martedì 29 luglio 2014

PREMIO DI POESIA = SANT'ANASTASIA

PREMIO NAZIONALE DI POESIA “CITTA’ DI SANT’ANASTASIA”
XII EDIZIONE 2014

Regolamento

Il Comune di Sant'Anastasia (Napoli) indice e promuove la XII Edizione 2014 del Premio Nazionale di Poesia "Città di Sant'Anastasia", avvalendosi dell'Organizzazione e Direzione Artistica dell’Associazione “IncontrArci” di Sant’Anastasia - Circolo Letterario Anastasiano. Al concorso potranno partecipare tutti i poeti residenti in Italia o all’estero, purché i testi siano in lingua italiana.

SEZIONE LIBRO DI POESIA

Si partecipa a questa sezione con un libro di poesie pubblicato non anteriormente al 2011.
Il libro va consegnato in 4 copie, accompagnato da un foglio che riporti le generalità complete dell'Autore, i suoi recapiti telefonici ed eventuale e-mail.
Si richiede un contributo per spese organizzative di Euro 10 (dieci) da versare su c.c.p. nr. 63401236 intestato all’Associazione “IncontrArci".
Premi
Verranno assegnati i seguenti premi:
1° premio: assegno di euro 700;
2° premio: assegno di euro 500;
3° premio: assegno di euro 300;
Non saranno attribuiti ex-aequo. Saranno inoltre attribuite eventuali segnalazioni di merito.

SEZIONE POESIA SINGOLA

Si partecipa a questa sezione inviando una o al massimo due poesie in lingua italiana a tema libero, di lunghezza non superiore ai 50 versi, in 6 copie, di cui una soltanto completa di generalità, data di nascita, recapiti telefonici ed e-mail, e di una dichiarazione firmata in calce che ne attesti la paternità.


Si richiede per questa sezione un contributo per spese organizzative di Euro 5 (cinque) da versare su c.c.p. nr. 63401236 intestato all’Associazione “IncontrArci”.

Premi
Verranno assegnati i seguenti premi:
1° premio: targa personalizzata, diploma con motivazione, libri e/o oggetti dell'artigianato locale, gettone di presenza di euro 300.
2° premio: targa personalizzata, diploma, libri e/o oggetti dell'artigianato locale, gettone di presenza di euro 200.

Verranno inoltre premiate con targa personalizzata, diploma con motivazione, libri e/o oggetti dell'artigianato locale:

la migliore poesia ispirata al tema "ambiente e territorio vesuviano";
la migliore poesia di un Autore giovane (fino a 23 anni);
la migliore poesia di un Autore del territorio (Sant'Anastasia e dintorni).

DISPOSIZIONI GENERALI VALIDE PER AMBEDUE LE SEZIONI A CONCORSO

1) E' possibile la partecipazione contemporanea ad ambedue le sezioni di poesia singola e di libro di poesia, versando il contributo totale per spese organizzative pari a Euro 15 (quindici).

2) I plichi (libri e/o poesie) dovranno essere spediti unicamente al seguente indirizzo: SEGRETERIA DEL PREMIO NAZIONALE DI POESIA “CITTA’ DI SANT’ANASTASIA”, PRESSO SIG. GIUSEPPE VETROMILE, VIA GIOVANNI BOCCACCIO 5, 80048 MADONNA DELL’ARCO (Napoli), entro il 30 ottobre 2014. Si prega caldamente di evitare le raccomandate. Per la Sezione Poesia Singola è possibile l’invio per posta elettronica all’indirizzo "circolo-lett-anastasiano@hotmail.it" In questo caso si dovrà allegare anche la fotocopia dell’avvenuto versamento, oppure indicarne gli estremi.
Gli elaborati non saranno restituiti. I libri entreranno a far parte della Biblioteca Comunale. L’Organizzazione non risponde di eventuali disguidi postali o mancati recapiti.

3) I nomi dei componenti della Commissione esaminatrice, il cui giudizio è insindacabile e inappellabile, verranno resi noti il giorno della premiazione, che si terrà in Sant'Anastasia in giorno e luogo da stabilirsi (comunque entro l'anno 2014). Soltanto i premiati ed i segnalati saranno tempestivamente avvisati.

Per eventuali informazioni, è disponibile la Segreteria (081.5301386 ore serali); e-mail: circolo-lett-anastasiano@hotmail.it.

sabato 26 luglio 2014

POESIA = RAFFAELE PIAZZA

"Alessia e la gioia stabile"
*
Attimi di tegole inazzurrate
per ragazza Alessia
(disadorna via serale).
Coglie un fiore d’erba
nel misticismo prealbare
strappa i petali
(m’ama o non m’ama).
(tanto Giovanni non mi
lascia).
Nel lago si specchia
vicino all’abetaia, Alessia,
si spoglia e fa l’amore
nel tappeto di foglie
a poco a poco. Viene
l’ora meridiana .
sole ad entrare negli
occhi di Alessia
a scendere nell’anima
di vetro. Mano affilata
in quella di Giovanni
nerovestito. Per vivere
nel tempo altro, l’estasi.
Si riveste Alessia nella
gioia stabile: porta la
gonna del primo bacio.
*

"Alessia e il cero acceso"

Sera di limbo duale per Alessia
e Giovanni oltre il diradarsi
della nebbia.
Nel della casa il folto
manca la corrente, buio,
e accende un cero ragazza
Alessia ad iridarle il volto,
la luce nella pelle a trasfigurarla
mistica visione per l’amato.
A poco a poco la camera
da letto si rischiara per la fiamma:
entra nel letto Alessia nuda
con Giovanni vicino alla natura
che è luce per i fiori-corpi,
in congiunzione. La linea
del piacere per Alessia,
l’orgasmo.
(tanto non mi lascia).
*

"Alessia e l’alta marea"

Battelli all’ancora per ragazza
Alessia nel trasfigurarsi del volto
nel cielo della sera.
Occhi azzurri iridati dal sole
in continuazione col farsi
delle idee nella camera della
mente.
Porto: sale la marea a poco
a poco, emergono i gradi
della gioia di Alessia,
rosavestita per la vita,
in azzurro e verde della stessa
tinta delle acque,
nel tuffarsi sorgivo e nel
nuotare, pari ad alga
per nuove acquoree resurrezioni.
*

"Alessia e il sollievo"

Sera selenica di Alessia
in attimi di tegole brillanti
in esatta sintonia con le cose
di sempre a tutto pronta
ragazza Alessia alla partenza
per le vacanze estive in netta
armonia con il sembiante
ad iridarsi. Attimi a poco
a poco nel moltiplicarsi
del tempo esatto tra gli albereti
o le abetaie a proseguire
nel folto della marea che sale
e sollievo di Alessia nel sangue
delle cose a poco a poco
a detergere sudore e ferite
per risorgere.
*

"Alessia e il fresco"

Sera di luglio al Parco Virgiliano
per ragazza Alessia:
vento fresco a giungere
dalla pelle all’anima,
chiaro silenzio nella conca
di tramonto nell’iridarsi
di una nuvola grandiosa
con gli occhi da toccare.
Sale la città tra i tornanti
di Posillipo e via Petrarca
in esatta scansione dove era
già venuta Alessia con Giovanni.
Vede Alessia che i pini
ancora esistono.
*


Raffaele Piazza

POESIA = ANTONIO SPAGNUOLO

- "DISTANZE" -
Accadde quando il pioppo sussurrava
tempi diversi per asfalti nuovi,
il tuo suono ripeteva le presenze
screziate al taglio incredibile del nudo
per illudermi ancora che il segreto
dicesse di magnolie,
dicesse di pupille impossibili , intermittenti.
Sfioro gli intarsi di novembre
rincorrendo gli incanti della tua distanza.

Ho promesso di svestire le memorie
per la ghirlanda dei sogni:
un graffio nello sguardo della Croce
che mi abbaglia del nulla:
orme di azzurro e viola per il flebile segno
della corda spezzata.
Forse nel fuoco il taglio del tuo lamento
chiude la tenerezza della solitudine.
*
ANTONIO SPAGNUOLO

lunedì 21 luglio 2014

SEGNALAZIONE VOLUMI = MARIA LENTI

MARIA LENTI : "Cartografie neodialettali" - Ed. Pazzini - 2014 - pagg.248 - € 20,00
Accuratamente redatto questo lavoro ha il pregio di offrire un panorama ricco e dettagliato di una poesia dialettale della Romagna in particolare e di altre regioni italiane.Riproponiamo quanto scrive Gualtiero De Santi nella prefazione: "Questo saldo e articolato libro di Maria Lenti è da considerarsi alla stregua di un preciso , e anche dettagliato e alquanto minuzioso (visto il metodo di analisi adottato dall'autrice) contributo alla storia della poesia neo volgare e , anzi, si potrebbe dire della poesia tout court. Non di meno basta soltanto scorrere l'indice dei saggi e delle note brevi, per avvedersi che non si è in presenza di una costruzione astratta discendente da teorie programmate alla volta di un qualche approdo o di una pur aperta conclusione. Al di la del dato strutturale non c'è traccia di teleologismo , e questo è positivo." I poeti sono tanti : da Tonino Guerra a Cesare Ruffato , da Baldini a Pedrelli ,da Fucci a Gabellini ,da Santini a Mancini , da Serpilli a Magagnini , da Franzin a Maffia , da Civitareale a Scalabrino , per citarne soltanto qualcuno.Scrivere per una letteratura che non è affatto sotterranea , ma ben viva e fremente, è per Maria Lenti una raffinata rappresentazione culturale , degna di ogni rispetto.
ANTONIO SPAGNUOLO

venerdì 18 luglio 2014

SEGNALAZIONE VOLUMI = SERGIO SPADARO

SERGIO SPADARO : " Lontananze e risacche" - Ed. Ismecalibri - 2014 - pagg.270 - € 15,00.
Elegantissimo volume che racchiude , in una seguenza equilibrata e corretta , recensioni ed interventi che Sergio Spadaro ha dato alle stampe tra il 2005 ed il 2013. Nella ricca sezione dedicata alla poesia presenta i nomi di Lucio Zinna , Lucetta Frisa ,Novella Primo, Paolo Ruffilli, Gladys Sica ,Gaetano Capuano, Alfredo Panetta ,Sandro Boccardi , Alberto Cappi, Antonio Spagnuolo , Salvatore Di Marco, Giuseppe Cavarra, Vanni Ronsisvalle , Mario Fresa , Nino Crimi , Daniele Santoro, Carlangelo Mauro ,Vincenzo Leotta. La sezione dedicata alla prosa sfoglia Camilla Salvago Raggi,Bent Parodi,Ottavio Cappellani, Giuseppe Cavarra, Paolo Ruffilli ,Carmelo PIrrera ,Pietrangelo Buttafuoco, Benedetto Di Pietro. Un exursus senza alcun dubbio emozionante per la sua luminosa stesura e per la puntualità culturale che Spadaro sa immergere nella sua tensione storica. Completa e accresce questo libro un "appendice" per "Il cimitero marino" di Paul Valery, primaverilmente armonioso nella traduzione dello stesso Spadaro.
ANTONIO SPAGNUOLO

giovedì 17 luglio 2014

PREMIO = CON TESTI DI VERSI / ANGELO LIPPO

Il premio "Angelo Lippo" (patrocinato dal Comune di Taranto e indetto dall'associazione "e20Cult", in collaborazione con la casa editrice "Il raggio verde") è aperto a tutti gli scrittori italiani e stranieri e si articola in due sezioni.
"Poesia" - inviare anonime tre poesie inedite in sei copie dattiloscritte.
"Racconto" - inviare in forma anonima un racconto inedito di tre cinque cartelle in sei copie dattiloscritte.
Data ultima di presentazione - con scheda di adesione - 30 settembre 2014.
E' richiesta tassa di lettura per ogni sezione di 20,00 euro.
Cerimonia di premiazione 11 novembre 2014.
Richiedere bando completo e scheda di adesione a : info@premioletterarioangelolippo.it

lunedì 14 luglio 2014

SEGNALAZIONE VOLUMI = MARIA GRAZIA CABRAS

Maria Grazia Cabras : “Bambine meridiane” – E. Gazebo – 2014 – pagg. 64 – s.i.p.
Il momento epifanico che ogni poeta cerca tra i bagliori della pagina bianca e le radici di un riflesso improvviso spesso si nasconde nel vuoto assoluto che le occasioni anticipano per svelare l’immagine. Così accade che il fantastico incontro del subconscio con la realtà quotidiana riesce a generare le diverse prospettive del tempo , non solo occasionale e repentino , ma sospeso alla allegoria e alla metafora per immergersi nella scrittura. “Dovremo un giorno/ toglierci la chiostra l’inchiostro/ che ci copre / dovremo finalmente vedere / la condensa che corre nera / coagulo nel piatto.” Il vortice scopre illusioni che il silenzio raggiunge con quelle figurazioni che possono delineare mille interrogativi. Così per la poetessa il “suono della luce” diviene un’armonia di riflessi, “l’angoscia delle voci” il segnale dell’assenza, il semplice “toccare” è impasto di creta per un nuovo mondo, “la mente che non concede tregua” cerca di riconoscere il vuoto , “il germoglio dell’attesa” è ànemos che fluisce dalle labbra. Poesia centellinata ove lo sguardo partecipe del lettore si tuffa nella limpida continuità del verso. L’elegante volume è infine arricchito da una breve sezione “Limba de focu e radichinas” scritta in dialetto sardo (nuorese) e riportata in italiano dalla stessa autrice.
ANTONIO SPAGNUOLO

SEGNALAZIONE VOLUMI = MARIA MARINO

MARIA MARINO: “Contropelo-poesie per un anno”, bandella di Paolo Ruffilli, Castelfranco Veneto, Biblioteca dei Leoni-LCE, 2013, pp. 212, € 12.
*
L’occasione, la riuscita, dichiarate in clausola: il figlio ha donato alla madre un quaderno per poesie da scrivere in un anno. Ed ecco, alla fine, un contropelo ad un calendario irrimediabile, sì, nel rotolare da un giorno all’altro, ma segnato da, anzi filtrato in «emozioni, paure, incontri, delusioni, speranze e amore» (p.103).
Sincerità del sentire rispetto all’intento. E la poesia di Mariella Marino “dialoga” sia con le cose, che capitano “a tiro” quotidiano, sia con il tempo che sposta, afferra, fugge (o sfugge) quelle cose, lasciando alla fine la scia del suo essere passato: sulle cose stesse e sui sentimenti che le hanno avvolte o disvolte.
Così, più che una narrazione di ferialità personali, pur vissute profondamente in interiore, emerge una linea tra presente e futuro irrorata dal senso del trascorso, una linea posata su domande, su perché, su come si arrivi ad abbandonare (ad essere abbandonati dopo) un tanto per tentare (inconsapevolmente: costrizione il tempo rincorso e intricato su se stesso) di aprire all’oggi o al domani, restando con il testimone nelle mani.
Procede, Mariella Marino, in versi che sembrano germinare da una spontaneità in cui asseverazione e contrappunto si coniugano dentro una chiarezza sperimentata nel vivere stesso: «La nostra sapienza ferita / vedrà sotto il profumo della rosa / il frutto morto, / o il seme incartocciato. / Non tutta l’acqua / saprà strappare via la sete.» (Sete, p. 40)
Le direi native le poesie di Mariella Marino perché sembrano avere una sorta di portamento che viene dal cuore, rivolto ad un “tu”. Ma, spesso, il “tu”, apparso come interlocutore, rimanda a una propria interrogazione, a un dubbio, alla ricerca di un significato dell’ancoraggio relazionale con le persone e con il tempo, con luoghi familiari o nuovi nella scoperta, con un soggetto identificabile – un’amica, i figli, i famigliari –, o astratto come la rapina attuata dall’età («Galleggiano i miei pensieri / come moscerini / caduti per sbaglio / nell’acqua del bicchiere.» (Mia sera, p. 48)), o come le negazioni della storia calate, nei versi, in eco.
L’interrogazione ha un ritmo lirico-meditativo, pacato per la maggior parte, ancorato alla musicalità, caratteristica diffusa in “Contropelo – poesie per un anno”. Solo a tratti il verso si connota per una lieve ironia e per lievissima, trasparente come velo, irrisione per ciò che, creduto vero, si muta nel suo contrario. Il contropelo, appunto, di situazioni talmente improbabili da risultare infine nella loro nuda realtà. (Controvento, p. 92)
* Maria Lenti

PREMIO = INSULA ROMANA

PREMIO INSULA ROMANA per poesia inedita ispirata al tema "Nostra madre terra".
Inviare al massimo tre componimenti (anonimi) in sei copie dattiloscritte a mezzo raccomandata entro il 6 settembre 2014 a : Associazione Pro Loco Bastia Umbra - Piazza Mazzini 74 - 75 - 06083 Bastia Umbra (PG). Richiedere il bando completo a : sciamannen@tin.it o a : segreteria@prolocobastia.it -

venerdì 11 luglio 2014

POESIA = RAFFAELE PIAZZA

"Alessia e il parco aperto"
*
Sera duale di ragazza Alessia
e Giovanni al Parco Virgiliano,
nell’intessersi dei pensieri
di Alessia con la materia
del cielo, mistico cobalto
tra stelle semispente.
Il parco è aperto e sciamano
i bambini amati e non voluti
in teorie di giochi, biciclette
e palloni. Trasale Alessia
nel raggiungere il traguardo
della gioia, maglietta fucsia
e jeans sdrucito, (tanto non
mi lascia), mentre vede
una finestra accendersi.
*

"Alessia e il Mediterraneo"-

Sera campita nell’aria
contro il cielo cobalto
da turbare il corpo
nel suo spessore per
ragazza Alessia sul ciglio
del Mediterraneo
(il luogo è Napoli
e l’ora non ha senso).
Accende una candela
Alessia sul bordo delle
onde e si tuffa nel luglio
mitigato da lontane
perturbazioni
in attesa di epifanie
e lunazioni, Alessia,
nel contare i giorni
al calendario per una
gioia perenne
(tanto non mi lascia).
Arriva Giovanni e fanno
nell’acqua il liquidi
amore.
**

"Alessia e il sogno più dolce"

Salice dove appoggiare
la gioia sottesa alla tinta
gemmante di ragazza Alessia
al colmo della grazia.
Interanimata al verde delle
foglie, trascrive
Alessia nel folto del diario
il sogno più dolce
(l’angelo le diceva nel panneggiare
delle ali non ti lascia).
Protesa al frutto assente,
mistica musica del vento
a irrorare di Alessia l’anima:
ecco Giovanni nei suoi
occhi venire nerovestito
dove era già stato
(su di Alessia le labbra
nel loro brillare).
**

"Alessia e il cielo"

Azzurrità a scendere nelle
fibre di ragazza Alessia
campita contro di luglio
il cielo. Di soglia in soglia
con Giovanni, da amore ad
amore.. Alessia cielovestita
a interanimarsi con la marea
che sale, in lenta sintonia
con il sembiante dove era
già stata nel recente amplesso
(il campo di grano profano
vicino al mare).
E poi attimi stellanti a premere
sulle cellule di Alessia
per farle venire la voglia:
(lo faremo anche stasera
senza fare bambini)
Sorride nerovestito l’amato,
lo capta Alessia (tanto
non mi lascia).
**

"Alessia e l’arcobaleno"

Pomeriggio di vittoria
di Alessia vicino al Parco
Virgiliano,
nel sentiero l’auto nera
di Giovanni ad abitarla
nel fare l’amore
come una donna.
Si riveste Alessia
(tanto non mi lascia)
leva dai finestrini i
giornali (m’ama
o non m’ama?)
Buca il vetro di Alessia
lo sguardo nell’interanimarsi
all’arcobaleno
a Napoli, l’incontro
con l’immensità
contro un cobalto
di cielo. La luna
bianca campita nel
sembiante polito
pari ad ostia di platino
le porterà fortuna.
**

"Alessia e la luna rossa"

Ombre ad agglutinarsi
ai bordi delle case e
delle cose in una conca
di tramonto.
Parte la nave per la vita
con ragazza Alessia al colmo
della grazia.
Ieri ha contemplato dal folto
del balcone in via Petrarca
nuvole senza angoscia
a stemperarsi in forma di pesci
e di cavalli per il fiore profano
della vita.
C’era la luna rossa e le vele
sul mare a panneggiare d’immenso
pari ad ali di angeli.
E all’improvviso spicca
in volo un volatile di leggerezza
a rigenerarsi
con Alessia in volo
nel tendere alla gioia dell’albereto.
**

"Alessia e la conchiglia fossile"

Sera precedente che
non torna
per ragazza Alessia ad
interanimarsi
con i limoni in fiore.
Un’epifania di pioggia
accade verticale a
rinfrescare l’anima
di Alessia
a ridere come una donna.
Giovanni entra in scena
a poco a poco nel segreto
diario di Alessia, la scopre.
(il sogno più bello
18 marzo 2014).
Pagina con disegnini di
cuori da frecce trafitti
incerta grafia da mano
affilata e l’angelo ha parlato
(tanto non ti lascia).
Una conchiglia fossile mette
Giovanni su di Alessia
il diario e spera che Alessia
non lo lasci.
**
Raffaele Piazza

mercoledì 9 luglio 2014

SEGNALAZIONE VOLUMI = PIETRO SALMOIRAGHI

Pietro Salmoiraghi : “ Anatomia dell’ovvio” – Ed. La vita felice 2014 – pagg. 72 - € 10,00 –
Emblematica l’ultima poesia che conclude l’elegante volume di Pietro Salmoiraghi : “Corpi che si urtano, si scontrano, si toccano …/Sensazione di sentirsi nudo in mezzo/ ad una umanità troppo vestita./ Un uomo scorticato,/ urticato dalla sua stessa sensibilità./ Ecco: spesso è faticoso e difficile / eliminare la distanze./ Mantenendo le differenze.” Un ritrovarsi nudo nel vorticoso affanno della quotidianità , per scoprire l’indifferenza di chi ci sta accanto o per sprofondare nella inutilità del viaggio che ci compete, per proseguire senza freno , o per annullarsi nel vuoto, o ancora come suggerisce il titolo nell’ovvio. Notevole spia del bisogno di chiarezza, ma anche espediente per ripensare i cicli della vita, queste poesie hanno il tocco fluviale dello scorrere , nella ricchissima varietà tematica ed espressiva , che le caratterizza e le colora di una personale musicalità. L’incertezza che spaventa e sconcerta ha qui il suo mistero di grandezza , una gigantesca ombra che tramuta i pensieri e prosegue nelle segrete alchimie del verso. “Tempo senza più tempo,/ luoghi senza un luogo:/ e , quel che è peggio, senza un perché/ vero.” Radicale e sempre giocato sulla complicità letteraria il nodo esistenziale offre pagine variegate , prive di ripetizioni , legate spesso ad una perizia patinata e sobria , che sfiora la retorica , ma non cade nella illeggibilità.
ANTONIO SPAGNUOLO

SEGNALAZIONE VOLUMI = RAFFAELE PERROTTA

-Raffaele Perrotta: "Attraverso la cruna di un ago", Roma, Aracne, 2013, € 8,50 -
*
Io so. Ergo sum. So di essere. Che cosa? Ecco la prima domanda dopo tante asserzioni. Chi sono io che ho la coscienza di me stesso (Io non ego)? Sarà poi mio o me lo avranno messo o lo avrò messo io come maschera pirandelliana? Sono Amleto o Pessoa? Io sono tu: dice un proverbio arabo/giudaico/israelo/islamico/cristiano/induista, prima di Rimbaud. Perrotta dice: l’uomo storico più grande è stato Gesù, dal sotto della scala universitaria - l’unico principio inconfutabile da tutte le umanità è quello detto da Gesù: non fare all’altro quello che non vuoi sia fatto a te. Mi rispose: dici poco.
Raffaele Perrotta ama i soldatini, la carta sindacale del Quarnaro. Ama Mao e Pound, poco meno Eliot, quasi niente Auden, molto …….. D’Annunzio anche Heidegger Capasso.
Ha scoperto gli scritti di Sciacca, gli ultimi.
Mi presentò al Motta di Genova nel 1981 Carandente che veniva da Parigi. Poi si trasferì da Venezia a Genova. Università. Dopo Sydney. E comincio il sodalizio fatto di chiacchiere idioletti progetti effettuali litigate calcistiche revisioni di Socrate Platone Spinoza Wittgenstein Aristotele Hegel Kant la pittura la poesia l’architettura i nuovi artistipoeti , i corsi per giovani e studenti, all’università e fuori. Della cronaca politica sbeffeggiando le azioni da pupattoli maliziosi riconoscendo gli avversi. Sempre gentile sempre corretto sempre pronto sempre in ritardo sempre discontinuo nello stare in pubblico sempre costante nello scrivere, nel leggere pensare e ripensare ed agire.
Uomo. Falsamente distratto dalle cose nuove della vita che riporta sempre al proprio indirizzo mentale in sé ed elabora per trovare i principi del vivere totale, ama Nietzsche Wagner e la musica “leggera” soprattutto napoletano e Totò. Incoraggia l’intelligenza, attacca la superbia e la stupidaggine come l’ignoranza dei giovani che così si distruggeranno. S’incazza quando qualcuno lo vuol prendere coscientemente per il bavero, studente o personaggio o maestro. Parla adagio e forza sui termini per offendere senza essere offensivo. Ama la costanza, doppiamente. Costanza del vivere la Costanza sua figlia una dolce piccola grande indiana. La moglie e il cane, i cani che porta sempre a far pipì alla notte e talvolta assieme parliamo di morte di dio di arte di poesia di che cosa fare. Molti studenti tantissimi lo amano e lo rispettano, per amicizia lo chiamano ancora professore molti gli danno ancora del lei, pochi del tu e lui vorrebbe tutti assieme e lui in mezzo ad ascoltare per un poco per poi iniziare manovrando la mano gassmaniana curvato per girare e avvolgere nell’aria le parole pensate e uscite a parlare di un breve argomento per ore. Festina lente. Uomo che si carica nel silenzio ed esplode nella scrittura poetica, nella conversazione dotta, nel dialogo avveduto e sintetico. Ama Maradona Bene Pantani Coppi e ricorda con piacere suo padre sua madre e Milano e medicina e gli amici milanesi e veneziani e napoletani. Tanti ne ha. Viaggia poco, aveva paura di volare a Sydney e non voleva ritornare in Italia. Riconosce il maestro anche se è stato scorretto con lui. Si ama non per vanità ma per dovere di conoscenza. Mi ha aiutato e aiuta a corroborare la struttura di fiducia. E’ un buon maestro che si dice compagno. E’uomo di cultura, non ama gli intellettuali perché è uomo probo a cui piace la pastasciutta con a’pummarola in coppa e il vino. Guida ma teme la velocità quando guido. E’ un grande amico come don Perazzoli. Ha discusso con Mariuccia su vari temi e nel rispetto altrui non ha mai interrotto il suo cammino. Non capisco che cosa veda in Heidegger, questo giocatore di parole, trecartista come il Bolliito Oliva, lui Raffaele Perrotta che parla per arrivare alla parola originaria e originante in continuo svolgersi.
Credo che tra le sue righe troviamo i segreti aforismi posti dal Perrotta. Tra questi il suo vero che è uno degli infiniti raggi della verità, non interpretazione.
Ama la propria liberà e l’altrui. Non l’alterigia e l’ignoranza. Mi segnalò casi di alta psichiatria per alcuni professori e ricercatori dell’Università. Senza cattiveria con pietà meravigliata. Stupito che uomini potessero cadere in tal modo. Bisogna stare in piedi, sempre. Non è facile, ma quando si cammina a quattro zampe non bisogna stare in pubblico, bisogna isolarsi stare nel deserto. Soli per rigenerarsi.
Sta il Perrotta nell’ortoprassi di un seguace del Nazareno sul quale e a causa del quale legge ogni settimana i testi neoveterotestamentari.
Uomo di cultura, non intellettuale.
Chi lo ha ascoltato e chi lo ha letto potrebbe dire che le due cose non si accordano, che sono in opposizione e contradditorio. Niente di più sciocco. Perrotta quando parla o discute si dispiega essotericamente, si apre ad un uditorio non propriamente suo; quando scrive questo muta, diventa altro, gli ascoltatori che non vengono attratti da suadenze tonali o corporali, ma che devono seguire con il pensiero con la mente con l’intelligenza appassionata: qui il Perrotta è esoterico. Non per tutti quindi, ma per chi desidera sapere e capire, per chi non arretra dinanzi alle difficoltà dei problemi, dell’ignoto del nuovo e del presente-futuro.
Perrotta ama Eraclito e il discorso ellittico dei grandi mistici e dei profeti.
In lui tra interno/esterno, (esotericità/essotericità) non sussiste opposizione, tanto meno contraddittorietà; interno-esterno sono il recto-verso della persona Perrotta, uomo-sapiente che si tengono in una sola figura; sono unità, una inscindibilità sentita solo da chi è attento e non superficiale. Ecco l’autentico Raffaele Perrotta.
Il suo scrivere è stato ed è l’incessante procedere della sua intelligente ricerca di come stanno veramente le cose su questa terra non dimenticandosi di un rapporto più ampio, più universale. Tutto parte dall’Io trasformatosi dai magmi dell’Ego, Io non più egotico ma personale che dalle esperienze vissute astrae quello che è utile alla ricerca stessa e al proprio “ampliamento”, alla propria consistenza che lega in se stesso e a se stesso l’altrui. L’ampliamento dell’Io ingloba ogni Tu, ogni altro perché l’astrazione è concreta e riguarda il fondamento comune di ogni essere umano. Ricostruito integro il proprio Io, Perrotta lo attraversa e lo ripercorre come uno scanner per affinarlo, ripulirlo di ogni possibile scoria, opera che si traduce in opera di parola, composta distensione e organizzazione di parole: la parola contenente le parole. Il superamento della molteplicità.
Allora l’opera di Perrotta è opera di unicità, di risoluzione del problema centrale di senso e di significato che si affacci alla mente e alla intelligenza dell’uomo e del sapiente. Prima si ricompone l’uomo e secondo il dono trovato, i talenti posseduti dai geni, si esprime il contenuto e il contenete il significato e il significante contemporaneamente, sapendo l’artificiosità della lingua come della sua ineluttabilità per poter giungere al nocciolo dell’atomo-vita, per andare a vedere come si svolge questa vita tra simboli allegorie metonimie, rituali e miti ricostruiti secondo l’evoluzione dei tempi, dello spaziotempo.
Le opere di Perrotta sono lo svolgimento di un libro che a noi appare come libri, sono l’unitaria visione di visioni collocate sullo stesso piano, sulla medesima linea di orizzonte dove il passato e il futuro sono compresenti nel presente; dove tutte le parole che desiderano significare le esperienze del cuore-della mente sono presentate in una singola e singolare posizione, dove lo scenario è sempre l’oltreorizzonte, l’aperto infinito sul quale muovono le figure-parola che affiorano all’anima meditante.
Non sappiamo quanto è stato donato al Perrotta di visioni che rimanderà a noi attraverso il gioco convesso dei segni-parola, sappiamo certo che il suo libro equivale per valore storico e metastorico alle Confessioni di Agostino, sono un libro per i momenti solitari, quando si necessita di energia nuova, di maggiore energia per affrontare il proprio viaggiare tra la vita le vite. Per poi sostenere gli affronti e le bruttezze di parte dell’universocosmo.
Confessioni laiche dirà qualcuno, ma se il discorso del Perrotta non è, come pensiamo e crediamo seguendo Duchamp, catechistico ma poeticocreativo, allora sono confessioni di un artistapoeta, quindi non laiche né tantomeno sacre, ma opera attinente alla dimensione “divina”, a quella che una volta sapevamo che cosa fosse e di cui partecipavamo e che abbiamo perso, ma che attraverso l’immersione nell’opera e il distaccarsene possessivo, ci conduce alla Bellezza (includente il bello storico) alla soddisfazione del nostro desiderio di Eterno.
Nell’opera d’’artepoesia di Raffaele Perrotta il desiderio il reale-utopico la Bellezza sono soddisfatti dalle cifre e dai simbolismi della parola nella lucida selva di parole, ci spingono a migliore ricerca, ci meravigliano come la visione della prima luminosa stella.
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ETTORE BONESSIO DI TERZET -

SEGNALAZIONE VOLUMI = UN ROMANZO FILOSOFICO

UN ROMANZO FILOSOFICO:
L’ESORDIO IN NARRATIVA DI NINNJ DI STEFANO BUSĂ
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Si direbbe un punto d’incontro, un coniugale convegno di più storie d’amore il romanzo d’esordio di Ninnj Di Stefano Busà. E lo è, indubbiamente, ma non è sufficiente ritenerlo tale per entrare davvero nel vivo, per calarsi in profondità nel dissertare: voglio dire che non è limitandosi alla considerazione del narrato che si possono cogliere gli aspetti più rilevanti dell’opera.
In Soltanto una vita non è la trama che conta; sono le riflessioni di carattere filosofico-esistenziale, le conclusioni alle quali giungono - per l’autrice - i protagonisti, le esperienze che in loro maturano a creare l’intelaiatura che sostiene ciascuna vicenda. Sotto questo punto di vista, allora, la storia diventa - mi viene da dire - quasi un pretesto, una favorevole congiuntura perché possano essere indagate questioni da sempre presenti nella mente e nell’animo della misteriosa creatura uomo. Uno strumento di ricerca, dunque, che tenta l’universale tramite un processo induttivo (mi si passi il termine) che, una volta approdato al generale, non abbandona il particolare in quanto, esso stesso, espressione dell’assoluto. Così, gli episodi che si succedono di capitolo in capitolo altro non sono che manifestazioni della Vita, dei suoi alti e bassi, del suo naturale incedere: spesso contraddittorio, a volte (ma solo apparentemente) illogico, irrazionale, e però - o, meglio, proprio per questo - costantemente volto a tutelare il bene supremo che, in fin dei conti, è il miracolo più grande, ciò che perpetua l’esistenza stessa.
Di quale inestimabile ricchezza si sta parlando? Ma certo, dell’Amore; di cos’altro se no? Di quello di dantesca memoria. Ecco: se la nuova fatica della nota scrittrice e poetessa si può, a giusto titolo, annoverare nella letteratura d’amore; ciò nondimeno questo va fatto con estremo riguardo, per non costringere il romanzo a vivere in ambiti che gli sarebbero inadeguati, per non dire estranei.
Per rendere ancora più esplicito il pensiero, desidero riportare alcuni passi delle conclusioni cui Julie (personaggio centrale) giunge esperendo su se stessa la maternità. Le sue riflessioni (riportate in corsivo a pag. 61); sono così intense “da sembrare filosofia” - sostiene l’autrice -, a testimonianza di quanto sopra andavo asserendo sulla tipologia della presente scrittura. “L’amore è una tessitura sapiente, un’elevazione salvifica, sublimativa di un percorso che vuole penetrare il mistero dell’essere […] L’elemento amoroso dà all’eteronomia individuale la forza eternante della temporaneità, che rompe le catene della finitudine mortale, per evocare l’assoluto […] Ma è nella messa in gioco di un rischio fascinoso e sorprendente, che si compendia lo straordinario di un’avventura irripetibile: la ‘natività’, che è vita nella sua forma di elevazione pura. . .”. Senza dimenticare lo stupore che coglie la neo mamma al termine delle osservazioni: “non è utopistica la sua fantasia né immaginativa! È solo motivata da un bene che si autentica da sé, dalla discrezione primordiale di un bisogno che è stato l’inizio della vita.”.
Mi sono dilungato perché mi piacerebbe che il lettore fosse orientato a recepire prioritariamente le implicazioni sottese alla storia più che lo stesso racconto; intendiamoci: non che la narrazione non abbia la sua importanza - lo stile, tra l’altro, possiede un timbro peculiare e piena padronanza dei mezzi espressivi - ma sono convinto che le pulsazioni provengono dal cuore, da tutto quello che dalla trama stilla come resina che cola lungo i rami.
Anche se l’amore resta il momento topico, l’ambra dorata che colora le pagine, un discorso analogo va e deve essere sostenuto quando sono i luoghi, i paesaggi ad essere rappresentati con cura e dovizia di particolari: “Attraverso un descrittivismo naturalistico di rara perizia, che è anch’esso poesia, si snoda la storia dei protagonisti, la sagra dei sentimenti senza tempo. . .”. Ĕ quanto si legge nel risvolto di quarta: un’ulteriore conferma alle mie supposizioni; d’altro canto, è sufficiente prendere a modello alcuni brani incentrati sulla bellezza naturale per averne chiara percezione.
Desidero, sinteticamente, riportare qualche breve stralcio della poetica descrizione dell’isolotto (a 3 km dalla costa) dove Gorge propone di recarsi per visitare, tra l’altro, le vestigia di un antichissimo agglomerato degli Incas: “. . . In quel luogo, tutto è un coro alla filosofia del creato […] Di colpo si sentono immersi in un’altra dimensione, la pace e il senso mistico della natura li prende, regalando loro momenti di cultura primitiva, di regole fatte a iniziazione del mondo, senza. . . i vizi e le corruzioni delle grandi metropoli […] Forse si tratta di una forma di atarassia […] Ha estremo bisogno l’uomo di oggi di vivere senza le scorie avvelenate di una eterodossia moderna che compromette il suo spirito.”. Per ovvie ragioni non posso citare oltre ma queste parole (pag. 161), mi appaiono importanti e sapide per intendere la portata umanistica del romanzo (“un’opera che va certamente controcorrente considerando i disvalori che, spesso, vengono propinati dalle letture di poca pregevolezza prese in considerazioni da case editrici cosiddette ‘grandi’”, osserva acutamente Nazario Pardini nella sua prefazione).
Si tratta, dunque - per tornare agli aspetti descrittivi della narrazione - di un’esposizione non fine a se stessa, idilliaca o paradisiaca, bensì di un dire che mira a ben altri propositi, che ha intenzione d’immergersi nell’anima del mondo per penetrare, così, anche nell’animo umano.
L’erotismo stesso è portato - se si vuole - su di un piano sublimativo che tiene ad evidenziare l’essenza del rapporto sessuale quale perfetta fusione tra carne e spirito; ed ancora, è molto interessante notare come, persino nei momenti di tanto piena beatitudine, venga riservata estrema attenzione ai sommovimenti improvvisi e contrastanti dell’animo, sollecitato dalla forza delle emozioni, dall’intensità del coinvolgimento.
Esemplificativo ciò che si legge all’inizio di pag. 138 relativamente allo sgomento di Julie di fronte all’andamento altalenante del destino: ella teme - con saggezza primitiva, mi si lasci dire - la troppa felicità, perché l’esperienza le ha spesso dimostrato “che non prelude a nulla di buono”: una sorta di contrappasso cui è difficilissimo abituarsi ma che resta, pur sempre, legge universale, legge di natura.
“Credere nella vita / vuol dire accettare anche il peso del suo dolore: / la vita è la distanza tra il grido e la ferita.”: con questo esergo la scrittrice apre, in un certo senso, l’opera. E come poteva chiuderla se non con un altro aforistico pensiero: “Siamo in fondo soltanto una vita, nient’altro”. In mezzo, oltre duecento pagine, nelle quali ritrovarsi, nelle quali ognuno di noi, per traslato, può riconoscere - pur nella diversità - la propria storia.

Sandro Angelucci

lunedì 7 luglio 2014

SEGNALAZIONE VOLUMI = ANTONIO SPAGNUOLO

Antonio Spagnuolo, Come un solfeggio,(Introduzione dell’Autore), Napoli, Kairòs, 2014- pagg.50 - € 10,00 -

Il libro, composto da 34 poesie, è dedicato, in memoria, a Elena, la moglie del poeta scomparsa. E su di lei e di lei Antonio Spagnuolo eleva un canto amoroso in cui il ricordo e la presenza si distendono in solfeggi. «Come solfeggi scandiscono le note / melodie / che sapesti donarmi ancora in vita» (Solfeggi): un levare e un battere, un andare con il pensiero e un risiedere dentro di sé e dentro un vissuto che permea di sé anche l’oggi. «…/ è sempre meraviglia l’immagine trascinata / agli incastri, / o il lamento che interroga le stelle, / per quel mistero che ci avvolge / ostinatamente all’uscio, / ove rinchiudo ogni giorno la domanda / o sfilaccia un incubo, / in contrappunto che brucia la paura. / Senza di te ogni parola è vana» (ibidem).
L’occasione memoriale diventa e di dipana in momenti di richiami al loro spazio e al loro tempo e, contemporaneamente, un interrogarsi sul valore in sé dello spazio e del tempo in metri e in un ritmo vòlti a dirne l’illimite da un lato, dall’altro l’impossibilità di conchiudere il cerchio.
Perché tra il non esserci più e l’esserci ancora corre il vincolo non solo della memoria ma della condivisione di attimi (impalpabili, inesigibili peraltro, com’è di una relazione tra simili) e di giorni che, se sono appartenuti a chi più non c’è, sono anche il tessuto di chi era al suo fianco: vivendo il riflesso, il respiro, l’astrazione di quel/quei corpo/corpi, ossia l’anima delle cose che passano anzi trans-corrono tra due persone che si sono scelte per amarsi e si sono amate.
Delle due anime Antonio Spagnuolo coglie le vibrazioni, i silenzi, le compresenze corporali fino a farne una sola: quella che le due anime hanno “composto” in vita e quella che ora – nel pieno dell’assenza – tenta di ricostruirsi dopo la rovina, consapevole di ogni perché mai esaurito e mai in esaurimento.

MARIA LENTI -

domenica 6 luglio 2014

SEGNALAZIONE VOLUMI = FLORIANA PORTA

FLORIANA PORTA : “Quando sorride il mare” – ed. Book publishing – 2014 – pagg. 64 - € 9,90 –
La luminosità delle acque marine , la limpidezza dei riflessi , il sussurro delle onde , il mistero dei fondali rimandano immagini delicate e pulsanti. Poesie che aprono un diario semplice e colorato , un diario che scruta segreti e suggerisce figure incantevoli , sospinte dalla morbidezza di un vento, che con il suo calore riesce a tratteggiare lo specchio incantato dell’orizzonte, per disperdersi nel bisbiglio della melodia. Si avvolge lo smarrirsi dei flussi fra i luccichii che da soli completano il fantasticare illuso della memoria. Balenano così i suoni che martellano tra le metafore , ove i granelli della quotidianità si decantano nelle essenze di un continuo abbandono,nella ricchezza del verso sempre pulito e suggestivo.
ANTONIO SPAGNUOLO