venerdì 28 ottobre 2022

SEGNALAZIONE VOLUMI = LUISA DI FRANCESCO


**Luisa Di Francesco: “Il mio primo è il cuore” – G. C. L. Edizioni – 2022 – pagg.104 - € 10,00 –
Dove riporre una domanda quando i pensieri vorticosamente incidono nelle meningi costringendo a socchiudere gli occhi per non lasciar sfuggire l’alito che avvince? Il primo luogo è il cuore, suggerisce con delicatezza ed eleganza la poesia di Luisa Di Francesco. Per sfuggire al quotidiano ella cerca di sorpassare quella linea di confine che viene a crearsi tra l’ombra e la luce, quasi una soglia di confine tra il palpito e le emozioni oltre la ventata di un crescendo che avvince per un fragile miraggio.
Le parole, che qui diventano versi, si piegano in ritmi attraverso ciò che il poeta ha “provato”, vivendolo in prima persona. Un movimento a spirale continuo: dentro- fuori /fuori-dentro ed è proprio così: il dentro emerge e si proietta fuori lega all’esterno, al mondo che, a sua volta, rinvia il suo riflesso emotivo che ritorna nell’intimo arricchendo e dando adito a nuovo sentire.
Dedicata ad Ada Merini la silloge si apre proprio con alcuni suoi versi.
Le memorie dei gesti, le mute promesse, i dubbi del presente, il rintocco inaspettato di una musica, i fantasmi festosi della gioventù, lo sbocciare di un amore, i frammenti di un crollo, la puntura di una spina della rosa, sono le scandite e sommesse partecipazioni di questa reinvenzione delle tracce anamnestiche che spesso si affianca ad uno scambio profondo di illuminazioni.
“Solo con la sostanza dell’affetto, del cuore, dell’emozione, del sentire” Scrive Luisa è possibile allargare lo sguardo su orizzonti considerati irraggiungibili e riuscire a toccare “la luce dell’anima che non tace”, ma svela, disvela e rivela abbracciando aspetti diversi: dall’io alla natura, dall’amore alle assenze, dalla malinconia all’inno alla vita, dai sogni alle speranze, dalla storia ai miti, dal dolore alla consolazione.
La continuità armoniosa della scrittura diviene per la poetessa punto di approdo rassicurante e riappacificatore.
*
ANTONIO SPAGNUOLO

giovedì 27 ottobre 2022

POESIA = ANTONIO SPAGNUOLO


**Singhiozzo**
Pochi giorni, poi abbandono
le ultime emozioni delle membra,
gli abbagli della mente
sigillati più volte fra le labbra,
le variegate occasioni di malie,
il tremore dei muscoli,
evaporando silenziosamente nell’etere!
Si imprigiona così il sogno ormai sbiadito.
Ascolta il fruscio delle foglie,
suggerisce delicatamente il mormorio
con il quale smarrisco il singhiozzo
che va ripetendo la sorpresa dell’altrove-
*
ANTONIO SPAGNUOLO

sabato 22 ottobre 2022

SEGNALAZIONE VOLUMI = GIUSEPPE IULIANO


**Giuseppe Iuliano: “Vuoti di memoria” – Edizioni Nuovo – 2022 – pag.16 - € 3,00
Con nota introduttiva di Jack Hirschman e postfazione di Generoso Picone agile e sorprendente, pulito ed elegante volumetto di sole 16 pagine, con sottotitolo “Versi d’asporto”, indicazione questa che avvia il lettore ad una ricerca di improvvisazioni che possano trasformarsi in altrettanti momenti di sospensione per raccogliere e assimilare pensieri e illuminazioni.
Impegnativa anche l’opera riprodotta in copertina dell’artista Luigi Prudente, un acrilico (del 2022) di frammentazione e ricomposizione di spostamenti sensoriali e visivi.
Giuseppe Iualiano ha al suo attivo una ricca serie di componimenti che più volte ha offerto con tutto lo spessore e la complessità di una poesia dotta e pregna di elementi che giocano con coerenza testuale e coesione di proiezioni.
Qui si alternano fotogrammi coordinati intorno alla città natale e spostamenti vari di focus che sono delle vere e proprie oscillazioni tra l’emotivo sensoriale e intellettivo, con ricordi che affiorano alla memoria più volte riaccesa e figurazioni che emergono declinando una continuità illusoria della probabile continuità epifanica.
Dodici brani si rincorrono tra un accenno alla preghiera e un canto aperto in memoria, tra ricami di un tempo sempre troppo corto e l’entusiasmo riacceso per un amore scintillante tra lustrini oro e argento, tra la storia stringente ed oscura, che reclama giuramento e fedeltà, e l’attuale necessità di misurare i passi che “le gambe trampoli legnosi rallentano”.
“Sottili tratti del cuore/ spezzano arterie e nervi/ e grondano pozzi e linfa/ nell’albero cavo della vita./ Paese rifugio, casa sempre viva/ e inverni e insulti, rosari di sconfitte/ litigati a pugni o a mani aperte,/ sei granaio di neve, smania d’acqua e pane.”
Poesia dotata di un realismo rutilante che si apre alla scrittura contemporanea con tutti i crismi di una professionalità alimentata da una specifica fantasia, quanto mai preziosa e necessaria.
*
ANTONIO SPAGNUOLO

giovedì 20 ottobre 2022

POESIA = ANTONIO SPAGNUOLO


**“Brivido”
È tempo che i calcinacci restino a terra
da rimodellare senza più timore.
Così come le vele tengono al vento
quando non formano più astrazioni
la bocca è un divenire brano a brano,
senza nessuna fretta in vibrazioni,
che sussurra memorie.
Giorno senza un punto, guscio vecchio
con il pizzico magico che imbianca
le rovine
nel canto di Chopin e di speranze smarrite.
Nel tentativo di un commiato
ricamo note
per una melodia di addio
mascherando nell’ombra un brivido feroce,
quella musica che poteva intontire
e scivolare senza fili negli amabili inganni.
*
ANTONIO SPAGNUOLO

martedì 18 ottobre 2022

SEGNALAZIONE VOLUMI = RAFFAELE PIAZZA


Recensione alla raccolta poetica di Raffaele Piazza “IN LIMINE ALLA ROSA”
Avevo già letto e commentato altre opere del poeta Raffaele Piazza e mi era piaciuto molto la sua modalità di scrivere poesie.
Credo che anche in questa raccolta, lui abbia conservato questa sua modalità di emozionarsi e di trasmettere emozioni ai lettori. Raffaele non riesce a staccarsi del tutto dai suoi personaggi Alessia e Mirta e le riporta a tratti anche in quest’ultimo lavoro. Usa metafore, ma facilmente comprensibili e i suoi testi scorrono come favole, a volte narrate, altre invece come pensieri brevi e secchi, però in qualunque modo li esponga, colpisce il lettore, in quanto più che leggere poesie, si entra in una serie di poemetti consequenziali. Bellissimo questo passaggio:
“L’amore è anche quando ti attendo,
tra le mani la tua fotografia
o il prossimo dono per te”
Un amore fatto di attesa, di un tempo da sospendere, un desiderio da condividere, un viaggio che sicuramente non si farà.
Da qui scaturisce il dolore e la ricerca dentro di se, per una vita fatta di colori, di felicità e di sogni tenuti sotto chiave, in attesa che si trasformino in realtà.
Voglio concludere con una frase che mi ha colpito molto:
“ vedi terrazze altissime
e i panorami del cielo della vacanza
divenire strumenti della gioia
in musiche di vento,
vetrate di luce a illuminare
un tempo che non passi.
*
RITA IACOMINO

sabato 15 ottobre 2022

POESIA = ANTONIO SPAGNUOLO


**“Veleno”
Irriconoscibili i cocci del vetro
che inghiotte suoni arrugginiti
dentro la polvere che in un angolo
ha lo stesso gusto di uno strappo.
Ad una ad una le frasi hanno amarezza
che scuote e accetta ancora le parole
in quel che di più crudo della confessione
è opaco stupore dell’arcano.
Tu dormi dimentica delle cicatrici
che questo dio esplode senza tregua
e risuona nel rantolo che alita
indulgente presenza.
Hai scelto la maniera più lenta
per inserire il rovescio che avvelena!
*
“Onde”
La favola finisce con le ore più care.
Anche l’occhio non mente al ricordo,
rimbalza a notte e sospende
tutte modulazioni che lampeggiano.
Divincolo gli errori rovinosi
nel morso di una fuga
sconfitto negli incerti colori di uno specchio.
Ti voglio bene ancora e affondo come in mare
nell’onda di un credibile dubbio
che per un attimo riaffiora,
agita il rischio del fuoco nel midollo.
Tagliente e lacerato il cavo del tuo morso
aspetta un apice di luce per la fuga.
*
”Visione”
Inutile giostra il susseguirsi
dei giorni ora che il tempo srotola
le ore nel ritmo incalzante del minuto,
che insegue ingenuamente le intensità
cangianti.
Il dono inatteso nella stanza che imbruna,
fuori dal rituale, esita a un balzo,
ancora nel tormento crede agli estremi.
Urlando l’incubo della vendetta
non sono che placenta segreta
nei frammenti di una visione.
*
ANTONIO SPAGNUOLO

venerdì 14 ottobre 2022

POESIA = ANTONIO SPAGNUOLO


“Sorpresa”
Nella sorpresa riordino il conforto
della tua parola,
mi vieni al fianco nell’ombra
fingendo una presenza che svanisce
nell’incerto palpeggio dei colori.
Una violenza che ha segnato l’addio
quando tentai di confondere minacce
esplose nell’inganno.
Non basterà la brace a sospendere
la dolcezza che consumava silenzi
e delicatamente insinuava abbandoni.
*
ANTONIO SPAGNUOLO

mercoledì 12 ottobre 2022

SEGNALAZIONE VOLUMI = MARIATERESA GIANI


**Mariateresa Giani : “L’integrità del mondo” – Ed Contatti – 2022 – pag. 88 – s.i.p.
Un impegno ad infrangere le resistenze inclementi della quotidianità, sempre pronta a travolgere il travaglio del pensiero come fonte incandescente di creatività e vertigine limpida per il tratteggio del mistero, si svela con incisione in queste agili pagine impregnate di pregevole poesia.
Mariateresa Giani intinge tra “frantumi di vetro/ opaco, le parole” per farne brace nella contemplazione e spuma nello scorrere delle stagioni. Cercando di ritrarre l’attuale condizione mondiale, incapace di ritrovare il senso puro dell’esistenza, ella interpreta il disorientamento e si adagia a “L’armonia ondulante del mare,/ flusso d’un respiro musicale/…(mentre) altalenando/ in voli alti un languido stormo/ celebra il rito serale.”
Le tre sezioni nella quali si suddivide il volume: “L’integrità del modo”, “Risonanze, relitti, evocazioni”, “Verticalità della visione”, pur intersecando fra di loro per un dettato denso di logica nello scambio dei contatti, sono come tre capitoli di un racconto germogliato all’ombra di aperture discrete ed eterne. Un susseguirsi di sorprese che affiorano dalle esperienze di contatti al confine fra il fluido e la lacerazione. “Calcarea/ e porosa, impressa di memoria/ millenaria, e fredda in se, immota,/ attende l’energia della fiamma/ originaria, la parola, per ardere e/ significare.”
Ed anche l’amore è per la poetessa terreno incolto, da dissodare, per diventare come insegna la natura albero dai frutti generosi. Al di là dei confini il ritmo musicale del verso imprime il segno di una creatività gestita con attenzione e comprensione, segno di sapiente maturità.
*
ANTONIO SPAGNUOLO

lunedì 10 ottobre 2022

POESIA = ANTONIO SPAGNUOLO


**"Vortice"**
Potresti ritornare solo un momento!
Il solo tempo che io tenti d'immergermi
nelle tue pupille e confondermi con te
nel vortice ignoto dell'eterno.
*
ANTONIO SPAGNUOLO

sabato 8 ottobre 2022

SEGNALAZIONE VOLUMI = ANTONIO SPAGNUOLO


**Antonio Spagnuolo, "Proiezioni al crepuscolo", Le stelle di Macabor 8, giugno 2022- pagg.88- € 12,00
Dovrei richiamare quello che scrissi nel 2019 a proposito di due libri precedenti di Antonio Spagnuolo – ISTANTI O FRENESIE, puntoacapo, 2018, e POLVERI NELL’OMBRA, Oèdipus, 2019 – vedi in http://www.milanocosa.it/eventi-milanocosa/mauro-macario-e-antonio-spagnuolo. In esso parlai di Sinfonie d’Autunno e di musica resistente agli schiaffi e alle dure leggi della vita. Con questo libro l’Autore continua a dare forma alla sua musica, che non solo resiste, ma entra nel nontempo, irridendo ogni inevitabile punto di arrivo del nostro limite umano.
È una musica che parte magari dalle perdite e insolenze dell’esperienza, ma trova poi modi di fuga per non piegarsi ad esse, facendo di questo moto fonte di invenzioni di onde sonore, interminate e interminabili di aria e libertà. Le singole molecole verbali – che i linguisti chiamano microtesti – diventano anelli di rifrangenze di uno spirito lucido incarnato in figure che ci conducono oltre le angustie di spazio e materie da cui incidentalmente partono.
Come nelle precedenti opere, Antonio Spagnuolo inanella platoniani attimi d’infinito, che la poesia autentica sa far brillare e risuonare tra corpo e sacralità, oltre il proprio giardino, vincendo la scommessa di non rimanere solo fascinose formiche di carta, ma lascito di sapori di vita.
I suoi sono moti di toccata e fuga che ci riconducono a quella musica inventata da un gigante del Barocco, quale è stato Johann Sebastian Bach. E la connessione tra le forme bachiane e la poesia di Antonio Spagnuolo spinge a un pur rapido richiamo di un arco storico in cui il Barocco divenne, in tutte le arti, la forma di un’epoca che va dalla fine del 16° secolo alla metà del 17°. Forme che a mio parere non sono sconnesse da un clima socioculturale di repressione di un pensiero unico dominante, articolato tra Chiesa romana, Tribunali dell’Inquisizone, Indice dei libri proibiti, monarchie assolute in Europa, con immense povertà di popolo, pestilenze e indifferenti, ignare sfarzosità nobiliari. Un contesto in cui maturavano, invisibili, le uscite rivoluzionarie successive.
Il Barocco diede forma a suo modo ai bisogni di andare oltre staticità apollinee, e Bach elaborò in Musica una architettura sonora che prende anche noi moderni col suo fascino, perché irride porti chiusi continuando a condurci lungo un flusso di domande di un oltre, che non è mistico ma terreno, quanto più è capace di trasmettere godimento nel tempo e nello spazio del presente.
Tutto questo, da un lato rende modernissima l’arte sublime dei contrappunti dinamici costruiti dalla musica di Bach, dall’altro ci fa capire perché essa continua ad affascinarci, nel contesto attuale, ugualmente ricco di insolenze che al momento ci appaiono senza uscite. Al tempo stesso, danno conto del perché, parlando e leggendo i versi di Antonio Spagnuolo, sia giustificato il richiamo della musica di Bach. E credo che anche solo pochi versi possano riuscire a darne un’eco:
“Era tempo di luci, a volte morbide, / attorno al tuo profilo delicato dei colori,/ tra le semplici velature di foschie/ lungo le strade del destino”, e mentre si “precipita a ritroso/ dove tutto si piega terribilmente/ nell’altrove.” (Prigioniera, p.7); “Attesa è oscuro filtro, un singhiozzo/…/ pronto al delirio di semplici dolcezze/…/ Prendo il foglio bianco a penetrare/ geometrie incredibili socchiuse alle ceneri/…nel rinnovare sorrisi ed utopie/ corrose.” (Attese, p.38); “Come una conchiglia sulla spiaggia/…tra sabbia e alghe lussureggianti/…Sento il piombo della morte sulla pelle/ nessuna promessa da offrire,/ soltanto narrare una storia/…rotolando nei sogni.” (Conchiglia, p.76).
E sia pure solo per confermare il filo ininterrotto delle fughe di Antonio, cito da ISTANTI O FRENESIE alcuni versi: “Era la storia che spezzava gli anni/ tra le mie parole,/ la paura del flauto ferito/ da quel dio insolito…/ sgualcendo cattedrali”.
8 settembre 2022
*
Adam Vaccaro

venerdì 7 ottobre 2022

SEGNALAZIONE VOLUMI = RAFFAELE PIAZZA


Marisa Cossu legge: "ALESSIA" -di Raffaele Piazza
----Alessia è una figura epifanica. Si manifesta nel realistico viaggio di un continuum spazio-temporale in cui l’accaduto incontra un divenire coincidente fatto di sensazioni, pensieri, desideri ed emozioni. Lo spazio e il tempo della parola scritta seguono il ritmo del vissuto e del percepito in ricordi, descrizioni e visioni confluenti in un poema.
È il poema di Alessia, la sua storia circoscritta, eppure vasta, sullo sfondo di una versificazione-narrazione efficace, snella e fresca; L’ Epifania della fanciulla riesce a superare il mutismo dell’essere nell’accaduto, brillando in una realtà avventurosa dove sono presenti risposte non dette, fantasie che si realizzeranno nel tempo, gioie del corpo e dell’anima.
“Il sei gennaio di Alessia/ trepida nel freddo dell’aria,/ e sta infinitamente nella camera/ad angolo con il tempo”.
Sincronia e diacronia si affacciano sulla scena rivelatrice della fiaba di Alessia. “… e ci sarà raccolto”. Nel frattempo, sull’esistito occhieggia il futuro come in una nebbia di speranza: Epifania di Alessia e del poeta in attimi di meraviglia. Raffaele Piazza nel nome, nell’animo e nelle azioni della protagonista, legge sé stesso: Il discorso di fondo è psicologico, sotteso alla presenza leggera, eppure pervasiva, di Alessia “nel chiaro mattino del tempo della vita”. Coinvolta nel paesaggio globale del poema ed attrice fondamentale, ella è una creatura sospesa ai tratti variegati ed erranti dei grandi temi dell’amore, della vita, del viaggio. Qui sono gli accenti delle cose imperfette, delle giovanili aspirazioni, di ciò che dovrà avvenire al momento del “raccolto”, lessema ricorrente nella chiusa delle liriche. Scrive il prefatore:“Non la lingua né i codici linguistici distinguono nettamente tra realtà e sogno”.
Percezione e visione coincidono nella genesi di questa poetica. Si percepiscono i tratti letterari nudi ed essenziali, tradotti in un linguaggio contemporaneo che sgorga fluente dalla mente e dalla psiche del Nostro. “I versi denotano una lunga sedimentazione personale e letteraria” e leggendo le dediche ad Alessia, corrono accanto le muse cantate dai poeti: Laura, Fiammetta, Lesbia, Ermione, Silvia, Delia ... Alessia è ragazza del suo tempo con i turbamenti e le aspirazioni proprie dell’età e del modo di sentire contemporaneo; la si sente vicina, la si comprende, se ne riconoscono i segni della libertà “nell’elaborare la tela della vita”, l’attaccamento a Giovanni “nerovestito” quasi in contrapposizione al rosa amato da Alessia. Giovanni è l’amore, l’idea dell’amore, e la sua corporeità riveste scarso rilievo se non per le gioie godute dalla protagonista nelle alcove degli incontri dove volano gli auspici di colombe e gabbiani. Di rilievo emozionale e letterario è, di contro, l’approccio all’amore senza riserve provato dalla protagonista con gli slanci e la passione degli anni adolescenziali, senza sé, senza ma. Questo è il tempo del futuro, la topologica linea temporale su cui avanzano attraverso flussi di realtà e ricordi, fughe e ritorni di restituzione. I viaggi con Giovanni, le amiche, gli esami, l’immersione nella natura, il futuro: “Venti anni contati come semi/ sul filo delle cose di sempre/ sguardo al vetro di balcone/ sul mare e vedere in quel visore/ il futuro: (ansia stellante a sommergerla) …”
E nulla appare irrazionale, posto in un logos altro di ricerca e desiderio di essere e di realizzare obiettivi semplici. Alessia e il diploma, Alessia all’Università, Alessia allo zoo, Alessia e l’amicizia, Alessia e le ricorrenze natalizie, Alessia e la musica, Alessia e il matrimonio: “Poi in quel treno veloce/ nelle coste dell’Austria,/ con sinfonia di Mozart/ nell’anima e nel corpo/ (l’ha sentita con le cuffiette/ al bar della stazione),/ in quell’immedesimarsi stellante/ con la pagina delle Affinità elettive, nel chiedersi il seguito/ e se sia uguale a Giovanni … /” Il poeta entra nelle pieghe dei desideri con la leggerezza della fiaba, le parole suggeriscono immagini ai limiti del sogno. Alessia “sta” negli infiniti stellari, nei brividi delle gioie amorose, nell’incontro con le occasioni e gli eventi della giovane vita. I versi sono sottoposti all’andamento percettivo della memoria: “Alessia rosavestita, regina delle pesche”. E Alessia entra nelle cose, ne fa parte, ne è inondata; è mare, viaggio amore; ne mostra i sintomi.
“Si spezza la luna come pane/ di luce intermittente nel cosmo/ della luce avvicendata ai paesaggi/ nelle fonti serali che non viene a vedere/ poi si bagna la sera le cose di sempre/ entra Alessia nel Mediterraneo”. Tra le cromie dell’Opera, spiccano sfumature sempre rivolte a celebrare i temi di un erotismo gentile, intenso, gioioso, scaturito dall’approccio vitale e disinibito di Alessia nei rapporti con il suo Giovanni. In ogni lirica si avverte il profumo della carnalità attraverso cui il poeta dà vita alle emozioni dei protagonisti; ma si tratta di una corporeità naturale, elegante e raffinata, vissuta con la trasparente purezza della primavera.
“Sono venute le gemme/ sulla, trasfigurazione dei rami/ e immensità/ e gli angeli nell’invisibile/ panneggiare, quando fa l’amore/ con Giovanni/”.
*
Marisa Cossu

sabato 1 ottobre 2022

POESIA = ANTONIO SPAGNUOLO


**“Ricordi”
Inaspettata tra le luci della tua giovinezza,
senza finzioni,
come orizzonte deciso a fragranze,
fra tutto quello che non riuscivo
a trattenere, esplosione e diagrammi.
Ricamavi promesse dai profondi segreti
come l’arciere ad un balzo.
Io rincorrevo i tuoi calzari
per il piede impudico.
Il lampeggio che ripete il tuo profilo
è come un tarlo che negli abbagli
penetra la memoria.
*
ANTONIO SPAGNUOLO