martedì 27 febbraio 2024

SEGNALAZIONE VOLUMI = LAURA MARIA GABRIELLESCHI


**LAURA MARIA GABRIELLESCHI:"DI PADRE IN PADRE" Ed.La Vita Felice, 2016 - pag. 80 - € 10,00
Il carattere profondo della raccolta di Laura Maria Gabrielleschi è stato definito da Roberto Pazzi,nell’ampia e partecipata prefazione al libro, “profondamente femminile”. E questo è indubbiamente vero, per la delicatezza del tono, del tocco, per la capacità di mostrare nudi, senza infingimenti, i dolori e le fragilità. È altrettanto vero, tuttavia, ed è un valore aggiunto di questa raccolta, la capacità dell’autrice di mettere in contatto e in relazione, tramite un affetto profondo e sincero che supera le delimitazioni, anche del tempo, l’universo femminile con quello maschile.
L’amore devoto della figlia nei confronti di un padre la cui esistenza è stata minata dalla malattia, è purissimo e resta con lei in ogni momento, in ogni frangente della sua esistenza. L’attenzione mostrata in varie liriche per le differenze fisiche tra i vari componenti delle diverse generazioni in realtà è un ulteriore gesto di attenzione e di affetto, e, ben lungi dal creare barriere, genera al contrario il senso di appartenenza assoluto, la consapevolezza di essere un unicum, un tutt’uno.
Questo libro con la forza di versi nitidi e coraggiosi nella loro capacità di mostrare sentimenti assoluti, non filtrati né edulcorati, abbatte alcune barriere in apparenza solide e indistruttibili: in primis quella di genere, a cui si è fatto cenno, ma anche la barriera per antonomasia, quella del tempo, della morte. Non c’è sconfitta né distacco. Anzi, la presenza del padre è vivissima, onnipresente.
Il dialogo è costante in ciascuna lirica e non si tratta di un monologo rivolto ad un’immagine statica e muta. Il padre è presente in lei e interagisce con costanza. Altrettanto vivificante è il ricordo, rafforzato ulteriormente dal ripercorrere i luoghi e le vie in cui padre e figlia hanno vissuto momenti insieme. Non sono i luoghi a rievocare il padre ma la presenza del padre nella mente e nel cuore dell’autrice rende vivi e ricchi di emozione i luoghi ritrovati e rivisti con occhi nuovi.
“Se vorrai tornare / ancora ti aspetto / vicina a quel muretto / basso che nessuno ha mosso / ci sono più piante nell’orto / e una mimosa gigante / è cresciuta senza che tu la vedessi. / Non è uguale la casa / e nemmeno il mio viso / il cuore piccolo / come allora”.
Questa lirica tuttavia aggiunge al quadro sopra descritto un’umanissima “variazione sul tema”: l’autrice auspica il ritorno del padre. Vorrebbe rivivere i momenti trascorsi insieme con la presenza fisica del genitore al suo fianco. Non si tratta di un disconoscimento delle leggi del tempo. Non si tratta di una sorta di illogico egoismo. È la forza di un amore assoluto che ha bisogno di condividere con il padre anche i mutamenti, ciò che è cambiato nel mondo e nel loro microcosmo dai tempi della sua scomparsa. Vorrebbe mostrargli l’autrice anche i cambiamenti nel suo aspetto fisico. Ma soprattutto vorrebbe mostrargli che il suo cuore è rimasto lo stesso, piccolo, ossia umile e del tutto devoto alla figura paterna.
“Da venti anni non taglio i capelli / dormo male / il telefono ha smesso di squillare / in sogno tutti i volti / si assomigliano. / Perché te ne sei andato?” Con il coraggio della sincerità a cui si è fatto cenno sopra, l’autrice rivela a questo punto il proprio smarrimento, e la necessità della presenza di una figura di riferimento a cui poter dare e confermare fiducia assoluta. La domanda conclusiva “Perché te ne sei andato?” non è quindi un illogico capriccio. Si tratta piuttosto di un grido esistenziale, l’urlo di un naufrago in mari domestici solo in apparenza quieti e innocui.
“È così che vedrò alzarsi / una mattina la luce / mi guarderanno i nomi assenti / e le notti troppo lunghe / tra lenzuola strappate e piedi veloci”. Questo libro è anche un sincero e aspro ritratto indiretto. L’autrice nello specchio degli occhi del padre vede e descrive se stessa, la realtà, i sogni, i tentativi di voli e i tonfi nel buio.
“Tempo non hai per darmi / un altro specchio. / Nulla è destinato / a chi perde la memoria”. Lo specchio tuttavia, in certi momenti, non è sufficiente. L’autrice ha bisogno della concretezza di una voce e di una carezza. “Lo specchio quotidiano / dà ordine al tempo / la crosta nera di fango / attraversa l’orecchio / dice le bugie /che nemmeno un bambino direbbe”.
La sintesi di questo libro sincero e intenso è racchiusa in questi versi che confermano la persistenza di un amore che abbraccia e avvolge ogni attimo e ogni pensiero, e il potere del ricordo, vivissimo, e della poesia: “Se sapessi il tuo indirizzo / non ti lascerei pensare, arriverei / sudata, sporca, in pantofole o anche nuda, sicuramente intera”.
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Valeria Serofilli

mercoledì 21 febbraio 2024

SEGNALAZIONE VOLUMI = MARINA MINET


**Marina Minet : “Pianure d’obbedienza” – Ed. Macabor 2023 – pag. 96 - € 13,00
Con un adagio morbidissimo e con il sussurro della semplicità la poetessa ricama una tela di variopinto spessore con la quale ricoprire il gesto che la virtù stempera nella sorpresa e la metamorfosi. Percezione della realtà, elaborazione mentale, scavo nel sub conscio, armano quei riflessi del linguaggio, che tra parola e simbolo, diventano poesia.
Il percorso di queste pagine a lastricato da una genuina capacità di relazione, che permette l’esplosione del pensiero a sostegno delle immagini e delle divagazioni fluttuanti.
La vicenda si immerge al crocevia della storia, della realtà quotidiana e la penna traccia momenti di elegia.
Anche se viene suddivisa in quattro sezioni: “Le lodi del sentiero”, “Guerre e lampade”, “Preghiere”, “Foglie capovolte”, la narrazione ha un vincolo unico nella genuinità dei sentimenti. “La raccolta - scrive Maria Pina Ciancio nella nota a margine – abbraccia la vastità poetica del cammino spirituale dell’autrice in tutte le sue forme. Tessuta alacremente fin dagli albori dell’infanzia, la gestazione si estende sino ad oggi, arricchendosi ulteriormente di studi e vissuti che la poeta ha coltivato negli anni.”
Diario di una credente. “Prima che sia giorno devo finire una preghiera/ pesare le parole una per una e darle in mano a Dio/ come richiesta altissima.”
E’ il tremore di chi accenna un’orazione con “l’umiltà per la sua grazia muta” e scandisce componimenti nei quali le esperienze di ricerca filosofica si abbracciano con lo scavo quotidiano nelle caselle del sub conscio, diligenti urne del dubbio.
La parola incisiva ritaglia così gli spazi che emergono dalla profondità del pensiero e della memoria, della ciclicità dell’esserci e della lama dell’eternità, del dramma esistenziale e della perforazione dell’onirico.
*
ANTONIO SPAGNUOLO

venerdì 16 febbraio 2024

SEGNALAZIONE VOLUMI = ANGELA ANCONETANI LIOVERI


**Angela Anconetani Lioveri : “Le Radici” – Ed. Nulla die – 2023 – pag. 72 - € 13,00
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“Attendiamo discutendo di che tempo/farà domani, un modo per comunicare/ senza capirci”.
Lentamente ci addentriamo nel recupero di una scrittura che palesemente si espone ai rimandi di una realtà che circonda con le sue evanescenze. Una stesura serrata, quasi un continuo colloquiare dietro ad un vetro leggermente affumicato, come se le parole dovessero rimanere sospese fra il sussurro e l’eco che ci riflette.
La metafora delle radici cerca in questa silloge una forma espressiva che si declini in tre diverse valenze: la radice esistenziale, l'approccio alla scrittura ed il nucleo concettuale del pensiero, nella dimensione plasmabile di tutto quanto gelosamente conservato nel sub conscio, a più riprese, per differenze sostanziali, rivelato come folgorazioni.
Si accendono allegorie segrete che appaiono come legamenti: “Che si lasci al mondo almeno il tempo/ del ristoro. Notare lo squarcio/ che buca il cielo, il ticchettio dell’unghia/ sul tavolo di sabato, l’ape che ronzando bisbiglia,/ una biglia nascosta sotto al vaso,/ la foto ingiallita, l’ombra del naso./ Se sai ancora essere annoiato e stanco/ come Dio nel settimo giorno.”
E’ il tempo che sovrasta e dirige, fra l’armonia del casuale ed il vincolo dell’invincibile.
Così i concetti filosofici vengono sciorinati pagina dopo pagina in un ricamo che coinvolge il lettore, come “un’ancora che scenda negli abissi”, per ricucire il pensiero alla musica del verso, con quell’abilità che si palesa in un narratore dalla preziosa esperienza.
Le tre sezioni del libro: “Mappe del sentire”, “Mettere in verso” e “Corpo e movimenti fondamentali” sono tre nuclei che si susseguono, ognuno con un cappelletto in prosa, segnando l’adagio di tre tempi che si avvicendano sul palco della voracità e dell’impulso.
Conclude dichiarando: “La parola transita dai piedi alle mani, dagli occhi alla bocca. Cadere non è grave, solo lieve”!
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ANTONIO SPAGNUOLO

giovedì 15 febbraio 2024

SEGNALAZIONE VOLUMI = ELEONORA BELLINI


**Eleonora Bellini: “Foglia a mezzaluna” (Frunza semiluna) – Ed. Cosmopoli- 2024 – pag. 48 – s.i.p.
In elegante agile edizione ecco diciotto policromatiche poesie con testo a fronte in lingua rumena, nella impeccabile traduzione di Alexandru Macadan.
Dal dovizioso scrigno dei versi Eleonora Bellini porta alla luce quelle cesellature che fanno della suggestione un elemento tangibile, per l’impeto che si annida misteriosamente nel nostro sub conscio.
Semplicissimo scorrere della parola per rintracciare pensieri o ricordi, sospensioni o illusioni, “ricercando minuscole bellezze nascoste”, “contando gli alberi lungo i viali”, indugiando tra i rami di corallo della fiaba, aspettando che “dall’eucaliptus scenda una foglia a mezzaluna”.
Che cosa lasceremo oltre lo sciabordio del giorno che ci attanaglia nel quotidiano ?
Il pulsare delle meraviglie della natura che circonda, dal verde del cipresso al fresco sapore del gelato, dal tremore della voce che invoca alla immensa debolezza dei frantumi, dal ritmo di un bianco anello di fumo alla febbrile vertigine di un sogno.
Ogni pagina di questa raccolta è un fotogramma che si snocciola dalla catena di immagini che fanno della poesia di Eleonora Bellini un ininterrotto canto dalla musicalità perfettamente ricamata. Con equilibrio e opportuna distensione la poetessa sa parlare con dignità, fuori da ogni sentimentalismo, per un succedersi di folgorazioni che rintracciano l’alchimia verbale come giusto percepire l’essenza della naturalezza.
*
ANTONIO SPAGNUOLO

martedì 13 febbraio 2024

POESIA = ANGELA ANCONETANI LIOVERI


** I **
Sei un gatto dalle vibrisse di marmo
nulla ti scalfisce, la tua routine è folgore
che scrive nella pietra. Ripari le crepe con
ablazioni d’incrostazioni superficiali,
integri le lacune per astrazione cromatica,
bonifichi la superficie muraria,
sia crettatura o invecchiamento nobile
io mi restauro.
Una voce da lontano lo dice,
il mantra atavico, poi tace.
Il calco di me stesso vive per me
la vita che non mi scelgo.
***
** II **
La mia voce avrebbe debordato,
lo sapevo, avevo oltrepassato
la cesura tra amore e terrore.
Non era più tempo del due allo specchio,
dell’alzare la posta dell’aprirsi,
gli attori erano mutati, ma irrinunciabile
era ancora una grammatica emotiva.
Dove ristagnavano lacrime
prese avvio l’inseguimento,
navigavo nell’ordine dei secondi,
osavo sempre dire pur di restare
a galla in un fango di sabbie mobili.
Unico metro il dolore che ripulisce.
Fu così che con un piede affondato
cercai un brillio che colmasse il giorno,
una promessa fragile.
Tra simmetrie impossibili e note di piano
mi vidi rinascere a un mondo di sopra.
**
ANGELA ANCONETANI LIOVERI
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Angela Anconetani Lioveri (Jesi, 1991) vive e lavora nella provincia di Ancona. Dopo la laurea in Filologia Moderna presso l’Università di Macerata, si è specializzata nella didattica dell’Italiano come seconda lingua, insegnando Lingua Italiana a persone migranti presso Centri Provinciali per l’Istruzione degli Adulti e cooperative. Attualmente è docente di Lettere nella scuola secondaria di I grado, dove cura laboratori di arte-terapia, danza-movimento-terapia e lettura a voce alta per adolescenti in contesti interculturali. Scrive articoli di cronaca culturale e realizza interviste per riviste online della provincia di Ancona. Ha pubblicato per NullaDie la silloge “Le radici” (dicembre 2023) e suoi testi sono apparsi in antologie collettive (Marche d’Autore, Affiori, Giulio Perrone).

lunedì 12 febbraio 2024

POETI DA RICORDARE = LEOPOLDO ATTOLICO

Dalvolume "Si fa per dire" = Leopoldo Attolico (5 - 3 - 1946 // 8 - 2 - 2024)

POESIA = RAFFAELE PIAZZA


**Alessia al blu sottesa**
Sottesa Alessia ragazza al blu
di un cielo serico nell’apparire
Mirta nel fondale di una via
deserta pari a una dea
terrena, lei così bruna e così
donna tra bagliori d’alba e
semispente stelle nell’inalvearsi
nel sentiero chiarezza d’acque
in un rigo del pensiero a inumidire
del giorno la terra per germogli
di primavera ora che è febbraio
bianco e innocente come il freddo.
Responsi dal blu più che dalla
chiesa in un nuovo transito
di idee fino all’azalea.
*
Raffaele Piazza

domenica 11 febbraio 2024

POESIA = MARIA EROVERETI


**POESIE INEDITE DALLA RACCOLTA “FAGLIE D’ASSENZA” DEDICATA ALL’AMICA MANCATA
Dalla prima sezione
“Verso il silenzio”
Quale placido lago
avvolge il corpo
la fragranza dei bocci
lambisce la pelle
inonda la mente
slaccia i pensieri
soffioni volatili.
Sfolgorio di un Eden
effimero incanto:
acuminato strale
ferisce l’anima
la tua primavera
in un lampo dissolta
lo sguardo smarrito
sul vago futuro
che labile evapora
tra le spire del tempo
avaro sfuggente
dalle tue esili dita.
Maggio 2022
**
"Ritorno"
Indolente il treno
varca la stazione
Stranianti premono
le sangugne pareti
lungo il binario desolato.
E' un miraggio
in lontananza
la figurina accogliente.
Tu eri a casa
Tu eri in città.
Ed io un albero teso
ad attaccarsi alla roccia.
Ora le radici si sgretolano
ed io sono solo
un migrante volatile
che non ritrova il suo nido.
Settembre 2022
***
Un argentino ruscello
la tua voce fraterna
un argentino ruscello
che per un baleno
inganna il cuore mutilato.
Rifioriscono nella mente
i giorni lievi
le complici parole
acute ora come lame
lampeggianti
dal vivo fiotto
che implacabile procede
nell'infinità del silenzio.
*
Novembre 2022
**
Dalla seconda sezione "Pura essenza"
26 novembre 2022
Assenti al tuo sguardo
l'oro e il rame
di questo mesto autunno.
Il capo implume
il volto verso il muro
nel letto imprigionata
già volgevi le spalle
alla vita.
Ora inutili
spargono iridi
sul davanzale i ciclamini.
Immobile e ignota
in un vuoto stupito
più non ti trovo.
Ma pura essenza
mi vieni incontro
e lieve mi avvolgi
nel verde giardino
impregnato di te.
*
Novembre 2022
MARIA EROVERETI

giovedì 8 febbraio 2024

SEGNALAZIONE VOLUMI =LUCIO ZANIBONI


***Lucio Zaniboni: “Prima dell’approdo” – Ed. Cultura oltre – 2023 – pag. 216 -€ 12,00
Il viaggio del poeta ha policromatiche tappe che lungo il cammino hanno segnato i migliori bagliori di una ricerca, che si è distinta per limpidezza ed espansione culturale, per alternanze di stupori e eleganza di scrittura. Mi coinvolge il titolo preciso di questa raccolta di Lucio Zaniboni “Prima dell’approdo”, subodorando la caldissima indicazione che egli vuole proporre. L’ultima boa – ormai abbiamo entrambi novantatré anni – è lì che ci aspetta proprio per traghettarci verso quello che sarà l’ultimo ormeggio, dove presenza e musica sosteranno definitivamente.
Simboli, archetipi, miti, memorie, illusioni, sospensioni, stornelli, hanno in Zaniboni quella compiutezza stilistica e quella consapevolezza esistenziale che incidono nelle affinità intellettuali, per quell’onnivoro segno che riesce a sottolineare l’adeguata distanza dal rinvio.
“Vale, mille volte vale/ l’attimo sospeso. / Ancora una volta le parole sole/ povere e disadorne a significare." chiarissima dichiarazione per considerare quel punto di riferimento che induce a concludere quanto vago sia lo scorrere del tempo, e quanto necessaria appaia l’indagine che soltanto la parola poetica può evidenziare.
“La vita – egli scrive – è una navigazione ora in acque tranquille, ora in procellose onde. Ormai prossimo all’approdo, il libro vuole essere una testimonianza di fede nella poesia che nella vita è stata aspirazione, meta, gioia e travaglio.”
Così le “meteore dei desideri” hanno suggellato le vertigini che la quotidianità offre a chi, illuso dal proprio scintillare del sub cosciente, cerca di appropriarsi di quel simbolo che tratteggia le generalità di chi riesce a tastare il polso capace di escludere a priori il martellare del dubbio. Trascorse molte primavere il simbolo riesce ancora a intercettare emozioni, che si avvolgono repentinamente nello spazio svuotato dell’incertezza, dove la presenza di Dio diventa a tratti illusione per quella preparazione che ogni mortale dovrebbe recitare.
Il poeta racconta con fotogrammi policromatici, separando foto da foto, marmo da marmo, ricordi da ricordi, dove le parole hanno anche l’accento della preghiera e si incidono sulla pagina con il fuoco del dettato, scavato tra le radici del passato.
“Nell’addizione aggiungo giorno a giorno/ e non tiro la retta del totale, sospeso il conto da pagare/ al creditore eterno.” Sono frasi che lasciano pensare rendendo sempre meno fievole il tremore che scuote senza pietà il mondo intero.
Ritirandosi dalla prassi logica dell’uomo qualunque il poeta si avvicina sempre di più all’Essere, ispirandosi al linguaggio della poesia per stilare la dinamica che si dipana dalla temporalità e con la luminosità propria della parola raccoglie la rivelazione del possibile. Un vero gioco delle meningi che si liberano del raziocinante per evaporare culturalmente tra le sospensioni del sub conscio.
A volte i versi di Lucio Zaniboni stordiscono perché riescono ad esplorare l’essenzialità del mistero con una personale sensibilità, matura e sapiente.
*
ANTONIO SPAGNUOLO

martedì 6 febbraio 2024

SEGNALAZIONE VOLUMI = GETULIO BALDAZZI


**Bonifacio Vincenzi ( a cura di ) : "I poeti del centro Italia" = Getulio Baldazzi- Ed. Macabor 2023 - pag. 266 - € 20,00
Che la poesia sia quasi sempre legata alla biografia dell'autore, anche quando frammenti esistenziali rimangono sospesi,è una ipotesi che sostiene il sussurro della parola, ma l'ampiezza e la varietà dei temi tende ad allontanarsi dal solipsismo per giungere armoniosamente alla coralità, cercando di emergere silenziosamente dalla nebbia che può offuscare la quotidianità.
Così Getulio Baldazzi offre il suo fianco all'interno di un universo variegato, fatto di incanti, trasparenze, immagini, personaggi, fotogrammi, che si susseguono con il ritmo incalzante del canto, in una mappa di emozioni che il verso riesce a suscitare nel pronunciarsi.
L'intervento delle vicissitudini, il fatto evanescente, il minuto di una sensazione,inaspettatamente sommuovono le acque di una poesia che cerca di tagliare il modello delle presenze a confronto, per muovere attorno ad un proprio destino, quasi mitologia ben più simbolicamente significativa, quasi scherso del tratteggio, quasi scherzo del dicibile.
La sua poesia cerca quell'abbandono, non esplicitamente mistico, ma reale, che trascina facilmente altrove ed allontana variegatamente dall'alveo elegiaco o drammatico, per affondare in quelle espressioni che potrebbero apparire astratte, ma avviano invece alla meditazione, per quel nuovo simbolismo che sfiora l'assolutezza metafisica ed entra in un equilibrio che esige l'accortezza del lettore.
Il poeta segue una strada che a volte appare accidentata, perchè l'intero percoso del passato riemerge ed egli si piega a meditare.
Il mondo stesso viene superato dall'immaginario, che diviene policromatica pennellata, capace di rilevare i conflitti interiori che l'essere umano sopporta silenziosamente.
Un cerchio si apre e si chiude per il discorso lirico che il poeta ricama tra ispirazione e stile di scrittura, tra veli distesi ed evocazioni disarmanti,tra i guizzi di una eredità ermetica e il sostegno dell'endecasillabo, imperante e determinante per il ritmo.
Affascinante e complessa enuclezaione del simbolo nascosto come sempre nel nostro sub conscio.
*
ANTONIO SPAGNUOLO

lunedì 5 febbraio 2024

SEGNALAZIONE VOLUMI = VALENTINA MARZULLI


**Valentina Marzulli: "Divenire" - Eretica edizioni 2023 - pp.60 - € 15,00
“Divenire” cattura l'energia ispiratrice dello svolgimento del tempo intorno al passaggio esistenziale del mutamento. La poetessa intuisce nel divenire qualcosa che diviene, nel movimento interpretativo della realtà, che si manifesta e si dissolve nelle contraddizioni emotive, non disperde l'essenza originaria dell'evoluzione passionale ma la rinnova. La visione ontologica di Valentina Marzulli accoglie la molteplicità della vita, dilata il contenuto incondizionato dell'amore, include la progressiva conversione attraverso l'illusoria provenienza delle aspettative e la concreta destinazione dell'assenza, realizza l'incessante necessità di presagire le espressioni del desiderio e la sospensione del sentimento, di riconoscere, nelle relazioni, l'intensità del coinvolgimento e di dare un significato profondo al qualcos'altro che anima la percezione sensuale della carnalità e la coscienza sincera della spiritualità.
Valentina Marzulli concretizza il simbolico richiamo del passato nella concezione dialettica delle vibrazioni evocative del cuore, alterna l'indeterminatezza del silenzio con la risolutezza delle parole, scrive versi incisi nel carattere coraggioso ed efficace di una poetica che adotta il sentire in tutte le sue carismatiche declinazioni. Divulga la sconfinata estensione di ogni orizzonte sensitivo attraverso la viscerale, impulsiva e ineluttabile prospettiva dei ricordi, distende la deviazione impetuosa degli affetti nei provocanti intrecci lirici e romantici dell'anima, assapora l'inquieto profumo della malinconia, esplora l'intonazione suggestiva delle divagazioni autobiografiche, affianca alla riflessione sul cambiamento la conservazione autentica della speranza. “Divenire” svolge il suo insegnamento poetico intorno alla discordanza irrequieta degli interrogativi, evidenzia lo stridore dei contrasti, mostra il turbamento della fragilità, pone l'accento sui discorsi interrotti e sospesi, consuma la dolcezza dei baci e il fascino ineluttabile degli incontri, l'impronta infinita e imprevista del destino, oppone all'oscurità del vuoto la limpidezza dei giorni, mantiene la lacerazione delle ferite interiori, trattiene l'equilibrio della verità per lenire il dolore e saldare i margini di ogni guarigione.
“Divenire” è tramutare le sensazioni provate e vissute lungo lo spostamento introspettivo del pensiero, è il valico che collega la prospettiva dinamica della trasformazione alla libertà di affidarsi alla vita e al suo sincero entusiasmo, sostiene la proiezione della consapevolezza. Valentina Marzulli invita il lettore a prestare attenzione e cura alle occasioni e a credere alla straordinaria forza delle corrispondenze, a imparare a sorprendersi e a svincolarsi serenamente da tutto ciò che non è più un giovamento e limita il nostro essere, a seguire l'indicazione positiva delle decisioni, a ricevere tutto ciò che accade e allontanare tutto ciò che vaga.
La poesia di Valentina Marzulli approccia la metamorfosi dell'anima, fa spazio all'inarrestabile ribaltamento delle situazioni, nella dimensione seducente e sconosciuta del diventare altro, fluisce naturalmente nel luogo simbolico del riscatto e della serenità che protegge l'identità sacra dell'amore, culla l'immutabilità del bene e tutto quello che resta.
*
Rita Bompadre
- Centro di Lettura “Arturo Piatti” https://www.facebook.com/centroletturaarturopiatti/
***
Testi scelti
"IL SUO VUOTO"
Il suo vuoto
aveva il colore
di tutti gli occhi malati,
delle mani sgarbate,
del suo corpo
per sempre marchiato.
Il suo vuoto
era pieno di sale,
e di terra,
e di strappi,
e di piccoli pezzi di cuore.
*
"STATO DI NATURA"
Come acqua scorro,
turbolenta, tra i miei pensieri.
Come un sasso affondo,
tutta intera, tra le mie voglie.
Come un naufrago mi abbandono,
miserabile, ai miei tormenti.
*
"CONTRASTI"
Bianco.
L'orlo
del vestito
sul ginocchio.
Il seme
che si sparge
e cola piano.
Il cielo
che risplende
e, anche oggi,
scorre invano.
È nero.
*
"AUT AUT"
Vedere, non guardare.
Volere, non toccare.
Sentire, non pensare.
Capire, non parlare.
Amare.
*
"UTOPIE"
E domani amore,
domani tu incontrami.
Lasciamo una volta,
che la vita poi scorra,
che la Luna rinasca,
che il destino si compia,
che nei tuoi baci io muoia.
*
"LE STELLE POI CADRANNO"
Verranno giorni limpidi,
le nubi passeranno.
Al mare in pieno Agosto,
le stelle poi cadranno.
*
"12 LUGLIO"
Io non lo so
dove poi ce ne andiamo
quando smettiamo di esserci.
Dove finisce
tutto il nostro incessante pensare?
E tutti quei sogni, l'anima, i baci?
So di certo,
che quel mattino d'estate,
quando mi hanno chiamato,
io nel mio corpo esistevo
tanto quanto tu,
forse, dal tuo già te ne andavi.
Ed è stato un bene
che poi tu sia restato,
come avremmo saputo altrimenti,
in tanta confusione, dove ritrovarci?
La vita, come la morte,
è solo un passaggio,
così mi hai insegnato.
La prossima volta,
allora, ricordati di lasciarmi
il tuo nuovo recapito
***

domenica 4 febbraio 2024

SEGNALAZIONE VOLUMI = ALESSIA TARANTINO


** Alessia Tarantino: “La fatica d’amare” – Ed. Leonida 2023 – pag.96 - € 15,00
Delicatamente ricamato, per parole ricercate e limpide, un ininterrotto canto d’amore si sussurra nelle variegate piegature del pensiero poetante.
L’invocazione alla musa filtra l’apertura in una rispettabile scelta di armonia, che rende la pagina accattivante e rutilante, quasi incisiva pittura che echeggia l’antico stampo degli aedi. Amare è una fatica, dice, ma con il suo irrefrenabile canto inneggia verso dopo verso alla semplice e consumabile realtà di chi si immerge nelle spire del sentimento.
“Quel verbo (amare)- scrive Emanuela Vezzoli in prefazione- sembra infatti rivolgersi all’atto del poetare, ma anche a figure altre, a ciò che ci circonda, alle nostre ferite, al nostro agire e se talvolta è ricambiato, talaltra è osteggiato, diventa gravoso, ma si svela puntuale nel sapiente gioco dell’autrice, quello che coinvolge le parole: Alessia, spesso, le scompone, ricucendole in significati nuovi, in “nodi di luce” che scova al di sotto della superficie precostituita…”
Il rispecchiarsi nella persona amata appare come una variazione di formule magiche che si offrono in differenze sostanziali, tra “lievi libellule che lambiscono il cuore” e “ruvidi palmi” che lasciano cadere un sogno perduto.
“L’eterna, sovrumana luce” per la poetessa è un valore inestimabile, che conduce per mano gli amanti e li catapulta nello splendore del sublime. Qui l’ego e l’altro si fondono per il valore intrinseco della consapevolezza di una fiammata che diffonde senza ripari e che con tenerezza accarezza le membrane del ritorno.
Non mancano nel tragitto, singolarmente inciso da Alessia Tarantino, passaggi che accennano ad incursioni filosofiche: “Il mare tempestoso/ del mio io/ sommerse il tempo/ per ingannare Dio”. Affermazione che fa segno per una ribellione contro la quotidianità, che ci corrode e ci consuma senza sosta, mentre di contro il sogno rende trasparente il cielo avvolgendo in un velo la danza delle stelle, così come un tocco di melodia.
Non manca, in questa continua avventura della meditazione, anche un accenno alla preghiera, che nella composizione “Kyrie” si eleva verso l’Altare divino come un ardente salmo di richiesta redenzione.
Poesia sfaccettata questa di Alessia, che si premura di dare un certo dono plasmabile tra la conversazione e il canto.
*
ANTONIO SPAGNUOLO