Marisa Cossu legge: "ALESSIA" -di Raffaele Piazza
----Alessia è una figura epifanica. Si manifesta nel realistico viaggio di un continuum spazio-temporale in cui l’accaduto incontra un divenire coincidente fatto di sensazioni, pensieri, desideri ed emozioni. Lo spazio e il tempo della parola scritta seguono il ritmo del vissuto e del percepito in ricordi, descrizioni e visioni confluenti in un poema.
È il poema di Alessia, la sua storia circoscritta, eppure vasta, sullo sfondo di una versificazione-narrazione efficace, snella e fresca; L’ Epifania della fanciulla riesce a superare il mutismo dell’essere nell’accaduto, brillando in una realtà avventurosa dove sono presenti risposte non dette, fantasie che si realizzeranno nel tempo, gioie del corpo e dell’anima.
“Il sei gennaio di Alessia/ trepida nel freddo dell’aria,/ e sta infinitamente nella camera/ad angolo con il tempo”.
Sincronia e diacronia si affacciano sulla scena rivelatrice della fiaba di Alessia. “… e ci sarà raccolto”. Nel frattempo, sull’esistito occhieggia il futuro come in una nebbia di speranza: Epifania di Alessia e del poeta in attimi di meraviglia. Raffaele Piazza nel nome, nell’animo e nelle azioni della protagonista, legge sé stesso: Il discorso di fondo è psicologico, sotteso alla presenza leggera, eppure pervasiva, di Alessia “nel chiaro mattino del tempo della vita”. Coinvolta nel paesaggio globale del poema ed attrice fondamentale, ella è una creatura sospesa ai tratti variegati ed erranti dei grandi temi dell’amore, della vita, del viaggio. Qui sono gli accenti delle cose imperfette, delle giovanili aspirazioni, di ciò che dovrà avvenire al momento del “raccolto”, lessema ricorrente nella chiusa delle liriche. Scrive il prefatore:“Non la lingua né i codici linguistici distinguono nettamente tra realtà e sogno”.
Percezione e visione coincidono nella genesi di questa poetica. Si percepiscono i tratti letterari nudi ed essenziali, tradotti in un linguaggio contemporaneo che sgorga fluente dalla mente e dalla psiche del Nostro. “I versi denotano una lunga sedimentazione personale e letteraria” e leggendo le dediche ad Alessia, corrono accanto le muse cantate dai poeti: Laura, Fiammetta, Lesbia, Ermione, Silvia, Delia ...
Alessia è ragazza del suo tempo con i turbamenti e le aspirazioni proprie dell’età e del modo di sentire contemporaneo; la si sente vicina, la si comprende, se ne riconoscono i segni della libertà “nell’elaborare la tela della vita”, l’attaccamento a Giovanni “nerovestito” quasi in contrapposizione al rosa amato da Alessia. Giovanni è l’amore, l’idea dell’amore, e la sua corporeità riveste scarso rilievo se non per le gioie godute dalla protagonista nelle alcove degli incontri dove volano gli auspici di colombe e gabbiani. Di rilievo emozionale e letterario è, di contro, l’approccio all’amore senza riserve provato dalla protagonista con gli slanci e la passione degli anni adolescenziali, senza sé, senza ma. Questo è il tempo del futuro, la topologica linea temporale su cui avanzano attraverso flussi di realtà e ricordi, fughe e ritorni di restituzione. I viaggi con Giovanni, le amiche, gli esami, l’immersione nella natura, il futuro:
“Venti anni contati come semi/ sul filo delle cose di sempre/ sguardo al vetro di balcone/ sul mare e vedere in quel visore/ il futuro: (ansia stellante a sommergerla) …”
E nulla appare irrazionale, posto in un logos altro di ricerca e desiderio di essere e di realizzare obiettivi semplici. Alessia e il diploma, Alessia all’Università, Alessia allo zoo, Alessia e l’amicizia, Alessia e le ricorrenze natalizie, Alessia e la musica, Alessia e il matrimonio:
“Poi in quel treno veloce/ nelle coste dell’Austria,/ con sinfonia di Mozart/ nell’anima e nel corpo/ (l’ha sentita con le cuffiette/ al bar della stazione),/ in quell’immedesimarsi stellante/ con la pagina delle Affinità elettive, nel chiedersi il seguito/ e se sia uguale a Giovanni … /” Il poeta entra nelle pieghe dei desideri con la leggerezza della fiaba, le parole suggeriscono immagini ai limiti del sogno. Alessia “sta” negli infiniti stellari, nei brividi delle gioie amorose, nell’incontro con le occasioni e gli eventi della giovane vita. I versi sono sottoposti all’andamento percettivo della memoria: “Alessia rosavestita, regina delle pesche”. E Alessia entra nelle cose, ne fa parte, ne è inondata; è mare, viaggio amore; ne mostra i sintomi.
“Si spezza la luna come pane/ di luce intermittente nel cosmo/ della luce avvicendata ai paesaggi/ nelle fonti serali che non viene a vedere/ poi si bagna la sera le cose di sempre/ entra Alessia nel Mediterraneo”.
Tra le cromie dell’Opera, spiccano sfumature sempre rivolte a celebrare i temi di un erotismo gentile, intenso, gioioso, scaturito dall’approccio vitale e disinibito di Alessia nei rapporti con il suo Giovanni. In ogni lirica si avverte il profumo della carnalità attraverso cui il poeta dà vita alle emozioni dei protagonisti; ma si tratta di una corporeità naturale, elegante e raffinata, vissuta con la trasparente purezza della primavera.
“Sono venute le gemme/ sulla, trasfigurazione dei rami/ e immensità/ e gli angeli nell’invisibile/ panneggiare, quando fa l’amore/ con Giovanni/”.
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Marisa Cossu