SEGNALAZIONE VOLUMI = JOSYEL
**Josyel – Notti di versi insonni**
Termini delicati girano intorno a un terzetto di argomentazioni cardini; ossia l’anima con tutte le sfaccettature, che si presenta per mezzo di un’allusione religiosa, fondata guarda caso su un ritorno alla scrittura in versi coetaneo di Gesù Cristo; oltre all’incipit ecologico, facente venire idee e assimilazioni per nulla banali; e senza dimenticare la difficoltà nel prendere sonno, come se certa Josyel di dover infine maledire la parola per descrivere il buio che la circonda ma che appunto non le dà modo di riposare, pregando addirittura di perdere la creatività, qualcosa che può giungere o svanire a sorpresa.
“Non c’è Assenza senza Presenza”.
Il suo amico originario di Rovereto, l’eclettico Walter Salin, trascinato dalle poesie da lei composte, una volta elaborate e godute le ha ricreate teatralizzando e musicando, con sullo sfondo una serie d’immagini scelte per accentuarne il senso… per della gioia, quella proprio di Josyel, forte della collaborazione da parte pure di un compositore di melodie qual è Alessandro Pedretti, che l’ha sollecitata a compiere di nuovo della ricerca interiore, e di Marco Alessi, poeta illuminante personalmente, che si distingue dal generico in tal contesto.
Il buio si fa una grassa dormita per propria decadenza, e chi lo ascolta aspetta la sensazione di essere condannato alle nuove emozioni, eretto risolutivamente al limite delle intime riflessioni; con la manchevolezza ad animarsi partecipando a certi eventi che però acculturano se cogliamo il buongusto di risultati ottenibili con smussante attenzione.
“... leggo il destino
delle anime perse
E ogni piccola cosa
svela il suo segreto.”
(…)
“Nella penombra della tua ombra”
(…)
“Brontola il cielo come vecchio impaziente”
(…)
“Un mare è la goccia che si fa montagna”
(…)
“Trattengo l’acqua che non assorbo
mentre non bevo la mia sete”.
Si gonfia il petto a un certo punto, quando c’è da combattere, la natura delle cose, di ciò che possiamo godere… passionali schiarite non hanno pietà per quel fiore d’istinti che la poetessa espone da martoriata, cosicché una figura inanimata e indisciplinata si rappresenta in vista di una scalata ragionevole, d’affrontare con somma compattezza.
Esprimendo una condizione di disagio materiale può succedere che dei segni particolari cadano nel dimenticatoio, che una persona si ridicolizzi… effettivamente una fine non dipende esclusivamente da frammentazioni reali: tanto vale poetare di nascosto, la privazione del piacere di ricominciare a vivere?
Ma Josyel ama seguire parola per parola la sorte degl’invisibili, di coloro che sprofondano nella luce di ogni segreto che si scioglie semplicemente, strumentalmente; perché è complicato reagire alludendo alla libertà, perché è sconveniente il più delle volte dare un tempo preciso all’amore che serbiamo.
“La preda corre libera nel fallimento dell’agguato”
(…)
“Ciò ch’è dentro viene fuori con parto doloroso”.
-/-
“il vento… Parla una lingua straniera mentre spazza la strada del suo cammino”.
L’attività poetica qui possiamo ritenerla pari al benessere fisico, a uno scopo che sale apparentemente su un determinato palcoscenico… i termini si armonizzano per un puzzle che raffiguri l’infinito, potendo in fondo argomentare la bellezza senza illudersi e soprattutto senza essere distruttivi.
Un elemento nient’affatto vacuo pare proprio elevarsi con tutte le fragilità del caso, per indirizzarne il contenuto senza che ci si abbassi, di un’emozione travolgente dacché gravida e inquieta; esattamente quando la sorte, personale, avanza prepotentemente, banalmente, e una sorta di acquietamento agisce ingannando l’essere nuovo benché vivente, col nero di una veste semi percettibile che aderisce alla pelle, rievocando il mondo perso nei propri meandri.
“Ma sacrificare i versi per tribolare nella prigione della veglia
Questo no!
Gatto castrato
Ingrassa indolente il vegliare senza versi”
(…)
“Fatemi andare!
Mi scappa il mondo…”
(…)
“Ascolto in silenzio il silenzio”.
Una morte interiore rischia di tagliarsi per recuperare della coscienziosità senza tempo… a riprova degli errori altrui, che deteriorano forme di nutrimento mettendole alle strette, e che non permettono a una sofferenza immateriale di liberarsi, come a racchiudere la vita e dover dunque possedere uno sfogo mai del tutto ragionevole.
“Sono parole senza voce”.
*
VINCENZO CALO'
*
(*) Le copie sono ovviamente reperibili in tutti gli store digitali, ma all’autrice piace sempre personalizzarle con una dedica, per cui chi ne ordina una direttamente all'indirizzo giusyelle2021@gmail.com la riceverà a prezzo scontato, compresa di spese di spedizione e con un'introduzione personalizzata. Se volete condividere con lei questo misterioso mondo della notte.