lunedì 30 novembre 2020

SEGNALAZIONE VOLUMI =EDITH DZIEDUSZYCKA


***Edith Dzieduszycka – A quale Pessoa---Passigli Editori – Firenze – 2020 – pag.116 - € 15,00
A quale Pessoa, la raccolta di poesie di Edith Dzieduszycka che prendiamo in considerazione in questa sede, presenta una prefazione di Silvio Raffo esauriente e ricca di acribia.
Il volume è scandito in due sezioni intitolate Uno e Due.
Il tu che iterativamente incontriamo in ogni componimento è Pessoa stesso. Lanciando nell’oceano delle pagine messaggi in bottiglia Edith ne crea un ritratto ricchissimo a 360 gradi. Lo stile inconfondibile di raccolta in raccolta è assertivo e vagamente epigrammatico nella sua precisione. S’incontra una forte armonia formale nelle strofe e costantemente serpeggia un’arguta ironia. Tutti i componimenti tendono alla verticalità nella loro compostezza e sono risolti con naturalezza dopo essersi librati negli incipit per atterrare nelle chiuse. Per la sua unitarietà contenutistica e strutturale il testo può essere considerato come un poemetto e può essere letto nella sua visione d’insieme come un mosaico del quale ogni singola strofa delle poesie è un tassello colorato e cangiante. L’autrice dimostra di essersi erudita e informata sulla vita e l’opera di Pessoa in modo approfondito e particolareggiato.
Tutti i testi sono connotati da una forte densità metaforica, sinestesica e semantica.
Ogni componimento è privo di titolo, elemento che ne accentua la compattezza.
Costanti sono una magia ed una malia della parola sempre leggera e luminosa nella sua bellezza e la partita del poiein è giocata sulle tastiere analogiche controllate che creano una fortissima dose d’ipersegno. Cifra essenziale della poetica della Dzieduszycka è una vena del tutto antilirica e antielegiaca che pare essere pervasa da un intellettualismo nei tessuti linguistici reso attraverso accensioni e spegnimenti. Pessoa non risponde in prima persona alla sua interlocutrice e tuttavia sembra che sia vivo e presente sulla scena quasi in sintonia empatica e intimistica con l’autrice che pare conoscerlo bene nell’entrare dalla porta principale dei meandri della sua mente e poeta e poetessa sembrano vivissimi nel loro interagire.
E ogni frammento è uno spaccato di vita del poeta
Si tratta di un libro dove tra l’altro si svela il tema della poesia nella poesia che si realizza in tessuti magmatici, chiari, nitidi, veloci, raffinati e ben cesellati nella loro originalità. ---Si ha la forte impressione di leggere la storia di Pessoa in versi e nel continuum la struttura a livello complessivo è affabulante. I versi che si fanno strofe sembrano essere pervasi da un’essenza geometrica nella loro musicalità leggerezza e icasticità Anche una forte carica di fisicità e corporeità pervade il discorso e felice sei stato/ d’essere infelice/ oppresso dal tuo tedio/ nullità solitaria/ umido straccio abbandonato, scrive l’io-poetante a conferma del dramma della condizione umana che solo la poesia può riscattare.
**
Raffaele Piazza

POESIA = ENZA BERARDONE


***OLTRE IL TEMPO***
Ti aspetterò
dove i meli
corteggiano
le nuvole,
dove palpita
calda la terra
dei nostri padri,
dove le parole
non fanno dispetti
e diventano canto,
nei vicoli che
sanno di muschio
e passato.
Ti aspetterò
dove il tempo
continua ad esistere
e dove noi impareremo
a vivere.
***DOPO DI TE***
Il nostro albero non
saprà mai che
sei andato via,
prima che i
capelli imbiancassero,
prima che l’ anima tremasse.
Raccolgo sgomenta
la cenere delle mie
ore terrene,
deposito spente
stelle in mille
brandelli di cielo.
Pezzi di vita muoiono
e rinascono in
tua passione,
nelle battaglie
ancora da vincere,
nelle ombre da squassare,
nei crepuscoli da perdere.
Sii con me
ad onorare i giorni
che verranno,
a perdonare i
miei naufragi.
***MOMENTANEAMENTE LONTANA***
Quando arriva la notte
depongo le armi,
metto a tacere gli affanni,
crollano le impalcature
della ragione, libero
parole in trappola,
certezze fasulle,
sono momentaneamente
lontana, sono quello
che amo e temo,
non sono più in
fondo alla paura,
mi congedo da me,
da un cuore pesante,
divento silenzio,
vento, coraggio.
La vita e la morte
parlano insieme,
il tempo arranca,
diventa lento,
ricucio attimi e possibilità,
le mani sazie di bellezza
lasciano andare il mondo,
l’ anima respira e tutto ricomincia.
*
ENZA BERARDONE

domenica 29 novembre 2020

SEGNALAZIONE VOLUMI = MATILDE JONAS


***Matilde Jonas : “Cronache di misteri e di follie” – Ed. Puntoacapo – 2020 – pagg. 184 - € 15,00 –
Nello scorrere gradevolmente le pagine di questi racconti sembra essere trasportati, a volte, nella cromatica dimensione della favola. Le chiose sono molto spesso a sorpresa, proprio come quando la nonna rivelava come andava a finire la conclusione del sussurrato. Ma queste storie sono abilmente redatte in uno stile sobrio e limpido insieme, con una scrittura perfettamente concepita nello stile culturale di chi ha al suo attivo un bagaglio preziosamente realizzato.
I frammenti dell’irrealizzabile si palesano sin dal primo racconto “Lo zampino del diavolo”, nel quale la fantasia dell’autrice gioca a rimpiattino con le sorprese che il diavoletto accoccolato sulla sua spalla sussurra, mettendo in luce ben definita le negatività morali e materiali dei suoi interlocutori. Uno scherzo dell’immaginazione stuzzicata.
La vivacità della scrittura va elogiata, per la semplicità che la distingue e per la correttezza del linguaggio di ottima effervescenza, affidato ad un metodo di ricerca induttivo, filologico, che nella sua complessità diviene comunicativo e nello stesso tempo coinvolgente. La sua specializzazione in psicologia le concede la capacità descrittiva di personaggi spogliati sin nell’intimo, aperti all’indagine introspettiva, che concede il ritratto autentico del soggetto e lo pone nel quadro multiforme della realtà.
E’ così che la zingara Helga, che per tutta la sua esistenza terrena non aveva fatto altro che suggerire che “la vita è una splendida occasione e la felicità non arriva mai dalle grandi cose, ma da quelle piccole e semplici a portata di tutti. Per vivere in armonia basta poco: non cedere alla vanità, conservarsi capaci di far fluire le emozioni e accettare con amore e senza riserve quanto incontriamo sul nostro cammino.” È così che finisce i suoi giorni segregata nel limbo di una diagnosi di psicosi maniaco-depressiva.
Matilde Jonas scandaglia con energica fluidità, quasi con la scioltezza acchiappante di un romanzo, tra le figure più colorate del quotidiano, tentando di non cadere nei soliti luoghi comuni, trattati cento e più volte, rinnovando, con intelligenza fattiva ed operativa, le variegate rielaborazioni emotivo strutturali, zeppe di pathos, di energica emotività, di improvvisi stupori, e riflettendo sui tanti malanni della attuale società, egoista, consumista ed abbandonata ad un egotismo di personaggi che non reggono nemmeno più alla memoria.
Il palpito arriva generoso e accattivante anche nei simboli dell’irrealizzabile. Le due sorelle antagoniste confuse e limpidamente avvolte nell’abbraccio finale, la nipote del professor pipetta capace di suggerire il da farsi, Valentina rimasta immobile nel letto con al fianco il vuoto del compagno, la fiamma tra il poeta e la ballerina in una casa che sembra abitata dai fantasmi.
Ripescare il profumo delle antiche primavere, trascorse e non più raggiungibili, abbracciare le stagioni fuggite in un soffio di tempo incalcolabile, rimettere in ordine accadimenti che vertiginosamente occupano la mente, avvicinarsi a quelle verità difficili da conquistare, sono i variegati momenti che l’attrazione verso le radici cova nella clessidra inquietante della vicissitudine.
*
ANTONIO SPAGNUOLO

venerdì 27 novembre 2020

SEGNALAZIONE VOLUMI = VINCENZO GUARRACINO


***AA. VV. “Il fiore delle lacrime” a cura di Vincenzo Guarracino – Ed. Puntoacapo – 2020 – pagg. 252 - € 25,00 ----
“Si Deus est, unde malum? Et si non est, unde bonum?” – “Se Dio esiste, da dove deriva il male? E se non esiste da dove viene il bene?” : è una domanda, questa di Boezio del “De consolatione philosophiae”, contro cui da sempre l’uomo si ribella e che sicuramente ancora ci interpella. - Ecco l’incipit che Vincenzo Guarracino firma nella prefazione a questo volumone, che raccoglie circa centocinquanta componimenti poetici di altrettanti poeti, che fluttuano nell’agitato mare dei versi. Uno scandaglio pacatamente proposto, con certosina capacità di scelte, per tentare una mappa della poesia italiana di oggi, sempre più affollata di adepti e sempre più ondeggiante tra la ricerca del nuovo e la premura del valevole. Un rovistare tra quelle composizioni che cercano di proporre il lenimento, o almeno il sussurro, capace di alleviare il “dolore”, capace di elevarsi da quell’immenso alveo che tradisce la quotidianità di chi perde energie interrogative. Un centellinare tra quelle composizioni che hanno saputo intagliare istantanee luminose e dotate di una limpida lucentezza propria.
La poesia insegue continuamente diversificazioni, alla conquista di un segno che frammentandosi nello scontro dell’illusione sia capace di ricamare le strutture cromatiche di un diario. Non poche infatti sono le liriche caratterizzate da un empito vertiginosamente avvinto dal timore di thanatos, o impegnate nella metafora del dolore elevando il grido disperato agli dei, o apparentemente abbandonate all’invocazione di un effetto terapeutico che cancelli l’amarezza, o intrise da una drammaticità melodica alla scoperta del segno lustrale.
La maestria di Vincenzo Guarracino si palesa in questa sua operazione ammirando i commenti che egli ricuce come “cappelletto” ad ogni singola poesia , pagina dopo pagina, in un rincorrersi di “annotazioni” che rendono la lettura particolarmente luminosa e colorata. Note ricche di quella acribia che soltanto un cultore tenace e persistente riesce a definire e circoscrivere.
Moltissime le presenze. Da Leopoldo Attolico a Ugo Piscopo, da Luigi Cannillo a Gabriella Sica, da Fabio Dainotti a Guido Oldani, da Leone D’Ambrosio a Ivo Mugnaini, da Ivan Fedeli a Elio Grasso, da Lucetta Frisa a Evaristo Seghetta per citarne soltanto alcuni. Le assenze credo che siano invece da addebitarsi alla mancata adesione di alcuni autori al tema prescelto e suggerito per l’antologia. Nella dotta postfazione Carlo Di Legge pone in evidenza il pianto al quale Priamo cede nell’invocazione che rivolge ad Achille, uccisore di Ettore e scrive: “Il passo omerico ,come tanti altri, offre l’occasione per vedere come il pianto non solo esprima, ma anche trasmetta l’emozione e possa generare altro pianto, nell’interlocutore, o quello degli astanti, o per lo meno possa suscitare in essi la corrispondente emozione…”
L’antologia che Guarracino ha realizzato è dunque un viaggio ricchissimo attraverso una sorta di fisiologia del canto, che cerca le proprie ragioni in una instancabile ricerca filosofica, un empito di meditazione, che nasce dalla corrosione dell’accoramento che ciascuno di noi incontra durante la propria esistenza.
***
ANTONIO SPAGNUOLO

giovedì 26 novembre 2020

NOTA DI LETTURA = ALESSIA


****
ALESSIA di Raffaele Piazza
Una nota di lettura di Carla Malerba.
*********
I versi di Raffaele Piazza presentano un andamento narrativo molto coinvolgente che si avvale di un linguaggio poetico misto di luce e quotidianità, di forte fusione con la natura e con la bellezza del paesaggio (l’alba, il mare, le isole del Golfo di Napoli) in cui si avverte la tensione “di essere in due oltre i confini delle cose”. La protagonista di questo poema, Alessia, risiede nell’anima del poeta e nelle sue immagini: “Passano i giorni disadorni/ pari a polvere d’argento/ a posarsi sulla tela lavorata/ da Alessia nell’ansia serale”. Le immagini si susseguono, limpide nelle descrizioni del vissuto di Alessia – “che con carta e forbici ritaglia la vita” - e talvolta sognanti nei ricorsi alle analogie che perseguono accostamenti e similitudini di effetto (Alessia ricorda l’acqua al poeta che la descrive) Piazza fa un elogio alla donna nella figura del suo personaggio, ma soprattutto esalta la gentilezza in atmosfera quasi stilnovistica. Le sue parole, che tante donne non hanno mai avuto, scaldano il cuore. Nei luoghi dove Alessia fa da sfondo e dà risalto-bellezza su bellezza- a luoghi come Capri, Ischia, Assisi, Salisburgo, si avverte una nota sospesa, una felicità incontenibile, una armonia totalizzante. Nei versi si snodano gli anni e la parola ampia e descrittiva segue un percorso luminoso e mutevole dove la giovane “dal volto di medievale Madonna” o di moderna Beatrice percorre le strade della sua giovinezza e racconta di giardini segreti, di fioriture smaglianti e delle sue felicità amorose con Giovanni. Raffaele Piazza riesce a cogliere questa tersa armonia e a trasmettercela in un viaggio che si compie attraverso i moti del cuore in un poema lirico che culmina nella poesia “Alessia e le gocce del mare” dove la protagonista si chiede di quante gocce sarà fatto il Mediterraneo. Attualissima dunque la poesia di Piazza che riesce a conciliare bellezza del reale e sogno, amore, elogio alla donna: cose di cui tutti oggi sentiamo la necessità.
Carla Malerba ****

mercoledì 25 novembre 2020

POESIA = BERNARDO ROSSI


***"Memorie"***
Irpinia terra mia, sento
ancora in me il boato
della sofferenza dopo
quarant'anni: un fiore
per ogni caduto
nell'autunno in cui uomini
furono secche foglie.
-- 23/11/1980
*
Bernardo Rossi

martedì 24 novembre 2020

POESIA = RAFFAELE PIAZZA


***Incontro con Gabriella***
Salerno nella soavità mi accoglie
nella farfalla del tuo sorriso
e cerco il bacio. Attimo della vita
che si ferma con te mediterranea
corvina nei capelli e mi doni
un amuleto prezioso
più della notte dei tuoi occhi
infinita Gabriella come le nostre
sul lungomare risate
e le recuperate scialuppe
di un naufragio che finisce bene
dopo il mare la tua casa
a entrarvi e entrare in te
senza fare figli.
*
Raffaele Piazza----

domenica 22 novembre 2020

POESIA = ENZA BERARDONE


***LAMENTO DI UNA MADRE***
Spettava a me
chiudere la partita
e andare via,
invece sono qui
a trascinare gli anni,
a misurare il buio,
a cibare il dolore.
Spettava a me
rompere gli argini
per giungere al mare.
Spettava a me
tenerti per mano,
darti ancora vita.
***
***CREPUSCOLO***
Tra gli abeti
e flebili suoni
del crepuscolo,
l’ aria ha smesso
di vaneggiare.
Ha già spezzato
il tempo ogni sogno.
Aspetto la segreta sorte
e il canto nuovo delle cicale.
***
***ALTROVE***
Sono altrove soltanto
con me stessa, affamata
di futuro e bellezza,
riempio crepe del mio tempo,
aggiusto guasti di un
maldestro presente,
apro finestre,
accumulo ombre e paure,
sbrano emozioni.
Oggi ho molte battaglie
da vincere, rimpianti
da abbandonare.
Lasciatemi piangere
per tutto ciò che
non sono riuscita
a trattenere, a proteggere.
Datemi mille anni
ancora di respiri,
il vento che sa di
polline e miele,
la voce flebile dei venditori
di sogni, gli odori
dell’ inverno della
mia terra.
La vita inciampa
nei recinti delle
nostre misere esistenze,
scava la mia anima,
fiacca la mia carne,
abbandona tutti e va
ad insidiare nuove primavere.
sono altrove soltanto
con me stessa,
a cercare il meglio
degli uomini,
il meglio di me.
***
ENZA BERARDONE
***
---Enza Berardone, Lucana, insegna lettere in un istituto tecnico. Laureata alla Federico II di Napoli, con una tesi in letteratura contemporanea su Raffaele Carrieri. La sua prima silloge, curata e voluta fortemente dal Prof Francesco D' Episcopo, sarà pubblicata fra un mese.

sabato 21 novembre 2020

PREMIO DI POESIA = ASTROLABIO


ASTROLABIOCULTURA Concorso Letterario “Astrolabio 2020”--LA RESILIENZA
Premio Internazionale di Poesia e Microracconti--(9a Edizione del Terzo Millennio
dedicato alla memoria di Giorgio Bárberi Squarotti e Renata Giambene
presieduto e diretto da Valeria Serofilli--- fondatrice di AstrolabioCultura
Bando di Concorso
AstrolabioCultura, in collaborazione con Ibiskos Ulivieri, Editrice di Empoli, con il Gruppo Internazionale di Lettura (Presidente fondatrice Renata Giambene), con la Libera Accademia Galileo Galilei di Pisa e con il patrocinio della Provincia di Pisa, istituisce la nona Edizione del Concorso Letterario Astrolabio allo scopo di promuovere la parola poetica e il componimento di fantasia e al fine di evidenziare nel panorama letterario attuale opere di autori degne di attenzione. Oltre alle “classiche” quattro sezioni a tema libero, a cui si concorre con le modalità qui sotto specificate, gli autori potranno inviare lavori ispirati al tema “la resilienza” (argomento di stringente attualità che si è deciso di ricordare quest’anno in qualità di “titolo aggiuntivo” del Premio). Le autrici e gli autori che intendono concorrere a questa sezione dovranno specificarlo all’atto dell’invio dei loro componimenti.
SEZIONI A TEMA LIBERO
Prima sezione:
Volume edito di poesia per un’opera in versi pubblicata a partire dal 2010. Inviare due copie del volume di poesia. Solo una delle copie dovrà recare i dati completi dell’autore, assieme ad un breve curriculum biobibliografico e ad un indirizzo di posta elettronica.
Seconda sezione:
Silloge inedita (minimo 10 poesie - massimo 20) in due copie. Soltanto una delle copie dovrà recare il nome e l'indirizzo completo, comprensivo di indirizzo di posta elettronica dell’autore. È gradito un breve curriculum da allegare in busta chiusa.
Terza sezione
Poesia singola a tema libero. Si partecipa inviando da una a tre poesie edite o inedite. È consentito inviare anche poesia già premiate in altri concorsi. Inviare le poesie in 2 copie di cui solo una dovrà recare i dati completi dell’autore, un breve curriculum e un indirizzo di posta elettronica.
Quarta sezione:
100 parole per un racconto, riservata a un microracconto edito o inedito.---- Tema: libero.---- Caratteristiche del testo: Word Times New Roman corpo 12, Lunghezza: non superiore a 100 parole.---- La sezione è aperta agli autori di età superiore a 16 anni.---- Inviare il testo in 2 copie di cui solo una dovrà recare i dati completi dell’autore, un breve curriculum e un indirizzo di posta elettronica. Per inedito s'intende opera mai apparsa in volume individuale.-----
Giuria Presidente Valeria Serofilli (Presidente fondatrice di AstrolabioCultura, poeta e critica letteraria). I Membri di Giuria saranno resi noti in sede di premiazione Comitato d’Onore
Pier Paolo Magnani (Assessore alla Cultura del comune di Pisa), Paolo Ruffilli( poeta).
Regolamento:
• Le opere concorrenti, complete di copia del versamento, scheda di iscrizione (reperibile in calce al presente bando), curriculum dell’autore e breve sinossi dell’opera, vanno spedite (evitando l’invio tramite posta raccomandata) al seguente indirizzo: Segreteria Premio Astrolabio, via Ciardi nr° 2F, 56017 Pontasserchio di San Giuliano Terme (PI) entro e non oltre il 30 aprile 2021 (farà fede il timbro postale).
Si richiede anche l’invio telematico dei testi al seguente indirizzo di posta elettronica: premioastrolabio7@gmail.com. • Per agevolare il lavoro della Giuria, si raccomanda ai concorrenti di inviare i propri lavori prima possibile, senza attendere il periodo a ridosso della scadenza. • Possono partecipare al concorso autori italiani e stranieri con elaborati dattiloscritti in lingua italiana redatti su foglio formato A4. • È ammessa la partecipazione a più sezioni versando per ciascuna sezione il relativo contributo. Gli elaborati partecipanti al Premio non saranno restituiti. Per i libri editi è prevista la cessione, a cura della Segreteria del Premio, di una copia dei testi alla Biblioteca Comunale della città di Pisa. L’esito del concorso verrà comunicato ai soli vincitori e segnalati e ai concorrenti che avranno indicato il proprio indirizzo di posta elettronica.
Per ciascuna sezione inviare € 20 per rimborso spese di segreteria, da versare in contanti in busta chiusa o tramite bonifico bancario sul seguente conto: IBAN: IT03 T 05034 14026 000000201175 intestato a Valeria Serofilli specificando nella causale “Premio Nazionale di Poesia Astrolabio 2020”. Si prega di allegare ai lavori concorrenti la scheda di partecipazione, la liberatoria e la fotocopia dell’avvenuto pagamento.
Premi:
I primi tre autori classificati in ciascuna delle Sezioni del Premio entreranno di diritto nella Collana ASTROLABIO pubblicata da Ibiskos Ulivieri Editrice . Sul volume sarà apposta la dicitura “Vincitori del Premio Astrolabio 2020 /2021”. Al primo classificato di ogni sezione verrà consegnato l’ Astrolabio simbolo della Libera Accademia Galileo Galilei, opera dell’artista Vittorio Minghetti. Sui lavori classificati al secondo posto della prima seconda e terza sezione, verrà realizzato uno storyboard con grafica a cura dall'attrice Francesca Stangoni. I concorrenti premiati, inoltre, potranno essere inseriti nel Calendario degli incontri allo storico Caffè dell’Ussero, al Relais dell’Ussero della Villa di Corliano (http://www.villadicorliano.it/)e alla libreria Blu Book di Palazzo Blu di Pisa (https://www.turismo.pisa.it/luogo/palazzo-agostini-e-caffe-dell-ussero?context=3906) curati e promossi da Valeria Serofilli. Le opere degli autori premiati o segnalati potranno essere presentate da esponenti dell’Associazione Astrolabiocultura o presso alcune scuole del comprensorio pisano. La Segreteria di AstrolabioCultura comunicherà, a seconda dell'esito dell'attuale pandemia, le disposizioni concernenti la parte conclusiva del Concorso, i cui risultati verranno resi noti i primi di giugno. I premi dovranno essere ritirati personalmente dai vincitori o in caso di impossibilità ritirati da un delegato. La partecipazione al concorso implica l’accettazione del presente regolamento. La Giuria si riserva di apportare modifiche al presente bando qualora se ne presentasse la necessità. I dati personali dei concorrenti saranno tutelati a norma della legge 675/96 sulla privacy. Alcuni degli autori delle varie sezioni, i cui testi, indipendentemente dalla classifica finale del Premio, verranno ritenuti interessanti, originali e di pregio, saranno contattati dall’editrice Ibiskos Ulivieri e riceveranno ulteriori vantaggiose proposte di pubblicazione
Per eventuali informazioni e comunicazioni rivolgersi al seguente indirizzo e-mail: premioastrolabio7@gmail.com

giovedì 19 novembre 2020

POESIA = ANTONIO SPAGNUOLO


****“Melodie”****
Le tue dita rincorrono le note della melodia,
quando il polline ha il soffice profumo della rosa
e la pelle trabocca.
Nell’attesa l’abbaglio ha l’incalzare contaminato dei minuti,
ordito nei frammenti di memorie inventate dal sogno.
Forse,
per le ombre serali ancora incerte,
il desiderio ha il segno che ci morse
d’eterna gioventù, ma ora è inganno.
Fra mille vocali sussurrate
e lo sguardo che fascinoso dilegua,
al fondo di una scena peregrina,
tu segnavi le dita al passaggio breve
della luna.
Lo spazio che mi aggancia evapora nel nulla.
*
ANTONIO SPAGNUOLO

mercoledì 18 novembre 2020

SEGNALAZIONE VOLUMI = NAZARIO PARDINI


****Nazario Pardini : “Dagli scaffali della biblioteca” – Ed. Miano – 2020 – pagg. 120 - € 12,00
Il ricamo poetico che Nazario Pardini va tessendo nell’arco di questi anni si arricchisce di un volume tutto da centellinare, per il ricco solfeggio che si eleva tra le pagine e per la personale capacità di offrire in lettura variegate pulsioni di analisi esistenziale. Il ritmo che si trova nella vertigine emotiva è un ritmo che si fa e si disfa in un magma di punti esclamativi e punti sospensivi, di soste interrogative e sussurri dialettici, talmente inquietante, vuoi per la ricerca linguistica che l’autore cerca di maneggiare vuoi per il tormentato ed accelerato complesso creativo che lo distingue, da sorprendere il lettore a ritornare con piacere ai passi già sorseggiati.
Qui le sezioni sono tre. La prima “Ricordi che pungono” intreccia diverse memorie, che dalla sorpresa di un Natale da rivivere ad occhi semichiusi si fermano al sogno del padre bambino, dalle porte consunte della casa della sua fanciullezza giungono al cinquantesimo anniversario di matrimonio del fratello, dalla stanca penna che non ha più inchiostro sufficiente ai nipoti gemelli rinchiusi nel box a giocare. Nella seconda “Dagli scaffali della biblioteca” il piacevole scorrere di incontri, proposti con la fascinosa spontaneità della sorpresa, ci accosta ai grandi come Platone e Dante, D’Annunzio e Saba, Ungaretti e Caproni, Foscolo e Montale, Aleramo e Quasimodo, in un susseguirsi di versi, quasi tutti endecasillabi, che ne fanno un dorato poemetto. Tutti i poeti che Nazario incontra hanno un cipiglio severo ed alto, pronti a raccontar di loro o ben disposti a concedere illuminazioni, nel significativo ritmo armonioso che contraddistingue le vite abbandonatesi ad un moto emotivo-psicologico.
Nell’astrarsi dalla vita ci si rende conto che tale astrazione non è né felicità, né riscatto, né tanto meno assopimento all’inerzia che dissecca le menti. La terza sezione: “Dieci poesie d’amore” infatti si matura, nella luminosità, tutto l’iter che un poeta percorre, ammaliato dal sorriso catturato con la rete da pesca o dalla fuga del tempo che accompagna la timidezza giovanile, dallo sciogliersi rapido dell’autunno alla splendida età che brillava quanto il mare.
In Pardini la scorrevolezza del dettato riporta con destrezza quelli che sono i momenti focali del raccontarsi, nella maniera equilibrata e mai evanescente, quasi come energico tentativo esplorativo per immagini di forte tensione partecipativa.
****ANTONIO SPAGNUOLO

domenica 15 novembre 2020

POESIA = MARIO FRESA


***"Conversazione"***
A quanto pare, la chiama sua madre stamattina,
e lei se ne sta zitta, dal pomeriggio in su.
Ed ecco il giornale morte, invece.
Racconda che le sale questo nome dalla gola:
si apre un'identità che macina una specie
di monito serpente.
Se ne sta ferma, allora, senza una sedia ossigeno
che possa farle quadrare i conti.
Solo a fatica parla. E si distacca da se.
****
***"Nella casa"***
L'amica del vento magro si chiama
con due nomi di silenzio; un po' fune
(domani le avrei detto: giusto un po' di meno)
e, per esempio, il colmo del destino.
Ed è per questo che lei delira di anarchia.
La fissa dolce con gli ultimi, sottili rotoli
notturni sopra di se; e sta bene sule ossa
che si credono, quasi, un miracolo
di carne. Appena entrati nella testa delle parole
siamo mercurio, intimità.
****
MARIO FRESA
dal volume "Bestia divina" ---2020--

POESIA = RAFFAELE PIAZZA


***"Alessia attende la fine della pandemia"***
Sottesa al sogno più soave
di Alessia il risveglio
nel tendere all’immensità
dell’universo azzurro
dietro il foglio del cielo e pensa al figlio che un giorno
concepirà. Speranza della fine
della pandemia nel tempo
prima della felicità
e del viaggio a Parigi con Giovanni
alla fine della scuola
e così ragazza Alessia esiste.
***** Raffaele Piazza

sabato 14 novembre 2020

SEGNALAZIONE VOLUMI = UGO MAUTHE


***Ugo Mauthe : “Il silenzio non tace” – Ed. Ensemble – 2019 – pagg. 92 - € 12,00 –
Scorrendo rapidamente le pagine di questo volume si ha nettamente l’impressione di dover leggere una ricca e corposa raccolta di epigrammi, perché ogni poesia è composta quasi sempre da soli tre o quattro versi. Un gioco culturale che vale la pena di affrontare ed assaporare con calma, cercando di liberarsi da quella autonomia esistenziale che diviene gesto dell’inautenticità.
Innanzi tutto perché “il silenzio non tace”? Perché proprio nel silenzio, di una camera, di un prato deserto, di un panorama al tramonto, di una chiesa vuota, di una luna piena, possiamo ascoltare tutto ciò che il nostro pensiero è capace di elaborare tra memorie, illusioni, improvvisazioni, immersioni crepuscolari. In questo silenzio che ammorbidisce la pagina ecco che immaginiamo leggero e inaspettato il volo di un drone, anche se piccolino, che ci permette una spettacolare e dettagliata esplorazione del mondo e realizza con le sue evoluzioni le numerose, infinite virtualità del sogno, quando il pensiero pilota del poeta sfiora le attraenti immagini che acconsentono di intravedere il senso delle limitatezze o il fuoco delle esplosioni della realtà che circonda.
Sguardo/ sapere, vertigine/affondo, sussurro/intonazione, evasioni/illusioni diventano la rappresentazione di un canto, che sommessamente suggerisce, pagina dopo pagina, quelle tematiche esistenziali che ci invitano a meditare sia sui valori, sia sulla tragedia, sia sull’autoaffermazione, particolarmente come un leggero foglio di studio della persuasione e del destino dell’individuo. Un esempio? “armato il cemento/ armati gli animi/ disarmate le speranze”
La parola, il suono, il tempo, lo spazio, le cose, il mondo, il vuoto, il sogno, le patatine fritte: nella sua raccolta Ugo Mauthe ne indaga il senso e i sensi, attraverso i propri versi che sembrano a volte svilupparsi (o avvilupparsi) come spirali. Proprio perché fulminanti, spesso la scrittura ha un andamento orizzontale e scorre in modo regolare, ma mai piatto. Come un sussurro che diventa suono, ed un suono che diventa parola, con forza e tono, nel tempo e nella ripetizione. Qualcosa di musicale saltella tra il mistero di un volto e un discorso che attrae, tra gli occhi di un blu alieno e la luce sprecata in una stanza disabitata, tra un prete che somiglia al diavolo e le ombre fantasmi di mille miraggi, il tutto nel raggio chiarissimo di una personalità prismatica.
***
ANTONIO SPAGNUOLO

giovedì 12 novembre 2020

COLLANA DI POETI = MACABOR EDITORE


***
MACABOR EDITORE distribuisce una collana unica al giorno d'oggi.
La poesia attuale in venti volumi.
Richiedere i primi nove a " macaboreditore@libero.it"
Antonio Spagnuolo, Domenico Cara, Carlo Cipparrone, Gianmario Sgattoni,Claudia Ruggeri,Pietro Civitareale,Beppe Salvia, Elio Pecora, Giuseppe Rosato.

POESIA = ANTONIO SPAGNUOLO

***
“IL SEGNO”
Segno ancora sul calendario con matita a colori
una data precisa per non dimenticare
la stagione che ripete inganno,
e ripiego smarrito in cerca di quel volto
che l’attimo dissolve.
Non cancella l’eccezionale insistenza
la tempesta dei gesti che incidemmo,
il riflesso di una piacevole ombra
che scivola con insistenza.
La speranza che leggevo nell’occhio smarrito
è clessidra interminabile lungo smagliature,
urla sillabe insensate e mi costringe
alle tempie, ossessione indiscreta.
*
Qui tutto è fermo nell’attesa:
un azzardo del buio che mi circonda
oltre le rughe sempre incise per gli occhi,
ed il volto di donna che ricorre a memoria
fulmina il baratto nel gioco che precipita.
La tua ora recita combustioni
nella finzione di una danza,
e rotola nei vuoti per giocare un agguato
al ritorno improvviso del nulla.
Il passo lascia un segno ancora vivo
anche se il copione è coppa fuori tempo
esatta fuga che scioglie il fulgore di una follia.
*
ANTONIO SPAGNUOLO

mercoledì 11 novembre 2020

SEGNALAZIONE VOLUMI = PIETRO OLIVARI


***Pietro Olivari – Momenti poetici----Scrittura Presente/Poesia – Firenze – 2020 – pag. 39 - € 10,00-----a cura di Carlo Olivari
Pietro Olivari, l’autore della plaquette di poesia che prendiamo in considerazione in questa sede, nasce a Genova nel 1907. Temperamento sensibilissimo fin dall’infanzia, dotato di viva fantasia, con tendenza alla poesia fin dalla prima adolescenza, con senso forte anche della musica.-- Ha esercitato la professione di Avvocato civilista. Antifascista per religioso senso della libertà fu clandestino nel 1944 – 1945. Scrisse versi che, per umiltà, non volle mai pubblicare. Morì nel Novembre 1971 a Genova, dove trascorse l’intera vita.--- Opera postuma dunque Momenti Poetici pubblicata per volontà del figlio Carlo che è anche autore dello scritto toccante e profondissimo intitolato Una lettera, che precede le poesie alle quali segue una poesia tripartita dello stesso Carlo dal titolo A mio padre, costituita dai segmenti Agonia, La morte e Presenza eterna. Una vena introspettiva e melanconica sembra caratterizzare il poiein del Nostro che esprime una poetica tout-court neo-lirica Il testo non è scandito e per la sua unitarietà tematica, strutturale e formale potrebbe essere considerato un poemetto. Nei componimenti si avverte la presenza di un ritmo cadenzato e sincopato che crea una gradevole musicalità anche attraverso il frequente uso di rime, assonanze e allitterazioni. Nel dire di sé stesso e di figure di parenti o amici si nota un forte senso di biografismo creaturale e sembra di ritrovare nel poeta attraverso il suo stile originale un vago rifarsi alla poesia del primo Novecento. Il discorso del Nostro si rifà spesso ad una religiosità sentita come conforto nel suo interrogarsi sulla vita, la morte ed un’eventuale continuazione della vita stessa dopo la morte. Non a caso riguardo a quanto suddetto in Come prima Olivari immagina di stare nella tomba mentre su di essa un’ingenua capinera si posa. L’uccello sembra all’io – poetante, in un quadretto tra il visionario e l’idilliaco, leggere le parole scritte sul sepolcro che inneggiano alle virtù defunte del poeta stesso e sembra addirittura contemplarle. Poi il morto in modo veramente surreale si gratta il teschio e si addormenta dopo avere avvertito il volatile di guardarsi da un bel gattone che si avvicina lento. In Fede trova il suo posto la religiosità del poeta quando afferma che Dio si può riconoscere nella vampa che dilania le stelle, nel cane che strascina la zampa spezzata, nell’occhio fisso del rettile che inchioda la vittima in un gelo d’orrore e nello stagno del cuore livido, tristo, che uguale riflette abiette ombre e il volto, esangue, di Cristo, nel produrre inedite immagini fantasiose che tra loro creano accostamenti veramente originali per la loro eterogeneità. In Anniversario 22/10/1942 il tema della morte è trattato anche con il riferimento alla guerra e qui il poeta si riferisce a suo padre e a sua madre uccisi nel conflitto. Anche una vena ironica serpeggia in alcuni dei testi per esempio in quella poesia che apre il libro intitolata A Gianna, vecchia amica nella quale come raramente accade il poeta si apre ad una forma giocosa nel celebrare in versi la festa di San Giovanni Battista che gli ficca un altro anno nel fagotto. Quindi il tema dell’incontrovertibile fugacità del tempo ed è sottinteso che il poeta abbia scritto i suoi versi nel tentativo di renderla meno dolorosa.
*** Raffaele Piazza

martedì 10 novembre 2020

SEGNALAZIONE VOLUMI = MARIO RONDI

****Mario Rondi : “Il canto del Luì” – Ed. Fermenti 2020 – pagg. 218 - € 19,50
Quando è rapido lo scorrere delle pagine nella lettura certamente siamo innanzi ad una scrittura limpida ed accattivante. Così ci avviluppano le scorribande letterarie che si avvicendano, tra incantamenti o smarrimenti, incursioni accidentali e memorie, orizzonti incantati e silenzi che proteggono, aspettative stupefatte e filtri d’amore, in un romanzo che ricama il quotidiano di un personaggio tutto da plasmare, in quel tessuto che ondeggia tra l’ironico ed il celato.
Il pregevole significato del racconto, tutto teso tra l’aspetto più intimistico delle assonanze, che in bella accoppiata verbale coinvolgono in sospensioni dal registro cangiante, e tutto ricucito in un dettato che passa facilmente dalla annotazione formale alla descrizione dettagliata degli afflati, rimane e si traduce in accadimenti le cui polarità si rifugiano nella autotelicità solipsistica per divenire vera e propria consonanza lirica. E Mario Rondi è poeta anche in questi approcci di prosa, la quale sembra ben sufficiente a dare un’idea delle frammentazioni che il divenire inarrestabile del tempo forza nella sua valenza astratta , e ben riafferma il radicamento e la riappropriazione del vissuto o del termine chiave, che rimesta ricordi e porta con se cose buone e cattive.
I fotogrammi che l’autore dispone con arguzia e sobria proprietà del dettato si avvicendano senza interruzione: dalla semplice complicità amicale innanzi alla brace per preparare discretamente un povero pesce, alla bambola Ermenegilda, colta in fragrante e disperatamente sospesa nel discolparsi. Dallo sconforto aleggiante nella stanzetta, al pensiero incalzante della crocerossina pronta a somministrare un clistere indolore. Dal vasto ventre femminile, dal quale giungeva sempre una folata di profumo di essenze balsamiche, al peregrinare per santuari in cerca di compassione. Dal capezzolo turgido della signora Carlotta che annientava per la sua maestosità alle allucinazioni per folletti pelosi che giocavano in calzamaglia. Da Martina, che era sempre stata una conquistatrice riducendo i malcapitati in uno straccio agli sguardi lascivi della signora Cornelia, femmina focosa dalle forme slanciate. Romanzo o vistoso e ricco diario memoriale? Si chiude questo strano e colorato viaggio, che sospende verità di fondo, proprio perché la parola è data al servizio della verità, tra il principio dell’autonomia estetica ed il particolare ordine della storia indifesa, i chiude con il capitolo 19, nel quale l’autore prevede o addirittura pregusta la morte, immaginando figure familiari in attesa e principalmente l’Angelo di Dio “che ci perdonerà di tutte le nostre battute infelici e ci lascerà vivere in pace con i nostri sogni”.
Omaggio e non imitazione, anche quando l’ambientazione è marcatamente impregnata in un mondo ideale e solo in apparenza stravolgente in una espressività quasi barocca.
****ANTONIO SPAGNUOLO -

sabato 7 novembre 2020

PREMIO DI POESIA ---- DANILO DOLCI


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Con l'autorizzazione della famiglia Dolci, nella figura del figlio dott. Amico Dolci, e con il patrocinio morale del Comune di Palermo, viene bandito il Primo Premio di Poesia “Gandhi d’Italia” dedicato alla poliedrica figura intellettuale di DANILO DOLCI (1924-1997) poeta, scrittore, educatore e sociologo, attivista non violento noto, appunto, come il “Gandhi italiano”. Dolci, oltre alla sua attività educativa, operò nella lotta alla mafia; nel 1957 in Russia il suo impegno per la lotta non violenta venne riconosciuto con il celebre “Premio Lenin per la pace” (che accettò, pur dichiarando di non essere comunista). Nello stesso anno, con il saggio Inchiesta a Palermo, ottenne il prestigioso Premio Viareggio. Numerosi altri furono, negli anni, i riconoscimenti a lui tributati. Immensa la sua produzione letteraria, tra le maggiori opere vanno ricordate Banditi a Partinico (1956), Spreco. Documenti e inchieste su alcuni aspetti dello spreco nella Sicilia occidentale (1960), Verso un mondo nuovo (1964), Non esiste il silenzio (1974), La comunicazione di massa non esiste (1987), Se gli occhi fioriscono. 1968-1996 (1997) e Una rivoluzione nonviolenta (2007). Il premio viene organizzato in collaborazione dalle Associazioni Culturali “Le Ragunanze” di Roma, “Euterpe” di Jesi (AN), “CentroInsieme Onlus” di Napoli, “Africa Solidarietà Onlus” di Arcore (MB) e dal Progetto “Capire per capirsi” di Monte San Giovanni Campano (FR). La partecipazione al concorso è regolamentata dalle norme contenute nel bando.
Articolo 1 – La partecipazione al premio è gratuita.
Articolo 2 – È possibile partecipare con una sola opera poetica (in italiano o in dialetto) inedita a tema libero che non superi la lunghezza di 40 versi. Pur essendo il tema libero, saranno particolarmente gradite opere dal carattere civile e dell’impegno, aventi quali temi o rimandi aspetti dell'impegno culturale di Danilo Dolci.
Articolo 3 – L'opera inviata non dovrà aver ottenuto un precedente premio da podio all'atto di chiusura del bando, ovvero alla data di scadenza di partecipazione.
Richiedere a : --premiodipoesia.danilodolci@gmail.com

mercoledì 4 novembre 2020

SEGNALAZIONE VOLUMI = ANGELO MANITTA


***ANGELO MANITTA, "Big Bang. Canto del villaggio globale" -- Castiglione di Sicilia, Il Convivio Editore, 2018, pp. 816, € 50,00
Angelo Manitta, fondatore della rivista internazionale “Il Convivio” e dell’omonima Accademia, è docente di Lettere, critico letterario, storico e poeta. "Big Bang. Canto del villaggio globale" è un suo poema, pubblicato dal Convivio Editore nel 2018, con prefazione di Ugo Piscopo. È la sua opera poetica più significativa, ma il suo percorso si attesta ad alti livelli su diversi versanti, essendo tantissime le sue pubblicazioni (libri, curatele e contributi vari a riviste e antologie). Avendo pubblicato alcuni volumi di successo anche con Mursia, si è distinto soprattutto nell’ambito della narrativa per ragazzi (tra i titoli più recenti, Come una favola - Racconti ecologici, Il Convivio Editore, 2018). Big Bang ha richiesto tanti anni di lavoro e si presenta come opera ricca di una notevole varietà di toni. Il corposo volume narra di un lungo viaggio attraverso luoghi, epoche e civiltà diversi, tra allegorie e simbologie classiche e moderne. L’autore sviscera le origini della vita e del creato, e scava molto bene nell’interiorità dei personaggi storici e mitologici, fornendone un ritratto dettagliato. Grazie alla sua vasta cultura, Angelo Manitta riesce a innovare la tradizione ricorrendo a similitudini e metafore particolari, senza pregiudizi o gerarchie. Al lettore pare che tutto stia accadendo sotto ai suoi occhi. Nel finale, la visione della luce più intensa, vuole essere messaggio di speranza. Il poema si compone di 108 canti, per un totale di 12 libri e 50.000 versi. La complessità di Big Bang. Canto del villaggio globale ha subito suscitato l’interesse della critica. Tra i primi fu proprio Giorgio Bárberi Squarotti a prestare particolare attenzione all’opera, analizzandone le peculiarità. Nel tempo ne sono state pubblicate alcune parti, grazie a piccole e pregiate edizioni, con traduzione sinora in greco, sloveno e portoghese. Il canto n. 79 si intitola La chioma di Berenice (Il Convivio Editore, 2017), per il quale la traduzione slovena di Ivan Tavčar si accompagna al testo poetico di Angelo Manitta. Altro canto al quale è stata riservata un’autonoma pubblicazione è La ragazza di Mizpa, di cui Alexandru Solomon ha fornito la traduzione in lingua portoghese (Il Convivio Editore, 2018) e Giorgia Chaidemenopoulou quella in lingua greca (Il Convivio Editore, 2017). Angelo Manitta, mai pago dei risultati raggiunti, continua a essere molto attivo come operatore culturale, valorizzando il lavoro di tanti altri autori, e continua a essere un esempio di come sia sempre possibile, anche insegnando o scrivendo, imparare qualcosa di nuovo.
***Claudia Manuela Turco

martedì 3 novembre 2020

SEGNALAZIONE VOLUMI = CARLO OLIVARI


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Carlo Olivari – Attualità di distacco e momenti passati---A. C. Ediemme Edizioni Italiane – Salerno – 2019 – pag. 89 - € 13.00
Carlo Olivari è nato a Genova, dove risiede attualmente. Laureato in Filosofia è stato per anni docente di ruolo nel Liceo Scientifico Martin Luther King della sua città. Appassionato di poesia fin dall’adolescenza, ha pubblicato numerosi volumi di liriche. È inserito in varie antologie e collabora a riviste come “La Nuova Tribuna Letteraria” e “Le Muse”. Ha conseguito molti premi e riconoscimenti. Molti i critici accreditati che si sono occupati della sua produzione. Attualità di distacco e momenti passati, il libro del Nostro di cui ci occupiamo in questa sede, presenta una prefazione di Fulvio Castellani ricca di acribia. La raccolta è scandita in due sezioni: Parte Prima Distacco e Parte Seconda Momenti passati. Caratteristica particolare della raccolta è la forma di tutti componimenti, dei quali molti brevissimi, che sono tutti centrati sulla pagina. I testi per il loro stile lapidario possono essere letti come degli epigrammi o degli aforismi e sono raffinati e ben cesellati. Una stabile presenza di spleen e malinconia pervade le poesie che sono molto spesso riflessioni dell’io – poetante nel suo ripiegarsi solipsisticamente su sé stesso o nell’entrare nelle vite presunte di personaggi, soprattutto figure familiari, che sono dette con urgenza e con una buona presenza di affetto e sentimento.
Il distacco nominato nel titolo si riferisce alla riattualizzazione di momenti passati intesi non con aperture vanamente nostalgiche e tristi, ma con la sete e il tentativo di riviverli per un uso produttivo come una provenienza, se il passato stesso può essere maestro di vita e la felicità umana può essere affidata anche alla memoria, non solo quella dell’infanzia e dell’adolescenza. Lapidarie le poesie di Olivari che tendono a sottolineare spesso la fugacità della vita e in questo il poeta segue le orme del suo carissimo padre Pietro poeta del quale lo stesso Carlo ha curato la pubblicazione di una raccolta di poesie postuma. Il ritmo sincopato dei componimenti procede incalzante e ricco di musicalità e le poesie, ad esclusione di quelle brevissime, decollano sulla pagina leggermente per poi planare con eleganza nelle chiuse. Anche una descrizione della natura coinvolge il poeta con splendide accensioni liriche quando vengono nominati alberi o il cielo e il mare. A proposito del mare in Mar ligure vengono decantate le acque del luogo natio del poeta da lui amato con profonda passione e dal quale affiorano le sue radici. Una patina di classicità tende a inverarsi nei componimenti e non manca il riferirsi all’età dell’innocenza che è l’infanzia. In Da rivierasca finestra d’infanzia bellissima poesia ritroviamo non solo neo lirismo ma anche idillio ed elegia quando vengono nominati olivi, edera, oleandri che divengono qui correlativi di una poetica della gioia quando il poeta si fa fanciullino pascoliano e riesce a stupirsi e a meravigliarsi con tutta l’anima. Chiarezza rara nella poesia contemporanea insieme a luminosità connota questi versi icastici e nello stesso tempo leggeri e spesso nei componimenti lunghi in varie strofe si nota un lungo ed ininterrotto fluire delle parole. E la religiosità. In Voce di Dio, composizione che chiude la raccolta, il poeta rivolgendosi al Signore dice che quest’ultimo è certamente conscio in lui con la sua altissima voce che è anche inconscia presenza nel suo intimo.
*** Raffaele Piazza

domenica 1 novembre 2020

POESIA = UGO MAUTHE


"vacanze"
viaggiate nuove mete
scoprite vecchi voi stessi
come artritiche mappe
dalle pieghe dolenti
spiegate sui tavoli
le vostre vite non rassegnate
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"il mestiere del tempo"
è un’ora del pomeriggio che non volge
l’ora non impallidisce non si assorta
l’ora non poeta l’ora puntuale trascorre
fa il suo mestiere d’esser tempo
da un passato partito e non ancora arrivato
*******
"consumi ridotti"
la vita frena
senza bisogno di servo-assistenza
si va così piano
che le cinture si slacciano da sole
a consumi così ridotti
s’annulla l’emissione
e niente più trasmissione
** UGO MAUTHE
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Ugo Mauthe è un pubblicitario con una lunga storia professionale come copywriter, direttore creativo e docente di comunicazione. Accanto alla scrittura pubblicitaria ha sempre coltivato quella letteraria. Con Ensemble Edizioni ha pubblicato i racconti Vento Lupo e altre nove improbabili storie e le poesie di Il silenzio non tace, Premio Conrieri, Premio Il Meleto di Guido Gozzano e finalista in altri concorsi. In precedenza è uscita la silloge poetica Minuziosa sopravvivenza (Il Convivio Editore, 2018), che ha ottenuto diversi riconoscimenti, e il romanzo Qunellis (Giovane Holden Edizioni, 2018), una favola nera post apocalittica e post umana. Ha vinto il contest Racconti nella Rete con il racconto per bambini Sem fa cucù, inserito nell’antologia edita da Nottetempo, il cui protagonista, il semaforino magico Sem, ritorna anche in Sem strapazza i bullazzi, Tomolo-Edigiò Edizioni 2020, illustrazioni dell’art director Elena Spada. Suoi racconti, fiabe e poesie sono stati finalisti o premiati in numerosi concorsi letterari. Si considera un privilegiato perché ogni giorno realizza il suo sogno: vivere scrivendo.