mercoledì 28 settembre 2022

POESIA = ANTONIO SPAGNUOLO


"Ciclo"
Ho terminato il mio ciclo !
Lascio un segno nell'ultima pagina
a sigillo del tempo perduto
e del balzo saltato fuori dall'incognita.
Vorrei chiuderla qui, nella penombra
di una sera piovigginosa
per spezzare finalmente le spranghe
che mi vennero addosso.
Eppure hai ceduto nel momento della debolezza
alle suggestioni dei richiami
di una plenitudine che inganna.
*
ANTONIO SPAGNUOLO

lunedì 26 settembre 2022

POESIA = ANTONIO SPAGNUOLO


**“DUBBIO”
Come in una vertigine
si cancellano i ricordi senza tregua.
Ad uno ad uno nel mentre svaniscono
incidono le note della nostalgia
nella nebbia che avanza.
Tutto è nel dubbio di una mascherina
che rappezza i dettagli irripetibili
nel tempo che raccoglie il rimpianto.
Già stanco ed incolore
diviene inceneritore anche lo sguardo.
*
ANTONIO SPAGNUOLO *

domenica 25 settembre 2022

POESIA = ANTONIO SPAGNUOLO


"SOGNO"
Forse la mente ha infiniti dissensi
dilaniata com'è dalle promesse
che minacciano scritture
attinte ogni giorno al prezzo più alto.
A riempire le pareti improvvisi
rimbalzi nel severo ripetere
l'industria del sublime,
quando qui fermi hai l'estremo pulsare.
Finchè lunghi pareggi svaporano
nell'arcano lamento del sogno.
*
ANTONIO SPAGNUOLO

sabato 24 settembre 2022

SEGNALAZIONE VOLUMI = PRISCO DE VIVO


Prisco De Vivo – "Una bocca di rosamiele"-Poesia (2004-2012)-Edizioni Ensemble – Roma – 2022 – pag. 65 - € 14,00
Una bocca di rosamiele è un’opera che emoziona il lettore per la sua intrinseca forza espressiva della poesia di Prisco De Vivo potenziata, come in altri casi dalla sinergia, l’interazione, l’intersecazione di poesie sempre icastiche e leggere e tavole pittoriche. Quindi qui la partita si articola su due piani, quello della parola sempre luminosa e veloce, dosata e controllata e del segno che è quello della pittura di Prisco. A proposito del suddetto poiein pittorico di De Vivo bisogna evidenziare che recentemente la maniera di Prisco si è indirizzata e ha raggiunto approdi all’insegna della dolcezza soprattutto quando l’artista dipinge figure muliebri di ragazze, figure che s’intonano con i versi così che quasi per miracolo, vista la bellezza dei due piani si crea un ipertesto che emoziona il lettore nell’immergersi in esso. Canzoniere amoroso all’insegna della dolcezza a partire dal titolo del volumetto nel quale l’autore pare ispirarsi al Cantico dei cantici biblico quando una bocca, presumibilmente quella dell’amata diviene di rosamiele per baci estasianti che l’io poetante desidera e tutto è un rivolgersi alla sua donna con una devozione e un palpitante sentimento che ha qualcosa di stilnovistico.
Se l’amore fa soffrire può elargire all’amante gioie indicibili e divenire se ricambiato il primo gradino nella salita per la conquista della felicità.
Il libro presenta una prefazione di Vincenzo Frungillo acuta centrata e ricca di acribia.
Per la sua unitarietà contenutistica, stilistica, formale e semantica l’opera si può considerare un poemetto compatto nella sua struttura e nella sua tessitura e il poeta raggiungendo la linearità dell’incanto diviene capace di produrre meraviglia nei fortunati lettori. Poetica neoromantica quella in questione perché è detto con urgenza il tema della morte come climax dell’esperienza amorosa e quindi qui si realizza l’eterno dualismo amore-morte.
Le poesie sono tutte messaggi in bottiglia per raggiungere l’amata e il cronotopo indefinito contiene l’inserimento del poeta e dell’amata in un contesto di sogni ad occhi aperti quando anche l’innocenza delle bambine diviene motivo di gioia con ipersensibilità e il controllo delle emozioni è sublime.
Serpeggia il mistero nelle atmosfere fiabesche di De Vivo messe in scena magisttalmente.
E si può anche piangere ma anche di gioia nel mescolare le proprie lacrime con quelle dell’amata per fare in modo che il dolore divenga gioia. Ed è tutto un’interanimarsi dell’io poetante tra segni e parole ispirate dalla forza numinosa dell’amore.
Opera che tout-court diviene esercizio di conoscenza e che ha anche una vaga aurea di misticismo quando il bosco dell’amore diviene sacro e allora il bosco potrebbe trasformarsi in una cattedrale gotica per l’amore sacro e profano.
*
Raffaele Piazza

giovedì 15 settembre 2022

SEGNALAZIONE VOLUMI = GIORGIO MOIO


**Aa. Vv." Tra parole e immagini" Testi creativi in “Frequenze Poetiche” a cura di Giorgio Moio**Edizioni Frequenze Poetiche – Napoli - 2022 – pag. 153 - € 20,00
Giorgio Moio è nato a Quarto (NA) il 25 maggio 1959. È stato redattore delle riviste “Altri Termini” e “Oltranza” (di quest’ultima è anche tra i fondatori). Già direttore editoriale di una piccola casa editrice (per la quale nel 1998 ha fondato e diretto fino al 2017, anno della sua cessazione, la rivista “Risvolti”) attualmente, dopo averla fondata nel 2017, dirige la rivista “Frequenze Poetiche”, per la quale cura anche la collana “Avamposto”. Per l’editore Bertoni cura le collane di poesia verbovisuale “Contrappunti” e di critica letteraria “La babele capovolta”. Ha collaborato e collabora a varie riviste letterarie e giornali come poeta (anche verbovisuale), critico letterario, saggista e scrittore di articoli di varia natura.
Le riviste letterarie cartacee e/o on-line all’inizio del terzo Millennio continuano ad essere un punto di riferimento per poeti, critici letterari e appassionati di letteratura in generale e incontrovertibilmente Frequenze Poetiche nel mare magnum del panorama contemporaneo di tali pubblicazioni occupa un posto di rilievo per la sua ecletticità dei contenuti proposti che sono tutti selezionati accuratamente e sono di grandissima qualità.
Nel presente volume sono racchiusi i testi creativi pubblicati su questa rivista nel corso del tempo e il libro non può considerarsi un’antologia ma un inventario di quanto autori tutti di qualità contemporanei o del passato hanno espresso e molto varia è l’essenza del testo nel racchiudere artisti che diversificati toccano i vari generi letterari che il settore offre. Una mappatura accurata che rende bene l’idea della letteratura e della poesia in particolare.
Bisogna sottolineare a questo proposito che la poesia è attualmente vivissima, essendo i poeti in aumento anche per il fenomeno Coronavirus che ha causato un cambiamento radicale della qualità della vita nel mondo intero; dovendo rimanere le persone per vario tempo a casa molti si sono improvvisati poeti anche per lo smarrimento causato dalla precarietà della situazione.
Inoltre per il fenomeno dell’incomunicabilità, quando ci si può sentire soli anche quando si è in compagnia, fenomeno che nel mondo globalizzato nell’era ipertecnologica ha assunto dimensioni notevolissime, cresce sempre di più il numero dei poeti stessi che per sconfiggere la solitudine, solitudine che può essere anche quella a due della coppia di innamorati, scrivono a volte anche solo per sé stessi e senza pretese e del resto online esistono blog aperti a tutti dove pubblicare gratuitamente materiale letterario.
Frequenze Poetiche ospita poeti sperimentali, lirici, visuali, neo orfici di varie generazioni che sentono l’esigenza di pubblicare non solo per la soddisfazione in sé stessa di rileggersi, ma per inviare un messaggio in bottiglia ai lettori che probabilmente saranno essi stessi poeti.
Quindi la poesia stessa salva la vita più che mai n un tipo di società come la nostra liquida e globalizzata.
*
RAFFAELE PIAZZA

lunedì 12 settembre 2022

SEGNALAZIONE VOLUMI = MARIA EROVERETI


Premio Dignità di Stampa I Murazzi 2022
Maria Erovereti: "Se non fossi stata il tuo tempo"
Prefazione di Sandro Gros-Pietro - Genesi Editrice, Torino.2022
Maria Erovereti realizza questo libro in forma di poesia confessionale sulle orme classiche espresse da Sylvia Plath e Anne Sexton. Si tratta quasi di un diario dell’anima che ha un unico destinatario ormai assente: la madre morta. La Poeta usa specificamente la locuzione dell’assenza, e non già quella della morte. In questa scelta linguistica c’è già un’indicazione suprema di esemplarità della lezione perfettiva della vita, la cui entità si prolunga indefinitamente oltre la durata dell’esistenza biologica. Nell’assenza esiste, dunque, una persistenza resiliente dell’entità nascosta della persona amata. Scrive la Poeta “Sul tavolo c’è il tuo bicchiere / uso il tuo piatto /vesto la tua maglia /mi avvolgo nelle tue coperte / per fermare la tua assenza / per placare il vuoto di te”. L’atmosfera creativa e meditativa di questi versi richiama alla mente uno dei libri più letti dell’intera cultura Occidentale, Le confessioni di Agostino, nelle quali l’assenza del Deus absconditus diviene riflessione a specchio tra la dimensione dell’esistenza e quella dell’entità: la nostra volontà di comunicare si proietta in una dimensione che va oltre la vita. Questa visione, che ancora in Leopardi, benché sostanzialmente ateo, è comunque una visione meta-mondana collocata “oltre la siepe”, in Maria Erovereti è, invece, un nascondiglio inspiegabile collocato all’interno di Lei stessa. La Poeta rigenera sua madre dentro di sé, ed è consapevole del suo atto voluto, atteso, ricercato e conquistato di rigenerazione della propria madre. Un atto che varrà nel tempo futuro e sarà continuativo, fino a che durerà la vita della Poeta che lo ha architettato. La rigenerazione oltre la morte, perpetuata attraverso il magnetismo della parola poetica, è certamente una delle maggiori se non la massima finalità di tutta la poesia che si scrive da sempre. Tuttavia, i poeti hanno sempre inteso, attraverso la magia della parola poetica, tradurre foscolianamente l’effimero nell’eterno, e quindi realizzare la mirabilia: per usare le categorie della filosofia, si direbbe trasformare l’esistenza caduca in entità perenne. Non mancano gli esempi di poeti che hanno dedicato poesie alla madre morta, come Eugenio Montale, Giuseppe Ungaretti, Salvatore Quasimodo, Rainer Maria Rilke, Alda Merini, e fra le voci più vicine a noi va sicuramente segnalata l’indimenticabile Liana de Luca, con la superba raccolta Unica madre, commentata da Giuliano Gramigna e Giorgio Bárberi Squarotti e tanti altri ancora. Maria Erovereti, volendo scegliere tra i Poeti tuttora in vita, cita in esergo la poesia di Mariangela Gualtieri, Ogni giorno partorivo la mamma, contenuta nel libro di Poesia Le giovani parole, Einaudi, 2015. L’omaggio reso alla Gualtieri è particolarmente appropriato alla straordinaria novità dell’immaginazione poetica ideata da Maria: la figlia rigenera alla vita la madre colpita da un grave ictus, che la sprofonda in uno stato di quasi totale incoscienza. Tuttavia, l’amore della figlia, a poco a poco, riaccende la vita nella madre, che sembrava ormai perduta, ed invece si riaffaccia in stato cosciente alla scena del mondo, seppure gravemente impedita da disabilità motorie e mentali, paragonabili a quella dipendenza dalla Madre che hanno tutti i neonati quando vengono al mondo. Ecco, allora le dolcissime parole di affetto della figlia che diviene Madre della sua stessa mamma: parole sigillate nella totalità di una formula perfetta senza uguali, per pienezza e per essenzialità: “Ti nutro / la tua bocca diventa la mia”. Si tratta di autentico amore filiale che si fonde e confonde con l’amore materno, come l’onda con la risacca è pur sempre la stessa acqua e, quindi, lo stesso amore: “Mamma / io ti trattengo /custodisco la tua vita / e la nutro di calore / la nutro di me”. Altrove leggiamo “una sola linfa alimenta / le stesse cellule”. Fino a raggiungere l’acme della tensione poetica in quella immaginifica affermazione “mamma / ti sono madre. / Io ti ho generata”.
Esattamente nella metafora dell’onda che si fonde e confonde con la risacca, seppure creando uno scontro, vediamo che la funzione di Figlia e di Madre, nello sviluppo poematico del libro, si alternano nelle loro equivalenti e rispettive partiture esercitate in tempi diversi. Ne deriva un’evocazione degli anni dell’adolescenza e della prima gioventù della Poeta Maria, è un ritorno con la memoria a ciò che è stato in passato il rapporto con sua mamma, nel quale “c’è anche lotta di liberazione”, indicata coniugando il tempo al presente, che non è solo un presente storico dettato dalla libertà creativa rispetto la consecutio temporum, ma è la proiezione voluta di un unico magma poetico di fusione delle funzioni e dei tempi in cui si crea la profondità del rapporto d’amore tra la figlia e la sua mamma. Anche la scansione dell’unico poema, che è il libro Se non fossi stata il tuo tempo, nelle due sezioni contrapposte, precisamente Labile esistenza a cui segue la seconda sezione denominata Assenza, serve a ricostruire il movimento di contrapposizione dicotomica nelle due fasi di vita rigenerata e di ritorno della morte, che in verità si compendiano in unico canto di amore e continuità rigenerata dalla magia delle parole, come leggiamo nella penultima poesia, posta quasi come chiusa ed esodo conclusivo del poema: “Ci sei. Non sei andata via. / Solitaria lieve ti espandi / nella casa deserta / in attesa del racconto / dei giorni”. La Madre continua a vivere oltre la sua vita biologica, rigenerata nell’amore della Figlia: si alimenta nei ricordi, nei pensieri, nelle parole che la Poeta Maria continua a dedicarle. Il libro "Se non fossi stata il tuo tempo" appartiene a buon diritto tra le espressioni più alte e più innovative della poesia di questi anni sul tema dell’amore filiale ed è certamente tra i canti più propositivi dedicati da una figlia alla propria madre in tutti i tempi della nostra poesia.
SANDRO GROS PIETRO

sabato 10 settembre 2022

POESIA =ANTONIO SPAGNUOLO


**“Momenti”**
Un momento di luce alle spalle
avvolge quella strana gioia
che pronta al bagliore attinge e intride.
La verità ha un lumicino al cipiglio
nel silenzio delle improvvise occasioni,
e non ritrovo il tuo sorriso tra i motivi
che ritornello acuto conosceva la recita.
Non credo più che si avveri il conteggio
del tempo e soltanto l’incerto riflesso
un’altra volta ancora forzerà la mia follia.
*
ANTONIO SPAGNUOLO