SEGNALAZIONE VOLUMI = STEFANO VITALE
**Stefano Vitale : “Si resta sempre altrove” – Ed. Puntoacapo – 2022
Vertigini per una rincorsa del destino che occorre nella quotidianità, un difficile impegno per lasciar traccia agli spazi senza mai offuscare quella purezza che confina con l’altrove. Inevitabilmente il corrispettivo nitore del narrato si manifesta alla esperienza di intendersi come anelito di quell’aura inaccessibile, ineffabile, irraggiungibile che è soltanto l’ipotesi di una causalità. Cosa rimane del nostro cammino terrestre? Un chiaro intendimento di delineare il percorso sembra azzardare molteplici ipotesi, a volte latenti, a volte semiclandestine, tra cenni e allusioni, attraverso spiragli e fessure, in uno stile di scrittura che si cala in forme luminose e definite, tra versi impegnati nello scavo filosofico o ritmi che cercano di palesare il subconscio.
“Nasce la parola/ nel dialogo coi morti/ interrogare ostinato/ di chi è vicino assente/e tocca al coraggio della paura/ graffiare la tavola bianca/ con parole pazienti/ ragno in bilico su filo di una vena.” La metafora diviene penetrante ed acuminata con la grazia meticolosa di una lama che cerca di scardinare Thanatos.
Il titolo stesso della raccolta potrebbe procurarci qualche spunto ulteriore per verificare quegli spazi che, ridotti al minimo, suggeriscono l’idea del sopravvissuto illusorio.
L’altrove si riproduce realmente in una sorta di danza tra inseguitore ed inseguito nel simbolismo delle allusioni e nel tocco dell’incanto che non sembra escludere l’apertura sull’alterità.
“Andare e venire/ tra le quinte del cielo/ recitare una parte/ dell’ignoto copione/ e gli altri di sotto/ a guardare la scena/ senza capire la lingua/ di chi nasce e di chi muore.”
Un ordine in bilico per una realtà misurabile.
La poesia di Stefano Vitale ha la ricchezza dell’imprevisto e la capacità di segnare la parola in linee oblique, orizzontali, verticali, ortogonali, tra angoli e punti mutuati nel policromatico registro del verso. Ha il merito di evidenziare quel tratto specifico che consente al sentimento di mantenere il passo senza opporre argini e in rivelazioni riconoscibili nella essenzialità della lingua.
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ANTONIO SPAGNUOLO