lunedì 20 gennaio 2025

POESIA = GIOVANNA SANTANGELO


**
"OMBRE"
Ascolta! È la voce del silenzio!
Il Frastuono roboante del buio,
che risuona nell’oscurità.
Accompagna le strane ombre
che avvolgono la notte,
sono le stesse che governano
le coscienze pesanti,
di coloro che rinnegano la luce.
Ombre che vagano,
alla ricerca di un flebile barlume,
per apparire agli occhi
di chi non vuol vedere.
Tremule e leggiadre
come fiaccole mosse
da un alito di vento.
Tornano silenziose le chimere ,
placando gli animi trepidi
e i fervidi pensieri.
Quando le stesse ombre
tormentate nella notte,
svaniscono al crepuscolo,
di un’alba ancora vergine.
====
"PAROLE VIVE"
Melodie dell’anima
riverse su candidi fogli,
parole scandite nel vento,
trasportate come
foglie sperdute.
Trascinate nel tempo,
ricordate da menti nostalgiche.
Eterni versi di un anima folle,
che sogna inoltrandosi
nelle perdute ombre.
Immortali graffi brucianti
sulle carni di un profeta vivente.
===
"CHIEDO DI TE!"
Disperatamente ti cerco,
nei luoghi dove ti hanno
visto esanime.
Nei vicoli sperduti
sotto quei cartoni abbandonati.
Nelle case più belle
dove sembrava esserci calore,
nei gesti spontanei di un fanciullo,
dove l’ingenuità non ha più un ruolo.
Chiedo di te!
Disperatamente ti cerco!
Vado vedendo ovunque,
nelle parole stanche della gente,
negli sguardi innocenti degli oppressi,
nella mente di chi decide di porre fine ad una vita.
Negli spazi infiniti, irrespirabili, compressi, temibili, oppressi, invivibili.
Chiedo di te!
Disperatamente ti cerco!
In chi non crede più in te,
nei discorsi importanti,
di gente che conta.
Sui tavoli dove esistono
pulsanti di comandi.
Nei cuori ormai aridi
senza più germogli,
negli abbracci gelidi
di due innamorati,
nei tramonti raccontati,
nelle albe dei poeti.
Chiedo di te!
Disperatamente ti cerco!
Chiedo alla gente
dove sei finita,
come abbiamo perso il senso della vita.
Eppure io spero ancora,
spero di vederti rinascere,
in un sorriso ingenuo,
nella speranza di veder
fiorire una primula
tra le crepe dell’asfalto.
ed io chiederò di te!
Ansimante, ti cercherò,
so che esisti ancora,
tra questa indifferenza
di un mondo di perdenza,
l’unica mia speranza,
è quella di trovarti,
ma fino a quel momento
io chiederò di te,
in un’unica domanda
che mi addolora il cuore.
Dov’è finito l’amore?
**
Giovanna Santangelo

POESIA = MENOTTI LERRO


***
"Da La Roscigno Vecchia di Giuseppe Spagnuolo, Ladolfi editore 2025"
=
Che ne è stato del Novecento?
Siate empatici!
=
Ricordi la notte
del nuovo millennio?
Sembrava dovesse
portare con sé la fine
o regalare nuova speranza.
Nella piazza
ceppi roventi,
bambini buttarono
botti e botti
ridendo per la goffa
paura delle gonnelle.
=
Fu un giorno solenne,
giorno in letizia
tra le spelonche.
Poi dissero
non si poteva restare.
Il nuovo impallidì
con le sue false promesse
di carta bagnata
e tu ne moristi per essere
poi con me una sola carne.
Ti custodisco, amore,
come un paese fantasma che
custodisce ricordi,
mare delle emozioni.
=
Domattina verrà
Eva la pittrice,
dice che vuole fare
poesia della pipa.
*****
*****
"Da Lockdown, Genesi editrice, 2020"
È bastato un soffio.
Cadono alberi e torri nel nostro
piccolo mondo cesellato a colpi
di carta vetrata e rozzi pennelli.
I medici giocano a Blackjack
operando fantocci, bestemmiando
tra gli infermieri complici.
I docenti a scuola leggono
“La Gazzetta dello Sport”
mentre i ragazzi accovacciati
sotto i banchi sguazzano
nelle polveri sottili.
Il virus ci farà Santi?
ripete l’arrotino che resiste
dalle mie parti, mostrando
la luce dei suoi coltelli perfetti.
=
Ogni casa è più sola.
Le ugge tradiscono i lumi
e nessun profeta osserva
la vena della mano.
Strade in rovina, il campetto
dell’infanzia ha una spada
conficcata al centro
e un pallone rubino
avvinghiato come labbra aride
su un filo di spini.
Eleganti gesti riecheggiano
nell’aria paludosa.
Non esistiamo più.
La fede ha gli stessi occhi
di un condannato.
=
[...]
=
Quanti ponti possono spezzarsi!
La natura muta senza mutare
lasciando al posto dei corpi
una corona di luce che altri
corpi attraverseranno.
E nessun nome venga sentenziato,
ma onesti acrostici
e languide preghiere.
**
MENOTTI LERRO

POESIA = RAFFAELE PIAZZA


***"Alessia al cinema"
(Il posto della fragile)
Attimi di Alessia al cinema
fiorevole con Giovanni
nella bellezza dello schermo.
Calma di ragazza Alessia
nel fluire delle immagini
per gioco di quinta stagione
ai pensieri nell’agglutinarsi
della trama con quella del
suo film felice.
(Stasera fa l’amore all’Albergo
degli angeli).
L’adolescenza di Alessia
è una camera per due
calcinata con un poster
azzurro e un letto.
Pensa Alessia al prossimo
dono dell’amato.
Poi escono dal film per giungere
alla vita dietro l’angolo.
*
Raffaele Piazza

sabato 18 gennaio 2025

POESIA = IRIS CALIF


****
IL FIORE DI IRIS DEL TUO CUORE - IRIS CALIF
Iris è scrittrice, poetessa, ballerina, editore e traduttrice di poesie in ebraico. Si occupa delle relazioni estere nella rivista online di cultura, letteratura, arte e poesia "The Direction of the Holy Spirit Wind" ("Bekiovn Hroh") ed è traduttrice e editore di poesia globale nella rivista, nonché editore di antologie internazionali nella stessa rivista; lavora nella rivista di cultura e stile di vita: "Mokasini" e nella sezione "World Poetry" del sito letterario "Rooms" ("Hadarim").
È membro dell'Associazione degli Autori e Editori di Musica in Ebraico in Israele "ACUM".
Per la poesia "Angel of Life", ha ricevuto il Premio Internazionale per la Letteratura Italiana - Milano 2024: "LA CITTA DEL GALATEO", Premio speciale per l'eccellenza nella categoria degli scrittori stranieri da tutto il mondo, il premio 2023 come miglior poeta internazionale e Poeti, in: THE JOURNAL OF RENDITION OF INTERNATIONAL POETRY (ITRC), (Multilingue - Cina). Inoltre, è stata selezionata una delle "20 importanti Giornaliste Internazionali per l'anno 2024 da Legacy Crown’s" in Filippine (Asia).
Iris ha conseguito un diploma dalla "Unione degli Scrittori Professionisti Russi" e dalla rivista internazionale "Arina NN", registrata presso il Ministero della Cultura della Russia, per il suo contributo al mondo della cultura "Comunità Poetica Internazionale", (2022).
Ora è responsabile del Dipartimento di collegamento israeliano della rivista Hong Kong Literature and Arts; embro dell'Associazione di Artisti e Scrittori del mondo SAPS. Partecipa al Comitato Editoriale del World Poetry Yearbook 2024 (edizione in inglese) e ha ricevuto il Dottorato Honoris Causa dall'International Forum for Creativity, Humanity, dal Regno del Marocco.
Iris è discendente della stirpe di Kabbalisti, benedetta dalla profezia dello spirito del cuore e dalla capacità di comunicazione e visione, che si esprimono nella sua scrittura mistica e cabalistica, dotata di tocchi spirituali dei mondi superiori e nascosti. Per lei, è una benedizione brillare con lo spirito della voce ebraica dalle profondità dell'amore, della vita e della fede nel creatore del mondo, nostro padre nei cieli.
"E mentre volo con il volo della mia anima spirituale, porterò l'aureola santa della luce della mia voce ebraica d'amore, nel mondo eterno delle ali della colomba dello spirito di Dio, pace della terra vivente". (Iris Calif)
Tre dei libri della poetessa sono già stati pubblicati: "In una lane affascinante respira Lolita" (2001), "Luna selvaggia e pura" (2017) e "La figlia di Dio" (2020); attualmente sta lavorando per il suo quarto libro. Le sue poesie sono state pubblicate e lette alla radio, in televisione, su internet, in riviste e giornali nazionali e internazionali e in antologie in tutto il mondo; inoltre sono state tradotte da poeti internazionali in numerose lingue, come: spagnolo, bengalese, nepalese, arabo, cinese, turco, assamese, russo, albanese e italiano.
Le sue poesie sono state presentate in molte mostre prestigiose e internazionali in Israele, come "Crowns of Winter" (gennaio 2023), dove una sua poesia tradotta in bengalese è stata esposta insieme a poesie di sette poeti internazionali, ciascuna tradotta e modificata in ebraico da lei. Inoltre, la mostra "Black-Red-White", ha esposto le versioni tradotte di Iris di poesie scritte da cinque poeti internazionali. Recentemente, le sue poesie, tradotte anche in cinese, italiano, spagnolo e arabo, sono state presentate nella mostra universale "Butterflies of Peace", di cui ha incluso anche le poesie di 21 poeti, provenienti da tutto il mondo, tradotte da lei stessa in ebraico.
La poesia di Iris riflette il viaggio interiore della sua anima, che guarda attraverso l'amore, sogna la vita e respira mondi sacri e nascosti. La sua poesia è simbolo ed espressione della sua vittoria sull'anoressia e della sua coraggiosa decisione di scegliere la vita e l'amore.
"E nella mia anima vivente di Iris, il mio spirito danza la voce vivente della vita sacra di Dio". (Iris Calif)
****
"IL FIORE DI IRIS DEL TUO CUORE" - IRIS CALIF
"Mio amato"
Nella corona del cuore del fiore di Iris nel paradiso o,
una dorata alba dipinta nei tuoi occhi, sto versando.
La preghiera della terra umida dalla pioggia del sole sacro
la sua voce ha mutato,
=
Il vento nascosto soffia;
i segreti della mia luna selvaggia danzano
L'essenza degli abiti della mia anima del fiore Iris svesto
dinnanzi alla riva del fiume dell'aureola del tuo corpo.
Sono la ballerina nuda, il fiore di Iris vivente del cielo,
che balla nel tuo cuore dell'Iris vivente
=
Le mie labbra bagnate sussurrano la purezza della bellezza umana, all'oscurità della Notte d'amore; Respiro...
Questa notte
sto versando,
il fiore dell'Iris del tuo cuore.
=
(©️Tutti i diritti riservati alla poetessa Iris Calif")
*
La poesia: "Il fiore di Iris del tuo cuore" della poetessa Iris Calif, perlustra il tema dell'amore attraverso metafore simboliche, in cui la figura del fiore di Iris rappresenta la purezza, la bellezza e la spiritualità dell'amore che la poetessa nutre per il suo amato. La poetessa utilizza l'Iris, (di cui porta lo stesso nome), un fiore che nei miti e nella cultura simboleggia l'armonia, la rinascita e la luce, per esprimere un amore che è tanto potente quanto delicato e fragile.
Nei versi, la poetessa descrive un incontro tra l'amore umano e quello divino, dove la "corona del cuore" del fiore di Iris diventa una rappresentazione metaforica dell'unione spirituale perenne tra l'amata e l'amato. La poetessa descrive la sua bellezza come una "ballerina nuda" e il suo cuore come un "fiore di Iris vivente", suggerendo che l'amore, come il fiore, è puro, trasparente, vivo e naturale.
La sua danza, nella natura e nella spiritualità è strettamente intrecciato con la sua visione dell'amore, che appare come un atto di sacralità e bellezza in un mondo che oscilla tra la luce e l'oscurità. Il "respiro" che si fa menzione alla fine suggerisce un'intimità profonda e una connessione che va al di là delle parole, un momento di comunione taciturna e intensa.
***
Tradotto: da Angela Kosta

venerdì 17 gennaio 2025

POESIA = RAJESHRI SENAPATI GOGOI


****
(da - DIBRUGARH)
=
"AMANTI DELLA NATURA"
=
Il potere della natura
è così strano e calmo
riesci a comprenderla?
vedrai gli alti e bassi del mare
ci riesci tu a farlo?
C'è un sentimento della natura,
la vita è eterna, e a volte silenziosa
di felicità e tristezza parla.
Non c'è niente pari alla mortalità
siamo esseri umani, stanchi dei mercanti,
e siamo amanti della natura
la pace vorremmo sentire.
Vorrei portare solo ricchezza e la bellezza.
accanto agli alberi secolari.
Vorrei sentire il vento
tranquillamente sul loro tronco seduta
vorrei riposare.
So che c'è una ragione riguardo alla natura,
ecco perché essa è tutto.
Verdeggiante è anche nei momenti più difficili.
Ci sono amanti della natura tra noi
un nuovo sentimento evoca.
*
RAJESHRI SENAPATI GOGOI
(Tradotto da Angela Kosta)

POESIA = CARLA ABILITATO


** "L'eco del passo"
Camminavo
=
*silenzio*
=
tra frammenti di vento e cemento
=
*sguardi spezzati*
=
una voce mi raggiunge:
“dove va il tuo passo?”
=
*fermo*
=
l’eco risponde
al vuoto.
=
****
****
"Nel ventre del silenzio"
Nel ventre del silenzio cova il tempo,
ogni respiro soffoca parole non nate,
e l’anima si sbriciola
tra sguardi assenti e carezze sospese.
Oh, cuore mio, battito ostinato,
ti cerco tra le ombre di giorni incompiuti,
nelle crepe di un cielo che non sa piangere.
=
Ti ho trovato sul ciglio di una lacrima,
lì dove il buio accoglie la luce esitante,
e il sussurro di un attimo
si perde in un eterno mai detto.
Sei il ricordo di mani intrecciate,
un respiro caldo che sfiora la pelle,
un passo che riecheggia senza fine.
=
La mia solitudine danza col tuo riflesso,
insieme tessiamo sogni fragili,
ogni trama un desiderio taciuto,
ogni strappo un perdono negato.
=
Oh, amore, che brilli come una stella
per poi spegnerti nell’alba,
sei l’urlo che squarcia il silenzio,
sei la mia eterna ferita,
e la pace che mai troverò.
***
CARLA ABILITATO

giovedì 16 gennaio 2025

SEGNALAZIONE VOLUMI = IMPERATRICE BRUNO


**
Imperatrice Bruno: “Materia verticale”- Ed. Nulla die . 2024 –pag. 120 - € 15 –
Un parallelo, dalla calzante formula dell’imprevisto alla lega del nostro immaginario, diviene cromaticamente inciso tra le testimonianze della nostra stessa esperienza nel quotidiano e l’esplorazione della fantasia che affonda tra memorie e incursioni, tra colpi di scalpello ed emblemi del credibile . Tra il bizzarro, che sembra giocare con il simbolo, e la determinata affermazione del ponderato i versi di Imperatrice legano la fantasia al pensiero ponderato, così che la lettura aleggia tra l’analisi del probabile e il percorso di svariate entità disegnate nel sensibile.
“La tua natura è selvaggia,
è di cacciagione, di mina antiuomo,
di argine al fiume sventrato; si muove con te,
te la trascini come una figlia, per i capelli,
sveste l’atmosfera quando
entri in una stanza.
La tua natura è del sole che esplode
e che per sua natura esplode
per riesplodere
e così il muschio che ti circonda
si brucia,
i rami che a tua cornice vorrebbero vantarsi
si chinano invece ai tuoi piedi,
ogni essere grida di sorpresa e di paura
la tua natura è il profondo sud del mondo:
inguine che pulsa e che riempie
quel vuoto caldo e carnoso
di coppa umana e selvaggia.”
In parvenza si viaggia tra un incandescente clima di figurazioni, pennellate con i colori dell’illusorio, e le vicissitudini palpabilissime del quotidiano, più volte determinando un’identità che continua a girare, mai vorticosamente, tra la siepe artificiale di un limite e la vastità dell’apparente. Ed il poeta fedele a se stesso può sempre concedersi la pause del sogno ed essere contemporaneamente corsaro impegnato nelle fantasie, ma fortunatamente, come in questo caso, nutrendo sempre la sua scrittura di un lessico che abbia tutte le sfaccettature necessaria ad una cultura profonda. Ancora più incandescente se tra i versi infiamma Eros, con lo specchio che riflette le morbide accoglienze della carne e dell’amore verace, febbrile o audace, sereno o plastico, in quella levitazione che rende l’approccio una specie di tentazione che affronta una barriera insuperabile.
Il calore della donna corregge ombre e lacerazioni, visita anfratti e angolature, intreccia scoperte e resistenze, in un ritmo poetico di indiscussa coerenza, per un percorso teso quasi semprealla proiezione oltre il visibile e oltre l’inconscio.
“I miei seni sono in piedi nella notte,
nella piazza
desolata che ci stringe;
torri che fanno guardia
tenendo il collo il mento,
al presagio del tuo arrivo.”
Una poesia che si offre con semplicità e complicità in contemporanea, con soluzioni che la poetessa trasforma in topos, tema chiave di un racconto che accede al simbolo, e si piega agevolmente nella realtà oggettiva.
Tensione tra i richiami della vita e dei desideri, tra l’atto di fede religiosa e il sussurro, tra gli spazi del presente e le fulminazioni della memoria.
*
ANTONIO SPAGNUOLO

SEGNALAZIONE VOLUMI = ANTONIO SPAGNUOLO


Antonio Spagnuolo: "Più volte sciolto" - Ed. La valle del tempo - 2024 - pag. 64 -- € 12,00
*
In questo nuovo volume, "Più volte sciolto", la voce di Antonio Spagnuolo si espande in un’atmosfera di grande dimensione, poiché spazia dal passato al presente mantenendo un pensiero che va oltre il suo stesso sentire per divenire universale.
La presenza della morte aleggia sovente ma non rende una concezione oscura. E’ quasi una constatazione acquisita sin dai primi tempi ma che, con il passare degli anni, si fa sempre più presente e accelera il trascorrere dei giorni che rimangono : “Avverti la Falce Nera alle tue spalle / e attendi che prima o poi qualcosa / potrà incidere la parola fine”. Anche l’amore è presente ma non incide notevolmente come nei volumi precedenti. Qui assume un tono quasi evanescente e si trasforma in puro lirismo: “Come il fulmine che in un attimo sparisce / nel desiderio rimane l’addio nell’aria, / battito d’ali improvviso senza ritmo.” Oppure: “Perché la gelosia non mi attanaglia / ora che il nulla morde la tua carne? /Stringo la rosa , lacrima già mesta, / che deve cancellare ogni rimpianto.”.
Il poeta considera che tutto possa essere un'illusione, anche il fingere una serenità che non esiste, poiché spesso il dolore di ciò che si è perduto ritorna e la fragilità riaffiora: “ Con le unghie strappo ancora qualche mese / perché tu fosti fuoco nel labirinto illeso.”. La sua voce si dilata in varie tematiche e si avvale di diverse metafore, con dei versi che si rincorrono pregni d’ispirazione ed efficacia.
La solitudine incalza e richiama il nulla, nella consapevolezza che il traguardo è vicino: “ La casa vecchia avrà nuovi inquilini / e l’oblio della notte cancellerà / le tracce che ho braccato”; ma ciò che l’aspetta è segreto: “Nel girovagare tra immagini e fantasmi / forse scioglierò l’enigma dell’eterno”. Ritornano così ricordi di giovinezza, quando la passione dominava e alle volte ricompare pure in sogno donando attimi reali: “Nel sogno riappare la tua carne. / Io con violenza la palpo / per accertarmi che sei di nuovo viva, / nuda tra i cuscini roventi”. Questa ulteriore raccolta di Spagnuolo colpisce e avvince il lettore per una grande maturità poetica, lo stile distintivo e un profondo sentire. E’ ciò che sa trasmettere solo la vera Poesia.
*
Laura Pierdicchi

martedì 14 gennaio 2025

RIVISTA = NUOVO MERIDIONALISMO


*****
E' in distribuzione il numero 245 dell'elegante rivista "Nuovo Meridionalismo" curata e diretta da Giuseppe Iuliano
Ricca di 72 pagine affollate da interventi di pregio, firmano: Generoso Benigni (direttore responsabile),Emanuela Sica,Luigi Mainolfi, Emanuele Macaluso, Francesco Petrillo, Paolo Saggese, Clara Spadea, Amato Michele Iuliano, Mino Mastromarino, Michele Ceres, Mirella Iannaccone, Matteo Claudio Zarrella, Gennaro Iannarone, Aldo De Francesco,Teodoro Russo, Alessandro Di Napoli,Paola De Lorenzo Ronca, Franco Mangialardi, Luigi Mainolfi, Mino Mastromarino, Michele Vespasiano, Bruno Troisi, Antonio Pulcrano, Gerardo Cioffi, Giuseppe Iuliano, Gerardo Iuliano, Antonio Pulcrano,Vincenzo Aversano, Anna Gertrude Pessina, Sibilla Ingui, Antonio Spagnuolo, Michele Sessa, Raffaela Vallese, Riccardo Sica- Vignette di Malatesta--
Per contatti = giiuliano@tiscali.it

lunedì 13 gennaio 2025

SEGNALAZIONE VOLUMI = MONICA MESSA


***
Monica Messa: “Una pistola al Luna Park” – ed.RP – 2024 – pag. 96 - € 14,00
Facilmente il titolo di questa silloge ci avvia verso il romanzo giallo, che nasconde qualche misfatto avvenuto tra le lampeggianti luci di una giostra o tra le festose grida di una volata per le montagne russe. Ma l’intento dell’autrice è ben altro! Forse vuole invitare a non premere il grilletto di una pistola nel bel mezzo dell’euforia, che l’ebbrezza di una escursione tra i padiglioni riesce a vorticare.
Così viene al proscenio uno scorrevole procedere di fotogrammi che mostrano, con saggio sussurro, quanto il quotidiano riesce ad avverare, fra pennellate di colori allettanti e incisioni di meditazioni seducenti. Tutto il suo mondo, tra la polvere del declino e l’aspirazione dell’illusione, palesa attraverso la poesia le molteplici rivisitazioni degli accadimenti personali, siano essi condivisi con amore, siano essi violentemente acciuffati dalla fatalità. Uno sciorinare pensieri ed ispirazioni nel ritmo di una scrittura che si dimostra pregna di cultura e matura nella propria individualità.
Undici capitoletti propongono il susseguirsi di vicende e di ispirazioni, tratteggiando figure di profughi, come Samir, “ex infante demiurgo, veste di bianco e porta kebab a domicilio”, o di “bambina di rame e di miele, che appende foglie alle orecchie e si sente regina”, o come Geremina Merdadoro, che ritrae la mano, sbatte un occhio di pervinca, e muore ancora un po'”. La poetessa immerge se stessa nell’armonia del simbolo: “Il corpo chiede aiuto, il corpo canta./ Fra lenzuola fresche di bucato/ attende il sonno, la deriva./ Il corpo puzza, prude, invecchia, pesa./ Sente il corpo, talvolta nutre, cieco/ trema – il corpo è il teatro/ dove ridona i sensi.”
Anche la persona amata appartiene al gioco delle vicissitudini, apparendo, scomparendo, divenendo trasparente, piegandosi al caso: “Ti allontani, mi avvicino,/ una risacca di cotone e di pelle,/ spumiglia di sale negli occhi./ E nella resa dei sensi al bisogno/ si scuce e ricuce il nuovo giorno.”
Pagine raffinate, in una realtà che costringe ad interpretare le implicite testimonianze di un continuo dialogo, e cerca di far emergere le più semplici esigenze di coerenza tra l’immaginario ed il vissuto.
*
ANTONIO SPAGNUOLO

POESIA = RAFFAELE PIAZZA


**
"Alessia al Bar Celestiale"
Mattinale battesimo di pioggia
per Alessia al Bar Celestiale
con Giovanni. Il luogo è il
Parco Virgiliano e l’ora non
ha senso del 22 ottobre su Napoli.
Occhi negli occhi i fidanzati
nel lieve lucore del sole occhio
di Dio a farsi spazio tra le nuvole
e ci saranno raccolto con salvezza.
nell’ebbrezza dei sensi nel letto
stasera per di redenzione piacere
per Alessia rosa vestita per la vita
quasi una divisa scaramantica.
Mentre si diradano le ombre
dal cielo e dall’anima di Alessia
ed è sereno tempo delle fragole
al loro posto esatto.
*
Raffaele Piazza

domenica 12 gennaio 2025

SEGNALAZIONE VOLUMI = DANIELA MONREALE


**Daniela Monreale : “Ebbrezza e resa” – Il Convivio editore 2024 – pag. 80 - € 12,00
Il segno dell’immaginario riesce in queste pagine a ricamare misteriosi viluppi che trascinano verso policromatiche rievocazioni che a volte distinguono soltanto cronaca e a volte affondano nella memoria per condurre nel sussurro della narrazione. Ogni descrizione richiede parole rassicuranti, per dare uno sguardo particolare all’esistenza che nel quotidiano diventa storia da registrare, una carrellata poliedrica che cerca di accantonare il fragile della rielaborazione per incidere una determinativa ristrutturazione del vissuto.
“Mi sento adesso/ come una dalia ubriaca d’incanto/ che al limite dell’appassire chiude la porta,/ si fa lontana e strana,/ si copre di silenzi e rime,/ di frasi magiche che seguono/ il passato di eroi, di muse,/ di fratture dell’ovvio/ e che il silenzio incorona/ come salvezza della mota/ che in tanti dicono vita.”
La centrifuga della coscienza propone immaginazioni arroccate dove l’andatura veloce dei versi rispecchia quel raggio interiore, condensato in pensieri improvvisi, motivati e motivanti, e con figure emerse ex abrupto dalla memoria. E’ così che sinuose pennellate riescono a percepire il soffio del pensiero filosofico, del rotolare di una distrazione, dello stupore che era un tempo il fulmine che attraversa la gioventù, del brillio che la cenere alimenta nelle sospensioni d’amore, dello “scorrere di trame sconosciute che non avranno luce nella fretta del sonno, mentre i tarli continueranno a tessere una pagina segreta”.
Daniela non abbandona i profili generali e cerca sempre di andare a fondo per riconoscere i vari spunti di riflessione, che trasmettono capacità di trasfigurare il temporale nella dualità del momentaneo/utopia.
*
ANTONIOSPAGNUOLO

venerdì 10 gennaio 2025

VIVA LA POESIA CONTEMPORANEA

Luca Ariano scrive: " E' l'ultima volta che non saprai/ mai, in un eterno presente/ che capire non sai"
*
Lindo Ferretti scrive: " L'ultima volta non arriva mai / In questo presente che capire non sai "

giovedì 9 gennaio 2025

SEGNALAZIONE VOLUMI = MENOTTI LERRO


***
Menotti Lerro : “Poeti empatici italiani” – Ed. Genesi 2025 – pag. 208 –
Da solerte e fervido escavatore culturale Menotti Lerro è riuscito a convogliare in un ricco volume antologico una buona parte di poeti che aderiscono al movimento da lui stesso forgiato in nome di quel tipo di intelligenza emotiva capace di riconoscere, comprendere e condividere emozioni, pensieri, stati d’animo, sentimenti di chi ci attornia nella quotidianità, ricamando negli strati del sub conscio il tessuto policromatico che fluttua nella mente di ogni ricercatore.
Come spiega nella sua introduzione al testo, il volume “accoglie poeti ben noti al panorama nazionale, che, aderendo al Movimento Empatico, hanno assunto anche il ruolo di “Maestri Empatici” (così come tutti gli aderenti provenienti da qualsiasi altra disciplina artistico-culturale)”.
Si tratta di un segnale forte, anche se non esaustivo. Il Movimento Empatico è una realtà associativa che da alcuni anni sta stimolando una serie di dibattiti e attività, con iniziative ed eventi vari, tra cui un Premio letterario.
Prima di dare il via alle poesie un “Nuovo manifesto sulle arti” a firma di Menotti Lerro e Antonello Pelliccia occupa numerose pagine, avviando il lettore al discreto impegno dell’ingegnosità umana finalizzata ad accrescere negli uomini la sapienza attraverso la bellezza o la bellezza attraverso la sapienza, identificandosi, poi, con il vero artista.
I poeti antologizzati sono molti, raccolti in ordine alfabetico, variegati nelle espressioni di scrittura che distinguono per ciascuno le capacità di formula maturata secondo il personale bagaglio formativo. Franco Arminio, Alberto Bertoni, Corrado Calabrò, Roberto Carifi, Emilio Coco, Maurizio Cucchi, Massimo Dagnino, Milo De Angelis, Gabriela Fantato, Giovanna Frene, Mario Fresa, Vincenzo Guarracino, Sandro Gros-Pietro, Tomaso Kemeny, Vivian Lamarque, Lucrezia Lerro, Menotti Lerro, Franco Loi, Valerio Magrelli, Dacia Maraini, Giampiero Neri, Giancarlo Pontiggia, Davide Rondoni, Ottavio Rossani, Tiziano Rossi, Mario Santagostini, Gabriella Sica, Luigia Sorrentino, Enrico Testa, Elio Pecora, Rossella Tempesta, Gian Mario Villalta, Lello Voce.
Si parte dalle frasi, in più lati deplorate dai poco accorti lettori, del poeta Bisaccese per approdare poi con agilità alla delicata tessitura stilistica di Gabriela Fantato nella luce festiva della parola; alle impegnate composizioni di Mario Fresa incise con un bagaglio culturale di notevole spessore; alla parabola dell’immaginario tra il silenzio ed il sussurro di Vincenzo Guarracino; alle rapide incursioni nel dire la gioia delle agnizioni di Sandro Gros Pietro; alla sorprendente elasticità del particolare che trafigge la fluorescenza del ricordo capace di mutare l’istante in infinito di Menotti Lerro; ai grappoli contrastanti delle illusioni incendiate da ciclonici squarci, tra realtà aggressiva e stupore della frenesia di Ottavio Rossani.
Citandone soltanto alcuni si comprende rapidamente il fervore che alimenta ogni poeta accolto in questa crestomazia, che offre un consistente squarcio della creatività che ravviva il panorama ideologico contemporaneo.
Uno scatto elastico e svelto quasi un'eventualità che oscilla tra il sereno ed il curioso,tra l'ottimismo e l'avventura, tra il brillante e il ponderabile, fervida prospettiva della poesia contemporanea.
ANTONIO SPAGNUOLO

SEGNALAZIONE VOLUMI = ANTONIO CORONA


"Mi troverai vivo” di Antonio Corona (La Vita Felice, 2024 pp. 68 € 12.00) raccoglie già nel titolo emblematico l'intonazione di un favorevole presagio in cui la fatale lusinga e l'insidia inevitabile dell'esistenza rappresentano l'inesauribile scelta della vita oltre l'inesorabile occasione della sofferenza. Il libro è un omaggio pieno, malinconico e felice, alla necessità salvifica della spiritualità, ai suoi silenziosi e affidabili itinerari interiori, attraversa una disarmante e crudele ragione della lucidità nei confronti di una continua, incessante, estenuante esperienza di dolore, evidenzia tra le pieghe contemplative dei versi il faticoso conflitto tra sgomento e smarrimento. Antonio Corona dona ai lettori una poesia umana, vera, provocatoria e sincera, scandisce il tempo del coraggio, affronta la desolazione e la dignità della disperazione, declina il senso della morte con il sussurro della responsabilità, della consapevolezza efficace di un processo naturale e significativo, in un dialogo empatico e nel saggio incontro con gli altri, afferra la finalità dell'operare umano orientato tra l'assistere e l'includere l'esigenza di liberarsi dall'angoscia e il superare l'etica dell'egoismo. Riveste di grazia la poesia, unita a una sapienza antica, scopre, tra le pagine, con tenacia romantica, il frammento dell'affanno, ne riconosce e ne accetta il trauma emotivo elevando la forza d'animo oltre il disagio delle incertezze, trasforma la resilienza nella determinazione, nella capacità di infondere motivo di speranza e di crescita. Esprime l'inesprimibile sotteso a ogni accento impalpabile dell'anima che si muove tra il peso inafferrabile delle parole e l'ineffabile orizzonte di senso per ogni devota suggestione. La poesia di Antonio Corona è pervasa di maturità, è compiuta, ha un respiro drammatico e profetico, ispirato da una commovente sensibilità, amplifica la solennità del sentire.
Ogni composizione poetica rinnova le qualità visive dei testi, interpreta la risonanza metafisica e metaforica nelle impronte delle immagini, illumina il percorso letterario, alimentano la purezza della parola poetica, isolata nel contesto ispirato dal bianco della pagina, nella schiettezza di ogni preghiera pagana. La poesia si avvale della propria identità espressiva, è motivo di conoscenza, restituisce la dimensione essenziale per essere ritratto riflesso della realtà e degli uomini, strumento vincolante per distinguere l'indefinibile materia del mondo.
Antonio Corona fa suo questo insegnamento e suggerisce liriche plasmabili, condensate nel grumo delle emozioni, nelle cuciture delle folgorazioni, oltre una mitologia consolatoria, distilla gli elementi dello spazio e del tempo inabissati nella fatica del vivere, ridefinisce il bagaglio personale del vissuto per educare una premurosa e accurata attenzione verso la disponibilità a ereditare il valore degli incontri, ridesta l'estensione intima dei ricordi. Espone una solidarietà rispettosa contro le ingiustizie, concede a ogni attesa fiduciosa l'offerta di altruismo per ottenere il conforto nel confine intangibile dell'inconsistenza. “Mi troverai vivo” muove a compassione (nel senso latino del termine cum patior) l'universo accorato e trafitto in cui si addentra Antonio Corona, unisce il desiderio di alleviare la pena con l'espiazione dell'inquietudine e il riscatto dal disorientamento, accentua l'orizzonte dischiuso sull'eredità dell'infinito, sulla diagnosi per mantenere in equilibrio il flusso variabile della fragilità.
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Rita Bompadre
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TESTI SCELTI
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XII
Sono tetri i pozzi in cui cadono i piedi
quando il verbo è cucito nella carne
- nell'illusione di essere amati -
ci si immagina d'organza sulla spalla nuda.
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XV
Scegli.
Puoi essere fiore di orchidea
cadere intero staccandoti dal ramo
o essere rosa anche peonia
sfiorendo ad ogni petalo caduto
o ancora hybiscus gigante
dove il pistillo permane adeso.
Morire è una scelta scaduta.
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Nella luce che attraversa l'asola
s'impone lo sconforto del dito
che ne occlude il passaggio.
Mia madre dice sempre
che il bottone alla giusta altezza
concede al tempo il suo respiro.
La qualità di un abito
è la meiosi tra chi cuce e ch'indossa.
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Camera 1
Diagnosi è una parola vuota,
è nella descrizione dello stadio
la scelta di remare nell'acqua melmosa.
Resta vano il pianto e la speranza
nel fango non vedi il fondale
anche indossando una maschera:
il sangue s'aggruma a rosario.
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Sala d'attesa
Il silenzio ha la dignità del fiore
è nell'apice che cela il seme
fluttuante al vento - senza foglie
attendendo la schiusa.
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Amo l'uomo che respira lento
guarda il mare e non lo giudica,
la foglia che cade dal ramo
e s'affida al vuoto per tornare origine.
Amo il pensiero del serpente
l'ignoto ipotizzato che solo lui conosce
e le donne che ridono forte
gli amici che sanno di muffa
perché nel vecchio si riposa a occhi chiusi.

mercoledì 8 gennaio 2025

POESIA = MARIELA CORDERO GARCIA


*****
Due Poesie. Mariela Cordero (Venezuela)
"Fragile come l’assoluto"
Fragile come
l’assoluto
fragile come
l’assoluto
così
affiora
la carezza
=
(Premio Micropoemi in spagnolo, III concorso TRANSPalabr @RTE 2015, Spagna)
=====
=====
"Nome."
C’è un nome che bevo
Metà alcool solare, metà acqua segreta
C’è un nome che urlo
Mescolato nel tumulto degli altri
C’è un nome che accarezzo
Parte di foresta
Caldo e persistente
C’è un nome
Fiume, dolce dardo e sudore
Un nome
che divora
il mio nome.
MARIELA CORDERO (Traducción al italiano por Lucilla Trapazzo) | ***
Mariela Cordero. Valencia, Venezuela (1985) è avvocato, poeta, scrittrice, traduttrice e artista visiva. La sua poesia è stata pubblicata in diverse antologie internazionali e ha ricevuto diversi riconoscimenti tra cui: Terzo Premio di Poesia Alejandra Pizarnik Argentina (2014). Primo Premio al II Concurso Iberoamericano de Poesía Euler Granda, Ecuador (2015). Secondo Premio di Poesia Concorso Letterario Internazionale Bilingüe Tracceperlameta Edizioni, Italia (2015), Premio Micropoesie in spagnolo nel III TRANSPalabr@RTE 2015, Primo posto nel Concorso Internazionale di Poesia #AniversarioPoetasHispanos, Spagna (2016). Finalista al Premio internazionale di poesia Aco Karamanow, Macedonia (2022). Premio mondiale César Vallejo per l'eccellenza letteraria (2023), Premio internazionale Sahitto per l'eccellenza letteraria (2023), Terzo premio per la poesia al Concorso Il Meleto de Guido Gozzano, Italia (2024), e ha pubblicato le raccolte di poesia: El cuerpo de la duda Editorial Publicarte, Caracas, Venezuela (2013) Transfigurar es un país que amas (Editorial Dos Islas, Miami, Stati Uniti (2020). La larga noche de las jaurías Editorial Nautilus, Spagna (2023) Ha partecipato a vari incontri e festival letterari internazionali, tra cui: The Princeton Festival (Stati Uniti), Festival Internacional de Poesía Parque Chas (Argentina), Festival Internacional Bitola Memoria Literaria, Festival Internacional de Poesía Xochimilco (Messico), X Festival Iberoamericano de Fusagusagá (Colombia) 2023 Kaohsiung World Poetry Festival (Taiwan). Le sue poesie sono state tradotte in hindi, ceco, estone, serbo, shona, uzbeko, rumeno, macedone, coreano, ebraico, bengalese, inglese, arabo, cinese, russo e polacco. È coordinatrice internazionale di poesia presso la rivista Poémame (Spagna), dove cura le sezioni. #È traduttrice e collaboratrice della rivista En la Masmédula (Messico), consulente editoriale della rivista dell'Istituto di Simbologia (Corea del Sud).

martedì 7 gennaio 2025

POETI DA RICORDARE = ALBERTO CAPPI

ALBERTO CAPPI 1940 2009 ---

POESIA = RAFFAELE PIAZZA


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"Alessa e il cielo polito"
Sera azzurra a scendere
nell’anima e nel corpo
di ragazza Alessia rosavestita
per la vita.
Si sono schiuse le abetaie
che al Parco Virgiliano
portano in esatta armonia
(tanto Giovanni non mi lascia).
A poco a poco il volo radente
e di platino delle rondini
squarcia il cielo in un arabesco
di stelle e va la luna a detergere
ferite con lattescente balsamo.
La strada per l’albereto dell’amore.
La strada del per sempre.
Il cielo polito libera di Alessia
il pensiero e ci sarà raccolto.
*
Raffaele Piazza

POESIA = KUJTIM HAJDARI


Nato a Hajdaraj il 10 aprile 1956. Ha iniziato a scrivere fin dalla sua giovinezza, già alle scuole elementari, e quando era al ginnasio le sue poesie e opere iniziarono a essere pubblicate nel giornale locale, così come in "Drita" e "Zëri i rinisë". Dopo aver terminato la scuola superiore, ha preparato 3 volumi: uno di poesie "A do të vijë pranvera?", uno di racconti "Violinisti" e un dramma "Netë pa gjumë", ma le sue opere non videro la luce della pubblicazione a causa di contenuti anti partito. Dopo il cambiamento del sistema, è andato in esilio in Italia, dove ha trascorso molti anni e ora vive negli Stati Uniti. Per un lungo periodo non ha più scritto, a causa della demoralizzazione per la mancata pubblicazione dei volumi e delle minacce di persecuzione come creatore anti partito, oltre ai problemi familiari e alle molte difficoltà dell'emigrazione. Ha iniziato a scrivere di nuovo nel 2017, dopo una pausa di circa 25 anni, poesie in albanese, in italiano e recentemente anche in inglese. Sia in Italia che negli Stati Uniti continua a scrivere e a essere attivo, pubblicando di tanto in tanto volumi di poesie, partecipando a vari concorsi sia in patria che all'estero e pubblicando poesie su numerosi portali, giornali e riviste. Ha avuto parecchi apprezzamenti ed ha vinto molti premi sia in suo paese che al estero. Nel agosto 2024 è vincitore di “International Impact Book Awards” nei Stati Uniti D’America. I temi che affronta sono molteplici, ma un posto importante occupano i temi e i problemi dell'emigrazione e i problemi sociali e d'amore. Scrive principalmente poesie in versi regolari, ma si esperimenta con successo anche nel verso libero. La pubblicazione delle sue poesie avrà una considerevole diffusione geografica. Le troverete pubblicate in Albania, Kosovo, Macedonia, Italia, Stati Uniti, Romania, Marocco, Egitto, Danimarca, Bangladesh, Pakistan, Turchia, Spagna, Germania, China etc. Ha ricevuto numerosi certificati e diplomi da vari gruppi e associazioni web. La sua poesia è stata accolta con entusiasmo e migliaia di suoi ammiratori da molti paesi del mondo, così come poeti e critici letterari noti, hanno scritto le parole più belle su di lui. ***
"CON TE, O MARE!"
O mare, quante volte ho combattuto e dimenticato,
Con te il mondo amaro, la vita aspra, passata,
Quante volte nel cielo della felicità mi hai portato,
Quante volte l'oscurità me l’hai fatto vedere.
Nel tuo respiro, quante volte ho trovato la pace,
Come vicino al bicchiere di vino tinto, ubriaco.
Quando gli anni pesanti mi stavano uccidendo,
Quando il tempo mi buttava stormo e fango.
Sulle braccia della tristezza quando stavo sul bordo,
Dalle spalle mi presi e mi hai scrollato forte all’orlo,
E io, tra le onde, come un combattente leggendario,
Mi buttavo e un filo di speranza cercavo di nuovo.
Quante volte in lacrime ho visto il tuo nero fondo,
Quando sono stato trascinato negli abissi, orribilmente,
Ogni tanto mi mettevi la paura e vedevo la testa sul tronco,
Nella tua discesa quando guardavo l’Inferno imminente.
A volte mi schiantavi sulla riva come le immondizie,
A volte in cima alle onde mi davi la libertà,
Il segno della lotta, lungo la costa é ancora rimasto,
Come al sole l'immagine della mia faccia indurita.
Il bianco sulle creste delle onde che la lotta ha pitturato,
Le impronte simile, sui miei radi capelli, hanno lasciato,
Ma di nuovo, un combattente sulle onde voglio essere,
E altre sfide con te, per la mia libertà, voglio ancora avere.
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"PERDUTO"
Perduto nel tramonto dei ricordi,
Nel dolore delle canzoni lasciate a metà,
Nell’eco delle macabri morti,
Rimasti nei crateri storici,
Nel crepuscolo degli anni - ghiacciai dell'Alaska,
I gemiti del tempo si sciolgono,
Si spezzano in frammenti meteorici,
E cadono nell'universo infinito dell'anima,
Tirando i piccoli tiri di luce,
In quegli anni del mistero senza luce,
O i miei neri anni!
I sogni belli e dolorosi,
Si spengono e muoiono tra le rovine della memoria.
L'ansia accarezza i cieli dei desideri.
Il crepuscolo della vita pesa sul dorso arcuato degli anni,
Un sospiro di vecchiaia spaventa gli uccelli primaverili.
Ma, di nuovo al mattino, trasfigurato,
Un arcobaleno di speranze,
Compare all'orizzonte delle mie grida.
Oh, la mia libertà dove sei!
Perduto cerco di risvegliarmi con tanta voglia,
Con le stampelle che gli anni me li hanno fatto "regalo",
Cerco di camminare sulla strada piena di buchi del secolo.
Con il fresco dell'alba,
Cerco di asciugare la polvere negli occhi della speranza.
Nelle galassie estreme cerco i raggi di un sole,
ma il mio sole splendente cade nelle crepe del mio cuore.
E si spegne nell'infinità delle fosse dell'anima,
Oh, maledetta la mia sfortuna!
Nel mezzo buio spirituale,
Creato da questo tramonto,
Morfeo, il dio del sonno e dei sogni,
Mi appare di nuovo.
Sopra i miei occhi sfrega leggermente i fiori del papavero,
Che ha raccolto nei prati del tempo.
E io muoio nei miei sogni infiniti,
Nei miei sogni con un abito da sposa.
Anche cosi morto, li accarezzo,
E li faccio partire, con un mazzo di fiori, per la festa di nozze.
Senza pensare che un giorno potrò risvegliarmi,
E con le lacrime di delusione, li innaffierò,
Oh, Sole mio, dove sei nascosto?
===
"MI ASPETTERESTI STASERA?"
Salgo lentamente le scale e spero in una magia,
Guardo attentamente la porta: “stasera, uscirà?
Con un sorriso di luna come allora, apparirà,
Con la dolce voce - amore e nostalgia?
Mi sto ancora avvicinando - nessuna voce,
Forse è impegnata a cucinare la cena,
O con suo nipote - ridono e giocano,
E sui tappeti allegramente si ruotano.
Apro la porta lentamente - neanche un sussurro,
Invece tu mi sorridi dalle foto sul muro,
"Sono tutta qui, non mi vedi, nei tuoi ricordi,
Anche se non ti aspetto la sera come prima.
Quando i fiori domani verrai a portarmeli,
Nella tranquillità delle tombe, anima mia,
Per i nostri ricordi, i sogni stroncati ti parlerò,
Il dolore che ti sta uccidendo te lo porterò via."
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Kujtim Hajdari

lunedì 6 gennaio 2025

SEGNALAZIONE VOLUMI = NANDO VITALI


Nando Vitali: "Notturno napoletano" - Ed. Colonnese 2024- pag.72 - € 9,50
Appassionato sin da giovane ad una cultura che possa essere quotidianamente ingigantita dalle informazioni variegate di un incedere qualificato e sempre mirato alla percezione dell'ingegnosità, ha negli anni arricchito notevolmente il bagaglio editoriale di qualità ricercata.
Per l'avvio della sua rivista Achab (semestrale dal 2014)con un redattore scrisse nella presentazione fra l'altro: «Noi pensiamo a un tempo dove “immaginare” e “vedere” si tocchino con l’immediatezza di un avvistamento. Una ossessione che è quella per la Balena del Pequod. Dove ogni parola si trasforma in ramponi, fiocina, e vele spiegate all’assalto del mare non sempre favorevole, delle increspature e dei cavalloni giganti. Siamo nel tempo dell’attesa. La grande narrazione, la costruzione di un mondo che resti, che dia respiro a una scrittura che duri, è più che mai necessaria, oltre che utile».
E la sua penna conferma l'agilità di una scrittura limpida e avvincente, un saltellare delle frasi concepite per immersioni rapide nelle vicende snocciolate e colorate da variegate vicende.
In questo scattante volume Nando Vitali raccoglie le storie di due personaggi partoriti dalla notte, tra il fantasmatico e la realtà, quasi misura di momenti imprevisti. Nel primo racconto, ambientato tra le ombre delle eroiche "Quattro Giornate" di Napoli del 1943, Luisella si scopre donna - e forse incontra l'amore - tra le braccia di un soldato, in mezzo a una guerra tutta sbagliata.Una guerra che si può riportare oggi come una fiaba che ha sconvolto il popolo.Nel secondo racconto, invece, incontriamo il famigerato lupo mannaro di Bagnoli, un mito in carne ed ossa, che visto da vicino è molto più umano di quanto si favoleggi, notevomente conosciuto e veramente poco attento alle sorti di malcapitati. E il nome, Zampanò, rivela da subito un debito "cinematografico" di magica, felliniana memoria.
Oggetti intriganti si annodano, proiettati in un ritmo che si fa continuamente immagine, e gioco della distillazione di parole, colate a profusione e destinate a lasciare il segno.
Le pagine sono impreziosite dalle illustrazioni di Luca Dalisi (Luk), disegnatore, fumettista e narratore, autore di "Ollip e il Grande Inceneritore" e "La polvere dei miei stivali", e con Gabriele Frasca del "romanzo visivo" con illustrazioni a fronte Il fermo volere.
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ANTONIO SPAGNUOLO

venerdì 3 gennaio 2025

SEGNALAZIONE VOLUMI = BENEDETTA SANNA


**“Avere la pazienza del pane” di Benedetta Sanna (Eretica Edizioni, 2024 pp. 68 € 15.00) discioglie l'origine del fermento esistenziale mescolando gli ingredienti con un espediente indispensabile per far maturare l'amalgama emotivo attraverso la fragranza dei versi e il profumo della memoria. Benedetta Sanna concede il suo tempo interiore nella preparazione di una riflessione umana, lungo il tracciato delle parole, la qualità panteistica delle immagini, immersa tra isola e città, nella reazione alle avversità e alle difficoltà della vita.
Se il pane elabora la pazienza, la poetessa raggira l'antico e proverbiale modo di dire per alimentare l'atteggiamento alla comprensione, la disposizione alla fiducia nella natura e nel suo stupore e alla volontà di percorrere l' evoluzione personale, nella stabilità di tracciare su carta la destinazione della propria anima. I versi delineano le reazioni istintive, provocate dalle aspettative sensibili, fondono l'irrequietezza nelle schegge di lucida immediatezza, scuotono l'affanno della coscienza, persistono nella loro urgenza di espressione, nell'esigenza di trovare un'entità autentica, capace di rivelare l'intensità dell'intonazione elegiaca. La poetessa vive la ragione poetica, coniuga l'esperienza della dimensione estetica di ogni visione del reale nella quotidianità con la pratica di una scrittura meditata nell'attenzione intenzionale alle sensazioni, inaugura la stagione di una fusione spirituale, condensa l'indagine negli affetti e salda la qualità dei componimenti appesi nella sospensione dei ricordi. Benedetta Sanna suggerisce, con l'impeto suggestivo delle sue poesie, l'indicazione interpretativa dell'attesa, come indugio silenzioso e minuzioso nei rapporti relazionali, assiste l'asprezza e la severità degli eventi, evidenzia la dolcezza della speranza e la consistenza dell'assenza. Accoglie nel suo cuore l'avidità insaziabile di trasmettere amore, oltre la rabbia e il dolore, aggira la voragine inaccessibile dello sconforto e l'intuizione indefinibile della malinconia con il significato profondo di una schiettezza urlata e decantata nella vicinanza delle superfici animose e solitarie dei pensieri, oltre l'indolenza del distacco e l'accerchiamento della solitudine.
“Avere la pazienza del pane” ricorda di cogliere l'opportunità di sorvegliare, capire e seguire l'estensione della consapevolezza, proietta il valore del presente nella benignità del tempo che sa sempre restituire gli intrecci della vita scandendoli oltre il frammento dei turbamenti. Benedetta Sanna confessa la fragilità dei rimpianti e la ruvidezza delle separazioni, esprime l'energia coraggiosa della parola, da senso alla voce sfumata e disillusa della nostalgia, pone la quiete all'inquietudine. Manifesta l'intenzione di dare forma e corpo al grumo indistinto e indecifrabile dei sentimenti, confida nella previsione temporale delle esperienze, fa riemergere la riflessione antica e generativa degli intervalli. Dedica alla risorsa preziosa dell'indulgenza la ripartizione della tensione impaziente, interroga l'anima e ne ascolta il principio vitale, identifica l'eco del rimpianto, le occasioni inesorabili di impastare le fascinazioni e i disinganni del proprio cammino.
Benedetta Sanna ci insegna a saper prevedere, ad attendere il tempo necessario affinché le prospettive umane migliorino, a nutrire le trasformazioni e ricevere compiutamente le conseguenze della saggezza popolare: “A chi sa attendere, il tempo apre ogni porta”.
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RITA BOMPADRE
***
Testi scelti
***
Al mare basterebbe
sapere che torniamo,
che il viaggio non è breve
ma l'orizzonte lo vediamo:
i contorni del suo volto,
l'isola e il suo solco,
uno sbadiglio nel Mediterraneo.
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Se la notte porta il sogno
e nel sogno c'è un consiglio
di saper essere anche io notte,
quando voglio:
una penna che non dubita del foglio.
E io che resto serva del tuo giorno
so bene che ti vedo
solamente alla sua fine,
dove il nero è tutt'uno con la stanza.
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Sapessi come te dimenticarmi
dell'affanno dei miei anni,
che invece io pronta ricordo
ogni volta
che scordo l'origine dei venti
e cosa scosse il maestrale
nelle radici,
in quegli occhi tuoi sempre spenti
e le tue spalle come colline,
alle mie pendici.
----------------------
Solamente scrivendo
posso togliere la rabbia.
Evitare di sputare la tovaglia,
aggredire i tuoi costumi ed usi,
così sporchi e truci
di giostre secolari,
violenze e torti.
Di netto poi trafiggo
dal polso fino al torace
lo spettro sudicio e ingombrante
dell'elefante in una stanza.
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Distinguere parole
come rose dalle spine,
tra le mani tue supine
in grado di abbracciare
ogni mio indizio alieno.
Su quella spiaggia bianca e dolce,
dove ancora
dormo e tremo.
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Sono arrivate molte cose
negli anni
a salvarmi.
Prima dalla provincia,
poi da ogni mia piccola stanza.
Quasi come un passaggio
di mano in mano
di una chiave
o di un segreto,
e quella devozione.
L'occhio aperto
sulla terra stanca.
Il tuo antico rituale.
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Gomitolo di niente,
briciola
scarto
e restanza.
Pregarti voglio oggi
per avere un segno,
da un cielo
il cui colore appena distinguo.
Dal tetto del palazzo,
da un urlo sotto casa.
La notte non ha suono.
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giovedì 2 gennaio 2025

SEGNALAZIONE VOLUMI = GIAN PIERO STEFANONI


***Gian Piero Stefanoni: “La costanza del cielo” – Ed. Il ramo e la foglia 2024 – pag. 80 - € 13,00
Con una costante attenzione all’inseguirsi della parola simbolo il poeta riesce a ricamare figure e prospettive che diventano di volta in volta fotogrammi di una realtà che circonda e aggredisce, pungola e si incarna, si assesta nel sub conscio e supporta memorie.
“Ha pagato per essere amato-/ per avere parola-/ in quest’ansia che non fa respirare./ E ora versa acconti/ perché qualcuno lo neghi/ dentro un sonno che non ha rimanenze./ Saremo ricordati/ per la corrispondenza dei crediti,/ per i vetri appannati là dove ci sono le strisce.”
Vorremmo indagare le misure temporali che nascondono trappole della fatalità, pronte a giocare voragini nelle quali occasioni ed incontri, visioni e ammiccamenti, miraggi ed evidenze non sono altro che trasformazioni immediate della presenza di una inverosimiglianza. In queste pagine rincorrono allora lampeggi che avvertono “tutta la rotazione, gli infiniti occhi della luce, le distese toccate e scomposte” così come palpeggi arditi perché “la stanchezza è nel ferro, nel chiodo stampato nell’osso, nel muscolo che non risponde”, o perché “giunge il tempo del sogno degli altri, della spinta che il mondo ti chiede, dell’alba dispersa nei mondi ormai muti.”
Gian Piero Stefanoni affonda sapientemente la sua penna nella materia prima del pensiero e della conoscenza, e si sofferma, nella sua maniera poetica, nel visibile concreto, anche se va detto che ricalca comunque l’obiettivo del linguaggio simbolico, come intelligente traduzione in immagine del canto lirico.
Molti gli interrogativi che propone ed altrettante le suggerite soluzioni, molte le descrizioni particolareggiate ed altrettante le pennellate, molte le apparizioni ed altrettanti gli spiragli di luce.
Uno dei modi in cui possiamo osservare il mondo è quello della polarità, e il poeta gioca rapido nelle associazioni.
*
ANTONIO SPAGNUOLO

mercoledì 1 gennaio 2025

POESIA = FRANCESCA LO BUE


***
"Bivio"
Siamo umanità offesa e marginalità,
rappresentiamo l’abisso,
abbiamo l’aura dell’assenza.
Quando si perde la speranza della soggettività
si accetta il proprio essere distrutto,
destituito di ogni strada,
di ogni forma prefissata.
Costruire il proprio presente
è vivere in ogni presente,
in un dopo che è il nulla del futuro,
distruzione mangiatrice,
naufragio nella catena interrotta del momento.
Uomini,
fogli accartocciati fra ossari che rinverdiscono
mentre geni instancabili aprono strade di sale
e una sequenza di aneliti appare nuovamente.
Le forze si sovrappongono in un punto fatale,
tragica glorificazione di una grazia che si compie,
uminescenza dal tratto cinerino.
Una è l’intuizione divina,
bivio che si carica di significati sempre più intensi,
tempo e grazia dell’esistere.
=
Gridano tenui nell’aria i gelsomini
e niente, niente nelle valli abbattute dai nembi.
Da un nugolo d’abisso il ricordo che acceca,
dal luogo della Memoria Infinita l’occhio di un raggio.
****
"Encrucijada"
Porque somos humanidad ofendida,
marginalidad, representamos el abismo,
tenemos el aura de la ausencia.
Cuando se pierde la esperanza en la subjetividad
se acepta el propio ser destruído,
destituído de todo camino,
de cualquier forma prefijada.
Construir el propio presente
y vivir en cualquier presente
en un después blanco que es la nada del futuro,
destrucción devoradora,
naufragio en la cadena interrumpida del momento.
Hombres,
hojas arrugadas entre osarios que reverdecen
mientras duendes incansables abren calles de sal
y una secuencia de anhelos aparece nuevamente.
Las fuerzas se sobreponen en un punto fatal
tragici glorificación de una gracia que se cumple,
luminiscencia de un trazo cinéreo.
Una es la intuición divina,
encrucijada que se carga de significados cada vez más intensos,
tiempo y gracia del existir.
=
Gritan tenues en el aire las madreselvas
y nada nada en los valles abatidos por los nimbos.
Desde una nube de abismo el recuerdo que enceguece,
desde el lugar de la Memoria Infinita el ojo de un rayo.
***
FRANCESCA LO BUE