giovedì 31 agosto 2023

RIVISTA = KENAVO'

E' in distribuzione il numero di Luglio 2023 della rivista "KENAVO'" brillantemente diretta da Fausta Genziana Le Piane.
Firmano : Antonio Spagnuolo, Fabio Petrilli, Paolo Carlucci, Eugenia Serafini Elio Camilleri, Lidia Popa, Maria Rosa Catalano, Rosario Napoli, Leopoldo Attolico, Iole Chessa Olivares,Anna Avelli, Roberto Casati, Pasqualina Di Blasio, Dante Maffia, Valentina Bandìera, Fausta Genziana Le Piane, Michele Cioffi, Jeton Kelmendi, Nicola Tindaro Calabria, Clara di Stefano, Silvia Mazza, Pino Caimi.
In allegato un inserto "Ricordo di Iole Chessa Olivares" curato da Plinio Perilli.
Per richiedere copia scrivere a : faustagenzianalepiane@virgilio.it .

mercoledì 30 agosto 2023

POESIA = DANA MIHU


**Confessione**
Avrei voluto
che mi ascoltassi…
la confessione non è altro
che fruscio,
non ha né gusto,
né colore
si confonde quasi con il silenzio
seguendone il volo
invisibile.
A volte
mi sarebbe stato utile
nascondere le paure
trasformandole in desiderio
o almeno
in un augurio di buonanotte.
A volte
è forse più semplice
ascoltare il silenzio.
*
**Ti aspetto nella parte finale dei giorni rimasti…**
Nell’alter ego della tua dolcezza
non crescono alberi
né fioriscono rose
solo gocce di sangue
tracce sofferte.
Nella pausa caffè
manca perfino lo zucchero
il profumo lascia spazio
alle parole
che nessuno pronuncia
sacro e profano s’intrecciano
senza alcun desiderio.
Qui, su una parte di me
le blasfemie tuonano
senza paura
ieri
mi diventa un’eterna fine.
*
**Attesa**
Cerco la luce
nella parte oscura della luna
le piego i bordi come a un foglio
di un romanzo
che non ha scritto ancora nessuno
e aspetto
di sentire la voce della terra
impedendo il tuo cammino
nell’assurdo…
tu non vieni
mi mandi solo il profumo
per inebriarmi fino al rifiuto
anche se sai che sono in agonia
confondi la ricerca con il senso
quasi osceno dell’esistenza
di un Io che non conoscevo
e che era nato ieri
solo per te.
**
DANA MIHU

martedì 29 agosto 2023

POESIA = GIULIA SONNANTE


**Tra la muraglia e il mare**
Davvero, ieri, mentre la striscia
gialla sull'asfalto correva più veloce
dei miei pensieri, davvero pensavo che
la scrittura fosse un mondo parallelo,
il mio, che nessuno m'avrebbe mai portato via.
Che quella striscia correva così vera,
così veloce eppur così stabile.
M’obbligava a scendere come da una scala
senza mancorrente, forse senza pioli,
che s'ancorava a cumuli di nembi
neppur visibili.
Poi la spiaggia, i legnetti reietti,
confusi alla sabbia appena avana.
E il mare sabbioso, potente pur racchiuso
tra gli scogli, tra la muraglia e la lunga costa.
Anche da lì, pensavo a questi mondi paralleli,
al maestrale che confondeva gli occhi
le parole, naufraghe, malamente
aggrappate al filo dei pensieri.
Si parlava di cose della vita ed io
che cercavo a fatica di introdurmi,
di sembrare normale.
Ma normale non mi sentivo.
Cercavo parole che restavano
chiuse e chine sul pendio di ieri.
***
**L'ultima poesia**
È l'ultima poesia.
Alveo lento.
Pioggia all'orlo.
Convessa la coppa.
Depongo la penna
e volgo il tacco.
Fitto il mistero del
tornar sconosciuti
come in amore.
O in versi.
*
Giulia Sonnante

giovedì 24 agosto 2023

POESIA = MARIA EROVERETI


**DALLA RACCOLTA ACCORDI**
"AD ANTONIO POETA"
“… le dita stringono
l’inseparabile livido della solitudine…” 1-
Spine nel cuore
le tue parole
che gemono al mondo
l’anima prosciugata
dell’uomo
eroso dal tempo.
Una lama
la tua voce di poeta
che insegue la sua amata ombra
“presenza che svanisce”
nelle desolate stanze:
“Che tu possa ritornare è un assurdo, eppure io cerco
ancora…”
Ed è il nostro esistere
una perenne rincorsa dell’arcano
per colmare di senso il cammino
per lenire il vuoto
che lancina il petto.
Cosa troveremo noi
“nel vortice ignoto dell’eterno”?
Quanto si espanderà la nostra voce?
“Andiamo e non sappiamo dove”.
*
*
1-Antonio Spagnuolo, i versi sono tratti dalla raccolta “Proiezioni al crepuscolo”, Macabor, 2022
****
**Vita…**
Cos’è?
Cos’è questo “fiume scintillante”
che in una frazione di tempo
“dall’oscurità nasce
e nell’oscurità scompare”?--1
E quest’esultanza
di suoni e colori
che in un soffio si spegne?
Un pendolo palpitante
sospeso ad un filo
sempre più liso
assapora l’aria
impregnato di cielo
sulla voragine del nulla.
Ci sarà un mantello divino
a colmare il vuoto?
Un Dio
ora sordo
eppur anelato
materno accogliente
in infinita pienezza?
Balenio di coscienza
sfolgorio di visioni
ma organico flusso
infine
solo
quali foglie disperse
rifioriamo la terra?
*
MARIA EROVERETI
****
1- Wislawa Szymborska, 25 poesie, Arnoldo Mondadori, 1998. Da: "La breve vita dei nostri antenati". Il componimento è inserito anche nella raccolta “Infiniti azzurri”.

mercoledì 23 agosto 2023

POESIA = MANUELA CECCHETTI


**L’ETERNO SCUOTE IL FATO**
Su terre intinte di sempiterno
cielo
l’azzurrità degli astri
rincuora l’alveo dei pensieri,
risorta l’anima si aggira
- nel verde -
sempreverde dell’abete.
Polsi e meningi
non più in balìa di fragili
conchiglie,
libero è il tempo - dal tempo
consumato.
Né lustri secoli millenni
né ansie o giuramenti,
- l’eterno scuote il fato -
dal gracile pulsare.
*
**IL NERO D’OGNI ERA**
Il nero d’ogni era
si porta sempre appresso
premesse di bagliori,
l’oscurità del cielo
s’insabbia nelle stelle
- al buio della notte -
consegue sempre il giorno.
Dal magma del dolore
rinascono speranze
e dalla morte
s’innesca uno spiraglio
che sboccia a nuovo sole.
*
**NULLA RACIMOLO DI QUIETO**
Nelle acque avulse
dell’odierno
- navigo e annaspo -
tra coltri grigie
d’accozzaglia,
nulla racimolo di quieto.
È un mareggiare amaro
in acque torbide
di fiele.
**
MANUELA CECCHETTI

martedì 22 agosto 2023

POESIA = JANNINE MAZZICHI


**Ramou**
Je vous aime ;
Comme la fleur aime le rayon de soleil qui la caresse doucement.
Comme la goutte d'eau qui désaltère l'oiseau assoiffé.
Comme la brise harmatane qui raconte des secrets aux grands cèdres.
Comme la rosée matinale qui éveille le brin d'herbe assoupi;
Comme la cime des grand cèdres somptueux scrutant l'horizon lointain.
Comme la mer rougie par le soleil couchant .
Comme le vent murmurant en écho les serments des amants Comme le rouge aime le noir
Comme le jour aime le soleil .
Comme on aime et qu'on sait que c'est pour la vie ..
Laziza Aliya
*
**Dire "je t'aime"**
C'est éprouver des sentiments forts,
C'est partager le pire et le meilleur
C'est n'avoir, à deux qu'un seul coeur,
C"est se choyer jusqu'à la mort...
C'est se respecter l'un et l'autre
Pouvoir compter sur son soutien
Quoi qu'il arrive main dans la main ,
Quel beau chemin sera le notre....
Ne pas galvauder les 'Je t'aime "
Marque de respect pour soi même !
Laziza Aliya
**Ramù--Ti Amo**
Come ama il fiore il raggio di sole che dolcemente lo accarezza.
Come la goccia d'acqua che disseta l'uccello assetato.
Come la brezza leggera che affida i suoi segreti ai grandi cedri.
Come la rugiada mattutina che risveglia il filo d'erba addormentato;
Come le cime dei grandi cedri sontuosi che scrutano l'orizzonte lontano.
Come il mare arrossato dal sole al tramonto.
Mentre il vento sussurra ai desideri degli innamorati,
come il rosso ama il nero
Come il giorno ama il sole.
Come amiamo e sappiamo che è per la vita.
Laziza Aliya
*
**dire ti amo**
È provare sentimenti forti,
È condividere il peggio e il meglio
È avere un solo cuore,
E'amarsi sino alla morte ...
È rispettarsi a vicenda
Poter contare sul suo sostegno
Qualunque cosa accada, mano nella mano,
Che bel cammino sarà il nostro....
Non abusare del "ti amo"
Un segno di rispetto per te stesso!
Laziza Aliya
**
Laziza Aliya è il mio nome da scrittore.... Ma scrivo per divertimento: non pubblico nulla. **

SEGNALAZIONE VOLUMI = CARLA MALERBA


**CARLA MALERBA, "La milionesima notte" - Poesie, Fara Editore, Rimini 2023
L’ultimo volume di poesie di Carla Malerba, La milionesima notte, presenta sia caratteri di continuità rispetto alle precedenti raccolte, sia di originalità.
Contrasti cromatici (azzurro / giallo, / nebbia / sole, / luce / ombra) rimandano a un mondo che appartiene alla poesia di Carla Malerba fatto di sogno e realtà, di poesia e di ascolto, di «oniriche visioni» e silenziosi richiami alle atrocità della guerra o all’isolamento in cui siamo vissuti durante la recente pandemia per ricordare a tutti la nostra fragilità. Ma c’è anche un passato fatto di speranza, quello di noi giovani che volevamo cambiare il mondo e che a molti di quegli ideali siamo rimasti legati, quasi un dono che la vita ha voluto farci. Da queste radici nasce la nostra solitudine di uomini sradicati, costretti a vivere in un mondo che non gli appartiene più, ma anche la consapevolezza di aver accettato con dignità un vissuto a volte felice, altre dolorosamente sofferto. A questa visione si ispirano le quattro sezioni che compongono questa silloge, ricca di vissuto personale e di amore per la vita, accettata in tutta la sua bellezza e, insieme, nell’impossibile sopravvivenza che ci è destinata.
La prima sezione Attese si apre con un frammento introduttivo tratto dalla raccolta Vita di una donna (2015) e contiene in nuce il tema centrale della sezione stessa. «Occorre forse una distesa di vento / su una terra senza confini, / occorre che tutte insieme / le cornamuse suonino all’alba, / che di stelle non sia avara la notte / per dispiegare le note della gioia.» Occorre dunque l’impossibile per raggiungere la felicità, perché «L’attesa che incombe / distrugge» e il sonno rischia di chiudere gli occhi al domani, privo com’è ormai di speranza. Compare già qui il grande tema della notte, amica fedele, compagna di ricordi e riflessioni solitarie, dagli anni lontani della giovinezza, fino alla poesia che mette a fuoco la poetica e la visione del sogno di cui la Malerba si nutre: «La notte come uno sposo / mi accudisce / mi circonda / col suo silenzio / mi regala spazi lucenti». Ma vita e notte, dice la poetessa, non sarebbero nulla senza la poesia, la sola in grado di «suggerirle parole» che diano un senso alla vita e al sogno che l’accompagna, unico breve spazio concesso alla nostra illusione d’immortalità. Ma presto scende il buio della sera, metafora del nostro breve cammino sulla terra, che d’improvviso cala a ricordare lo spazio di un giorno, fra finestre che si aprono al mattino e si chiudono appena si fa sera. Proprio fra le «misure imposte», nei «limiti da non oltrepassare» serpeggia l’attesa e mentre l’estate «muta, senza suono, assorta nel silenzio» ci ricorda il tempo degli amori e delle promesse, «la vacuità del conforme / … cancella i legami / ancor prima del tempo». Ma c’è sempre nella poesia di Carla Malerba un filo di speranza che riaffiora pur nella certezza che questa è la realtà, il tempo che ci è stato assegnato. Così nel ricordo del padre torna la forza dell’amore impresso nei suoi «sguardi azzurri» che impediscono alla memoria di distruggere un passato fatto di tenerezza e di pianto a lungo trattenuto, fino alla bellissima poesia che chiude la sezione nella quale si parla ancora del bisogno di vivere una vita che abbia un senso: «Se dopo la notte / ci fosse un giorno estremo / […] e sola mi trovassi / senza amore / né sogni né parole», allora – dice la poetessa – sarei presa da un terribile sgomento né la vita sarebbe vita, senza poter più ascoltare «il percettibile schiudersi di un fiore».
Segnali, la seconda sezione, sviluppa il tema della ripresa e della speranza che, sola, potrebbe dare un senso al creato facendo crescere «tenui steli» capaci di germogliare. Allora si potrebbe vedere «dalle antiche fessure» spuntare l’erba nuova o la luce cobalto del cielo perdersi all’infinito al confine del mondo, fino ad esplodere nell’oro dei girasoli che inondano la stanza di una solarità assoluta.
È l’approdo alla terza sezione, La milionesima notte, che dà il titolo alla silloge, dove, fra ricordi di una gioventù ormai lontana («Di notte / tra luci e caseggiati dalla fama oscura / […] ci avvolgeva la nostra gioventù / in turbini di vita / onde magnetiche / flussi di energia. / Era il 1968.»), si levano le voci di poeti conosciuti e amati, come Fuad Kabasi, o il ricordo di un amore intensamente vissuto tra Giuseppina e Gabriele D’Annunzio, in quella Villa Mancini le cui finestre ‘mute’ segnano il trascorrere del tempo e della vita: «polvere e terra ormai / i loro cuori / neppure due sillabe intrecciate / a segnarne la storia».
Ne La milionesima notte, la poesia che chiude la sezione, luce e ombra si disegnano ancora nel plenilunio che rischiara «l’astro trafitto / da un nero ramo». L’ombra scivola sui fossati, copre gli argini: è la speranza che non riesce a vincere sull’attesa, mentre la memoria chiude con il suo fardello di ricordi il dolore che invano si tenta di cancellare. L’incipit di Tracce, l’ultima sezione, apre infine al desiderio di poter ritrovare segni di un passato felice, nella consapevolezza, sempre presente nella poesia della Malerba, che la vita ci ha reso diversi, che la realtà non si può né eludere né mistificare, anche se la speranza non viene mai meno, perché in fondo «siamo stelle destinate / a effondere parabole di luce». Tracce ci porta nel cuore di un’interiorità vissuta e sentita come condizione della nostra esistenza, sospesi fra realtà e sogno, fra illusione e accettazione, dove soltanto la solitudine dell’anima può essere compagna del nostro breve passaggio sulla terra. Si distendono così le tracce del vissuto, quei «millenni di tenerezze» che portano verso un mondo lontano e mai dimenticato dove si perde l’eco della guerra e i contrasti si fondono nell’armonia del ricordo. Sono «Ombre di sogno / in piazze di sole» e anche se il tempo tutto cancella, «Ritrovare un tempo intatto / e le care stagioni dà conforto.» - dice la poetessa! Torna in questi versi l’eco delle foscoliane illusioni, vissute con la nostalgia di chi sa che «la luce della sera» è ormai incerta. L’ombra, la morte diventano ora il mistero di una creazione che ci vuole avidi di vita anche in quell’ultimo giorno e, come il fiore sente reclinare lo stelo mentre la linfa lo abbandona, anche noi conosceremo «di quell’ultimo giorno / l’estremo suo fulgore». Il contrasto luce/ombra è tutto giocato nell’opposizione: nebbia/sole; vano/breve; metà ombra/metà luce a indicare una visione della vita che, nella sua brevità, aspira all’eterno, tanto che il cuore ormai spento «bucherà la pietra sepolcrale / fino a trovare la gloria della luce» come si legge nella poesia che ha per titolo Nella meraviglia del silenzio.
La sezione si chiude con questi versi che sottolineano l’importanza della poesia, pur nella consapevolezza che forse non ci sarà una sopravvivenza:
Al buio scrivo parole
che la mente illumina
e guida la mano
il pensiero del nulla che siamo.
perché come si legge altrove «Quello che resta in fondo / è la poesia».
Arezzo, agosto, 2023
*
Fernanda Caprilli

lunedì 21 agosto 2023

POESIA = ALESSIA TARANTINO


**Un cuore dolce**
Ho osato sognarti:
osare è virtù dei cuori forti.
Ma un cuore dolce
è caldo e solido
come un menhir al sole
a cui scaldarti
d’inverno.
Ma un cuore dolce
è delicato e fragile
come pullo implume
esposto alle intemperie,
strappato al nido caldo
delle tue mani.
**
**Per-sona**
Nel guscio vuoto,
abbandonato, degli orecchi
par vera la tua voce che ri-sona,
sul vuoto palcoscenico degli occhi
appare,
illudendomi, sembianza
del tuo viso,
drammatica per-sona.
E non so cosa sia questo gelo
improvviso,
questo pungere acuto nelle ossa,
se di viver stanchezza, ad oltranza,
se tua lacerante mancanza,
al cuore
incessante percossa:
in corde lacrimae
non videntur,
sed per-sonant.
*
**Amnesia**
Di grani caldi
di sabbia e di conchiglie
vibrava la vita,
arenale colmo di meraviglie.
Ad uno ad uno
vetri colorati, levigati,
serbavo al cuore,
al corpo ed alla mente,
poi,
repente,
un’onda sovrumana,
possente, lacerante
e il silenzio assordante
della rena
deserta alla memoria
mi sommerse
un mare senza storia
o forse
il mare tempestoso
del mio io
sommerse il tempo
per ingannare Dio.
*
ALESSIA TARANTINO

domenica 20 agosto 2023

POESIA = ANGELA KOSTA


**Versi tratti dal volume di poesie "VIVERE" edito da Morlacchi Editore.
******
"LIMPIDITÀ"
Vorrei raggiungerti nella profondità limpida
dei tuoi occhi, dei tuoi pensieri
per cercare di capire quello che sarà ora,
più tardi, domani.
Avrò mai ciò che desidero?
Eppure insisto
proseguo il mio cammino verso te
verso me
per raggiungerti ovunque tu sia
Ti osservo,
sorrido,
sembri un angelo novella sposa,
fanciulla emozionata
purezza della vita e della mia gioia.
Felice chiudo gli occhi per non piangere
l'anello al dito ti metto
e odo dalle tue labbra: "Per sempre".
Ora ti ho raggiunta
nella profondità della tua e della mia anima.
**
"NEVICATA DI BACI"
Solstizio d'inverno
respiro a braccia aperte.
Nevicata di baci sognando ovunque tu sia.
Odo la tua voce in me.
Sorrido, piango, canto
Amando tutto ciò
appartiene solamente a te.
**
ANGELA KOSTA
***
Angela Kosta è nata in Albania e risiede in Italia dal 1995 a Umbertide (Perugia). È autrice di vari romanzi, libri di poesie e fiabe. È traduttrice è publicista preso vari giornali e riviste letteraria in Italia, Albania e Kosovo.

SEGNALAZIONE VOLUMI = IRENE FERRARO


**Irene Ferraro – "Ho rimesso i fiori nel vaso" -marzo 2020 – 2022--Luigi Pellegrini Editore srl – Cosenza – 2023 – pag. 79 - € 12,00
Un’ansia sottesa al dolore di una vita che dà scacco sembra essere la prima sensazione per il lettore di queste poesie che emozionano e sono segnate da un male di vivere di montaliana memoria.
Nonostante quanto suddetto l’autrice non si geme addosso ed è perfettamente cosciente che nel mare magnum del nostro tempo liquido e alienato dove ci mancava solo il Covid proprio la parola poetica può salvare da una vita dove la rimembranza stessa come una provenienza felice può riaccendere e riattualizzare una scintilla di felicità.
Sono i ricordi infatti a salvare da un presente insostenibile e ogni composizione pare essere un messaggio un foglio in una bottiglia lanciata nell’oceano e vari sono gli interlocutori, i tu, ai quali la poetessa si rivolge.
Fortissimo il rimpianto anche di figure di riferimento importanti come quella della sorella dell’io-poetante che è morta lasciando un vuoto quasi incolmabile una cicatrice profonda nell’anima di Irene che fa di tutto per ritrovare il senso della vita che esiste solo scrivendo come potrebbe fare un prigioniero in un lager. Se la vita è dolore l’antidoto è proprio la scrittura poetica e questa salva. Leggendo i versi sembra di provare sensazioni che noi tutti avevamo sempre provato ma che non saremmo mai stati capace di esprimere e questo è un dato saliente della poetica dell’autrice che diviene alta espressione anche di rinnovamento.
Se la vita è questa, se esistono la solitudine, la morte e il mal d’aurora, allora solo il pensiero divergente può salvare espresso in versi e non manca come ancora di salvezza anche un’uscita di sicurezza trascendente quando l’autrice si rivolge a Gesù, Dio e la Madonna punti fermi per quietare lo stesso dolore nell’atto di fede che la Ferraro compie.
E pregnante è il titolo per ritrovare la chiave interpretativa dell’opera se invece di gettare via i fiori presi dal vaso, simbolo di bellezza e amore per una natura che serpeggia nelle poesie, gli stessi fiori anche se non più freschissimi vengono rimessi nel vaso perché possano rallegrare l’anima nella contemplazione che da creaturale si fa personale.
Una matrice lirica pare animare queste poesie come effusione dell’anima di Irene che gioca con le parole con sapienza e sa bene che non solo lei è sotto specie umana e che proprio quando l’ansia si specchia nel fondo dell’abisso può avvenire la risalita salvifica per la poetessa come per qualsiasi persona nella consapevolezza ritrovata del fatto che la vita stessa è degna di essere vissuta.
Altro dato saliente come parte costruttiva del pensiero dell’autrice come deterrente al dolore è la sua capacità di stupirsi ad esempio davanti ad un bellissimo gatto bianco o nel contemplare scenari naturalistici incantevoli che fanno dimenticare il dramma della condizione umana per farci entrare in sintonia con noi stessi e con gli altri.
Un magma incandescente sembra animare i versi e la possibilità di redenzione e riscatto esiste proprio in un consapevole esercizio di conoscenza a trecentosessanta gradi che solo la poesia può fare inverare, realizzare.
*
Raffaele Piazza

venerdì 18 agosto 2023

POESIA = FAUSTA GENZIANA LE PIANE


**LA NASCITA DI MEDUSA**
Un giorno di carnevale
le mie dita
rosee e inarticolate
-avide-
toccarono la vita.
L’assaggiarono
la trovarono
di loro gusto
ma la vita
non voleva saperne
di loro.
Lo strappo
il vuoto.
Così
con quel tocco velenoso
la vita diventò
di pietra.
*
FAUSTA GENZIANA LE PIANE

POESIA = ROBERTO CASATI


**Così vado incontro alla notte**
Così vado incontro alla notte
svoltando l’angolo di parole
allineando sguardi avvolti nella nebbia
dove pensavo non ti avrei mai trovato.
Ho rubato al tempo attimi e sguardi
fino a pensare che siano solo trasparenze
perse nelle pietre del nostro oceano
spigoli sconvolti all’ombra della luna.
Appese al ramo spoglio dell’ultimo gelso
nella casa antica dietro il giardino
cicale e libellule giocano all’estate
le mani in attesa di nuovi pensieri.
Arrivando infine
alle poche parole tra oggi e domani
in cerca di applausi per il dolcissimo amore
nascosto da sempre dietro la tua fotografia.
*
Roberto Casati

giovedì 17 agosto 2023

POESIA = ANTONIO SPAGNUOLO


** “Ferite”
Dal centro di figure ombrate
una selvaggia danza nomina lamenti,
con ali di grano tremolanti al suono
di corni e di flauti.
A ricercare nostalgiche armonie
scarta una disavventura di magie.
Solo un lume è la luce fuori campo
che scintilla e che annega sentimenti
nei doni del chiarore, ormeggiato
ai romantici passaggi della sorte.
Indifferente come un sasso stacca
il riposo delle chiacchiere
per abbassare lo sguardo del pudorebr /> di tutte le ferite mai scalzate.
*
ANTONIO SPAGNUOLO *

lunedì 14 agosto 2023

SEGNALAZIONE VOLUMI = CARMINE BRANCACCIO


**Carmine Brancaccio: “Poesie” (trilogia di Ceriman) – Volturnia edizioni 2019 – pag.144- € 14,00-
Questa variegata trilogia giovanile che il poeta presenta in elegante veste tipografica per i tipi della Volturnia si offre in tre sezioni. “Fughe, i re sono giullari” (2002), “Laudano” (2006), “Le quartine di Pierrot” (2007), con un crescendo ritmico suggestivo e policromatico per tutti quei paragrafi che si distinguono nelle pagine velocemente e ricomposte dai frammenti, quasi a dettare luci che rimbalzano su onde interstiziali.
Da un lieve tocco della gioventù, che cerca ribellioni e illusioni randagie da conquistare, al chiaroscuro della contestazione impreziosito dalla ricerca di uno stile personale e dalla matrice neoclassica che accosta la quartina all’esperimento garbato e delicato di un endecasillabo sussurrato.
Tre chiari momenti di crescita per i quali facilmente la musicalità accosta un senso di autoironia, per una complessa interiorità che si smaschera nel tumultuoso affacciarsi della memoria, ma anche nel verso che incide con energia il prospetto che dilatava i confini di un orizzonte quale si offriva in tempi di angosciati giullari. “Che atroce follia il dominio;/ il degustare attimi d’assoluta/ padronanza del mondo/ fino a vomitare per l’abbondanza./ Il gioco perfetto sta nel gioco; l’ausilio strafottente del regnante/ divora le sembianze del clero/ fino allo sgomento dell’immagine./ Maschere perfette? Domani è carnevale!”
Scrutare con leggerezza nell’acqua e sapone per far esplodere le bolle che si avvicendano “colme di riservati umori”, o per “ritrovare i lembi delle origini” in una gravità inattesa, che disvela le pecche del sociale.
Il poeta si sorprende e cerca di sorprendere il lettore quando “a ripetizione esule e sgangherata/ cade la pioggia sul tiglio/ e sul campo e la scrivania/ dell’uomo solo sul prato di colza;/ il foglio è bagnato, non soffre/ la penna stregata e la rifinitura/ perfetta del sacro Bello/ fa testamento senza sosta.”
La culla del ritmo si fa poesia in un’atmosfera di luminose rappresentazioni tra i sapori dell’umido della terra e le fiamme di un guizzo d’amore. Domande e risposte rimbalzano in incontri e scontri che sembrano ammiccare che il tutto “è meglio non saperlo” così da dilatare i confini di una ricerca esistenziale che preme in cristallini sintagmi.
*
ANTONIO SPAGNUOLO

domenica 13 agosto 2023

POESIA = ANTONIO SPAGNUOLO

**“Catene”
Inseguo confuso la tua assenza
quasi fantasma lieve al palpeggiare,
per riaccendere il sesso corrusco
che devastava richieste più scomposte.
A spargere rimpianti come carne
è un travisamento ad ogni segno,
perché rispondi tra mirti d’argento
con labbra in un debito peccato,
ritornando a tempeste fuori meraviglie.
Dissolta ogni incognita un sanguinario
fedele prestigio riprende occulte catene
e mi impaura ogni dubbio.
*
ANTONIO SPAGNUOLO

lunedì 7 agosto 2023

PREMIO ASTROLABIO = ESITI


***
PRIMA SEZIONE : VOLUME EDITO DI POESIA
1° Classificato
Rita Pacilio Così l'anima invoca un soffio di poesia. Poesie scelte (Marco Saya editore, 2023)
2° Classificato
Martin Palmadessa Tanta roba di me (Aletti, 2021)
3° Classificato
Giancarmine Fiume Reliquiario carnale, (Fallone editore, 2022)
**
PREMIO ALLA CARRIERA:
per la varietà del percorso espressivo:
Nadia Cavalera: Chiamata ai giusti (da Casuals. Spoesie 2010-2015, ABEditore, 2016)
***
SECONDA SEZIONE: SILLOGE INEDITA
1° Classificato
Franco Casadei: "Ci vorrebbe un poeta in ogni strada"
2° Classificato:
Paolo Panattoni "La vita è un prisma"
3° Classificato:
Serenella Menichetti "Cogito ergo sum" ***
TERZA SEZIONE: POESIA SINGOLA:
1° Classificato:
Stefano Baldinu "Martina"
2° Classificato:
Anita Napolitano "A mio padre"
3° Classificato:
Antonella Iacoponi "La libertà di Sisifo"
***
In Giuria: Gianpaolo G. Mastropasqua, Ivano Mugnaini, Andrea Salvini, Antonio Spagnuolo, Alessandra Ulivieri
***

mercoledì 2 agosto 2023

SEGNALAZIONE VOLUMI = ANTONIO SPAGNUOLO


**Antonio Spagnuolo: "Riflessi e velature" - Ed. La valle del tempo - 2023 - pag.76 - € 10,00
Fuori dalla perfezione si giocano le carte della sorte-
Ogni poeta è il primo destinatario della sua creatività. Vero,perché i versi che affiorano dal cuore sono destinati prima di tutto a chi li culla dentro di sé ,prima ancora che essere disvelati sulla pagina scritta.
Un'opera,questa,in tre atti,per dirla con termini propri delle rappresentazioni teatrali. Dove, tra fughe della memoria,meriggi bruciati ai conteggi del tempo e ricami pittorici,ancora una volta l'autore intreccia la sua ispirazione a quella di una musa che sulla tela traccia le proprie emozioni ai moti mai spenti di un'anima che osserva voli di farfalle e gabbiani quasi fossero scherzi giovanili e sorprese nascoste al gioco della fantasia. Fuori dalla perfezione si giocano le carte della sorte. Una sorte decisamente fortunata,sul piano poetico,per questo autore che ha coniugato per tutta la sua vita una professione e una passione con la stessa intensità e con le stesse illusioni d'argento dove sulle anguste spirali dei sogni si intrecciano reti e segreti,specie nel mondo delle rughe e di giorni senza regole che reinventano sogni.
Un poeta che davvero sa dare il meglio,a sé stesso e ai suoi lettori.
Una lettura che mai delude. Questi versi mi hanno emozionato. Ho quasi pianto,al bellissimo inganno che centellina illusioni per una vita intera.Pensando a tutti gli inganni che costellano la vita e che crediamo sinceri come noi. Pensando a quanto ristagna l'euforia e invece vorremmo avere ancora altri attimi di gioia e uragani che,malgrado l'avanzare del nulla,ancora scoppiano nel petto come echi di memorie e incanti di capricci. Sì,la stagione dei sussulti passa. La pelle attende nuovi segnali di presenze. Noi ci siamo ancora. Noi ci distendiamo sull'asse del tempo e scriviamo.
Noi siamo per sempre benedetti e maledetti dal dio. Noi abbracciamo gli ultimi spazi in cerca di frammenti tra i rovi. Noi siamo i poeti. Quella favilla di vita tra le disarmonie e le dimenticanze.
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Raffaella Plutino