mercoledì 27 dicembre 2023

POESIA = ANTONIO SPAGNUOLO

lunedì 25 dicembre 2023

SEGNALAZIONE VOLUMI = RAFFAELE PIAZZA


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IL SOGNO MARINO DI RAFFAELE PIAZZA
di Carlangelo Mauro
Il Mediterraneo ha un forte presenza nella poesia di Piazza, nel suo “dire meravigliato” (Fresa) che offre al lettore un caleidoscopio del suo sogno marino, associato talvolta all’Eros, talvolta alla regressione al grembo materno, alla rinascita… Nella rilettura del volume Del sognato, grazie ad una nuova edizione (2023) con prefazione di Marcella Mellea per Guido Miano editore ̶ il libro era uscito una prima volta nel 2009, con una nota critica di Gabriela Fantato, per La Vita Felice ̶ si coglie la forte presenza di questo tema marino. Giustamente Fantato aveva sottolineato la presenza «in questi versi di piazza» di «un altro mondo» (corsivo nel testo), oltre a quello del Mediterraneo cui si intitola la prima sezione: «quello dei messaggi al cellulare, delle comunicazioni e-mail e di un muoversi (sovente senza spiegazione e senza direzione) nel bagliore azzurrino della rete Internet». C’è quindi, aggiunge, un «doppio sguardo» tra «dimensione locale (il mare, la costa campana)» e «dimensione mondiale» della «globalizzazione». Tra l’una e l’altra dimensione, aggiungerei, fa da cerniera quella presenza insistente della figura femminile, su cui si sofferma nella prefazione anche Mellea: «la donna […] sembra essere tutt’uno con l’ambiente circostante, un paesaggio caldo, ricco di sfumature, di luci, di ombre, di colori mediterranei, di mare e di sole». Si possono leggere, infatti, nella raccolta versi come i seguenti: «lei ride come una donna / sul bordo del Mediterraneo / lui è la sua eco, felice nello specchio».
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Leggendo gli altri libri di Piazza, si comprende che questa figura femminile, da un lato, è celebrata come essere sacrale, al contempo sposa e madre; dall’altro ̶ anche qui la presenza di un “doppio sguardo” ̶ come felice, innocente figura adolescenziale, libera e deresponsabilizzata, che corrisponde alla protagonista della seconda sezione eponima del libro, Alessia. La prima figura è quella dà senso, armonia, unità interiore all’io lirico, salendo dal fondo del sogno marino per esprimersi in parola:
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Sparsa nel sogno di marea attende lei,
fondali di scrittura, liberazione
di unità a farsi parole […].
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I paesaggi marini sono contemplati dalla città in cui risiede il poeta, Napoli, oppure dall’isola amata, Capri; per anni l’isola è stata, concretamente, luogo di vacanza e di riflessione di Piazza. Ad apertura di pagina nel libro si colgono riferimenti al mare o all’elemento dell’acqua, trasformati, direbbe Bachelard, nella materia del sogno. Nella poesia “Il mare che continua” Piazza scrive:
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si scivola lungo l’infinità del sentiero
dei sogni e della veglia
per giungere all’azzurro degli scogli [...];
in un altro testo, “Trittico a Capri”:
Poi riscopri i greti, una liquidità di pensieri
levigati: i diari li riprendono gli angeli
si deve elaborare l’attesa a delta
gioirne dopo e prima dell’incontro […].
Nella poesia “La rotta del mare domestico” il tema marino si salda a quello della casa, spazio protettivo e prediletto:
Si spiana la distesa acquorea e rimaniamo
senza altre parole che quelle che solcano la liquidità
della percorrenza rinata tra le cose di sempre […].
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La «liquidità di pensieri» e di parole non è da prendere, mi riferisco però al contesto specifico di questo testo e non all’intera raccolta, nell’accezione, ormai vulgata, di Bauman. Condivido l’osservazione della Fantato che dice di una «identità fluida», presente nel libro, «immersa in un mondo liquido», citando il celebre filosofo e sociologo polacco; ma Piazza vuole riferirsi in questo testo alla sua ossessione marina che sfocia nella quotidianità, nella vita domestica «tra le cose di sempre», perché ogni angoscia, ogni marea dell’anima trova pace in essa, nel nido familiare, in cui “il mare continua”, come scrive in un’altra poesia della raccolta.
Un termine, poi, che ricorre più volte nella raccolta è “delta”; lo sbocco nel mare, «nel delta della gioia» (cfr.“Domenica infiorata”) attraverso varie ramificazioni di materiali e rivoli tematici, è la cornice in cui si colloca tutta l’esperienza poetica di Piazza. Non è certo un caso che la raccolta uscita nel 2022, sempre per Guido Miano Editore, si intitoli “Nel delta della vita”.
Nel libro le due dimensioni del sogno e della veglia sconfinano l’una nell’altra e le due sezioni, in cui si articola la struttura del libro, intitolate: “Mediterranea” e “Del sognato”, sono anch’esse speculari. I contorni sfumano, la quotidianità familiare viene investita dal flusso marino, la persona cara porta “il mare delle parole senza male”, le parole consolatrici arrivano nella casa (“La rotta del mare domestico”). Poesia del mare infinito che si ribalta quindi in “poesia della home”. La sposa, la famiglia, nell’ambito di quel cattolicesimo domestico di Piazza, che ho già messo in risalto altre volte, rimangono porto sicuro contro il naufragio, centro a cui ritornare dopo il sogno, l’errare altrove dietro i sogni di Alessia, proiezione della libertà dell’adolescenza. In fin dei conti la casa e lo spazio familiare costituiscono un unico esorcismo, che Piazza celebra come una endiadi contro l’angoscia del vivere. Basta leggere con attenzione la sua poesia-preghiera che ho citato più volte, “La rotta del mare domestico”, che viene ad essere centrale nel libro e che è una delle più belle, in cui il poeta evoca il
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foglio di carta velina verde
resistentissimo
dove mai affondare nelle maree dell’anima.
-
La metafora marina in Piazza non si lega ad avventura esotiche o pericoli di naufragi per viaggi verso terre ignote, ma ai luoghi conosciuti. Il viaggio si avvolge su stesso ed è sempre un ritorno a casa, agli affetti familiari («Tu tocchi la mia solitudine e dalla ferita / viene fuori una combinazione di noi»), un ritorno al tavolo dove poter scrivere su fogli fragili («di carta velina») le poesie, come scrive anche nel testo d’apertura intitolato “Piacere”, specificando alla fine che si tratta di tutt’altro «piacere» rispetto a quello dannunziano; di un «piacere / di redenzione»:
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Aprile in verde esce di scena ci lascia
il tavolo di lavoro con le copie dell’anima [...].
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La ripetizione, il discorso tautologico richiedono poi l’apertura di una finestra su un’evasione innocente, fanstamatica, rispetto alla prigione familiare, meta di ogni viaggio o allontamento. La figura di Alessia («sta nel file segreto / il suo nome», “Camere per internet”), proiezione del vissuto adolescenziale («le finestre dell’adolescenza», “Adolescenza di fragola”), viene ad essere questa necessaria apertura e variazione del discorso poetico. Ma dopo «il gioco di trasgredire» (cfr. il testo “Collezione”), il discorso ritorna al suo centro, alla «casa del sogno» come nella poesia “Adolescenza di fragola”:
-
sconfina la traccia del libro,
ma poi si ritorna, con la fotografia in tasca
e la conchiglia s’intravede della nascita
sulla mensola che adesso dà parole
se non rifugio, casa del sogno a sfibrarlo
a raccoglierlo, archiviarlo ancora nell'albero
della notte....
**
CARLANGELO MAURO

SEGNALAZIONE VOLUMI = MARINA PETRILLO


** Marina Petrillo: “Indice di immortalità” – Ed. Prometheus – 2023 – pag. 128 - € 18,00
Un duro, e contemporaneamente arrogante, e contemporaneamente affascinante impatto offre questo volume di Marina Petrillo, che già dal titolo lascia sospesa l’attenzione del lettore per quel suo adagiarsi disinvoltamente al perpetuo infinito che potrebbe rivelarsi dopo la ingarbugliata vita terrena. Quella immortalità che ogni individuo si illude di poter guadagnare sottomettendosi agli obblighi della morale e della religione, del timore e dello smarrimento, del mito e dell’imprescindibile.
La rottura della carica esistenziale mostra con garbo la possibile atmosfera che tra pagine e pagine interrompe il percorso poetico per diventare saltellante incisione filosofica. Esperienza valida legata ad una strana messa in discussione dei principi speculativi, da sussurrare nella ispirazione, così che l’alternarsi del verso alla prosa diviene un altalenarsi tra musica e sospensioni.
Il ritmo ha una cadenza tenace, fluttuante fra l’endecasillabo ed il pronunciato più lungo, sempre con il vigore della “parola” che diventa simbolo e raggio vibrante, domanda o tratteggio, necessità del respiro o esplosione viscerale.
Qui il valore indiscutibile dei sentimenti ha il suo podio nella tessitura della sentenza, che la poetessa riesce a declamare con l’energia necessaria alla capacità di incitare, senza turbare, per accompagnare il lettore nel clima ardente della speculazione intellettuale.
La struttura di tutto il testo ha quasi la totalità di un trattato, ben variegato, e ottimamente supportato dal valore del “vocabolo”, scelto sempre con oculatezza, tra l’espressione prettamente materiale ed il bagaglio teoretico-esistenziale, che fa dell’individuo la creta necessaria per modellare la psiche.
*
ANTONIO SPAGNUOLO

domenica 24 dicembre 2023

SEGNALAZIONE VOLUMI = GENNARO MATINO


** Gennaro Matino: "La notte della stella" - Ed. San Paolo - 2023 - pag. 160 - € 16,00
Con la delicatezza della rettitudine e con il ricamo di un bagaglio culturale di notevole spessore Gennaro Matino ci avvia giorno dopo giorno nella impegnativa coscienza della settimana che precede il Natale, con la scintillante compitezza di chi è capace di accompagare, tenendolo ben stretto per mano, attraverso tutti quegli interrogativi che uno sprovveduto come me può porre in luce /> .
Le pagine, che si aprono una dopo l'altra, con la policromatica increspatura di un vero e proprio racconto, offrono l'opportunità di comprendere
"Il Natale è una festa rumorosa - dice Papa Francesco- scegliamo il silenzio per sentire la voce dell'amore" ed in silenzio leggiamo questi passi che Gennaro Matino ha cesellato per partecipare con ammirazione all'Avvento, all'attesa del miracolo, alla epifania del Signore.
ANTONIO SPAGNUOLO

lunedì 18 dicembre 2023

SEGNALAZIONE VOLUMI = FRANCESCA LO BUE


**Francesca Lo Bue: "I canti del pilota", Società Editrice Dante Alighieri, Roma 2019 - pag.136 - € 9,50
“Poesia è nominare. / In essa la parola viene conservata e custodita per esprimere l’infinita bellezza che è nelle forme, nei colori che, così, divengono fruibili.”
Francesca Lo Bue è pienamente consapevole di cosa sia l’operazione letteraria della scrittura poetica. Una consapevolezza razionale e culturale che però esige da parte del poeta la disponibilità all’immersione nel mistero delle cose e nella polisemia del linguaggio, con capacità di seguire i percorsi che si presentano via via nella ricerca, riconoscendone senso e peculiarità. Sicché poi quel percorso specifico diviene espressione dell’autrice e di quella intuizione.
“Pizia ovvero della metafora poetica” si intitola il testo premesso a questa raccolta “I canti del pilota”. La Pizia di Delfi aveva il potere di presagire il futuro, ispirata da Apollo. Il responso non era immediatamente percepibile nella sua verità, andava decifrato dall’umano interlocutore. Dalla polisemia all’interpretazione, dunque. E la metafora poetica come modalità di espressione artistica, la metafora insistita che diventa allegoria. Siamo nel laboratorio del poeta, che si avventura nei necessari percorsi di fantasia e di conoscenza, siamo nel mondo della parola alata.
Invitano a viaggiare nei meandri dell’anima questi canti del pilota. A seguire l’Ulisse che è dentro ogni uomo.
Per Francesca Lo Bue, in particolare, il viaggio porta a scoprire il senso dell’esistenza umana, che viene a coincidere con l’adesione al mistero divino: “Da te traggo pensieri e ispirazioni / per arrivare all’albero vivo.” E ancora: “La luna tramonta, vespero si spegne, / e il mio occhio vede la Luce unica nell’orizzonte sempre nuovo. / E non mi stanco di Te. / Albero aperto.”
Diventa un poemetto questa raccolta di “Canti”. Un percorso attraverso il quotidiano alla ricerca della presenza unica. Un poemetto di conoscenza.
Il linguaggio resta sempre, coerentemente, su un tono elevato, elegante, ricco di immagini, sensazioni, riflessioni: una metafora costante, appunto. Di notevole valore poetico.
È un arricchimento, non solo culturale, ma aggiunge al testo forza comunicativa, la presenza della versione a fronte in lingua spagnola, che sembra, a una prima lettura, essere la prima stesura, l’incipit iniziale. E che comunque dà modo di conoscere meglio la ben fornita tavolozza dell’autrice, come anche altri libri precedenti avevano già dimostrato.
Una lettura di arricchimento, quindi, questi “Canti del pilota”, un’occasione di cui essere grati all’autrice.
*
Giuseppe Baldassarre

venerdì 15 dicembre 2023

POETI DA RICORDARE = ALBERTO MARIO MORICONI


ALBERTO MARIO MORICONI (1920 - 2010) dal volume "Non salvo Atene" 2007 -

POESIA = RAFFAELE PIAZZA


**"Alessia e il Natale 2023"
Attimo la feritoia
dove entra Alessia
nel folto del piumone
nel fare l’amore
e si sparge il canto
dei cori delle vergini
e degli angeli.
Panneggia il bianco
della tenda ad angolo
con il mondo
e la purezza del freddo
nel tessere Alessia
con il corpo e l’anima
gioia e lui sta attento.
*
*
"Compleanno di Alessia"
Sedici anni contati come semi
per ragazza Alessia (li ha compiuti
il 9 gennaio, il mese del nevaio).
Aria fredda della resistenza
nel giubbino rosso fragola Alessia
tra della vita le scoperte (l’amore
fatto ieri per la prima volta).
Si distendono ghiacciate strade
e quelle candide di neve
nello stare di Alessia ai blocchi
di partenza per la discesa con
gli sci sul monte Paradiso.
Poi nell’interanimarsi senza
sudore con la vetta più alta,
linea della gioia ad adolescenza
sottesa come per gioco
incantevole sui sentieri dell’anima
(ha sognato l’albereto degli aghi
di pino iridarsi come per gioco.)
Poi volontà di esistere elementare
come azqua azzurra e chiara.
A poco a poco la trama della vita
offerta alla natura e al cielo.
Sorride Alessia a Giovanni nerovestito
ed è incanto fiorevole.
*
Raffaele Piazza

giovedì 14 dicembre 2023

UN PROFILO = VALERIA SEROFILLI

**Nadia Cavalera(nella foto) : VALERIA SEROFILLI E L’AMORE INFINITO.
Si nasce poeti. E non perché la vita comporti la poesia ma in quanto è esattamente il contrario. La poesia, quale madre di tutte le arti, ingloba la vita, ne è la sua forma. È la capacità creativa di ogni individuo che nel mentre rilancia, nella propria imitazione, a cominciare dal gioco infantile, il frammento dell’entità da cui proviene, plasma la vita a seconda la sua personale quiddità, ne fa suo contenuto. E sia che consista nella assoluta semplicità delle cose quotidiane, sia che si materializzi in immagini, musica, suoni, parole o combinazioni favolose, è sempre degna del massimo rispetto perché è comunque la propria vita la più bella poesia. Questo è ciò che io chiamo Poevitàsia. Non a caso, ma per richiamare volutamente il regno di Fantàsia, protagonista della “storia infinita” perché perennemente infinito è anche il senso della nostra epifania nel mondo, l’eterno suo ritorno. Ora c’è chi si accorge di questa splendida concordanza subito, chi tardivamente, chi mai.
Valeria Serofilli, nata a Parma, ma residente a Pisa dacché aveva un anno (per il trasferimento del padre dalla direzione sanitaria delle Terme di Salsomaggiore a quelle di San Giuliano), docente di lettere, critica letteraria, fervida organizzatrice culturale (famosi da un decennio gli Incontri Letterari al Caffè dell’Ussero di Palazzo Agostini, già frequentato da Leopardi, Fucini, Carducci…), fondatrice/presidente del Premio Astrolabio (ereditato dalla compianta poeta Renata Giambene), donna sinuosa, affascinante dai look spesso castamente impuri, che richiamano altri tempi, in particolare le nobili dame di Corcos o le donne con l’ombrellino di Monet, ha intuito da piccolissima il bisogno di una sua propria fisionomia da ricercare e definire sempre più nel tempo con le parole fissate sulla carta. Tant’è che non appena ha appreso la scrittura, ha avviato una sorta di diario involontario in cui riponeva le sue più tenere impressioni, per poi passare a nove anni ai primi timidi testi. A sollecitarli la canzone di un autore in voga (il Modugno dell’uomo in frac), o il picchiettare della pioggia, «il ticchettio ritmato meccanico sui vetri umidi della casa di fronte». Il suono, musicato o no, è la sua prima fonte di ispirazione a ulteriore conferma che è l’udito il primo senso che si sviluppa negli esseri viventi, a partire dal proprio big ben vitale: lo scorrere del sangue nella propria cellula. Era comunque il suo animo già in qualche modo dissodato, grazie al padre, grande appassionato di poesia che non perdeva mai l’occasione di leggerle Trilussa con le sue cronache satiriche intrise di sostanziale malinconia. A Trilussa si aggiungeranno poi Luzi, G. Luigi Paganelli, Shakespeare, Brecth, Pavese, per primi, in un crescendo di indagine conoscitiva che non poteva non fermentare in lei il forte bisogno di dirsi e dire. E la scrittura diventa una necessità impellente, così che lei si sente gratificata solo dall’ intensificare il dialogo con sé, esteso agli altri. Cerca la comunicazione. Perché, afferma, citando Pascoli, «riunisce le due gioie: parlare da solo e parlare ad una folla». Ma pur macerando poesia da sempre, per le costrizioni cui sono spesso assoggettate le donne per il ruolo preponderante che ricoprono in famiglia, risale solo al 2000 la sua prima raccolta dal titolo inequivocabile Acini d’anima, dove raccoglie pezzi della sua vita per l’avvio di un mosaico identitario, in un pendant continuo di metafore e analogie tra lei e la natura, mentre l’amore risulta il demone protagonista in assoluto. A darle il là, infatti era stata l’eclisse totale di sole dell’11 agosto del 1999, un frangente magico sinergetico e simbolico coinvolgente: «uno solo fu il momento che li strinse / all’altro l’una: / quando sole a mezzogiorno sposò luna / per fondersi in eclisse». Una copula naturale, che vissuta come un atto d’amore esistenziale dà la stura alla sua scrittura, irrispettosa di qualsiasi regola che non sia dettata dal cuore. E il mondo dei sentimenti è il protagonista di La tela di Eràto, (2002) dove l’attenzione dell’autrice si sposta dal punto dell’ascolto per accentrarsi, come fonte d’ispirazione e suo tramite, sull’immagine. Per fare della parola scritta, orazianamente, una pittura personale. «Come pittore voglio figurare / monti, colli, prati e un vasto mare /.» Quadri solari dunque di cui tutti possano usufruire per rasserenare la propria vita nei momenti più bui. Ma Serofilli pone una clausola: il lettore deve fare altrettanto, «a patto che con me faccia lo stesso / quando sei tu a passare un bel momento».
La poeta invita allo scambio di sentimenti e affetti perché lo ritiene indispensabile in un mondo che avverte sostanzialmente ostile, ma che confida di esorcizzare con la creazione poetica. Che sia barriera all’insensatezza. E si realizzi «un quadro che contenga tutti», perché tutti si salvino. Qui sta la chiave della scrittura serofilliana. Qui emerge la sua quiddità: la generosità, che crei solidarietà.
A questo mondo, sembra dire l’autrice, non ci si può salvare che unendosi, facendo fronte alla durezza oscura della vita, praticando per quanto possibile l’ascolto dell’altro e superando i più meschini sentimenti. In un inno d’amore. Propositi di fondo presenti anche nelle raccolte successive Fedro rivisitato, Nel senso del verso, Amalgama, Cerco i cerchi, Taranta d’inchiostro, sino alla recente Il principio della scorta, scritto durante il covid e pubblicato nel 2022. Un vero trionfo tributato all’amore, spennellato in brevi poesie e in inconsuete forme teatrali che traggono ispirazione da possibili scambi di messaggi telefonici ,«carezze d’inchiostro» come «premessa e promessa di abbracci di labbra e di pelle». Per farne ampia scorta prima che non ce ne sia più modo. Amore elargito a piene mani per quando non vi saranno né mani né carezze. Un talismano di vita è l’amore cui ricorrere necessariamente e ancora di più, sembra suggerire l’autrice, in un’epoca di estrema criticità quale quella del covid che aumenta l’umana fragilità: «Siam fiori della terra: bulbo e foruncolo/ escrescenza nati da feconda Madre Terra come bulbo poi virgulto all’intemperia esposto.» Di qui l’augurio a tutta l’Italia di uscirne fuori, «che la voce si erga contro il male a infrangerne l’involucro col suo potente stivale».
La produzione di Valeria Serofilli conferma stilisticamente un’autrice singolare, che pur cercando di adattarsi agli schemi classici, li forza in tutti i modi, tirandosene fuori. Per proporne di nuovi, come il ricorso anche agli sms, con lo sguardo fisso a Shakespeare e una strizzatina d’occhi a D’Annunzio. Rimane così baroccheggiante nella forma per l’esuberanza di sensibilità di base, per un mix doloroso di generosità impedita dalle circostanze e di consapevolezza delle perversità del mondo, della pace irreperibile tra i popoli e della morte che avanza inesorabile. La poeta ama la vita, e gorgogliano i suoi testi di passione sia che parli dei suoi cari (la madre dei piccoli gesti /consigli; il padre il cui solo ricordo la fa ritornare bambina; il figlio così amato da sostenere di avergli lui dato la vita; il proprio uomo/amante per eccellenza, fonte di felicità quando può posarsi sul suo petto) che le ingiustizie e i mali del mondo, ineludibili. Sino ad esserne stordita, e ritrovarsi a contare «i buchi alla crostata», «i merli alle torri», ed a «togliere capelli di plastica/ in pettini da bambola». Rimanendo alla disperata ricerca di senso, alla quadratura di quei cerchi che in compiutezza e perfezione ha sempre cercato. Ma che non è dato agli uomini trovare. A meno che, non continuiamo a cercarci nella poesia. Di qui l’appello salvifico a tutti
«a scrivere a quattro mani
una nuova sana poesia
a otto, a sedici, a mille/ perché infinite
sono le mani dei poeti.»
Tante quanti gli uomini tutti. Crediamoci
*
NADIA CAVALERA

mercoledì 13 dicembre 2023

SEGNALAZIONE VOLUMI = IRENE SABETTA


**Irene Sabetta: “Errore cronologico” – Il Convivio editore – 2023 – pag. 64 - € 11,00
“Il buco nell’ozono e il buco nel calzino non sono la stessa cosa/ Vorrei trovare la via del vuoto pneumatico per galleggiare/ tra corpi che conosco succubi della verità”!
Simpatica ed allettante conclusione per un viaggio vertiginoso attraverso strofe tese alla meticolosa capacità di indagare tra realtà ed immaginario, tra fantasia e concretezza, tra parola e simbolo.
Incerta o immediatamente sicura del dove si palesa l’errore cronologico capace di “ascoltare la voce di un neurone/ frequenze variabili segnali fluttuanti / dal cuore al cervello alla balaustra.” la poetessa destreggia, con abile ricamo di cultura, tra il tempo che inesorabilmente cambia il nostro costrutto anatomico e gli avvenimenti inaspettati del quotidiano, che incidono di volta in volta su “le possibili soluzioni/ e le finzioni possibili”.
Le cadenze insistono sulla fugacità dell’istante se “nel dissesto della misura/ il grande orologio batte un tempo tardivo/ che al limite dell’intervallo/ torna in voluta d’incenso/ e schiva la punta della spada avvelenata” e cesellano in un ritmo crescente quelle figure che ex abrupto si alternano nel dettato.
Il gioco delle varianti allora si avvita nella molteplicità delle forme, mentre le appercezioni del reale, per chiarezza e consapevolezza, si sviluppa tramite la sinergia dei sensi e l’emergere dei sentimenti che hanno un ruolo primario nel canto poetico.
Occasioni di scrittura le varianti di un argine lungo la riva, il labirinto dei desideri che potrebbero appartenere alla saggezza, l’eredità di una foto in bianco e nero, la mensa dei poveri, le mosche sul parabrezza, il profumo di tiglio sull’altura, il vuoto dal ponte tibetano, una striscia di luce al tramonto di un impero, il ben noto paracetamolo per un mal di gola; tutte visoni o contatti che incarnano l’intera raccolta, nella molteplicità tematica e nell’assidua meditazione esistenziale.
*
ANTONIO SPAGNUOLO

martedì 12 dicembre 2023

SEGNALAZIONE VOLUMI = SABRINA DEL GAUDIO


**Sabrina Del Gaudio: "Questione sentimentale" - Ed. La valle del tempo - 2023 - pag. 116 - € 16,00
In elegante e sobria veste editoriale un ricchissimo album fotografico che documenta i momenti più vivaci di una Napoli in festa.
*
Una vertiginosa carrellata di scintillanti flashes ci avvia ad un percorso che potremmo dire avventuroso, per le numerose sfaccettature della realtà quotidiana che lo scatto riesce a fermare, in un’atmosfera dalle stratificazioni incisive, e realizzate in un lasso di tempo ben preciso.
L’immersione nella fotografia diventa il riaccendere momenti che si offrono come immagini di quel non essere diversamente da quel che si intende eco della parola, così che anche un delicato ritmo di poesia accomuna tutte le inquadrature che Sabrina Del Gaudio offre con destrezza e maturità personali.
Delicate o incisive, morbide o spigolose, ovattate o delineate, tutte le foto si inseguono con le stesse modulazioni di un canto capace di rivelare angolature o personaggi, panorami o scogli, avventure e vincite, così come un policromatico ventaglio rispecchia il non detto con astuzia e meraviglia insieme.
Degne del pennello le immagini diventate scenografia a cielo aperto, tra i vicoli, il lungo mare, le piazze, le palazzine di una città avvinta dalla momentanea gloria per la vincita del famoso scudetto, arrivato a Napoli come il miracolo amichevole di San Gennaro.
La passione e l’energia scaturita dal gesto clamoroso del popolo si mostrano con il tocco genuino dell’artista che riesce a catturare ogni vibrazione diffusa nell’atmosfera della festa e ne traduce istantanee che incidono potentemente nella nostra mente, chiudendo di volta in volta l’infinito nel finito.
Il dettaglio qui diventa il momento concesso alla tensione, che arriva spesso ai confini del visibile, così come un fiore sboccia nel calore della brina e tenta di ammaliare.
Più di un segno trascina la folla e diventa monumento che riesce a riaccendere antichi miti, frutti di sogni o di giochi di un dio nascosto e contemporaneamente presente lungo il cammino tracciato dagli eventi.
Sabrina scatta, per l’immediato incanto dell’ansia che un bravo artefice circoscrive nel viluppo delle figure, accomunate dalla evocazione, tra personaggi tratteggiati dal tifo calcistico o all’illusione di patteggiamento con la strada impazzita.
Lo scugnizzo non si arrende e rimanda una tensione irrisolta oltre i confini dell’assoluto, per dimostrare ancora una volta che l’eco delle sue parole e la violenza del suo gesto hanno il potere di suggestionare chi segue.
Anche la suggestione del fuoco, dei bengala, delle torce, per l’artista diventa luce seducente, un accanirsi di lampeggi che avvincono figure e materia, inebriando lo spazio nell’stante che lascia la sua traccia, ponendo con arguzia lo scenario in ottava superiore e plasmabile.
Itinerario interessante che precisa il mondo dell’immagine raccontato nella sua modernità e nelle sue stravaganze, che molto spesso realizzano inquietudini di raffigurazioni che renderanno immortale il labirinto leggendario.
Protagonista la folla invasata, la strada stipata, l’angolo remoto, il passo indeciso, la notte incandescente, la mostra di un frutto, il gesto minaccioso, l’uscio socchiuso, cento occasioni per puntare l’obiettivo ed immortalare l’istante.
La perizia perfetta rimarca qui le capacità proprie di un navigato reporter, già approdato con finitezza all’atto creativo.
*
ANTONIO SPAGNUOLO

domenica 10 dicembre 2023

POESIA = VALERIA SEROFILLI


**Poesie tratte dalla silloge inedita "Lode alla formica"
di VALERIA SEROFILLI
**"Il cappello a fiori"
(Appointment in Samarra)
Quando arriverà la Signora
avrà i capelli biondi
e un cappello a fiori
non la solita veletta nera
Celesti e non di fuoco gli occhi
Mi chiederà il permesso d'entrare
o forse non me lo chiederà
e mi accarezzerà con lunghe dita affusolate
in guanti di trina bianca
magari francese
con anelli di pietre dure
multicolori
Sfiorandomi le ciglia
m'inviterà a seguirla
perché sa che sugli occhi
non voglio alcuna conchiglia
E forse l'esorcizzazione
è tutta in questa lacrima.
*
15 settembre 2022
-
"Le chapeau à fleurs"
(Rendez-vous à Samarra)
Lorsque arrivera la Dame
elle aura les cheveux blonds
et un chapeau à fleurs
non l’habituelle voilette noire
les yeux bleu clair et non de feu
Elle me demandera la permission d’entrer
ou peut-être qu’elle ne me le demandera pas
et me caressera de ses doigts effilés
peut-être française
avec ses bagues aux pierres précieuses
multicolores
En m’effleurant les cils
elle m’invitera à la suivre
parce qu’elle sait que sur les yeux
je ne veux aucune coquille
Et peut-être l’exorcisme
est tout entier dans cette larme.
*
15 septembre 2022
*****
"Lode alla formica"
Chi sono io
per schiacciare una formica?
La mattonella bianca
non ne sia la tomba, né il mio piede
il martello carnefice
Dimmi semmai
della tua stirpe
dell'eredità dei tuoi padri
dei volitivi formicai, che se sei stanca
ti fermi e ti addormenti
per tornare più energica di prima
Sisifo alla montagna
Per ogni tuo sbandamento
altri infinite operose creano cerchi perfetti
tabernacoli di costruttività, microcosmi d'ingegnosità
Tu: un punto scuro ma d'inizio scrittura
ed una dietro l'altra
a creare trama e versificazione
Col tuo inchiostrare d'andirivieni
stravolgi e articoli il senso del bianco
e riscrivi la vita
col più dotto passaparola che conosca
Eccomi tentata di darti il meritato boccone
per te montagna
che corri subito a farne scorta
Non dunque il mio passo
alla tua operosa corsa di sostanza, intralcio!
*
5 novembre 2022
*
"Éloge de la fourmi"
Qui suis-je
pour écraser une fourmi ?
que la briquette blanche
n’en soit pas la tombe,
ni mon pied
le marteau sacrificateur
Parle-moi plutôt
de ta lignée
de l’héritage de tes pères
des fourmilières volontaires,
que si tu es fatiguée
que tu t’arrêtes et que t’endors
pour redevenir plus forte qu’avant
Sisyphe à la montagne
Pour chacun de tes dérapages
d’infinies autres laborieuses créent des cercles parfaits
tabernacles de constructivité
microcosme d’ingéniosité
Toi : un point sombre
mais début d’une écriture
et l’une derrière l’autre
créant une trame et une versification
En dessinant à l’encre des va-et-vient
tu bouleverses et articules le sens du blanc
et tu récris la vie
avec le plus savant bouche-à-oreille que je connaisse
Me voici tentée de te donner
le morceau exquis mérité
pour toi montagne
dont tu cours aussitôt à faire provision
Ce n’est donc pas de mon pied
qu’à ta laborieuse course à la nourriture
je fais entrave !
*
5 novembre 2022
*
Traduzioni del prof.Jacques Van Schoor
*****
"Eterno ritorno"
(Omaggio a Nietzsche)
Tanta vita è passata
e me ne accorgo
solo adesso/ che ne consumo
il ricordo
Dell'antico traguardo
del mai risolto
dell'ancora atteso
dell'eterno ritorno.
*
13 luglio 2023
**
"Retour éternel"
(Hommage à Nietzsche)
Beaucoup de vie est passée
et je le remarque
seulement maintenant
que je consomme
sa mémoire
De l'ancien but
du jamais résolu
de l'encore attendu
de l'éternel retour.
*
Traduzione di Ivano Mugnaini
13 luglio 2023

giovedì 7 dicembre 2023

SEGNALAZIONE VOLUMI = MASSIMO MORASSO


**Massimo Morasso: "Frammenti di nobili cose" - Ed. Passigli poesia - 2023 - pag. 120 - € 14,50
“Normale nostalgia dell’eterno, / pensai, senza aprir bocca, / mentre mi torturavo d’altra vita / seduto su una seggiola in giardino/ volando nella mente come un’ape/ da ortensia a margherita/ come accecato in mezzo a fiamme di cenere.”
Il tempo elastico in cui ognuno di noi vive è la rappresentazione, in scene e tappe, di una storia personale che straripa per illusioni e per tentennamenti, tra la certezza del quotidiano, sempre agganciato alle molteplici elaborazioni, e la continua ricerca del perché, del dove, del quando, del dopo.
L’intrecciarsi di infinite energie allora ricuce con lampeggi memorie che hanno a volte il peso di un macigno, a volte la leggerezza della sorpresa, nelle sensazioni variegate del rintocco. Molti componimenti diventano la rappresentazione di testimonianze, nella rincorsa degli innumerevoli progetti sospesi nel silenzio ammirato dei confronti, della sospensione, della ricerca, ed in una corrispondenza creativa che fa del verso un istante di sospensione del pensiero per immergersi nel realismo allegorico di eccezionale mole.
Suddiviso in cinque sezioni, volutamente interrotte, il volume sembra invece offrire un continuo canto, che realizza un vero e proprio poema, strutturato com’è in una vocalità uniforme, la quale incide nella fusione degli abissi con i segnali di riflessioni.
“Se anche di noi non rimanesse/ traccia. Niente di niente/ della nostra povera vicenda/ sulla terra. Non le parole, non i fatti,/ non il silenzio sordo d’un frastuono solitario,/ e si cadesse senza aver impresso un’orma/ purchessia, neanche l’ombra stessa del cadere,/ e ci sentissimo puri, ineffabili,/ ventosi come Dio.”
Con la semplicità dell’uomo saggio Massimo Morasso ci trasporta con una particolare sintonia dall’incipit “in principio fu la parola” ai “sospirosi sogni della notte dove l’ora l’una con l’altra si cancella” e trasfigura la sfera della realtà proiettando tutte le linee d’ombra verso “la nostalgia dell’altrove”.
Quasi per gioco dichiara: “in me non muore mai/ la tentazione del poeta/ di rinchiudere la lingua/ come un disabile in famiglia/ o una falena in un barattolo di vetro”, di contro invece snocciola il ritmo serrato della musica che la vera poesia riesce a decifrare.
All’illusorio senso della continuità si contrappone il desiderio di quelle strategie difensive che hanno il magico tocco del fantasma.
*
ANTONIO SPAGNUOLO

mercoledì 6 dicembre 2023

RIVISTA = KENAVO'


E' in distribuzione il numero di novembre 2023 della elegante e sobria rivista KENAVO' (arte, cinema, letteratura, teatro, ecc.) scrupolosamente diretta da Fausta Genziana Le Piane - Nel ricco sommario le firme di Maria Pasta, Nicola Tindaro Calabria, Margherita Filippeschi, Riccardo Renzi, Pasqualina Di BLasio, Antonio Spagnuolo, Paolo Carlucci, Roberto Casati, Leopoldo Attolico, Antonio Blunda, Francesco Dell'Apa, Rosario Napoli, Gabriela Mistral, Isabel Allende, Elio Camilleri, Fausta Genziana Le Piane, Loredana Rea, Giovanna Brancato, Manuel Machado, Silvia Mazza.
Per contatti: faustagenzianalepiane@virgilio.it
****

martedì 5 dicembre 2023

SEGNALAZIONE VOLUMI = GIUSEPPE MANDIA


** Giuseppe Mandia: “Visuali” – Ed. L’Ortica 2022 - pag. 38 – s.i.p.
Un taglio netto fra le dimensioni cangianti del tempo e l’avventura del quotidiano, fra le immagini che la memoria ripropone improvvisa ed “il verbo che scolpisce il dolore”, diviene motivo di poesia per i versi di Giuseppe Mandia, che affonda il suo bisturi in un impegno culturale di ottimo livello.
Si alternano componimenti che aprono schermi colorati e che disimpegnano testimonianze di accadimenti, ad accenni insistenti di memorie che ripetono gesti vacillanti per illusione, a descrizioni dettagliate di rincorse nei profili di un padre, di una madre, di un nonno.
Mentre incidono passaggi, da buon romanziere varie volte premiato, Giuseppe Mandia ricama frasi che sembrano incipit di racconti, specialmente nel combattere contro il sopravvenire della nera falce, come “Non fa festa la morte. Non conosce fermate né ricorrenze. / Con proditorio spregio ghermisce braccia, gambe, sogni, destini/ ogni dì scegliendo la più subdola via per colpire.”
Più volte la malinconia taglia il pensiero, colorando ancora una volta ricordi di infanzia, memorie del passato, illusioni del presente, divenendo energia del contenuto poetico teso in un’atmosfera di plasticità e armonia.
Scrittura cadenzata, questa del poeta, che riflette affetti e sentimenti, orizzonti muti e musica sincopata.
*
ANTONIO SPAGNUOLO

lunedì 4 dicembre 2023

SEGNALAZIONE VOLUMI = SONIA PETRONI


**Sonia Petroni: "Di vento" - Eretica Edizioni, 2023 pp. 74 € 15.00-
"Di vento" eleva la saggia persuasione del tempo umano in relazione all'infinito, consuma il primitivo desiderio del silenzio in un patrimonio d'armonia e di pienezza emotiva, nella riflessione di una sorgente formata nel linguaggio simbolico della natura incontaminata e rivelatrice d'ispirazione. Sonia Petroni concede, all'immanente qualità dei suoi immacolati versi, il prezioso e raffinato intuito meditativo per trascrivere la direzione della transitorietà esistenziale e indicare la successione delle presenze e la tessitura delle assenze lungo le stagioni itineranti del sentire.
Accoglie la dimensione contemplativa del pensiero nella compassione, nella capacità di alleggerire il dolore attraverso la comunanza cognitiva della coscienza. L'autrice modula il suo respiro poetico con l'intonazione essenziale di una esperienza interiore, concentrando l'appassionato perimetro espressivo nell'inesauribile, sapiente equilibrio tra il nutrimento lirico del naturalismo e il vincolo della materia, declinando il solco dei versi nella percezione del percorso vitale e nella sensazione dello smarrimento e del rinvenimento. Seduce l'autentico miracolo della poesia con la disposizione a cogliere in ogni disposizione d'animo la dimensione interpretativa del molteplice, a ritrovare, nella diffusione del battito in relazione ricorrente con la natura, il richiamo della realtà come applicazione della proiezione all'ascolto.
L'analisi costante e spontanea del mistero umano compone il mosaico della conversazione intorno alla frammentaria erosione dell'esistenza, permette di cogliere il flusso di connessione e di attenzione ai doni della vita, aggrappati alla devozione della luce. La poesia di Sonia Petroni intensifica la corrispondenza dell'incanto, l'improvvisa e imprevedibile risonanza dell'orizzonte emotivo, commuove l'inclinazione all'applicazione letteraria della spiritualità in ogni sentimento, abitato dalla fiduciosa generosità di una permanenza nella vibrazione della meraviglia, dialoga intorno alla benedizione di una preghiera invisibile che attende di ricevere l'immensità delle promesse avvolte nelle radici della terra. “Di*vento” racconta il territorio dell'identità, nel confine tra la timorosa solitudine delle domande e la condivisione silenziosa delle risposte, illustra l'inviolabile requisito stilistico di inaugurare il rifugio intimista tra noi e il significato dei valori nella sfera sensibile, riempie le pagine con una declinazione scultorea delle parole, nell'intesa confidente dell'energia divinatoria della consapevolezza, nella compiutezza della prospettiva profetica che gravita intorno a noi.
Sonia Petroni lascia intatta la località tumultuosa del buio per aggirare il tragitto iniziatico della sofferenza, immerge nella ferita del dolore l'incisione del riflesso luminoso, dissolve il raccoglimento di ogni vincolo verso la benevola meditazione, rinnova la cadenza di una conversione panteistica che assimila l'apertura, intensamente viva, di ogni luogo a essere definito un luogo dell'anima. Sonia Petroni alberga con la sua poesia l'entità indivisibile suggerita dalla congiunzione tra il corpo e la mente, sussurrata dalla delicatezza di un alito di vento che accarezza l'insegnamento della voce nuda, trattiene il torpore della sacralità, conforta la religiosità dell'abbraccio universale nel paesaggio rapito dallo sguardo primordiale.
*
RITA BOMPADRE
*****
Testi scelti
"I"
Il dolore come inizio
la luce mi attraversa
nulla inizia né finisce in me.
Accade.
Non sono l'ombra sul pavimento
né il muro che s'accende.
Sono il vetro che lascia entrare
la misericordia del sole.
--------------------------
"II"
Sentire le cose senza ragione.
Arrivare dove loro sono ed io non ancora.
-------------------------
"III"
Posso essere ferma come gli alberi
che non è immobilità, ma movimento fisso.
Lo vedo nei riccioli dei rami, nei miei capelli.
Accogliere è restare anche per il fuoco.
Le radici continueranno a cercare.
-------------------------
"IV"
La poesia è il mio posto luminoso
come può esserlo una fiamma protetta dal vento.
Il raggio trova aperture e si posa
dritto
nell'oscurità della caverna.
Tra il nero e la luce
eccomi
essenziale
a brillare come pietra scheggiata.
----------------------------
"V"
La felicità è come neve tra i capelli
l'azzurro ne detta la fine
ma il bianco resta a contornare le attese
la mimosa zavorra i sogni
l'ulivo ispessisce le forze tra i campi
pettinati di fragilità.
----------------------------
"VI"
Radunare le radici ed i rami
farsi uliveto e fiori di mandorlo
per i nidi e poi per i voli
per il Silenzio che disperde i rumori
richiamando a sé le erbe, anche quelle secche
i legni spezzati
i segreti degli iris e le verità delle foglie verdi.
Discende nel cadere dei petali
per farti dire la tua prima parola
dopo aver detto la sua.
-------------------------------
"VII"
Ho fiducia nella paglia
su questo accenno di strada vegetale
l'invito al nido per il nascere
tra il verde delle ere, dei passi, i crepitii.
Finisce la mia assenza
dentro l'intreccio d'un pezzo di rovo
un gioiello luminoso, carte colorate
resti presi per gusto, per gioco.
Tra il dare ed il ricevere senza alcun debito.
****

PREMIO POESIA = COSTIERA AMALFI


***L'associazione "Costadamalfiper" nell'ambito della 18 edizione di "Festa del libro in mediterraneo" indice il Premio Nazionale per poesia edita in lingua italaiana "Costa d'Amalfi poesia" riservato a volumi pubblicati tra il 1 Gennaio 2022 e il 29 febbraio 2024.
L'opera dovrà essere spedita alla segreteria del premio entro il 15 marzo 2024
Tre copie a mezzo posta all'indirizzo: incostieraamalfitana - segreteria organizzativa - c/o Bar 52 - C.so Vittorio Emanuele 52 - 84010 Minori (Sa)
E' richiesto contributo di lettura di 20 euro.
La Giuria è composta da Sonia Giovannetti (presidente), Franco Campegiani, Fausta Altavilla, Anna Maria Aurucci, Viviana Bottone. Cerimonia di premiazione 7 giugno 2024
Richiedere il Bando completo a : incostieraamalfitana7@gmail.com -- telefono 3487798939.

venerdì 1 dicembre 2023

POESIA = MARIAFRANCESCA MELA


**"Arianna" (inedita)
Germoglio io, fiore pallido,
dal grembo di un terreno buio.
Chi sono? Di me solo un nome,
un’incognita, una bocca, un occhio,
fanale ceruleo, irradiavano flebili
i giorni delle pesche di maggio.
Accolta alla prima luce della vita,
mai pasciuta o allevata da una capra,
sono la sola madre del mio cuore.
Beati Romolo e Remo, accolti
a un seno almeno (seppur di lupa)
io sono figlia di nessuno
soltanto del dolore,
sospirava Arianna.
**
dalla raccolta “Alla luce del sole” RP Libri, giugno 2023
"I"
Concedimi ancora un autunno
osserverò la danza delle stagioni
dal vetro di un treno al capolinea.
Vedrò le foglie stanche cadere,
la pioggia dissetare la corteccia,
i petali delle primule rampicare il cielo.
Quando le prugne varcheranno la frontiera,
il suono immortale dell’anima tua
starà ancora partorendo poesia.
Il cielo muterà più volte,
le mani si sporcheranno di zucca,
i piedi affaticati diverranno gelati,
il sudore correrà alla tempia
di una pelle al sole più scura.
Le lancette stanche pulseranno,
nel canto di una preghiera eterna.
Concedimi ancora mille inverni e
a ogni tuo respiro
ogni gelida stalattite si farà primavera
a ogni tuo passo affaticato
i petali delle rose appassiti
torneranno a tingersi
ancora di sangue.
**
dalla raccolta “Alla luce del sole” RP Libri, giugno 2023
"II"
Il tempo allontana
le nostre mani
non so dove andrò
anche il marinaio
non sa dove andare.
Ieri era tempo di arrampicarsi agli alberi,
di stancarsi le mani a pettinare le bambole
di sbucciarsi i ginocchi rincorrendo farfalle.
L’eco dei ricordi rimbomba
nella luce fioca di questa stanza,
dove il letto aspetta ancora caldo
le tue natiche fredde.
Passato e presente si fondono
in un abbraccio nostalgico.
Solo un attimo e le tue gambe
barcollanti nel mondo
approderanno tra le mie braccia
ancora.
Ricorderemo quando le dita
stringevano le mani d’avorio,
quando i capelli d’argento
erano linfa immortale,
come immortale è
il sospiro dell’eternità
che la giovinezza emette
quando ancora
non teme la morte.
**
MARIAFRANCESCA MELA
**
---Mariafrancesca Mela è nata a Brindisi il 7/02/1997 ed è cresciuta a Montoro, in provincia di Avellino.
Attualmente vive a Milano dove insegna Lingua e Letteratura italiana, Storia e Geografia al Liceo delle Scienze Umane. L’autrice ha condotto studi classici laureandosi prima in Lettere antiche presso l’università di Salerno e specializzandosi in Italianistica all’Università di Pisa con una tesi sull’Agamennone e l’Oreste di Alfieri.
Da sempre amante della poesia, esordisce per la prima volta con la partecipazione ad un concorso letterario in seguito al quale è stata selezionata come autrice nella collana “I poeti di Via Margutta” edita a giugno del 2022 da Dantebus. A dicembre del medesimo anno un’altra poesia dedicata alle vittime di violenza è comparsa nella collana “Poesie per ricordare, dedicato a….” a cura di Aletti editore.
In seguito ad un attivismo poetico intrapreso con autori di grande spessore sul territorio campano, a giugno 2023 l’autrice pubblica con RP Libri, la sua prima opera letteraria “Alla luce del sole”, silloge divisa in quattro sezioni che toccano i temi dell’esistenza “Vita-Amore-Morte-Tempo”.

giovedì 30 novembre 2023

SEGNALAZIONE VOLUMI = STEFANO BALDINU


**Stefano Baldinu: “Storie” – Ed. Centro culturale l’Ortica – 2023 – pag. 38 – s.i.p.
Stefano insiste, con la sua appassionata diligenza, nel ricamare un susseguirsi ininterrotto di immagini e profili, riflessioni e aforismi, folgorazioni e morbidi calchi, che fanno del racconto lo scrigno prezioso di un rapimento.
Le dimensioni del tempo incombono in ogni componimento, volendo trasportare il lettore sull’onda variegata dei sentimenti, fra le delicatezze dell’amore e le incisioni della corrosione corporale, fra l’abbecedario delle storie personali e le ombre dense dell’assenza.
“Ora che la primavera è un’immersione/ di atomi di luce fra i fiordi della mia pelle/ non c’è nulla di male a rimanere per un istante eterno/ più che immobili sul limitare della penombra/ mentre il nastro della memoria ha il sapore/ delle corse a perdifiato, la nostalgia delle origini.”
Nei suoi versi si attraversa in un solo baleno l’arco degli anni che sono trascorsi, consapevolmente articolati tra gridi e suoni, che hanno inciso il loro taglio e che idealmente propongono un futuro nell’incertezza dell’infinito.
Anche il dettato ricuce questa tensione irrisolta in ogni suo ritmo, fino ai limiti, ai confini di un assoluto che cerca di rendere dicibile anche l’indicibile.
“Ogni notte assopirsi è giocare d’azzardo con l’eternità. / E sarà per questo che al mattino il cuore ha un battito in più/ a dissolvere le nubi per assaporare gli sitanti che Dio ancora mi concede.”
Presenza e vuoto fanno eco alle parole sussurrate, rimandando al senso del determinato e dell’astratto, per giocare con qualche metafora e per scolpire un respiro filosofico che possa accompagnare tra le connessioni dell’assoluto.
Ogni pagina diventa quindi per il poeta un intarsio “fra l’oscillazione di un segno di croce e il respiro/ di un amen appena accennato in una liturgia di acrobazie incomplete.”
E’ chiaro che egli naviga in una speculare e plasmabile istanza del metafisico, ricucendo “uno strappo di luci nel cielo alla timidezza delle dita”, “in un equilibrio incerto fra la diagnosi e l’angoscia”, e questo quando il nulla non finisce mai e rifiuta ogni limitazione ed ogni determinazione.
Stefano Baldinu non cerca un messaggio ben preciso, ma scompone la “storia” per “riordinare” gli ormeggi della irradiazione del simbolo, anche quando il cristallo diventa buio e un flutto incerto accompagna gli impulsi del subconscio.
*
ANTONIO SPAGNUOLO

mercoledì 29 novembre 2023

SEGNALAZIONE VOLUMI = EVARISTO SEGHETTA


**Evaristo Seghetta: “Il geranio sopra la cantina” - Ed. Puntoacapo – 2023 – pagg.114 - € 16,00
* L’impatto con la tela, dove vengono armoniosamente ricamati i policromatici tocchi della pittura, snodando fluide immagini che impegnano lo sguardo del poeta, diventa nel rincorrersi dei versi un immediato ed efficace ricamo miscelato elegantemente alla capacità evocativa.
“La poesia di Evaristo Seghetta, - scrive Francesco Ricci in prefazione- è una poesia prima della fine, non dopo la fine, una poesia, dunque, che non esibisce la resa, ma immagina e inventa la resistenza. L’infanzia e la primissima adolescenza, la bellezza, specie quella naturale, l’amore, l’amicizia restano varchi ancora aperti che lasciano entrare qualcosa di radicalmente altro rispetto all’impoeticità – la non-grazia di una condizione emotiva ed esistenziale contraddistinta dal noto, dal seriale, dallo scontato, dall’inautentico, dall’imposto.”
La capacità evocativa si manifesta con garbo tra le pagine intessute dai vari temi, trattati con delicatezza o a volte con l’impeto di un grido. Anche le illusioni ritornano nel ricordo per riaffiorare spesso in una dolente preparazione verso il divenire.
Seghetta si abbandona allo sguardo che sfiora “il geranio sopra la cantina”, mentre la fanciulla dalle labbra rosso rubino accarezza con celata passione.
O insiste nel programmare il da farsi perché: “Abbiamo sempre un vuoto da colmare/ con la sabbia le buche sul percorso/ con il vino quelle aperte sul cuore./ Si riempie la notte di tante stelle/ e se sono più deboli del sole/ la loro luce brilla e non vacilla.”
L’interpretazione del vissuto per il poeta quasi sempre lievita sulle parole, e l’emozione dell’attimo divino avviluppa il pensiero in un susseguirsi di metafore che bene tratteggiano il simbolo. “Siamo pagine bianche, da scrivere, / sul retro solo storie scolorite,/ pezzetti di noi stessi che stentiamo/ a ricomporre, lasciati fluire/ nel vortice del tempo, alla spirale/ del dimenticare e dei sogni infranti.”
Il sentire si fa sempre più intenso nello scontro con la realtà quotidiana, esplodendo in una energia che smuove figure e passioni, gesti e accadimenti, speranze e disillusioni, molteplicità e solitudine, matrice mistica e i puntini dell’immutabile, in quell’atmosfera che la memoria fornisce e definisce un colore tiranno. Le particolari descrizioni che incontriamo in alcuni testi ci mostrano, con sobri fraseggi, quadretti di vita candida, trascorsa senza malizia e tinteggiata da un fantasioso dipanare di lampeggi, ben equilibrati dal bagaglio ideologico dell’autore.
Lo spazio ed il tempo non conoscono limiti ed un’ingenua preghiera ricerca allora la probabile relazione tra il nulla e l’essere.
*
ANTONIO SPAGNUOLO

martedì 28 novembre 2023

POESIA = MICHELA RICCHIUTI


"Sigari"
Mi lasci sul comodino
della camera da letto
e poi ti fumi un sigaro
che sa di amaro.
-
Sono un libro che hai già letto,
dalle pagine giallastre,
che però, in fondo,
non hai mai compreso:
veloci correvano le scritte,
lentamente camminava il tuo cuore.
-
Mi ha colpito, di te
che fumassi solo sigari cubani,
Ti ha colpito, di me
che non sapessi dove andare.
**
"Divorata"
Urlare
fino a sentire le corde spezzarsi,
vibrare, graffiarsi
-
per poi cacciare
a pieni polmoni anche l'anima
osservarla avvolgermi
prima di rompersi
-
La guardo negli occhi,
le chiedo che cerchi
da sola a vagare senza una meta
-
e non ha ragioni,
non ne ha ragione,
ricambia il mio sguardo,
sorride e scompare.
-
Entrambe sappiamo che tornerà
è un gioco che tanto le piace giocare
e ormai ne conosco ogni singola parte
-
Mi agito e fugge
perchè cerca altro
qualcosa di grande
così da rompersi,
-
così da sfamarsi
che io non le basto
di me resta poco
-
E ha sempre più fame.
**
"Il giardino"
Beato chi, di notte, ti sfiora
e accarezza ogni tuo singolo petalo,
beato chi, di giorno, ti bacia,
e imprime sulla tua fronte
piccoli e rosei boccioli.
Beata la luce che emetti,
santissima la tua voce.
Ma maledetto sia tu,
perchè così terra
e maledetta sia io,
perchè così erba.
**
MICHELA RICCHIUTI

lunedì 27 novembre 2023

SEGNALAZIONE VOLUMI = VALERIA BALISTRERI


* Valeria Balistreri: "inaltreparole" - Eretica edizioni - 2023- pag. 130 - € 16,00
“#inaltreparole” è una suggestiva e carismatica silloge poetica che seduce il lettore attraverso la dinamica magica e intrigante della parola. Valeria Balistreri sa dosare il complesso significato dell'eredità espressiva, le dona una percezione assoluta verso l'essenza emotiva, ipnotizza il canto dei ricordi, condivide l'intenzione di una vita intensa, attraversata dalla possibilità felice degli incontri, dall'elogio indispensabile dei sentimenti, sostiene l'incavo archeologico dell'elemento linguistico. Relaziona il pensiero presente con l'entusiasmo di chi conserva l'esercizio affascinante della riflessione con l'analisi sincera della propria identità, rivolge l'autentico miracolo della corrispondenza nel mondo interiore, oltrepassa le inquietudini del quotidiano sovvertendo il senso di estraniamento dell'umanità, impiegando altre parole che non sono dissonanti ma rispondono al dono dell'empatia.
La poesia di Valeria Balistreri inaugura una semantica privata, trasmette la chiara e distintiva invocazione di ogni modello analitico interpretativo, rinnova la funzione comunicativa del linguaggio, l'adesione a una realtà in cui ogni enunciato linguistico è identificato con la poetica del cuore e dell'appartenenza. Valeria Balistreri segue la volontà di recapitare, con i propri versi, una nuova visione intorno a tutto ciò che osserva con i propri occhi, adopera il taglio obliquo di ogni approdo esplicativo. Le parole di Valeria Balistreri sono la disposizione sincronica della rappresentazione emotiva, trascinano il riferimento abituale della pronuncia eloquente nella confidenza dei contenuti mutevoli dell'uomo, spiegano la densità dell'emancipazione e l'evoluzione di un'autonomia esistenziale che riveste la spontaneità verbale svincolata dalle intelaiature ordinarie e accorda il favore dei contesti letterali alla funzionalità colta dei versi.
La raccolta poetica è composta da tre sezioni: Parole per dire, Parole per amore, Parole per strada.
I versi descrivono un universo intimo avvolto nella necessità di manifestare la traiettoria temporale e sentimentale delle occasioni, incrociano la consistenza della vita con il passaggio della bellezza scandita dal riparo dei luoghi, trattengono il precipizio amoroso nel coraggio di ogni verità improvvisa, nello sguardo interrogativo verso ogni fragilità, nella trasparenza del distacco, nell''epifania dei cambiamenti. L'ultima parte del libro è dedicata alla rivelazione del dialetto siciliano, espone un romantico approfondimento di fonemi arcaici e familiari, dotati della propria capacità emblematica, rappresenta un confidenziale itinerario verso la memoria e la profonda identificazione del vernacolo come segmento prezioso delle origini. Valeria Balistreri racconta il senso ontologico della parola laboriosa, artefice della propria efficacia. Ascolta il privilegio di creare e diffondere il dettaglio di ogni esperienza e il riconoscimento dei territori introspettivi.
Le parole si fanno strada lungo il patrimonio affettivo di ogni voce che sorveglia un cammino ed entra come una sfumatura sussurrata nell'anima, sul germoglio accennato di una citazione che indica: “fra l'ultima parola detta/ e la prima nuova da dire/ è lì che abitiamo” (Pierluigi Cappello)
*
Rita Bompadre
- Centro di Lettura “Arturo Piatti”
https://www.facebook.com/centroletturaarturopiatti
**

venerdì 24 novembre 2023

SEGNALAZIONE VOLUMI = ELEONORA BELLINI


Eleonora Bellini: “Stanze d’inverno” – Book Editore- 2021 – pag.178 - € 20,00
Giunge sulla mia scrivania, purtroppo soltanto dopo due anni, un elegante volume di poesia che si legge tutto d’un fiato per la sua elegante palpabilità della scrittura e per il vertiginoso succedersi dei versi.
Stanze d’inverno accolgono il ritmo serrato del tempo, quando il freddo ci da brividi anche se nell’ “Antivigilia del solstizio e manca/ ogni coreografia: niente neve né infido ghiaccio,/ nessuna galaverna in vista/ sul bosco e sugli stecchi.” Ma un sussurro si affanna “Beati gli astri, che delle nostre/ angosce non si curano” quasi nel timore che un imprevisto moto possa sconvolgere le pause della quotidianità. Presente e futuro, certezza e illusione, essere o non essere, rincorrere o sostare, si alternano in un gioco policromatico di armonie che rivelano una poetessa tutta protesa verso la molteplicità della cifra, per accedere e sostenere la gravitazione di un vincolo di rimando, il quale fa dell’infinito una sovrapposizione alla tensione sonora.
L’innesco della fertilità si dipana nei vari capitoli: “Stanze d’inverno”, “Pagine di diario”, “Punti cardinali”, “Avvento”, “Crome e biscrome”, “Minime e semiminime”, “Intervallo”, “Cappelli”, “Pause sospese”, ognuno detentore di una propria ricchezza nel progresso di una forza narrante, che si ispira alle vicende comuni, agli incastri del sentimento e della evasione, all’avvenimento che si sposta continuamente fra i piani temporali, quasi come se la poetessa si muovesse con la macchina da presa, tra una carrellata e l’altra.
L’umore intimo traspare timidamente: “Uno, dieci, mille alberi di Natale,/ affacciati ai balconi, dietro le finestre,/ nelle piazze esibiscono luccicanti/ colorate cianfrusaglie. Tra questa/ anche le mie. Infinite solitudini/ non fanno né popolo né festa.” E sottolinea lo sconforto che si registra con estrema naturalezza negli spazi completamente nudi della narrazione: “scrivi quello che vuoi, allora/ ma metti almeno sugli occhi/ un po’ di ombretto, tingi/ le labbra di rosa col rossetto.”
Un viaggio transeunte, per il quale molti componimenti ricamano frammenti di memoria e occasioni di incontri, meditazioni sulle illusioni e incisioni della realtà attuale, considerazioni filosofiche e immersioni nel sentimento. Il tutto nello sguardo lucente della contemplazione.
*
ANTONIO SPAGNUOLO

domenica 19 novembre 2023

POESIA = MONICA CALABRESE


** "DIO MENO DIO"
Zero grammi di allegria
solo un po' di follia
Zero grammi di leggerezza
solo dolce malinconia.
Ho incontrato i dubbi
lungo il selciato
scavalcato le paure
senza risultato.
Anche lo zero
mi ha abbandonato
nel vuoto infinito
Chi verrà a salvarmi —
L’ immenso immerso nell' Universo?
C’è chi lo chiama Dio
chi destino.
Prego
cammino
impreco
vivo .
Due passi avanti
due indietro —
mi vedi?
sono Io
la beata niente
che rinasce
qui.
**
"FUTURA FORTUNA"
Tu che mi sorprendi
di nascosto
dentro sistemi
corrotti
Io che i valori
lì ho raccolti
in casa, nel bianco latte
la voce di mia madre
Speranza dirada
il suo grido
nel dolore del parto
Vita futura
dietro le sbarre:
perché ti nascondi?
Rispondi - muta parola Fortuna.
**
"S t a n z a 17"
Lola veste di seta
sui tacchi
a cielo aperto
in cerca di fortuna
Sotto lampioni senza stelle
la notte non è sincera
nei baci censurati
nella S t a n z a 17
Lui la guarda
Lei si riveste di seta
terminata la sera
Tra le ginocchia
il frutto di un corpo
in trasformazione
Lola cammina
lontano da casa
da un padre cieco
all’evidenza
Verso sogni in lontananza
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MONICA CALABRESE ///// ///////// //////

sabato 18 novembre 2023

SEGNALAZIONE VOLUMI = MARINA PETRILLO


*Marina Petrillo, Indice di Immortalità, (con un saggio introduttivo di Francesco Solitario), Prometheus, 2023 - pag. 128 - €18,00
Compito arduo, quello di Marina Petrillo, adatto solo ai “prischi sapienti” o ad una rara tipologia di poeti come quelli che Károly Kerényi chiamava i Dichter, ammantati di qualità divinanti, immersi nella grazia simultanea di vedere e creare ‘Figure’ o ‘Immagini’, poeti vocati ad una sofferta contemplazione ed inclini a uno stato mistico, in un utopico e sofferto “esser fusi” con il mondo. Di certo una categoria inattuale, quasi del tutto estinta nella contemporaneità razionalista e desacralizzata, in un ambiente-mondo artefatto e violento quale il nostro.
Vates, originariamente era il poeta interprete della ‘lingua sacra’, l’arcaica ‘lingua degli uccelli’, o ‘lingua angelica’ che attraverso il canto ritmato consentiva l’accesso ai piani superiori dell’Essere. In seguito, sia il Poema che il Poeta, profanati nelle loro peculiarità spirituali degenerarono in significazione profana: il Vates diventò volgare indovino e il carmen (identico al sanscrito Karma), da verso taumaturgico dell’azione rituale, si risolse in “incantesimo”, operazione di bassa magia popolare.
Eppure la Petrillo persiste e rivendica quasi un diritto all’ispirazione, alla vocatio, alla tensione verso la parola pura dei sommi lirici, quella dei suoi poeti d’elezione che ‘de-cantano’ in queste pagine-crogiuolo, e con i quali si rivela necessario intrattenere un lungo e inesauribile colloquio.
E qui i suoi padri-poeti, apostoli di una contemplazione solitaria (Hölderlin, Leopardi, il Pessoa esoterico, Blake, poeti ma anche mistici, filosofi, cabalisti, da Martin Buber a Isaac il Cieco) si intrattengono ad illuminare la via notturna dell’afasia, di un cammino verso il linguaggio che estrapoli da un oltreumano Silenzio che precede il suono, uno spartito simbolico. E come ricorda René Guénon: «Il simbolismo è il mezzzo più adeguato per l'insegnamento delle verità d'ordine superiore, religiose e metafisiche, cioè per tutto quel che lospirito moderno rspinge o trascura, esso è esattamente il contrario di ciò che conviene al razionalismo...», auspicando in tal senso una riforma della mentalità moderna che reintegri i simboli tradizionali della loro portata intellettuale.
Dunque un libro stratificato, densamente simbolico, carico di riferimenti dottrinali e misterici dal titolo ineludibile e rilevante, ‘Indice d’Immortalità’, una sorta di diario spirituale tramato nella molteplicità del senso, dove la parola poetica tende all’astrazione e alla risalita verso un Verbo atemporale, eterno che prefigura dimensioni altre. Dimensioni irraggiungibili e inesprimibili che solo la lingua della poesia, della follia o della mistica possono prefigurare. In questo i mistici sono imparentati ai poeti, proprio perché l’esperienza di riferimento attinge ad un piano dove la parola e il linguaggio stesso sono negati.
Ne ha profondamente meditato un filosofo quale Wittgenstein che da logico positivista approda ad un’idea di mistica. Mistico è ciò che balugina agli estremi confini della “dicibilità” del mondo: «Ma v’è dell’ineffabile. Esso mostra sé, è il mistico». Eppure a tale proposito, Pierre Hadot chiarifica che questa identità di “mistico” e “indicibile” è qualcosa che si situa in un ordine affettivo, emozionale, etico o estetico. Dunque interiore e spirituale. Allora, comprendiamo che il cuore pulsante di questa poesia è in prima istanza una qualità spirituale, modo eminente del ‘dire’ che sia cenno di un ‘rivelare indicante’. E la parola poetica vuole essere ricalibrata nella sua originaria integrità di “Tempio”, luogo fecondo di una rinnovata interrogazione metafisica.
Sentiero interrotto di erranza mistica, come nella lezione di Blake, la Poesia è figlia non della memoria ma dell’ispirazione. La Poesia è visione, profezia, tensione al sublime, intuizione simbolica. Da qui un discorso dalla forte propensione all’astrazione là dove spesso la poetessa trova un aggancio “espressivo” nella solidità della natura naturans, nella geometria della materia creata, nelle concordanze delle forme o dei frattali: «La delicata maestria della Natura plasma sentinelle fulgide di clorofilla a dimora di un frattale unico» ...«Si imprime l’idioma in cellula votiva».
Tutto il libro è calibrato su una tonalità ieratica del discoro poetico e sul fascino ancestrale di un mistero o enigma. La parola poetica definisce la sua genesi in un corpo a corpo con l’assoluto, nella consapevolezza di quanto sia chimerico voler definire una significazione certa, così come l’espressione chiarificatrice e definitiva. Latente l’ombra del fallimento espressivo.
Ogni verso impone i suoi enigmi, mentre va tramando una mappa degli Assoluti, oltre l’apparenza e il contingente. Conseguentemente ogni testo di questo libro meriterebbe una meditazione o una lunga seduta immaginale sulle tracce di un’intelligenza intuitiva che liberi il condensato di simboli, riferimenti, miti.
Sebbene l’autrice coadiuvi il lettore, incastonando di tanto in tanto, come punti luminosi, alcune dichiarazioni su una vertigine platonica del fare poesia:
"Improvviso, un fiore rammenta del Creato la meraviglia. Non appare, emerge dalla materia trasmutando in etere. Nell’ invisibile corolla rammenta i suoi petali e dona a Platone l’emblema della forma. Non fu ma torna ad essere, sostanziato dalla sua stessa linea di confine. Seme indescritto nel molteplice, flebile caule gemmato in solitudine".
*
Come fiamma divampa scintilla
del Primo Essere, tacito patto
in spirito difforme cui l’Alto Consesso
memore traccia candida impronta.
La terra brama l’indefinita tela
Al compagno impavido arreca offesa il primo
universo infranto a peritura visione.
Anime incarnate in primavere vizze
da impietoso, primigenio conclave
Apocalisse scomparsa al giudizio
e in sua meraviglia, la celeste caduta.
Si recano tracce oltre le sabbie
Le acque coprono le scolorate impronte
Ultimo atto reso alla materia
essere prima dell’in-canto.
In fondo si tratta di uno smarrimento che ci riporta all’ordine cosmico delle cose e del tempo.
Tempo destinale, immobile giacimento delle profondità dell’Eterno. Il tempo dell’immortalità non asseconda il tempo lineare e cronologico dell’esistenza ma lo spia da lontananze siderali. Dalle vastità di una memoria mistica. Da quell’ora vasta e solenne, immensa come lo spazio” che Baudelaire scorgeva talvolta negli occhi dei gatti.
*
LETIZIA LEONE

giovedì 16 novembre 2023

SEGNALAZIONE VOLUMI = FRANCESCA LO BUE


**Francesca Lo Bue: “Il pellegrino dell’alba” – Ed. Società editrice Dante Alighieri – 2023 . pag. 94 –
Con traduzione in spagnolo a fronte ecco le ultime poesie di una feconda poetessa, che si distingue nell’attuale panorama editoriale per quella sua incisiva capacità di offrire una scrittura sempre agevolmente piana e comprensibile, che riesce a colmare i troppi vuoti della ricerca fuori confine.
Un discorrere continuo tra immaginazioni e sospensioni, tra la costanza del tempo e le numerose conferme del destino, tra il tratteggio delle figure e la determinazione del mistero, tra un non essere incompiuto e la concessione di una forma.
“Poesia ovvero sentimento e succo di parole. Le lettere sono disegni che, procedendo tutti insieme in flutti scritturali (versi, paragrafi, capitoli) configurano determinate forme, diverse e uniche. – è scritto nell’introduzione – Questi flussi di segno sono intraducibili, totalizzano il sentimento, indicano e suggeriscono.
La parola è un’immagine interpretabile e scomponibile; è un qui ed un adesso che si inoltra nel passato per significare l’attuale e il futuro.”
I versi si rincorrono con ritmo incalzante, cercando forza nell’indicibile per trovare una relazione tra il concreto e l’immaginario, come indizio del reale sussurro che si intreccia prepotente nella musica.
Un’operazione quindi che supporta l’incantesimo e contemporaneamente crea quel senso di vertigine che ogni poesia vera cerca di trasmettere con le sue ondulazioni.
“Come riscattare il nulla,/ fiore sfumato nella brezza della pienezza?/ Quel nulla che è soffio vuoto,/ ombroso contorno cancellato,/ essere che non è e non c’è./ Vivere col vuoto trasparente di esso/ è uno stare instabile./ L’unico che è e permane è la parola,/ fumo che s’afferra nel pietrisco scivoloso,/ ossimoro di ogni espressione,/ la parola è prodigiosa officina./ Nella vastità sommersa di stelle,/ con me, dentro di me,/ la parola dice quel che è e appare,/ l’adesso e il dopo.”
A volte la fede nel Padre può vacillare, ma la brace della solitudine riesce a rinfocolare il sentimento. Gli aruspici gridano al destino per trovare i semi della vita, ma il perdono come la bilancia e abbaglia indiscreta. L’anelito dell’anima cerca un nome da imprimere nell’impeto del cuore, ma le alchimie hanno il colore di ramaglie bruciate.
Il commento intimo di Francesca Lo Bue si alterna a pagine di soffice filosofia quasi in un percorso che da strade diverse determina un pensiero dominante.
Chiude il volume un intelligentissimo “Poema alfabetico”, nel quale brevi composizioni si avvicendano saltellando tra le lettere che incidono.
*
ANTONIO SPAGNUOLO

POESIA = RAFFAELE PIAZZA


**Alessia accarezza il mare**
Sguardo di Alessia al folto
delle onde con gli occhi
nel lambirle a poco a poco
sottese all’azzurrità del cielo.
Accarezza il mare Alessia
dal belvedere del Parco Virgiliano,
l’aria a dissetarla nella tersa
stagione (la quinta che oltre
gli orologi esiste). Azione
di Alessia nell’intensificare
le tinte nel leggere la marina
distesa (il graffito: non ti
lascerà)
*
Raffaele Piazza. .

MONOGRAFIA PER LA PITTURA = GIOVANNA SAVONA


**Maurizio Vitiello con la sua vertiginosa abilità di divulgatore, sorretta da un bagaglio culturale di notevole compattezza, allestisce, presenta, e diffonde un brillante volume per le opere di pittura dell'artista Giovanna Savona , dal titolo "Attese e abbracci". Nel ricco catalogo, che raccoglie numerosissime illustrazioni, splendidamente stampate, e golosamente accolte, egli scrive: "L'espressionismo prepotente, energico, diretto della produzione dell'artista Giovanna Savona è a una svolta, ma è ancora carica di pregiudiziali sostanziali, che motivano questa prima monografia...le sue pennellate brevi, spezzate e struggenti s'accostano a dimensioni umorali dense e coerenti.Insiste e modella parzialità fisiche o figure per incidere con toni nettamente e fortemente espressionistici nel rispetto di un codice, sempre più approndito...Questa pronuncia estetica divora le fattezze, le ingobla, le stria, le compatta, le distribuisce su nastri cromatici e li segmenta."

sabato 11 novembre 2023

SEGNALAZIONE VOLUMI = ANTONELLA DORIA


**Antonella Doria: “Conversazioni sull’orizzonte” – Book editore – 2023 – pag. 96 - € 16,00
“In pagine mai scritte/ cerco fra massimi sistemi/ qualcosa proprio rasoterra/ uno sfogatoio una turca o/ latrina una udienza pubblica/ una lingua arcaica forse/ una forma di resistenza/ di qualità della vita/ per partito preso…/ Nel mentre che…dicono/ si dice…peggiorata la/ Bellezza immaginelatente/ ( ‘na parola ) nei quartieri/ in Periferia.”
Forse riesci a comprendere quali sbandamenti possano incidere nel pensiero della poetessa, nella ricerca di qualche appiglio che la inchiodi alla realtà quotidiana e la inserisca in una sospensione che oscilla tra inconscio e verbo.
Il gioco delle parole ed il ripetersi delle frasi sono un continuo saltellare tra la materia che aggredisce i sensi e l’incisione delle illusioni, riprodotte dagli interrogativi incalzanti.
Il continuo soffio della coesione alla terra nativa si rivela nelle intime connessioni della memoria, che rispecchia testimonianze e presenze, percezioni e plasma, giochi e speranze, ripensamenti e incitamenti.
Una corretta suddivisione presenta i vari capitoli: “Conversazioni sull’orizzonte”, “Si riparano ricordi”, “Volumetrie”, così come un registro, che varia dalla pura presenza del dialogo, dal semplice ricucire memorie, al rincorrere pagine in bianco da abbozzare.
La centralità della voce attraversa ed ingloba l’azione significativa dei significanti, in un’ottica da laboratorio, cercando di uscire dalla linearità della scrittura dove la frammentarietà dimostra una decisiva sonorità, in forma di ritmo e di scansioni.
Polisensi verbali attraversano il registro dal mormorio all’urlo, per indicare il termine di una valenza supplementare, quasi laboratorio artistico che invita al superamento del già detto.
“Nella acque della poesia – scrive Maria Enrica Castiglioni nella postfazione – nella loro matericità e trasparenza, Antonella Doria ci trasporta e fa nuotare, conscia che senza l’arte la vita sarebbe solo una tragedia, un’esistenza comica…”
Corpo a corpo anche l’amore trascina in una malia che ricuce l’incantamento, ha “stupori potenti nello spazio”, insegue esplosioni, afferra distese colorate, elude ossessioni e solitudini.
*
ANTONIO SPAGNUOLO

venerdì 10 novembre 2023

SEGNALAZIONE VOLUMI = GABRIELLA FRENNA


Gabriella Frenna – "Amata terra" (Mosaici di Michele Frenna) -Guido Miano Editore – Milano – 2021 – pag. 73 - € 16,00
Gabriella Frenna è nata a Messina e risiede, fin dall’infanzia a Palermo. È stata sempre affascinata dai narratori, dal modo di descrivere e di trasportare il lettore all’interno delle loro creazioni. Dalla dipartita dal mondo terreno della sua amata sorella maggiore e del padre Michele si è interessata alle opere che proiettano l’animo umano verso il mistero del divino, proponendosi di diffondere i principi cristiani impressi mirabilmente nei mosaici.
Il volume presenta una prefazione di Enzo Concardi acuta e ricca di acribia che ne mette in luce i molteplici aspetti.
Alle poesie della Frenna sono associate le immagini dei mosaici con tasselli di vetro del padre Michele raffigurazioni che diventano tout – court motivi ispiratori dei componimenti stessi e per le due linee di codice parallele che interagiscono tra loro, in un certo senso, l’opera nel suo insieme potrebbe essere considerata un ipertesto.
Strutturalmente le composizioni sono genericamente improntate alla verticalità che ne determina la compattezza e l’icasticità nel loro decollare sulla pagina per poi planare dolcemente nelle chiuse. Cifra essenziale della poetica di Gabriella pare essere quella della scelta neolirica ed elegiaca nella sua assoluta onestà e il lettore da composizione a composizione si stupisce per la capacità salutare della poetessa nel sapersi meravigliare della realtà che la circonda.
E la suddetta realtà pare trasfigurarsi nel cronotopo spazio – tempo e nel dualismo natura –storia.
Innamoratissima della sua lussureggiante Sicilia la Frenna la decanta su due piani congiunti quello della stessa esuberante bellezza naturalistica soprattutto con l’esaltazione di specie vegetali nelle tinte magiche di alberi e frutti, e quello dei monumenti architettonici che l’abbelliscono che dal sacro pagano giungono anche a costruzioni cristiane come quella dedicata alla Madonna.
E nell’ordine del discorso s’inseriscono gli splendidi mosaici del padre a movimentare la fruizione e il piacere del testo e Michele spesso diviene il tu al quale Gabriella si rivolge e si ha l’impressione che l’autrice veda in lui una guida per addentrarsi nei suoi percorsi della scrittura.
Una caratteristica del poiein della Frenna è quella dell’estrema chiarezza e immediatezza dei suoi dettati, modalità che raramente s’incontra nel nostro panorama letterario contemporaneo dominato dai nei – orfismi e dagli sperimentalismi che arrivano ad esiti oscuri difficili da decriptare.
Qui invece domina incontrastata la linearità dell’incanto come intelligenza evidente del lavoro della Frenna che trova nell’effusione spontanea dell’io –poetante il suo modo per dire con gioia i suoi sentimenti di amore per la terra amata della quale sa mirabilmente cantare gli aspetti elegiaci e di vaga e spesso numinosa bellezza producendo emozioni che a loro volta emozionano il lettore.
E l’elemento religioso di cui si diceva si stempera a partire dalla creaturalità dell’io – poetante stesso, trampolino di lancio per diventare persona nel filtrare natura e arte nell’esperienza creativa della scritturara poetica.
*
RAFFAELE PIAZZA