sabato 30 aprile 2016

SEGNALAZIONE VOLUMI =DARIO PASERO

Dario Pasero – Ubach e Adrèit--Altre Riflessioni poetiche piemontesi-
puntoacapo Editrice – Pasturana – (Al) – 2016 - pagg. 165 - € 18,00

Dario Pasero è nato a Torino nel 1952. Dai primi anni Ottanta ha iniziato l’attività di scrittore (in prosa e in poesia) in lingua piemontese: sue composizioni sono apparse su riviste specializzate in Piemonte e altrove. Al suo attivo sono un volume di prose piemontesi e quattro di poesie, l’ultimo edito da “puntoacapo” nel 2014.
Il testo di Pasero, che prendiamo in considerazione in questa sede, presenta la stesura originale in piemontese a fronte, una prefazione di Herbert Natta, una postfazione di Manuel Cohen e una nota dell’autore.
La raccolta è scandita in sei sezioni, precedute da una composizione intitolata “Incipit liber” e seguite dal componimento “Explicit liber”.
Cifra essenziale della poetica di Pasero è quella di un misticismo spesso anche naturalistico.
Esprimendosi attraverso un linguaggio scabro ed essenziale, elegante e controllato, che si potrebbe definire tout-court neolirico, con uno scatto e scarto memoriale che spesso avviene, il poeta nomina fate, angeli, folletti e streghe e lo stesso Dio, figure che rimangono del tutto immanenti, come attori sul set del suo film privato, che è la sua vita detta in versi.
Le suddette figure sono inserite in modo naturalistico nel contesto come visioni fatte della stoffa dei sogni, attraverso parole pronunciate con urgenza.
Sembra per il lettore un’immersione catartica l’atto di affondare nei versi di Dario e chi conosce il dialetto piemontese può ovviamente coglierne reconditi significati e sensi ancora più profondi.
La forma e lo stile sono nitidi e cristallini e connotati da una grande compattezza.
A volte l’interlocutore è il Signore stesso, al quale il poeta si rivolge quasi in uno stato estatico:-“ Parlaci, Signore/ e ascolteremo la tua parola…”-.
Una parola stessa sorgiva e affascinante che il poeta sembra trascrivere trasognato, come se provenisse da zone profondissime dell’inconscio e riaffiorasse come acqua zampillante fresca e chiara nella sua purezza.
Un esprimersi chiarissimo, quello di Pasero, con parole che decollano sulla pagina con il massimo della leggerezza, pur essendo icastiche, nella loro velocità e luminosità.
Leggendo i versi sembra di entrare in un cosmo preciso, quasi in un Eden privato dell’autore, che si allarga all’universo, anche se non mancano incubi e ragionamenti che scuotono le viscere, che sottendono il pericolo della caduta nel peccato e nel dolore.
Anche il silenzio entra in scena nell’immaginario di Dario, il silenzio delle stelle e dell’infinito pensiero dell’uomo e quello delle parole stesse e dell’abisso e del vuoto: del resto la poesia riempie la fessura tra detto e non detto.
Un poiein originalissimo e intrigante anche per la sua genesi che avviene nel dialetto piemontese.
*
Raffaele Piazza





POESIA = EMILIO PAOLO TAORMINA

ho nella gola
un’estate secca
annoda
ai fianchi
un ruscello
fresco
**

nella stalla
diroccata
appesa
a una trave
c'è un'antica
lanterna
le notti di bufera
dondola
e s'illumina
**

domani piove -
i cuccioli
piagnucolano
nel sonno
**

come una biscia
il mio cuore
s'è spogliato
della pelle
tra le mani
guardo
le cicatrici
quante volte
sei caduto
sui rovi dell'amore
tra le colline
l'eco rossa
della volpe
tinge
di sangue secco
la sera
**

nel maggese
di aprile
squillano rosso
i cespugli di veccia
**

nel folto
dell'uliveto
le ombre nel vento
danno corpo
alla voce dell'eco
**

la luna
affacciata
al muro
del baglio
profuma di miele
come gli alveari
delle colline
**

la sera
ha un aroma
verde limone
e un volto rugoso
di vecchio bambino
**
esilio -
il cipresso
nel sole
fa la sentinella
davanti
alla finestra
**

notte silenziosa
i tarli
chiacchierano
nell'antica
libreria
**

stordiscimi
con il vino
della tua voce
voglio riposare
sulle tue ciglia
come foglia
in autunno
**
un insetto
sul quaderno
si muove
tra le vocali
s'imbalsama
nel verso
**

stanca
di stare
chiusa nella stanza
l'antica bussola
punta sempre
verso il muro
che mi tiene
in prigione
**

all'alba
il forno a legna
riscaldava
la cucina
poi una fetta
di pane caldo
con il miele
mi accompagnava
sulla strada
per la scuola
**

tu dormi
sull'incenso
delle rose
un santino
piange
tra le pagine
del tuo diario
una tortorella
fuggita
dal nido
si è posata
sul tuo davanzale
e tu non sai
che è l'amore
**
EMILIO PAOLO TAORMINA
*
Autore indipendente, Emilio Paolo Taormina è nato a Palermo nel 1938.
Contemporaneo, è uno scrittore di poesia e prosa. Il suo linguaggio raffinato e malinconico affronta, con elevata sensibilità creativa, la parola della narrazione moderna e innovativa.
Cura un’attività commerciale specializzata in musica rock, folk, blues, jazz, nuove tendenze.
Sue poesie sono presenti in antologie, riviste italiane e internazionali.
E’ tradotto in spagnolo,, armeno, portoghese, francese, inglese, russo, albanese, croato e tedesco

venerdì 29 aprile 2016

PREMIO CITTA' DI COMO -

PREMIO CITTA' DI COMO - 2016 -
*
SEZIONE POESIA ”ALDA MERINI”
VOLUME EDITO:
Inviare n° 2 copie di un volume edito di liriche a tema libero pubblicato negli ultimi 5 anni.
INEDITI:
Inviare fino a 10 componimenti in n° 2 copie, ambedue
firmate con nome e cognome dell’autore perfettamente leggibili.
VIDEOPOESIA EDITA O INEDITA:
Possibilità di inviare una videopoesia della durata massima di 3 minuti. Il video sarà inserito, con il permesso dell’autore, sul canale YouTube del Premio. Tutte le lavorazioni audio-video saranno ammesse se nel rispetto delle normative di YouTube. Ogni video in concorso potrà
essere postato sul sito del Premio e sui social di riferimento. Per i dettagli tecnici consultare il sito.

SEZIONE NARRATIVA”GIUSEPPE PONTIGGIA”
LIBRO EDITO DI NARRATIVA:
Inviare n° 2 copie di un volume di narrativa o memorialistica a tema libero pubblicato negli ultimi 5 anni. Gradita una breve sinossi dell’opera.
RACCONTI DEL TERRITORIO:
Inviare un racconto edito pubblicato negli ultimi 5 anni o inedito a tema libero in due copie ambedue firmate con nome e cognome perfettamente leggibili. Si può partecipare anche con un’antologia di racconti, ma dovrà essere selezionato solo il racconto che si vuole partecipi al
concorso. I racconti non devono essere superiori a 20 pagine, 2000 battute a pagina (spazi inclusi).

SEZIONE GIOVANI UNDER 30
La sezione è dedicata ai giovani under 30 e comprende tutte le sezioni elencate con una esclusiva graduatoria di merito. La sezione è aperta alle classi delle scuole che possono aderire per intero pagando una sola quota di partecipazione.

SEZIONE SAGGISTICA
Sezione riservata (nessun ambito escluso) a libri editi negli ultimi 5 anni.

SEZIONE FOTOGRAFIA “QUANDO L’IMMAGINE RACCONTA ED EMOZIONA”
Sequenza fotografica che, senza limitazioni di tecnica, illustri o sintetizzi un testo letterario in prosa, edito o inedito, di qualsiasi autore, con un minimo di 5 fino a un massimo di 10 immagini in digitale, numerate progressivamente.
Oppure sequenza fotografica che illustri o sintetizzi una storia da un minimo di 5 ad un massimo di 10 fotografie in digitale, numerate progressivamente: luoghi, persone, avvenimenti, territorio esperienze che arricchiscono interiormente, viaggi e scambio di conoscenze fra persone, paesaggi.

SEZIONE LIBRERIE
La Direzione di librerie selezionate del territorio insubrico indica il libro di qualsiasi genere e paese e pubblicato nel 2015 ritenuto migliore, più amato, venduto e ricercato dai lettori.
Tra i libri segnalati quello scelto dalla giuria potrà acquisire il titolo di “Libro d’Oro dell’anno” con idoneo riconoscimento e verrà inserito negli annali del Premio. Particolare attenzione verrà riservata alle pubblicazioni curate da un punto di vista grafico.

PREMI
• Sezione Volume Edito di Poesia
Primo Classificato € 1.500
• Sezione Inediti Poesia
Primo Classificato € 1.000
• Videopoesia Edita o Inedita
Premio Speciale
• Sezione Libro Edito di Narrativa
Primo Classificato € 1.500
• Sezione Racconti del Territorio
Primo Classificato € 1.000
• Sezione Giovani
Primo Classificato € 500
• Sezione Fotografia
Primo Classificato € 500
• Sezione Saggistica
Primo Classificato € 1.500
• Opera Prima
Primo Classificato € 1.000
• Sezione Librerie
Libro D’oro
*
*CHIEDERE COPIA DEL BANDO :
e-mail: info@premiocittadicomo.it
www.premiocittadicomo.it
*
IDEATORE E ORGANIZZATORE PREMIO: Giorgio Albonico
giorgio.albonico@premiocittadicomo.it


giovedì 28 aprile 2016

SEGNALAZIONE VOLUMI = NICOLINO LONGO

Nicolino Longo : “Petali e spine della rosa dei venti” – Ed. Bastogi – 2015 - pagg. 84 -€ 20,00 –
Giocare con il verso , cucire pensieri alle metafore e restare sempre lucidamente attaccato alla poesia, come impulso di graffianti corrispondenze, è l’officina rivissuta due volte da Nicolino Longo , che lotta e conquista, simpaticamente plastico, ogni spazio che la parola riesce a dettare. Scrittura dalle molteplici esperienze , che accostano un arco ampio e maturo dell’agilità stilistica che la distingue, schiudendo a volte risultati ludici di gioiosa fattura , a volte versioni filosofiche di delicato spessore. Le immagini , in chiaroscuro o in pieno fulgore di colori , puntano con una fantasia inventiva come verità mancanti , come mezze verità da rintracciare , come attese illusorie di virtuosismi tutti da recitare. L’altalena torna inesorabilmente a travasare il dondolio di una epifania saltellante nella stessa armonia che fuga e si raggiunge. Un modo di raccontare saldo ed effuso , semplice ma radioso , mutuante e vorticoso , che procede per ondeggiamenti giudiziosi , fulgide rarefazioni , friabili volteggiamenti.
ANTONIO SPAGNUOLO

PREMIO DI POESIA = GUIDO GOZZANO

Il concorso “Guido Gozzano” si divide in cinque sezioni:

Sezione A - libro edito di poesie in italiano o in dialetto (con traduzione) pubblicato a partire dal 2010.
Può essere inviato un solo libro di poesie per Autore in tre copie. In un foglio a parte vanno inseriti nome, cognome, indirizzo, numero di telefono, e-mail. Saranno escluse le antologie e le opere inviate tramite e-book o files elettronici.

Sezione B - silloge inedita in italiano o in dialetto (con traduzione) senza preclusione di genere. Si possono inviare da un minimo di 7 a un massimo di 12 poesie in quattro copie di cui solo una copia firmata con nome, cognome, indirizzo, numero di telefono, e-mail e la dichiarazione che l'opera è frutto del proprio ingegno.

Sezione C- poesia inedita in italiano o in dialetto (con traduzione) senza preclusione di genere con un massimo di tre poesie. I concorrenti devono inviare tre copie di cui solo una copia firmata con nome, cognome, indirizzo, numero di telefono, e-mail e la dichiarazione che l'opera è frutto del proprio ingegno.

Sezione D - racconto inedito, fiaba inedita o aforismi inediti in italiano a tema libero (massimo 5 pagine con spaziatura singola e carattere 12 Times New Roman). I partecipanti potranno inviare l'opera in quattro copie di cui solo una copia firmata con nome, cognome, indirizzo, numero di telefono, e-mail e la dichiarazione che l'opera è frutto del proprio ingegno.

Sezione E – In occasione del centenario della morte di Guido Gozzano verrà premiato il saggio o tesi di laurea sulla figura e le opere di Guido Gozzano pubblicati a partire dal 2010. Il saggio deve essere inviato in tre copie; in un foglio a parte vanno inseriti nome, cognome, indirizzo, numero di telefono, e-mail. E' possibile inviare la tesi di laurea via e-mail a concorsogozzano@gmail.com con due files (formato doc o pdf) uno anonimo e uno con i dati anagrafici e la dichiarazione che l'opera è frutto del proprio ingegno.

L'Associazione Culturale “Concorso Guido Gozzano” si prefigge l'obiettivo di conservare e catalogare tutte le opere in concorso presso la Biblioteca Poetica “Guido Gozzano” di Terzo affinché restino a disposizione di studiosi e appassionati di poesia e narrativa.

Gli elaborati dovranno essere inviati entro giovedi 7 luglio 2016 (fa fede il timbro postale) a: Concorso Nazionale di Poesia e Narrativa “Guido Gozzano” Via La Braia, 9 - 15010 Terzo (AL).
Sarà dato atto, via e-mail, della corretta ricezione della domanda di iscrizione.

Solo per le sezioni B-C-D- è possibile inviare le opere via e-mail a - concorsogozzano@gmail.com - con due files (formato doc o pdf) uno anonimo e uno con i dati anagrafici e la dichiarazione che l'opera è frutto del proprio ingegno.
Sono considerate inedite le poesie, i racconti, le fiabe e gli aforismi pubblicati su siti web, blog e riviste online.
Possono partecipare i testi premiati o segnalati in altri concorsi letterari mentre non è possibile partecipare con opere già inviate nelle edizioni precedenti ne iscriversi nella medesima sezione in cui si è risultati primi classificati nel 2015.

La premiazione si terrà presso la Sala Benzi di Terzo (Via Brofferio, 15) sabato 15 ottobre 2016.

QUOTA DI PARTECIPAZIONE
Sezioni A, B, C, D, E : 15 euro
****La Giuria è composta da: Carlo Prosperi (Presidente della Giuria), Giangiacomo Amoretti, Emiliano Busselli, Gianni Caccia, Cristina Daglio, Mauro Ferrari, Raffaele Floris, Gianfranco Isetta, Beppe Mariano, Massimo Morasso, Alessandra Paganardi, Luisa Pianzola, Giancarlo Pontiggia, Piero Rainero, Stefano Verdino.
****

RIPROPOSTA = FERMENTI

Parole in circuito – Fatti non parole-- 4 Antologia Nuovi Fermenti Poesia
RIPROPOSTA – Fermenti Editrice – Roma – 2010 – pagg. 153 - € 18,00
(note critiche sui testi di Giuseppe Vetromile e Giuseppe Vigilante) - a cura di Raffaele Piazza

Giuseppe Vetromile

La silloge inedita Poesie del salario è composta da 7 poesie che hanno per tema il lavoro di sette personaggi, dal magazziniere alla donna delle pulizie, dall’addetto tecnico al manovale. E’ evidente la capacità di Vetromile nel penetrare le psicologie dei tipi umani da lui creati, nel loro rapportarsi nel lavoro o, per meglio dire, nel relazionarsi ai meccanismi che conducono al frutto del lavoro, il salario, essenziale per la sopravvivenza, in particolare nel caso dei lavori umili messi in scena dal poeta. Alta la prima poesia, nella quale l’io-poetante è un magazziniere, che ne costituisce la voce-poetante. Attraverso le sue parole, veniamo a scoprire, e forse non lo sa nemmeno lui, che egli ha trovato il senso dell’esistere elargendo pezzi di ricambio, ricevendo in cambio un sorriso. Lo stile del componimento è narrativo ma anche scattante e nervoso, sempre ben controllato. Attraverso la costellazione di queste figure emerge il tema del quotidiano monotono,, a tratti, persino squallido,imbevuto spesso anche di pathos. Sono raccolte anche tre poesie da Poesie del disincanto..

Giuseppe Vigilante

Da questi testi inediti di Giuseppe Vigilante emerge una poetica, la cui cifra è costituita da un lirismo misto ad un vago intimismo.. I versi di Vigilanti scorrono fluidi sulla pagina, ma sono caratterizzati anche da una certa inquietudine: sono paesaggi, materiali, quelli di Vigilante, che si fanno paesaggi mentali. A volte, in qualche componimento, c’è la presenza di una poesia che riflette sulla poesia stessa, parola che si vorrebbe fermare. Raramente incontriamo immagini minimalistiche, come nel componimento L’innocenza:-“Lei mi diede una monetina” Alcune poesie, che Vigilante ci presenta, sono intrise di dolore e di senso del mistero:il dolore è detto soprattutto in Il risveglio, il cui protagonista è un disperato. Tutte le poesie sono connotate da chiarezza espressiva. C’è un “tu”, al quale il poeta si rivolge, del quale ogni riferimento resta taciuto: il tempo è al passato e si crea così il senso di una provenienza, in uno scatto memoriale, da parte dell’io-poetante,
*
Raffaele Piazza

NOTA DI LETTURA = EVARISTO SEGHETTA ANDREOLI

"LA PERFETTA IMPERFEZIONE DI EVARISTO SEGHETTA ANDREOLI"
Nota di lettura di Valeria Serofilli al volume "Inquietudine da imperfezione" (Passigli Poesia Editrice, 2015) di Evaristo Seghetta Andreoli.

Il libro di Evaristo Seghetta Andreoli edito nella collana di poesia di Passigli fondata da Mario Luzi, ha un titolo che fin dall'inizio attrae, incuriosisce e coinvolge. Inquietudine da imperfezione pone di fronte una consapevolezza e un moto costante dell'animo, quasi, potremmo dire, una roccia scagliosa in movimento perenne. Si tratta, forse, della materia stessa di cui è composto quell'essere imperfetto che è l'uomo, la cui polvere si indurisce e si raggruma con il tempo rendendolo allo stesso tempo, coriaceo e fragile, costantemente soggetto a sommovimento, smottamenti e crolli. L'inquietudine a cui si è fatto cenno quindi potrebbe essere sia la consapevolezza di tale incerta condizione, la presa atto della precarietà, oppure l'esatto contrario, l'aspirazione ad un ritrovamento di forma e misura, un lento e tenace rimodellamento interiore.
Leggendo le liriche del libro di Seghetta Andreoli, si tende mano a mano a propendere per la seconda ipotesi. C'è tensione verso un altrove, dello spazio, del tempo e dell'interiorità. Un moto costante, una marcia più che una corsa, verso un luogo che si sa essere distante ma sulla cui esistenza si scommette, e tale scommessa è alimento vitale di ogni passo e di ogni parola.
Questa soluzione appare la più plausibile anche a Franco Manescalchi, autore della presentazione del libro, e a Giuseppe Panella che ha arricchito il volume con un suo documentato saggio introduttivo, denso di riferimenti a diverse discipline e richiami intertestuali.
Altra chiave di interpretazione privilegiata e preziosa sono i versi che l'autore ha scelto come epigrafe, quelli di Mario Luzi, dalla lirica “Primizie del deserto”: Io, come sia, sono qui venuto, avanzo/ da tempi inconoscibili, ardo, attendo;/ senza fine divengo quel che sono,/ trovo riposo in questa luce vuota”. Divento quel che sono, scrive Luzi, e Seghetta si inserisce in questo solco, lo fa suo, anzi, scopre passo passo che tale processo di ritrovamento delle coordinate esistenziali gli appartiene da sempre, è una parte di sé.
“Lui canta per me,/ senza timore/ nel girotondo perpetuo:/ nenia latina,/ vortice lento d’arcaiche parole,/frammenti del tutto,/ di luce di stelle,/ di atomi eterni,/ di vita divina”, scrive Evaristo Seghetta. Ed è il tempo, il rovello di sempre, a scandire e a regolare il ritmo, il passo, la cadenza, perfino dei versi, resi volutamente brevi, quasi a scandire ogni sillaba, ogni respiro, per unire il ragionamento al fluire delle sensazioni.
Anche Seghetta parla di luce, ma anche di frammenti, come a ribadire quella imperfezione che è allo stesso tempo, nel momento della partenza, del primo impulso, incompletezza, desiderio e aspirazione. Ecco un altro dei cardini e delle parole chiave: aspirazione. La poesia dell'autore non si sofferma né si compiace del detto e dello stabilito. È sempre orientata verso un altro punto, quasi a voler ridurre il distacco e il divario tra il reale e l'ideale, il buio e la luce, la nenia e il canto, gli atomi e l'universo.
“E sogna l’incontro supremo/ tra l’essere e il nulla,/ della stasi col moto,/ tra la materia e il vuoto,/ dentro e fuori dall’Io,/ perché è sottile/ questa inquietudine
da imperfezione/ che avvolge i fiori/ prediletti di Dio”, osserva ancora l'autore chiarendo ulteriormente il senso e l'intento di questa sua esplorazione che parte da schemi classici, a lui cari, per arrivare però ad una forma più moderna e attuale di indagine sul sé, di scavo, tormentato ma mai del tutto privo di speranza, proprio in virtù di quella tensione verso un luogo altro, una dimensione differente.
C'è anche una citazione indiretta in quel riferimento all'Essere e al Nulla, ma soprattutto l'ossimoro di fondo, quella coesistenza solo in apparenza irreale tra la stasi e il moto, che costituisce il marchio distintivo ma anche il metronomo interno, anche a livello di ritmo, sia delle poesia di questo libro, che, forse, della poesia in generale.
Come adeguatamente osserva Panella: “Il progetto sperato e ambito è quello di fuoriuscire dalle sottili pareti dell’Io, di attingere a verità che siano durature e universali, di fuggire all’assurda verità che lega a un presente condizionato dalla necessità di aderire all’esigenza «opprimente» dei bisogni individuali mentre si vorrebbe ritrovare in se stessi e nel mondo i «fiori prediletti» di ciò che è eterno e che la vita si ostina a confinare nel recinto impassibile della transitorietà della sequenza di nascita e morte.
Potremmo dire, con una forzatura, forse, ma con qualche spazio percorribile di verità, che i fiori prediletti a cui fa riferimento Seghetta possano essere i fiori del bene, contrapposti in qualche modo a quelli celeberrimi di baudeleriana memoria. Fiori anch'essi rari, e non meno impegnativi di quelli a cui fa riferimento il poeta francese.
I fiori prediletti forse sono gli uomini stessi, gli esseri umani, con quelle imperfezioni che ritornano come un Leit Motif, costituendo la sfida da superare ma anche la prova, forse paradossale ma altrettanto essenziale, sia della speranza, come si è detto, che della volontà di perfezione, della possibilità di spostare l'asse di qualche centimetro verso la meta, ogni giorno ed ogni ora. E la meta forse è la poesia stessa, ossia la possibilità di dare voce a quella perfetta imperfezione che fa dell'uomo ciò che è e ciò che aspira ad essere.
“La poesia per Seghetta Andreoli è dunque (lo ammette lui stesso!) l’alfa e l’omega dell’esistere consapevole e cosciente, la ragione stessa dello scrivere che si configura come possibilità del vivere autentico e libero dalle strettoie del contingente”, annota ancora Giuseppe Panella, prendendo come punto di riferimento i versi dell'autore che ben racchiudono il senso di questo intervento e la natura stessa del libro, connotato da una ricerca sincera ed autentica della parola, roccia da scavare anch'essa, e quindi punto sospeso tra un prima e un dopo, tra forza e fragilità, buio e luce: “Eccomi qui, aggrappato/ al vetro opaco di questa bottiglia,/ spazio finito, lume di candela,/ che imperterrito anela/ a oltrepassare la sfera/ del tempo,/ sospeso tra,/ alfa e omega.”
*
Valeria Serofilli
*
Caffè dell’Ussero di Pisa, 29 Aprile 2016

mercoledì 27 aprile 2016

RIPROPOSTA = FERMENTI

Parole in circuito – Fatti non parole - 4 Antologia Nuovi Fermenti Poesia
RIPROPOSTA – Fermenti Editrice – Roma – 2010 – pagg. 153 - € 18,00
(note critiche sui testi di Lucetta Frisa, Anton Pasterius, Raffaele Piazza, Raffaele Urraro) - a cura di Raffaele Piazza

Lucetta Frisa

Le poesie, che Lucetta Frisa ci presenta, sono connotate da una forte icasticità e da una notevole eleganza espressiva. Volevo l’estasi ha un incipit drammatico:-“ Vedi, io vivo con un coltello/ dentro lo stomaco”- Questo componimento è caratterizzato da una forte dose di corporeità, da una fisicità brutale, perché il coltello taglia anche pezzi d’infanzia e le pupille. E’ presente, in questa poesia, anche un riflettere sulla parola poetica stessa. Dice la poetessa che tutte le cose hanno lame, spille, angoli, punti, spigoli e parole spinose;: potrebbero essere le parole stesse per nominare le cose, continua a dire la poetessa, parole che, al contrario, stanno acquattate come bestie in allarme, si dolgono di solitudine, proprio perché sono le parole che costituiscono le poesie. E’ presente il tema dell’infanzia come provenienza. L’estasi, che viene detta nel titolo, è in perpetuo orgasmo tra terra e parola e, si può supporre, proprio per questo che sia una vera estasi controllata..
*

Anton Pasterius

Le poesie inedite che Anton Pasterius ci presenta in Fare poco e di notte sono tutte caratterizzate da una forma in lunga ed ininterrotta sequenza, da un fluire ininterrotto dei versi. Le strofe si susseguono con leggerezza, sgorgando l’una dall’altra ed è assente dai testi ogni traccia di punteggiatura. Nel componimento iniziale, Questione di feeling incontriamo una trasposizione che va dal piano fisico e corporeo, quello del cuore come muscolo cardiaco, a quello del sentimento, appunto a quello del feeling, del sentire emotivamente, empaticamente. I versi di questa silloge sono in massima parte verticali e brevi, spesso costituiti anche solo da una o due parole. C’è una notevole eleganza formale, in questi inediti, che sono molto levigati. Pur non essendo una poesia lirica tout-court, quella di queste poesie consiste in un’effusione di sensazioni dell’io-lirico che trasmette i propri sentimenti e stati d’animo al lettore, in modo complesso e articolato. Quello che colpisce in questa silloge è una leggerezza, in sintonia con una forte icasticità del dettato.
*
Raffaele Piazza

Viaggio romano è una sequenza di dieci componimenti verticali, costituiti da brevi strofe: può, per la sua unitarietà, essere considerato un poemetto. La poesia iniziale descrive l’inizio del viaggio, con l’arrivo alla Stazione Termini, che segna l’inizio dei fatti. Di frammento in frammento si realizza la vicenda. Al centro della microstoria c’è un viaggiatore, che risente del fascino di Roma, che, nel bene e nel male, resta Caput Mundi. E’ nello stratificarsi del tempo nello spazio che avviene la vicenda e, per usare una metafora teatrale, la città diviene spazio scenografico dell’azione dell’io-poetante, che forse la mitizza troppo, affascinato da presenze; un incontro è quello con una zingara, nel primo frammento, incontro che apre le porte ad un vago senso di magia, che è una costante per tutto il poemetto. La zingara vuole leggere la mano al viaggiatore e già nel tema del viaggio, che è la vita stessa, può essere racchiuso quello che si chiama destino, nelle linee sulla mano
*

Raffaele Urraro

Una dissolvenza si avverte in questi testi, articolati in una sequenza di quindici componimenti, Al centro di questa poetica, ci sono le parole che sono le “cellule” del più vasto organismo, la sequenza. Si tratta di poesie sempre divise in strofe. Nell’insieme l’opera può considerarsi un poemetto, costituito da tasselli che si armonizzano tra loro. Nella terza poesia incontriamo un afflato vagamente lirico, in una mescolanza di elementi atmosferici. Efficace l’immagine del tempo che sgocciola da clessidre d’acqua, scandito da lente pulsioni del cuore.. Da notare che c’è, in questi componimenti, una totale assenza di punteggiatura e l’ordine del discorso prosegue in ininterrotta sequenza, tramite versi generalmente verticali. Degna di nota la quinta poesia, nella quale si riscontra nell’incipit una certa religiosità del verso:-“Mi sento legato a un dio invisibile”-, un dio e non Dio: in questa sfumatura possiamo intendere una visione “pagana” di Urraro,
almeno a livello estetico,
*
Raffaele Piazza

POESIA = ROBERETO MOSI

"Primavera a Baratti"

Bufere d’acqua, di vento
una sarabanda di follia
ha sconvolto il golfo.
Ferite profonde, alberi
abbattuti, radici contorte
sospese nell’aria,
ai margini della necro
poli sepolture scoperte,
frane dalla collina
hanno dissepolto
la città dei vivi,
a Populonia.

Armenti di nubi bianche
guidate dai raggi
al tramonto, si dirigono
verso l’Acropoli,
sulla spiaggia la posidonia
strappata dal fondo del mare
profuma di pungente salmastro.

La Primavera sta per aprire
il suo mantello di fiori,
Marta e Anna sono
di nuovo padrone
della spiaggia: Marta
compone un tappeto
di ciottoli, pezzi di rossi
mattoni, di neri rosticci
dai forni di fusione
degli etruschi, Anna scrive
con una canna sulla sabbia
bagnata, le ultime
parole che ha imparato.

Lancio, felice, nell’acqua
sassi piatti, levigati
dal mare, alla ricerca
di un tiro da cinque rimbalzi.
Avverto nell’aria la presenza
di Turan, la dea etrusca
dell’amore, della rinascita.
*
Roberto Mosi, aprile 2016

martedì 26 aprile 2016

RIPROPOSTA = FERMENTI

Parole in circuito – Fatti non parole -4 - Antologia Nuovi Fermenti Poesia
RIPROPOSTA – Fermenti Editrice – Roma – 2010 – pagg. 153 - € 18,00
(note critiche sui testi di Domenico Cipriano, Stelvio Di Spigno, Francesco Filia e Antonio Fiori) –

Domenico Cipriano

Una materica atmosfera paesaggistica pervade queste poesie di Domenico Cipriano intitolate I luoghi, il tempo nello spazio ; in questi componimenti è presente la forza dirompente delle stagioni nei loro respiri e vengono detti i paesi che potrebbero essere quelli a lui cari della nativa Irpinia, poesie di luoghi anche in sogno o visione, quando la scena descritta si dilata nell’occhio dell’io-poetante:-“/… sembra S. Paolo del Brasile, ma da voi/ i valloni si aprono ai bordi del paese/ poiché la roccia è salda al centro/ e le case disegnano un anfiteatro per lo spettacolo senza spettatori/-“. Nei paesaggi di Cipriano, che sono anche mentali, molto importante e frequentemente descritta è una natura animata fatta di rami, alberi, campi e anche cani. Quello di Cipriano è un microcosmo che ha qualcosa di pascoliano anche se, come si è detto, il paesaggio si apre su altri luoghi:-“Mi volto sulla vallata/ e divento feritoia/ su S. Paolo del Brasile/ col mondo sopra i miei occhi/ e io sopra ogni pensiero”-/ In questa silloge troviamo molte poesie caratterizzate da chiarezza pur essendo articolate internamente e caratterizzate da una forte aggettivazione..

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Stelvio Di Spigno

Si avverte nella silloge Lo spazio animato negli anni il dipanarsi di una poesia che fluisce spesso in ininterrotta sequenza e il versificare del giovane poeta prosegue per un accumulo di immagini. Nelle poesie di questa silloge il versificare è caratterizzato da una chiarezza, diversamente dalla maggior parte della produzione del nostro: questo non per dire che queste poesie di Di Spigno siano semplici né tantomeno elementari: invece ci troviamo di fronte ad un poeta già maturo che sa creare anche delle zone d’ombra nella sua poesia veramente suggestive con uso talvolta sapiente delle metafore e delle sinestesie senza il minimo sforzo. Anima, il componimento iniziale della silloge, si risolve in un respiro senza uso di punteggiatura. Nella composizione Interno domestico aleggia un senso di morte, a partire dal primo verso:-“Osso ripulito dal tempo…”; qui l’osso è lo stesso simbolo della fine ed è l’osso stesso a desiderare il poeta per dare senso ad una inesorabilità della vita.

Francesco Filia

Le poesie che Francesco Filia ci presenta per questa antologia possono essere suddivise in due sezioni: il poemetto Traslucido e delle poesie sparse: cifra che domina le sezioni è una trasparenza notevole, del resto traslucido significa trasparente. In tutte le poesie che l’autore ci presenta si ritrovano dissolvenza e sospensione.. Traslucido è un poemetto costituito da molti frammenti brevi e i suoi versi sono diafani e verticali: c’è nel tessuto linguistico un procedere in lunga ed ininterrotta sequenza, un fluire barocco del discorso in un unico respiro, come di fluire di torrente. costituito da acque limpide e scroscianti.. E’ forte, costante la presenza della natura, una natura surreale e metafisica. come anche esiste, in tutto il poemetto, una forte dose di corporeità, in un presunto rapporto tra un uomo e una donna. Notiamo la presenza di un “tu”, al quale il poeta si rivolge, un “tu” presumibilmente femminile, rappresentato dall’amata, di cui ogni riferimento è taciuto.

Antonio Fiori

Antonio Fiori ci presenta due brevi sequenze poetiche, intitolate Forse profezia e Missioni. I componimenti di Forse profezia. sono costituiti da quartine libere. C’è, nei componimenti di questa sequenza, una dose di fisicità, corporeità e anche carnalità. La cifra distintiva, che riscontriamo in queste composizioni, è proprio quella del corpo che si fa strumento di conoscenza ed è presente un sentire con il corpo, attraverso il corpo, che diviene una cosa sola con l’anima. I versi del poeta sono caratterizzati da una grande musicalità, raggiunta anche attraverso il ritmo sincopato e, generalmente, queste poesie sono permeate da una grande visionarietà. In alcune di queste composizioni c’è un “tu”, al quale il poeta si rivolge, un “tu” che resta indefinito. Tutte le poesie della silloge sono senza titolo; la prima poesia di Forse profezia ha un tono vagamente programmatico e ha inizio con il semiverso di Costantino Kavafis Ricorda corpo; in questo componimento c’è il tema del ricordo
*
Raffaele Piazza

POESIA = RAFFAELE PIAZZA

"Alessia e il sempreverde"

Argentato abete, di Giovanni
dono per ragazza Alessia.
Invisibili linfe a invaderla
di senso verde come le foglie
nel pianeta casa. Lo bagna
Alessia e coltiva i verdi
a sfumarsi in linea con la
consecutiva favola trasparente
nell’inverarsi di gioia
allo squillo del telefono.
Come sta la pianta?
Giovanni chiede nerovestito.
Benissimo!!! Risponde Alessia
e non sa che dire!!!
*
Raffaele Piazza

domenica 24 aprile 2016

SEGNALAZIONE VOLUMI = FATTI NON PAROLE

Parole in circuito – Fatti non parole-- RIPROPOSTA 4 - Antologia Nuovi Fermenti Poesia - Roma – 2010 – pag. 153 - € 18,00, a cura di Raffaele Piazza

"Prefazione"

Il senso di una nuova antologia, tra le tante nel panorama italiano, in questo postmoderno di inizio millennio, va cercato, tra l’altro, nel tentativo di dare visibilità ad autori più o meno giovani, che non hanno mai raggiunto i risultati più prestigiosi, nel contesto contemporaneo (quello della grande editoria e quello della vittoria dei premi letterari più ambiti), in un contesto, a livello planetario, in cui, pure la frequentazione del cosiddetto sottobosco, può avere una forte valenza etica e, in alcuni casi anche estetica. Gli autori che in questa sede sono stati selezionati presentano poetiche tra loro molto eterogenee. Nessuno di essi è un lirico o un elegiaco puro e questo dovrebbe essere un dato incoraggiante, visto la svolta che ha preso il poiein, il fare poesia, nel nostro Paese in questi anni, un segno del fatto che si avvertono le esigenze dei nostri tempi in cui sarebbe anacronistico sviluppare poetiche del cuore, che male sarebbero in sintonia con l’essenza della nostra società, nell’epoca di Internet e del villaggio globale, essendo anche l’arte figlia della realtà sociale in cui si vive, per dirla con Focault . Pur non essendo nessuno dei poeti selezionati mondadoriani o einaudiani ci troviamo di fronte ad un campione di bravi versificatori che, sviluppando vari discorsi, avendo stili completamente diversi l’uno dall’altro, raggiungono tutti esiti alti. La pubblicazione di questa antologia avviene in un contesto in cui ci sono moltissimi poeti nel panorama italiano, a causa del fatto che, come diceva Montale, già nel Novecento, per scrivere poesie adesso bastano un lapis e un foglio di carta, non essendo più necessarie le leggi della metrica e della prosodia, che regnavano fino alla fine del secolo scorso, in cui i poeti, prima della rivoluzione del verso libero, non erano così numerosi, come attualmente, perché il loro lavoro richiedeva un bagaglio di nozioni che adesso non sono necessarie. Con la rivoluzione di Internet, con i siti di poesia e con i blog, l’aumento dei poeti, o forse, per meglio dire, l’aumento di quelli che scrivono poesie, è cresciuto in maniera esponenziale, visto anche, in concomitanza, lo svilupparsi sempre maggiore del fenomeno della piccola editoria, nell’ambito del cartaceo, per cui chiunque può pubblicare un libro di poesia, fermo restando che la suddetta grande editoria, spesso non tiene conto, non è sottesa, ai valori meritocratici degli autori del nostro panorama poetico. Siamo dunque in un paese di poeti, o per meglio dire, in un mondo di poeti e questo è un altro fattore che risente dell’influsso del sociale nel campo della produzione letteraria e, specialmente, nello specifico poetica, perché l’aumento numerico dei poeti nel nostro tempo (e anche, in connessione, dei premi di poesia), risiede anche nella componente della diffusa solitudine dell’uomo contemporaneo, nella difficoltà del comunicare, che ha radici profonde anche nella fine della famiglia patriarcale allargata e nella nascita della famiglia nucleare. L’uomo del postmoderno, soprattutto occidentale, è sempre più solo, pur trovandosi con l’altro e quindi sente un bisogno intimo e incessante di comunicare e, per questo, lancia il suo messaggio in bottiglia nel mare magnum del circuito sociale letterario, pubblicando, a sue spese, un libro di poesia o mettendo in rete poesie sui numerosissimi blog, più o meno selettivi.. Anche i premi di poesia sono in aumento e possono costituire una forma di guadagno discreta, per chi li gestisce, ed è valido spesso il discrimine per cui gli unici premi di poesia alti, sono caratterizzati dal fatto di non comportare tassa di lettura per gli autori in essi inclusi, essendo finanziati da sponsor..
C’è da sottolineare che pur, essendo la poesia completamente libera, non è comunque caratterizzata da una facilità nel praticarla ad alti livelli, come sono alti i livelli raggiunti dai poeti che prendiamo in considerazione in questa sede: ogni poeta, qui antologizzato,infatti, ha alle spalle pubblicazioni di raccolte di poesia e pubblicazioni su riviste, che siano multimediali o cartacee. I poeti racchiusi in questa antologia sono nati, magari, come rappresentanti di quella poesia lirica di cui si diceva, per poi elaborare forme espressive sempre più complesse, raggiungendo, proprio con queste brevi sillogi in limine risultati peculiari e unici., che, più che al lirico, tendono ad una forma personale di sperimentalismo. Abbiamo scelto di non tematizzare l’’antologia per dare completa libertà ai poeti di esprimersi con i loro lavori, con le singole poesie di ogni silloge in generale diversificate tra loro anche se, per esempio l’avellinese Domenico Cipriano ha scelto come tematica, quella dei luoghi, il tempo nello spazio, luoghi di vita e di viaggio. o mentali In questa polifonia di voci poetiche, ciascuno dà un valido contributo al contesto generale e, se c’è un comune denominatore, che caratterizza tutti i poeti inclusi, è quello della qualità delle poesie selezionate per questa antologia. Le brevi sillogi dei poeti, che qui vengono presentate, sono molto eterogenee tra loro e hanno temi tutti diversi tra loro.. La scelta della libertà tematica è da mettere in connessione con l’essenza stessa della poesia contemporanea, che, dopo la suddetta rivoluzione del verso libero, implica l’assoluta libertà del poeta, Per dare senso all’opera è doveroso ricercare connessioni tra gli stili e le poetiche di ognuno degli autori ed elaborare singole schede critiche per ognuno dei selezionati. In questo modo si cerca di fornire un’identità al testo, farne un unicum nel panorama italiano. e, un punto di contatto, tra gli autori, consiste nel fatto che sono accumunati dalla linea di una forte originalità di ciascuno nella propria ricerca letteraria per attraversare percorsi, che, in un certo senso, sviluppano un discorso unico che trova, come cifra essenziale, l’influsso del tempo e del contesto sociale ad esso sotteso, nel nostro postmoderno occidentale di inizio millennio, in cui sono stati composti i testi. Punto in comune dei diversi autori antologizzati è quello di essere tutti antilirici e in questo espressione della poesia di questo postmoderno di inizio millennio, pur essendoci un residuo di poesia lirica nel panorama italiano attuale. Ogni autore si esprime con forme sperimentali, nel senso di una ricerca personale, che porta ognuno ad avere una cifra inconfondibile, dal neoorfismo surreale di Filia, alla parola collegata alla corporeità e all’eros di Fiori, dalla vena intellettuale di Di Spigno, all’epica del quotidiano di Vetromile, dalla cifra di Urraro classicheggiante, al neoromanticismo di Piazza, dalla vena lirica di Vigilante a quella più pensosa di Pasterius, fino alla scrittura misurata ed elegante di Frisa. Autori tutti abili, quelli antologizzati, che tramite i loro testi, tendono ad un esercizio di conoscenza, che dovrebbe essere uno dei fini principali del fare poesia.
*
Raffaele Piazza

sabato 23 aprile 2016

POESIA = FILOMENA ORLANDO

"Sospiro di intenti"

Marea d'oro
In nostalgica estate
Sbattere di ali
In cielo terso
Vibrar di intenti
In sole di vita.
Noi fummo sospiro
Di un giorno
Poi perso
Nella ragnatela
Sospesa
Del futuro
Agoniato
Troppo diverso
Troppo reale
Troppo vero
E così
Caduto
Nell'onda
Presto
Frantumata
Sullo scoglio.
*

"Creare....crearsi"

Mani vuote
Pensieri stanchi
Ci si ostina
A non cambiare
E ci si accorge
Che si spegne
Il presente
E non è l'avere
Ad accontentarci
Ma il sapere
Che si vuol futuro
Insieme
Creare
Crearsi
Per non morire
Di nuovo
Come il giorno passato.
*
Filomena Orlando




venerdì 22 aprile 2016

PREMIO DI POESIA = ASTROLABIO 2016

PREMIO ASTROLABIO 2016 ----
Il Premio è istituito allo scopo di promuovere la parola poetica ed il componimento di fantasia, al fine di evidenziare, nel panorama letterario attuale, opere di autori degne di attenzione
Il Concorso si articola nel seguente modo:
oltre alle quattro sezioni a tema libero, gli autori potranno inviare lavori ispirati alle tematiche delle sezioni specifiche.

LE SEZIONI SPECIFICHE SONO LE SEGUENTI:
LA MEMORIA
IL MITO DI ULISSE

SEZIONI A TEMA LIBERO

Prima sezione: Volume edito di poesia per un’opera in versi pubblicata a partire dal 2008. Inviare quattro copie del volume di poesia. Solo una delle copie dovrà recare i dati completi dell’ autore compreso un breve curriculum biobibliografico ed eventuale e-mail.

Seconda sezione: Silloge inedita di almeno 10 poesie e massimo 20 in quattro copie. Soltanto una delle copie dovrà recare il nome e l'indirizzo completo, compreso eventuale e-mail dell’autore. È gradito anche un breve curriculum da allegare in busta chiusa.

Terza sezione: Poesia singola a tema libero. Si partecipa inviando da una a tre poesie inedite e mai premiate in altri concorsi.
Inviare le poesie in 4 copie di cui solo una delle copie dovrà recare i dati completi dell’autore compreso un breve curriculum ed eventuale e-mail.

Quarta sezione: Fiabe e racconti inediti
Tema: libero. Lunghezza: da 3 a 12 pagine, indicativamente di 40 righe a corpo 12.
La sezione è aperta agli autori di età superiore a 16 anni.

Per inedito s'intende opera mai apparsa in volume individuale.

GIURIA

Presidente Valeria Serofilli (Presidente del Premio, poeta e critica letteraria)
Membri
Giorgio Bárberi Squarotti (scrittore e critico letterario) Ivano Mugnaini (scrittore e critico letterario)
Giulio Panzani (giornalista)
Andrea Salvini (antichista)
Antonio Spagnuolo ( poeta e curatore del sito letterario Poetry-Dream)
*

Comitato d’Onore:
Fabiana Angiolini (Consigliera regionale), Paolo Ghezzi (Vice Sindaco del Comune di Pisa), Federico Eligi (Assessore del Comune di Pisa) , Dante Maffia (poeta e scrittore).
Regolamento

• Le opere partecipanti dovranno essere inviate a: Segreteria Premio Astrolabio, via Ciardi nr° 2F, 56017 Pontasserchio di San Giuliano Terme (PI) entro e non oltre il 27.11.2016 (farà fede il timbro postale).
• Per agevolare il lavoro della Giuria, si raccomanda ai concorrenti di inviare i propri lavori prima possibile, senza attendere il periodo a ridosso della scadenza.
• Possono partecipare al concorso autori italiani e stranieri con elaborati dattiloscritti in lingua italiana redatti su foglio formato A4.
• E’ ammessa la partecipazione a più sezioni.
Gli elaborati partecipanti al Premio non saranno restituiti: per i libri editi è prevista la cessione di una copia dei testi alla Biblioteca Comunale della città di Pisa.

L’esito del concorso verrà comunicato ai soli vincitori e segnalati e ai concorrenti che avranno indicato il proprio indirizzo di posta elettronica.

Per ciascuna sezione inviare € 20 per rimborso spese di segreteria, da versare in contanti in busta chiusa, oppure con assegno o tramite bonifico bancario:
CASSA DI RISPARMIO DI LUCCA PISA LIVORNO (GRUPPO BANCO POPOLARE),
IBAN: IT03 T 05034 14026 000000201175 intestato a Valeria Serofilli specificando nella causale “Premio Nazionale di Poesia Astrolabio” e allegando al plico la fotocopia dell’avvenuto pagamento.

PREMI

Prima sezione

Al concorrente primo classificato, durante la Cerimonia di Premiazione, verrà consegnata la targa con l’Astrolabio, simbolo della Libera Accademia Galileo Galilei, opera dell’artista Vittorio Minghetti e garantita la presentazione e promozione del volume a livello nazionale. Al premiato sarà inoltre offerta la cena conviviale dei poeti e il pernottamento presso la Residenza Storica di Villa di Corliano (www.corliano.it) di Rigoli, San Giuliano Terme (prov. Pisa) o in altra dimora storica del lungomonte pisano.

Seconda sezione

“Pubblicazione da parte di Ibiskos Ulivieri Editrice della silloge Vincitrice nella Collana “Astrolabio”.
Sul volume sarà apposta la dicitura “Vincitore del Premio Astrolabio 2016”.

Terza sezione
Targa offerta dall’ Editrice Ibiskos Ulivieri e inserimento nell’ Antologia “Astrolabio”, con possibilità di presentazione presso il Caffè Storico Letterario dell’ Ussero di Pisa.

Quarta sezione
Targa offerta dall’ Editrice Ibiskos Ulivieri e inserimento nell’ Antologia “Astrolabio”, con possibilità di presentazione presso il Caffè Storico Letterario dell’ Ussero di Pisa.
Per gli autori delle sezioni terza e quarta pubblicazione di un’ antologia dei primi 10 autori in ordine di graduatoria nell’ambito della collana “Astrolabio”, con possibilità di presentazione presso il Caffè Storico Letterario dell’ Ussero di Pisa.
I premiati, inoltre, potranno essere inseriti nel Calendario degli incontri allo storico Caffè dell’Ussero http://www.localistorici.it/it/Schede/view/slug/caffe-dell-ussero/tipo/locali-storici di Pisa e al Relais dell’Ussero della Villa di Corliano http://www.villacorliano.it/ curati e promossi da Valeria Serofilli.
Le opere degli autori premiati o segnalati potranno essere presentate al Palazzo della Provincia o nell’ambito della città di Pisa da esponenti dell’Associazione Astrolabiocultura o presso alcune scuole del comprensorio pisano.
La Cerimonia di Premiazione è prevista ad Aprile 2017 presso la Sala del Palazzo del Consiglio dei Dodici in Piazza dei Cavalieri a Pisa.

• I premi dovranno essere ritirati personalmente dai vincitori o in caso di impossibilità ritirati da un delegato.

• La partecipazione al concorso implica l’accettazione del presente regolamento.
• La Giuria si riserva di apportare modifiche al presente bando qualora se ne presentasse la necessità.
• I dati personali dei concorrenti saranno tutelati a norma della legge 675/96 sulla privacy.


Per eventuali informazioni e comunicazioni rivolgersi preferibilmente al seguente indirizzo e-mail: valeriaserofilli@alice.it, oppure al numero telefonico 338.9640310.







giovedì 21 aprile 2016

RASSEGNA = APRI IL CUORE ALLA POESIA

La casa editrice Atlantide promuove: “Prima Rassegna nazionale”- "APRI IL CUORE ALLA POESIA" per recuperare e valorizzare tutte le espressioni culturali ed artistiche del Paese.
REGOLAMENTO :
1 -La rassegna, riservata a professionisti, scrittori in erba ed amanti della poesia, presenta due sezioni: IN LINGUA ITALIANA E IN VERNACOLO. Ogni autore può partecipare con una singola lirica, a tema libero, senza limiti di lunghezza, redatta con libertà di stile e di metrica.
2) I testi, in un'unica copia, devono essere inviati via e-mail all'indirizzo di posta elettronica: apriilcuoreallapoesia@hotmail.com e devono contenere anche le seguenti dichiarazioni: - indicazione delle generalità dell’autore, recapito telefonico e indirizzo e-mail; - dichiarazione di consenso al trattamento dei dati personali per le finalità inerenti alla rassegna poetica; - dichiarazione di accettazione di tutto quanto previsto nel presente regolamento. I testi non saranno restituiti e verranno inseriti NELL'ANTOLOGIA POETICA "APRI IL CUORE ALLA POESIA", che sarà diffusa in tutto il territorio nazionale. Ai partecipanti alla rassegna VERRÀ CONSEGNATO UN ATTESTATO ED UNA COPIA OMAGGIO DELL'ANTOLOGIA. Una giuria, composta da operatori culturali, sceglierà le tre liriche più belle, che riceveranno un ulteriore riconoscimento. La quota d'iscrizione, relativa alle spese di segreteria, è stabilita in € 10 (dieci). I testi devono pervenire entro la data di sabato 28 maggio 2016. ________________________ Atlantide edizioni di Fiore Sansalone Via E. Altomare, 48 - 87054 Rogliano (Cosenza) atlantideedizioni@libero.it ______________________________________________

mercoledì 20 aprile 2016

SEGNALAZIONE VOLUMI = GIANCARLO BARONI

Giancarlo Baroni : “I merli del giardino di San Paolo e altri uccelli” – Ed. Grafiche Step – pagg.80 - € 10,00 –
Rincorrendo , tra le verdi foglie degli alberi , tra i paesaggi luminosi , tra le basse nuvole del cielo , il trillo ripetuto degli uccelli , la poesia diventa un melodioso canto che ripete le meraviglie della natura. I riferimenti, che la fantasia rigogliosa del poeta sottolinea tra verso e verso, sono colori che partecipano le illusioni , gli incantamenti, gli abbandoni , che i volatili intrecciano per noi, quasi a voler invitare il lettore a vertiginose impennate. La sorpresa rende mirabile il volo , le trasparenze dei richiami. Il fremito della vibrazione lirica è una presenza costante in questa poesia, che potrebbe apparire monotona ed enigmatica, mentre il ritmo invece riesce a realizzare particolarissime note. Riedizione , la presente , di una raccolta già in parte pubblicata da Mobydick nel 2009 ,e che comprende anche poesie precedentemente escluse,qui presentate in una “seconda parte” del volume. Pregevoli le illustrazioni che completano l’edizione , a firma di Vania Bellosi e Alberto Zannoni . Linguaggio poetico ricco di emozioni e fuso in pregiata cultura.
ANTONIO SPAGNUOLO

martedì 19 aprile 2016

RIVISTA = FERMENTI

FERMENTI - N° 244 - ANNO XLV - 2016
SOMMARIO :

ANTEPRIMA = 5 Il cammino, il varco, l’antiterra di Flavio Ermini- SAGGISTICA = 14 Cinque pezzi facili, per illustrazione di cinque principi di scrittura letterariamente attivi di Marcello Carlino 29 Ecoloica Su Umberto Eco di Marzio Pieri 36 Un romanzo futurista a quattro mani: Un ventre di donna: romanzo chirurgico di Francesca Medaglia 52 André Jolles: il memorabile, il sublime, Auerbach di Giuseppe Panella - PARLAR FRANCO = a cura di Gualtiero De Santi 66 Salvo Basso, scriviriscriviri di G. D. S. 69 La femminilità ferita e furiosa di Angela Bonanno di Renato Pennisi 72 Giovanni Nadiani, trafitture in una lingua svanente di G. D. S. 73 Inquietudini e nostalgie di Fucci di G. D. S. BLOC NOTES = 75 di Gualberto Alvino PERFORMANCE ART = 156 Percorsi e protagonisti della Action Art italiana Su Italian performance art di G. Fontana di Margherita Orsino RECENSIONI = 118 Biblio/Caravan di Velio Carratoni Su Bruno Pischedda, L’idioma molesto; Carla Carotenuto, Libero Bigiaretti. Storie e sentimenti; Italo Moscati, Eduardo De Filippo. Scavalcamontagne, cattivo, genio,consapevole; Renzo Cresti, Giacomo Puccini e il Postmoderno, Vita e opere viste in una nuova prospettiva; Renato Guttuso, Scritti 118 Biblo/Sound di Gemma Forti Su Marcello De Cecco, Ma cos’è questa crisi. L’italia, l’Europa e la seconda globalizzazione (2007-2013); Vittorio Sereni, Giuseppe Ungaretti, Un filo d’acqua per dissetarsi, Lettere 19491969; Umberto Saba, Vittorio Sereni, Il cerchio imperfetto, Lettere 1946-1954
127 Un’artista e una raccolta trompe-l’œil affacciate all’Oriente: Il pesce finestra di Valentina Savoini di Emanuela Fantini 131 Il confino, scuola di democrazia, nell’esperienza di poeti e intellettuali di Stefano Ventura 135 Maria Lenti su Ritratto di Zavattini scrittore di G. De Santi 139 Emilio Coco: disingannato ma non rinsavito di Vincenzo Guarracino 142 Paolo Guzzi su Déchets di Giovanni Fontana 144 Bibliografia degli scritti di e su Carlo Bo di Gualtiero De Santi 146 Il caso, o meglio ancora l’enigma Bonacci di Gualtiero De Santi 149 Franca Alaimo su Ultimo tocco di Antonio Spagnuolo 151 Francesca Medaglia su OnDevaStar di Antonino Contiliano ARTE 153 Nel regno notturno e labirintico di Mario Benedetti di Vincenzo Guarracino 161 De Palos/Occhio e parola di Vincenzo Guarracino 163 Realtà/non realtà in Elio Rizzo di Consuelo Lollobrigida 166 Segni e colore/Barbara Giacopello 168 In certi spazi del mio museo Su Floriano Bodini, Andrea Cascella, Piero Gilardi, Umberto Mastroianni, Arnaldo Pomodoro, Giancarlo Sangregorio, Francesco Somaini di Domenico Cara 176 Vedere l’invisibile di Gabriella Colletti 182 In ricordo di Sergio Vacchi - NARRATIVA =184 Un genitore multiuso di Velio Carratoni 187 Il pedaggio di Gemma Forti 194 Il pescatore di Samotracia di Enzo Villani AFORISMI 205 Piani d’ombra di Domenico Cara 209 Foglie d’onda e di palma di Domenico Cara
POESIA 212 Canzoni della nebbia di Giovanni Fontana 221 Sinapsi della mente di Ariodante Marianni 222 Trasognanti di Marco Palladini 227 Non ci coinvolse lo spettacolo di Liliana Ugolini 231 Tradiombra di Bruno Conte 233 La rimozione di Maria Pia Argentieri 234 Ora allora ancora di Eleonora Bellini -RIPROPOSTE = 237 Vittore Fiore: poeta nato sui mari del tonno di Maurizio Nocera 251 Corporeità e tempo nella poesia di Emilio Piccolo di Antonino Contiliano - TRADUZIONI = 275 Poesia greca, oggi Su Efthichìa-Alexandra Lukìdu, Melpo Gripari e Efrossìni Mandà-Lasàru di Crescenzio Sangiglio 287 Poesia, vita e ideologia in Jannis Dallas di Crescenzio Sangiglio - INTERVISTE = 299 Sulle tracce di un fratello poeta Intervista a Maurizio Spatola a cura di Emanuele La Rosa 312 Poesia tra realtà e subconscio Intervista ad Antonio Spagnuolo a cura di Raffaele Piazza 314 Tra memoria e divenire Intervista a Domenico Cipriano a cura di Raffaele Piazza 316 Emilio Coco: gli arnesi del mestiere a cura di Canio Mancuso - MUSICA = 322 OSSA DISIECTA RELICTI. wintertraumnacht di Marzio Pieri
336 The perfect stranger Su Boulez di Marzio Pieri 353 Il genio proteiforme di Isabelle Faust e un Mozart per carampane di Bernardo Pieri - INSERTO FONDAZIONE PIAZZOLLA ARTE 361 Mostra/Conferenza a Castelbellino: Poesia, arte, pensiero di Gualtiero De Santi e Pier Franco Luigi Fraboni RECENSIONI 365 Il moralismo di Cliff di Paolo Guzzi 367 Cliff e la nausea esistenziale di Giovanni Fontana 370 Carlo Bo letto dall’eretico Marino di Maria Lenti ARCHIVIO 373 Velso Mucci. Lettere a Mino Maccari a cura di Alberto Alberti - MANIFESTAZIONI = 385 Sergej Zav’jalov: “Premio Ceppo internazionale Piero Bigongiari” Poeti universali proposti dalla Fondazione Piazzolla di Velio Carratoni Brani dalla Lectio magistralis di Sergej Zav’jalov 388 Presentazione rivista “Fermenti” n. 243 390 Presentazione Di traverso il Novecento di Francesco Muzzioli 392 Volumi pubblicati in collaborazione con la Fondazione Piazzolla 398 Audio e video pubblicati sul sito www.fondazionemarinopiazzolla.it 401 Note biografiche All’interno, riproduzioni artistiche di: M. Benedetti, C. Budetta, G. De Palos, B. Giacopello, M. Landi, E. Rizzo, S. Vacchi. “Fermenti” è disponibile per l’acquisto anche in versione digitale. consulta il nostro sito per maggiori in F ormazioni : www .F ermenti-editrice.it Potete seguire le attività della Fermenti anche suFacebook e Twitter: www.facebook.com/fermentieditrice - www.twitter.com/fermentiedit Continuate a sostenerci con l’abbonamento o un libero contributo: - C.C.P. 25251000 da intestare a “Fermenti periodico mensile” - bonifico su Banco posta, IBAN IT 84 E 07601 03200 000025251000 - bonifico a mezzo banca MPS, IBAN IT 16 U 01030 03244 000000154095

domenica 17 aprile 2016

SEGNALAZIONE VOLUMI = SERGEJ ZAV'JALOV

Sergej Zav’jalov – Il Digiuno natalizio--Fermenti Editrice – Roma – 2016 – pagg. 147 - € 18,00

Sergej Zav’jalov ha al suo attivo numerose pubblicazioni e prestigiosi riconoscimenti, tra i quali: il Premio Andrej Belyj nel 2015 e a Pistoia il Premio Ceppo Internazionale Piero Bigongiari nel 2016..
“Il Digiuno natalizio” presenta un’esauriente prefazione di Paolo Galvagni. E’ stato pubblicato con il contributo della Fondazione Marino Piazzolla di Roma, diretta da Velio Carratoni. Il libro è scandito nelle seguenti sezioni: Tra i denti (2006-2007), Quattro buone novelle (2008), Il Digiuno natalizio (2009) e Cantate sovietiche (2012-2015). E’ inserita a fronte la versione in lingua originale.
Si deve sottolineare che le tematiche affrontate dall’autore in “Il Digiuno natalizio” sono spesso relative a fenomeni estremi, a volte epocali, come il terrorismo, l’Olocausto e la Seconda Guerra Mondiale. Altri motivi ispiratori sono la cultura mordvina, con un testo che rappresenta una sorta dei “Quattro Vangeli mordvini” e lo scontro tra la teoria marxista e la realtà implacabile della storia sovietica, raffigurato attraverso un ciclo di monologhi tragici. Poetica al massimo grado antilirica, quella di Zav’jalov. Non a caso ha dichiarato che la poesia lirica accanto alla musica accademica è forse la più fragile e inerme tra tutte le manifestazioni dell’intelletto umano. Quello che colpisce e coinvolge il lettore è la capacità creativa multiforme dell’autore, che, attraverso una personalissima sperimentazione, riesce a produrre testi che hanno un impatto fortissimo con il pubblico, grazie all’efficace dose di empatia che riesce a trasmettere tramite i numerosi flussi di coscienza e i brani descrittivi che entrano in gioco.
La cifra essenziale dei poemi, insoliti e apparentemente incomprensibili, è la loro essenza sinfonica Infatti sono costituiti da varie voci, estranee e diverse. Poesia civile e politica che si rivela in modo unico nel panorama attuale, anche per la grande carica dissacratoria e la crudezza.
Il poema eponimo Il Digiuno natalizio ha per argomento l’assedio dell’esercito nazista contro Leningrado nel corso della Seconda Guerra Mondiale. Si tratta di un’opera composita e articolata con vari livelli di scrittura che s’intersecano ed è definibile come un collage di frammenti sottesi ad una grande armonia. L’opera è suddivisa in sette parti corali, ognuna delle quali ha per titolo una data tra il 1941 e il 1942. Per esempio il primo segmento è intitolato 29 novembre 1941, sabato. Da notare che, nella tradizione ortodossa, “Il Digiuno natalizio” viene prima del Natale (7 gennaio) e ha la durata di 40 giorni, dal 28 novembre al 6 gennaio.
Il poeta coglie nel segno attraverso le atmosfere create tramite una particolareggiata ambientazione storica che ci riporta alla memoria l’atrocità e l’insensatezza della guerra, come quando viene detto, in un brano narrativo, che il nemico ha lasciato sul campo di battaglia più di cinquemila uomini nei combattimenti per la liberazione di Rostov. Inoltre ognuna delle sequenze, nella sua originalità, si apre con Il meteo, uno scritto tecnico, nel quale sono accuratamente delineate le condizioni atmosferiche a Leningrado in quel giorno. Inoltre, sorprendentemente, l’autore fornisce un risvolto mistico nelle vicende narrate, quando vengono detti i santi relativi alla prima settimana del “Digiuno natalizio” e la regola monastica riguardante l’alimentazione, giorno per giorno, durante la settimana. La suddetta vena religiosa è coinvolgente e sorprendente in quanto già nel 1941 e fino alla caduta del muro di Berlino e del comunismo sovietico, la pratica della religione era vietata in URSS. Ad accrescere il senso di una presunta ricerca della trascendenza sono riportati due righi in grassetto in latino del Magnificat, cantato nella funzione mattutina. Nell’orchestrazione globale della sequenza, fondamentali, per il tema stesso del digiuno, il brano Le tessere dei viveri, nel quale sono riportate le definizioni dei tagliandi delle razioni alimentari in tempo di guerra per il pane, i cereali, i maccheroni, il pesce,
Seguono degli inserti che riportano i pensieri di vari interlocutori in prosa o in prosa poetica, inserite in contesti spesso riguardanti la quotidianità. L’autore utilizza, nel delineare le serie delle voci, un procedimento vario e affabulante, nell’esprimersi con quelle che si potrebbero definire delle didascalie accostabili a quelle di una sceneggiatura. Tali ripartizioni del discorso sono precedute da frasi brevi (Io ho detto, Tu hai detto, Egli ha detto, Lei ha detto, Voi avete detto, Loro hanno detto e E abbiamo cantato la funzione mattutina) e fanno crescere il senso di mistero e sospensione.
Un’atmosfera arcana e magica si crea complessivamente nel testo e il dolore controllato è attenuato nella descrizione di una nevicata maestosa al tramonto con i fiocchi che cancellano i segni dello spazio, le linee che scompaiono, la perdita delle ombre e l’affievolirsi dei suoni. Le altre parti de Il Digiuno natalizio hanno la stessa struttura e l’opera globalmente può essere considerata un ipertesto.
La poetica di Zav’jalov risente profondamente in senso diacronico di un passato russo incancellabile. Si apre il poeta alla bellezza in commistione con il mero dato storico e potrebbe aprire una strada da seguire nel panorama odierno della poesia non solo russa.
*
Raffaele Piazza

giovedì 14 aprile 2016

POESIA = RAFFAELE PIAZZA

"La portineria della vita"

Se poi la vita continua
del portiere il saluto
e il lavatore felice a
spazzare le scale,
potrebbe essere la
connivenza con la sensuale
ragazzina del piano
di sopra che saluta per
prima a fare giovani
rimanere se ridi, Fabrizio,
sul modo come sono
stati fatti i nostri figli.

Se poi la vita continua
ricordi di telefonate profane,
ma nessuno lo sa
nemmeno il portiere
(forse ne parla una poesia).

Il viaggio ad Assisi del 1990
ripetiamolo adesso
e la provenienza sarà
la portineria della vita.
*
"Alessia e il golfo mistico"

Napoli ad Alessia sorride
(ha colto nel sole fiori
senza nome al Parco Virgiliano).
Poi ha sentito della valeriana
il profumo nell’anima di
diciotto grammi a scenderle,
le alberate di pini e abeti sono
fantastiche e si libra una rondine
di platino, primavera, verde
aprile nel golfo mistico nella
camera della mente e in quello
di Napoli sotteso alle onde
fresche e trasparenti. A via
Caracciolo entra Alessia
nelle acque del Mediterraneo
dopo avere acceso sul suo
bordo una candela. Nuota
Alessia nel freddo all’azzurrità
sotteso e al piacere del letto
di ieri sera con Giovanni.
*
"Alessia vince la partita"

Sera sottesa al campo di tennis
erba da imprimervi orme per
Alessia nel verde di aprile
sedici anni contati come semi,
sudata come una donna.
Si passa alla destra della vita,
danza sportiva all’ultimo game
nell’interanimarsi il fiore d’erba
nei capelli di Alessia dove era
già venuta per le semifinali.
Si apre la magia del cerchio
fiorevole ansia a stellarla piena
di grazia l’ultima palla colpisce
con la forza racchetta e vince
Alessia la partita anima
di diciotto grammi nell’
interanimarsi l’azzurro degli
occhi con il nero di Giovanni
sugli spalti.
*
"Alessia al Parco Virgiliano"

Sera presentita nelle alberate
di pini in forma umana
nello scenderne i flussi di
ossigeno sul viale per il Parco
Virgiliano per ragazza Alessia
rosavestita per la vita. Sta
con Giovanni Alessia nel nero
dell’auto a fare l’amore,
coperti con fogli i finestrini
da mai letti giornali. La favola
si stempera in azzurri di cieli
nella mente contro del cielo
l’inchiostro all’ombra del
destino duale. Spera Alessia
che Giovanni non la lasci.
*

"Alessia e la gioia bianca"

Sera di passeri e rondini di
verde aprile per Alessia
biancovestita pari alla gioia
sottesa a di nuvola un angolo
un volto candido (di angelo)
in forma misteriosa. E Alessia
nel mirare il firmamento
lo prende per segno positivo
per di fragola la vita,
una gioia bianca nell’
estendersi di pioggia fresca
su di lei in forma leggera
dove era già venuta per la festa
al Parco Virgiliano.
Legge Alessia scritto in bianco,
io, Giovanni, non ti lascio!!!
Trasale Alessia, festa di
felicità nell’inalvearsi del
pensiero dove era già stata. .
*

"Felicità mi chiedevi"

Felicità mi chiedevi e
la luna dei tuoi misteri
si faceva sole. Non sono
solo nel tesserti una
veste di speranza verde
come il condominiale
prato della gioia duale.
Se ti levi la gonna
stracciata lo rifaremo
e sarà la bianca strada
della poesia che mi
porterà dentro di te.
Non temere anche
domani ci sarà nei
miei occhi una luce cometa
a irrorarti dove sei
donna e quindi
continuiamo…
*

Raffaele Piazza



mercoledì 13 aprile 2016

SEGNALAZIONE VOLUMI = PIETRO CIMATTI

Pietro Cimatti : “Sagittario in amore” – Ed. Di Felice – 2015 – pagg. 88 - € 10,00 –
Con prefazione di Ludovico Griguoli Lanza e due note critiche di Davide Argnani e Stefania Porrino ecco le poesie postume di un autore che ha dato voce originalissima a metà del secolo scorso. Nato a Forlì nel 1929 e deceduto sempre a Forlì nel 1991 egli ha segnato un ricco percorso di poesie con volumi che hanno destato l’interesse di Betocchi , Palazzeschi , Quasimodo , Caproni , Vigorelli , Zanzotto , Silone (per citarne solo alcuni). “Uomo che ha amato intensamente la vita – scrive Davide Argnani – Oltre alla biografia basta leggere gli scritti e soprattutto le sue poesie: dense , ironiche , ora malinconiche , ora violente come la forza di un uragano, fino a raggiungere la durezza di una punta di diamante.” Ancora , in questi versi , spicca il ritmo della musica , che caratterizza molte pagine , in quel riversarsi della parola , inseguita nella novità , nello sperimentalismo ben equilibrato nel classico echeggiare dell’endecasillabo, intrecciata ad una rigorosa ricerca culturale, sottesa alle emotività della memoria e dell’illusione. La freschezza del verso riflette il desiderio della libertà , riecheggia la gioia di vivere , illumina di colori l’imponderabile.
ANTONIO SPAGNUOLO

martedì 12 aprile 2016

INTERVENTO DI DOMENICO CARA PER RAFFAELE PIAZZA


SU ALESSIA DIFFUSI DETTATI DI RICERCA DEL POEMATICO

1. L’idillio è del tutto inedito nel suo intento prometeico, sia diaristico, sia per densità.
2. Le tracce dei silenzi e della mente malinconiche e drammatiche, a volte sono sfuggenti ma documentano intenzioni decise e adempimenti fluenti e urbani.
3. Il viaggio è disorientato e per stati affini di umore, in parte fotografici rilevanti.
4. Gli effetti del diario (a quotidianità non del tutto stretta) continuano tra i versi ad essere ospitati in aree sperse, descritti anche come affreschi del disegno generale.
5. L’autonomia del coraggio autoriale (di Raffaele Piazza) è presenza attiva nell’agone creativo dell’attualità scritta, umettata di tersa simpatia.
6. Alessia qui è il nome fondamentale, fiorito dal suo sentimento che in fondo trasmette il sogno di Giovanni, suo amplissimo amore.
7. Nel testo non c’è fiele ma insistenza di insiemi poetici che rivelano una certa non-storia, soprattutto dove il conflitto dell’opera omonima non è fuggevole, e pure tante intuizioni compilano la delizia sommaria del lettore che alla fine ritrova la sua ipnosi.
8. Il poeta ha bisogno di “canto”, riesordi di ricerca, linfe di luna nuova che inondano il sogno scritto, che non diffida da illusione solitaria, puntualmente in stato di riflessione e di credo.
9. L’energia diffusa della napoletaneità, per esempio, si sparge verticale e individuale e si riattiva all’interno del percorso, dove non si possono dimenticare Luoghi visibili (1993), La sete della favola (1996), Del sognato (2009) come fortune del precedente disinvolto.
10. Inoltre i ritmi qui affondano nella costruzione di un ritratto folto di sensi, che a volte sembrano agguati di una musica dell’anima poetica felice, solfeggiata per riascoltarla all’interno dei propri palpiti, interrotti abitualmente da strofa dopo strofa.
11. “Esce dal deserto Alessia / sotto una luce immensa e il / tempo attende l’adornata / via serale un fiore d’erba / rosa Alessia con un filo / d’erba in bocca respira la / vita se non è nuotando / esistere e (Prologo) “, 1 ”oltre la chiave della nebbia / a trovare i tasselli dell’azzurro / oltre la durata elementare / dello sguardo al lago a / resistere oltre il luogo della / nascita . Il caldo ad attenderla / nell’auto, aria condizionata / accesa da Giovanni / un fresco bacio pari a / mietitura di gioia e “.
12. E l’autore –sia pur senza particolare timidezza- riavvia quei modi dell’urtare dentro cui la poesia abita (e si riscopre), mai umiliata a traccia infelice, anzi per riformazioni emozionali e contrasti di facoltà su primaverile energia.
*
DOMENICO CARA ---------

SEGNALAZIONE VOLUMI = CARLO CIPPARRONE

Carlo Cipparrone : “Betocchi – il vetturale di Cosenza e i poeti calabresi” – Ed. Orizzonti Meridionali – 2015 – pagg. 136 - € 12,00-
Un’opera , questa ultima di Cipparrone , che ha tutto il crisma di un lungo saggio, che trabocca fra gli interventi critici , le memorie luminose , i frammenti di una corrispondenza , la proposta culturale , in un rincorrersi di pagine tutte perfettamente equilibrate. Si parte dall’incontro con il poeta fiorentino Carlo Betocchi , avvenuto nell’autunno del 1957 , e si conclude con un rapido sguardo ad alcuni poeti calabresi , Lorenzo Calogero , Nerio Nunziata , Ermelinda Oliva , Gilda Trisolini , Silvio Vetere , che nello scorso secolo ebbero voce nel tentativo ambizioso di dar vita a cultura innovativa nella realtà contemporanea. L’incontro con Betocchi purtroppo evidenziò anche allora lo scarso interesse che il pubblico – ed oggi ancora lo avvertiamo – dimostra verso la poesia e verso l’informazione letteraria in genere. Gli articoli di stampa riportati sottolineano questo deficit , e la voce dei quotidiani lamentava il problema, pericolo di una sempre maggiore disattenzione , specialmente della gioventù. Di notevole interesse in questo volume il capitolo “Le lettere” : una decina di lettere o cartoline postali scritte a penna o con la vecchia macchina da scrivere , che Betocchi inviò all’autore tra il 57 e il 63. Passaggi affettuosi di approfondimento umanistico, tra notizie di vita vissuta e immagini di scrittura poetica. Il ricordo quindi si fonde con un itinerario variopinto e principalmente erudito.
ANTONIO SPAGNUOLO

domenica 10 aprile 2016

SEGNALAZIONE VOLUMI = ENZO VILLANI

Enzo Villani – "Magneti d’Oriente" -- Fermenti Editrice – Roma – 2016 – pagg. 221 - € 18,00

Enzo Villani, napoletano, ha pubblicato tre raccolte di poesia per le Edizioni Semar: “Turchia, amata Turchia” (1994), “Fuoco sul Bosforo” (1995) e “L’impagliatore” (1999); due con la Fermenti Editrice: “Girasoli bruciati” (2008) e “Gli dei sono malattie” (2012), presentate nell’ordine da Giampiero Bona e da Gualtiero De Santi. Ha inoltre all’attivo sei opere narrative. Cura altresì raccolte di poesia, arte e fotografia. Vive tra Istambul e Roma.
“Magneti d’Oriente” comprende la prima serie di libri di poesia di Villani e include uno scritto introduttivo di Gualtiero De Santi intitolato “Della seduzione in Oriente” e una nota al testo dello stesso autore.
Non è facile identificare la cifra distintiva che caratterizza la prima fase della produzione poetica di Enzo. Svariati sembrano essere i percorsi e i temi affrontati. Quello che si evidenzia, in primis, è la presenza, che riguarda quasi tutti i componimenti, di atmosfere e luoghi carichi di fascino e di suggestione. Questi sono evocati attraverso la bellezza e la misteriosità dell’amata Turchia, vista come terra di adozione, paese d’elezione e di salvezza, di desiderio spirituale e sensuale, di pace per l’anima e per il corpo e, anche, raramente, di dolore.
Natura e cultura, usi e costumi, sapori, odori, sensazioni fisiche che divengono interiorizzate, fanno parte della materia trattata con sapienza e con quella che si potrebbe definire una vena di dolcezza. I componimenti sono tutti concentrati e compatti, risolti in modo elegante nella loro forma controllata. A volte sono formati da un unico periodo, in altri casi sono costituiti da strofe.
Elemento centrale, che si evidenzia in molte poesie, è quello della presenza di svariati “tu” maschili, ai quali l’io-poetante si rivolge in maniera confidenziale e spesso connivente. Nel relazionarsi a queste figure, a tali interlocutori, emerge chiaramente un rarefatto e dolce erotismo, che si rivela nella voglia del poeta per i suoi vari compagni. Da notare che l’eros espresso, spesso vissuto con il corrispettivo pathos, può divenire anche mistico, come si evidenzia nel verso:-“…Sorprendi la mia anima nuda.-“, tratto dalla poesia “Bosforo”. che fa parte di Turchia amata Turchia. raccolta non scandita. Inoltre spesso il carattere erotico è permeato da una suadente intonazione naturalistica e ha qualcosa di mitico.
Un altro degli elementi fondanti, nella poetica di Villani, è quello della descrizione della natura stessa del paese che lo ospita, soave e numinosa, che, nei suoi particolari, è amata con un forte e sincero sentimento .Essa si fa ispiratrice di molte composizioni e diviene sfondo delle scene descritte con urgenza. Sono detti magicamente volatili come piccioni o gabbiani e scenari arborei, che portano all’idillio, con molteplici tipi di piante. Esse vengono nominate, spesso in modo stupito, come un platano di quattrocento anni. Da notare che il poeta usa, per le specie vegetali, a volte, il nome scientifico, come ha fatto Seamous Heaney, e questo fa crescere il senso di suggestione attraverso la precisione della classificazione. L’aggettivazione è frequente e crea molte cangianti e pervasive sfumature nei vari sintagmi che costituiscono i testi. Il dettato è nitido, chiaro e luminoso, scattante e leggero nella sua icasticità e tende spesso alla narratività.
Viene da chiedersi perché il letterato abbia dato al libro il titolo complessivo Magneti d’oriente. La risposta a tale domanda risiede nel fatto che l’autore è consapevole che ogni singola composizione, proprio come un magnete, può evocare, appunto, un campo magnetico, un fattore x di fascino e magia, sul piano letterario, attraverso la carica espressiva e l’ipersegno.
A livello stilistico va messo in luce che le composizioni di Villani possono essere considerate neoliriche e spesso vagamente elegiache. Prevale nei testi una forte linearità dell’incanto, che si collega a un senso, nell’affrontare le situazioni della vita, stabilmente connesso alla ricerca di nuove esperienze e a una vena ludica e di sogno ad occhi aperti, La natura, detta dall’autore, è lussureggiante e rassicurante.
La forte ritmicità dei versi crea musicalità attraverso le parole e si raggiunge spesso un climax per poi ridiscendere nella tensione espressiva, soprattutto nei componimenti lunghi. Alta la breve poesia Ricchezza, costituita solo da sei versi, che ha un tono gnomico, di apologo. In essa l’io-poetante, rivolgendosi ad un presunto amante, afferma che per strabiliare un giovane virile servono di più il pane e il companatico del cuore, che beni materiali come ville e castelli.
Una caratteristica evidente nel poiein di Villani, che può divenire anche chiave interpretativa, è quella dell’armonia, di una spiccata capacità di saper fondere, nel discorso, i vari nuclei tematici. Così, empaticamente, amore, natura e capacità di meravigliarsi, si amalgamano nel dettato, nel giungere a risultati di una levigata bellezza.
*
Raffaele Piazza

lunedì 4 aprile 2016

PREMIO POESIA = MARIO ARPEA

PREMIO DI POESIA MARIO ARPEA - terza edizione.
Premio per la poesia in lingua
Premio per la poesia dialettale
Libro di poesia edito dopo il 2011
Saggio edito o Narrativa edita dopo il 2011
Non è richiesta tassa di lettura.
Scadenza 20 maggio 2016 --- Premiazione agosto 2016-
Richiedere il bando completo alla segreteria del premio: Proloco Rocca di Mezzo
Piazzetta dell'Oratorio -- 67048 - Rocca di Mezzo (Aq) - cellulare 3687166386 -

sabato 2 aprile 2016

POESIA = BERNARDO ROSSI

"VARCHI"
Se i sogni fossero i varchi rossi e verdi
della tangenziale che vedo in lontananza
pensando a Dio e ai varchi vietati o liberi
di un paradiso terreno: lì andrei verso
un varco aperto per giungere a te padre nella
tua tomba nella nostra Irpinia
e tu mi accompagneresti
nei cimiteri accanto dove si vede
il silo dell'acqua costruito inutilmente
giù dai loculi nella luce diffusa
e mi accompagneresti alle vicine
tombe di mamma, di Fernanda
e delle dolce Luciana e della domanda
a cui non ha voluto o potuto mai rispondere.
**
**

Io sono un uomo che cammina a testa
bassa a volte vedendo meglio dentro
il proprio io crescere e volare i cieli
immaginati dell'immensità:
tu che mi vedi camminare pensi
la testa bassa segno di viltà.


**

A volte come allungare una mano
al cielo troppo lontano e tentare
invano di afferrarti ad ogni costo
forse neppure vera
nuvola passeggera
d'agosto.
**

Se a volte stai pensando che il tuo vento
per te stia portando con sé qualcosa
lascialo fare senza resistenza
non è detto che voli via contento
solo un viso lieve di un tuo sorriso

**

BERNARDO ROSSI

POESIA = NINO VELOTTI

"IL PROPRIO RITRATTO" (Self-portrait)

Mi guardo in foto e allo specchio mi scruto:
lo sguardo dolce e mesto di mia madre,
di papà gli occhi verdi, un po' cresciuto
come ragazzo, vecchio come padre.

Sul corpo e in cuore segni del paffuto
bimbo cauto ed alieno a sport e squadre;
rosso idealista mai troppo vissuto;
lavanda e incenso; nobili arie ladre.

Nasino, bocca stretta, petto alzato;
nei sulla pelle e come il nonno artista;
con cose smesse vesto ricercato.

Pazzo ironico, spesso sottotono;
buono, affidabile e non arrivista:
i miei animali diranno chi sono.
*

"COME L’INVERNO CHE SVELA…"

Come l'inverno che svela i rifiuti
su strade esterne, tra arbusti o nel fitto
di noccioleti scarni, dei cocciuti
mali ritroverai sul tuo tragitto:

fossili eterni del nulla in taciuti
sacchi, simboli franti, quel conflitto
di pezze e plastiche in roghi incompiuti,
armi d'indifferenza e di delitto.

Poi l'erba più alta tornerà al bisogno
delle stagioni, ornando in comunione
di fiori gialli la tua via d'uscita.

(Penso di aver afferrato in un sogno
dimenticato, strana sensazione,
la verità indigesta della vita.)
*

"GLI ALTRI ANIMALI"

Nei centri commerciali ed ai mercati
passerelle di cani delle razze
più rare, nei più insoliti formati:
per le adorate creature pupazze

sempre mi fermo, soffici e ordinati
sono letizia di queste pïazze.
Poi penso agli animali sfortunati,
penso ai macelli, penso a chiocce pazze...

Insonore persone in disumane
fabbriche di uova e di carne. Ammassammo
gente che fugge, a dieta di dolore...

Social catene[1] e alimentari, umane
le priorità? Contro natura andammo,
contro Natura distribuiamo Amore!

[1] Giacomo Leopardi, “La ginestra, o il fiore del deserto”, vv. 147 -149: “e quell’orror che primo/ contro l’empia natura/ strinse i mortali in social catena”. “Contro Natura” è anche il titolo di quella che è probabilmente la canzone più famosa di Nino Velotti.
*
NINO VELOTTI
*
Nino Velotti, poeta e musicista, vive e lavora in provincia di Napoli. Docente di lettere, ha pubblicato le raccolte di versi “Giardino di Pésah” (Edizione Del Giano, testi scelti da Dario Bellezza, 1991, Roma, Premio "Nuove Lettere" e Selezione Premio "Montale" 1992) e “Quadernetto d'amore” (Il Laboratorio/Le Edizioni, 1998, Napoli). Ha pubblicato due libri per ragazzi: “Pinocchio 2000” (Fabbri Editori, 1995, Milano) e “La T-shirt bianca e altri racconti” (Mondadori Education, 2003, Firenze). Suona le tastiere e fa parte del duo pop-sperimentale Hueco, che ha all'attivo due album: “Living in a bathroom/Pensando all'amore” e “Canzoni dall'armadio verde”. Nel 2013 ha pubblicato un disco proprio, “Incanti e disincanti”. Di prossima pubblicazione la raccolta di “Cinquantadue SONETTI settimanali PER IMMAGINI di un anno”.
*