venerdì 30 novembre 2012

RECENSIONE = PIERLUIGI D'AGOSTINO

PIERLUIGI D’AGOSTINO : “Sogni di un satiro danzante” – Ed. Scrittura creativa – 2012 – pagg. 64 - € 12,00
Il vortice della danza , la danza di un satiro , potrebbe coinvolgere ogni verso , ogni musicalità , nel ritmo dei frammenti che scherzosamente o con irrequietezza si susseguono pagina dopo pagina.
Anche il sogno ha un suo respiro , una sua ebbrezza, celata fra il riverbero del bosco , quando il sole tenta di sfiorare con i suoi raggi i rami che ondeggiano al vento, nel mentre l’eco delle illusioni rimbalza di zolla in zolla , o scivola nel dormiveglia.
Pierluigi cerca il gioco dei simboli , cerca il momento delle metafore , per raccontare una favola richiusa in un viaggio , al di la della solitudine e delle prigionie.
L’ampiezza competitiva del “verso” sembra orientata verso la verifica dello scritto , nei moduli attenti del diario, che non affonda nell’esistenziale , ma vive come di uno implicito spazio del sublime.
Le corporeità si intrecciano al di fuori del dubbio per affrontare un ritiro , un destino capace di proporre il dialogo : “Ora sono rami le braccia , ora faville la pelle vergine; / e… soccombo al gioco della mia vista. / Cosa accada tra le siepi, gli urli lo rivelano. / Se solo potessero centellinare quell’attimo ! / Vedo le lacrime delle bestie consacrate sull’altare: sono solo spirito , solo incenso profumato./ E’ già l’autunno, la vita finisce qui ? / Tiranno è il mio dolo, si annida sulle spalle esili./ Grido Vendetta ! Non posso più sorreggere / il presente o la mia fantasia.”
Oscillazione tra finito e infinito, un dondolio accattivante tra i sensi ed il sentimento.
ANTONIO SPAGNUOLO

RECENSIONE = FLORIANA COPPOLA

FLORIANA COPPOLA – “Mancina nello sguardo” – Ed. La Vita Felice – Milano – 2012 – pagg. 87 - € 12,00 -

Floriana Coppola, scrittrice poeta e collagista, vive a Napoli, dove insegna materie letterarie negli istituti statali superiori.
Mancina nello sguardo è un testo non scandito e anche questo elemento ne accentua il senso di una vaga compattezza poematica; tutti i componimenti sono senza titolo e tale caratteristica accresce il senso di coesione e di unitarietà dell’opera nel suo insieme.
Spesso i componimenti sono preceduti da brani in corsivo, che sembrano delle riflessioni di carattere speculativo, dal tono filosofico.
Le poesie, tutte suddivise in strofe, scorrono in lunga ed ininterrotta sequenza e rarissimi sono i segni d’interpunzione, in un fluire che si potrebbe definire barocco, nel suo procedere per accumulo.
L’io – poetante è molto autocentrato e si constata una forte densità metaforica e sinestesica.
Interessante la prima poesia della raccolta dal carattere programmatico e che riflette sulla poesia stessa:-“…Cibo parola/ poesia come pane/…la poesia marca il territorio/ con i suoi picchetti di carta e di fumo/…-”.
In questa composizione riscontriamo una forte fiducia nel potere salvifico della poesia che, almeno per chi la pratica o la legge, può diventare proprio come il pane, elemento indispensabile per il sostentamento dell’anima e del corpo.
I versi sono icastici, precisi e si riscontra una certa leggerezza, che si coniuga a velocità nel dettato scattante, sempre luminoso e armonico..
Il titolo Mancina nello sguardo ha una valenza sinestesica; frequente è l’aggettivazione e, a volte, si riscontra un tono intimista.
La poeta intesse un discorso fatto di riflessioni su varie tematiche che spaziano da eventi minimali legati al quotidiano, a temi ontologici come la morte e il tempo.
Si nota una volontà drammatica messa in atto per resistere ad un esistere che può diventare tragico:-“…/ strappo/ la buccia della vita/ a brani/ cibo miele amaro rappreso tra le mie dita/...”..
Continua e stabile è l’effusione dell’io-poetante carica di pathos legata alla corporeità e la poetica in questo libro è caratterizzata da un forte senso di inquietudine anche rispetto alla natura, che potremmo definire neoromantica
Un senso di tensione traspare nei versi, segno di un io precipitato nel baratro del tempo mediatico del postmoderno occidentale, che s’interroga sul tema del destino personale e anche su quello di varie categorie penalizzate da mali sociali, come quella degli operai cassaintegrati, o quella dei disoccupati.
Nel suo relazionarsi con la realtà, la poeta vive una forte ansia, che si risolve e si realizza in immagini pervase da dolore e da una notevole tensione verso tutto quello che la circonda.
Il rapporto con un tu, del quale ogni riferimento resta taciuto, un tu maschile, presumibilmente la persona amata, che s’incontra frequentemente, nel corso della lettura, è molo travagliato e carico d’angoscia.
Nonostante il forte dolore espresso nei versi, la poeta non si geme mai addosso, e gli stessi versi non sono mai debordanti ed è presente un forte controllo formale e la versificazione, nonostante la materia trattata, è sempre sorvegliata e precisa, nitida e icastica.
Si dimostra coscienza letteraria in un acuto esercizio di conoscenza.
RAFFAELE PIAZZA -
*****
Ho solo tre lacci nelle mani
uno rosso per gli occhi
uno corto per la gola
l’ultimo che non conto
per un volo senza atterraggio
ho lanciato il cuore e i piedi
da u marciapiede all’altro
per incontrare le ruote dei passanti

volevo farla finita
ma non hanno voluto
la strada mi ha rapito
non conosce tregue né soste
al sovrano sconcerto del dolore
ma vuole ancora il racconto il canto
sono nata a maggio

ho il vento di aprile nei capelli
e sono mancina
nello sguardo.
(*)

martedì 27 novembre 2012

RECENSIONE =UGO MAGNANTI

IL TRIDENTE E LA FANCIULLA - Inventario dei poeti relativi a Nettuno ed Anzio
a cura di Ugo Magnanti – con una nota di Angelo Favaro

Il presente testo costituisce una mappatura completa, un inventario dei poeti residenti a Nettuno ed Anzio.
Possono i luoghi esercitare un’influenza sui poeti che li vivono, determinando in misura maggiore o minore la forma della loro scrittura?
Non è questa la domanda che sottende le ragioni di questo inventario; i luoghi di per se stessi possono costituire delle occasioni per le poetiche.
Non per niente il mare che bagna Nettuno ed Anzio è uno dei temi più trattati dai poeti e dalle poetesse incluse nell’opera.
Scrive Ugo Magnanti nel brano introduttivo, intitolato Energia e purezza di un inventario, che il libro stesso trova le sue ragioni in una visione critica della poesia, nell’ambito del contesto dove essa si realizza, nel tempo in cui è calata, perché ogni scrittura poetica, senza ulteriori specificazioni, è già scrittura impegnata in quanto il suo semplice esercizio può esprimere, perfino in una sorta di purezza, qualche forma di resistenza a quei contesti pseudorazionalistici ed utilitaristici che angustiano i nostri tempi, ove la poesia appare inutile ai più, priva di valore, rimossa da un’attualità irresponsabile e marchiata da inesauribili distanze.
Il testo è corredato da suggestive fotografie in bianco e nero; ognuno degli autori inclusi è presente con due poesie e con una breve nota bibliografica.
Le varie poetiche sono molto eterogenee tra loro; questo libro è un modo per richiamare l’interesse della comunità, per concedere un altro tempo di riflessione, anzi di ragionamento, ai cittadini di due città che pure sono state più volte attraversate o sfiorate da una storia poetica alta, si pensi solo, per fare qualche nome, ad Antonio Ongaro, Gabriele D’Annunzio, Luigi Pirandello, Sergio Corazzini, Corrado Govoni e che oggi possono riconoscersi nella cognizione e nella persistenza di un’arte raziocinante, finanche con la a minuscola e di un’espressione del pensiero che può appartenere a tutti.
Così, attraverso la poesia, e attraverso un incontro tra coloro che scrivono in un “linguaggio non comune” con l’occasione di un evocativo inventario, si può addirittura, abbracciando una nuova condivisione, reagire ad un’attitudine spesso prodotta in questi luoghi dagli eventi, e cioè quella di una prospettiva laterale, quasi difensiva, che proviene da un passato fatto di continue e devastanti incursioni via mare, dai saraceni e dagli anglo- americani, e che forse ha generato una sorta di ripiegamento, una malia straziante per l’orizzonte marino, e una certa predisposizione all’isolamento, al disincanto, vissuta, in qualche circostanza, come distacco dal presente.
Nell’impossibilità di entrare nel merito delle singole scritture dei numerosissimi poeti inclusi, va segnalato che il denominatore comune di queste poesie è la loro alta qualità.
Le tematiche trattate sono diversissime e ogni autore presenta testi che vogliono divenire un tentativo di emersione dai mali della civiltà mediatica che ci assedia.
RAFFAELE PIAZZA

lunedì 26 novembre 2012

POESIA = PIERLUIGI D'AGOSTINO

LA VERITA' DEL SOGNO
*
A chi conviene il mondo ?
Le voci della mente sono quelle più longeve,
non rifiutano i solchi della valle morta,
non generano alcuna nube notturna.
Una dopo l'altra, antepongono l'inedia
alla febbre trascurabile della realtà:
Fame ! il male della fertile favilla;
l'angelo sopravvissuto si sta pietrificando.
Esistono le contiguità degli opposti,
non esiste un unico confine certo;
esistono due parti inconfrontabili e trasparenti,
più quella che giace nel giusto mezzo.
Sono servo dei compagni della foresta;
odio ognuno di loro, ma sono condannato.
Erede della loro fortuna preziosa - Vita !
Re delle Ere! Matrone antiche! Sono l'ancella;
tremo al vostro bastone impunibile.
*
PIERLUIGI D'AGOSTINO
( da "Sogni di un satiro danzante" 2012 )
*
Pierluigi D'Agostino è nato a Roma nel 1992 , studia
filosofia presso l'Università di Tor Vergata.

sabato 24 novembre 2012

POESIA = ANTONIO SPAGNUOLO

IN MEMORIA DI ELENA
*
"Aspetto ancora il tuo respiro inventare

sospiri per le mie illusioni,

ma sempre più breve l’incanto

ora che hai dato ogni tutto ed hai tradito

le attese.

Il maligno alligna i suoi scherzetti

per distrarre l’angoscia,

legata prigioniera ai miei ricordi,

che sono presenza del tuo viso .

Non appaghi le ore che nel giorno

mi stanno accanto come delle arpie.

La luce sale , preda dell’inganno,

mentre il tuo sangue gela nella tomba."

*
ANTONIO SPAGNUOLO -
*
Elena Strano Spagnuolo è deceduta, all'età di 76 anni, il 5 novembre 2012 ,
dopo breve fulminante malattia, lasciando il vuoto più assoluto fra quelli
che le hanno voluto bene per le sue doti di dolcezza, semplicità, amore,
dedizione, cultura, generosità.

mercoledì 21 novembre 2012

POESIA = LILIA SLOMP FERRARI

FOSS’ ANCHE

Foss’anche l’ultimo respiro
urlerò la mia rabbia
a questa vita soffiata in una bolla
ultima di sapone, scoppiata
al primo vento sciroccale.

Foss’anche l’ultimo momento
che mi resta da sfogliare
mi metterei un bavaglio
per rapinare la banca degli addii
silenziosamente, come fa il gatto
sul sette capriola
che gli rasoia la gola,
proprio quando il verde si attorciglia
alla luna dei camini.
*
(da “All’ombra delle nove lune” 2005)
*
INCANTI

Ci sarà un porto, un’isola
per le barche di carta naufragate
insieme alle sillabe d’inchiostro
su quaderni dalle pagine strappate.
L’amarezza del rosso di quel voto
da celare è ancorato nella gola
come tronco gigantesco nell’imbuto.
Nessuna giustificazione per l’assenza
all’ultimo tema in classe giocato
alle ciglia del fosso. Testimone
il bocciolo di papavero rosso
per incanti ballerini sulla mano.
Oh, l’amarezza di coscienza muta
nel richiamo, lo strappo sulla gonna
alla godè impigliata all’intrico
dei rami, il singhiozzo di bugia
ammaliato nel rammendo a punto
di formica sulla foglia protesa,
l’attesa della sua caduta, della mia.
*
(da “Come goccia di vetrata” 2008)
*
LILIA SLOMP FERRARI
*
Lilia Slomp Ferrari è nata e vive a Trento. Ha pubblicato diversi
volumi di poesie , ed è presente in numerose antologie.

martedì 20 novembre 2012

POESIA = SANDRA EVANGELISTI

PERSONE
Di tanto in tanto
me lo chiedo.
Perché la scena
si ripete,
con la stessa convinzione
siamo noi stessi amanti
e mai gli stessi ?
Allora tutto
mi sfugge
dalle mani,
non più protagonista
ma comparsa.
**
PIACERE
Si, solo per amore
L'amore
sciolto
dal contraccambio
Non c'è compenso
più grande
di quello
che lo abbraccia
e tiene.
**
SANDRA EVANGELISTI
( da " Cuore contrappunto" - ed. Del Leone 2012 )
*
Sandra Evangelisti è nata a Forlì nel 1964.
Lavora presso il Tribunale della sua città.
Ha pubblicato alcuni volumi di poesia e collabora
a portali e associazioni culturali .

martedì 13 novembre 2012

POESIA = GIULIO DI FONZO

UN BAGLIORE
Se si piega la vita nell’ombra
se si umilia la vita nella cenere
un bagliore umano d’amore
un lampo di pura umanità
ravviva la brace sopita.
Scintillazione dell’animo sereno.
*
LA ROSA DEL VOLTO
Duri nel tempo la rosa del volto
che è pari alla luce
alla luce che spandi all’intorno.
Sei sole che illumina notte
tanto con sguardo di luce ti volgi
così che la notte diventa preziosa
scandire di stelle e di gioia
e delicato il tempo s’invola
per me che contemplo il tuo volto.
*
GIULIO DI FONZO
*
Giulio Di Fonzo è nato a Roma nel 1956 . Docente presso la secondo Università di Roma ha pubblicato monografie su Foscolo, Leopardi, Penna, Pierro, e numerosi saggi sul Novecento , da D’Annunzio a Ungaretti. Il volume di poesie “I disegni della luce e della notte" è del 2003 .

lunedì 12 novembre 2012

POESIA = LILIA SLOMP FERRARI

A PAOLO –
Quando tremo al calore della tua mano
mi sento ancor tutta un brivido
una voglia di baciarti come allora.
Sento il bollore del sangue nelle vene
l’argento dei capelli bianchi che si dissolve
come onda del mare che s’incanta
alla conchiglia bianca appassionata.
E’ la tua mano così bella nella mia
la poesia di tutta questa mia vita
ed io sono una betulla spettinata
dai venti di contrada faccendieri.
Pare ieri e sono già quarantanni
di ricami di giorni ai piedi del sole.
Ho ancora voglia del tuo abbraccio stretto .
*
LILIA SLOMP FERRRARI
( da “Ombrìe” ed del Leone – 2012
Poesie in vernacolo --)
*
Lilia Slomp Ferrari è nata e vive Trento. Ha pubblicato numerosi volumi sia in dialetto che in lingua , ed ha conseguito molti premi. Collabora a riviste di varia cultura

sabato 10 novembre 2012

POESIA = DI SPIGNO

EPIGRAFE –

ti sei guardato distruggere, carne su carne,
brandello su brandello, come se non fossi
tu a distinguere il sangue che bolle dallo sfacelo.
e questo lo hai chiamato grandezza,
con la faccia di chi vede la fine:
quando sei solo il re delle cose,
l’imperatore della sofferenza.
– e se non ti basta, ecco il primo capello bianco, il decadere
del corpo: e l’anima, l’anima, e la mente che non molla –
ma sei fuori di ogni verità. presto ti accorgerai
che siamo davvero perduti, e la voglia ti passera
di giocare al soldatino caduto
per amore del niente.
*
IERI –

Anche tu hai portato la cravatta, Signore,
quando i lampadari rilevavano un’ infanzia a sazietà
e un pianeta di rimessa proteggeva i suoi figli
puntando su di noi la luce dei suoi fari.
Chi vive si macchia di peccato: ha la colpa di perdere
i fratelli. Vince i ricordi, si annaffia di realtà volentieri
chiama morsa l’abbraccio, bacio la corsa, meta la fossa.
Se ho visto farsi nulla i miei cari e se tu
hai permesso che cadessi nel letame,
non hai finito l’opera, non hai perso anche me.
*
STELVIO DI SPIGNO
*
Stelvio di Spigno vive a Napoli dove e nato nel 1975. E laureato e
addottorato in letteratura italiana presso l’universita “l’orientale” di
Napoli. ha scritto articoli e saggi su leopardi, montale, Gadda,
pavese, zanzotto, Claudia ruggeri e sulla post-avanguardia poetica
italiana, insieme alla monografia Le “Memorie della mia vita” di Giacomo
Leopardi – Analisi psicologica cognitivo-comportamentale (l’orientale editrice,
napoli 2007). per la poesia ha pubblicato le raccolte di versi Mattinale
(sometti, mantova 2002, premio andes; 2ed. accresciuta Caramanica,
marina di minturno 2006), Formazione del bianco (manni, lecce 2007),
La nudità (pequod, ancona 2010).
*