martedì 30 giugno 2015

POESIA = ANTONIO SPAGNUOLO

“MOMENTI”
*
Hai l’acre odore del ginepro se attanagli
nel palmo le spirali della malinconia,
le scommesse che appagano l’amante
ed hanno il ritmo serrato delle mura.
Hai il gesto rapido dell’abbandono
con mani perlate e labbra tumide
nel sussurro di una nuova alchimia.
Alchimia di quei vuoti tra le nubi
che rinchiudono i cieli del mistero.
Sei l’urto inclemente della gioventù
mentre consumo le trasparenze del mio giogo
e inganno il tempo nella melodia dell’aurora,
incerto se credere ancora negli inferi.
Sei il velo che ricopre l’incertezza
e il divenire di melodie incompiute.
Così le mie tempie annodano gli spazi
ad incrostare pensieri,
perché il sogno è al dispetto dei soliti messaggi
e gioca con l’affanno delle cosce.

*
ANTONIO SPAGNUOLO

lunedì 29 giugno 2015

SEGNALAZIONE VOLUMI = DZIEDUSZYCKA

Edith Dzieduszycka : – “Incontri e scontri” - Fermenti Editrice – Roma – 2015 – pagg. 139 - € 14,00

Di origine francese, Edith de Hody Dzieduszycka nasce a Strasburgo, dove compie studi classici.
Attratta sin da giovane dal mondo dell’arte, i suoi primi disegni, collage e poesie risalgono all’adolescenza passata in Francia.
Ha partecipato a numerose mostre personali e collettive, nazionali ed internazionali e si è dedicata alla scrittura.
“Incontri e scontri” è una raccolta di poesie che presenta una postfazione ricca di acribia a cura di Antòn Pasterius.
Il libro è costituito da componimenti tutti senza titolo e suddivisi in strofe, in netta prevalenza formate da quattro versi.
Il testo non è scandito in sezioni e, per la sua compattezza semantica e per la sua unitarietà, potrebbe essere considerato un poemetto.
Alta la poesia iniziale, connotata da un alone di magia e sospensione, nella quale l’io – poetante si rivolge ad alcuni vaghi interlocutori dei quali ogni riferimento resta taciuto.
Nella suddetta composizione è espresso lo stupore di ritrovarsi con le misteriose figure di fronte all’Evidenza, entità astratta, detta con l’iniziale maiuscola, per cui le si potrebbe attribuire una valenza mistica, religiosa.
Viene nominato nel componimento un posto dai toni surreali nel suo incanto e, nell’ultima strofa, la poeta rivela di non trovarsi male in tale luogo imperscrutabile, anche se, a lungo andare, non sa se potrà sopportarlo.
Cifra essenziale della poetica di Edith è quella di una forte carica intellettualistica, di un traslato mentale che si coniuga a visionarietà.
Le composizioni sono del tutto antiliriche e antielegiache e raffigurano situazioni relative ad una quotidianità che diviene epica.
Il tono e la cadenza sono affabulanti e la forma tende ad una costante verticalità.
Riscontriamo sospensione e magia nel dettato della poeta che, nel contesto tutto interiorizzato, non tralascia di produrre immagini naturalistiche del tutto rarefatte.
Per l’acuta artista tutto può divenire occasione di poesia, anche situazioni minimalistiche, come quella del disagio provato dopo uno starnuto in un tram preso frettolosamente.
Nell’avvincente poiein di Edith emerge una notevolissima densità metaforica e sinestesica, senza nessuno sforzo apparente, e centrale è il tema del tempo.
Non c’è vuota nostalgia nelle riproduzioni di attimi del passato ma in un modo originale e, tra le righe, si attua lo scatto memoriale.
In talune poesie si avverte la presenza di un voi al quale l’io – poetante si rivolge in maniera ironica e apparentemente casuale, dimessa e sentita nello stesso tempo.
In una delle composizioni più riuscite la poeta si scusa con alcune persone indefinite, alle quali si rivolge nel dialogo, in modo sottile e ammiccante.
Ella afferma che non per fare la furba o l’antipatica, incrociandoli non li ha salutati.
Qui, in un gioco dove dominano luci e ombre, che si potrebbero definire kafkiane, l’autrice dichiara di essere venuta a conoscenza da terzi che quelle figure imprecisate si sono lamentate per il mancato saluto.
La poeta si scusa affermando che, nel giorno del fatidico incontro, aveva dimenticato di mettersi le lenti a contatto.
Non manca la tematica erotico – amorosa in queste composizioni, trattata con leggerezza e profondità.
Un fare poesia dal quale emerge un’inquietudine di fondo molto avvertita dalla poeta nel suo relazionarsi con una realtà altra da se stessa, fatta innanzitutto da persone e poi da elementi paesaggistici e oggetti.
Neoromantica potrebbe definirsi la vena dell’autrice, e dai versi trapela una connotazione fortemente sentimentale ed empatica per il lettore.
Le emozioni trasmesse sono controllatissime e lo stile è sorvegliato e raffinato, frutto di una consapevole coscienza letteraria.
La chiave interpretativa della raccolta pare svelarsi nel componimento nel quale la poeta nell’incipit dichiara di doversi dare una calmata e di non sapere dove vada la sua strada.
Inoltre Edith si sente circondata da esseri bizzarri, robot e macchine che rombano, sfrecciano, corrono e gridano.
Paradossalmente, per trovare il filo per uscire dal labirinto, per emergere attraverso il varco salvifico e giungere alla libertà della luce, l’unico mezzo è proprio quello della pratica del discorso poetico, inteso come esercizio di conoscenza.
*
Raffaele Piazza

domenica 28 giugno 2015

POESIA = GIUSEPPE SCHEMBARI

"CHE COSA E’ RIMASTO"

Che cos’è rimasto
un sorriso lacero
la memoria prosciugata
scomposte geometrie
fratture inevitabili
l’ira dei pupi
e quella dei pupari
E’ rimasto
un vagito
a ricordare la vita
e il fruscio della seta
che increspa
il silenzio della parola
per farsi poesia
*

"AMORE AL 50%"

Amore mio al 50%
fra le città
come tra i vicoli
tra le strade
al 50%
S’illumina di gemma
il tuo corpo
e dai tuoi cigli zecchini
bevo alcool nero
E’ già vissuto
fuori il presente
che piomba
Mette persino ansia
il dio carnefice
che serve solamente
a dar tonfi ilari
Ma al 60%
amor mio che so di te
al 70%
all’80%
che so di te?
*
"LE BUGIE RIMANGONO"

La città decolla piano
vicino ai treni
e poi scompare
col suo bianco
un po’ sporco di gabbiano
in un livido gennaio tremante
Sai amore?
Come quando di un valzer
non si ode la musica
le bugie rimangono
le hai dette in altre vite
non per me
Le hai dette
perché hai gli occhi festosi
di un inganno
*
GIUSEPPE SCHEMBARI --
*
Giuseppe Schembari nato a Ragusa , ha pubblicato nel 1989 il volume di versi
“ Al di sotto dello zero “ edito da Sicilia punto L di Ragusa, è stato tra i vincitori del
Concorso dei Poesia “ Mario Gori “ , Conconso nazionale dei poesia civile “B.
Brècht “ città di Comiso, Premio Nazionale di Poesia “Ignazio Russo” città di
Sciacca, inoltre vincitore e finalista in vari concorsi nazionali e regionali.
Sue poesie sono inserite in varie Antologie collabora con giornali e riviste.
Poeta del “ Dissenso “ propenso verso formule d'avanguardia linguistica e
sperimentale, per il quale la poesia è testimonianza e risposta al quesito della storia e
della cronaca quotidiana.
Giuseppe Schembari è stato da sempre dalla parte di chi subisce la violenza
dell'uomo sull'uomo, ma anche della violenza di Stato, cioè la violenza operata dalla
legge e di chi dovrebbe tutelarla.
In lui l'ironia, l'invettiva, la rabbia sono sassi scagliati contro la palude
dell'uniformità.

POESIA = RAFFAELE PIAZZA

"Alessia sulla spiaggia assolata"

Immensità di spiaggia, linea
cielo-mare ad accadere negli
occhi di Alessia nell’agglutinarsi
lo sguardo a dei pescatori
le case i contorni.
Sabbia sui piedi e ad entrare
nel costume di Alessia
nel prendere del sole la forza.
E si abbronza ragazza Alessia
e sta infinitamente dove era
già stata tre anni fa con Giovanni.
Legge le onde salate, si tuffa
e nuota Alessia, nel rigenerarsi
(pensa alla doccia e all’albergo
degli angeli) ad un tiro di sasso
levigato dall’attesa.
*

"Alessia e il ciclo della luna"

Sintomi di guarigione per ragazza
Alessia dopo l’influenza.
Gioia fisica al risveglio e chiede
alla luna assente nel tragitto
nelle cose del cielo se Giovanni
la lascerà. Luna, luna, dammi
una risposta ti prego!!!
Silenzio nel del risveglio la camera.
Oggi va ad un matrimonio ragazza
Alessia, Veronica si sposa!!!
Si veste lentamente allo specchio
frontale Alessia. Rimmel e rossetto.
Mentre si pettina squilla il cellulare:
sono Giovanni, ti amo e ti vengo
a prendere.
Piange di gioia Alessia e alla portineria
è arrivata una cartolina con sul Nilo
il plenilunio.
*
"Alessia attende la lettera"

Sera di ostia di luna
campita nel cobalto
del cielo del luglio
consecutivo, mesi
a manciate. Linea
aurorale di vittoria
(apre la buca postale
e di Giovanni trova
la lettera scritta con
incerta terrena grafia
da decriptare attenta).
E in men che non si
dica spicca in volo
un gabbiano aerodinamico
e urla: attenzione!!!
La lettera nella storia dei
baci è un altro bacio.
*
"Alessia e l’altalena rosa"

Meridiano incantesimo per
ragazza Alessia al colmo
della grazia: sequenza augurale
di rondoni nel posarsi sui fili
della luce a poco a poco
nel contarli in esatta armonia
terrena. Li guarda dall’altalena
rossa come la vita e la conca
di tramonto. Tutto accade
nel rigenerarsi dell’edera
e del salice nel nuovo verde.
Casta armonia di un fiore
d’erba azzurro da cogliere
e già colto. Lancia ai giochi
delle nuvole Alessia un pensiero
nuovo.
*
"Alessia e la recita"

Splendente alba traccia nel mistico
sembiante la nuova scenografia
terrena. La vita ad ogni passo.
Ragazza Alessia calata nello spazio
scenico, se l’esistere è tutto una
recita. Luna ostia candida campita
contro le cose del cielo
attraversato da un jet. Nell’aereo
non c’è mio figlio, pensa Alessia,
non sono vergine e non ho
concepito bambini. Nell’incanto
meridiano le lunazioni di Alessia,
si volta verso Giovanni e così
esiste.
*
Raffaele Piazza .

sabato 27 giugno 2015

SEGNALAZIONE VOLUMI = "DINTORNI"

"DINTORNI" - antologia dei poeti de La parola abitata - a cura di Enrico Fagnano.- Ed.La parola abitata - 2015 - pagg.56- € 12,00-
Quarantatre poeti che operano nell'aria napoletana , e incidono con la proprie poesie nel panorama affollato e ricco che distingue la ricerca culturale di questa città. Un'operazione attenta e ben selezionata , un'aggregazione concreta intesa a far conoscere le migliori firme dell'attuale struttura , una carrellata policromatica che seleziona spazi ben registrati nel labirinto della scrittura. In ordine alfabetico : Marilia Aricò, Giovanni Ariola, Diego Astore , Cristiana Bucarelli , Alfonsina Caterino, Dpomenico Cipriano, Floriana Coppola , Paola D'Ajello Caracciolo, Ariele D'Ambrosio , Vera D'Atri , Ciro De Novellis, Antonio Di Marco , Mercello Dinacci, Salvatore Di Natale ,Massimiliano Discepola, EmmanuelDi Tommaso , Michele Fragna, Stefano Gaudino , Maria Gabriella Gay , Mimmo Grasso , Costanzo Ioni , Eugenio Lucrezi , Maria Rosaria Luongo , Paolo Lutricuso, Wanda Marasco , Ketti Martino , Amedeo Messina , Marina Mineo , Loredana Nugnes,Salvatore Oliviero , Salvatore Palladino , Enzo Rega , Linda Santojanni,Lidia Savarese , Sabina Siracusano , Antonio Spagnuolo , Luciana Tagle , Valentina Telesco, Ciro Tremolaterra , Ferdinando Tricarico , Alexandre Urussov, Felice Zinno , Dario Zumkeller.
ANTONIO SPAGNUOLO -

venerdì 26 giugno 2015

RIVISTA = NUOVO CONTRAPPUNTO

NUOVO CONTRAPPUNTO - anno XXIV - N° 2 - aprile - giugno 2015
Sommario :
Rodolfo Di Biasio : Filmica
Lucio Pisani : Effimero vita / Uno nessuno e centomila
Giuseppe Rosato :Nel grembpo dfell'eterno / Dici ci aspetta il nulla / Nonndomandarti cosa c'è al di sopra
Lucio Zinna : Tenerezza / Dovem dorme il lepre
Manrico Murzi : Volevo chiedere al mare / Ora / Il pensiero ingabbiato / Ti ho riscaldata
Pietro Civitareale : Un vento senza requie / Stanotte hanno il tuo nome
Silviano Fiorato : La voce del silenzio / Gioco con Dio /Le ceneri del mondo
Franca Maria Ferraris : Il mare dall'alto
Attila Ilhan : Hannelise / Annalisa
Anica Perpar : Sopoinisvo / Compagni di viaggio / Ura-L'ora
Opera grafica di Aurelio Forte Laan
Recensioni a firma di Elio Andriuoli e Guido Zavanone
Riferimento : elioandriuoli@alice.it

mercoledì 24 giugno 2015

SEGNALAZIONE VOLUMI = FERMENTI

DONATO DI STASI: “Dentro spazi di rarità” – 9 – Antologia Nuovi Fermenti Poesia--Fermenti Editrice – Roma – 2015 – pagg. 169 - € 18,00

Fermenti Editrice, prestigiosa casa editrice romana, diretta da Velio Carratoni, con la quale hanno collaborato, tra gli altri, Giorgio Bàrberi Squarotti, Dario Bellezza, Giacinto Spagnoletti, Domenico Cara, Mario Lunetta, Antonio Spagnuolo, Gualtiero De Santi, Aldo Rosselli, Vito Riviello ecc. ha in catalogo numerosi testi di poesia, saggistica, narrativa e anche molti volumi antologici, come quello che prendiamo in considerazione in questa sede, intitolato “Dentro spazi di rarità”, curato da Donato Di Stasi.
Nell’introduzione il redattore compie una disanima ricca di acribia sull’importanza etica, estetica e anche salvifica del discorso poetico, che non smette mai di impastare la storia.
Nella suddetta premessa individua un malessere esistenziale, tipico della vita nel nostro postmoderno.
In questo ambito, connotato da uno sviluppo in progressione geometrica dei mezzi mediatici, nell’epoca della globalizzazione, riscontra nella poesia l’unico antidoto alla decadenza della cultura e dei valori nella nostra società.
A livello storico si è realizzato uno slittamento che crea uno smarrimento, perché il tempo si manifesta sempre in anticipo o in ritardo su se stesso e il presente non attende nulla di definitivo.
In sostanza Di Stasi si chiede quale sia veramente il senso della pratica della poesia nella nostra contemporaneità.
Afferma il Nostro che chi scrive versi sul serio (non seriosamente) sa di poter classificare lumache e supermercati, di poter irrompere sulla realtà, per scovare il punto dove si nasconde l’eterotopia imprevedibile e inquietante del possibile.
La poesia, per quanto oscura, ambigua, iperarticolata rimane pur sempre un testo esibito, un display text, una spia accesa per segnalare la defezione dall’umano.
L’arte poetica vera è un momento forte e fondante e, attraverso la stessa, si riscopre la natura selvaggia della vita e si giunge ad una migliore fusione con l’universo, superando la scissione con la bellezza, tipica della nostra epoca.
Allora la normalità smette la sua ordinarietà e diventa a suo modo prodigio (anchilosi del quotidiano, immissione di contemplazione e stupore).
Soltanto che alla meraviglia non è lecito giungere con il trucco del sentimentalismo, bensì con l’opera fiera e sudata dell’intelletto.
Non ci si può ridurre a riunire autori più o meno affini, se non si dispone di uno straccio di progetto, di un filo rosso che permetta al lettore di tenere ferma la bussola, navigando per labirinti semantici e contrometafore.
Il critico nomina gli spazi di rarità, che sono quelli che consistono nelle poetiche alte degli autori selezionati, con i loro esiti rari.
Tali risultati vanno contro la massificazione della società, quella che lui definisce clonazione imperante di corpi, anime e oggetti.
Presenta un’antologia che ha qualcosa di labirintico per il lettore, che può accedervi soffermandosi a suo piacere sulle sue varie sezioni e sui molteplici stili dei poeti contenuti in essa, attraverso le loro varie regole di scrivere in versi.
Con coraggio e ostinazione i poeti inclusi espongono le proprie opere, con la fiducia di incontrare un pubblico di lettori che possa trovare stimoli e piacere dalla fruizione delle stesse.
Quanto su esposto avviene in un contesto, come quello attuale, nel quale proliferano siti e blog, accedendo ai quali, chiunque può improvvisarsi autore di poesie, per superare l’incomunicabilità e la solitudine, che è spesso disumanizzante.
Il presunto poeta getta nel mare magnum della rete la bottiglia con il messaggio, che a volte diviene quasi un SOS, nella speranza di trovare qualcuno che presti attenzione, magari addirittura con un commento, alla sua opera.
Bisogna sottolineare, per quanto riguarda i versificatori suddetti che, pur se a livello estetico spesso risultano deboli e inadeguati, a livello morale i loro incerti sforzi vanno considerati lodevoli e significativi.
Infatti sono sottesi ad una onestà di intenti, facilitati dalla rivoluzione del verso libero, grazie alla quale anche i bambini possono scrivere poesie.
Sono proprio i bambini che, anche se non spesso, riescono a comporre lavori letterari affascinanti.
“Spazi di rarità” perché, comunque, nella mentalità dell’inizio del terzo millennio, la poesia resta un fatto elitario, che va controcorrente in un mondo dominato dall’apparire, nel quale, tutto è sotteso all’esteriorità e al censo.
Non si deve dimenticare che, fin dall’antichità, tranne che nei pochi casi dei premi in danaro, o in oggetti preziosi nei concorsi, carmina non dant panem.
Tuttavia chi pratica il discorso poetico è spesso narcisista e le moltissime manifestazioni letterarie incoronano a volte autori di dubbio talento.
Fare parte della moltitudine dei poeti, spesso aggregati in gruppi che fanno capo ad un settore geografico, può divenire un atto di sfida, risultato del salutare pensiero divergente, tipico di ogni arte, della creatività.
Pessoa ha scritto un libro intitolato “Il poeta è un fingitore”: questo è vero in parte, senza dubbio, ma, nello stesso tempo, il medesimo poeta è l’unico che, come è detto nell’Antico Testamento biblico, si salverà, incapace di malizia e inganno.
Un libro di qualità anche perché molte antologie del nostro panorama non sono così esaurienti a livello interpretativo.
In questa sede, invece, il curatore, con un lavoro attento, si sofferma, tramite le note critiche, su ognuno degli undici poeti, due volte, una con un discorso generico e un’altra entrando nel merito delle varie sillogi presentate.
Spazi di rarità, che divengono esercizi di conoscenza, attraverso il fascino della parola.

Raffaele Piazza

SEGNALAZIONE VOLUMI = ANGELA CACCIA

ANGELA CACCIA : “Il tocco abarico del dubbio” – Ed. Fara editore – 2015 – pagg. 96 - € 10,00 –
Sistemato il dubbio nel punto zero di ogni equilibrio , psicologico , mentale , illusorio , metafisico, umbratile , ecco che la poesia si aggancia al momento colorato della immaginazione , fra gli archetipi e le visioni , che inseguendosi procurano vortici e linee delicatamente sospese nello spazio.
“La memoria dipinge quadri, ma solo la nostalgia preserva il colore fugace della felicità.” A volte il ricordo si muove con difficoltà tra le figure riemerse dal passato, per ricostruire un’atmosfera di mistero e di concretezza nuovi, tali da riproporre diafane specularità che hanno il tocco dell’impossibile, e la poesia segue le pieghe per ristabilire i rapporti. La speranza , nella sua multicolore trasparenza , cerca appigli nei “pensieri minimi/ proposti di piccolo taglio / gittate troppo corte/ oscilla la visione./ Sfiorata la vetta/ l’azzurrità è una nostalgia …”-
Fantasia abile e sapiente diviene visione di volta in volta sempre più stupefatta , sia delle cadenze dal diverso ritmo sia nella condivisione del verso breve e fulminante. “Qualcosa di fragile/ si prestava sul foglio / a farsi materia / soppesata dal tatto/ piacevole all’udito/ il frusciare della carta/ ma voltata la pagina/ l’insano inganno:/ come un segreto/ affidato al lettore / l’indice inumidito/ gustato dall’olfatto/ toccava l’angolo in alto/… quasi una benedizione.”
Non vi è digressione , scaturita dal vagare tra i resti del sub conscio, ma purezza nel tentativo di espressioni particolarmente rilevate dalla sicurezza del segno , che incide e disegna con personale chiarezza.
ANTONIO SPAGNUOLO

martedì 23 giugno 2015

SEGNALAZIONE VOLUMI = STELVIO DI SPIGNO

STELVIO DI SPIGNO : “Fermata del tempo” – Ed. Marcos Y Marcos – 2015 – pagg. 112 - € 15,00 –
Nella personalissima capacità di realizzare una musica ritmata del verso Stelvio di Spigno realizza tutta la cultura che il suo bagaglio riesce a trattenere. Una cultura pregna e ben difesa, che denuncia anni ed anni di ricerca e di dedizione . Così la sua poesia, ricca di elementi candidi e superbi insieme, esprime la “parola” in sovraimpressioni e arrangiamenti che sincronizzano il tempo e la catarsi , il dolore e la gioia, la speranza e l’illusione , la denuncia e la sofferenza , l’urlo ed il sussurro , la memoria ed il rimpianto, l’amore e l’abbandono, per un canto continuo che si amplifica pagina dopo pagina. Il racconto insiste tra le mura, tra le aperture solari , tra le ingenuità di domande o di silenzi, oppure nella rivisitazione di luoghi nei quali si illuminavano fantasmi.
“Dove abitavamo un tempo, accasati / e incantati, io , i miei nonni , mia madre,/ mio zio – è passato molto tempo e il luogo / non è cambiato. Specchietti per le allodole,/ noi, cristiani di inizio millennio con fantasia / ridotta al grado zero del desiderio , non / ne abbiamo mai inseguiti – e ne andiamo fieri.” – Una pennellata ove ombra è chiarezza e dove il colore stempera fascinazioni luccicanti. Il rincorrersi dei giorni cerca disperatamente un appiglio che potrebbe frenare la frantumazione delle ore, e la sublimazione del ricordo incide con partiture al rintocco di quel sogno che la mente accarezza. La riscoperta delle radici diviene intensità tematica, che si caratterizza per la sua abilità a ricostruirsi in un apporto di umidità e calore, che si trasformano in veri e propri scavi introspettivi, al di là di una improbabile lunaticità umbratile e malinconica.
La ricerca allora ritorna , mai appagata, in un’ansia di espressività che si arricchisce in variegate composizioni.
ANTONIO SPAGNUOLO

PREMIO DI POESIA = LAURENTUM

XXIX EDIZIONE DEL PREMIO LAURENTUM ,poesia inedita in lingua italiana , poesia inedita in vernacolo ,libro di poesia (edito nel 2013, 2014, 2015)-
Giuria : Presidente : Gianni Letta , Direttore del premio : Roberto Sergio , Membri : Angelo Bucarelli , Corrado Calabrò ,Maurizio Cucchi , Luca di Bartolomeo, Simona Izzo , Raffaele La Capria , Paolo Lagazzi , Mauro Miccio , Maria Rita Parsi , Davide Rondoni .
Richiedere il bando completo a : info@premiolaurentum.it -

lunedì 22 giugno 2015

POESIA = NAZARIO PARDINI

Sull’isola di Crono
*
Passai tutto quel tempo coi pescatori
dell’isola di Crono. Non era umano,
non lo era quel verde che mordeva
con tutta la sua forza. Non c’erano tracce
della nostra civiltà poco civile.
M’infilavo in quei tratturi dai rami
macerati dal tempo. Si arcuavano
e tappavano i profili tra gli intrichi
sconnessi e misteriosi.
È là che ti conobbi (amore è dire poco)
bellezza rara nata ad ospitare
le spelonche dei sogni. Onde celesti
dell’Oceano più grande gli occhi tuoi.
Esondarono su me con le cascate
dei capelli lucenti di diamanti.

Quanto può esser vera una finzione
se gode l’anima in armonia con l’eros
oltre ogni ragione. Mi ricordo:
c’era una spiaggia bianca di sale.
E una capanna
sotto le palme al borbottio del mare.
Il sogno non ha tempo e non lo ha
l’amore che sognato resta sogno.
Ma la ragione,
quella che fece la storia,
la sola facoltà che fa dell’uomo
un essere pensante; la ragione,
quella che partorì
la casa, la parola, la memoria;
fu proprio lei che spense il mio piacere.
Riuscì perfino ad inserirsi
nell’anima dell’anima
con una sua finzione.
Un sogno dentro il sogno.
E sempre in sogno
mi attendevano gli amici e il mio lavoro.
Quando venne l’ora di partire
si stagliava nel cielo un cumulo di nubi:
una città sul mare,
una piccola città che galleggiava
sopra un immenso mare.
*
NAZARIO PARDINI

sabato 20 giugno 2015

POESIA = RAFFAELE PIAZZA

"Alessia disegna la vita"

Attimi iridati per ricomporre
dei chiari mattini le luminosità
per Alessia a disegnare le
cose della vita nella camera
della pittura con tele e colori
ad olio per paesaggi e poi fuori
allo scoperto Alessia cammina
e arabeschi di passi disegna
e anche nel fare l’amore
nel ridisegnarsi nella forma
del sorriso e delle cellule
dell’anima.
Felice Alessia come una donna,
aura del quadriportico dove
sono cadute stanotte le stelle.
*

"Alessia conta le stelle cadenti"

Chiostra fiorevole dei monti
dell’azzurro ad abbracciare
ragazza Alessia, nell’intensificarsi
dell’azzurrità in blu cobalto
fino all’inchiostro sorgivo infiorato
da stelle margherite. E cadono
frammenti di luce se è giugno
e Alessia li conta con pazienza.
Si irida la scena nel trasfigurarsi
di Alessia che ieri sera ha fatto
l’amore. Sono migliaia ma bastano
le dita delle mani affilate di Alessia
il numero a trascriverlo sulla
sabbia dei desideri presso il mare.
*

"Alessia e la frontiera del vento"

Tesse l’azzurrità segni
di vittoria per ragazza
Alessia rosavestita nell’
intensificarsi della tinta
e nuvole giocano nel casto
disegnarsi da cavalli
a delfini in giochi nel
Mediterraneo (ha acceso
una candela Alessia sul
suo bordo a Napoli,
presso via Caracciolo).
Estasi controllata nel fluire
della marea della vita,
governata da luna e lunazioni.
Un attimo di gabbiano bianco
come dio a sorvolare il luogo
iridescente.
Rivela ad Alessia un segreto.
*
Raffaele Piazza

venerdì 19 giugno 2015

SEGNALAZIONE VOLUMI = IVAN POZZONI

Ivan Pozzoni: "Qui gli Austriaci sono più severi dei Borboni", Ed. Limina Mentis, 2015 -€ 10,00 -

Che funzione ha la rima nella scrittura poetica di Pozzoni così ferocemente febbrile, se non quella di conservare attraverso una volontà, sia pure ironica, di musicalità spesso così irta e selvatica, l’elemento utopico, se non addirittura il sentimento dell’utopia? E quale effetto egli si immagina di suscitare nel lettore che, dopo avere sentito un tumultuoso ed irato susseguirsi di parole, si trova di fronte ad un elemento così ‘tradizionale’ per quanto lacerato al suo stesso interno?
Voglio azzardare un parallelo e sostenere che in ogni testo Ivan ripeta in modo molto personale e del tutto inaudito, il cammino dantesco dagli inferi del mondo attuale, con i suoi vizi e mali e indicibili storture e crudeltà, alla segreta visione di un suo rinnovamento catartico improbabile ma non impossibile, veicolato verbalmente da una eco di suoni che ritentano una qualche armonia. Non gli mancherebbe nemmeno la donna- angelo (Ambra nunziante d’incondizionato amore) a fargli da guida in questo cammino quotidiano, perché una cosa è certa: è qui, sulla faccia della terra, che la ricchezza viene banchettata per la sazietà infinita dei potenti e non ci può essere riscatto per tutti gli esclusi dal convito, se non quello di rovesciare hic et nunc quella mensa e scacciarne i pochi invitati, senza ricorrere al convito mistico di speranze ultraterrene.
Con queste poesie Ivan Pozzoni si aggiunge alla lista dei tanti poeti cosiddetti maledetti, che hanno sempre suscitato scandalo e paura con i loro versi sovversivi. Di fatto, proprio essi sono gli uomini e, di conseguenza, i poeti più puri, quelli che sono sciolti da ogni sistema ideologico, da ogni ordine politico-sociale precostituito, da ogni interesse di mercato e brama personale di successo, e mettono la parola al servizio del bene pubblico, offrendo ai lettori l’arma delle idee.
Se mi si chiedesse di accostare a qualcuno di questi poeti Ivan Pozzoni, senza dubbio farei il nome di Lautréamont, le cui poesie furono così a lungo gettate nell’oblio per la loro virulenza espressiva.
Certo è che, in passato, ogni volta che la parola non si uniformava al pensiero dominante della classe al potere, essa era perseguitata e ostracizzata. Forse la cosa più triste della società contemporanea, a differenza di quelle che ci hanno precedute in cui il poeta “bello di fama e di sventura” veniva inviato in esilio e così offerto con le stigmate del ‘santo’ e del ‘sacro’ al pubblico dei lettori, è che la percezione etica delle cose si è talmente abbassata che un libro come questo può essere ignorato non per precauzione e difesa, ma per inerzia e vuoto morale, per disinteresse nei confronti dell’arte e dell’artista in genere, tanto più che, scegliendo quest’ultimo di tenersi lontano da qualsiasi gruppo o consorteria editoriale, firma già da sé la propria esclusione.
E, se è vero che nel nostro mondo super connesso esistono altre vie per diffondere il proprio pensiero, è anche vero che nel mare della rete tutto conviva in un’insidiosa poltiglia e una sorta di grande fratello accolga nel suo ventre ogni parola, digerendola, se consona, e vomitandola se è amara.
Eppure un libro palingenetico, come quello che ha scritto Ivan Pozzoni, ha, a mio parere, una possibilità di “eternità” maggiore, in quanto rappresenta un codice morale, che, pur scaturendo dall’analisi delle condizioni di una data società in un dato tempo, è destinato a scuotere la coscienza di ogni uomo che si chiami uomo, per sempre. Lo stesso effetto fa, per esempio, la lettura di un romanzo come Voyage au bout de la nuit di Louis-Ferdinand Céline, al di là, certo, di tutte le implicazioni ideologiche a cui continua a prestarsi. Di Céline un esperto estimatore come Stefano Lanuzza (Céline della libertà, Stampa Alternativa) fa questo ritratto che bene si potrebbe adattare all’autore di Qui gli Austriaci sono più severi dei Borboni: “È un outsider e irregolare, un atipico e anomalo questo scrittore sempre difficile da incasellare”, come anche questo giudizio: “Forse, meglio dei sociologi, è un lucido pessimista (…) con la velleità di essere più altamente morale, a sollecitare il superamento degli ideologismi sempre vanificati da quelle negatività che nella natura umana appaiono immutabili più delle divisioni tra le classi: egoismo, superbia, invidia, avidità, avarizia, viltà, paura, stupidità, volontà di dominio…tare che conformano gli individui e impediscono il cambiamento delle condizioni di vita provocate dalle ingiustizie del potere detenuto dai ricchi”.
In questa eternità della parola, vera e libera come la sua, lo stesso Pozzoni mostra di avere fede (e, se anche fallisse ogni azienda elettrica, l’arte continuerebbe a brillare), nonostante la democrazia dell’amplifon, o l’arroganza dei dementi / che alzano la voce con i deboli leccando i culi dei potenti, nonostante domini il regno della dissoluzione di ogni forma poetica.
Per raccontare la sua rabbia che distrugge per vocazione di ricostruire, Pozzoni ( e questa linguisticamente è un’operazione interessante, non nuova, ma sempre difficile e coraggiosa) impasta insieme il linguaggio giornalistico, il turpiloquio, la terminologia specifica del web, espressioni del cosiddetto politichese, modi di dire del parlato, ritenendo che nessuna parola debba restare esclusa da questa babele immorale che è l’attuale compagine sociale. Parole pronunciate con tono ora dispregiativo, ora ironico, ora aggressivo, ora dolente, con pochi spazi lasciati alla tenerezza dei propri sentimenti, come quando fa entrare in scena la donna amata.
Accanto a lei c’è la donna-poesia, anch’essa amatissima: per quest’ultima il poeta soffre più di uno scoramento, forse perché sente che è l’espressione umana più votata al sacrificio di se stessa, la più violentata, la più offesa, la più soggetta alla menzogna.In fondo, tutta la scrittura di Ivan è un urlo di rabbia contro l’inautenticità dell’umanità odierna e del suo modo di raccontarsi attraverso una sorta di ostinato, imperdonabile tradimento della verità.

Franca Alaimo
18 Giugno 2015

giovedì 18 giugno 2015

POESIA = CLAUDIO MODICA

"Cantavano le mattutine ore"

Cantavano le mattutine ore,
chine lavandaie su acque
lustrali di fiume, e così pure
le sonore lune, a l’oriente
arroccate di cielo, vegliando e
spargendo, per umane fortune,
le benedizioni del sogno

E
non era questo, forse, ciò che speravamo?
Non era questo ciò che chiedevamo?

La felicità fiera,
la meraviglia inattesa,
la dovuta tristezza,
la commozione inaudita

Non era questo ciò che temevamo
fuggendo a scampare da noi stessi
in lungo errare pei sentieri del mondo?

Non era questo ciò ch’esecravamo?

E tu, presenza costante di pietra
nel dolce grigiore ottobrino, non
grazia chiedevi, né fuoco, e né
altro che affrancarti potesse
dai cingenti laccioli dell’ansia

Accorata scorgevi
disamore
nel fondo boccale,
al banco servito
desolato del giorno
*
"Non in nostro nome"

Non in nostro nome che
il buon sole ottobrino
ci carezzò la pelle del cuore,
o che furono notti
di rosee lune crescenti,
o che visionari viandanti
incedemmo negli anni
fuor d’ogni ritegno

Non in nostro nome, sappilo,
che acquattati sotto un manto
stellato, volemmo poi scampo
dal brusio dei pensieri molesti,
dagl’inganni della vita battente

Fummo, eppure, un tempo,
irruenta materia, zigzagante
rilucenza di fiume, scie di fuoco
disparse pel gran firmamento

Stiamo di qua del sogno, oramai,
a sommo di nubi e d’usurate parole,
ebbri di nulla, ancorché intenti
a restituire alle cose un vago senso
compiuto e i primigeni silenzi

Ma non in nostro nome,
unicamente nel mio,
unicamente nel tuo!
*
"Dov’ero"

Dov’ero
quando ebbi bisogno di me,
quando da riva d’invisibile mare
foschi
venti del nord,
a spaginare salivano
le regioni celesti
fin su l’ultima stella,
e piogge
scrosciavano
sangue e silenzi,
e il tuono di marzo
impietoso scoteva
le care tempie al sogno?

Ditemi, or dunque, dov’ero?

E dov’eri tu, ineffabile amica,
selvatica rosa saliente l’erto
muro del giorno,
dove
i confitti tuoi anni
di spighe e di spine,
dove
i lucenti ginocchi e il
fuoco bruno degli occhi?

Un tempo, eppure, benevola,
con me uno spicchio spartisti
di sugosa speranza, io la mia,
come piccola mela,
avendola consunta
sino a torso
*
Claudio Modica
*
“Siciliano di origine, milanese d’adozione,
Claudio G. Modica è autore di alcune raccolte poetiche.
Suoi testi compaiono in antologie e riviste letterarie.
Numerose le partecipazioni a pubbliche letture.”
*

POESIA = ANTONIO SPAGNUOLO

"SENZA PIU' PAROLE!
Quando per l'ultima volta gli occhi tuoi
mi avvolsero in una nube di colori
ed il tuo corpo ebbe il sussulto timido
così come fanciulla,
le streghe sfrenate vennero a rinchiudermi
in un lacrima di sconforto.
Fu il gioco disperato della vita che sfugge,
il sole amareggiato, il desiderio irrefrenabile
che trascina a fatica all'impossibile.
Logorato dai sogni ho riempito la febbre
per ritrovare i miei anni di allora,
quelli che la bizzarria trascinava nelle stanze del mistero.
Ma senza più parole ho chiuso ogni poesia .
+
ANTONIO SPAGNUOLO

mercoledì 17 giugno 2015

SEGNALAZIONE VOLUMI = RAFFAELE PIAZZA

Alessia: vent’anni contati come semi.
- Alcune note sulla raccolta poetica Alessia di Raffaele Piazza- Ass. Salotto Culturale Rosso Venexiano
a cura di Valeria Borsa.
*
Chi è Alessia? Ma Alessia è vera?
E’ praticamente impossibile che queste due domande banali non affiorino alla mente, e altrettanto banale ridurre l’opera di Raffaele Piazza a tali interrogativi. Come se ci chiedessimo ogni volta: chi è Beatrice? Chi sono Lesbia, Laura o la Clizia di montaliana memoria?
Aggiungiamo tutte le figure femminili cui i poeti si sono in qualche modo ispirati, rivolti o hanno semplicemente personificato in esse l’essenza della poesia.
Alessia attraversa la vita ed il lettore attraversa la vita di Alessia; ne diventa spettatore finché non si confonde all’unisono con Alessia stessa, assumendone lo sguardo sul mondo. Bastino questi versi:
È il 1984, Alessia rosa vestita/attraversa lo spazio di un cortile/di rondoni d’argento a scrivere/contro l’immenso azzurro. (da Alessia e la vetrina)

Vi è un fluire dolce ed impalpabile del tempo che pervade l’opera, filtrato da sensazioni e condensato in attimi e in situazioni, fissate con puntuale precisione diaristica.
Individuiamo, infatti, almeno due livelli di lettura: quello del poeta-narrante, dell’aedo -oserei dire- che costruisce un poema epico di Alessia e quello della protagonista, colta nel suo appuntare gli istanti fotografici di vita (un giorno/d’aprile, il più bello dei mesi, / per trascriverne nel diario/ogni attimo da Alessia e i diari oppure risveglio di Alessia tra le cose/ di sempre, caldo del corpo/tra le spire del piumone, in un sogno/ bello da trascrivere nel diario, /residuo del sonno in quell’accorgersi in Alessia tra le cose di sempre).
Questi momenti fulminei eppure intensi coincidono con quella che per Lei costituisce l’unica ragione vitale: l’amore per Giovanni. E’ un tempo di accadimenti in luoghi anche ben definiti (Napoli, Ischia, Siena…, “E’ il 1984 scivola l’auto per le/salite di Assisi”): tante cartoline di Alessia che rivive i momenti nel pensiero, nel ricordo o in una dimensione di sogno/sonno (Alessia con l’anima di vetro trasparente/ nella sua politezza, nel differenziarsi dai /limiti del tempo, entra in galassie e ne esce/ rinnovata come nel sonno entrando senza sogni in Alessia e il 2012).
Questa dimensione del viaggio colora l’esistenza, ma in modo parziale perché -si notava- essa acquista senso solo con l’epifania salvifica, tutta terrena, tentatrice e passionale, di Giovanni. Altrimenti i giorni, le sere, le vie sarebbero e sono, di fatto, disadorni; un aggettivo inequivocabile e insistito in tutta la raccolta di Piazza, che non ci consegna assolutamente l’immagine di una giovane donna passiva.
Alessia è l’artefice dei suoi giorni, ne tesse la trama pur nell’inesorabilità degli eventi: Passano giorni disadorni/pari a polvere d’argento/a posarsi sulla tela lavorata/da Alessia nell’ansia serale in Alessia e la tela e pure citerei Sera senza peso, regola la luna le maree/Alessia tesse il tempo in grazia di giorni in Alessia e l’allodola.
Come per l’omerica Penelope, anche per la nostra eroina epica è soddisfatta l’attesa dell’amato: Giovanni nerovestito.
Monolitico appare, come un miracolo (poi attimo tra due istanti vede venire/ nerovestito Giovanni, perla o epifania/in un soffio di brina condensata sul vetro in Alessia e il greto del fiume) e un miracolato: non dimentichiamo l’origine etimologica del nome Alessia, colei che protegge.
Giovanni è l’attesa che si materializza, una presenza forte, sensuale, in grado di illuminare vita e testi; in essi predomina la luce bianca, chiara delle sere, e lampeggia il chiarore di luna sul corpo degli amanti.
La verticalità rischiara i paesaggi ed anche l’anima.
Dall’alto arrivano messaggi, avvisi, moniti, segni trasmessi da rondini, rondoni, gabbiani. Si tratta di uccelli/angeli salvifici dal canto che risuona intimidatorio nei momenti d’amore: con la pelle in attesa di gioia fisica e/piacere, nello scorgere del gabbiano/frontale il volo e ascoltarne la parola:/ attenzione! (come in Alessia e l’albereto). Nella stanza dell’amore carnale, che è anche l’Albergo degli Angeli, danno la percezione dei limiti, la coscienza dei rischi, del disincanto perché Alessia sa che l’abbandono comporterebbe gravidanze inattese - forse sperate, odio/amate- o la perdita di Giovanni (tanto non mi lascia così persuade e rinfranca costantemente il suo cuore).
Vorrei tornare a questo punto su quel carattere epico che ho attribuito alla raccolta di Piazza.
La forma, ricca di formule, epiteti (Alessia rosa vestita, oppure regina delle pesche …), immagini iconiche quasi ricorrenti (Alessia grano dei capelli, occhi di Madonna, azzurro limpido…) supporta il contenuto, i nuclei tematici che volutamente sono evidenziati da scansioni ritmiche, quasi a ritornello insistente e regolare.
Così sono reiterati vari particolari: la stessa fissità dell’attimo, (E’ il 1984), la pienezza di una giovane vita e le sue ansie (venti anni/contati come semi), l’appiglio ad un amore, all’amicizia, uno scrollare continuo di spalle nonostante i sinistri presagi di futuro.
Alessia rappresenta tutto il rosso sapore della vita nella sua umanità terrena, da cogliere e suggere a pieni morsi come fragole e pesche, frutti così tenacemente presenti nei versi, isolando matrimonio, figli, responsabilità in un futuro anteriore (Tutto accade. Alessia rosa vestita/per la vita nell’attesa dell’incontro/ tende ai petali del fiore d’arancio, /matrimonio nel futuro anteriore /della vita che la contiene in Alessia e la luce). Forse anche nel 2012 o 2014, verso la fine del “poema”, quando la maturità dovrebbe essere raggiunta.
Ma quale maturità? Che cosa è Bene?
Alessia pensando al futuro (ansia stellante a sommergerla/nell’inalvearsi col pensiero/ nella radura del futuro, anni/a manciate ad attenderla al varco), si chiede: Se il bene è nel domestico/ riposare e attendere o studiare/ e lavorare (in Alessia e il futuro).
Così anche noi restiamo di fronte a questo emblematico interrogativo senza una vera età, mentre ripercorriamo e contiamo i nostri anni come semi, sfogliando il canto e l’avvolgente danza di vita di Alessia, colei che protegge.
Valeria Borsa

lunedì 15 giugno 2015

POESIA = ANTONIO SPAGNUOLO

"MERAVIGLIE"
Caduto il tempo delle meraviglie,
il tempo in cui cedesti fantasie,
ogni sorriso, ogni colore , ogni ombra,
quasi un urlo che avvelena il giorno
cercando disperatamente l'immagine
dell'arcobaleno.
Ho il terrore
che mi costringe a bruciare nel racconto.
Tua la confusione che protegge il mio turno,
deriso per la solitudine
e nella quale ogni mattina piango la malinconia.
Inganno che somiglia alla nuvola ingorda
capace di segnare l'attesa
fingendo di perdere occasione.
*
"SILLABE"
Sempre eguali le sillabe sospese
per lacerazioni e tremori
nel volgere ostinatamente il rischio
giorno dopo giorno
di preghiere che non hanno il senso
delle sospensioni.
Ho imparato a diffidare della memoria
aggrappato alla paura di sciogliere
qualunque desiderio abbia un amante,
per non averti più fra le mie mani
a spartire la notte
sempre pronta a coinvolgermi.
*
a
ANTONIO SPAGNUOLO

domenica 14 giugno 2015

POESIA = CARLA BERTOLA

"IL CAPO VERSO"

verso cosa ?
verso chi ?
verso dove ?
IL CAPO VERSO

verso cosa ?
verso chi ?
verso dove ?

Il Capo Stazione lo sa :

Il Capo fila
verso

versi ficcati di tra verso le tra versi ne
in versi one & two

Scusate se imper verso se mi verso
o ti verso un verre per brindare
all’uni verso
intanto attra verso per
scansare il per verso
e con verso con l’intro verso
a Capo rett0

Punto A Capo
*
"GLI ASTRI"


Anzitutto gli Astri si distinguono per i diversi colori :


BLUASTRO ROSSASTRO GIALLASTRO

e così via

Inoltre sono stati identificati i seguenti Astri :


gli ASTRIngenti l’ ASTROnomo il gASTROnomo

il pollASTRO il disASTRO il biondASTRO il fratell’ASTRO

il figliol’ ASTRO oltre al medic’ ASTRO e il sord’ASTRO che,

assieme, formano la galassia della catASTROfe ASTR’ U.S.A

oltre ai ben noti gastrite, alabastro, impiastro, dolciastro,
incastro, vorremmo evidenziare l’astrazione dell’astronave e il giovinastro poetastro, il pedantastro, nonché l’astro fico e l’astro grafia, con l’astro logo, l’astro labio, l’astro lago e l’ ASTRA KAN
*

"LEZIONE DI ASTROLOGIA"

Astratto I

Il medicastro ordinò un impiastro astringente all’astronomo

sordasto, figliastro del poetastro

E’ un po’ troppo dolciastro questo pollastro – disse il fratellastro

gastronomo – per la mia gastrite


Astratto II


(l’astrazione si svolge sull’astronave)


Un giovinastro pedantastro dal colorito olivastro e il capello

biondastro ha un astrolabio di alabastro ad incastro

Mangia astro fichi sull’astro lago, scrive in bella astro grafia

astro loghi ad astr’uso dell’astrakan

emigrato in U. S. A
**
CARLA BERTOLA











SEGNALAZIONE VOLUMI = ANGELA GRECO

ANGELA GRECO : “Attraversandomi” – Ed. Limina mentis – 2015 – pagg. 60 - € 10,00 –
La poesia diviene messaggio , diviene figura, in un viaggio metafisico e nello stesso reale , fra le strade, i reperti , le meraviglie di Roma, pagina dopo pagina , quasi commento ritmato e musicale alle fotografie che arricchiscono numerose questo volume- L’obiettivo puntuale ed attento mostra particolari suggestivi che cerano di raccontare aspetti o momenti , ricordi o sorprese , particolari storici o incursioni contemporanee, nella candida meraviglia dello scatto. Le poesie accompagnano con luminosità le improvvise visioni e raccontano gli stupori dei colori , gli incanti del passato , i segni delle incisioni del tempo che fluisce inesorabile , la limpida incredulità delle piazze , dei balconi , degli anfratti , in una corsa perdifiato capace di coinvolgere e ammaliare. La poetessa riesce a tessere con personale armonia versi lunghi , versa cadenze prestabilite , quasi a voler raccontare ciò che dall’intimo riaffiora nell’accarezzare gli stupori della città. Il tocco moderato della musicalità si adagia tra le strade , i sampietrini , le statue , i palazzi , le architravi , i monumenti , i ruderi , il fiume, i rampicanti , il sussurro illusorio. ANTONIO SPAGNUOLO -

mercoledì 10 giugno 2015

RIVISTA = I FIORI DEL MALE

I FIORI DEL MALE --anno X - N° 61 - maggio-agosto 2015-
Sommario :
LETTERATURE -
Roberto Maria Siena : Intervista impossibile a Giacomo Leopardi
Gianni Antonio Palumbo : Senso d'alo
Paolo Carlucci : Dagli stracci sbocciarono gemme e ghirlande nella poesia si Tudor Arghezi
Merys Rizzo : Rubrica "Appunti"
Daniela Quieti : Orfeo tra presente e passato
Andrea Mariotti : La poetica di Giorgio Caproni
Fausta Genziana Le Piane : Il più sfrontato caso di plagio della letteratura Alexandre Dumas e Edgar Allan Poe
Francesco de Napoli : Civiltà delle macchine e del miracolo
Domenico Cara : Abitare l'intelligenza del verso nel libro "Le mie strade" di Giovanni Chiellino
Sabino Caronia : Belli e d'Annunzio
Franco Campegiani : Marino Piazzolla
Monica Martinelli _ Intervista "La parola e il corpo"
Giuliana Lucchini : Monologo di Piazzale Loreto
Silvana Folliero : Allegorie-spunti critici
Roberto Pagan : "Rubrica"
Emerico Giachery : Il mare delle nuvole
Plinio Perilli: Che cosa resta dei nostri amori
Sonia Giovannetti : Il tempo della poesia visto con occhi di meraviglia
Lucia Schiavone :Nicola Schiavone unnartista affascinato dalla classicità
POESIA -
Francesca LO Bue / Themistoklis Katsaounis / Marco Ignazio De Santis / Sabino Caronia/
Antonio Spagnuolo / Massimo Pacetti / Ivan Pozzoni / Tiziana Marini
LOSCAFFALE -
TAVOLE FUORI TESTO di Mario Moretti , Adriano Gentili , Diego Nocella
Riferimento : antoniocopola_047@fastwebnet.it

SEGNALAZIONE VOLUMI = MELANIA PANICO

MELANIA PANICO : “CAMPIONATURE DI FRAGILITA’ ” .- Ed. La vita felice – 2015 – pagg. 56 - € 10,00 –
L’energia che a volte si sprigiona dalla poesia , intesa come parola da dirsi con enfasi e violenza, è una energia vitale che riesce a smuovere sentimenti nascosti , illusioni taciute , figure da scolpire , pensieri troppo spesso inascoltati , sussurri taciuti , in un vortice di musicalità che rende urgenza nel dettato e necessità del compiuto. Così avviene in queste liriche , che la giovanissima Melania offre in un elegante procedere di incontri , abbagliante serie di momenti e incisioni che non cercano inganni da scoprire.
“Fermenta l’aria adagiata alla porta: / la stanza è il luogo delle idee immature./ Può dirsi fretta rincorrere le ciglia con le dita / eppure anche qui riconosco la mia pace/ l’incedere silenzioso del battito sulle vertebre …” Il respiro è tenue e le stanze brillano di luce propria per custodire nel tempo i ricordi o i sogni che ci inseguono quotidianamente, e la poesia diviene stupore per le visioni, gemmazione aurorale per i silenzi dell’amore, impressioni di fuoco tra le ombre dell’incerto. ANTONIO SPAGNUOLO -

sabato 6 giugno 2015

SEGNALAZIONE VOLUMI = FRANCESCA BIANCHI

FRANCESCA BIANCHI : “Luci e ombre” - Edizioni Orizzonti Meridionali- 2014 – pagg. 80 - € 8,00-
Opera prima , con la quale la giovane Francesca Bianchi ricama un tessuto pregevole e delicato , tra pagine che hanno il dono della musicalità e della semplicità , per la quale la lettura rimane quasi sempre a livelli di alta sensibilità. Il dolore per la perdita del padre incide nella stesura di moltissimi versi e il valido bagaglio culturale che compare ne puntualizza i ritmi. “… per me la scrittura – dice la poetessa nella presentazione – ha rappresentato una confidente, elemento essenziale di un colloquio che non ho mai smesso di condurre con me stessa, un colloquio intimo teso a rivelare alla mia anima le tante sorprese piacevoli che si possono profilare quando meno ce l’aspettiamo: un incontro, l’elaborazione positiva di un vissuto doloroso, la svolta che abbiamo tanto atteso, le rose ed i fiori che sappiamo a priori non ci sono , ma che possono sempre spuntare.” I ricordi hanno il passo lento del pensiero , in quei momenti in cui la mente cerca rifugio nell’illusione , e cerca un elemento che bruci e riporti tepore. La tristezza ha il passo falso dell’inganno, dell’indifferenza , della paura, e potrebbe arrendersi al tocco : “Ora se vuoi puoi anche gridar forte, / ma di grosso ti sbagli ,/ se credi di farmi ancora male.”
Non c’è favola che possa diradare il buio e nei silenzi la parola della poesia cerca di demolire le incertezze e le contorsioni, nella generosità di un afflato distillato ed elegantemente forgiato.
ANTONIO SPAGNUOLO

POESIA = RAFFAELE PIAZZA

"Alessia esce dalla nebbia"

Pomeriggio fiorevole per Alessia
nell’intessersi i pensieri con del
cielo il cobalto, intensità di tinta
da turbarla. Si sfioccano nuvole
grandiose in forma di cavalli e
delfini. Le vede insieme a
Giovanni, telefonata marina,
lei a Parco Comola, lui a Via
Petrarca. Visione duale nel
condurla il cavallo a farsi leone,
i delfini angeli, nel lieve
panneggiare della mente rosa.
E in men che non si dica urla
il gabbiano: attenzione!!!
*
"Alessia e la felicità stellante"

L’ossigeno per di Alessia
l’anima di 18 grammi
respirato al Parco Virgiliano.
Felicità a stellare ragazza
Alessia nell’interanimarsi
con la sera di cobalto cielo.
Luna, ostia di luce sospesa,
Venere prima stella con
di Giovanni la storia dei baci
Entra nel nero dell’auto
ragazza Alessia nuda fa
l’amore secondo natura.
Pensa al viaggio, al tempo
al tempio e alla città.
*
"Alessia conta le stelle"

Miriadi di stellemargherite
il cielo ad infiorare. Attimo
mistico e sensuale per ragazza
Alessia nuda nel letto
dopo secondo natura l’amore
fiorevole. Ebbrezza dei sensi
di Alessia nel del pensiero il
trasmigrare in istanti inazzurrati.
Paesaggio iridato, anima
di pace occidentale di 18 grammi.
Dietro le cose un barlume
di vita nel guizzo del lampo
se è storia dei baci infinita.
Si ricompone il sembiante
nel panneggiare di ali
di angeli nello scrivere con
le nuvole: bella è la vita.
*

"Alessia e l’anima magica"

En plein air situata ragazza
Alessia intravede una nuvola
grandiosa nell’azzurro
campita nell’entrare nell’anima
magica di Alessia a rinfrescarla.
Alessia chiara nel giorno
consecutivo (quello precedente
non torna). Un coro di gabbiani
nordica essenza cielo – mare.
Partono le rondini dall’ovest
della vita a rasentare di Alessia
di 18 grammi l’anima. Si aprono
del pomeriggio i cancelli,
entra Alessia con il sogno.
urla il rondone: non svelarlo!!!
*

"Alessia tocca la stella cadente"

Sera di albereto per ragazza
Alessia dove era già stata.
s’increspa la vita (la notizia
è una sorgente, la voce
per telefono di Giovanni:
fatti bella domani faremo
l’amore all’albergo degli
angeli). Piano il vento
tesse una musica divina,
la chiesa dei responsi scampanio
trasparente.
Campagna e cade la stella,
la tocca Alessia pari a un
talismano.
*
Raffaele Piazza

SEGNALAZIONE VOLUMI = DOMENICO CARA

DOMENICO CARA : “L’impertinenza del presente” _ EDB Edizioni – 2014 – pagg. 80 - € 8,00-
Un rincorrersi di riprese, che tolgono l’immobilità del pensiero e della memoria , attraversa trasversalmente l’esperienza poetica che in questo volume eccelle per la sua ormai consolidata consistenza culturale e critica. Domenico Cara presenta sempre qualche illuminata ed illuminante novità in versi , ed anche questa volta il suo scandaglio affonda nelle conoscenze intrecciate, nella auto-scopia intellettuale , nelle delicatezze dei passaggi , quasi sempre immerso nei riferimenti contemporanei, compatibili con la leggibilità piana e discreta. Il ricordo diviene bersaglio che incide sul presente, nel ritmo che trasporta oltre il muro , oltre le nullità che si accumulano nell’errore dell’ “avventura breve”. Il poemetto centrale “L’impertinenza del presente” , che poi da il titolo al libro stesso , si stempera in un continuum sociale, quasi esplorazione “per una muta felicità (o astio improvviso)” che cerca di astrarre legge, libertà , segreti , politica ,utopia per serpeggiare nelle interrogazioni del monologo. Eleganza ed erudizione si stemperano nel ritmo serrato dei versi.
ANTONIO SPAGNUOLO ---

venerdì 5 giugno 2015

SEGNALAZIONE VOLUMI = ROSSANA BUCCI

ROSSANA BUCCI : “Petali di me in volo” – Ed. Secop Start 2014 – pagg. 120 - € 10,00 –
La poesia di Rossana Bucci si intreccia alle variopinte fascinazioni del vissuto , nella scommessa e nell’illusione di infiniti orizzonti che creano il flusso grazioso di un linguaggio del tutto personale e gradevole.
L’amore in primo abbandono , nel ricordo e nella luminosità del ritrovamento , un istante che dura infinito nella pura essenza del desiderio. Il corpo nella sua fragilità umana e sospesa nella eleganza del possedere. Il tempo ripetuto e diverso , nella sua scardinata essenza di vacuità e di filtro di uno spazio. Il dubbio , che nel dolore brucia ed abbandona per teneri legami memoria.
“Rossana Bucci – scrive Oronzo Liuzzi nella prefazione – voleva vedere oltre, a scrutare nuovi emisferi , a donare i suoi dorati petali di fiori , a donarsi alla libertà della vita, voleva vedere crescere e fortificare e assaporare tutto il bene possibile e trovare nuovi gratificanti percorsi e chiedersi e capire e cambiare rotta. La Sfida.”
Una raccolta di versi fondata sulla continua partecipazione emotiva, nel controllo delle stesse emozioni, per un ritmo che turba e coinvolge, che affronta domande e cerca inaspettatamente verità nell’ombra delle sfumature.
ANTONIO SPAGNUOLO

SEGNALAZIONE VOLUMI = RAFFAELE URRARO

RAFFAELE URRARO : “LE FORME DELLA POESIA” – Ed. La vita felice – 2015 – pagg. 228 - € 18,00-
Ventitre saggi , mirabilmente realizzati , per alcuni poeti , noti e meno noti , che operano in Italia , e formano un manipolo di indiscussa severità. Panorama interessante , anche se parziale , delle forme attuali del fare poesia, che presenta in ordine alfabetico : Lucianna Argentino, Pasquale Balestriere , Matteo Bonsante , Franco Capasso , Domenico Cipriano , Floriana Coppola , Mariastella Eisenberg, Luigi Fontanella , Rubina Giorgi , Claudia Iandolo, Eugenio Lucrezi , Rossella Luongo , Ketti Martino , Cinzia Marulli, Giampiero Neri , Rita Pacilio , Gerardo Pedicini , Raffaele Piazza, Anna Ruotolo , Antonio Spagnuolo , Rossella Tempesta , Giuseppe Vetromile , Salvatore Violante.
Per ogni autore Urraro ha steso un breve saggio , condotto con esperienza culturale del tutto personale, con filtraggio espressivo sostenuto e di grande efficacia. Per ogni autore inoltre si offre una testimonianza di testi , scelti dalle opere esaminate. Un vero e proprio percorso, un viaggio stimolante per un autentico momento di riflessione e di conoscenza. Arricchiscono il volume le pregevoli note biobibliografiche.
ANTONIO SPAGNUOLO