giovedì 30 marzo 2017

SEGNALAZIONE VOLUMI= LUIGI BALOCCHI

Luigi Balocchi – Atti di devozione
puntoacapo Editrice – Pasturana (Al) – 2016 – pag. 93 - € 12,00

Luigi Balocchi è nato a Mortara nel 1962. Ha pubblicato vari romanzi e diverse sceneggiature e ha riportato dei premi letterari.
In poesia ha pubblicato “Appunti per la grande Carestia”, 2014.
“Atti di devozione” è una raccolta non scandita e i suoi componimenti sono tutti forniti di titolo.
Tema centrale del libro è quello della descrizione e interiorizzazione dell’amore e della sessualità intellettualizzati e vissuti come riscatto sul male di vivere, il tempo e la quotidianità.
Il poeta si esprime attraverso una parola gridata nel suo tendere all’estasi, frutto del vissuto, che si coniuga all’immaginario di una fortissima sensualità, una grande carica erotica.
A livello stilistico e formale il testo presenta una forte compattezza e i componimenti raffinati e ben cesellati emergono come il risultato, l’esito, di una notevole coscienza letteraria.
Le composizioni, costituite da versi eterogenei per lunghezza, dei quali anche i lunghi hanno un’ottima tenuta nel loro debordare, sono armonici, icastici, luminosi e scattanti nella loro leggerezza e velocità.
Altra tematica del libro è quella della corporeità dell’io – poetante che, a volte, fisicamente smembrandosi, si fa parola, poesia appunto.
Quanto suddetto avviene in Il Dio smembrato nel cui incipit il poeta afferma:-“Ecco il mio piede sinistro, ecco le mie mani, l’occhio/ appeso a un cespuglio,/ le dita ad una ad una conficcate nella terra/ E quella è la mia lingua che stan mangiando i cani,/ il cazzo tra i denti di chi ha fame/”-.
Proprio attraverso la descrizione della frammentazione del corpo stesso e del presunto dolore fisico susseguente, il poeta crea immagini forti, ma sempre controllate pur nella loro indiscutibile violenza.
Tale carica di sensuale fisicità si riscontra spesso anche nel rivolgersi dell’io – poetante ad una figura femminile:-“Se mi avvicino è per leccarti il cuore./ Colarti nel sangue/…”.
Nella gioia dei sensi, che emerge dal colloquio con l’amata, Balocchi tende a fondersi nell’anima e nel corpo con il tu destinatario dei suoi versi, proprio secondo il detto biblico e saranno una sola carne.
E nella carnalità venata di mistico ardore il poeta descrive luminosi papaveri sferzati dal vento e numinosamente l’istante, l’immenso, spazio – tempo salvifico e salutare dove fare l’amore con assoluta libertà nella certezza di una duale redenzione che ha qualcosa di sacro.
Del resto misticismo ed erotismo sono gli estremi di una stessa catena e questo Luigi Balocchi lo sa molto bene.
E non a caso parla del suo coraggio, dell’allegra sfrontatezza della sua etica pornografica.
C’è una vena ottimistica nella poetica di questo originale ed abile autore che pur nominando immagini visionarie, che sembrerebbero violente, riesce a ritrovare anche l’incanto sia pur nella ferocia dell’amore.
E quell’afflato mistico erotico trova la sua esemplificazione nei versi:-“/Mi abbandono, forte vivo, dentro, benedetto in te/”.
*
Raffaele Piazza




mercoledì 29 marzo 2017

SEGNALAZIONE VOLUMI = GIOVANNI PERRI

Giovanni Perri – “e mi domando la specie dei sogni” -
Terra d’ulivi edizioni – Lecce – 2017 – pagg. 95 –
*
Giovanni Perri è nato a Napoli nel 1972. Ha pubblicato poesie su molte riviste cartacee ed on-line e ha vinto due primi premi in concorsi di poesia.
“e mi domando la specie dei sogni” è un titolo programmatico che sottende una scrittura onirica e visionaria come lo sono i sogni stessi nel viverli nello stato di sonno ed anche ad occhi aperti.
Fin dagli albori dei tempi i sogni hanno colpito l’immaginazione dell’essere umano e chiedersi la specie dei sogni stessi, come fa Giovanni Perri, per ciascuna persona, è un compito intenso e ricco di stimoli.
I sogni sono stati oggetto di studio di Freud, che li leggeva come proiezioni di desideri e di Jung che li considerava in modo mistico – magico come premonitori secondo la sua teoria della sincronicità.
Se ci caliamo nelle atmosfere descritte da Perri sembrerebbe più intonato al suo sentire l’approccio junghiano e infatti molte poesie prendono le mosse proprio dai sogni stessi, senza determinismi o chiusure alla fantasia di stampo freudiano.
Il testo non è suddiviso in scansioni e tutti i componimenti sono forniti di titolo. Presenta una postfazione ricca di acribia di Ivan Ferrari.
Programmatico la composizione di apertura a partire dal suo titolo allusivo: Vi dico. Questa poesia, nel rivolgersi dell’io – poetante al lettore con un tono connivente e profondo, esprime efficacemente il senso della scrittura stessa a partire dall’incipit: “- avrei un tavolino pieno di concetti/ e di poesie giocattolo per farvi divertire/ un piede per darvi direzioni… “.
Nei suddetti versi il poeta s’improvvisa, con una certa dose di ironia, guida di coloro che lo leggeranno, nel riflettersi, nel ripiegarsi della poesia su se stessa in un gioco di specchi affascinanti.
L’io – poetante si esprime con immagini di solito chiare e le poesie sono sempre affabulanti e cariche di una certa carica intellettualistica.
Il poeta invita i lettori a leggere e scrivere e chi legge deve immergersi nella pagina per recepire il messaggio profondo, raffinato, ben cesellato ed avvertito.
Versi icastici, tutti efficacemente risolti spesso in un unico respiro e ottima è la tenuta anche di quelli lunghi debordanti e intensi.
Poetica antilirica quella del nostro nella quale l’io – poetante è molto autocentrato e in una poesia alta, intitolata Due, il poeta afferma nella chiusa:-“…fossimo dell’impresa di capirci veramente…”.
I suddetti versi, rivolti ad un’interlocutrice femminile, della quale ogni riferimento resta taciuto, è costituita da parole esatte ed acuminate nelle quali il Nostro esprime l’idea di fondersi, di provare insieme alla donna le stesse sensazioni all’unisono:-“… /e ti raccolgo e ti sento/ mio albero/ mio teatro invisibile/…”.
Il poeta è conscio della carica di pensiero divergente che è connaturata alla poesia stessa, eleento che emerge nel componimento La mosca nel quale Perri s’identifica nell’insetto che diviene simbolo del poeta stesso. Infatti qui Giovanni afferma che suo compito, mestiere è quello di rompere gli assi cartesiani, centrare rovelli poetici e di essere l’assente di turno.
Vagamente underground il discorso del Nostro che trasferisce con eleganza in poesia emozioni gridate e nello stesso tempo sorvegliatissime.
*
Raffaele Piazza

martedì 28 marzo 2017

SEGNALAZIONE VOLUMI = ANNA SANTORO

ANNA SANTORO : "LA QUINTA STAGIONE" Ed. Kairòs , Napoli - 2017 - pagg. 126 - € 12,00 -
Anna Santoro confessa la sua fedeltà alla poesia coinvolgendo il lettore su aspetti comuni della esistenza e dell’esperienza quotidiana, e della cromatica significazione dei versi, con un linguaggio non sempre semplice , ma capace di penetrare nell’essenza del pensiero , e specularmente ella apre spazi vivaci e luminosi con la scrittura accorta di laboratorio. Il testo perlustra i contatti a volte ingenui , a volte altamente profondi , nella tonalità musicale , della metrica e della conciliazione sintattica , qui campione originale della parola poetica che ricuce e sollecita le ampiezze di sfaccettature. Scorrere le pagine di questo volume è come penetrare in uno spazio utopico nel quale la realtà rompe barriere e la fantasia ricuce tessuti. Una fiducia totale di ripercorrere emozioni e illusioni , tensioni carnali e sigilli di memorie. Il libro , in elegante veste tipografica propone due nuclei densi di poesie inedite e ben sei capitoli di testi estrapolati da volumi precedenti. Un viaggio , insomma , ricco di sorprese , se scorriamo le varie inquietudini di una ricerca culturale di tutto rispetto, avvinti da una variegata completezza umorale ed emotiva . Il colloquio che Anna Santoro introduce veicola rappresentazioni ed emozioni che riescono ad alimentare sicurezze psicologiche , uncinature intellettuali , flussi di modulazioni varie. L'immaginario diventa qualcosa che rompe barriere e cresce nel potenziamento personale del verso.
ANTONIO SPAGNUOLO

sabato 25 marzo 2017

NOTA DI LETTURA = PER ALESSIA

Nota di lettura per “ Alessia” di Raffaele Piazza
Alessia è al centro, osservata e letta, immaginata nelle sue emozioni, in un diario scritto da altri. Lo scorrere del tempo scandito in colori, ansie e transiti, la vede fluida nella sua quotidianità, quasi si attraversasse incorporea. Eppure la scuola, l’amore e il viaggio danno senso allo scorrere delle ore, ai fatti vissuti. Proiettata in uno specchio non suo, vive al di fuori di sé nell’interpretazione somigliante d’un anno lontano e attuale. Il racconto poetico la muove come una pedina, la scopre nelle sue tappe, indaga le mosse, trae conclusioni. E Alessia si svincola, in una sua strada parallela, libera da ogni parola. Ma gli angeli cadono e il tempo è fermo . Nel dipanarsi dei giorni qualcuno ricompone i fili che daccapo si annodano in ritorni così i tempi si accavallano in ripetizioni d’ abiti rosa e visioni teatrali dell’anno statico. Eppure Alessia cresce nella pagina come in un sogno ricorrente di presenze, in sospensione di accadimenti futuri e scivola imprendibile verso il destino. L’azzurro e il rosso confinano come il bene e il male nell’incantesimo d’un quotidiano versificato e l’ombra di una presenza che “sa”, l’accompagna. E’ l’autore o l’interprete del difficile compito di rendere la realtà di Alessia, surreale.
Liliana Ugolini 2017

giovedì 23 marzo 2017

POESIA = ANTONIO SPAGNUOLO

"SOLITUDINE"
Cos'altro che le dita a riposarmi?
Dalla mia solitudine
alle faville del tuo sorriso , il sogno
strappa le membra ad una ad una.
Cercando l'ultimo abbandono
fra le carte ingiallite
e le ciglia , e il pallore
che s'allarga nel fiato,
in questo passo ingigantisco le ombre,
taglio le fiamme del silenzio,
ed i pensieri del giorno,
che autorizzano il canto o la paura
della tua lontananza.
Per decifrare il dono
solo memoria calpesta nel timore.
*
Antonio Spagnuolo

lunedì 20 marzo 2017

POESIA = RAFFAELE PIAZZA

"Alessia getta un sasso nel lago"
*
Pace azzurra di Alessia
a trasmetterla il lago a
entrare negli occhi e arrivare
all’anima. Albereto adiacente
di eucalipti dove ieri ha fatto
l’amore con Giovanni.
Studia Petrarca ragazza Alessia
“In vita e morte di madonna
Laura”. Domani per la vita
l’interrogazione nel folto
della scuola. Prende in mano
Alessia un polito sasso
e nel lago lo getta, chiede
ai cerchietti di non essere
lasciata.
*

"Alessia appassionata"

Sera di profumi di fiori
da rinominare per Alessia
nuda allo specchio dell’anima.
Si veste Alessia come
una donna (slip e reggiseno
rosa confetto e gonna corta
cobalto di cielo e a quadri
camicetta, scarpe nere
con i tacchi alti).
E’ già bagnata Alessia
nell’attesa del prossimo
letto e aspetta Giovanni
per l’amore. E’ appassionata
Alessia calda e sudata
mentre della casa tra le piante
donna dei boschi,
squilla il campanello.
*

"Alessia nuota nel lago"

Fresche acque del 18 marzo
immersa Alessia in fisica
gioia nella storia dei baci
che continua. Attimi rosapesca
nell’intessersi con il liquido
elemento i pensieri. Alessia
nuota prima della felicità
dell’amore rosso con Giovanni
nel campo di grano.
S’inalvea Alessia sulla riva
nel trarre profana serenità
da uno sguardo al canneto
e alla sorgente.
*

"Alessia e la luna sorgiva"

Luna lamina, ostia di platino
per ragazza Alessia
nell’improvviso scorgerla
nella nera auto nel fare
l’amore con Giovanni
nella sera. Finestrino d’aprile
verde in scena dell’anima
servita fresca all’amato. Fuori
dell’ossigeno i pini del risveglio.
Il Parco Virgiliano, campo
di giochi protegge Alessia
e Giovanni nelle devozioni
senza fare bambini.
*

"Alessia e l’incontro"

Passa dove era già venuta
Alessia, Corso Umberto
del sole ad accadere come
una forza arcana nel multietnico
vocio (i neri, i bianchi,
i cinesi e i giapponesi).
Attimi senza tempo nel
riavvolgere della vita il filo.
Lo vede venire, lui l’amato,
per adornati momenti degli
occhi negli occhi. Poi il bacio.
Liquida Alessia attende la
gioia prima di aprire del dono
il pacchetto.
*

"Nuova gioia di Alessia"

Poi nel meriggiare all’aria
aperta sul bordo del Mediterraneo
dove ha acceso una candela
ragazza Alessia nell’iridarsi
del paesaggio in nuove tinte
pari ad olio colori di natura,
la nuova di Alessia gioia
nelle cose dell’amore. E
si è fatta bella Alessia con
rimmel e rossetto nel proseguire
della vita da una provenienza
di sorgente e il raggio blu
del cielo per l’estasi dei baci.
*

"Alessia e i cieli della sera"

Sempre i cieli azzurri
di carta velina sospesi
nella sera per Alessia
al varco del jet della
speranza della bianca
scia. Incantesimo intatto
per l’inseguirsi dei giorni
la sera precedente
che non torna oltre
delle cose per continuare
della gioia il raccolto
del grano del campo
del profano amore.
*
Raffaele Piazza

domenica 19 marzo 2017

POESIA = V. S. GAUDIO

"I pantaloni rossi di Nadiella" *
*in memoria di Nadia Campana ( Cesena 11 ottobre 1954- Milano 10 giugno 1985)


1.
oh delizia delle delizie
come potrò farti vedere
dai miei ospiti
con quei pantaloni rossi
con quel passo che avevi
in via Barberia dove
stavamo andando a farci
il panino con la mortadella?

2.
una volta sedemmo sui gradini
di San Petronio e fu quando
avevi quei tuoi calzoni rossi
e mi venne in mente il pelo biondo
della mia amica Claretta che non
portava le mutande nemmeno
al ristorante

3.
La vedete quella ragazza
coi calzoni rossi, se hai visto
ebrei che pregano per la pioggia
dirà poi Amichai hai visto
come gli uomini ricordano,
io ti ho visto con quei calzoni
rossi e sulla spiaggia di Rimini
d’inverno com’eri in quella
immagine che mi hanno rubato
gli zingari insieme al libro di Testori
sulla letizia e la felicità che mi avevi
dato da leggere, non puoi vedere
come ricorda un poeta, ragazza
di quegli anni in cui non sono stato
a Le Havre, né a Ushuaia come mio
nonno, mi piaceva stare in mezzo
alla gente, Torino scava immagini
indelebili nella tua libido, con quei
calzoni rossi che avevi in via Barberia
a Bologna solo in quella finestra visiva
ti ho portato a passeggio sotto i portici
di via Roma, via Po e via Cernaia
e adesso che avrei voluto ancora
pensarti qui in questo deserto
della mia anima come faccio
a pensarti con quei calzoni rossi,
come può essersene andata quella
mia ragazza coi calzoni rossi?
Una ragazza con quei calzoni
rossi sta semmai alla finestra
a farsi lo shummulo, non salta
giù perché non può essere che
non ci sia più nessuno che
le tiri giù i calzoni rossi,
nel vento estivo che sta
arrivando

4.
Tutto in bianco e nero in strada
la stiamo attraversando o percorrendo
nei punti in cui tutto è così chiaro
che non posso non attardarmi
a guardarti il passo che hai
mentre andiamo a farci un panino
con la mortadella coi pantaloni rossi


5.
Ma un po’ di amore mi resta addosso
non è vero che la linea della mia anima
è sprofondata nell’abisso del Satanasso
e poi ci sono quei tuoi pantaloni rossi
che per quanto il vento possa essere
impetuoso te li sfilo anche nel sottopasso
ferroviario qui, dove quando passano
i circhi, non c’è più un treno che corre
verso il sole, soltanto l’altro giorno
ho visto una polacca pedalare che
mi ha fatto un momento pensare
non a te ma alla Henia di Gombrowicz
che lei sì che se avesse messo i tuoi
pantaloni rossi col cazzo che si sarebbe
buttata giù dal ponte

6.
A volgermi ho imparato
ai tuoi calzoni rossi
come fossero un poema
che sto cercando di mandare
a memoria
e quando ci riesco allora ti vedo
ragazza mia che sei volata via
e non avresti potuto farlo
se solo avessi indossato
ancora sei anni dopo
quei pantaloni rossi
che avevi messo per me
in via Barberia quando ce ne andammo
a farci un panino con la mortadella
ed era giugno sei anni prima
*
 by v.s.gaudio│



sabato 18 marzo 2017

POESIA = ANTONIO SPAGNUOLO

"LES AMANTS DE COCTEAU"
-La Traccia Rossa-
*
Nell’abbandono la voluttà si inarca
come riflesso di colori, tentacolo
fra le gambe snelle e le schegge
di un grappolo vermiglio.
Una traccia disegna iridescente
il tepore della tua apertura
quasi rapita da un sogno inappagato
per contrarre le ultime fibrille.
Egli rammemora i tempi iridescenti
con la forza delle ombre meridiane,
e ti cinge, ti sfiora con fulgide faville,
nel penetrare le candide inflorescenze
del tuo giglio.
Quasi una danza i muscoli contratti
che aprono il tremore di un delirio,
con faville leggere fuori del tempo.
C’è del sangue che incide il suo insulto
con il pugno, nel frizzo che squarcia il tuo ventre.
Un dubbio vertiginoso stordisce nello sguardo
e annoda il braccio sospeso nell’angoscia del forse.
*
Antonio Spagnuolo

mercoledì 15 marzo 2017

SEGNALAZIONE VOLUMI = GIANLUCA DI STEFANO

Note su "BIANCO O ROSSO, È LO STESSO" di Gianluca Di Stefano
2016, Fermenti Editrice, 86 pagg., € 13,00, ISBN 978-88-97171-74-4
*

L’autore
Gianluca Di Stefano (Rho – MI, 1972), ingegnere, per Fermenti ha pubblicato i volumi di poesia I mali del fiore (2004, prefazione di Donato Di Stasi), vincitore della XXI edizione Premio Nazionale di poesia “Citta’ di Penne-Mosca”, A passo d’uomo (2005, prefazione di Gualtiero De Santi, postfazione di Donato Di Stasi), I segreti del silenzio (2006, prefazione di Renzo Paris), Catalèpton (2010). È inserito in diverse antologie poetiche. Come narrativa ha pubblicato il romanzo I punti di Lagrange (2013, Fermenti).
Si sono occupati di lui Giorgio Bàrberi Squarotti, Donato Di Stasi, Gualtiero De Santi, Velio Carratoni, Renzo Paris, Raffaele Piazza, Giuliano Ladolfi, Antonio Spagnuolo, Sandro Montalto, Luciano Nanni, Salvatore Martino, Emilio Diedo, Stefano Valentini e altri.
***
Dalla quarta di copertina
Sono stato con chiunque avesse scritto un bel verso
e ovunque questo fosse stato concepito
consapevole che la poesia non dice nulla di nuovo
ma può dirlo bene.

Bevo l’acqua che è insapore
e mi sento dissetato
respiro l’aria inodore
e mi sento vivo
Labbra convesse ed anche concave
al sapore e all’odore ci pensano le tue carni
che mi sento sazio.
Sorridi, arriva il tuo amante.

Ho visto le migliori menti della mia generazione
distrutte dalla televisione, sazie, nude, inermi
trascinarsi in matrimoni falliti in cerca di emozioni rabbiose
lottatori dal polso fermo e dal pugno chiuso
nel telecomando pulsante davanti allo schermo
che in miseria e catatonici e occhi infossati stavano a selezionare
nel buio di divani sfondati
e vedevano angeli illuminati…

***

Da "BIANCO O ROSSO, È LO STESSO" di Gianluca Di Stefano

Sono
Io son la sola creatura nel mondo
Che lingua mai non chiama, occhio non piange;
da quando sono nata, mai un pensiero
in altri generai triste né lieto.
(Emily Brontë)

Non sono niente.
Non sarò mai niente.
Non posso volere d’essere niente.
A parte questo, ho in me tutti i sogni del mondo.
(Fernando Pessoa)


Sono la cicca di sigaretta
schiacciata sotto il tacco

ed il tacco da nettare
a cui si è appiccicata la gomma da masticare

Sono la nota fischiettata
di un motivo anonimo

Sono un sinonimo

Sono il cristallo di ghiaccio
che si scioglie come ombra nel crepaccio

Sono la puttana frigida
e la rugiada nella corolla del’aquilegia turgida

Sono questo, tutto e nessuno
s’è vero che in amore uno più uno fa uno
Sono la porta aperta
sul caso chiuso

Sono l’arancia caduta dalla sporta
che rotola ai piedi della porta

Sono la ruota di scorta

Sono il maccherone che tracima dallo scolapasta
e la goccia di vino che la tovaglia devasta

Sono il collo della bottiglia strozzato
come urlo soffocato

e la cacciata dello sciacquone
che si involve nell’ingorgo

Sono questo, nel bene e nel male
come naufrago nel sifone e nell’isola pedonale

Sono i versi della bestia
che si sono fatti poesia

Sono i versi che rubano oro
e comprano amore

l’amore inondato dalle lacrime
come vino a cui l’oste ha messo l’acqua

Sono l’immagine di se stesso
che litiga nello specchio riflessa

Sono questo, uno e nessuno
il pesce fuor d’acqua e il dio Nettuno
Sono la domanda, il più inutile dei misteri,
se la risposta è amore

e la sedia nella sala delle vergini scaltre
con una gamba più corta delle altre.

Comunque mi sieda

Sono scomodo.
***
bURLOne
Forse all’inferno i reprobi non sono sempre infelici.
(Jorge Luis Borges, Il duello-Il manoscritto di Brodie)

ad Allen Ginsberg


Ho visto le migliori menti della mia generazione
distrutte dalla televisione, sazie, nude, inermi
trascinarsi in matrimoni falliti in cerca di emozioni rabbiose
lottatori dal polso fermo e dal pugno chiuso
nel telecomando pulsante davanti allo schermo
che in miseria e catatonici e occhi infossati stavano a selezionare nel buio di divani sfondati
e vedevano angeli illuminati…

martedì 14 marzo 2017

SEGNALAZIONE VOLUMI = NAZARIO PARDINI

Nazario Pardini : “Cantici” – ed.The writer – 2017 – pagg. 96 - € 10.00
Il respiro ampio , che sospende i versi nella luminosità del canto , è in queste pagine ricche di musicalità un rintocco modulato e sereno , che si traduce in una poesia delicatamente accorta e prodigiosamente incisa. Diviso nettamente in due parti il libro offre momenti di morbido abbandono inseguiti da attimi di irrequiete memorie.
“La prima parte – scrive nella prefazione Luciano Domenighini – è una evocazione mitizzante degli anni della giovinezza , mentre la seconda , riferita al presente , in forma di ripiegamento patetico, è una rivisitazione di quei luoghi e una meditazione sul tempo che trascorre e tutto travolge e muta.” Pardini ripercorre i filtri della giovinezza tratteggiando con finezza il verso, con la incisività dell’endecasillabo , che sempre rimane un punto basilare del ritmo poetico, e cucendo morbide figure , prendendo forme emotive nella sua fervida immaginazione .
“Sono una barca che s’inarca nel mare
sono un fuscello in balia del vento
che cerca un porto dove rifugiare
le mie malinconie. A volte ho visto
una pallida luce di conforto
a indirizzare la prua. I remi stenti
hanno solcato mari indifferenti
verso il chiarore delle mie speranze.
Invano. Tutto spariva all’approccio…”
La sua storia sembra ricamare tratteggi fra le ombre del ricordo e le illusioni del ritorno, negli scenari diversi , che dipanano davanti agli occhi alcune realtà che vagheggiano "perle" bagnate dalla spuma. La sua poesia che nasce dal coinvolgimento culturale riesce a dare un senso autentico dell’esistenza , tra il quotidiano , ricco di sorprese , e il già vissuto capace di possibili reinvenzioni.
ANTONIO SPAGNUOLO

venerdì 10 marzo 2017

POESIA = ANTONIO SPAGNUOLO

“MAGNOLIE”
Non è più il tempo di magnolie,
di moine preziose e furtive,
intrappolato nei nodi delle aritmie,
nella vertigine ingorda dei ricordi.
Non riconosco il profilo ormai sfocato
e sospeso in colori di cristalli,
rovesciato dalle foto che nascondo timoroso
per non cadere in angoscia.
Eri il candore , e non lo sapevi ,
il motivo segreto del riflesso in pastelli
per raggi dal riverbero violento,
malinconica conferma di qualche promessa
agganciata all’illusione.
Gocciano i rintocchi del silenzio
nel calendario che resta.
*
ANTONIO SPAGNUOLO

sabato 4 marzo 2017

POESIA = ANTONIO SPAGNUOLO

“Silenzi”
Il silenzio incide giorno dopo giorno
il suo vuoto tra i ricordi
che ingombrano il cervello.
Si cancella senza pietà ogni traccia
a contatto delle mani , ai graffi del gorgo
che ricompone memorie,
alla pelle carnivora che narra degli abissi,
al morbido contatto delle ombre.
Il silenzio pericolosamente fuori luogo
ha fame di pianti,
lo scricchiolio del ghiaccio che vermiglia,
residuo di storie ormai disperse,
in apparenze di veglie nella stanza scura.
Così il mistero del dopo lascia i dubbi
al vertiginoso silenzio del presente,
nel tempo di un miserere.
*
ANTONIO SPAGNUOLO

venerdì 3 marzo 2017

SEGNALAZIONE VOLUMI = CARLANGELO MAURO

Carlangelo Mauro: “Liberi di dire” – Ed. Biblioteca di Sinestesie – 2017 – pagg. 288 - € 15,00 –
“Saggi su poeti contemporanei , seconda serie”. Il sottotitolo specifica gli intenti di questo poderoso e ponderoso lavoro di critica , che vuole essere – come sottolineato nella nota introduttiva – una prosecuzione del progetto nato con un primo volume dedicato ad alcuni autori viventi. Suddiviso in due parti ben distinte il libro vuole isolare e specificare le voci di alcuni poeti più giovani, che sono trattate nella seconda parte, rielaborando le vicende delle scritture personali , tutte alla luce di una dettagliata analisi di una moderna espressione del discorso poetico. Carlangelo Mauro volge la sua attenzione a Sebastiano Aglieco , Domenico Cipriano , Maurizio Cucchi , Stelvio Di Spigno , Luigi Fontanella , Mario Fresa, Vincenzo Frungillo , Elio Pagliarani , Umberto Piersanti , Ugo Piscopo , Giancarlo Pontiggia, Loretto Rafanelli , Luigia Sorrentino e Antonio Spagnuolo . Per ognuno ha cucito il tracciato che indica le multiformi ricerche personali in una armonica chiave di lettura sia di opere scelte , sia di interventi critici pubblicati nell’arco di decenni. Gli ambienti culturali , il coordinamento di strategie di scrittura , i progetti di ricerca , i variegati riferimenti , le interpretazioni delle diverse variabili psicologiche , affondano nel contesto socio-storico , con la luminosità di saggi , realizzati nel fulgore di un bagaglio culturale di tutto rilievo. I rimandi diventano anche racconto quando Carlangelo Mauro trova nelle numerose identità il filo di sospensioni che produce ricchezza di informazione e acuta indagine critica. I vari capitoli hanno il registro della pienezza , raggiunto di volta in volta per una analisi delle varie sfaccettature di espressioni , tra le quali è possibile riconoscere le ambientazioni , gli accenti , gli sprazzi degli eventi quotidiani , le estensioni psicologiche dei vari raffronti. Libro , dunque , di consultazione e di pregevole lettura , che raggiunge in ogni pagina la chiarezza necessaria al commento , divenuto struttura.
ANTONIO SPAGNUOLO

POESIA = RAFFAELE PIAZZA

Alessia attende la fiorevole primavera

Nell’agglutinarsi con del sole
l’esatta meraviglia per tessere
trame di silenzio Alessia
fragolavestita chiede la sorgente
di fresche acque per l’anima
di ragazza, sedici anni contati
pari a semi. Del climatizzatore
la temperatura regola nell’auto
di Giovanni verde petrolio Nissan.
Poi l’occasione: vede un ragnetto
Alessia portafortuna di natura
ed esulta Alessia (supererò l’esame
di Storia dell’arte 2 e lui non
mi lascia). Chiude Giovanni
lo sportello a bacia Alessia sugli
occhi nel riaprirli e leggere
la gioia.

"Alessia al mercatino"

Fiorevole gioco nell’interanimarsi
ragazza Alessia con del verde
le foglie di piante rare e fiori
dalle sgargianti tinte al mercatino
della gioia nel tessere la mente
pensieri blu nell’intensificarsi
dell’azzurrità, tetto su Napoli.
Piazza Salvatore di Giacomo
e il giardino pari al segreto di un
sagrato. Cani spontanei ai guinzagli
dell’anima per Alessia rosa vestita
sul bordo delle cose a contemplarle.
*

"Alessia e la vera amica"

La verde di Veronica
sensibilità ragazza Alessia
incanta (le ha chiesto
due cose di augurarle).
Ha risposto: che il forte
Giovanni non ti lasci mai
e che noi saremo per tutta
la vita amiche.
Vestita rosapesca è Alessia
fino a dell’alba la conca
nel meditare del risveglio
la bellezza dopo il sogno
dei cavalli bianchi.
*

Raffaele Piazza

mercoledì 1 marzo 2017

SEGNALAZIONE VOLUMI = GIUSEPPE IULIANO

Giuseppe Iuliano : “Sciami e formiche” – ed. Delta 3 – 2017 – pagg. 12 - € 2,50
Chi legge queste otto poesie , inserite in un volumetto dall’elegante realizzazione, vede innanzitutto confermato il titolo, vale a dire la prospettiva di una scelta illuminata da un’ampia fonte di luce. Con i piedi ben piantati sulla terra, lo sguardo si volge al passato, al presente e al «futuro » e, allo stesso tempo, la mano scrive partiture per alimentare ricordi incisivi di alcuni episodi avvenuti negli anni 1930 - 2016, i terremoti distruttivi che hanno funestato le terre del centro Italia. La poesia , trascinante e serissima, canta i giorni della paura , con le note del madrigale o del frammento, per giungere con la musica del verso all’accettazione non supina delle illusioni mendaci. Il poeta conduce il lettore nelle aree geografiche tormentate dal dolore per donare spazi del pensiero e dell’azione, provocando incontri inaspettati. “Appassionato, intenso , struggente in alcuni tratti il poemetto Sciami e formiche. E’ sotteso un senso panico – scrive Gianni Raviele nella prefazione – della natura che sembra ricordarmi , con i suoi scuotimenti , la nostra fragilità umana, la nostra precarietà.” Iuliano non si abbandona alla semplice denuncia , ma rivive con la sua scrittura partecipe la rabbia , l’angoscia , la speranza , il dolore , in un canto che risuona nell’azzurro.
ANTONIO SPAGNUOLO

SEGNALAZIONE VOLUMI = NINO VELOTTI

Nino Velotti : “Sonetti per immagini” – Ed. La vita felice – 2017 – pagg. 80 - € 15,00
Con i testi critici di Carlangelo Mauro , Enzo Rega ed Eugenio Viola il sonetto classico festeggia colori inaspettati e ritmi variegati per arricchire di testimonianze musicali il progetto attento ed esatto delle emozioni , delle sensazioni , dei germogli. “Ut pictura poesis” , un sonetto per ogni riproduzione artistica che apre la pagina e coinvolge in una varietà di alchimie. “Questa raccolta di sonetti per immagini – scrive Carlangelo Mauro nella postfazione - di cui soltanto una decina dal carattere strettamente ecfrastico, descrittivo dell’immagine che precede il sonetto, è un’opera compatta e organica.” Ottimo il tentativo di ricerca culturale che insegue la rima , in ogni testo , con garbata eleganza e con intuito carezzevole, così come la realizzazione del classico “sonetto” che ritorna , pur nella difficile costruzione metrica. Con prepotenza e voracità il poeta mette a segno una improvvisa ricchezza di rapporti invitando il lettore ad una speciale officina scrupolosamente intarsiata nell’armonia delle figure.
ANTONIO SPAGNUOLO

POESIA = LIANA DE LUCA


"CANTICO MARINO"
Grazie
per questa ultima – forse – vacanza
per il sole caldo e raggiante
per il vento pregnante di aromi lontani
per la sabbia soffice al passo
per il mare/madre da cui provengo
e dove vorrei terminare il mio ciclo
che mi accoglie con un protettivo
ùbere umido utero
in cui mi abbandono tranquilla
e galleggio gareggio gorgheggio
per la nuova gioia di vivere
immersa nella natura
dimentica del mio passato
sicura nel mio presente
serena sul mio futuro
perché – forse – ho imparato l’ars moriendi.
*

"IL BACIO"

Conto le cinquecento bracciate
secondo il comma del manuale
accordandomi al ritmo delle onde.

E mi sovviene il bacio
primo donato alla mia bocca vergine
quando una mano rapida
mi premette alla nuca e mi sommerse.
Fu un bacio casto
lontano da sguardi indiscreti
protetto dallo strascico del mare.
Guizzi sulla pelle, spuma dentro gli occhi,
mulinelli di gocce intorno al cuore,
salsedine rappresa sulle labbra.

Quasi al traguardo
m’immergo per cercare la magia
di quell’incontro sommerso
e il naufragar m’e dolce nel ricordo.
*

"AFRODITE"

azzurro mare azzurro cielo azzurro
caldo sole caldo meriggio caldo
bianca spuma bianca nuvola bianca
lieve vento lieve ondeggiare lieve
pigro pesce pigro gabbiano pigro
bronzea carne bronzea scogliera bronzea
bruna chioma bruna conchiglia bruna
chiaro orizzonte chiaro amore chiaro
Mediterraneo azzurro Mediterraneo
*

"CANTICO D’ADDIO"

Grazie mio mare
- come diceva ogni anno mia madre
finché una estate non lo vide più –
per tutti i beni che mi hai donato
per la confidenza che mi hai offerto
per la sicurezza che il mio corpo
e l’animo da te hanno attinto.
In questa ultima – forse – vacanza
ho riscoperto la Liana di un tempo
dal passo e lo sguardo sicuro
serena nella sua sorte.
Anche se al ritorno
ritroverò le brume cittadine
dentro di me rimane il fulgore
del tuo azzurro specchiato nel cielo
l’armonia modulata delle onde
il calore in pienezza di vita.
Mi scorri nelle vene come sangue.
Io, da te generata, ti ringrazio
per avermi insegnato l’ars moriendi.
*
LIANA de LUCA