martedì 5 novembre 2024

POESIA = FOSCA NAVARRA


**Tre poesie dalla raccolta "Perdutamente" (Ensemble ed.)
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"Interruzioni"
Le storie non continuano
si accasciano nell’insignificante
come i bimbi abbandonati
nelle macchine ad agosto.
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"Roma/Firenze"
Era un respiro al mattino
sui queruli prati, sui bronchi morenti
che stanno a pregare il maestrale,
che stirano afflitti
le fronde alla chiara galera,
riapparsa ai confini tra il bene
e il delirio, a tal punto tenace
che io ridivengo memoria
e insensate speranze
e anelanti radici
alla cima di tutto quel vento
che nutre le greggi
e mi affama.
==
"I limiti dell’amore"
Vedo negli amanti il mio fallire
e nell'amarsi la mia arsura
il mio delitto di sonnambula
le sbarre in pieno giorno.
Fuori, libertà di sete
libertà di crollo e di caduta
lusso di ringhiere;
fuori, negli amanti
il compimento universale
di ogni limite. Non c'è
né in me né in ogni solitudine
volere di confino per il mondo.
Vedo negli amanti esaltazione
e sfregio all'abbandono;
vedo la mia invidia e il mio fallire
contro quel passivo e riflessivo
osanna dell’amore.
Vedo negli amanti la più eccelsa
forma idolatrata di egoismo.
*****
FOSCA NAVARRA

POETI DA RICORDARE = MICHELE SOVENTE


MICHELE SOVENTE (1948 / 2011)

POESIA = RAFFAELE PIAZZA


**Alessia a San Lorenzello**
Le alberate lungo i viali
fantastici dei pini delle
pigne portafortuna, attraversa
Alessia in verde aprile
sullo spazio scenico della
vita come in prove di danza
per disegnarla ai lieti colli
del paesino San Lorenzello
dove intanarsi, nascondersi
per dieci giorni.
I desideri nell’inverarsi
(oggi ha fatto l’amore due volte).
E di Alessia i pensieri
toccano il cielo
della costellazione imminente
di felicità dove il triangolo
delle stelle recita la vita
nell’irradiarla in Alessia
in luce serena.
***
Raffaele Piazza.

lunedì 4 novembre 2024

SEGNALAZIONE VOLUMI = DAVIDE CAVA


** Davide Cava: "Mi sto poetando sotto" - Eretica edizioni 2024 - pp. 74 - € 15,00
La raccolta poetica ritrae la considerazione intensa e contrastante sull'esistenza, traccia la linea di confine, dileguata nella soglia della comprensione tra realtà e finzione, dichiara la necessità di interpretare il pensiero, l'incalzante desiderio di una mente inquieta di comunicare il proprio pensiero poetico, concentrato nella diffusione lirica di uno spirito sfrenato, incontrollato, avvolto nella dissolutezza delle parole.
Davide Cava conosce il potere evocativo della poesia, compone l'indagine rappresentativa della sensibilità, assicura l'incalzante e stringente volontà delle affermazioni provocatorie all'autenticità del moto istintivo, rinnova la contaminazione delle assenze e del distacco attraverso la capacità catartica ed escatologica di accompagnare in versi il dolore, ne trasfigura l'essenza nell'esperienza estetica creativa e letteraria. La poesia di Davide Cava insegue il miraggio emotivo, rielabora la natura dei sentimenti nell'inesauribile territorio delle incertezze, consegna il richiamo del proprio vissuto all'invocazione della materia espressiva fulminante e incendiaria, allarga la consonanza della memoria nella dignità celebrativa della nostalgia. Il poeta racconta la commedia umana trafitta nella coscienza, sotto il peso incombente e irrequieto della vertigine, dischiude lo sguardo acuto, ostinato e interrogatorio sul sipario del mondo, risveglia le sensazioni dell'universo interiore, confrontando l'indifesa ed evanescente ansia delle risposte. Mette in scena, nelle esortazioni solitarie e misteriose del tempo, la realtà del presente, immersa nelle confessioni malinconiche del passato, insegue il cammino dell'incoraggiamento lungo i sentieri delle rinascite.
Davide Cava scandisce l'intreccio degli innamoramenti, portandosi addosso l'insegnamento degli inganni, svelando il suggerimento del cuore che non rinuncia alla preghiera inaspettata e imprevedibile dell'amore. “Mi sto poetando sotto” diffonde il suggestivo e intuitivo profumo dei ricordi, decifra l'uso deformato ed ermetico del vuoto nell'esercizio letterario di una tecnica poetica capace di trapassare la dimensione tormentata dell'essere e riempire il brivido sapiente dei sogni, accomunato da un lirismo oggettivo di consapevolezza. Davide Cava plasma i suoi versi intorno all'illuminante ricerca della parte più suscettibile e impermeabile dell'anima, afferma con velata ironia la nitida e inesorabile condizione dell'uomo, coglie la previsione vitale dell'arrendevolezza e della fugacità. Il libro invita ad addentrarsi nel labirinto dell'ombra e nella linearità della luce, a valutare il vincolo eloquente delle impronte relazionali, la virtù divinatoria del senso segreto delle cose, l'incontro con l'instabilità della tenerezza e la durezza delle ostilità. Il costante e vertiginoso riferimento all'irrimediabile indifferenza della mancanza fa sì che la poetica di Davide Cava raggiunga il lettore nell'indugio invisibile della transitorietà, assorba, dal palcoscenico illusorio delle immagini, la seduzione del disorientamento, descriva una poetica traboccante dove la punteggiatura di ogni speranza si mescola all'avventura romantica della quotidianità. Davide Cava incrina l'equilibrio delle certezze, smantellando la dedizione inaspettata di un appetito insaziabile per la vita, nello sconfinamento di una conversazione intima e profonda con il sottosuolo delle identità, nella terra d'approdo dell'arte poetica.
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RITA BOMPADRE
centro di lettura "Arturo Piatti" ======================
TESTI SCELTI
*** "MENTRE TI PERDO"
Chissà come passi i minuti
mentre ti perdo.
=
Mentre osservo risicati ricordi
e mi aggrappo fortissimo
a sguardi che - forse -
non mi hai rivolto mai.
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"SOLD-OUT"
Si sta come
nell'era delle prestazioni
sulle anime
i macigni.
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"DENUNZIA"
Ma chi ti ha dato il permesso
di accendere la luce
mentre muoio?
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"SE MI VUOI"
Probabilmente mi troverai
su una panchina scolorita
ad aspettare il treno del 31 febbraio
diretto verso il passato.
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"DEDICA RANCOROSA"
A te piacevano le mie poesie,
quelle lunghe,
quindi eccotene una.
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"LUNGIMIRANZE"
Ci vedevamo lungo da bambini
a pensar che l'amore si facesse
tenendosi per mano.
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"CAPEZZALE"
Avrei dovuto essere
più cordiale
coi miei sogni.
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"PERCHE' TU SEI ILLEGGIBILE"
Hai gli occhi che parlano,
e cantano canzoni d'Amore universale.
Due sfere scure nelle quali
chissà quante anime
hanno letto il proprio destino
senza mai leggere il tuo.
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"MERITOCRAZIE E CRATERI"
Brillavi tanto
che mi toccò farti andar via
una volta finita
la crema lunare.
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"IRRAGGIUNGIBILE"
Sei dove non posso raggiungerti,
nella casa dei ricordi di un Altro,
che non ha neppure una poltrona
per questo mendicante d'amore.
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SEGNALAZIONE VOLUMI = GIUSEPPE IULIANO


**Giuseppe Iuliano: "Cantimbanco" - Ed. Delta3 - 2024 - pag. 16 - € 3,50
Elegante opuscolo, quasi tascabile, offre dodici poesie di Giuseppe Iuliano, vergate in uno stile elastico e personale, e in un ritmo cadenzato che fa del verso un originale tocco di armonia.
Con determinata precisione egli dichiara: "La mia scrittura solco di penna/ è pugno di semenza senza grano./ Concima fatiche e sfinimenti/ dentro e oltre l'autunno e le sue pieghe./ Appunta fogli di inquietudine/ diario a pratica di giorni/ lacci di pena, spine di rabbia e noia." E manifesta in tutto il tragitto la disillusione che attanaglia quotidianamente chi nel luogo natio continua a sfuggire alla corrosione degli intervalli e alla scomparsa dei valori essenziali per una valida realizzazione del futuro.
Apre questa silloge il desiderio di approfondire, anzi di vedere "scorte di grano/ e ruota che sfarina sazietà/ a bocche di fame". Un chiaro naufragio che riprende tessitura di continui rimandi di solidarietà e distilla il nutrimento per una fase di ribellione.
Una consumata perizia stilistica, di uno scrittore che ha impegnato approfondimenti in decine di anni di studio, una pulsione dionisiaca, ma nello stesso tempo controllata o addirittura moralistica, un rigore di scrittura che avvince, diventa il liquido amniotico del routinario per una poesia che si stempera "con gambe di rifiuto e cuori di diserzione".
Iuliano cerca di porre un freno alla realtà fittizia e sceglie di rimanere nel tangibile come rappresentazione di immagini in un plastico livello comunicativo, che riemerge spesso dalle costellazioni della rappresentazione, perdendo quel carattere di fissità che rende la poesia incomprensibile.
Ogni cosa concreta allora cerca o crea la sua tempesta nello scenario delle proprie zolle, della propria storia, nel proprio "granaio di spighe vuote".
Concreto porgere di sillabe che dispiegano in consonanza un flusso che vorrebbe apertamente riscattare le sospensioni.
Scrittura bilanciata e consapevole, ricca di improvvise successioni che disvelano il canto delle proiezioni.
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ANTONIO SPAGNUOLO

sabato 2 novembre 2024

SEGNALAZIONE VOLUMI = CLAUDIA MANUELA TURCO


**Claudia Manuela Turco: “Biancabrina e le sette nine” – Macabor editore 2023 – pag. 180 - € 16,00
Rapidamente si sfiorano dimensioni variegate e coinvolgenti, per quelle improvvise sospensioni del dettato che fanno del pensiero poetante un accostarsi timoroso all’inevitabile corrosione della quotidiana presenza umana.
Con affabilità non sospetta nella nostra realtà affiora un tono di comunicazione semplice ma nello stesso tempo inquietante.
Lo sguardo viene più volte impegnato negli improvvisi ostacoli che possono comparire nel tragitto diurno o nelle sospensioni notturne, e con tocco da magistrale percezione la poetessa racconta vicissitudini ed incubi che possono assillare l’individuo che si trasforma in un paziente da operare o in un mendicante che cerca conforto.
Le pagine, molto ricche di fraseggi, raccontano le peripezie che una fanciulla affronta durante l’arco della sua esistenza, una favola che non nasconde assolutamente nulla di misterioso, ma che disegna gli accadimenti con la precisione del cesellatore.
“Spaccano il capello in quattro
ma poi sragionano tra poli opposti
ignorando ogni complessità.
Anche quando classificato in-colore,
rimane colore in entrambe le sue facce,
il Bianco/Nero.
Neraneve ha un debole sia per il colore nero,
sia per l’alta luminosità dell’acromatico bianco,
colore acrobatico, senza tinta.”
Cosa seleziona con cura il suo inconscio?
Tra le false parvenze e la verità, tra realtà e inventiva il poeta si affida agli infingimenti della riflessione e ricama l’accettazione di una consapevole proiezione del continuo divenire attraverso fotogrammi che chiudono la monade dell’attimo fuggente.
La cagnetta Nina è protagonista a tutti gli effetti, sia nella disperazione che nelle gioie improvvise e inaspettate, né giovane né vecchia, né sana né ammalata, che ritaglia i momenti sempre incerti dei tre sfortunati/fortunati coprotagonisti della fiaba.
Claudia Manuela Turco scrive con eleganza, con un più che abbondante fluire di frasi e incisioni, in un alone di cultura valida capace di mescolare registri e linguaggi in una sorta di pastiche, che descrive le accattivanti alternanze di uno schermo dal ritmico candore.
*
ANTONIO SPAGNUOLO