giovedì 31 maggio 2012

POESIE = MARINA PIZZI

-- 29. --
con la palude negli occhi
continua il ludo di perdere la spada
nella conca di mia madre che non è arrivata
partita dall’avamposto del rantolo.
così si sceglie l’osteria del sorso
verso la gita di perdere la veglia
e il germoglio di orecchini regi.
gironzola così l’attore di cometa
quando lo sforzo è fatuo di piantagioni
ginestre di pavoni i giardini infantili
nell’aprile la quercia si fa vestale
di strani strali verso le rovine del tetro
malessere sonnambulo di grido.
al fuoco delle rondini che scappano
la malia del demonio se la ride
con l’attaccapanni impicca i poveretti.
sull’orlo della frusta ho stimato il cuore
neastro come il panico del sale
stato nella cenere per sbaglio.
*
--30.--
così si muore nel dialogo del sale
il borgo chino della bocca secca
quando felice come addobbo il gobbo
passeggia nei viottoli più ciechi.
tranquilla nella morte la madre
ha il volto diafano del consiglio
la nulla fame del singhiozzo ucciso.
incontra insieme a me la stanza vuota
il lavorio di sembrare vivi
nonostante la voglia di morire.
così è mortale la spianata d’ascia
quando l’alunna non sa la lezione
né uno scivolo appena per scappare.
in curva alla minaccia dello strapotere
resta la culla unica del fiato.
*
--31 --.
non sarà l’occaso a rovinarmi il viso
né la casta delle rovine addosso.
in fase di postura mi mancherà la madre
la bella fiaccola che era guardarla
dall’apice della gola la gioia in pianto.
l’erpice del demonio è un’acuta vergine
una risposta fatale per la botola
di non tornare a casa.
*
32. --
così si carica il mio ridanciano aspetto
questa pupilla con l’iride bianca
senza rispetto per le farfalle.
sono una gestante senza figlio
né per caso un lingotto d’oro
per i piatti della cena di natale.
sono una molecola stizzita
un pallottoliere senza colori
né eremi nascosti per la scarti.
in culla di mestizia ho curato
un angelo, pensa un po’ un angelo
protettore ammalato di impotenza
e lusinghe tramite le preghiere.
qui non c’è pace nella sarabanda
del caso, ma piange il dotto che
non sa parlare. le lunghe astenie
non sanno abbattere un caso contro
una palese ingiustizia sul fratello
accanita al guinzaglio della disputa.
si abbatte l’ardore in un fermaglio
stia zitto l’uomo che blatera risparmio
verso il costante cospetto di morire.
-- 33 --
la bisaccia della rondine non basta
a trasportarti da me. l’inguine della meridiana
inventa un amore per tramortire
le paludi. indagine corsara starti a sbirciare
per ciarlare il verbo di rincorsa
inventando la guardiola delle gioie
inesistenti e vane.
giochini di comete nei bambini ciechi
quando la bussola connette le onde
per divertire quegli occhi spaesati
riuniti sotto buio. la marea del discanto
scaturigine le nenie poverette
le turbe scure di chi piange sempre.
prestato Olimpio starti a guardare
da sotto le tenebre del fato
tanto per giocare con la terra smossa
riordinando i fiori all’insaputa del grano.
giorno notturno la spocchia del pipistrello
quando i cattivi paventano i morti
e le notturne spole delle lucciole.
l’indarno fa con me la vita nera
l’apostolo diavolesco degli sterpi
dove si fanno asole cucite per far
restare il petto aperto al vento.
*
MARINA PIZZI
( da “Cantico di stasi”)
*
Marina Pizzi è nata a Roma, dove vive, il 5-5-1955. Ha pubblicato i libri di versi: IL GIORNALE DELL'ESULE (Milano, Crocetti, 1986), GLI ANGIOLI PATRIOTI (Milano, Crocetti, 1988), ACQUERUGIOLE (Milano, Crocetti, 1990), "DARSENE IL RESPIRO” (Milano, Fondazione Corrente, 1993), LA DEVOZIONE DI STARE (Verona, Anterem, 1994), LE ARSURE (Faloppio, CO, Lieto Colle, 2004), L'ACCIUGA DELLA SERA I FUOCHI DELLA TARA (Lecce, Luca Pensa, 2006), DALLO STESSO ALTROVE (Roma, La camera verde, 2008), L’INCHINO DEL PREDONE (Piacenza, Blu di Prussia, 2009), IL SOLICELLO DEL BASTO (Roma, Fermenti, 2010), RICETTE DEL SOTTOPIATTO (Nardò, Besa, 2011).
Le plaquettes "L'impresario reo" (Tam Tam 1985) e "Un cartone per la notte" (edizione fuori commercio a cura di Fabrizio Mugnaini, 1998); "Le giostre del delta" (foglio fuori commercio a cura di Elio Grasso nella collezione “Sagittario” 2004). Sue poesie sono state tradotte in Persiano, in Inglese, in Tedesco. Numerosi e-book e collaborazioni si possono leggere on line. Ha vinto tre premi di poesia. Sul web cura i seguenti blog di poesia: Sconforti di consorte -Brindisi e cipressi - Sorprese del pane nero

martedì 29 maggio 2012

SEGNALAZIONE VOLUMI = VETROMILE

GIUSEPPE VETROMILE : “Terremerse” – silloge nel volume “Retrobottega 2 – editore CFR – 2012 - € 18,00 –
Una mitica traversata nel tempo e nelle illusioni, che realizza luminosità inaspettate e visioni multicolori, tra il lessico ricercato di chi concretizza il verso nel punto più discreto, e la traduzione del simbolismo negli angoli chiari della metafora. Vetromile si conferma ottimo artefice del ritmo , con l’armonia lunga della stesura e la straordinaria forza plastica delle immagini. Egli offre una maturità poetica percepibilissima per la sua profonda suggestione e per quella tensione che mantiene sospensioni e rimbalzi del linguaggio. Molte figurazioni incidono nel sospiro : “S’apre il vespro a ventaglio sulle gelide stelle / equidistanti dalla mia bassezza. E’ tempo…” verso orizzonti che il lettore immagina e rincorre. Così la scelta calibrata dei vocaboli testimonia gestazioni emblematiche, che si combinano e si manifestano in una scrittura individuale del tutto originale.
ANTONIO SPAGNUOLO ---

NOTIZIE = RIVISTE

SOGLIE – rivista quadrimestrale di poesia e critica letteraria –
Anno XIII – n° 2 – agosto 2011 –
Sommario :
- Testi poetici -
Elena Salibra : A colloqui con GiampieroNeri
Giampiero Neri : Il professor Fumagalli e altre figure
Crescenzio Sangiglio : Poesia greca del 2000
Renzo Francescotti : Estetica mente
Renzo Gherardini : Chi guardi , Flora
- Saggi –
Silvia Morotti : La modernità è lontana : Firenze, Roma e Parigi nella poesia di Soffici
Dalila Colucci : La memoria e l’ossario : rivisitazione del modello montaliano in una poesia
Di Goffredo Parise
- Recensioni –
Sauro Damiani : Trinità dell’esodo di Eugenio De Signoribus
Francesca Luppichini : Dedalo di Luciana de Bernart
Silvia Morotti : Affari di cuore di Paolo Ruffilli
Silvia Morotti : Canti dell’abbandono di Carlo Carabba
Sauro Damiani : Poesia presente a cura di Francesco Napoli
- Poesie ricevute –
*
Riferimento : Alberto Armellin – via vecchia Fiorentina, 272 – 56023 Badia (Pisa)

venerdì 25 maggio 2012

POESIE = EUGENIO REBECCHI

ACQUIDO --

Ruminìo di trascorsi recenti.
Allaga gli occhi
la memoria del mare.
*

STREGONI INQUIETI –

Fusione di umori, la gioia negli occhi.
Ho visto apparire ricami di luce sulla strada d'autunno.
C'era la pioggia a inzuppare il percorso.
L'unione, la materia, la voglia d'infinito.
Il colore, il suono, un urlo prolungato.
Vapori, essenze, sapori ripartiti.
Avverto sentore di gelsomino nell'aria della sera
che s'affaccia sulla marina anconetana.
Passeggia nel cielo una luna girovaga,
vagabonda notturna in cerca di stregoni inquieti.
Poi, una traccia chiara a nord est dei pensieri;
evidente, sul mare, una luminosità provocata.
A conferma.
*

UN OTTAVO DI LUNA --

Vago squarcio di cielo
effetto blu.
Il mare è lontananza
assenza d'acqua
insipidezza
prosciugata distesa d'orizzonte.

Lacrime luminose le stelle
a sera
pianto silenzioso
d'universo triste.

Neppure un ottavo di luna
a consigliare il poeta.
*
EUGENIO REBECCHI
*
Eugenio Rebecchi è nato a Roma nel 1947. Vive ed opera a Piacenza da oltre quarant'anni. Ha pubblicato poche raccolte di poesia diluendole nel tempo. Nel 1992 ha fondato la casa editrice Blu di Prussia che ha particolare riguardo per la poesia e la narrativa.

NOTIZIE = RIVISTE

NUOVO CONTRAPPUNTO - Trimestrale di poesia e arte –
Anno XXI – n° 2 – Aprile – giugno 2012 –
Sommario :
- Poesie di :
Giuseppe Rosato
Dante Maffia
Antonio Spagnuolo
Renzo Francescotti
Umberto Vicaretti
Giangiacomo Amoretti
Carmelo Pirrera
Gianni Rescigno
Anna Ventura
Giovanni Chiellino
Riccardo Bertolotti
Maria Rosaria Acri Borello
Walter Von Der Vogelweide
Thomas Stearns Eliot
- Recensioni
a firma di : Elio Andriuoli , Silvano Demarchi, Liliana Porro Andriuoli.
Riferimento : Elio Andriuoli – via Amalfi 6 / 8 – 16146 – Genova -

giovedì 24 maggio 2012

POESIE = ALFONSO LENTINI


PRENDO IL CIELO ----
copio il cielo e lo incollo
prendo il cielo e lo accendo
lo riappendo sui tetti
copro i letti col cielo
ne rivelo sostanza

vesto il cielo di nomi
vibro sberle alle stelle
bagno il cielo col vino
con la lingua lo acceco
con le dita lo premo
sono verbo remoto
faccio a pugni col vuoto

sbaglio tutti gli accenti
sporgo i denti e la bocca
fiocca neve sul ghiaccio
faccio a pugni col vento
tento uscite segrete
spingo forte col petto
con le cosce coi pugni
sogni spremo dai denti

il mio nome è scrittura
è frattura nel cranio
sono armadio in attesa
di aspirarti nel buio
sono radio che dice
sono attrice che dorme
voce e orme di lupo
spengo il cielo e lo annuso
spingo forte in avanti

copio il cielo e lo incollo
sono anguilla che ride
spingo il cielo in avanti
disconnetto le dita
vedo il lampo e lo scrivo
vedo il vento e lo detto
faccio a pugni col cielo
sono un angolo retto

scrivo il cielo e lo azzanno
lo rivolto e lo piego
spiego a tutti che è falso
palpo il cielo e lo graffio
soffio forte e lo svelo
lo sollevo dai prati
prendo un lembo poi l’altro
lo rivesto di voci
lo ricalco e lo imprimo
lo riascolto nel vento
tento un volo planato
lo cancello e lo sento

copio il cielo e lo incollo
lo cancello e riscrivo
lo comprimo in un file
premo un tasto e lo invio
prendo il cielo e lo taggo
lo commento lo leggo
condivido l’account
lo rinomino in fretta
lo cancello lo sogno
lo traduco in bisogno

sbaglio tutti gli accenti
sono scheggia di rosso
grosso insetto su un fiore
sono amore illegale
donna ignuda nel bosco

prendo il cielo e lo accendo
il mio nome è rincorsa
scritto sotto il tuo tacco
il mio nome è distanza
è un affresco di Giotto
che galoppa nel tempo

sono ammasso stellare
il mio nome è barbaglio
è bramire è latrare
è graffiare è parlare
il mio nome è squittire
nella notte in cantina
il mio nome è ingoiare
rosicchiare la notte
deglutire la luna
è nessuna sostanza
il mio nome è lacuna

prendo il cielo e lo sfondo
lo distendo sul prato
lo riaggancio alle braccia
lo riannodo ai tuoi fianchi
lo rammendo lo cucio
lo strofino sul seno

spremo dita dal cielo
spremo stelle dal buio
sposto il cielo in avanti
lo raccolgo lo ingoio
lo racconto ai serpenti

prendo il cielo a sassate
lo circondo di ciglia
prendo il cielo e lo lecco
gli carezzo le spalle
rubo il cielo e lo ascolto
lo riassumo in un volto

il mio nome è immigrato
il mio nome è ferita
è gheriglio di noce
sono croce nel vento
sono sabbia e paura
il mio nome è figura
il mio nome è universo

nelle labbra del cielo
cerco spicchi di cielo
trovo tetti e pareti
lo allontano lo piego
piego il cielo e lo brucio
lo ricopro di spine
lo incateno alle vene

sono voce frontale
copio il cielo e lo scrivo
sono in cima alla luce
sono nervo facciale
il mio nome è illegale

il mio nome è illegale
è pedale che slitta
sono donna di strada
spada e luce di labbra
sono morso e sconfitta

sei l’essenza del nuoto
foto mossa e sfocata
grata ornata d’argento
sono accento straniero
nero ordigno nascosto
dentro a un cesto di pane

vedo un cielo nel cielo
che si immilla si inarca
vedo un’arca lucente
sono niente di niente

copro il cielo di sassi
lo cospargo di labbra
lo perforo con spilli
lo nascondo in cantina

sono moto da luogo
rogo giallo di foglie
figlia e moglie del vento
sono madre dell’acqua
della terra sorella
sono amica del fuoco
sento il peso del vuoto

il mio nome è illegale
sono libro interrotto
sono azoto disperso
capoverso dissolto
sono sotto la luna
il mio nome è lacuna
il mio nome è universo.
*
ALFONSO LENTINI –
*
Alfonso Lentini, è nato a Favara (AG) nel 1951. Vive a Belluno dove opera nel campo della scrittura, delle arti visive e della ricerca verbo-visuale.
Nelle sue numerose mostre e installazioni in Italia e all’estero propone opere basate sulla valorizzazione della parola nella sua dimensione materiale e gestuale.
Fra i suoi libri: L’arrivo dello spirito (racconti, con Carola Susani, Perap, Palermo 1991), il romanzo-saggio La chiave dell’incanto (Pungitopo, 1997), il testo poetico Mio minimo oceano di croci (Anterem, 2000), Piccolo inventario degli specchi (Stampa Alternativa, 2003), le opere narrative Un bellunese di Patagonia (Stampa Alternativa, 2004), Cento madri (Foschi, 2009, opera vincitrice del “Premio letterario nazionale Città di Forlì”) e Luminosa signora, lettera veneziana d’amore e d’eresia (Pagliai, 2011). L’ultimo lavoro poetico, Il morso delle cose, finalista al premio Montano, è stato pubblicato in E-book nel 2012, con prefazione di Giorgio Bonacini, dalla rivista on line La recherche
(http://www.larecherche.it/public/librolibero/Il_morso_delle_cose_di_Alfonso_Lentini.pdf).


INTERVENTI = BONESSIO DI TERZET

I LUOGHI DEL VIAGGIO
( Dell’artepoesia di Fettolini )
La critica d’arte, anche militante ossia pagata dal “sistema dell’arte”, tenta spesso e volentieri espliciti rimandi ad artisti del passato per “dare la patente di natali nobili” all’artista di turno. Questo non è utile a nessuno, è un luogo comune legato ad un gioco formalistico dello scrivere, quando non sottenda una volontà mistificata collegata ad un intento commerciale.
Ogni artistapoeta parte da se stesso e dai suoi pari che trova nella ricerca della propria vocazione: i maestri con i quali si misura e impara il mestiere, ma che poi lascia, “uccide con rispetto” per la personale via che ha iniziato ad intravedere e che diventerà sempre più chiara per lui: mai totalmente. Un artistapoeta autentico non copia né maestri né contemporanei, non cede al manierismo di se stesso, è nella libera necessità di superare i suoi punti pattern, altrimenti tradisce la propria identità vera, riconosciuto al più nipotino di qualcuno.
Fettolini ha i suoi maestri, i suoi amori culturali ed artistici, sa bene dove è andato a mettere gli occhi le mani lo spirito, ma non si è fermato lì cullandosi nei risultati raggiunti. Ha iniziato la sua solitaria e singolare avventura per vedere qual è il suo vero talento, per indagare quale modalità pittoricopoetica sia la più conveniente per esprimere i suoi pensieri laterali, soprattutto il suo pensiero dominante. Fettolini esprime la sua concezione antropologica per riconoscere dove l’uomo, nella Natura e nel Cosmo, si aggira smarrito tra le tante insegne luminose che lo chiamano, tra i tanti “miti” che lo spingono a trattenersi, tra le cose del mondo che sebbene contingenti sono le trappole più feroci e subdole per naufragare totalmente.
La barca di Fettolini è resistente con i segni della lotta tra mare e terra e cielo, la punta della barca è sperone con cui egli spacca il superfluo, il non necessario perché libertà continui e permetta che il viaggio continui pericolosamente sicuro e non si trasformi in un banale trasferimento turistico. E la barca è trattata matericamente come se mano l’avesse costruita a getti, pezzo per pezzo, artigianalmente ma con tutta la sapienza del navigante: i segni sono la testimonianza. La barca incontra nel suo progredire monti isole montagne atolli arcipelaghi che rimandano luci e ombre, che si alternano tra ocra e neri e rossi e verdi, tra irsure e grumi di vetri impastati, tra accenni di cielo tra l’azzurro e il blunero. Dove la barca, stanca e testarda, deve fermarsi? Quando? (ritorna il problema dello spazio e del tempo che la realtà del mondo tiene distinti, e che nel reale dell’artepoesia sono parola sola: spaziotempo; discorso che vale per arte e poesia che in verità sono artepoesia). I luoghi che s’incontrano sono all’occhio belli, accattivanti, ma sente Fettolini che la sua barca non deve cedere a queste a quelle lusinghe, che non deve temere le bestie feroci e diverse, gli uomini sempre cangianti, doppi e triplici e randagi come i cani predoni nelle innocenti praterie. Fettolini cerca un luogo dove tutte le diversità che ha veduto mentre vive e fa pitturapoetica trovino il loro naturale “stare”, la loro orma ed impronta, il loro connaturato “posto” perché se fossero “fuori posto” – qui il problema pittorico e culturale che sta affrontando Fettolini – sarebbero “fuori di sé”, solo confusione e simulacri. Si creerebbe caos e non si potrebbe costruire un Cosmos come l’Artistapoeta desidera: sarebbe ancora solo l’Inizio, che si ripresenta ogni volta che ci si apre a nuova opera, segnati consapevolmente di Storia (l’Inizio) e di Origine di cui siamo inconsapevoli, ma che Fettolini sa che è radicale sintesi su cui insistere e avanzare perché un colpo di vento scuota l’uomo (Heine) e l’Albero si allunghi sino al cuore del Cielo. (Hoelderlin).
ETTORE BONESSIO DI TERZET
Aprile 2012--

mercoledì 23 maggio 2012

SEGNALAZIONE VOLUMI = VARANO

FRANCESCO VARANO: “Il giardino Medievale” – Ed. Polistampa – 2012 – pagg. 96 - € 10,00-
“L’idea portante di Varano – scrive Franco Manescalchi nella prefazione – consiste nel dilatare il tempo, nel mettere la società sotto una lente per cui la visione del mondo non nasce dal mondo medesimo , ma lo sottopone ad una verifica prefigurante e configurante altro…” Una poesia tutta tesa intorno al già accaduto , come melodramma e come fato incombente, ma tutta tesa verso il canto della speranza che possa realizzare le illusioni in bilico fra memoria e futuro. “Io che scrivo senza nessuna autorità/ osservo nuove entità della storia : / il recinto con il cerchio per piscina, il campo da tennis./ Sono esse sirene moderne, oggetto di un graziato amore…” . La favola intreccia pensieri errabondi, quasi a voler coinvolgere il dialogo nella sfida che il sogno , l’amore, la passione, mostrano nelle emotività del poeta. Il sospiro risplende in forme ritmate per una sconosciuta ansia difficile da pronunciare.Intensa narrazione che si svolge in cinque capitoli, per una realtà che sembra sgretolarsi al richiamo dei valori tradizionali e al rincorrersi emozionale dei frammenti.ANTONIO SPAGNUOLO -

venerdì 18 maggio 2012

POESIE = RITA PACILIO

< NON CAMMINARE SCALZO > --
Se benedici me ti poso l’alba
nascondimi al suo fianco muta
tu lo sai che t’amo?
mi stavo uccidendo a colori

Per te mutando il mio aspetto,
germogli confessati gli occhi verdi.
Vieni a dormire sul mio petto
senza l’anello ti sono fedele:

se ad occhi chiusi sono io lei
lascia sul cuscino tutti i silenzi
e scriverò ogni parola perduta
per dire come un’eco vedova,

chissà se porto tutto nella tomba.
Sei passione che schianta le voci
come uno spostamento d’aria.
La senti l’eco laggiù nel burrone?

Ninna nanna, figlio mio, stanotte.
Io quando soffro muoio tutta intera
ed ogni volta non te lo ricordi,
accade che ti accorgi che esisto
quando non respiro

io sono eternità che dura poco.
*
RITA PACILIO
( da “Non camminare scalzo” 2011 )
*
Rita Pacilio è nata a Benevento, Sociologa, Performer, Collaboratore letterario, si occupa di Poesia, Narrativa, di Musica jazz e di Orientamento e Formazione, di Mediazione familiare e dei conflitti interpersonali, di Prevenzione delle dipendenze. Ha pubblicato:“Luna, stelle…e altri pezzi di cielo”; Edizioni Scientifiche Italiane 2003 -“Tu che mi nutri di Amore Immenso” Silloge Sacra N. Calabria Editore 2005- “Nessuno sa che l’urlo arriva al mare” N. Calabria Editore 2005 - “Ciliegio Forestiero” LietoColle 2006 - “Tra sbarre di tulipani” LietoColle 2008 - “Alle lumache di aprile” LietoColle 2010 - “Di ala in ala” (Pacilio – Moica) LietoColle 2011 – “Non camminare scalzo” Edilet Edilazio Letteraria 2011 (monologo teatrale/romanzo poetico)

mercoledì 16 maggio 2012

NOTIZIE = IL SEGRETO DELLE FRAGOLE

LIETO COLLE invita alla partecipazione gratuita tutti coloro che praticano la scrittura poetica, mediante l'invio dei propri elaborati come segue:- massimo 2 poesie inedite, per massimo 28 versi ciascuna (comprese spaziature interne ai versi, titolo e nome autore)- Tema suggerito : "La poesia in tempo di crisi" -
- termine ultimo per l'invio: 15 giugno 2012
- invio dei testi, in un unico documento formato Word, alla redazione LIETOCOLLE unicamente via mail all'indirizzo fragole@lietocolle.com
- nella mail di accompagnamento indicare i dati personali, indirizzo, breve notizia biografica e la seguente dichiarazione:
Dichiaro che gli elaborati qui proposti sono di mia produzione e sono inediti. Autorizzo il trattamento dei miei dati personali ai sensi della disciplina generale di tutela della privacy (L. n. 675/1996; D. Lgs. n. 196/2003).
Le selezioni saranno pubblicate sul sito www.lietocolle.com entro il 15 settembre 2012 e agli autori selezionati verrà inviata comunicazione personale. L'edizione 2013 sarà disponibile per consegna a fine ottobre mediante prenotazione e sarà distribuita nelle librerie dal 15 novembre.
http://www.lietocolle.info/it/bando_il_segreto_delle_fragole_2013.html

sabato 12 maggio 2012

POESIE= ADOLF P. SHVEDCHIKOV

OGNUNO HA UNA CASA DA QUALCHE PARTE

Ognuno ha una casa da qualche parte,
Dove si può vivere con gioia,
Dove si vuole tornare
Per vedere i suoi cari parenti.
Mi dici che sei un vagabondo,
Che la tua casa è il mondo intero,
Ma, credimi, ti sbagli,
Tu non sei celeste, sei una creatura terrestre!
Hai bisogno di casa tua,
Hai bisogno di vedere persone che ti amano,
Hai bisogno di un ambiente confortevole,
Hai bisogno di respirare con un seno pieno!
Quando arriva la sfortuna, hai bisogno di aiuto
Di quelli più vicino a te.
Qualcosa che viene e va via
Non è importante, credimi!
Ognuno ha una casa da qualche parte
Con un piccolo giardino e recinzione ...
Tu e la tua gioia sia sempre viva in quella casa.
*
QUANDO SARÒ LONTANO

Quando sarò lontano,
Non piangere su di me,
Vivi in modo confortevole, con gioia,
C’è gioire e raccontare nella tua vita!
Quando sarò lontano,
Io non sparirò per sempre ...
Lascia gli usignoli cantare le loro canzoni,
Permetti ai bambini di essere felici!
Quando sarò lontano,
Non scoppiare in lacrime,
I miei versi rimarranno con te,
E lascia che il tempo corre anno dopo anno ...
*
ADOLF P. SHVEDCHIKOV
*
Adolf P. Shvedchikov è nato l’11 maggio 1937 a Shakty Russia, si è laureato all’Universita di Mosca. Attivo come scienziato all’Instituto di Chemical Physics, Accademia Russa di Scienze di Mosca. Ora lavora per Pusatron Techology Corporation (Los Angeles, California, USA) in Air Pollution Control. Ha pubblicato documentazioni scientifiche e numerose poesie in diverse Riviste internazionali in Russia, Stati Uniti, Brasile, India, Cina, Corea, Giappone, Italia, Malta, Spagna, Francia, Inghilterra e Australia. Tradotto in Italiano, Spagnolo, Portoghese, Greco, Cinese, Giapponese e ein lingue Industane
E’ Membro dell’International Society of Poets dal 1997. Membro dell’Internacional Committee of World Congress of Poets dal 2000 e membro dell’International Wrirers and Artists Association dal 2002. Ha pubblicato e tradotto dal russo all’inglese tantissimi libri. E felice di essere un socio dell’Accademia Letteraria Italo-Australiana Scrittori dal 2004.
E’ anche conosciuto per le sue traduzioni di poesie Inglesi ( "150 Sonnetti Inglesi dei secoli XVI-XIX". Mosca.1992. "Sonetti di Guglielmo Shakespeare". Mosca. 1996). Ha inoltre tradotto poesie di tanti poeti moderni del Brasile, India, Italia, Stati Uniti, Inghilterra, Cina e Giaponne.

mercoledì 9 maggio 2012

NOTIZIE = RIVISTE

TESTUALE : critica della poesia contemporanea – N° 49 – primo e secondo
semestre 2010 –
Sommario :
- Nota redazionale : Andrea Zanzotto.
- Eloisa Guarracino : Un epico-comico vero : sulla “parola epicomica” in Giulia Niccolai.
- Giuliana Lucchini : I sonetti di Shakespeare in molte lingue. Le forme della poesia.
- Claudia Ciardi : Flux et Reflux. Rotte per l’oltre America. Su Ezra Pound.
- Gio Ferri : Letterale –
Riferimento : poetest@virgilio.it

martedì 8 maggio 2012

POESIE = VINCENZO D'URSO

NEONASCITA-----

Melodie d'incubo e profondità sonnolente.
Mangio bocche su bocche.
Mi alimento di parole.
Il respiro delle note.
Visito mondi distanti.

Coeurs rebelles sans océans.

Sono qui.
Giunto sulla Terra.
Scanso le tragiche ore.
L'attimo.

Coeurs rebelles sans océans.

Il raccontarsi tra le righe.
Racconterò di te.
Dell'altro me.
Ciò che fui.

Coeurs rebelles sans océans.

Approdo di voci.
La natura?
La natura umanizza.
Non sono umano.
Sono poeta.

Coeurs rebelles sans océans.

Poeta catafilo.
Di tutto un filo.
Il verso accoltello.
Sotterrando il duello.

Coeurs rebelles sans océans.

Scappo.
Illumino frenesie.
La vita?
Solo mal di poesie.

Mon coeur doux: mémoires picturales.
*
VINCENZO D'URSO
**

Vincenzo D'Urso, nasce il 4 Settembre 1991 a Napoli. Frequenta la facoltà di lettere e filosofia presso l'università Federico II di Napoli. Attualmente è immerso nella "ricerca" per i suoi lavori letterari.

lunedì 7 maggio 2012

PENSIERI = RAFFAELE PERROTTA

L'ARRA------

imperturbabile, come stile freddo comanda, ebbe a dire che: [c’era una volta …]. egli si chiama a sé, presta ascolto solo alla sua vena, sa l’indeterminato di senso; esperienza ne ha, e molta, di letture, trova sempre la parola giusta per contraddire il discorso di senso compiuto, sicché le sue scritture sono riscritture, l’eco della voce, bisogna lasciarlo fare, se ne otterrà un giorno si vedrà.

ben poco recita in questa scena una scrittura tentata all’avventura di sé medesima, e tuttavia si scrive. non si vive in provincia, la mia ombra piú lunga dell’ombra del sole (lo si può affermare, ¿siamo sí o no in poesia?); e io sono ciò che mi pare d’essere, un pover’omo, ma non mi butto giú. e sí che leggo! con una sconfitta per scintilla. ¿protagonismo, tutto finito?

macerie macerate. se ne son dette di corpo crepuscolo. ¿che cosa significa ‘situazione liquida’? il Significato non è stato ‘significato’ per significato, se non per convenzione. significarsi azzerandosi il grado zero, attraverso la foresta dell’attraversamento è possibile che il sentiero che si percorre s’interrompa: vale correrne il rischio. ¿e se il nome non avesse piú il nome del Nome? imperscrutabile il destino storico!

rinfrescatosi e ritempratosi, dopo la notte che l’ha visto laboroperante, il Nostro a vederselo tutto e dicendoselo tutto il gioco all’azzardo. stravolgimento déi valori assicuràti dalla Convenzione. si può perdere in battaglia, ma la guerra azzardata a rischio continua. ¿non saremmo degni della luce di Caravaggio? fervono i lavori operiali alfabetici. ¿si sbanda? impervio il cammino, si laboropera.

il centro è fuori delle mura della Città. travagliarsi! al travagliarsi si deve la consegna al prossimo futuro di LaborOpera, il viaggio sino in fondo → Là, tout n’est qu’ordre et beauté, / Luxe, calme et volupté.

RAFFAELE PERROTTA
*

Raffaele Perrotta è docente di Metodologia e critica dello spettacolo alla Facoltà di Scienze della Formazione (Università di Genova). Gli ultimi suoi volumi autonomi sono la farfalla filosofica (2000), l’oscura visibilità del pelago (2003), antro immane (2005), manifesto sottotraccia (2008),"ascolti e silenzi" (2009), ombra a rilucere (2010), metacritiche da stilistiche complesse. la dirompenza paradigmatica dall’anarchia alfabetica alla rialfabetizzazione (2012).

NOTIZIE = TROFEO PUSTERLA

TROFEO PUSTERLA
Poesia in lingua italiana -
Poesia in vernacolo –
Ogni componimento – inedito - non superiore ai 40 versi deve essere inviato in sette copie, sei delle quali assolutamente anonime, entro il 10 luglio 2012.
E’ richiesto un contributo di 10 euro.
Segreteria : Pro Loco Casalpusterlengo – Gruppo Poesia “Premio Pusterla”
Casella Postale N° 4 – 26841 – Casalpusterlengo (LO) –
Riferimento : proloco.casalpusterlengo@gmail.com --

SEGNALAZIONE VOLUMI = PISCOPO

UGO PISCOPO : “ FAMILIARI” – ED. OEDIPUS – 2012 -
Eccole, le “Familiari”; almeno alcune, trovate in rete “per gentile concessione”, che mi consentono però di cominciare a rendermi conto di questo “lusso”, come lo definisce l’Autore, aggiungendo che tale “lusso” sarebbe “in limine … e quasi postumo”. Ebbene, a mio avviso, lusso non è, ma dono, e niente affatto su una presunta soglia, ma come prova di esordio per una nuova serie di doni; e lasciamolo stare quel Petrarca con la sua Posteritati, perché queste liriche sono una creazione iniziale. Una creazione iniziale del nostro Ugo, che ammiriamo da lontano, anche senza dirglielo a voce, come fa Ciro. Cito testualmente le frasi di Ciro, quando parliamo di Ugo: Ugo per Ciro “è un bravo ragazzo” e “è un grande”. Di fronte allo stile delle “Familiari” siamo non “tolleranti”, ma al contrario … Come dire? Siamo coinvolti, rapiti, entusiasti, gioiosi. Proprio così: è la gioia che di verso in verso questo “lusso” antitetico ad ogni crisi suscita in noi. Prova di ciò è quel tipo di sorriso che accompagna la scoperta delle invenzioni del registro linguistico, descritto dall’Autore nel suo “biglietto di viatico”. Alla faccia di ogni inetta costrizione bocconiana, di verso in verso una sensazione di libertà ci invade e ci pervade, manifestandosi anche nelle espressioni del volto, che esprime meraviglia con gli inarcamenti superciliari e compiacimento con il protendersi delle labbra serrate, diventando però pensoso ad un tratto nello scoprire accenni al dramma dell’esistere. Inserendosi in una tradizione che spazia nel tempo da Dante a Palazzeschi, ovvero dal “Papé Satan, Papé Satan Aleppe” al “Tri tri tri – fru fru fru – uhi uhi uhi – ihu ihu ihu”, quasi a voler riattualizzare la dichiarazione di poetica secondo cui “è del poeta il fin la meraviglia”, Ugo si diverte con “stra straluna nostra luna” o “pezz pezz zu zzi zzzi”; ma ogni attento lettore potrebbe cogliere del resto anche le folgoranti stratificazioni dei sensi della scrittura, che d’improvviso ci orientano in direzione delle “soste narrative sui fantasmi che attraversano i nostri sogni e le nostre visioni”, come scrive l’Autore. Ad esempio, in “Ore 19,34” ci sorprende “il grido dell’attimo trema - con artiglio di lampo”; in “Cosmonauta ognuno” è l’intero componimento a mostrare un’ispirazione assorta nel raffigurare le sorti individuali di noi esseri umani rinchiusi nelle nostre solitudini e sperduti fra le nubi, nubi noi stessi, mentre con l’orbita terrestre andiamo viaggiando nell’infinito, e così anche in “E/migrante” in cui “migrante” con la e- tagliata è ciascuno di noi nel buio di “una notte falsa come Giuda travestita a luce”; in “La vasca nera” il verso finale “viva il mare nei cucchiaini” sembra suggerire un nostro ritorno all’infanzia, evocando immagini di bambini sulla spiaggia convinti in una sorta di sogno che nei loro cucchiaini ci sia non qualche goccia di acqua marina, ma il mare intero; ed ecco che le sopracciglia si inarcano e si protendono le labbra serrate … In un vero canone, non quello del MIUR, tu, caro Ugo, non potresti mancare.
BIAGIO SCOGNAMIGLIO ---

venerdì 4 maggio 2012

Poesie = ANTONELLA DORIA

"MEDI TERRANEO" -
******

medi terranea riva
luogo primordiale del ritorno
se… è in serbo per noi
un altro approdo…
àncora pietra d’esilio
confine isola su terra
ferma frontiera segnata
giocata parola di vento
muove scacchi su geografiche
carte strappate strade
luoghi di freddo inquietudini
(mai farai a meno
d’amare ) segni
ciechi taciturni
sassi dissepolte portano
dissonanze note
memorie dimenticanze
di transiti…
ritorna armonica polifonia
partitura sua sorgente
prima promana da tutte
cose case
tutte in passaggio in perenne
penombra ingiallisce

**

- lontano da sud
hanno
lasciato la riva scelto
il transito tempo lento
d’attesa s’allontana
lo sguardo… (tramonto
rosso sull’arsenale )
non servono o quasi
bussole portolani l’alto
mare spezzato
violenta l’onda sbatte
lontano da sud
(questo difetto di posizione)
babordo tribordo margini
clandestini
di vuoto naufrago abisso
limite si perde
(Sidi Bu Said
profumi azzurri cancelli)
si perde
dismisura… Orrido
Orribile Oceano
ma
(in arabo)

(il paradiso è un fiume
di miele e di latte )

**

- lontano da est
un luogo centro cerca
unico forma feroce
(è bandito ogni secondo
pensiero spazio di plurali )
ibride vite tiene
traverso il fiume dove
mani mari di versi
attraversati si
toccano si fondono
confondono
sensitive sembianze
forme figure
fiumane in fuga (alleva
mostri in piccoli sogni
dipinti senza luogo
senza pensiero )
in fronte strade
estremo limite desiderio
muove raddoppia sponde
dubbi nomi suoni
insiemi di complicità
contatto tiene insieme
la notte
……

donne luna impastano
pane frumento foglia
a foglia
**
(da “Mediterranea” – Ibiskos 2005)

ANTONELLA DORIA
**
Antonella Doria, siciliana, vive fra Milano e la Liguria. E’ presente in diverse riviste ed antologie, Nel 1996, all’interno del Premio “Maria Cumani Quasimodo” riceve il Primo Premio Selezione A.D.O.N.A.I. – Inediti poetesse. Finalista e segnalata in altri premi letterari fra cui il Lorenzo Montano. Ha pubblicato Altreacque (Book ed., 1998), segnalato al L. Montano 1999; Parole in Gioco (s.i.p. 2005); medi terraneo (Premio di Pubblicazione “Il Porticciolo”- Sestri Levante 2004; Ibiskos ed. 2005); Metro Polis (ExCogita 2008). Ha curato Poesia contro Guerra, con una nota di Dario Fo, (Ed.Punto Rosso 2000, 2007).E’ nella redazione della rivista di ricerca letteraria <> (ed. I Dispari) e in quella di <>(Jaca Book ed.), rivista di antropologia società cultura.




mercoledì 2 maggio 2012

Poesie = NEVIO NIGRO

“LA FINE DEL GIORNO”
Dormono lontananze
d'amore.
Nel senso della notte
vanno i ricordi.
Ha un nome
la fine del giorno:
oscura sete
dolcemente compagna
del silenzio.
**
“SEGUIMI "
Seguimi in questa sera
così non sarò solo.
Ti aspetterò
sul molo del mio mare.
Sai dove sono.
Insegnami la luce.
Possiedo la tua assenza.
Perciò vieni.
Poco si deve andare.
Così poco.
**

“SOLO GLI OCCHI”
Solo gli occhi ricordo:
smeraldi
e ciglia nere.
Giacciono invece
Le sue parole.
Fuggite.
La vita
Obbedisce
all'inverno.
L'allodola non canta.
Solo gli occhi ricordo.
**
NEVIO NIGRO

martedì 1 maggio 2012

NOTIZIE = RIVISTE

L’ORTICA – numero 8/109 – luglio-settembre 2011 –
Sommario :
Claudia Bartolotti : Toyo Shibata
Patrizia Lugaresi : poesie di Okot p’ Bitek
Francesca de Manzoni : Sebastiana e Carolina
Tam tam : l’anima e le forme tra Michelangelo e Klimt
Francesco Politano : Luigi Fontanella : “Controfigura”
Luigi Ciocchetti : Poesie
Fulvio Gridelli : Poesie
Davide Argnani : Poeti e libri
Alfredo Tamisari : Scrivono tutti
Luciano Foglietta : Paolo Ruffilli : “Affari di cuore”
Anabela Ferreira : Il museo del poeta
Davide Argnani : Orme poetiche
Concorsi .
Riferimento : homer_g@tin.it

Poesie = Franco Romanò

GOLFI DI LIGURIA --
Il mare alzato ad urlo
respinto dalla roccia ma non vinto
che ritenta e si estenua nella corsa
la cui meta non è invadere ma scoglio
mi parve dalla strada
che domina dall'alto mare e terra
poema arcano scritto in altra lingua.

Golfi di Liguria, bonsai marini
merletti e guglie ricamate
sulla veste danzante della terra
parlate a noi coi vostri segni
dell'identica passione.

E se una luce, un punto esiste, dove
il tumulto in armonia si compone
è là quasi all'orizzonte
dove Portovenere e Palmaria,
animali mansueti, si cercano nell'acqua
così come le dita nell'affresco,
ma lasciano fluttuare
l'anello che li lega
come una barca che in libertà si chieda
se il terzo sia la rada o il mare aperto.
*
LUNI --.

Sempre ci partoriva l'Appennino
nella conchiglia verde
aperta fra i giganti e il mare
e ad ogni sosta lievitava dalla terra
una piantagione di pietre;
la città sognante si destava
e insieme a lei il pianto
dei nostri figli diveniva adulto
così che fra le pietre e loro e noi il filo
correva il nesso che tutti lega
nella collana sontuosa del tempo…
Nulla sapevo allora di liguri apuani,
imperatori romani, donne
forti come uomini e uomini
forti come animali.
Doveva cambiare la stagione
e Luni ormai cresciuta
si distaccò da me come i miei figli.

Ora che la ritrovo nella fabula
della giovane vestale
si sgrana la collana nelle sue perle
come una pioggia che nutre la terra
e si vorrebbe allora restare, sognando
di rinascere con loro un'altra volta…
E già appare, in lontananza, la Maremma.
*

CHAGALL -.

Felicità silente che li avvolgi,
in un mantello serico e notturno
prolunga dentro l'alba il risveglio
da cui il sogno fugge come un ladro
lascia che il mare della notte
pettini ancora i capelli inanellati.
Verrà il tempo dei giochi verticali
e tu che sai la gioia del secondo
fai finta che l'ora sia sospesa.
E poi sia quel che sarà il risveglio
se soltanto questa scia
resterà fra le lenzuola e il tavolino
ragnatela azzurra dove noi
distesi al sole oscilleremo
fra il cesto della frutta e una cometa.
*
FRANCO ROMANO’

*
Franco Romanò ha pubblicato i libri di poesia Le radici immaginarie, Campanotto (1995) e L’epoca e i giorni, Viennepierre nel 2008, recensito dalla rivista di italianistica statunitense Gradiva per la penna di Luigi Fontanella. Sulla stessa rivista, Alessandro Carrera gli ha dedicato un saggio che prende in considerazione l’insieme della sua opera poetica e narrativa. Come critico è presente nella terza e quarta edizione dell'Annuario di Poesia Crocetti 2000 e 2002, a cura di Guido Oldani, con saggi su Eliot.. Nel 2008 fonda il Blog Agenda di scrittore. Dal 2009 è collaboratore della rivista Smerilliana, diretta da Enrico D’Angelo. Nel 2011, pubblica per l'editore Vanillaebook l'atto unico teatrale La cantaora y el duende, scritto assieme a Loretta Sebastianelli.