sabato 30 ottobre 2021

SEGNALAZIONE VOLUMI = EDITH DZIEDUSZYCKA


**Edith Dzieduszycka – Alghe e fanghiglia--Genesi Editrice – Torino – 2021 – pag. 153 - € 15,00
Di origine francese, Edith de Hody Dzieduszycka nasce a Strasburgo, dove compie studi classici. Attratta sin da giovane dal mondo dell’arte, i suoi primi disegni, collage e poesie risalgono all’adolescenza passata in Francia. Ha partecipato a numerose mostre personali e collettive, nazionali ed internazionali e si è dedicata alla scrittura. Ha pubblicato numerosi libri di poesia, fotografia, una raccolta di racconti e un romanzo.
"Alghe e fanghiglia" accoglie una presentazione di Plinio Perilli acuta e ricca di acribia che può essere considerata un saggio preciso e ben centrato.
Il volume composito e ben strutturato architettonicamente è scandito nelle seguenti sezioni: L’affiorare, L’infanzia, La nuova vita, L’ego e Le somme.
Scrittura del tutto antilirica e antielegiaca quella di Edith che ha come cifra distintiva la sospensione nella quale s’innesta la visionarietà commista al dono del turbamento che attraverso la parola assertiva raffinata e ben cesellata viene superato attraverso parole precise che creano il poiein scaltrito e intelligente che produce una magistrale magia.
L’io –poetante è sempre molto autocentrato e sembra fluttuare in atmosfere di onirismo purgatoriale e di reverie nelle quali si ritrova il senso dell’ordine del discorso sempre teso verso un’armonia irraggiungibile, verso un limite che rasenta l’infinito che resta imprendibile. Poetica intellettualistica quella messa in scena con efficacia che sottende una forte ricerca del senso della vita che sgorga dal quotidiano come dato di partenza e sembra di vederla la poetessa nella sua casa come spazio salvifico tra TV e internet nel suo interrogarsi sul senso della vita. E si percepisce fortemente il senso del tempo che non vuole essere quello degli orologi che va stretto, ma quello dell’attimo heidegeriano dove ci si ferma per trovare la salvezza nel nostro essere sotto specie umana.
Anarchica fino a sfiorare l’alogico la vena poetica di questa autrice e pare che per il tipo di approccio alla parola ogni sezione del testo possa essere considerata come un poemetto autonomo.
Tutto parte da una percezione sensoriale della realtà se niente è nell’intelletto che prima passi attraverso i sensi e viene detta la parola stessa ipostatizzata nel suo riflettere e ripiegarsi su sé stessa.
Un’aurea surreale pervade questa scrittura che sottende un’ansia dell’io-poetante che dopo avere raggiunto il fondo della realtà su di esso si specchia per poi riaffiorare nell’universo della coscienza lucidissima nel suo percepire dopo il viaggio nell’inconscio controllato. Tuttavia nella sezione L’infanzia ritroviamo un andamento narrativo e più discorsivo e il comune denominatore tra le parti è quello dell’eleganza formale e stilistica che si coniuga a densità metaforica, sinestesica e semantica nel determinarsi di sezione in sezione sempre di un incontrovertibile fascino della parola detta sempre con urgenza che diviene valore fondante.
Un esercizio di conoscenza tout-court attraverso un’intelligenza che produce metafore vincenti quando le lenti colorate per lo sguardo trasfigurano, deformano e plasmano la realtà.
*
Raffaele Piazza

POESIA = ANTONIO SPAGNUOLO


** “Labirinto”
Fuori dal labirinto le dita stringono
l’inseparabile livido della solitudine:
armonia che stacca il vento sui nodi,
segno che incrocia conchiglie di luci
e inverte raggi in un groviglio di lampi.
Inconsapevole, censura il tempo ogni sogno,
la nota che strappa dalle mani
sorte dei fuochi.
Questa eterna apparenza è un filo di spine
che dischiude da una ignota passione
ombre spettrali.
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ANTONIO SPAGNUOLO

venerdì 29 ottobre 2021

SEGNALAZIONE VOLUMI = MAURO IMBIMBO


**Mauro Imbimbo : “Valori bollati” – Ed. La Bussola – 2021 – pagg. 92 - € 10,00
Il saltellare dei versi, sempre brevi e birichini, tra rime e acrobazie, tra allitterazioni ed assonanze, ci trasporta in un lungo parlottare che sembra giocare con la dignità degli umori e la irrisione della filosofia.
La risonanza è accattivante per quelle occasioni del ritmo che tratteggiano una poesia particolarmente armoniosa, ricca di impennate e di riduzioni che colorano la satira e l’ardito segno della caricatura.
Imbimbo affonda con agilità tra le onde del sorriso per riemergere con espansioni inventive e ricamare esplosioni che hanno il magma di un’ottima preparazione culturale.
“I testi di Imbimbo – scrive Francesco Muzzioli in prefazione – dimostrano che i classici avevano ragione, che castigare ridendo è molto più efficace di una predica in nome della morale. E il discorso dell’irrisione tocca non solo i governanti e i gestori del potere, non solo le comunicazioni di massa, ma riguarda la stessa poesia.”
Raffinato frutto di un percorso esistenziale, che attraverso la sorpresa e l’illusione incide nelle sospensioni della vita quotidiana, tra immaginazione e riflessione, stupori ed evocazioni.
*
ANTONIO SPAGNUOLO

sabato 16 ottobre 2021

SEGNALAZIONE VOLUMI = ANTONIO SPAGNUOLO


**Antonio Spagnuolo – "Ricami dalle frane" - Ed.Oèdipus – 2021 – pag.88 - € 12,50
Antonio Spagnuolo è nato nel 1931 a Napoli dove vive. Poeta e saggista, è specialista in chirurgia vascolare presso l’Università Federico II di Napoli. Redattore negli anni 1957 – 1959 della rivista “Realtà”, diretta da Lionello Fiumi e Aldo Capasso, ha fondato e diretto negli anni 1959 – 1961 il mensile di lettere e arti “Prospettive letterarie”. Condirettore della rivista “Iride”, fondatore e condirettore della rassegna “Prospettive culturali”, ha fatto parte della redazione del periodico “Oltranza” Ha pubblicato numerosissime raccolte di poesia, per le quali ha riportato molti prestigiosi premi, e varie opere in prosa. Ha curato diverse antologie ed è presente in numerose mostre di poesia visiva nazionali e internazionali. Collabora a periodici e riviste di varia cultura. Attualmente dirige la collana “Le parole della Sybilla” per Kairòs editore e la rassegna “poetrydream” in internet. Tradotto in francese, inglese, greco moderno, iugoslavo, spagnolo. Della sua poesia hanno scritto numerosi autori tra i quali A. Asor Rosa nel suo “Dizionario della letteratura italiana del novecento” e nella “Letteratura italiana” (Einaudi).
"Ricami dalle frane" è una raccolta di poesie che, per il fatto di non essere scandita, oltre che per l’unitarietà stilistica, semantica e contenutistica che la caratterizza potrebbe essere considerata un poemetto.
Il volume è in continuum con quelli della recente copiosissima produzione di Spagnuolo connotata da una chiarezza maggiore rispetto a quella del primo Spagnuolo, che si esprimeva attraverso una scrittura veramente alogica, precipitato di un inconscio controllato che s’inverava nei versi in un preconscio impervio alla comprensione facile e immediata con altissimi risultati attraverso una notevolissima densità metaforica e sinestesica che era il veicolo di emozioni forti nel lettore, calamitato dai versi.
In questa nuova fase, nonostante la complessità della versificazione, frutto di un’officina scaltrita e intelligente del poeta, il poeta stesso si apre ad una certa forma di chiarezza e si è parlato come oggetto della sua poetica di un’archeologia dei sentimenti forti che il poeta prova, prima tra tutti quello per l’amore per Elena sua compagna di vita.
Se la poesia come affermava Goethe è sempre d’occasione anche per questi Ricami c’è un dato biografico che li sottende: la morte della moglie del poeta che ha aperto in lui una ferita che è un baratro.
Splendido e senza traccia di autocompiacimenti è l’aprirsi di Antonio alla persona amata in assenza che tramite la magia della poesia rivive come indimenticabile interlocutrice alla quale il nostro lancia i suoi messaggi in bottiglia nell’oceano di una vita così che la ferita si rimargina e l’amata si fa viva presenza.
L’esperienza di Spagnuolo nel tendere ad una persona che se ne è andata ma non è mai stata rimossa nella sua mente può essere paragonata sicuramente a quella dell’Ungaretti del Dolore nel suo rivolgersi al figlio defunto e a quella di Montale di Xenia nel suo rivolgersi anche lui alla defunta moglie Drusilla.
L’icasticità immensa, la forza espressiva pare essere la nota stabile e dominante di queste composizioni frutto di un lavoro di cesello che viene fuori in forme raffinatissime nella dizione magistrale del poeta che intriga e affascina il lettore nel dimostrare ancora una volta la portata e la missione della scrittura poetica in versi ai massimi livelli come in questo caso quando il Nostro rimbaudianamente diviene un veggente.
*
Raffaele Piazza

venerdì 15 ottobre 2021

SEGNALAZIONE VOLUMI = FABIO GRIMALDI


**Fabio Grimaldi : “Ardore di vita” (Francesco d’Assisi) – Ed. La vita felice – 2021 – pagg. 56 - € 12,00 –
Un poemetto, una lunga preghiera, una narrazione accaldata, una rivisitazione accurata, un soliloquio inciso nella memoria, una originale provocazione religiosa, un’autentica evanescenza di illusioni, questo ed altro ancora incontriamo nelle pagine che Fabio Grimaldi offre alla poesia, trasformando la pigrizia della nebbia in una lussuriosa cortina che avvolge la figura del Santo di Assisi.
Passo dopo passo l’avventura di San Francesco si ricama nelle tre sezioni del libro “Monologo sulla giovinezza”, “Monologo sulla rivelazione”, “Lodi al Signore”. Gioventù, maturità, morte di un uomo che ha voluto ed ha saputo realizzare un tracciato di vita capace di sconvolgere il pensiero religioso.
“Cinguettavo con gli uccelli,/ nei campi beccavo con loro i chicchi di grano,/ saltellavo su ciottoli per bere ai ruscelli,/ mi riparavo dal freddo tra i rami più frondosi,/ dormivo accovacciato nei nidi,/ volavo lodando i doni e lo splendore del creato.” E’ Francesco che parla nel ritmo incalzante dei versi raccontando con estrema delicatezza la sua identificazione con la scrittura evangelica. La capacità di inseguire la verità, che si propone in tutto il tragitto terreno del Santo, si manifesta nella scrittura di Fabio Grimaldi con quel nutrimento culturale che distingue la elegante e sublime musica della poesia alta.
ANTONIO SPAGNUOLO

venerdì 8 ottobre 2021

SEGNALAZIONE VOLUMI = CARLA MALERBA


*Carla Malerba : “Poesie future” – Ed. Puntoacapo 2020 – pagg. 60 - € 12,00
L’inquietudine che a volte si manifesta nei versi che rincorrono illusioni e incertezze, memorie e ripensamenti, abbandoni quotidiani ed emozioni serrate, è l’armonia capace di coinvolgere il lettore per un rapido rincorrere emozioni e trasalimenti.
Trasparenza nel senso dello svelamento di tensioni, che tendono verso l’assoluto con la parola poetica, tentando di condurre ad una dimensione sovratemporale, non senza il bagno necessario per il divenire della realtà.
Le quattro sezioni che compongono il volume “Straniamenti”, “Dove nulla si perde”, “Se vuoi ti cerco”, “Ritorni”, sono melodicamente fuse per quella tenace e garbata asciuttezza del verso breve, che rende il canto di una concretezza materialistica nel disegno del simbolo.
“A volte prende forte/ di pensieri/ una strana mescolanza./ Ti rammenti/ la terra natale?/ Anche se non era la tua terra/ l’hai amata come tale,/ e se non era il tuo/ il suo idioma,/ lo sentivi familiare./ E sempre/ ti segue forte/ una solitudine amara,/ un doloroso straniamento.”
Parola rivelatrice di solitudine, nella quale l’estraniazione dilaga per respingimenti ed esclusioni, nella melodia che cerca di disperdere la giornata tra possibili bagliori. E nei bagliori la poesia di Carla Malerba va incontro alla espressione pura e decantata.
Le immagini si ricamano in un contesto che riesce a cogliere l’attimo fuggente, senza vacillare, ma capace di trascinare il ritmo in ogni pagine, e che si nutre, nella capacità culturale della poetessa, di formule relative e nel senso elevato tra lo sconvolgimento ed il mistero.
ANTONIO SPAGNUOLO

POESIA = EDOARDO PENONCINI


"Luglio"
la pelle brunita, temprata,
si è dorata e luccica, lisciata,
al sole bruciante
che invelenisce l’acqua
e la terra intorno;
sono passati i germogli
il giallo degli argini è rinverdito
i coltivi puntano veloci alla fine
e saranno presto stoppie annerite
nelle bianche ore di luglio
che tutto fermano.
Un tratto d’ombra sulla strada
è rifugio nel deserto
che inoltra la notte.
*
"Alba di lago"
Una striscia pervinca stria l’ubbia
del cielo contro il Baldo addormentato;
un viottolo pencola verso il lago
dove due anitre schizzano bassi voli
e famiglie di pesci sguizzano
sotto la carena delle barche.
Un nuovo giorno resterà sulle spalle
con gli impermeabili addosso
o la protesta dei gridi policromi
che sfogliano il sicomoro
vincerà la pioggia incombente?
*
"Direzione obbligatoria"
Non so cosa affermi il codice genetico;
è risaputo da sempre per ogni genetliaco
lo sconto è una sottrazione in addenda,
è un dividendo imperfetto
di quanto è caduto in difetto,
è un embrice che sgocciola lento
l’arsura della terra primigenia.
*
EDOARDO PENONCINI
*
Edoardo Penoncini nasce ad Ambrogio Copparo (Fe) il 20-12-1951, laureato in storia medievale all’Università degli studi di Bologna, è stato assegnista per quattro anni presso l’Istituto per la Storia di Bologna, redattore per tre anni della “Rivista di studi bizantini e slavi”, collaboratore per 25 anni della rivista “Scuola e didattica”, ha insegnato Lettere nella Scuola secondaria fino al 2011.
Suoi lavori di storia medievale e di didattica della storia sono apparsi su riviste e in volumi collettanei.
In versi ha pubblicato nove raccolte in italiano e tre in dialetto ferrarese. (https://www.edoardopenoncini.com)

giovedì 7 ottobre 2021

SEGNALAZIONE VOLUMI = ANTONIO SPAGNUOLO


**Antonio Spagnuolo : "Ricami dalle frane" Ed. Oedipus 2021 - pagg.88 - € 12,50**
Antonio Spagnuolo è un archeologo dei sentimenti, un poeta che riesce a raggiungere il fondo dell’ES portando in superficie le connotazioni della sua personalità dai molteplici aspetti sensoriali.
Anche in quest’ultimo volume "Ricami dalle frane" si ripropongono illuminazioni che rimettono in luce Amore e Morte, scandendone i campi magnetici.
Il ricordo diventa origine e nascita di ogni testo, di fronte alla indifendibilità della vita rispetto al punto zero. La formazione reattiva è un ulteriore meccanismo di difesa che rigenera il passato e una moltitudine di situazioni freudiane dalle quali ogni testo affronta la realtà nei suoi aspetti, dove non poche sono le dislocazioni dei ricordi rigenerati attraverso un linguaggio rimasto fedele alla Tradizione, né vi appaiono inquinamenti iperattivi nei sub-plots e story-board.
Mario M. Gabriele

martedì 5 ottobre 2021

SEGNALAZIONE VOLUMI = EDOARDO PENONCINI


**Edoardo Penoncini – Sembrava un fuoco di paglia--Puntoacapo Editrice – Pasturana (AL) – 2021 – pag. 145 - € 15,00
Si definisce fuoco di paglia qualcosa che inizialmente sembra particolarmente promettente, interessante, intenso di notevole importanza, ma che nel giro di poco tempo, finisce nel nulla, rivelando, quindi, il suo scarso valore.
Quindi un flop, una cosa che, nel titolo sta ad indicare invece qualcosa che potrebbe avere una valenza positiva proprio per quel sembrava che relega il fenomeno, il fatto, al passato: ora dobbiamo vedere di che si tratta.
Con questo titolo intrigante e ironico il poeta, che ha redatto il suo testo con la versione nel dialetto della sua terra a fronte, ci fa entrare in un universo di nonsense di ambiguità voluta e proprio il fuoco di paglia nel suo riferimento al passato, potrebbe simboleggiare qualcosa che invece è salvifico come la poesia stessa che riflette ipostaticamente su sé stessa.
Penoncini sa che la poesia è salutare per il poeta e il suo fruitore e che può diventare il contrario di un fuoco di paglia.
Il volume presenta una prefazione di Zena Roncata acuta, sensibile, ben centrata e ricca di acribia.
La raccolta composita e articolata architettonicamente è scandita nelle seguenti sezioni: Le radici, Le parole dell’indifferenza, A spasso nel tempo, La strada dei pensieri.
Ad un approccio iniziale si identificano le ragioni meta letterarie di Penoncini nel suo affrontare la sua materia quando afferma la forza espressiva del suo dialetto che nella bocca dei suoi compaesani diventa più forte e terribile di una bestemmia e peggio della foresta prima dell’inferno e un nodo intorno al collo per strozzare le parole, una sega che sega i piedi. Nella parlata in dialetto, rispetto alla lingua madre, in questo caso l’italiano, la lingua stessa assume un’icasticità più forte della stessa lingua standard, proprio attraverso la musicalità e il ritmo delle stringhe delle parole che in dialetto raggiungono una forza espressiva quasi violenta e debordante con qualcosa che ha un sentore di onomatopeico. Quindi una ricerca anche antropologica per giungere alle radici della vita per capirne e coglierne il senso più profondo e sensuale e vero. Il linguaggio usato da Edoardo nella versione in italiano è piano, colloquiale, narrativo, affabulante e chiaro.
Una notevole drammaticità deriva dalle immagini evocate dal Nostro ed emblematico a questo proposito è il verso andare in guerra per non affogare in mare e le stesse parole divengono viventi e da abitare come nel verso quelle parole vecchie che non hanno più un vicino, come se le parole fossero animate e in parte lo sono come nella massima veterotestamentaria non vi sarà parola detta che sarà senza effetto, che sembra essere alla base di tutto l’ordine del discorso e delle intenzioni del poeta in un libro fluttuante e antilirico che ha qualcosa di fortemente intellettualistico.
E in un componimento Penoncini scrive che il dialetto è la lingua delle cose, mettendo queste parole nella bocca di un professore.
Un esercizio di conoscenza tout-court quello di questo poeta a dimostrazione della dignità del dialetto stesso che sembra ma non è un fuoco di paglia.
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RAFFAELE PIAZZA

domenica 3 ottobre 2021

SEGNALAZIONE VOLUMI = SERGIO GALLO


**Sergio Gallo – Amnesia dell’origine--Puntoacapo – Pasturana (Al) – 2021 – pag. 145 - € 14,00
L’autore della raccolta di poesie Amnesia dell’origine è nato a Cuneo nel 1968 e risiede a Savigliano (CN) dal 1981. Ha già pubblicato alcuni libri di poesia.
Il volume include componimenti scritti tra il 2017 e il 2020 e presenta una prefazione di Fabrizio Bregoli. Il libro è composito e articolato architettonicamente ed è scandito nelle seguenti sezioni: Klision, Lemno, Qarum, Cnosso, Cronache del terzo ventricolo, Piccoli paradossi e In limine; queste parti sono precedute dal componimento programmatico Dodici piccoli comandamenti.
Ad accentuare la ricerca di diversificazione dell’autore c’è da mettere in luce il fatto che strutturalmente le composizioni sono o centrate nella pagina o scritte in modo standard secondo il modello tradizionale della poesia.
I Dodici piccoli comandamenti, non senza velata ironia, per il loro implicito riferirsi ai dieci comandamenti biblici, sono dodici massime sul tema della scrittura e nello stesso tempo sul senso della vita e sono improntati ad un certo ottimismo come se l’autore inviasse messaggi al lettore sul senso salvifico della scrittura e non a caso in essi ci sono tra gli altri gli inviti a nutrire le vene aurifere della memoria, a centellinare le parole, specchi di verità e a sgravare il grembo da foschi presagi.
Cifra essenziale della poetica di Gallo, che emerge fin dal primo impatto del lettore con questi versi, è quella di una scrittura misteriosa e descrittiva nello stesso tempo. Si evince una vena neo orfica e magica che si ritrova in un alone di onirismo purgatoriale.
È una scrittura magmatica e densissima che dal caos apparente pare giungere all’ordine che è quello di un discorso anarchico e visionario. Anche una vena gnomica è sicuramente presente nei componimenti di questa raccolta pervasa da due livelli quello della storia che trova il simbolo ad esempio in un antico labirinto e quello di un presente che resta nel vago quando viene usata l’immagine dell’arrancare nel quotidiano, quotidiano che è il referente incontrovertibile della condizione umana nel suo tran tran e nel suo eterno ritorno scandito dallo svegliarsi e dall’addormentarsi. A tratti è una versificazione che sfiora l’alogico con immagini scaturenti da un inconscio controllato connotato da consequenzialità.
Perché Amnesia dell’origine? Che cosa è questa origine dimenticata? La risposta si può ritrovare in un serpeggiare nelle poesie di una stabile tendenza ad andare oltre le coordinate del presente tenendo sempre di vista nelle descrizioni la provenienza nell’essere sotto specie umana, provenienza vaga di cui sembrano perdersi le tracce come se fosse un’infanzia rimossa o un’adolescenza che pare essere caduta nell’oblio dei giorni.
Non a caso rispetto a quanto suddetto viene nominata anche la reincarnazione come se si trattasse di giungere all’etimo delle cose in un esercizio di conoscenza.
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Raffaele Piazza