dal nero
degli occhi di Mirta
illuminata e ci sarà
di ceste di fortuna
raccolto. Mirta accarezza
Alessia sulla guancia...
*

"Alessia e il ventisei dicembre"

Mattinale incanto per ragazza
Alessia nel contemplare l’azzurrità
a entrare dagli occhi fino all’anima
se pure la nuvolaglia ne ricopre
gran parte nel sembiante dell’alba
sinuoso. E crede Alessia in quella
tinta e che dietro c’è Dio.
Sospensione della vita, giorno
di festa infinita, riposo nel ripassare
la storia per l’interrogazione
(domani scuola). Nel risveglio
Alessia ha l’ansia di sentirsi
infinita e il telefonino squilla
per un altro ti amo!!!
*

"Natale 2017 di Alessia"

Seguono la vigilia di letizia
verde ore nel trasfigurarsi
di Alessia allo specchio il viso.
Attimo che ferma il tempo poi
nel fare l’amore con Giovanni
senza generare per Alessia
fragola vestita per la vita.
Festa di nascita tra di Natale
candidi nei bar gli alberi
e attende Alessia gli occhi
di lui a coglierla pari a una
ninfa nella radura del letto
e ci sarà raccolto. Incanto
a piene mani in una duale
preghiera per Alessia.
*

"Alessia nel freddo prenatalizio"

Verrà Natale (un rito consumistico)
pensa Alessia fragola vestita per la vita.
Ansia a pervaderla ragazza Alessia
(deve telefonare Giovanni).
E la consistenza del freddo a entrare
nelle fibre di Alessia fino all’anima
di 18 grammi e stellarla pari ad amuleto
o preghiera che il telefonino squilli.
E viene il suono e prima che Alessia
dica pronto lui dice: ti amo!!!
Così Alessia finisce ad amare
il freddo controcampo dell’amore
a 16 anni ma della morte più forte.
*

"Alessia trova pace"

Nella linea – confine
cielo - mare nell’entrare
negli occhi e poi toccare di
18 grammi l’anima trova
pace Alessia rosatramonto
vestita per la vita. Il giorno
ha avuto una genesi d’aurora
e poi serenamente il tempo
a passare nel volo dei gabbiani
da seguire per gioco delle
tinte tra le nuvole grandiose
dalle silhouette di cavalli
e fragole da cogliere
in quella celeste e bianca
natura Alessia nel migrare
serale dei pensieri fino
al mare della lunare
tranquillità duale per
l’amore con Giovanni.
*
Raffaele Piazza

SEGNALAZIONE RIVISTA = FERMENTI

FERMENTI - Numero . 246, anno XLVI (2017)
NUMERO DA COLLEZIONE -
*
PERIODICO A CARATTERE CULTURALE, INFORMATIVO, D’ATTUALITÀ E COSTUME
ferm99@iol.it – fermenti-editrice.it – facebook.com/fermentieditrice – twitter.com/fermentiedit
*
CONTEMPORANEA
7 di Velio Carratoni
LA CRITICA LETTERARIA OGGI IN ITALIA - Ottava parte
12 Annotazioni a margine dei buoni talenti di una scrittura di lavoro dei frammenti
di Marcello Carlino
23 La ripresa dell’antagonismo e il linguaggio “anti” dell’Antigruppo
di Antonino Contiliano
40 Per un’analisi delle narrazioni in seconda persona
Su Michel Butor e Italo Calvino
di Elisa Caporiccio
60 La poesia e l’“aura fritta”
di Francesco Muzzioli
66 Il colonialismo ne La Tempesta di Shakespeare
di Giovanna Scatena
BLOC NOTES
81 di Gualberto Alvino
SAGGISTICA
118 Dei doveri del giovane Clemente Rèbora
di Mirco Ballabene
130 Il mio mondo è come un beat - Su Fernanda Pivano
132 Ciò che non dice la letteratura
lo dicono i suoi scarti - Su Giuseppe Marcenaro
133 Quello che resta da fare ai poeti - Su Umberto Saba
di Sergio D’Amaro
135 Un tradizionalista d’avanguardia: Paolo Volponi e «Il lanciatore di giavellotto»
di Ermes Dorigo
141 Alessandro o della verità - Su Arno Schmidt di Giovanni Baldaccini
147 Due parole sul tempo perduto: Deleuze e Proust di G. B.
DIRITTO
151 Ragione e fede. Ferrajoli, Magistratura Democratica e la teoria assiomatizzata del diritto
di Alberto Artosi

PARLAR FRANCO a cura di Gualtiero De Santi
160 Lo Zavattini luzzarese in castigliano di G. D. S.
161 Sebastiano Burgaretta: la poesia tra umanità e mistero di Dio di Renato Pennisi
164 Il profumo del miele in Guerra di G. D. S. 166 Fellini, le radici del dialetto di G. D. S. MUSICA
168 L’antirubeum
di Bernardo Pieri
175 Musica e Social Network: cosa vuol dire essere musicisti nell’era di Facebook, Twitter e Instagram di Giulia Dettori Monna
RIEVOCAZIONI
177 Lunetta… un anziano giovanotto del secolo scorso
di Velio Carratoni e Stefano Lanuzza
RIPROPOSTE
179 Michele Pierri poeta appartato ma sociale
di Maurizio Nocera
PERFORMANCE ART
188 Poetry is a gun
Per Sarenco
di Giovanni Fontana
POESIA
213 La lentezza, i roghi, le stelle
di Domenico Cara
214 Poesie da Edeniche
di Flavio Ermini
220 Tre poesie inedite
di Ariodante Marianni
221 Poesie da Videoclip
di Mario Rondi
223 Urbani smarrimenti
di Eleonora Bellini
224 L’intellettuale da asporto
di Canio Mancuso
229 Stort Art
di Bruno Conte
NARRATIVA
230 Di un Dicembre prima della guerra
di Piero Sanavio
245 Miracle Art
di Bruno Conte

246 Il maestro artefatto
di B. C.
249 Torpore sfigato
di Velio Carratoni
254 Racconti
di Antòn Pasterius
272 Fumo. Forse
di Gemma Forti
ARTE
275 Buchi neri
con interventi di Bruno Corà, Valentino Catricalà
di Michele Cossyro
278 Segni vaganti
di Salvatore Giunta
280 Altre realtà
di Michele De Luca
283 Maurizia Sala o la serialità dell’umano
di Vincenzo Guarracino
286 One more jump Su Giovanni Fontana di Piero Varroni
289 Il misticismo di Tamara de Lempicka
di Gabriella Colletti
CINEMA
Effetto Notte
296 Espinosa, o del “cine imperfecto”
300 La stanza rossa di Ingmar Bergman
a cura di Gualtiero De Santi
306 Giorgio Arlorio, la sceneggiatura cinematografica
di Maria Lenti
TEATRO
309 La Rivoluzione volante
di Marco Palladini
TRADUZIONI
323 Poesia neogreca a cura di Crescenzio Sangiglio
Su Vassìlis Amanatidis, Ignatios Chuvardàs, Vassilis Dimitrakos, Alexis Màinas, Andonis Perandonakis, Spiros Therianòs
341 Dieci poeti colombiani a cura di Emilio Coco
Su Miguel Méndez Camacho, Juan Manuel Roca, William Ospina, Claramercedes Arango, John Galán Casanova, Federico Díaz Granados. Lucía Estrada, Andrea Cote,
Santiago Espinosa, María Gómez Lara

BIBLIO/CARAVAN
382 di Velio Carratoni
Su Annamaria Andreoli, Più che l’amore. Eleonora Duse e Gabriele D’Annunzio; Alfonso Gatto, Pensieri; Enrico Letta, Contro venti e maree. Idee sull’Europa e sull’Italia; Ludovico Ortona, La svolta di Francesco Cossiga. Diario del settennato (1985-1992); Franco Recanatesi, La mattina andavamo in Piazza Indipendenza. La nascita de “la Repubblica”; Flavio Fusi, Cronache infe- deli; Gaetano Savatteri, Non c’è più la Sicilia di una volta
BIBLO/SOUND
392 di Gemma Forti
Su Georges Minois, Il prete e il medico. Fra religione scienza e coscienza; Peter Decherney,
Hollywood; Andre Dubus, Voli separati
RECENSIONI
395 L’immaginazione materiale di Rosa Gallitelli di Gualtiero De Santi
397 La ricezione internazionale di Pasolini di G.D.S.
401 Un intellettuale al di fuori di ogni regola
Su Orio Rossetti
di Grazia Bravetti Magnoni
404 Prova d’inchiostro e altri sonetti di Mariano Bàino, o della filosofia dell’ecfrasi di Marcello Carlino
407 Gor’kij in versi di M.C.
409 Un antibreviario del caos
di Gualtiero De Santi
411 La poesia “pungente” di Gemma Forti
di Francesco Muzzioli
414 Voci mute di un passato presente - Su Rodolfo Di Biasio di Sergio D’Amaro 415 Negli scatti di Agnese c’è il meglio degli anni ’70 - Su Agnese De Donato di S.D’A. 417 Corrado Stajano, il Figlio della Lupa che
diventò ragazzo grazie alla storia di S.D’A.
419 Recensione di Stefano Panzarasa
su E. Bellini
PASTONE
a cura di Marzio Pieri
421 Le campane di Pekino
446 Coda caudillo codicilli chiose 459 Piccole metafisiche dell’ombra
Su Roberto Rossi Precerutti
464 Plurime sfumature /( o) parvenze di nero
Su Michele De Luca 468 Nil sine Callas 472 Appunti

INSERTO FONDAZIONE PIAZZOLLA
ARCHIVIO
477 Per Govoni Roma fu un Calvario
di Marino Piazzolla
481 Alcuni interventi su Marino Piazzolla: C. Govoni, J. P. Sartre, G. Caproni
RECENSIONI
482 Il mito nudo e la poetica del grande stile: Le ancelle della regina Mab di Giorgio Bàrberi Squarotti
484 Un Novecento di letteratura in dismisura
Su ’900 Out. Scrittori italiani irregolari di Stefano Lanuzza
di Marcello Carlino
MANIFESTAZIONI
487 CASTELBELLINARTE - 21 Maggio 2017
Giornata di studi “Leopardi tra poesia e filosofia
Introduzione di V. Carratoni
491 Presentazione Rivista “Fermenti” n. 245 del 15 Marzo 2017
493 Presentazione Rivista “Fermenti” n. 245 del 9 Maggio 2017
495 Incontro a S. Ferdinando di Puglia del 9 Agosto 2017
496 Presentazione della mostra “Le distanze tra i filari” di Cristina Messora Letture brani di Marino Piazzolla da Letro de la Famo Baujo e Moi, l’inutile Intervento di Andrea Carnevali
498 Volumi pubblicati in collaborazione con la Fondazione Piazzolla 504 Audio e video pubblicati sul sito www.fondazionemarinopiazzolla.it
508 Note biografiche

All’interno, riproduzioni artistiche di: C. Budetta, B. Conte, M. Cossyro, M. De Luca,
G. Fontana, S. Giunta, C. Messora, U.L. Ronco, M. Sala.
“Fermenti” è disponibile per l’acquisto anche in versione digitale. consulta il nostro sito per maggiori inFormazioni: www.Fermenti-editrice.it

domenica 17 dicembre 2017

SEGNALAZIONE VOLUMI = CATIA SIMONE

Catia Simone : “L’amore è una verità” (che non si può trascurare) – Ed. Oèdipus – 2017 – pagg. 56 - € 11,50
“La fine di un matrimonio. Questo è il soggetto dell’ultimo lavoro poetico di Catia Simone. – scrive Lorena Viganò nella postfazione- L’analisi di una convivenza. Un’indagine introspettiva sul sentimento che univa queste due persone attraverso la quotidianità, le abitudini , i contrasti; ma anche quei attraverso momenti di intimità, di gioia e di vita sociale trascorsi insieme e che sono alla base di questa narrazione poetica su cui vertono i ricordi di una donna che racconta cosa è diventata la sua vita dopo l’abbandono…”
Si alternano , in questo delicato ed elegante volumetto , le pagine , una di poesia ed una di prosa , quasi a tentare con la scrittura il ricamo della casualità che illude , il tessuto del tempo che scorre veloce , lasciando tracce indelebili e lampi incisivi. Alcune poesie sembrano fotogrammi improvvisi scattati nei momenti di angoscia o di sconforto , un riflesso aspro e sincero della provvisorietà : “Mi specchio nell’acciaio/ e nel lucido riflesso/ io vedo un’altra donna/ l’alternativa al cesso./ Sono alta quanto una modella/ la gamba è lunga/ la faccia storta finalmente bella/ e la mutanda sembra quasi un tanga./ Dietro, oltre lo sportello/ raffredda il mio coltello./ La piaga è solo il mio appetito/ quel maledetto dito in bocca/ sporco di gelato e zenzero candito.”
Il contatto profondo con la solitudine lacera la quotidianità e costringe momenti di ribellione nella incontenibile esigenza di esprimersi, richiamano verso dopo verso la pienezza dell’essere e della appassionata testimonianza di una esperienza ancora scottante. Difficile ritrovare un mondo che ha lievitato l’amore fuori dai confini , mentre la realtà improvvisamente ha trascinato nella sua corrente onnivora le nostalgie e le promesse. I giorni caduti nel ricordo vengono sfiorati dai versi e dalle parole come in un racconto , mentre gli oggetti , i ninnoli , le coltri , le mura , diventano piano piano schiuma dietro un amore ormai non più corrisposto. Poesia dal linguaggio ricercato , pensieri dal ricamo dell’offerta.
*
ANTONIO SPAGNUOLO

venerdì 15 dicembre 2017

POESIA = GIORGIO STELLA




FOSSA COMUNE


Per Giordano Sermoneta
I

Cedro di latta che cuci
La pelle il gemello
Caino è al fianco del
Grembo maschio
E piano il sesto
Del primo senso

II

Apri fiore a croce
La croce del fiore
In croce al fiore
Di Santo chiudi
Il rossetto
Nello smalto

III

Nudi e piani i battiti delle
Ali e i muri di terra misuri
A muta di trincea questa
Pura e sangue miseria
Tre occhi e un busto
Per saldare

IV

Olio d’origine mi stufi la cantina
E i burattini sanno di
Anfore a merletto fino che Dio
Decida il nido
D’oro nell’arco del tiro nostro
Signore

V

Vuoto chiuso dal pieno
Vetro di fuoco d’un
Tempo veleno a cuore
Aperto la volontaria
Colomba dell’est

VI

Putti mi maschi
La latrina gemella
Allo spago del nuoto
Quel rogo che appare
E scompare come il
Circo delle alate
Sirene rosse
Di croce

VII

L’oppio ma mai sia lodato
Il tamburo dell’elastico
A catena di nessuna terra
Cammini assieme a lei
Ti porta al ballo turco
Del bagno malato
Da reti di pesca di clausura
La Messa mi Santa

VIII

Beve la culla d’avorio
Si ninna la nanna e
Poi di baci un pianto
Si destra a sinistra –
Quanto quando
In tutto questo

IX

Giro di giglio si latta
La breve durata
A minima presa di
Mira la stilla e
Versa e seta contro
Il vetro contro-mosso

X

Si giace la sera Dio
Canti cristici diurni
Di passaggi di mani
In preghiera l’anima
Gemella allo Spirito
Santo
*

Giorgio Stella

giovedì 14 dicembre 2017

SEGNALAZIONE VOLUMI = GIANFRANCO ISETTA

Gianfranco Isetta – Gigli a colazione
puntoacapo Editrice – Pasturana (Al) – 2017 – pag. 67 - € 12,00


Gianfranco Isetta è nato a Castelnuovo Scrivia (Al) nel 1949. Laureato in Statistica presso l’Università Cattolica di Milano, è stato per dieci anni sindaco di Castelnuovo, promuovendo il Centro Internazionale di Studi “Matteo Bandello”. Ha pubblicato numerose raccolte di poesia e ha vinto vari premi.
Gigli a colazione è una raccolta non scandita che, per la sua unitarietà stilistica e contenutistica, potrebbe essere considerata un poemetto.
Il libro presenta una postfazione di Ivan Fedeli ricca di acribia.
È il poeta stesso in un breve frammento situato prima dei componimenti a svelarci l’etimo, le intenzioni del suo testo poetico.
Scrive Isetta, riferendosi al titolo dell’opera: - “Perché questi testi sono stati proposti ad amici lettori al mattino, all’ora di colazione, con la segreta ambizione di offrire versi puri e puliti come i bianchi gigli in fiore” -.
Del tutto antilirica e anti elegiaca la poetica dell’autore, intrisa invece di una vena intellettualistica e riflessiva.
Le parole sono dette con urgenza e tramano tessuti linguistici intensi e affascinanti caratterizzati da una forte densità metaforica e sinestesica che produce segrete illuminazioni.
In Gigli a colazione il Nostro dimostra una coscienza letteraria notevole e riesce a creare un senso di sospensione nell’adoperare uno stile assertivo ed epigrammatico attraverso uno scarto poetico molto elevato.
Nel leggerli sembra di affondare nei componimenti che, tuttavia, non sfiorano nemmeno la forma alogica e quella anarchica.
Sembra d’intravedere e intendere una vena surrealistica in questo poiein e Isetta, attraverso una vaga linearità dell’incanto arriva al dono del turbamento attraverso immagini scattanti, leggere e icastiche.
Anche un senso di mistero sembra pervadere le composizioni di Gianfranco, elemento prodotto da una vaga bellezza nell’assemblaggio delle parole che fluiscono in periodi brevi.
Per esempio in Il cielo e le pareti l’autore descrive un incontro con un “tu” del quale ogni riferimento resta taciuto: - “… /Ora tu entri e quella porta s’apre/al vuoto, per il silenzio che chiede/Scrutavo il tempo al fondo della piazza- …/.
L’autore ci rivela qui che siamo sotto specie umana per dirla con Mario Luzi e che siamo inevitabilmente nel cronotopo quando il tempo stesso diviene visibile al fondo di una non precisata piazza
Se in poesia tutto è presunto le poesie del libro presentano tutte una forte dose d’ipersegno e sembra che il poeta, partendo dai sensi, ci fornisca quelle sensazioni che ognuno di ognuno di noi ha provato ma che non eravamo mai riuscito ad esprimere in parole.
Anche una natura molto rarefatta è presente nei versi di Isetta e vengono detti il cielo, il vento e varie specie vegetali che divengono simboli e metafore di una vita che merita di essere vissuta in pieno e con attenzione per cui il poeta diviene un feticista del quotidiano

Raffaele Piazza

martedì 12 dicembre 2017

SEGNALAZIONE VOLUMI = ANTON PASTERIUS

Antòn Pasterius – "Blasfemie concettuali e aforismi"-- Fermenti Editrice – Roma – 2017 – pag. 147 - € 18,00

Il moldavo Antòn Pasterius, oggi ottuagenario, si trasferisce giovanissimo in Francia dove svilupperà i suoi polimorfi interessi. Nel 2007 pubblica la sua prima raccolta di poesie, L’amore dentro. L’immagine in copertina è dell’Autore. Altre sillogi poetiche sono inserite in varie antologie. Nel 2009 esce il romanzo L’attesa e l’ascolto. L’attività irriverente del poeta – aforista trova la sua concretizzazione nel volume Parole lesse e connesse, 2012. Nel 2013 viene pubblicato 3 d’union, nel quale l’A si è aggiunto con un gruppo di poesie e due racconti alla validissima coppia di amici Luciana Riommi e Giovanni Baldaccini, dando vita ad un volume particolarmente interessante. Segue la pubblicazione del romanzo Le vicissitudini della libertà, 2015, mentre è del 2016 la raccolta di racconti Nove pazzi facili. Tutti i libri del Nostro sono pubblicati con Fermenti Editrice. Ha scritto anche per il cinema e per il teatro e svolge in parallelo un’intensa attività nell’ambito dell’arte figurativa.
Blasfemie concettuali e aforismi mostra in copertina l’opera pittorica dello stesso Pasterius La bagarre, 2017, tecnica mista, che rappresenta linee curve in dinamico ondeggiare. L’immagine per questo movimento s’intona al discorso aforismatico.
È un libro che si può considerare in continuum con la precedente raccolta di aforismi dell’autore, Parole lesse e connesse comparsa nel 2012; presenta un’esauriente prefazione di Antonino Lo Cascio che è anche Traduttore dal francese e Curatore.
Come leggiamo nella scheda il volume è destinato ad un pubblico che ama riflettere su massime e pensieri, ora dolci, amari, scoppiettanti, saggi, etc, per chi su tutto indaga, strombazza, irride, in nome di una sagacia schietta e irriverente, com’è il caso di Pasterius.
Contrariamente al precedente libro di aforismi, che era scandito in diciotto capitoli tematici, Blasfemie concettuali e aforismi non presenta suddivisioni. Come scrive il traduttore Lo Cascio. L’Autore, sfoderando una nuova capacità innovativa, ha voluto ometterle, lasciando questo compito al lettore, che potrà eseguire il giochetto tassonomico in modo personale o con gli amici. Si crea quindi un’interazione tra chi scrive e chi legge.
Quanto suddetto rientra nella concezione ludica della sua produzione. Per questo la pagina dell’indice appare senza indicazioni, in attesa di essere redatta.
Il testo è costituito da quattrocento aforismi di diversa estensione, con versi formati spesso da una sola parola.
I vari brani hanno un tono epigrammatico e strutturalmente sono compatti e rarefatti.
Cifra essenziale della poetica di Antòn è quella di una pronuncia mordace che può essere gioiosa, amara, nel raggiungere una marcata dose di trasgressione.
Gli aforismi sono eterogenei e toccano campi esistenziali dell’esperienza umana, dal pubblico al privato, dal sesso alla religione, dalla politica alla sociologia, dal senso del tempo che passa alla natura.
Ogni singolo brano può essere percepito come una definizione nella quale attraverso il nonsense vengono espressi i concetti. Perciò si può considerare il libro, a partire dal titolo, intriso di un certo intellettualismo e di un ottimismo di fondo, sebbene non manchino nella sua sensibilità accenni al dolore più o meno sfumati.
Sembra che Pasterius giochi con le parole, plasmando nessi attraverso sintagmi che si realizzano con accensioni e spegnimenti subitanei sempre icastici. Questi sono il frutto di una coscienza letteraria intelligente e poliedrica e di una fantasia creatrice multiforme e feconda che consente allo scrittore di non essere ripetitivo.
A proposito del titolo blasfemie si deve mettere in luce che con garbo ma anche con sarcasmo si gioca anche con il concetto di Dio.
Il poeta si diverte anche producendo allitterazioni nell’esprimere quella che potrebbe essere definita una sua filosofia del quotidiano. Pare puntare la sua cinepresa sulla realtà, restituendocela con parole provocatorie nella loro paradossalità.
Una certa carica minimalistica s’inserisce nell’esauriente discorso aperto. Le parole pronunciate con intensità, producono strutture eleganti, raffinate e ben cesellate e il tono è assertivo.
Da notare che ogni aforisma sembra costituire brevi apologhi spesso intrisi di segmenti ilari.
Anche il tema etico è affrontato quando viene detto che nel momento in cui offendiamo gli uomini dileggiamo una certa matrice che ci appartiene.
L’aspetto giocoso che ci fornisce Antòn è dato anche da una polisemia dei vocaboli e dai frequenti doppi sensi.
Il genere aforismatico è praticato attualmente nel nostro panorama in maniera abbastanza diffusa, e Pasterius in tale ambito può essere definito un suo appropriato esponente.
L’autore sa di raggiungere verità che forse solo con l’ironia si manifestano.
Inoltre è da ricordare l’onnipresente dimensione surreale del poiein, prevalente nelle appropriate dizioni.
*
Raffaele Piazza




martedì 5 dicembre 2017

SEGNALAZIONE VOLUMI = ANDREA GRANZIERO

ANDREA GRANZIERO : "INQUIETI GIARDINI" Edizioni dei leoni - 2017 - pagg.96 - € 10,00
La musica che giunge ritmata dal verso breve è un motivo dominante in queste liriche , tutte stemperate nel segno di un viaggio multicolore , attraverso giardini , paesaggi , cespugli , incantamenti , che il poeta raggiunge sia con la sua immaginazione, ricca di risvolti e richiami , sia con la memoria , pregna di palpitazioni e ricordi. "Il giardino suggerisce immagini di pace, di tranquillità. - Scrive Gian Domenico Mazzocato nella prefazione . - Il luogo del respiro, della pausa , del verde vivo primaverile, del grigio autunnale. Del rinnovamento e del declino , alba e crepuscolo. Qui l'ansia si dovrebbe placare o almeno trovare un equilibrio. E invece i giardini sono inquieti, quasi percorsi da una vibrazione segreta." Impalpabili e misteriose le brevi pause quotidiane , che ci danno il richiamo alla natura , diventando corporee e inseguibili ogni qualvolta il nostro pensiero attinge alla consapevolezza della visione. E spesso il dettato lirico scorre a ruota libera nel gioco della scrittura , tra metafora e incisione. La venatura riesce a decifrare il riandare del tempo , il ripetersi di luminosità nelle atmosfere certamente non magiche , ma incantate degli attraversamenti : "Vorrei sentirti/ nei cieli chiari/ imbevuti di azzurro/ vorrei sentirti/ nei pomeriggi lenti/ arrotolati di sonno/ vorrei sentirti/ nelle sere/ di inquietudine,/ vorrei sentirti / nelle notti/ piene di abbracci." Nostalgia e speranza hanno legami simbolici e l'ondeggiare dell'incanto rompe con impeto il silenzio .
ANTONIO SPAGNUOLO

venerdì 1 dicembre 2017

POESIA = ANTONIO SPAGNUOLO

“Vagavi”

Vagavi delicata tra le foglie d’autunno
e tra le labbra i petali di rose,
innamorata e gentile eri la ninfa
dal viaggio indefinibile.
Fra le braccia il coro incontro al mondo,
cercando di placare la sete delle ore,
l’incendio della carne,
quando la sera lo schianto della luce
tacitava armonie.
Gioco alla veglia per le mie parole,
al pari di quei tuoi sfavillii
scagliati fra i capelli , intorno al collo ,
nel mormorio perduto all’orlo della notte.
*

“Cuscino”

Per leggere di nuovo il sillabario
delle tue labbra il gioco di sorprese,
contro i fantasmi dell’insonnia
che pungono il cuscino.
Quel delicato solco disegnato
punto per punto nelle guance rosa
racconta ora la cenere di una rapida sorte:
gli attimi macinati fra la luna e l’ultimo anelito.
Senza più parole il segreto di una chiave invecchiata
interrompe ogni scena,
io prigioniero del sogno più crudele
sbrano nel vuoto tremando di illusioni.
*

ANTONIO SPAGNUOLO