sabato 27 settembre 2014

POESIA = ANTONIO SPAGNUOLO

- NON PIU' -

Tutti i sogni hai portato via
con il sorriso freddo della morte.
Mille volte contro il cielo ho mormorato
perché vorrei vederti ancora
sperduta nel nulla,
e sfiorare di nuovo la tua pelle
con l’emozione dei vent’anni,
per quell’ingenuo amore
che ho inseguito tutta la vita.
Piegato non accetto la vecchiaia
che propone gli assurdi sortilegi
del pensiero,
non più capace di giochi di colore.
**
ANTONIO SPAGNUOLO

venerdì 26 settembre 2014

POESIA = RAFFAELE PIAZZA

"Il dono di Mirta"
(a Sylvia Plath)

Poi donatami sequenza
del tuo ombelico scoperto,
nel fulcro del condominio
(terza scala per salire al cielo)
leggo il tuo anagramma Amrita,
titolo del tuo libro di
una stella cometa a riempirci
di straordinaria allegrezza
a immaginare sotto la stoffa
dei tuo jeans sdruciti l’amplesso
e la vittoria.

Poi la salita e ti tocco
al colmo della grazia
da poeta a ragazza da ragazzo
a poetessa sulla rosa tatuata
sul tuo seno..

Poi, dopo sigarette di salvezza
e il rosso del vino
fino alla mattina a proseguire
senza lavarsi la mente con la notte.

Siamo nel 1984, percorre
l’auto la salita della verità,
tu nuda icona di odori e misteri
le nostre linfe si mescolano.
*

"Alessia e il fiore di serra"

Natura rarefatta della serra
ragazza Alessia nel contemplare
orchidee vicino alle cose
del mare, nel trarne gioia
di fragola in esatto accadimento
dagli occhi di Alessia
ai densi petali nel rifiorire
anche del tempo non lineare
tra le mani una luce a rinnovarsi
(tanto non mi lascia).
Lastra polita dell’anima di Alessia
nel bagnarsi di brina e rugiada,
vetrate immense oltre i confini
della vegetazione libera del
prato dove ora corre scalza
Alessia giocando alla California.
**
Raffaele Piazza

giovedì 25 settembre 2014

POESIA = GIUSEPPINA RANDO

"Mutazione"

sulla sabbia dorata

giace la creatura
stuprata -smarrita tace

trasale l’onda
come seta s’insinua
tra bianche braccia.

relitti pensieri affollano la mente
s’affastellano nomi - visioni cadenti
sulle maschere rapprese dal tempo.

Folle l’eco dei giorni - gocce
come sudore di morenti.

S’allontana la luce
si dileguano i sensi
con la spuma delle onde.

Nel residuo dell’ora si spegne la mente
nell’abisso del silenzio
tace l’ultima melodia.

Rotea senza calore e colore il sole
sulla scia degli astri perenni .
…..

Piangono le bestie all’ingiuria
appesa alle mura della città
e sotto la pioggia
uccelli volano - bevono
piangendo la morte sui rami
scavano la tomba nell’aria.

Scende silente nei flutti
la solitudine delle stelle
come pietre tra le menti

ora fisse nel nulla
ora erranti come ossessi .


altri corpi sulla terra si adagiano
e nell’amplesso con l’Universo

volteggiano - da legami si liberano

disciolti da se stessi
compiuti nella tragica
totale mutazione.
*
Giuseppina Rando

mercoledì 24 settembre 2014

SEGNALAZIONE VOLUMI = RAFFAELE PIAZZA

Raffaele Piazza – “Alessia” – ilmiolibro.it – Roma – 2014 – pagg. 139 - € 12.00

La poesia creatrice riesce a modellare, a plasmare dal nulla, o quanto meno da un mondo di idee e di forti impressioni intime proposte dal cuore e subito dopo messe in ordine dalla mente razionale, materia viva, figurazioni e personaggi verosimilmente reali e possibilmente esistenti. Qui non si tratta di memoria né di recupero sentimentale attingendo nell'ampio canestro dei ricordi familiari o della storia, almeno è quello che ritengo personalmente, non conoscendo nella profondità e nella intimità amicale la persona Raffaele Piazza, ma posso affermare senza timore di essere smentito che l'opera del nostro poeta, questa recente raccolta, è frutto esclusivo della sua eccelsa creatività artistica, anche se egli possa aver attinto, in minima o in larga parte, a episodi vaghi della sua sfera familiare, ristrutturati e riadattati al suo codice e alla sua struttura poetica.
Alessia, dunque, è il nucleo centrale di questo lavoro poetico, che Raffaele Piazza presenta in formato cartaceo ed e-book per le edizioni "Associazione Salotto Culturale Rosso Venexiano", con una dotta ed esemplare prefazione dell'insigne Antonio Spagnuolo, e alcune interessanti note critiche, in chiusura, di altrettanti illustri letterati. Si tratta di un lungo poemetto costituito da 70 brani poetici il cui titolo è riferito ad "Alessia" con relativa oggettivazione che si diversifica ogni volta. Abbiamo così ad esempio "Alessia e la tela", "Alessia a Capri", "Alessia al fiume" e così via. Il lettore non si spaventi e non si disorienti di fronte ad una apparente monotonia o martellante insistenza sul titolo ripetitivo, che potrebbe far pensare erroneamente ad una lunga e ossessiva reiterazione di uno stesso corpo poetico espresso con alcune e poco significative varianti. In effetti non è così. Alessia è, al contrario, una storia dinamica, viva, reale e verosimile nella sua raffigurazione, e le singole poesie, che d'altra parte vivono di un proprio senso compiuto, tanto da poter essere estrapolate ognuna dall'intera raccolta senza perdere né la forza espressiva né l'intensità del contenuto, costituiscono un corpo omogeneo e nello stesso tempo rappresentano i tasselli compiuti di un grande mosaico, dove l'amore, l'innocenza, l'apparenza, l'omaggio, la passione e anche l'erotismo, si concentrano nel personaggio "Alessia". Non è quindi mai esaustiva, la poesia di Raffaele Piazza in questa sua robusta silloge, "Alessia", nel senso che l'autore potrebbe benissimo aggiungere altri tasselli al grande mosaico senza timore di renderlo, il mosaico poetico, sfrangiato agli orli, per così dire, o addirittura nebbioso ai confini. Del resto è lo stesso Piazza a reiterare, in più di un brano poetico, il termine "infinitamente Alessia", come se volesse prolungare all'infinito la trama e l'ordito poetico che con sofferenza, ispirazione e passione letteraria, ha tessuto.
Ma bastano le poesie inserite nella raccolta a dare un quadro completo del progetto poematico di Raffaele Piazza. In Alessia, creatura costruita a bella posta o effettivamente esistita nella realtà (ma questo poco importa ai fini di una seppur minima riflessione sull'intero testo), il poeta-Piazza concentra tutta la sua storia, tutta la sua prorompente sensibilità e fisicità, in mille sfaccettature quotidiane, in mille immagini e situazioni dalle più usuali agli spigoli più complessi di una psicologia profonda e arguta. Molte delle poesie hanno una sorta di collocazione temporale: "E' il 1984, scivola l'auto nel Parco Virgiliano e ci sarà raccolto." Ma è una collocazione temporale complessa, ricca di echi sottintesi, rimandi e puntini sospensivi: quell'auto che scivola, quella "127" che costeggia una scia di strada (in un'altra poesia), e quel ripetitivo "ci sarà raccolto" pure espresso con insistenza in altre parti del libro, sta ad intendere un tentativo di conclusione materiale, volutamente calato in un contesto normale, cittadino, quotidiano, di una vicenda che per sua natura tende alla dissipazione, alla dimenticanza, allo straniamento. Piazza non vuol perdere quanto ha costruito, nei minimi dettagli: la storia di Alessia, storia che vuol fare sua, e impone, liricamente, passi minimi, elementari, ma fortemente evocativi, come appunto la 127 che costeggia una scia di strada. E poi un altro elemento che sembra estraneo a tutto il discorso di Piazza: quegli uccelli, quei gabbiani, quelle rondini, che in molti brani, alla fine, urlano: "Attenzione!", è secondo me da sottolineare in modo particolare. Perché sono volatili, e non altre creature, che ammoniscono Alessia con quell'avvertimento inaspettato, inusitato: "Attenzione!"; gli uccelli infatti hanno il dono del volo, possono ergersi al di sopra della superficie della terra, guardare dall'alto con prospettive più ampie! Ecco dunque quell'avvertimento, come a dire che le cose umane e terrene che investono e avviluppano Alessia e la sua storia di fanciulla-donna-amante, sono in qualche modo caduche, corruttibili, degradabili. E quindi l'amore, i sentimenti, le passioni, i comportamenti, le abitudini e le apparenze, devono essere vissute e godute appieno, perché poi, "attenzione!", transitano ineluttabilmente!
Vorrei concludere questa breve e sicuramente incompleta riflessione sul recente ottimo lavoro dell'amico Raffaele Piazza, "Alessia", considerando l'alto valore della sua personalissima e colta scrittura poetica, una scrittura apparentemente pacata, discorsiva, ma dotata di notevole intensità esplicativa e comunicativa. C'è dell'amaro, frequentemente, nei versi di Raffaele Piazza, a volte anche punte di sarcasmo e di ironia, ma la bellezza e l'incanto, l'innocenza e la passione amorosa della ragazza-Alessia, prevalgono, come un sole che illumina il paesaggio dopo un lungo grigiore. Raffaele Piazza nei suoi versi è affabulante, quasi magico, e riesce a tenere il lettore in una piacevole sospensione emotiva, con salti improvvisi da un quadro all'altro e con termini sinestetici veramente efficaci (biancovestito, nerovestito...).
Raffaele Piazza, con "Alessia", si riconferma essere tra i Poeti più significativi e validi dell'attuale panorama letterario italiano.

Giuseppe Vetromile
21/9/14

martedì 23 settembre 2014

SEGNALAZIONE VOLUMI = ANGELA PASSARELLO

Angela Passarello : “Piano Argento” – Edizioni del Verri – 2014 – pagg. 94 - € 12,00 –
E’ il cortile “Piano Argento” nel bel mezzo di un palazzo avito che accoglie le memorie e le illusioni della ancora giovane poetessa , in quel di Agrigento. Immagini, sospensioni , momenti indelebili, personaggi sfumati dal tempo , ricordi e speranze , in un vortice di poesia , che ha la particolare vena della narrazione , con un ritmo armonioso tutto personale. Angela Passarello custodisce e mantiene vivi gli aromi , i misteriosi colori , i vividi aromi , gli antichi rumori , le parole sussurrate o cantate , le multicolori figure che arricchirono la sua gioventù e ritornano nella sua tavolozza attuale. “Seduta sul primo scalino delle scale/ accompagnavi con le dita l’uncinetto / mentre ascoltavi Nina la zoppa / che sull’uscio in piedi bisbigliava/ l’ultima diceria di Piano Argento”. Il commento si cela tra i versi allineati e corretti , per un sorriso accennato all’angolo di una strada o per il rincorrersi concitato di stanze di vecchie case diroccate, di giochi senza conclusioni o di sogni interrotti dalla luce del sole. “Una poesia radicata – scrive Giulia Niccolai nella prefazione- in quella popolazione cresciuta con l’Angelica , e il Rinaldo di Roncisvalle cantati in piazza dai pupatari e ripetuti in casa dallo zio , fratello della madre quando li veniva a trovare e dallo stesso padre di Angela…” Scrittura , questa della Passarello , che alterna le esperienze alla inquietudine, le circolarità realistiche alle ombre di un passato/presente sempre ricco e vivido.
ANTONIO SPAGNUOLO

venerdì 19 settembre 2014

SEGNALAZIONE VOLUMI RAFFAELE PIAZZA

Raffaele Piazza, “Alessia”, Ed. ilmiolibro.it, Roma 2014. pagg. 119 - € 12.00
*
“Alessia”, ultima raccolta del poeta napoletano Raffaele Piazza, è incentrata sulla tema dell’ amore e della gioventù, della forza vitale della protagonista che va incontro alla vita, la coglie nella suo miracolo quotidiano: «Alessia la vita / sul ramo, da cogliere nella meraviglia / delle nuvole», (p. 50). Ella vive, si muove in uno spazio onirico, i cui contorni sono costituiti dal «Mediterraneo aurorale» (p. 7) in cui si bagna le mani (p. 60). Le visite a Capri di Alessia (p. 13) Ischia (p. 14), con il compagno Giovanni, sembrano cartoline, flash di altri tempi; i gesti d’amore si collocano nello scenario «del chiaro mattino / del tempo e della vita» (p 7). Ma è Napoli la città, lo spazio privilegiato: «È il 1984, scivola l’auto nel Parco Virgiliano e ci sarà / raccolto». Una città di cui si tacciono le contraddizioni e gli scempi ambientali, il «mare polito», l’«aria di festa» (p. 8), l’attesa della primavera «nella liquidità / di un’alba duale» sembrano riferirsi ad tutt’altra epoca rispetto al cronotopo evocato dall’ossessivo anniversario («È il 1984, scivola l’auto / verde oltre le cose dell’albereto», p. 9; «È il 1984, il luogo è Napoli», p. 10). Il mare, come «sorgente» delle parole, dell’amore, della poesia, attira la donna e lo stesso ‘narratore’ che a lei, montalianamente, si rivolge («Ascoltami, Alessia», p. 89) così come «l’amniotica pioggia» (p. 13) sembra purificarli entrambi. Le proiezioni del ‘poeta fanciullo’, secondo la definizione che Perilli ha dato di Piazza, poeta proteso a “L’eterna adolescenza della parola”, come Gabriela Fantato ha intitolato la sua prefazione a “Del Sognato”, penultima raccolta apparsa nel 2009, non possono non essere ossessive: «diciotto / anni contati come semi» (p. 12); «ragazza di vent’anni, / contati come semi» (p. 42). Il passaggio dall’adolescenza alla età adulta riprende la struttura del “bildungroman” scandito in varie sequenze tra le ricorrenze del tempo infantile e l’entrata del «quadriportico» dell’«Università / Federico II» della neomatricola, che si aggira con in mano il «Canzoniere di Petrarca» nello spazio ombroso, non lontano dal «Corso Umberto», dove giocano i bambini e si diffonde «l’odore dello zucchero / filato». Gli stilemi della tradizione lirica, il «canto ripetuto» − la definizione è di Antonio Spagnuolo nella “Prefazione” al volume − fondato sulla retorica dell’iterazione, tratteggiano la figura di Alessia non ancora donna, non più adolescente: «ride Alessia come una donna negli anni 16 / contati come semi» (p. 58); «Guarda ragazza Alessia / una rondine azzurra e trasale» (p. 18); «e rise Alessia come una donna» (p. 28). Se gli «anni / a manciate ad attenderla al varco» (p. 33) segnano definitivamente il suo ingresso nella vita adulta di «moglie e madre», ella rimane ripiegata su sé a ripercorrere gli eventi della sua storia. Poesia diaristica, è stato detto, quella di Piazza e il gioco di specchi tra narratore e personaggio continua proiettivamente nel bianco del foglio, «nel diario dell’adolescenza» di Alessia che scrive la sua storia, il suo «sogno / ad occhi aperti, / teso sulla sera di/ cobalto» (p. 28). E si tratta di una storia «duale». Discutendo di questo aggettivo con esemplificazioni, Matteo d’Ambrosio evidenziò anni addietro (in «La rosa necessaria», 19, marzo 1998, p. 27), a proposito de “La sete della favola”, seconda raccolta di Piazza, la «tendenza alla costituzione di un idioletto che ha bisogno di un proprio repertorio d'immagini (le fragole, l’albereto, il giardino segreto...)», tendenza che «tiene a suo modo insieme i diversi testi». La selezione lessicale e il sistema della ripetizione caratterizzerebbero fondamentalmente l’esperienza lirica di Piazza. Queste indicazioni, a distanza di anni, sembrano ancora valide. ‘Poeta del lago’ (M. Cvetaeva), vale a dire della variazione ossessiva su temi e stilemi, vuole essere, consapevolmente, Piazza. Anche nell’ultima raccolta l’aggettivo «duale» ricorre frequentemente: «nel detergersi le ferite Alessia / con veroniche di lino, / ad affrontare una vita duale / con Giovanni [...]» (p. 37). E se è la parola amore a resistere «sui muri duali delle anime» (p. 28), Alessia moglie e madre è ancora la bambina «rosavestita» della “Sete della favola”: «Alessia rosavestita / per la vita nell’attesa dell’incontro / tende ai petali del fiore d’arancio» (p. 51). Il cattolicesimo domestico di Piazza si rivela essere misticismo dall’unione familiare: «È il 1984, attraversa l’auto / la frontiera la duale presenza / e a seguire gli angeli» (p. 40), unione che ‘santificherà’ il «felice giglio dell’orgasmo» (p. 98) con la «gemmante vita» (p. 79), il «raccolto» della storia duale, vero refrain del volume («e ci sarà raccolto»).
*
Carlangelo Mauro

SEGNALAZIONE VOLUMI = SANDRA EVANGELISTI

Sandra Evangelisti : “La dimora del tempo” – ed. Biblioteca dei leoni – 2014 – pagg. 64 - € 11,00 –
Uno squarcio luminoso di poesia, che riesce a ri/conquistare le illusioni ed i riflessi che lo scorrere del tempo propone improvviso e dominante. Una sedimentazione delicata tra la quotidianità ed il desiderio di riuscire oltre ogni confine, nella speranza di albe o tramonti , di labbra o lacrime, di tuffi fra le braccia delle stelle , di sguardi rubati al domani.
L’incantamento che si dipana nei versi di Sandra Evangelisti possiede limpidi squarci di musica , un ritmo serrato che riesce a creare sospensioni di notevole fattura, ove l’aspetto intimistico e soggettivo si estrinseca in occasioni di incontri , di contemplazioni del vuoto , di stordimenti del cuore.
“Il mio movimento/ parte dal busto e dal ventre / e rapido porta verso di te./ Ruoto, volo , mi accascio/ al tuo fianco./ Ti abbraccio supino./ Donna , madre ed amante/ ad un tempo / porto dentro la vita segreta./ Appoggia la testa/ sul nido di carne che dona la vita./ Vorrei tenerti qui per sempre/ così non potrai più morire.” La ricercatezza ha la gamma dei temi più vari , fuori dai tocchi retorici e immersa nella visione di un mondo personale alimentato da bisbigli , da memorie , da riflessi lirici che irraggiano in ogni accadimento dell’esistenza.
ANTONIO SPAGNUOLO

sabato 13 settembre 2014

POESIA = EMANUELE MARCUCCIO

IL MARINAIO
*
svelto per lʼaere
sereno profonde

il marinaio
spiega le vele
e parte
per il viaggio

cavalca il baleno
e tempesta lo coglie

sbattuto dall'onde
in mare precipita
e naufrago a riva
di nuovo riparte
per il viaggio
il marinaio
*
13 aprile 2014
*+


CORVI CAPELLI
*
rossa

dai corvi capelli

nera
come la notte
nera
come corvi
vogliono svegliare
la notte

trapassano
notti oscure
trascorrono
*
3 maggio 2014
*

A SERA
*
a sera
e luminose
scandiscono
le ore

vanno
lente
lente inanellano
ricami
ricolmi

ricolme d'anni
passano
le ore
*
28 agosto 2014
*
EMANUELE MARCUCCIO
*
Emanuele Marcuccio (Palermo, 1974) ha conseguito la Maturità Classica nel 1994. Ha pubblicato le sillogi poetiche: Per una strada (SBC Edizioni, 2009); Anima di Poesia (TraccePerLaMeta Edizioni, 2014). Ha ideato e curato la non solita antologia poetica, Dipthycha (Photocity Edizioni, 2013), che lo vede presente con ventuno titoli, in dittico di uguale tema, con altrettante poesie di autori vari. Ha pubblicato la silloge di aforismi e pensieri vari, Pensieri minimi e massime (Photocity Edizioni, 2012). Presente in numerose opere di autori vari, tra cui il compendio critico, "L'evoluzione delle forme poetiche" (a cura di Ninnj di Stefano BUsà ed Antonio Spagnuolo - Kairòs Edizioni, 2013).

SEGNALAZIONE VOLUMI = ANTONIETTA DELL'ARTE

Antonietta dell’Arte : “I desideri della fiaba” – Ed. Passigli -2013 – pagg. 112 – s.i.p.
Cantare bisbigliando, per una danza carezzevole e profumata, sembra a volte essere contemplazione della illusione , esperienza personale del crescere in un mondo ovattato e sfuggente. Nel divenire armonioso l’esperienza e l’imprevisto si specchiano nella improvvisa linea storica della realtà , una visione mutativa della inconsistenza della plaga che circonda, ove lo strumento astratto ricerca affannosamente una dimensione effervescente, ove l’urgenza sia specifico strumento ed elemento narrativo, come presenza fertile del vissuto. Qui Antonietta dell’Arte da’ voce agli oggetti e ad ai gesti del quotidiano , quegli oggetti umili e troppo spesso trascurati, che vorrebbero apparire in altre luci, nella sollecitazione dell’immaginario : la tazzina del caffè , l’orologio ( qui metafora anche del tempo che fugge senza tregua) , i pantaloni , lo specchio , i tacchi a spillo , l’onda del mare che lambisce i sogni perduti , il violino che accoglie armonie disparate. Occasioni consapevoli di armonie poetiche che rendono inquieto l’universo dell’individuo, così che memoria e storia si doppiano in un nudo, unico , solo solido stato di riflessione, denso e carico di nodi aforismatici e metaforici , in una prismaticità semantica ricca di immagini e di tramandi.
“Persino l’orologio/ costretto a mimare il tempo/ aveva una vita tempestosa/ quando donava gioia correva/ sotto una frana di pene era lento/ fu così che prima di essere adottato/ e appeso al muro cercò/ un padrone senza tempo/ma tutti gli occhi frenetici/ erano sempre su di lui/ e mai contenti dei suoi battiti/ deluso si arrestò si arrese/ e nessuno comprese/ la sua sete di eternità.” Formula molto breve , un gioco che permette alle dimensioni della realtà il gioco della favola, del disinganno, offerto con un velo di ironia , per quella esistenza umana e oggettiva che non sa trovare soluzioni al tormento della esistenza stessa. Così il breve racconto diventa favola da recitare , da ascoltare , da suggerire : “La lettera si sentiva trascurata/ ormai dimenticata nei cassetti / per via della elettronica degli sms/ così andò in letargo e lì sognò / le cose che aveva vissuto / l’odio di due nemici / l’amore di due amanti / i cavalieri le spade luccicanti/ il suo odore antico di papiro/ ricordò la sua origine / il dio delle foreste vedendola piangere/ la fece rifiorire nel tronco di un ulivo.” Fascino sempre accattivante e comunque debordante sul quale la ricerca della parola poetica ha portato alla luce forme sfiorate dalla semplicità in una atmosfera limpida ove si inseguono e si aggregano rutilanti vertigini descrittive.
Come la fiaba ed il sogno la poesia di Antonietta dell’Arte trasforma il semplice racconto in un prisma di luci multicolori che hanno l’avvio dello spettro , in ogni incipit, con il quale , testo dopo testo , si pone il soggetto del racconto stesso , praticamente il tema della fiaba, e trasforma le emozioni in sospensioni di incantesimi mirabolanti quali tasselli irrequieti di caleidoscopio. Pannelli di realtà giornaliera che da anonimi e inanimati si trasformano , e parlano , e pensano , agiscono e soffrono, cercano e illudono , incantano e inventano , scandiscono il dolore degli inganni o la sofferenza delle sconfitte, e finiscono per adagiarsi in un particolare ritmo sincopato, ove finalmente dovrebbe celarsi ed apparire una morale, un’aspettativa culturalmente più che valida , una vera scommessa di trasfigurazione.
ANTONIO SPAGNUOLO

lunedì 8 settembre 2014

POESIA = LEONE D'AMBROSIO

"L’anguilla di Montale"

(a Maria Luisa Spaziani)

Il mare è saggezza d’ascolto

al nostro paziente andare,

s’affretta l’anguilla di Montale

per rallentare il suo rientro.

Più a fondo va per assopirsi,

c’è un tempo a cui ubbidire

e un altro per rassegnarsi.

Certe volte torna indietro

spaventata dalle correnti,

d’istinto è pronta a risalire.
*

"Sostantivo certo"

(a mia madre)

Quando verrà la sera

per buona abitudine

lo scambio di saluti

porterà tra cielo e terra

una traccia di mio padre.

Lasciami la tua voce

e le cose che non hai fatto,

la morte è un sostantivo

certo purché tu non sia

per di qui a cent’anni

altro varco da limitare.
*

"Dovrei dare certezze assolute"

Dovrei dare certezze assolute

agli scricchiolii dei mobili

per convincermi di regole,

di coincidenze e di cause,

prima ancora che il sonno

si presenti come la via più

corta dal cielo alla terra.

Si fa perno il tuo silenzio,

ascolta il mare perché i pesci

sono mandrie senza guardiani,

battelli che spaventano la morte.
*

"L’equilibrio eterno"

Dimmi del dolore curvo,

a quest’ora il mondo s’apre

alle costellazioni divine.

Non fermarti in fondo al cielo,

tra le correnti trascinanti

prima di spegnere la luce.

Tu sei l’equilibrio eterno

di quando stavi in terra

e l’eucarestia era la casa.
*

"Non è più come prima qui"

Muto è il giorno dopo,

tu sei una mano risoluta

che nasconde alla pianura

il peduncolo che si spezza,

l’accaglio dell’ultima uva.

Non è più come prima qui,

il dolore ha un’altra forma

e troppo alto è il pensiero

di Dio che viene a giudicare

il giusto dei vivi e dei morti.
*
LEONE D'AMBROSIO

domenica 7 settembre 2014

SEGNALAZIONE VOLUMI = POESIA CONTEMPORANEA

EUGENIO REBECCHI ( a cura di ) : "Visioni di poesia contemporanea" - Ed. Blu di Prussia - 2014 -pagg. 280 - € 18,00 -
Eugenio Rebecchi da' alle stampe per i tipi della sua editrice "Blu di Prussia" una ricca ed interessante antologia di poesia, con la firma di Giorgio Bàrberi Squarotti, Giuseppe Conte, Anna Maria Farabbi, Franco Loi, Dante Maffia , Nevio Nigro, Giancarlo Pontiggia , Silvio Raffo, Antonio Spagnuolo , Cristina Sparagana, Maria Luisa Spaziani , Eugenio Vitali. Panorama quanto mai variopinto stilato da autori ben noti e lungamente impegnati nella ricerca della "parola". Per richiedere copia indirizzare a : bludiprussiaeditrice@libero.it -

giovedì 4 settembre 2014

POESIA = RAFFAELE PIAZZA

"Alessia e l’infinito"

Spiaggia di bianca sabbia
per ragazza Alessia nel contarne
nella camera della mente
i granelli. E quante gocce
compongono il mare?
Seduta medita Alessia
ha in mano la mappa dell’alba
lo zainetto a tracolla e il
file segreto nel computer
(tanto non mi lascia).
Sottile parola che piano
parte come una freccia
nel cellulare, voce di Giovanni:
Amore!!! Trasale Alessia
ansia felice a stellarla
e la prossima volta è stasera.
*

"Alessia e l’esame"

Linea di tramonto dal Parco Virgiliano
anima di vetro di Alessia a lambire
le tegole del cielo, azzurro a riproporsi
nelle cellule di ragazza Alessia,
respirato pari a lume di stella.
Nella cornice mediterranea sul bordo
del mare una candela ha acceso
Alessia per scaramanzia e parlano
i pini in forma umana nel silenzio
delle cose. Svetta il più alto e dice:
Giovanni non ti lascerà.
Naturale incantesimo sorride Alessia
e studia Petrarca per della vita
la prova, l’esame di dopodomani.
*

"Alessia forse madre"

Lui ieri è stato attento,
pensa ragazza Alessia
sola nel risveglio, ma
Veronica c’è rimasta
con il coito interrotto
e a diciotto anni ha
una bimba di due anni.
Se sono incinta che si
fa? Si guarda allo specchio
Alessia, e pensa che
domani devono venirle,
e se non esce il sangue?
Petrarca e Ovidio da
studiare, perde la
concentrazione Alessia,
il telefono in mano,
non chiama nessuno,
squillo:. (E’ Giovanni
e dice: se sei incinta
lo teniamo il bambino.
ho lo stipendio della
banca e tu hai una casa).
Trasale Alessia, ansia
di gioia, salta sul letto,
batte le mani.
Urla fuori il gabbiano.
Attenzione!!!
*

"Alessia e l’aria di settembre"

Foglie di varie tinte lungo
del Parco Virgiliano
i viali a interanimarsi
con di Alessia gli occhi.
Aghi di pino nel coglierne
l’essenza nel verde
prosciugato pari a spillo
che non fa male, sotto
le scarpe di ginnastica
di Alessia nel giocare
alla California. Aria
più fresca della sera
consecutiva, soglia
di ieri che non torna,
nel ridestarsi del sorriso,
nel suo disporsi serenamente
Alessia en plein air
nell’abetaia a farsi sempreverde
il senso della vita,
la forma del sorriso
da affilare se è vita
e non nuotando esistere
nel gioco meridiano,
ad accogliere nella gioia
infinita Alessia nella
chiostra delle braccia
di Giovanni il nero
degli occhi a respirarlo.
*

"Alessia e la gita in barca"

Rema Alessia nell’uscire
dalla nebbia, barca o di noce
guscio con Giovanni,
golfo che abbraccia polita
di settembre l’aria per
ragazza Alessia, occhi
nel sole (tanto non mi lascia).
Immensi di luce barlumi
per Alessia al colmo
della grazia, nell’inalvearsi
i pensieri nella gioia di
sempre. Deve dare l’esame
di italiano Alessia, mani
affilate sul libro nell’
accadere. del tempo ad
iridarla (non ha orologio
Alessia). Verde delle acque
in progress il rosso della
barca tra le onde. Sorride
Giovanni nell’essere felice
come edera Alessia
nell’attimo di limbo
e risata infinita.
*

"Sera di Alessia"

Sera a entrare in di Alessia
le fibre (vede la finestra sul
cortile dove abita Giovanni)
(non mi lascia)
e volano dei gabbiani
gli stormi a ridestare
ragazza Alessia con le grida
dal sogno più bello
a ovest della vita.
A poco a poco sente della
campana Alessia l’argento
del suono e pensa a Dio,
nel diradarsi della nebbia
e sta infinitamente Alessia
a presagire felicità nella
gioia della maglietta rosa
fucsia.
*

"Alessia e la rossa"

La rosa guarda Alessia,
(le ricorda il suo sesso
di ragazza). Scorge Alessia
la rosa. Guarigioni
ad ogni passo per Alessia
detersa dal sole in plein air
abbronzatura nell’
intensificarsi. Fiorevole
evento: venerdì è festa
e le porterà della rosa
Giovanni la freschezza,
senza spine.
Fuoricampo del gabbiano
la voce: non ti lascia!!
Il cielo di Alessia tra storie
di baci attende la disadorna
via serali, non coglie Alessia
la rosa nel farla vivere
naturale gioia.
Nelle mani rugiada
a rasserenare Alessia,
gemmante nella grazia.
*

"Alessia e il pane"

Sera a sottendere la malia
della gioia di Alessia
e il pane è nella madia
per il nutrimento celeste.
Ragazza Alessia entra
in scena in attimi di azzurro
nell’inalvearsi del fiume
della felicità di acque
verdi fino al mare
dei sogni a rigenerarla
e possederla, oltre il
canneto della spiaggia
della sabbia dove fare
l’amore con Giovanni
e sta infinitamente dopo
a gettare sassi nel mare.
*
"Alessia e il sentiero"

Incanto di selenica luna a iridare
ragazza Alessia nella continuazione
al calendario dei giorni.
Chiaro mattino da bere, aria fresca
di settembre a rigenerare Alessia
nel bene presentito dal ramo
dell’arancio. Andranno bene il sesso
e l’esame, dice l’angelo nel
panneggiare mistico nella camera
della mente di Alessia.
Attimi rosapesca, Alessia ha il filo
della vita nelle mani affilate
e la temperatura più mite si apre
a rigenerazioni. Raggio azzurro,
molecola di cielo a entrarle dentro,
libera come l’aria, felice
entra Alessia nel sentiero.
*
Raffaele Piazza

mercoledì 3 settembre 2014

POESIA = DANILO BRESCHI

"Preghiera per amori morituri"
*
splendente e difficile sia
un volto ad occhi chiusi,
tu eri luce anche nel sonno
tanto linee e curve
s’intrecciavano a meraviglia
attorno ai tuoi capelli
selva mossa e fulva

ricordo ancora quando
la diagonale delle tue falcate
tranciava di netto le fitte trame
d’incauti tessitori delle loro brame
ogni volta destinati a fallire
perché non sapevano
che sempre e solo senza rete
ti davi a chi ti si offriva
in volo radente alla vita
rischiando lo schianto
tra cuore e ragione
ma non meritavi altro
che audaci assaltatori di stelle
seppur come ciascuno
saldati con un piede a terra
angeli tramutati in aquiloni
in nostalgia perenne d’ali

la tua leggerezza
non poté che conquistarli
ma per un filo o l’altro troppo teso
ben presto rovinaste nella melma
d’invidie raspe e nane
da cui ora, chino, raccolgo
la geometria delle tue bellezze inerti
senza più un teorema
che possa risollevarle
a quell’architrave di luce
che fu il tuo grembo
con me ospite in preghiera
fin dal giorno che c’incontrammo
e per questo grato a te, ora e sempre,
ti bacio un addio sulla fronte.
Riposino i nostri ricordi in pace.
E così sia.
*
DANILO BRESCHI
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Danilo Breschi (Pistoia, 1970) insegna Storia del Pensiero Politico presso l'Università degli Studi Internazionali di Roma (UNINT). Collabora a "L'Indice dei libri del mese" e ha pubblicato numerosi saggi e articoli, anche in lingua inglese, francese e spagnola. Tra le sue monografie: Sognando la rivoluzione (2008) e Spirito del Novecento (2010). Ha pubblicato anche due raccolte di poesie: Congiunzione carnale, astrale, relativa (2004, finalista Premio Carver) e La Cura del Tempo (2005).