sabato 31 gennaio 2015

SEGNALAZIONE VOLUMI = RAFFAELE PIAZZA

Raffaele Piazza – "Alessia" - ed.Ilmiolibro.it – Roma – 2014 – pagg. 119 - € 12,00

Archetipo di tutte le donne al loro sbocciare da crisalide a farfalla, Alessia, la protagonista dell’omonimo libro di poesie di Raffaele Piazza stupisce il lettore per la freschezza del suo temperamento e la tenacia dei suoi sentimenti. Nasce con un primo testo, proprio nel giorno dell’Epifania, quale inizio e apparizione, quale metafora di un sentire poetico del suo autore che attraverso di lei, nelle sue gesta, nel suo affaccendarsi nel mondo ritrova probabilmente il proprio vivere in simbiosi con la scrittura poetica. Un’auto e un amore, Giovanni, l’accompagnano in tutto il percorso del libro nelle situazioni che si avvicendano e che fanno della storia un susseguirsi intenso di atti, gesti, pensieri che contribuiscono a creare la dimensione emozionale dell’opera. Alice nella sua fiaba, Penelope con la sua tela, operaria dal profumo di mimosa, vacanziera caprese, mistica d’Assisi, o qualunque altra sia la sua condizione Alessia ama l’amore e ama Giovanni, che sembra ricambiarla di un sentimento tutto suo che Alessia vede eterno, anche quando eterno non sembra.
Parlare di questo libro è un dover parlare per immagini e per frammenti, come tanti sono i frammenti e altrettante le immagini che si presentano al lettore. Un incedere incerto e incredulo, zoppicante e tenace, fra attimi estremi di luce, una voce quasi balbettante che promette un aprile come il più buono dei mesi. Non sa Alessia che aprile è il più crudele dei mesi - lo dice T.S. Eliot – e che le riserverà un percorso non facile da superare. Una cantilena da filastrocca, tra ritornelli e ripetizioni cadenzate, assonanze, allitterazioni e quel nome, Alessia, come un bombardamento celebrale, come la nota forte di una canzone, la goccia il cui continuo perpetrarsi che snerva e stordisce ma non può non entrare nell’anima. Alessia da amare e da odiare, da sentire e rinnegare, da volere e lasciar volare, pensa il lettore.
Sapiente il gioco delle parti nel rimando oggettivo tra l’autore e il suo personaggio, il suo alter ego femminile, la parte lunare della sua stessa identità.
Un intersecarsi di destini e volontà, che nel gioco felice della poesia - che si fa sguardo nell’inconscio – non cede a lusinghe, si fa padrona del tempo e dello spazio, resta fedele a se stessa, crea impietosi sguardi, perdona gli eccessi. Bravo quel poeta che sa catturare l’attenzione del lettore, che lo tiene inchiodato fino alla fine tra le pagine, che lo imprigiona nei suoi versi e lo lascia col respiro affannato a risolvere il mistero dell’ultimo testo che chiude il libro, con un barlume di speranza sul lieto fine.
In fondo la storia narrata nel libro è una fiaba e se, come dice Novalis, “tutto ciò che è fiabesco non può che essere poetico” possiamo dire che l’intento di Raffaele Piazza, sia stato perfettamente portato a compimento.

Bologna, 26 gennaio 2015


Cinzia Demi

POESIA = ANTONIO SPAGNUOLO

"FEBBRAIO"
Anche febbraio ha rare dissolvenze
nell’impazienza delle foglie ruggine
e prevede le piogge in questa trasparenza,
come lama che a poco a poco distrugge il calendario
tentando una preghiera rituale , nel sinistro azzurrarsi.
Accade per le ali del tempo sgranare fra le dita
un rosario incompreso, un disegno incantato
che nel chiaroscuro deterge le ferite del pensiero.
Tra le spire del sogno possiamo trascrivere diario
nel profilo iridato dell’attesa,
mistico gioco
della sorte che panneggia.
*
ANTONIO SPAGNUOLO

venerdì 30 gennaio 2015

POESIA = AURELIA ROSA IURILLI




"Lettera dal fronte"
Cara madre,
le bombe mi prestano la luce per scriverti,
le bombe mi prestano il fuoco per riscaldarmi.
Il ricordo delle donne attorno al focolare mi stilla ancor vita nell’anima.

C’era la zia Annina a raccontar le storie:
e la Nunziatella a governare i panni bianchi e le fasce,
e la Marinella adolescente
che mi accendeva il core.

Cara mamma, e poi tu cara mamma.
Dal freddo della trincea.
Dal gelo della trincea.
Dalla morte della trincea.

E la Marinella che mi avvampava il core
E la Nunziatella a governar le fasce bianche…

*
"Maria ninna nanna"
Ho il coraggio di guardarti ancora
bimbo
bimbo occhi di guerra
bimbo canti di bombardamenti
bimbo paura di fuggiaschi
bimbo di nascondiglio e strazio.
bimbo soltanto mio.

Tornerò da loro.
Gli uomini attendono,
mancano braccia per seminare i campi
e poi, comunque mi percuoteranno.
È la guerra,
è la eterna preghiera di pianto e sangue.

Bimbo di nascondiglio e strazio.
Bimbo soltanto mio.
Non ti porterò con me.
Mi son rifugiata in questa stanza dai letti allineati, quieti
e silenziosi.
E poi sei nato.
Siamo tante le Marie con bimbi in fasce!

Gli uomini del paese attendono me
per trafiggermi ancora
e le donne non mi serberanno pietà.

Bimbo mio dal ventre squarciato.
Bimbo ferito di guerra.
Bimbo mio abbandonato.

Siamo tante le Marie con bimbi in fasce.
*
"Dal convento"
Nella luce caliginosa
altre colline si inarcano
dietro la collina verde.

E’ questo l’orizzonte
grigio azzurro
dell’orizzonte
azzurrogrigio?
Il profilo s’impiglia
nella rete della visione.-
*

Aurelia Rosa Iurilli
*
Aurelia Rosa Iurilli è nata a Ruvo di Puglia. Emigra in Argentina – lei suole dire che la portarono come un pacchettino regalo- con i suoi fratelli gemelli e la mamma nel 1952. Dopo la laurea, insegna nelle scuole medie superiori e università. Tornata in Italia, in qualità di lettrice , insegna all’Università di Bari- Aldo Moro. Collabora con il Centro Studi Americanistica- Perugia. Sue ultime pubblicazioni sul tema dell’emigrazione possono visionarsi su. Rivista on-line El Ghibli.

giovedì 29 gennaio 2015

PREMIO CITTA' DI ACQUI TERME

ARCHICULTURA bandisce il premio "Città di Acqui Terme" per poesie edite o inedite per autori di età corrispondente alla scuola primaria, secondaria inferiore e secondaria superiore, , per singoli autori adulti.- Scadenza 31 marzo 2015 - E' richiesta tassa di lettura. Premiazione sabato 5 settembre 2015 presso la sala Belle Epoque del Grande Hotel Nuove Terme. Richiedere Bando completo a : archicultura@gmail.com

mercoledì 28 gennaio 2015

RIVISTA = NUOVO CONTRAPPUNTO

NUOVO CONTRAPPUNTO - trimestrale di poesia ed arte - ottobre-dicembre 2014.
Sommario :
Corrado Calabrò
Carmelo Consoli
Liana De Luca
Domenico Camera
Nazario
Pardini
Giuseppe Vetromile
Ricordo di un poeta : Aurelio Valesi
Recensioni a cura di Elio Andriuoli , Bruno Rombi .
Grafica di Giovanni Verdì
riferimento : elioandriuoli@alice.it

domenica 25 gennaio 2015

SEGNALAZIONE VOLUMI = PER LEONARDO SCIASCIA

AA.VV."LEONARDO SCISCIA -cronista di scomode realtà" - Ed.Poetikanten Edizioni - 2015 - pagg. 122 - € 10,00
Reinterpretare un autore che ha lasciato una traccia indelebile della sua presenza culturale , sociale , politica, è impresa di notevole interesse e di non lieve difficoltà. Dal giornalismo al saggio , dal romanzo all’impegno polemico , dall’insegnamento scolastico alla provocazione intellettuale , Sciascia ha saputo stigmatizzare uomini di potere e figure della mafia, ha saputo raccontare della sua esperienza umana e delle sue competenze professionali con una eleganza forse unica per quel che riguarda l’espressione nel testo. La sua avventura culturale , nel contesto preciso del tempo in cui viene vissuta , può sicuramente intendersi come espressione di una fede liberale agganciata alla illusione luminosa di una svolta non solo italiana , ma mondiale , per un risorgere di quegli incantamenti e di quegli ideali che soltanto l’amore e la pace sono capaci di offrire. La sua intensa esperienza giornalistica scorre fra le testate più importanti , tra il quotidiano palermitano “L’ora” e “Il corriere della sera” o “La stampa”, impegnandosi particolarmente nella polemica sull’antimafia. “Sul Corriere della Sera il 10 gennaio 1987, Sciascia pubblicò l'articolo "I professionisti dell'antimafia", nel quale stigmatizzava fortemente il comportamento di alcuni magistrati palermitani del pool antimafia, definendoli "eroi della sesta", i quali a suo parere si erano macchiati di carrierismo, usando la battaglia per la rinascita morale della Sicilia come titolo di merito all'interno del sistema delle promozioni in magistratura. In particolare, nel bersaglio dello scrittore finì il giudice Paolo Emanuele Borsellino, perché vincitore del concorso per l'assegnazione del posto di Procuratore della Repubblica di Marsala, non per ragioni di anzianità di servizio, ma per specifiche e particolarissime competenze professionali nel settore della malavita organizzata, maturate sul campo, che gli venivano riconosciute dal CSM e gli valsero il superamento in graduatoria di altri magistrati. Dopo la pubblicazione dell'articolo Sciascia fu bersagliato dagli attacchi di molte personalità della cultura e della politica e venne isolato dalle maggiori forze politiche, eccezion fatta per i Radicali ed i Socialisti. L'associazione Coordinamento Antimafia, che dallo scrittore venne definita «una frangia fanatica e stupida»”. Tale catena non ha impedito allo scrittore di realizzare opere di eccelsa fattura come “Il giorno della civetta” o “La scomparsa di Maiorana” , “A ciascuno il suo” o “La sentenza memorabile”, oltre ad un nutrito numero di saggi editi da Laterza , Einaudi , Sellerio , Adelphi.
Realizzare quindi un’antologia di poesie , racconti, saggi, che riecheggino le atmosfere o gli interessi di un autore ormai ben delineato , con l’apporto delle molteplici esperienze nella contemporaneità, verso sonorità e costruzioni sintattiche tra le più ricercate dal compilatore , o nel tentativo di ardite partecipazioni con l’estetica della intuizione-espressione, credo sia opera degna di essere segnalata e ricercata.
Dalla poesia di Emanuele Marcuccio che cerca di indagare il baratro che la storia lascia sempre aperto al fulmineo intervento di Daniele Barbisan, dalla presenza rapace de “la civetta” di Giorgina Busca Gernetti, al canto della luna di Lucia Rita Carfagno, dai pensieri altalenanti di Osvaldo Crotti alle ombre oscure di Michela Zanarella, dagli “occhi opacizzati della gente” di Sebastiano Impalà, alle armoniosità di Valentina Sensi, dal canto imprigionato negli oscuri confronti di Maria Antonietta Filippini al gioco in vernacolo di Leonardo D’Amico, dalla effimera bellezza delle ali di Caytello Di Somma , al sussurro contro l’ingiustizia di Davide Lucarelli , le liriche si giocano fra la scrittura in ondate di rigenerazione, e diventano luogo di esplosioni di verità suggerite , segni di energia verbale , cariche di umori fortemente tradotte verso il fondo di morale e aggregazioni quotidiane.
Tra i racconti aleggia quell’immediatezza del dire, caratteristica dell’asciuttezza di un dettato varie volte rielaborato, per realizzarsi quasi sempre al di là dell’incantamento, quando la rievocazione sboccia in fiori di autentica caratteristica. Pasquale Faselli ricerca richiami e riferimenti paesaggistici, Samuele Mazzotti accompagna i ricordi alla tradizione orale. Corrado Calabrò destina la propria cartella alla Calabria operaia per una labile memoria di accadimenti. Sebastiano Plutino colora l’avvolgente paesaggio in una aggregazione strana di ricordi. Francesco Paolo Catanzaro ricostruisce memorie di militari in attenta aderenza dei tempi. Luisa Bolleri corre tra i capricci dell’Etna ed il coltello assassino. Nicola Giannini di luogo in luogo ritrova ricalca schemi di una società assopita. Enrica Santoni nell’inquietante segreto di una lettera che il destino propone alle emozioni. Giuseppe Barcellona , tra realtà e fantasia rilegge pagine di Sciascia , tra racconto e relazione.
Infine un corposo insieme di saggi arricchisce questo volume con gli interventi di Luca Racchetta : “Sicilianità e illuminismo nel travestimento storico” , modello tra i vecchi miti e le attuali speranze. Iuri Lombardi : “La storia divisa tra vinti e vincitori” nella tensione drammatica di un certo realismo ed una passione lirica tra civile e sociale. Lorenzo Spurio : “L’impostura della dittatura e del sistema mafioso” , nella ricerca attenta ed intelligente di uno Scascia poeta a tutto tondo, ricco di fascino e di mistero. Spurio affonda la sua penna nella suggestione crepuscolare e luminosa insieme di quella traccia sagace ed espressiva che caratterizzò le opere dell’autore.
Con lo sguardo rivolto all’individuo e alla società che lo vide uomo di cultura si realizza in questo ricco volume una verità storica ed un dovere morale sufficiente a conquistare concretamente una esistenza oggettiva, che ha donato a suo tempo il suo valore , la sua vocazione , la sua esperienza ad un arco originariamente letterario, assolutamente significativo per la storia della letteratura.
ANTONIO SPAGNUOLO


venerdì 23 gennaio 2015

POESIA = ANTONIO SPAGNUOLO

"GESTI"
Nulla rimane anche se cento mani
ricamano il vortice profondo che confonde
le mie parole incastrate nel mondo.
Frantumato nel tempo
ogni spazio riconduce l’assenza,
ed il sorriso puro della tua tenerezza
ha distanze repentine , sempre ricomposte
nelle finzioni che mi raffiguro.
Sei stata una passione,
ora sei gesto di estrema solitudine.
*
ANTONIO SPAGNUOLO

giovedì 22 gennaio 2015

SEGNALAZIONE VOLUMI = ILIAS GRIS

Ilias Gris : "Amore a Olimpia-”--Fermenti Editrice – Roma – 2014 – pagg. 129 - € 14,00
Ilias Gris è nato a Biskini di Krestena-Olimpia, nel Peloponneso nordoccidentale nel 1952.
Ha preso parte alla rivolta del Politecnico ad Atene nel 1973, alla caduta della dittatura dei colonnelli.
E’ uno degli esponenti più noti della generazione del ’70, quella della contestazione.
Numerose le sue opere di poesia e prosa; per la saggistica ha pubblicato “De poesia” (2009).
“Amore a Olimpia” presenta l’introduzione e la traduzione a fronte a cura di Crescenzo Sangiglio.
Pochi autori, come Gris, si richiamano, con tanta intensità, ai luoghi delle proprie radici, sia a livello intimistico, privato ed estetico, che storico – politico.
Il testo non è scandito e, anche per questo, si potrebbe affermare che possiede una vaga natura poematica e i componimenti, spesso, sono costituiti da più strofe e hanno un’estensione notevole.
La poetica, che l’autore esprime in questo libro, ha, per cifra distintiva, un tono narrativo e affabulante, un andamento mosso e sinuoso dei versi, che si susseguono incalzanti, scaturendo gli uni dagli altri, connotati da chiarezza e icasticità, nella loro tendenza all’essenzialità.
Le tematiche affrontate sono quelle della guerra, dell’amore e dell’erotismo, della poesia stessa e dei poeti, nonché quella delle origini, dell’infanzia, linee che si intrecciano le une con le altre.
Sembra che le atmosfere descritte da Gris siano sempre permeate da un forte senso di provvisorietà, di precarietà e la parola sangue ricorre frequentemente, provocando un senso di inquietudine.
Un anelito verso la sopravvivenza, la vita a livello di struttura, traspira dall’incedere dei sintagmi: per esempio in “Il ritorno del figlio prodigo”, poesia nella quale, come in molte altre, è fortemente avvertito il senso della corporeità dell’io-poetante, in immagini come “nel corpo il sangue abitai” o “naufrago e ossa nel sogno/ mi issano. Come solitario germogliare”.
Nella suddetta il protagonista figlio prodigo, al posto di rinvenire, al suo ritorno, la casa del padre ad accoglierlo calorosamente, si ritrova ancora di più in una solitudine assoluta, che potrebbe essere simile a quella di un esilio.
Qui la costruzione del testo è ellittica nel senso di una corrispondenza tra l’incipit della poesia e la sua chiusa, con la ripetizione dei versi:-“Tutti mi raffigurano e mi discostano/ da ciò cui credetti…/”, espressione indefinita che implica lo smarrimento nella ricerca della propria identità.
Il titolo della raccolta “Amore a Olimpia”, potrebbe suggerirci la chiave interpretativa del libro, nell’attenzione prevalente data alla materia amorosa che riscontriamo in molte composizioni, come dominante e motivo conduttore.
Una visionarietà che si coniuga ad un certo onirismo purgatoriale trasuda da molte poesie, un senso di magia, a volte suadente, altre intrisa da un crudo realismo, che emerge quando i protagonisti sono i fatti della guerra.
In “La nostalgia del letto” riscontriamo un esempio di poesia erotica originale perché in essa il letto diviene personificato, con raffigurazioni suggestive perché, pur essendo un oggetto, “còmpita il sapore dello sperma” e “ha nostalgia dei corpi della notte”.
Letto come luogo dell’estasi e dell’incanto dei sensi quando diviene interanimato con le fibre degli amanti.
“Ad un giovane poeta che si dà arie di essere Pound” è una poesia che ha per soggetto la poesia che riflette su se stessa in un affascinante gioco di specchi frontali.
Il essa l’interlocutore è un giovane poeta che si crede bravissimo, ai livelli del grande Pound.
Oltre all’ironia qui è implicito il discorso della meritocrazia in letteratura, che costituirebbe un capitolo a parte.
Il fattore x che colpisce nella scrittura di Ilias Gris è la capacità di ogni singola poesia di decollare sulla pagina con aperture fulminanti, di librarsi con accensioni e spegnimenti, attraverso un denso tessuto metaforico e sinestesico.
Linguaggio non neolirico tout-court, ma certamente connotato da un afflato di liricità almeno in alcuni movimenti.
*
Raffaele Piazza



mercoledì 21 gennaio 2015

POESIA = RAFFAELE PIAZZA

"Alessia e la memoria"

Subito arriva l’aurora
per Alessia, prealbare
incanto nel nevaio di
gennaio, sveglia nel
ricordarsi il sogno soave
nel file segreto da
trascrivere, sedici
anni, contati come semi.
Si gira Alessia al muro
frontale dove l’edera
cresce, verde gemmante,
nell’interanimarsi
alla rosa memoria
per gioco e voglia.
A tredici anni
con lui il primo bacio
e a quattordici la prima
volta (se non sei mia
ti lascio). Poi sono andati
a Firenze all’albergo
degli angeli e con tutti
sei in quarto ginnasio
la promozione.
Due anni felici con Giovanni,
non l’ha lasciata né tradita,
lo controlla.
*
"Alessia e le prove di danza"

Flamenco, tango o valzer
per Alessia, musiche
a pervaderla, sintonia
con la vita nello spogliatoio
dell’anima Veronica a dirle:
Giovanni non ti lascia.
Attimi irrorati da fiale
d’inchiostro di cielo,
le usa ragazza Alessia,
per il sogno più bello
trascrivere con grafia
affilata sul diario della
memoria senza nostalgia.
E così esiste Alessia,
in prove di danza
e della vita
*
"Alessia e l'acquario marino"

Sera di plenilunio, lucore a
filtrare in di Alessia la camera,
sulla polita mensola,
l’acquario marino agli
occhi di Alessia ad agglutinarsi
fino all’anima di grammi 18.
Pesce della Barriera Corallina
azzurrocielo di Giovanni dono
nel nuotare con giochi di danza
a tessere incanti. Ora c’è la
bella vita, risplende il tempo
dietro i vetri appannati
di stupore di raccolto si staglia,
cammino a piedi di Alessia
da luna bagnata a brillare
il biondo dei capelli.
*


"Alessia e il limbo del cielo"

Freddo mattino da volatili
solcato per ragazza Alessia,
nel panneggiare azzurro
di un limbo di liquido cielo.
Attimi disadorni, chimera
che si avvera per Alessia
(Giovanni non la lascia).
Passo di leggerezza di Alessia
nel giungere all’acquario-
portineria dove ridere come una
donna per di Veronica
la lettera in cassetta postale
della grazia di un felice
giorno, fino al bar.
Limbo del cielo ad aprirsi
con nuvole grandiose
in forma di delfini e cavalli.
Studia di Petrarca il Canzoniere
Alessia.
*
"Alessia e il calendario"

Il binario del 2015,
gennaio del nevaio
alla fine per ragazza
Alessia cielovestita.
Parete frontale, occhi
azzurri al calendario
dei responsi tra abetaie
e albereti nel pensiero.
Ha preso una pigna
portafortuna al Parco
Virgiliano Alessia
ricomponendosi
l’affresco dove era
già venuta tra le
braccia di Giovanni
nuda e innocente.
(staremo ancora
Insieme a marzo)?
Urla fuori il gabbiano:
attenzione!!!
*
Raffaele Piazza




sabato 17 gennaio 2015

UNA LETTERA = PER "OLTRE LO SMERIGLIO"

Gent. mo poeta,
ho letto con interesse la pubblicazione che mi ha inviato, "Oltre lo smeriglio".

E' raro trovarsi provocati da una poesia capace di invadere dolcemente il mondo del lettore. Il rischio spesso è quello di creare dei versi che ricercano spettatori, contemplatori, ammiratori. Raramente donne e uomini di vita vera, che possono esser intercettati nelle fibre vibranti della loro esistenza dai componimenti di altri.

La sua poesia trovo abbia questa preziosa qualità: quella di pro-vocare, di richiamare nell'essere la persona e la storia tutta del lettore, invitato a partecipare in maniera attiva all'evento del mistero poetico.

L'uomo contemporaneo vive la frammentarietà post-moderna, a cui occorre tornare, soffermarsi e rappacificarsi (“Ritorno agli ultimi frammenti per chiedere perdono”) se si intende abbandonare quell'uomo nicciano di Zarathustra immobilizzato e perso fra memoria e futuro, spazio e prigionia, orizzonti e dettagli (“Tutto è sopito nelle forme oblique, strana la voluttà dell'indicibile”). La sua poesia è un contributo a questa azione, a questa progettualità della nuova umanità perché si riscopra sempre sé medesima. “Nella nebbia inseguo qualche raggio per divenire fiammella”. E ci si scalda.
SARA BETTONI (Atelier)

RIVISTE = TESTUALE

TESTUALE n.54 / 2014
Critica della poesia contemporanea
Fondata nel 1983 da
Gio Ferri, Gilberto Finzi, Giuliano Gramigna

Testi e corrispondenze:
Roberto Sanesi Rosa Pierno Daniele Santoro
Giorgio Terrone Marco Buzzi Maresca
Gio Ferri
Fabio Turato Massimo Scrignoli Paolo Ferrari
Luigi Cannillo “Anterem 88” Flavio Ermini
Carla Paolini Ivan Pozzoni Maurizio Baldini
**
Integralmente leggibile e stampabile al sito
www.testualecritica.it
per informazioni
testualecritica@gmail.com

giovedì 15 gennaio 2015

SEGNALAZIONE VOLUMI = GIUSEPPE IULIANO

GIUSEPPE IULIANO : “Fiori di carta” – Delta 3 edizioni – 2014 – pagg. 96 - € 10,00
Un ricchissimo recinto entro il quale si armonizzano , in perfetti giochi di luci e di ombre , sia le incisioni di Giovanni Spiniello , che le poesie del nostro Iuliano. Un rincorrersi di figure e parole che rendono la lettura oltremodo affascinante. Sprazzi esplosivi le prime , con motivazioni che imprimono le impronte della china; coloriti rimandi musicali le seconde , che adattano la voce del poeta al vortice dei registri, in un anelito che si accompagna alle sorprese dei fiori di carta. La voce limpida modula sentimenti , dal dolore opacato della quotidianità alla delicatezza di luci che si increspano alla pazienza del tempo. A volte nel rifiuto delle infinità , a volte nell’illusione di speranze attorcigliate intorno al fusto, l’ansia del dire diviene forza salvifica , che dalla poesia e nella poesia rintraccia i segnali per attingere alle fonti del salvifico. Difficile la ricerca di una verità che si faccia garante del sopravvivere , così il poeta – come “nave alla deriva o in disarmo” – squarcia i privilegi e conferma il valore del tempo che sovrasta, temperando il verbo nei conflitti delle immagini.
ANTONIO SPAGNUOLO

martedì 13 gennaio 2015

POESIA = MARIO DE ROSA


PRIMIZIE E VITA

Arsa d’ogni primizia
Oh cacciatrice vita
Insegui casti baci
primi voli d’uccelli
verginità perdute.
Sorgenti sgorganti
da realtà profonde
di mistero e d’amore.
Ci copri di ferite
E petali ogni giorno
finché giunge il tramonto
e il sole cala stanco.
*
SORPRENDERSI

A volte mi sorprendo
fra quelle fitte brume
che m’avvolgono il cuore
e lo stupore è grande
che mi pulsi nel petto.
Poteva consumarsi
Così com’era molle ,
per l’amore a mia madre
o quando tu m’ardesti
coi baci al primo incontro.

Ma il tempo vecchio fiume
canuta barba snoda
e ti sottrae la vita.
Alberi alti gli anni
immagini mi danno
per mano al mio bambino
la gioia d’una figlia.
Ma il muscolo è presente
più tenero, più grande,
io sciocco che temevo
che amor lo consumasse.
* 
Villaggio umano

Al gelo delle tenebre
prostrati
siamo un campo di brina
che l’alba attende
per una carezza di sole.
* 
MARIO DE ROSA
*
Mario De Rosa è nato a Morano Calabro (CS). Insegnante di scuola primaria ,ha frequentato il corso di Laurea in “Lingue e Letterature straniere” a Roma, non terminando il corso degli studi .Solo nel 2006,approfondisce le poche poesie di un quadernino. Il primo riconoscimento, ad “Anguillara Sabazia (RM) “ dove vince il premio “Selezione”. Ama scrivere in lingua e in vernacolo del suo paese:Morano Cal. Innumerevoli i premi conseguiti, tra cui molti primi posti.(Jacques Prèvert-Città di Viterbo- Omaggio a Cortona –Ischia :otto Milioni etc. Amante e Promoter di poesia, non perde occasione di trasmetterla nelle scuole ,per strada o in circoli letterari. Organizzatore di premi e di collaborazioni tra poesia e pittura e altre forme artistiche .Più volte presidente e membro di giuria, in vari concorsi, egli stesso ,dall’inizio dell’attività, ha organizzato manifestazioni di poesia. Negli ultimi due anni, ha ideato e portato a termine il premio :”Morano Calabro Città d’Arte”, Il primo dedicato al poeta di Marradi :Dino Campana, l’altro, dedicato al grande John Keats. Entrambi i premi hanno riscosso un lusinghiero successo . Di recente è stato inserito in Enciclopedie di poesia contemporanea ,e compendi di letteratura . Al suo attivo quattro pubblicazioni con la Montedit ed. ,di cui una in dialetto. Costante è la ricerca e lo studio di nuove forme d’espressione, che non tradiscano la pura semplicità e l’ eleganza del verso.

domenica 11 gennaio 2015

SEGNALAZIONE VOLUMI = ORONZO LIUZZI

Oronzo Liuzzi – “Condivido” - puntoacapo Editrice – Pasturana (Al) – 2014 – pagg. 89 - € 11,00

Oronzo Liuzzi è nato a Fasano ( BR) nel 1949; ha pubblicato numerose raccolte di poesia e romanzi.
“Condivido”, composito e ben strutturato architettonicamente, è costituito da undici componimenti, che, per la loro estensione notevole, possono essere letti come dei poemetti autonomi, anche se legati tra loro dal filo rosso del comune denominatore di una forma icastica e ben controllata.
Le composizioni che costituiscono il testo sono: “Ercole, Incredibile sorriso, Trasformati forse, Per una nuova vita, Un cuore bianco di dolore, Sara, La vita s’incontra, E mentre le nuvole, L’amore sempre, Nel bosco un corpo sogna, Poesia di carta”.
Da mettere in rilievo la tecnica compositiva di ogni singolo testo, che include citazioni in corsivo di brani prelevati da vari autori e autrici da libri di poesia.
La scrittura combinatoria dell’autore, nel suo fare interagire nella dinamica testuale brani propri e di altri poeti, crea un effetto di straniamento e rende intriganti, composite e articolate le singole parti del libro.
Cifra costante di “Condivido” è quella di uno stile sinuoso, leggero e scattante, che sottende una certa ansia controllata nel poiein del Nostro.
La versificazione procede per accumulo ed è connotata da una forte densità metaforica e sinestesica e il tessuto linguistico spesso s’impenna in accensioni e spegnimenti.
Quasi sempre nei testi la stesura dei versi avviene in lunga ed ininterrotta sequenza, in un fluire scrosciante dei sintagmi, che si potrebbe definire come espressione di una tormentata espressione “Liberty” o neobarocca.
Spesso la scrittura ha delle scissioni intrinseche tra significati e significanti, che portano alla costruzione di lunghe strofe che presentano andamenti e toni anarchici, fino a sfiorare l’alogico.
Costante è un linguaggio oscuro, che tende ad un inconscio controllato, anche se, a volte, si aprono squarci meno enigmatici nel versificare di Liuzzi.
Serpeggia in tutto il libro un senso drammatico che trae origine dalla vita vissuta in prima persona dall’autore, che è come una fotografia che trova il suo negativo nella stesura delle stesse poesie.
Il tono è assolutamente antilirico e antielegiaco e tende ad una forma personalissima di neosperimentalismo.
Viene da chiedersi quali siano state le motivazioni del poeta nella scelta del titolo Condivido: la risposta a tale domanda risiede nel fatto che, presumibilmente, l’autore pensa di condividere la scissione dalla realtà e dalla natura con i suoi lettori e con l’umanità, frattura sanabile solo attraverso il mezzo salvifico della pratica della stessa poesia.

Raffaele Piazza


sabato 10 gennaio 2015

POESIA = PATRIZIA STEFANELLI


"Sui cigli delle viole"

Abitami
come fa la luce che gioca,
tra le tende del sole
con le foglie ad annuire alle persiane.
Abitami
Chiamami al sogno Verdemare,
prendi la luna, dalle gelsi in dono
alzati fino a lei in dolce tuo inganno
fino a che gli occhi
cadano
sui cigli delle viole incustodite,
al prato,
al rosario di certe croci stanche.
Ecco…sarà
rossa, come me o bianca
se vorrai.

Abitami
nelle sere d’estate
e poi d’inverno, quando neve ghiaccia
e le ferite mordono.
Abitami i giorni a venire,
quelli passati,
abitami il dolore,
che d’Albatro ha il volo e non sa…
restare.
*
Patrizia Stefanelli
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Patrizia Stefanelli è nata nel 1960 e vive a Itri (LT). Dopo la laurea in Scienze Infermieristiche si laurea al DAMS di Roma Tre (regia teatrale). Per il teatro ha scritto e rappresentato: Non scherzare con il morto?, Tre tazze e una zuppiera, Qui si sana?, Cantando il tempo che fu; Il mistero di Don Giovanni.
Direttrice del Premio Nazionale Mimesis di poesia giunto alla XVIII edizione. Della sua attività letteraria e teatrale hanno parlato: “La Repubblica”, “Il Tempo”, “Il Messaggero”, Rai International, “ Il Quotidiano di Latina”.
Alcuni dei premi ricevuti per la poesia dal 2013:
1°al XIII Festival lirico Leoncavallo “Amalia Vilotta”; 3° a “I moti dell’anima” Città di Positano; Premio “Thesaurus” ; Menzione Speciale al “Premio Nazionale Grottammare”; Premio Speciale al “Voci- Città di Abano Terme” per libro edito; Menzione Speciale al Concorso “Città di Cologna Spiaggia”; 3° a “Premio Internazionale Ev-viva la mamma”; Menzione Speciale “Premio Internazionale Regina Margherita”.
Pubblicazioni: “Guardami” libro di poesie presso Rupe Mutevole CE
In uscita: “Rosanero”

venerdì 9 gennaio 2015

SEGNALAZIONE VOLUMI = GUIDO CASERZA

Guido Caserza – “Flatus vocis” --puntoacapo Editrice – Pasturana (Al) – 2014 – pagg. 95 - € 11,00

Guido Caserza è nato a Genova nel 1960; ha pubblicato numerosi libri di poesia e narrativa.
“Flatus vocis”, prefato con notevole acribia da Marco Berisso, ritrova, nel suo titolo, le ragioni della sua progettualità.
Non a caso la suddetta espressione latina ha per significato: parole e frasi senza importanza, che non producono nessuna conseguenza.
Da quanto affermato si potrebbe dedurre la presenza, nella concezione letteraria dell’autore, di un’idea, secondo la quale, le poesie non hanno peso nel contesto della nostra società, nel nostro postmoderno occidentale, dominato nelle coscienze dai valori dell’avere, che superano di gran lunga quelli dell’essere, come già stigmatizzato da Erich Fromm negli anni Ottanta.
Se la poeta Patrizia Cavalli ha scritto la raccolta di versi “Le mie poesie non cambieranno il mondo”, si può intendere che anche Caserza, pur praticando la poesia, pensi che quest’ultima non abbia la capacità e la possibilità di influire su una realtà pesante e “liquida” come quella della nostra contemporaneità.
Non per questo si deve intendere che per Caserza, o per qualsiasi altro poeta, la poesia sia inutile a livello soggettivo, perché la scrittura stessa, a livello personale e intimo, è salutare anzi salvifica, per ritrovare sintonia e armonia nel mare magnum della quotidianità.
La poesia può anche essere un modo per lanciare un messaggio in bottiglia per relazionarsi con gli amici e i critici letterari ed è molto vitale attualmente, se non altro perché sono moltissimi quelli che scrivono libri di poesia e numerosi sono gli editori che pubblicano nomi anche sconosciuti nel circuito letterario.
“Flatus vocis” è una raccolta composita e ben strutturata architettonicamente.
Il libro è scandito nelle seguenti sezioni, tutte costituite da pochi componimenti: “Sestini, Sonetti minimi, Scritture, Vexilla regis, Sax Suite, Imitazioni, Sic et simpliciter, Traveggole e Il libro dei morti”.
Cifra essenziale della poetica del Nostro è quella di una forma delle composizioni veramente originale: infatti tutti i testi sono caratterizzati da verticalità e composti da brevi strofe.
Originalissimo il linguaggio di questo autore nel primo testo, che pare essere costituito da un impasto linguistico di italiano e latino, che produce un idioletto veramente unico nel nostro panorama.
Icasticità e velocità costellano la dizione dei componimenti, nei quali sono frequenti accensioni e spegnimenti.
Una tematica mistica connota la sezione Scritture, nella quale, non a caso, i testi sono intitolati: “Giobbe, Salmi, Proverbi e Qoèlet”.
Molte composizioni sono costituite da terzine dai versi brevissimi e ben modulati.
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Raffaele Piazza



SEGNALAZIONE VOLUMI = VINO, EROS E POESIA

VINO EROS E POESIA – a cura di Alessandro di Napoli, Giuseppe Panella, Paolo Saggese- Edito da “Digital graphic Moscariello" – 2014 – pagg. 416 - € 25,00-
Antologia dedicata al vino e all’amore , inseguiti attraverso la poesia , dalla Grecia antica, dalla Roma dei Cesari, da Cecco Angiolieri a Trilussa, al primo novecento , ai nostri giorni , con un rapido sguardo alla poesia straniera (Shelley, Puskin, Baudelaire, Dickinson, Mallarmnè, Verlein, Kavafis,Yeats, Rilke, Apollinaire, Benjamin, Trakl, Pessoa, Garcia Lorca).Lavoro senza alcun dubbio di notevole spessore culturale e di autentica luminosità, per quella propria gioiosa misura che fa tradizione e convivialità nel nettare e per quella poderosa ricerca che arricchisce le pagine.
“Il simposio – scrive Saggese nel suo intervento – è uno dei luoghi della poesia, se non il luogo della poesia, almeno in età arcaica. Questo momento della vita non è paragonabile semplicemente ad una nostra cena in cui gli amici sono invitati a bere insieme, ma era un’occasione in cui si riunivano persone che erano accomunate dagli stessi orientamenti culturali, politici, ideologici, ovvero erano componenti di una “eteria” che da un lato consolidava in tal modo i legami di fedeltà tra i suoi componenti, dall’altra discuteva sulle questioni impellenti, soprattutto politiche, che potevano avere un maggiore interesse per la loro attualità.”
La nominazione del vino , tra eros e illusione , viene riferita sin dai tempi dei rituali , in un mondo sottilmente acceso dai grandi misteri della vita e della morte , del bene e del male , del bello , del vero, del giusto , per sdrammatizzare e compensare le angustie del quotidiano. Omero , Senofane, Anacreonte, Callimaco, Apollonide , e Catullo , Virgilio, Orazio , Tibullo , Ovidio, e Cecco Angiolieri, Lorenzo de’ Medici, Poliziano, Redi, Parini , Carducci, Di Giacomo , Pascoli , D’Annunzio , Trilussa, sino ai nostri giorni con Quasimodo, Scotellaro, Bàrberi Squarotti, Spagnuolo, Piscopo , Rescigno , Lippo, Ramat, Buffoni , Ruffilli , Vetromile , Iuliano, Saveriano, Perilli , Rega , Arminio , Cipriano.
Perdura il coraggio dei compilatori in quest’opera che celebra il vino tra una linea amorosa ed un tratteggio storico politico eminentemente colorato.
ANTONIO SPAGNUOLO

PREMIO POESIA = ARTE IN VERSI

IV Premio Nazionale di Poesia “L’arte in versi”

L’Associazione Culturale PoetiKanten in collaborazione con la rivista di letteratura “Euterpe”, Deliri Progressivi con l’Alto Patrocinio della Universum Academy – Switzerland e il Patrocinio della Regione Marche, della Provincia di Ancona, dei Comuni di Ancona, Jesi e Senigallia, bandisce la IV edizione del Premio Nazionale di Poesia “L’arte in versi” che destinerà parte dei fondi alla Fondazione “G. Salesi” Onlus di Ancona che supporta l’attività di ricerca relativa al bambino ospedalizzato.
La partecipazione è articolata dal presente bando.
1. Il concorso è articolato in due sezioni, entrambe a tema libero:
Sez. A – poesia in lingua italiana
Sez. B – poesia in dialetto (accompagnata da relativa traduzione in italiano)
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2. Le poesie potranno essere edite o inedite, ma non dovranno aver ottenuto un primo premio in un precedente concorso.
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3. Si partecipa con un massimo di tre poesie per ciascuna sezione e ognuna non dovrà superare il limite dei 30 versi (eccettuato gli spazi tra le strofe e il titolo).
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4. Quale tassa di partecipazione è richiesto il pagamento di 5€ per ciascuna poesia presentata.

5. Il partecipante deve inviare entro e non oltre la data di scadenza fissata al 15 maggio 2015 alla mail arteinversi@gmail.com le poesie con le quali intende concorrere (rigorosamente in formato Word), il modulo di partecipazione compilato e la ricevuta del pagamento.
In alternativa, l’invio di detto materiale potrà essere effettuato in cartaceo, mediante posta ordinaria, e dovrà essere inviato a:
IV Premio Naz.le di Poesia “L’arte in versi”
c/o Dott. Lorenzo Spurio
Via Toscana 3
60035 – Jesi (AN)
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Per l’invio mediante posta tradizionale farà fede la data del timbro postale.
RIFERIMENTO: lorenzoospurio@gmail.com

giovedì 8 gennaio 2015

SEGNALAZIONE VOLUMI = SANDRO PIGNOTTI

Sandro Pignotti – “Il tappeto smeraldo”-- puntoacapo Editrice – Pasturana (Al) – 2014 – pag. 87 - € 10,50

Sandro Pignotti è nato a Sanremo nel 1953; ha pubblicato numerosi libri di poesia ed è autore di due romanzi.
“Il tappeto smeraldo” è preceduta da una Nota dell’autore.
Nella suddetta il poeta afferma che la pretesa di esprimere delle vicende con immagini è sempre stata presente, almeno intuitivamente, nella progettazione della sua scrittura.
Pignotti aggiunge che in qualche caso il lavoro di stesura avveniva in modo spontaneo e che, quindi, sempre seguendo l’istinto, sommava in una storia concetti e figure a situazioni di cui all’epoca intuiva un collegamento.
Composito e ben strutturato architettonicamente, il testo è scandito nelle seguenti sezioni: “Inverno, Primavera, Estate, Paragrafo I, Paragrafo II e Paragrafo III”.
La poetica dell’autore ha per cifra essenziale una scrittura scattante, icastica, leggera, veloce e nervosa, sempre egregiamente controllata.
Si può definire neolirico il linguaggio di Pignotti, anche se conserva, indubbiamente, qualcosa di intellettuale.
Si nota una vena di raffinatezza nel mettere le parole, i sintagmi sulla pagina, in modo non lineare: infatti i versi sono collocati irregolarmente praticamente in ogni componimento.
Questa disposizione, che implica un’avvertita coscienza letteraria, rende il tessuto linguistico intriso di un suo indiscutibile fascino e dà al lettore la sensazione di affondare nella pagina.
Chiarezza, nitore e luminosità connotano il poiein del versificatore che, in un’epoca di orfismi e neosperimentalismi, emerge con una scrittura intrigante, mai banale o elementare e caratterizzata da una elevata originalità nelle poesie tutte differenziate tra loro, ma sotto un comune denominatore formale e stilistico.
Un tema ricorrente in “Il tappeto smeraldo” è quello di un erotismo dolce e sensuale, che non include, come avviene di solito in poesia, un tu al quale il poeta si rivolge.
Più che l’amata viene detto con urgenza l’amore stesso, attraverso descrizioni di situazioni dalle quali trasudano il pathos dell’eros e della sensualità.
Si avverte la tensione verso una figura femminile che resta controcampo, avvolta nel mistero, anche se sono descritti particolari del suo abbigliamento e situazioni particolarmente intense, sempre con grande grazia..
Altre tematiche sono quelle della storia e della guerra, affrontate con sapienza ed intensità.
Una scrittura vivida e a tratti visionaria, quella dell’autore, che sembra avere ritrovato, di raccolta in raccolta, una sua dizione inconfondibile.

Raffaele Piazza

sabato 3 gennaio 2015

POESIA = RAFFAELE PIAZZA

"Alessia e la cesta di fragole"

Sembiante dell’azzurro
del freddo di gennaio
mese del nevaio per Alessia
campita contro il velo
nell’agglutinarsi delle linee
cielo-mare. Il gelo a iridare
di ragazza Alessia dell’anima
il vetro. Poi sognare la cesta
delle fragole per Alessia,
accarezzata da una conca
di tramonto a pervaderla.
Frontiere di vento a levigare
Alessia nel correre scalza
verso Giovanni (tanto non mi
lascia). Urla un bianco
di gabbiano: attenzione!!!
**

"Alessia e l’amica ritrovata"

Freddo per Alessia a rigenerarla.
Pensieri freschi (Veronica ha baciato
con la lingua Giovanni, ma ha
detto che non lo farà più).
Prima che dica pronto nella
mente azzurra di Alessia
(sarà Veronica).
Scusami, Alessia, vieni alle 18
a casa mia, ho un regalo per te!!!
Trasale Alessia, ride mentre
piange: va bene, verrò!!!
La strada del gennaio del nevaio
percorre Alessia e l’amico
gabbiano urla: attenzione!!!
Speriamo che Giovanni non
mi lasci.
Fiorevole sera, a casa Veronica
Alessia abbraccia, le dà
il pacchetto e i muri.
parole non hanno.
**

"Alessia e l’incanto del mare"

Mediterraneo distesa
pari a prato azzurro
a entrare negli occhi
di Alessia fino a toccare
l’anima di ragazza
al colmo della grazia.
Conca di tramonto
d’arancia e l’incanto
della corsa scalza di
Alessia nel verde
dell’erba con la gioia
(tanto non mi lascia).
Poi il dono dell’abetaia
fantastica, del freddo
di platino di acque
in cui immergersi
ninfa per rigenerarsi.
**
Raffaele Piazza